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Krav'Kriss Sith

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    <i>Nome: Krav'kriss

    Cognome: //

    Rango e/o riconoscimenti: //

    Età: 19

    Sesso: Maschile

    Razza: Rattataki (sottospecie umana)


    I Rattataki sono una specie quasi umana, originaria del pianeta Rattatak, caratterizzati da pelle bianco gesso e teste calve, molto simili alla razza Umbaran. Praticamente isolata dal resto della galassia, questa specie ha sviluppato una società violenta, che ha coinvolto tutta la popolazione rattataki in violenti scontri.
    La Jedi Oscura Asajj Ventress e il guerriero Aidus appartenevano entrambi a questa specie.
    Modificatori attributi: -
    Bonus alle abilità: +1 acrobazia, +1 sopravvivenza
    Capacità speciali: -



    Pianeta Natale: Rattatak

    Lingue Conosciute: Basic

    Force Sensitive: Si(Lato Ouscuro)

    Stato di salute: In piena salute

    Descrizione Fisica del Personaggio:
    Krav'Kriss è un giovane uomo di 19 anni nel pieno della salute e del fisico, egli è alto 1.80 cm con un fisico molto magro, fin troppo per la sua statura.
    Malgrado questo il fisico è allenato allo sforzo e alla fatica considerata la violenza e la difficoltà della vita sul pianeta Rattatak; Krav è completamente calvo come gli altri membri della sua razza e ha il tipico colorito simile al gesso tipico dei Rattataki.
    Il volto è allungato e molto scarno, gli zigomi alti donano fierezza e severità all'espressione completata dagli occhi vagamente a mandorla caratterizzati da un iride insolitamente nera.
    Krav 'kriss non ha sopracciglia nè ciglia e non porta alcun tipo di barba, presenta invece un tatuaggio particolare, esso parte dalla base del cranio salendo longitudinalmente con una striscia di colore nero larga più o meno 5 cm la quale lo percorre dividendolo in due emisferi e terminando con una punta che va a toccare il setto nasale nel centro esatto degli occchi; a questo tatuaggio se ne aggiunge un secondo il quale partendo sempre dalla base del cranio percorre obliquamente le guance verso l'alto terminando sui bordi delle labbra con due semisfere che avvolgono i contorni di queste.
    Le orecchie del Rattataki sono piccole ma propozionate al resto del corpo e presentano due orecchini nel lobo superiore, entrambi di colore grigio.
    Il petto longilineo di Krav è caratterizzato da una bruciatura piuttosto estesa la quale copre il pettorale sinistro, le costole e lambisce la base del collo nella sua parte destra tagliando il petto obliquamente, questo è il ricordo di un vecchio amico, Krav'kriss non ama parlarne e la tiene sempre coperta.
    Le ossa della colonna vertebrale sono ben visibili negli snodi principali alla base del collo e in generale la figura del Rattataki è piuttosto asciutta e affusolata nella sua altezza e magrezza, malgrado questo il suo temperamento furente lo rendono piuttosto temibile.

    Abbigliamento:
    Krav solitamente porta le vesti fornitegli dal suo maestro, esse consistono in ampi calzoni neri si un tessuto simile al cotone ma più compatto e caldo i quali vengono stretti attorno alla caviglia con delle fasce nere molto resistenti le quali avvolte attorno alla gamba permettono di bloccare i calzoni; ancora nera è la veste che ricopre il corpo, essa è larga nelle maniche consentendo libertà di movimento e arriva all'icirca poco sopra al ginocchio di Krav, questa è tenuta stretta in vita con una cintola si cuoio e acciaio di colore grigio scuro.
    L'ultima parte del vestiario del Rattataki è un ampio mantello con apposite maniche del medesimo colore degli altri indumenti, esso è indossato quasi sempre e dona riparo dal freddo essendo più spesso delle altre vesti, ha un ampio cappuccio che permette di celare parte del volto e maniche larghe che consentono facilità nei movimenti, oltre a questo Krav è solito portare un'ampia sciarpa si stoffa viola attorno al collo, essa viene tenuta avvolta con due bande che scivolando davanti per circa 30cm.



    Temperamento del Personaggio:
    Krav è un Rattataki e in quanto tale ha un temperamento focoso e spesso violento, ama la guerra, il conflitto e lo scontro fisico, non conosce ragione se non quella generata dalla legge del più forte, malgrado questo egli non è uno stupido ed è ha una mente piuttosto abile nel calcolare e tramare strategie, più volte questa abilità gli ha permesso di uscire dai guai indenne quando le cose voltavano al peggio.
    Come i suoi simili è abituato alla vita violenta perciò non tarda a mostrare la sua forza quando possibile peccando di superbia crogiolandosi nel mostrare agli altri le proprie capcaità in cerca di approvazione, è questo forse che muove il giovane Rattataki nell'universo, ovvero una ricerca di approvazione per le sue doti che sempre gli è stata negata.
    Una particolarità di Krav è il suo odio verso la razza dei Chiss a causa di una vicenda personale.
    Questo odio gli non gli permette di stare a contatto in maniera pacifica con un Chiss, questo gli costa un grande sforzo di autocontrollo.








    Storia del Personaggio:


    Legenda:
    Pensato Krav'Kriss.
    Parlato Krav'Kriss.

    Parlato Altrui.
    Pensato Altrui.


    Atto I :

    The Pit.

    Pianeta Rattatak.
    In una zona imprecisa della vasta superficie del pianeta Rattatak durante una notte senza luna un piccolo villaggio è completamente deserto, oltre alle poche guardie che sorvegliano le mura di lamiere annoiandosi terribilmente nessuno è presente o almeno così pareva.
    Se si fosse presta più attenzione infatti si sarebbe potuto sentire un rumore sullo sfondo, ovattato, soffocato ma sicuramente il rumore era presente e non serve cercare lontano per trovarne la fonte la quale era proprio al di sotto della piccola colonia; una folla di 150 forse 200 Rattataki si era riunita in spalti di freddo acciaio e materiali di fortuna, come in un imbuto erano disposti in maniera circolare attorno a quello che sembrava un campo di battaglia in terra battuta di colore arancione.
    Tutta quanta l'arena era illuminata da luci fluttuanti, nel chiarore spettrale dei neon le teste calve degli uomini e delle donne Rattataki sembravano ancora più pallide facendoli sembrare spettri della notte, ma essi non lo erano e si agitavano, si muovevano, gridavano.
    Quella non era una notte come le altre per il villaggio, per molte lune avevano atteso quella serata e finalmente era giunto il momento, il momento per l'iniziazione, i ragazzi più promettenti quella notte sarebbero divenuti veri uomini.
    Non più di 10 avevano potuto accedere a quel test finale, essi erano la speranza del villaggio in quanto se sarebbero stati abbastanza capaci e forti sarebbero entrati nella casta dei razziatori dando man forte ai veterani del villaggio e diventando le nuove leve e i futuri condottieri di quello sperduto avamposto il quale vacillava sotto i colpi delle altre tribù.

    "BASTA CON LE FARSE, LA FOSSA BRAMA IL VOSTRO SANGUE GIOVANI RATTATAKI! CHE SOLO I MIGLIORI RIMANGANO!"

    A parlare era stato Zuk Elham, egli era da ben 10 anni il capo della tribù ed aveva condotto i suoi guerrieri in numerose vittorie, era un uomo corpulento ed aveva un vero e proprio harem nel quale militava anche una Twi'lek, una schiava ovviamente, grande privilegio per una tribà piccola come quella.
    La fossa era la struttura in cui ora si trovavano i contendenti, tutti giovani e di belle speranze, temprati dalla vita dura e violenta ma anche inesperti, ognuno reggeva una vibrolama arcuata e arrugginita.
    Niente blaster, solo la forza nuda e cruda.
    Tra i 10 militava anche un ragazzo più alto, un Zabrak insolitamente magro per la sua altezza.
    Sul suo viso era ben visibile la tensione, quella sera doveva primeggiare, doveva mostrare che era in grado di tener testa agli altri, a svettare su di loro e a schiacciarli, doveva far vedere che anche lui con la sua forza era capace di essere un vero membro della tribù e redimere il nome del padre.

    "COMBATTETE !"

    Era iniziato.
    Il giovane alto e magro sorrise ecittato e impaurito allo stesso tempo, l'adrenalina sale a mille ed il gioco prendeva vita
    Mentre sentiva attorno a se il rumore delle lame che cozzavano confondersi con il caos prodotto dalla folla il Rattataki si concentrò solo su una cosa, abbattere uno dei suoi nemici e farlo in fretta, una lama gli sibilò di fianco all'orecchio e prontamente si girò portando anch'egli la sua vibrolama, la impugnava con la mano destra e tracciò un fendente perpendicolare al tronco dell'avversario a livello dei pettorali, questo fu subito parato e in risposta fu sferrato un calcio verso il ginocchio dell'alto Rattataki che fu colpito, la rotula gli scricchiolò in maniera sinistra.
    Non poteva fermarsi così.
    Fece scivolare la lama su quella del nemico liberandola dal contatto, varie scintille sprizzarono verso tutti i lati, dopodichè la mosse dall'alto e tranciò la mano di questo che urlò di dolore, un fiotto scarlatto sprizzò dal moncherino e sporcò la tunica di cuoio del vincitore il quale sentì la testa girargli.
    Non aveva mai colpito veramente un suo simile, la sensazione che ne trasse fu forte e gli diede alla testa, come se fosse in uno strano stato di ebbrezza.
    Dovette riprendersi subito quando un ragazzo molto basso dal volto tondo e feroce provò a infilargli la spada nell'addome.
    Scartò di lato rendendo vano l'affondo e rispose con un colpo più elaborato, roteò su se stesso compiendo un mezzo arco e portando la vibrolama diretta verso la base del cranio del nemico.
    Il movimento gli diede qualche secondo per rendersi conto di cosa succedeva intorno a se, scorse 3 uomini a terra, uno dei quali si trascinava via in una scia di sangue reggendosi un braccio, doveva essere la sua vittima.

    "Pare che quest'anno saremo davvero in pochi ad arrivare in fondo.."

    Rifletteva così mentre la sua vibrolama schiantava contro quella del basso avversario il quale indietreggiò di mezzo metro sul lato barcollando.
    Sfruttò l'occasione portando un affondo verso il basso ventre, un colpo insidioso che si rivelò efficace in quanto l'avversario perse l'equilibrio pur deviando il colpo, egli finì a terra e il Rattataki ne aproffitò nuovamente urlò selvaggiamente e trafisse la coscia con la vibrolama, con un sibilo si infilò oltrepassando la carne come burro emettendo rumore di muscoli e tendini strappati, una ferita che avrebbe reso il nemico una facile preda ora.
    Egli infatti emise un gemitò di dolore e buttò lontando la spada arrendendosi.
    Ancora una volta provò l'ebbrezza della battaglia, o meglio dell'avere potere sulle persone, dell'essere giudice di vita o di morte e ancora una volta la testa gli girò e dovette concentrarsi per non distrarsi troppo.
    Erano rimasti in quattro, o meglio tre.
    L'ennesimo Rattataki fu trafitto al petto e cadde a terra morto, in una pozza di sangue.
    Il suo sfidante estrasse la vibrolama e si scagliò contro l'alto Rattataki con un impeto assassino.
    I suoi colpi erano un concentrato di rabbia e furia, li portava da destra e sinistra e ancora destre e sinistra, furia e voglia di uccidere.
    Si esponeva molto, troppo. La sua morte fu rapida.
    Uno sgambetto ben ordito lo fece rovinare a terra e ancora una volta il Rattataki alto e magrò fu vittorioso, il suo nemico a terra infatti non riuscì ad alzarsi in tempo per evitare la sua lama che gli trapassò pelle ossa e muscoli nella base del cranio, una morte rapida e indolore.

    "è Il mio momento, non posso che vincere ora!"

    Il Giovane Rattataki estrasse la lama preso dalla trance estatica della battaglia e dietro di lui sentì il cozzare delle lame terminare.

    "Non posso fallire, non ora. Il villaggio mi guarda, il capo tribù mi guarda. Devono riconoscermelo. Me lo devono. IO vincerò"

    Ripeteva questo dentro di se, come un mantra e ancora una volta si preparava ad un letale, ultimo, scontro.
    Il suo avversario era robusto e massiccio, alto poco meno di lui ma ben piantato sui piedi, menava la vibrolama con entrambe le mani e i suoi colpi erano potenti e precisi, aveva tecnica e aveva rabbia. Era un osso duro.
    I primi assalti fuorno solo di prova, i due si studiarono deviando e parando colpi semplici, poi il duello si fece intenso e da subito si mise male per l'alto e magro Rattataki il quale incasso due colpì che gli lacerano il petto e poi un braccio, l'avversario invece subì una lacerazione sulla coscia.
    I colpi si susseguivano con fluidità fino a che quello più robusto con un abile rotazione del polso deviò un colpo troppo caricato e riuscì a colpire a fondo lasciando un grosso taglio nell'addome.
    Il sangue sgorgava a fiotti dalla ferita e il Rattataki si sentiva debole, la vista annebbiata e le gambe molli.

    "Dannazione, non posso. NO,NO,NO! Non posso fallire ora..io devo.."

    Riuscì per un soffio a parare un possente assalto frontale del nemico ma non fu così fortunato la seconda volta, finì a terra disarmato.
    Sentì l'avversario riprendere fiato e sentì la forza abbandonarlo lentamente, malgrado tutto si tirò su in piedi, la folla ora era silente attendendo la fine che sembrava scontata di quello scontro.
    L'avversario si preparava a finirlo alzò la vibrolama e fece un passo avanti per finire il lavoro con un ultimo colpo ma non fu così.

    "NON POSSO PERDERE!"

    Il Rattataki urlò portando avanti le mani, ed emanò una forza potente insieme al suo urlo, questa colpì lo sfidante che su sbalzato diversi metri indietro finendo a terra, nell'arena rimase un lungo solco.
    La folla ora era ancora più silente e immobile, solo un uomo si mosse nelle file più basse, era ammantato in una beste marrone e uscì dall'arena, non era un Rattataki.

    "KRAV'KRISS! COME OSI?! NELL'ARENA NON SONO LECITI QUESTI TRUCCHETTI, TIENTI PER TE LA TUA SPORCA MAGIA E NON COMMETTERE GLI ERRORI DI TUO PADRE!"

    Dalla folla si levò un brusio eccitato.

    "AD OGNI MODO , HAI COMBATTUTO BENE, E IN QUANTO SEI L'UNICO RIMASTO ENTRERAI A FAR PARTE DEL CORPO DEI RAZZIATORI, SEI CONVOCATO PER DOMANI ALL'ALBA. LA FOSSA HA RECLAMATO IL SUO TRIBUTO!"

    Krav'Kriss svennè, esausto.
    Un sonno confuso, rivide il padre, simile a lui nel fisico e nella mente, un abile guerriero esiliato dalla sua tribù in quanto cultore della magia dell'universo conosciuta come Forza, Krav ignorava quali sentieri aveva e stava percorrendo il padre ma in cuor suo sapeva che non era morto.
    Sognò anche un'altra figura, un uomo in una veste marrone dal volto sereno, lo stesso uomo che quella notte l'aveva osservato nella Fossa.


    Atto II:


    Training?


    Krav si svegliò di colpo, la testa pesante e vuota.
    Si tirò su dal letto, aveva il petto nudo e portava calzoni di tela marroni, i piedi scalzi.
    Si trovava nella sua abitazione, consisteva in un monolocale con un letto e il poco di cui aveva bisogno per vivere, su una scrivania di legno vi erano posate le sue vesti di cuoio e la vibrolama che aveva usato nell'arena, accuratamente lavata.
    Si avvicinò barcollando sulle gambe, gli dolevano tutti i muscoli del corpo.
    Si tastò le tempie con i poolpastrelli delle mani e le sentì pulsare dolorosamente, sfiorò la lama incrostata dalla ruggine della vibrolama e assaporò il freddo a contatto con essa.

    "Maledizione, non mi hanno svegliato, dovevo vederli all'alba!"

    Difatti nessuno l'aveva svegliato, era sicuramente in ritardo.
    Afferrò la giacca lacera di cuoio quando la porta dietro si lui si aprì con un sibilo metallico.

    "Calmo ragazzo, non c'è fretta"


    Era una voce estranea a Krav'Krinn, pacata e profonda.
    Si girò nel suo metro ottanta, il volto contratto in una smorfia di inquietudine, osservò il suo interlocutore che si rivelò essere l'uomo che aveva visto in sogno.
    La veste marrone con il cappuccio piegato, gli abiti bianchi portati sotto, gli occhi verdi,intesi e il pinzetto castano.
    Pur avendo un aspetto giovanile le rughe che solcavano la fronte e le guance dell'uomo ne rivelavano l'età più che matura.

    "Chi diamine sei? Chi ti ha permesso di entrare?"

    Di colpo Krav si ricordò di avere il petto completamente nudo, istintivamente si infilò la giacca per coprire la grande bruciatura che gli copriva gran parte del petto nella zona a sinistra e che gli lambiva tutta la base del collo.

    "Non c'è vergogna nel mostrare le proprie cicatrici ragazzo, anche se possono 'esporci' , indossale con onore, anch'essere fanno parte della tua esperienza ed ognuna è una lezione da non dimenticare"

    Finì di allacciarsi la giacca in fretta e passò a infilarsi la cintura.

    "Che ne sa un vecchio di cicatrici e battaglie? Ad ogni modo non mi hai ancora risposto.."


    Mentre si destreggiava con la cintura l'enigmatico uomo fece qualche passo avanti osservandò la stanza.

    "Non c'è fretta ti ho già detto, Zuk Elham ha riunito i suoi razziatori mentre dormivi, eh beh...hai dormito per due giorni. Sono partiti ieri all'alba. Hanno portato con loro il tuo rivale, a quanto pare si è rimesso in fretta, la tua Forza è ancora puro istinto non mi meraviglio che quel colpo non sia stato mortale ma ad ogni modo è stata una dimostrazione di grande effetto."

    Krav si bloccò, ripetendo il gesto meccanico di allacciarsi la cintura più volte, senza riuscire a farlo.
    Le parole del vecchio l'avevano rintontito.
    Non poteva crederci, aveva vinto, era stato il migliore, il migliore di tutti, ed ora quello che era suo di diritto gli era stato tolto...e che ne sapeva quel vecchio della "forza"?
    Sbottò, si strappò la cintura e la lanciò contro il muro urlando.

    "Calma ragazzo, non lasciare che le emozioni offuschino la tua mente. Liberala a senti la Forza fluire in te. Tu hai un dono, sei stato toccato dalla Forza e il tuo destino va ben oltre l'entrare a far parte dei razziatori."

    Krav si voltò di scatto, ancora furente.

    "Che vai blaterando? Mi parli di Forza? L'unica forza che conosco è quella del mio braccio e della mia lama, ed ora anche io come mio padre sarò un reietto, maledetta sia questa Forza dunque!!"

    Il vecchio uomo si voltò.

    "Tu sai chi sono io, giovane Rattataki? "

    Quest'ultimo si appoggiò alla scrivania, la testa bassa, il tono di voce stanco ma ancora colmo di sfida e sfrontatezza.

    "No vecchio, ma presumo che tu me lo stia per dire."


    "Le tue parole sono sfrontate, ad ogni modo il mio nome è Wrynn Sai, sono un cavaliere Jedi. Penso che tu conosca i Jedi, l'ordine di guerrieri che usa la Forza per proteggere e preservare la Repubblica e il Senato Galattico. "


    Krav incrinò la testa su un lato, scrutando con un occhio più interessato il vecchio Wrynn.

    "Un jedi? Ho sentito molte leggende su di voi...ma neanche una mi pare possibile. I Jedi che alzano i massi con la sola forza della mente, i Jedi che possono saltare in aria a pià di 10 metri di altezza, i Jedi che con il solo pensiero possono infliggere dolore o ancora più ridicolo, possono lanciare fulmini. Tsk..."

    "Immaginavo che un Rattataki non comprendesse, siete una razza 'pratica', eppure vi sbagliate...- Spostò la mano di lato e alzò lievemente il braccio, questo semplice gesto scaturì incredulità in Krav'Kriss, il letto si sollevo di 30cm da terra, Wrynn abbassò il braccio e il letto tornò alla posizione originale- ..Come vedi le leggende parlavano correttamente...almeno in parte. In cuor tuo sai che la Forza esiste, ne se stato toccato e io sono qui per insegnarti a controllare questo grande potere che è in te e metterlo al servizio di una causa superiore."

    Krav era meravigliato ma si riprese, aveva già visto qualcuno fare un artificio del genere, molti anni prima suo padre in quella stessa stanza, poco prima che partisse, gli aveva mostrato il suo dono.
    Il giovane Rattataki riflettè ancora qualche secondo.

    "E così tu sei veramente un Jedi. Ora ti credo vecchio. Mio padre aveva il dono della Forza, per questo motivo fu esiliato 10 anni fa, da quel giorno mai lo rividi ma sono certo che egli sia ancora vivo, forse è uno di voi, il suo nome era ed è Drak'kriss, un fiero Rattataki..."

    Wyrnn scrutò il volto del ragazzo e leggeva le sue emozioni come in un libro aperto, gioia, speranza, eccitazione ma anche paura, rabbia e brama.
    Pensò alle parole del giovane e poi dopo aver deciso le parole ribattè.

    "Mi spiace giovane Rattataki ma non conosco tuo padre nè so di alcun Rattataki che attualmente milita nel nostro ordine. Tu stesso sei un eccezione se vorrai entrare a far parte dei Jedi e io ti rinnovo la mia proposta...vuoi tu diventare mio allievo?"

    Ancora una volta suo padre svaniva nelle tenebre della Galassia.
    Krav era evidentemente addolorato di questa notizia ma cercò di contenersi e fece mente locale.

    "Tu mi parli di un grande potere, io lo sento, sento la Forza che scorre ma non so come incanalarla , tu poi istruirmi a controllare questo potere? Puoi davvero rendermi forte?"


    Wyrnn ancora una volta scrutò il volto del giovane. Vedeva ambizione.

    "Se quello che cerchi è il potere tra gli Jedi ne troverai molto, un potere condiviso che ci rende uniti e che viene posto al servizio del bene. Bada che tra gli Jedi nessuno coltiva il suo potere per scopi personali...non di rado è accaduto ciò e i risultati ...beh...sono stati terribili. Se vuoi imparare a controllare la Forza devi lasciarti alle spalle la tua tribù e seguirmi nel sentiero che conduce al Lato Chiaro."

    Krav pensò alla tribù, ai compagni e agli amici. Li odiava, l'avevano tradito, ma non di meno erano la sua famiglia.
    Meditò per qualche minuto prima di dare la sua risposta.

    "E va bene vecchio, sarò il tuo allievo."

    Wyrnn si voltò facendo un cenno d'assenso.

    "D'ora in poi mi dovrai chiamare Maestro. Raccogli i tuoi indumenti e la tua lama, appena sei pronto partiamo. Inoltre vorrei che tu controllassi di pù le tue emozioni...ma di questo parleremo inseguito."

    Krav'Kriss non fiatò, si rivestì con la sua tuta di cuoio e pose la vibrolama dietro la schiena alla maniera della tribù, dopodichè uscì fuori ritrovandosi nella piccoola piazza di terriccio del villaggio.
    Era pomeriggio inoltrato e il sole era alto nel cielo di Rattatak, l'aria era fredda malgrado il sole e un forte vento sferzava la grande pianura rocciosa da Est, vari membri della tribù camminavano qua e là ma il villaggio era meno popolato del solito segno che i Razziatori e il capo tribù erano partiti.
    A questo pensiero Krav non potè che sentire la rabbia montargli dentro, la controllò a stento.
    Il suo nuovo maestro lo attendeva seduto su una panca di ferro presso il venditore di ciarpame elettronico, il Rattataki si avvicinò ad egli con passo sveltò bramoso di iniziare il suo nuovo percorso.

    "Eccomi..m-maestro. Sono pronto per lasciare Rattatak."

    Wyrnn alzò lo sguardò e i suoi occhi verdi scandagliarono Krav, tanto che si chiese se non potesse leggergli la mente.

    "Sei veloce, bene. Ad ogni modo non stiamo lasciando Rattak, almeno non ora. Ci dirigiamo con le Speed Bike in una località più pacifica poco lontano da qui."

    "Ma maestro...io ..."

    "Calma ragazzo, tutto a tempo debito. E ora seguimi."

    I due, maestro e allievo, percorsero la strada principale sotto gli sguardi degli altri Rattataki che guardavano con sospetto a Krav ma ancor di più a Wyrnn.
    Uscirono dal perimetro delle mura di lamiera e acciaio raggiungendo due Speed Bike già pronte, poco lontano dalla zona degli allevamenti.

    "La sai guidare?"

    Krav era dubbioso, un vecchio in sella ad una Speed Bike poteva essere pericoloso.

    "Tu mi sottovaluti mio giovane allievo."

    Con un agile balzo salì in groppa alla speed Bike che con un sussulto partì.
    Krav fu colto alla sprovvista e salì a sua volta seguendo il maestro che sfrecciava nella pianura rocciosa in cui era situato il villaggio.
    Si stavano dirigendo verso una grande collina la cui sommità era perfettamente piatta, "Grande ombelico", lo chiamavano così i Rattataki.
    Era un luogo calmo e dominava gran parte della pianura, Wyrnn sfrecciava a grande velocità pochi metri davanti a Krav che lo seguiva a ruota, in meno di mezz'ora raggiunsero le pendici della collina dove Wyrnn si fermò e lo stesso fece il suo disccepolo.
    Smontarono dalle Speed Bike.

    "Maestro perchè non saliamo con queste?"

    Krav indicò le moto.

    "Camminare ci farà bene ragazzo."

    Il Rattataki non capì la scelta del suo maestro ma non chiese nient'altro, se c'era una cosa che aveva imparato subito era che il suo maestro o forse in generale i Jedi tendevano a dare risposte ancor più enigmatiche.
    La salita non era ripida ma dopo cica 40 minuti non erano ancora giunti sulla sommità, Krav cominciava ad innervosirvi bramoso com'era di scoprire i segreti della forza.

    "Maestro...Parlami del tuo ordine, parlami dei Jedi. Non so niente su di loro."

    Wyrnn si era aspettato una domanda simile e dopo qualche secondo di silenzio inframezzato solamente dallo sferzare del vento rispose con la solita voce pacata.

    "Ebbene Krav'Kriss mi sembra normale che tu sia curioso riguardo al nostro nobile ordine. I Jedi sono antichi, molto antichi. La loro fondazione risalte a milleni fa, un ordine di eletti votati alla giustizia e alle pratiche della Forza nelle sue forme più chiare. I Jedi devono seguire un codice morale che serve a percorrere le vie lecite della Forza inoltre tutti quanti i cavalieri si rifanno al Consiglio Jedi in cui militano i più saggi e potenti tra di noi.
    Malgrado tutto i Jedi hanno avuto i loro tempi bui, un tempo un gruppo di cavalieri i quali si erano discostati troppo dagli insegnamenti ortodossi cadde nel lato oscuro della forza, scoppiò quella che fu chiamata la 'prima guerra civile Jedi' nella qualle il Consiglio fu vittorioso e questi Jedi corrotti furono scacciati lontani. Essi vagarono nelle profondità dello spazio ed entrarono in contatto con un antico mondo Korriban. Qui la razza dei Sith, belligerosi e sanguinari, aveva un ' affinità naturale con le pratiche oscure della forza benchè la utilizzassero inconsciamente e in maniera rozza.
    I jedi esiliati li schivizzarono e si unirono a loro.
    Quel giorno nacquero i Sith, un ordine oscuro votato alla distruzione e alla schiavitù.
    Nei secoli e nei millenni Sith e Jedi si sono trovati più volte l'uno contro l'altro in molte battaglie e mai i Sith sono stati eliminati definitivamente; uno dei momenti più bui fu quando il Senato divenne l'Impero galattico sotto il comando di Darth Sidious e i Jedi furono quasi portati all'estinzione.
    Fortunatamente il giovane Luke Skywalker fu vittorioso e riuscì a ristabilire il nostro ordine, tutt'oggi se noi esistiamo è grazie a lui..."


    Krav ascoltò ogni parola con estrema attenzione, nella sua mente le frasi del maestro turbinavano vorticosamente l'una sull'altra.

    "Maestro..che ne è stato dei Sith? "

    Wyrnn si fermò un attimo e si voltò per scrutare il suo apprendista, poi si voltò ripercorrendo la marcia.

    "Beh, apparentemente essi sono stati sconfitti ed eliminati, la loro accademia è stata distrutta ma come la storia ci insegna i Sith quando sembrano finiti tornano sempre..."

    Krav provava un forte interesse in questi Jedi esiliati ma lo celò al maestro in quanto comprendeva l'odio che egli provava per loro.

    "E cos'è il lato oscuro? Qual è il suo potere?"

    Wyrnn si fermò una seconda volta agrottando la fronte.

    "Ragazzo, il Lato Oscuro è un percorso di disperazione, morte, tristezza. Esso dona potere nella Forza ma ad un caro prezzo, esso si nutre delle emozioni dell'uomo al contrario degli insegnamenti Jedi. Allontana la tua mente da questi pensieri e controlla le tue emozioni o il sentiero che ti troverai a percorrere sarà difficile. Ad ogni modo ormai siamo arrivati."

    Troncò qui la discussione ma a Krav non bastò, sentì un desiderio crescente nascere in lui o forse solo l'abbozzo di ciò il fatto era che esso c'era ed era innegabile.
    Rimase in silenzio e seguì il maestro fino alla sommità dell'ombelico del mondo.
    Qui il vento si placò e il Maestro estrasse due stuoie dal suo zaino, dopodichè accese un fuoco con un piccolo marchigegno metallico che permetteva al fuoco di stare sollevato da terra e si sedette sulla sua stuoia.
    Il sole cominciava ora il suo lento tramonto.

    "Krav, mio allievo, siediti alla mia stessa maniera"

    Il Rattataki osservò il maestro e vide che stava seduto con le gambe perfettamente incrociate.
    Imitò la postura non riuscendo però a sembrare così a suo agio quando Wyrnn in quella posizione.

    "Rilassa e distendi i muscoli. Sei troppo contratto...-Krav provò a rilassarsi ma non ci riuscì a pieno, i pensieri gli affolavano la mente, i jedi i sith e l'impero..- Libera la mente Krav, respira profondamente."

    Il giovane uomo respirò, espirò.
    Finalmente riuscì a rilassare il corpo.

    "Ora prova a richiamare la Forza, falla scorrere dentro di te, devi sentirla come senti l'acqua o le vesti sul tuo corpo. Richiamal a te."

    Krav ancora una volta provò a seguire le indicazioni del maestro ma non gli fu semplice concentrarsi su quel potere che gli sorgeva da dentro e dall'esterno.
    Lo sentiva fluire ma in maniera intermittente, discontinua.
    Provò ancora, e ancora e ancora.

    "DANNAZIONE!"

    Perse la concentrazione.

    "NO! Non devi lasciarti abbattere dall'ira e dall'odio che provi, lasciali da parte. Mettili in una scatola nella tua mente, bloccali e non farli uscire. So che quello che ti sto chiedendo è molto ma devi farlo. Ora di nuovo continua a rilassare il corpo e la mente e poi concentrati sulla forza"

    Il Rattataki si esercitò per svariare ore fino a cadere nel sonno esausto, era già notte fonda.
    Fu svegliato all'alba dal vecchio il quale aveva preparato una colazione frugale.
    I due mangiarono in silenzio il quale fu rotto solamente dopo una decina di minuti dal maestro Wyrnn.

    "Ieri ti sei allenato duramente. Lo apprezzo Krav, l'allentamento, la fatica e il sacrificio sono importanti nel sentiero di un uomo. Inoltre ho visto che hai fatto progressi nel tuo controllo della forza e per questo motivo oggi voglio testarti ulteriormente.."


    Lasciò al frase a metà.
    Si mise nella posizione del giorno prima e chiuse gli occhi.
    Krav rimase sbalodito, era come essere immersi nella Forza stessa, l'aria intorno a se, la terra, il cielo stesso ora pulsavano con il potere della Forza e la fonte era il suo maestro lì a qualche metro da lui.
    Tutti i piccoli sassi nel raggio di 30m si alzarono in aria fluttuando a svariati metri di altezza fino a che di colpo così' come era iniziato la magia finì e i sassi tornarono a terra.

    "Insegnami a farlo! Voglio avere anche io questo potere! "

    Krav non si contenne ed esplose in un fiume di parole, Wyrnn alzò una mano e il Rattataki si placò.

    "Non essere frettoloso, devi essere calmo, saggio e non avventato. La ricerca del potere in maniera avventata conduce a strade oscure mio giovane allievo. Ora concentrati come hai fatto ieri ma cerca di espandere l'energia attorno a te, concentrati su un oggetto di piccole dimensioni, fa che tutto te stesso sia in quel piccolo oggetto e poi agisci. Deve venirti naturale. Prova a sollevarlo di pochi cm e avrai fatto un grande passo."

    Il ragazzo ansioso di provare si posizionò e dopo una buona mezz'ora di respirazione fu calmo e rilassato, ancora una volta concentrò la forza, ci mise molto tempo ma alla fine entrò in contatto con essa e provò a tirarla fuori concentrandosi unciamente su un piccolo sasso davanti a se.
    Impiegò tutto il pomeriggio per sollevarlo di pochi cm.
    Quando giunse la sera riusciva a farlo fluttuare per qualche secondo ma non gli bastava.

    "Maestro ma come è possibile? Alzare sassi si 4 cm non mi servirà in battaglia..questa cosa è inutile! E poi ci ho messo un intero pomeriggio Dannazione!"

    La rabbia crebbe ancora in lui e non riuscì a controllarla, la forza proruppe e il sasso davanti a lui si sbriciolò in polvere.
    Il maestro scosse la testa.

    "Mio allievo, tu sei bramoso, tu cerchi potere ma facendo questo non capisci gli insegnamenti dei Jedi. Quello che stiamo facendo è per permetterti di entrare in contatto con la Forza, di controllarla a pieno e di non soccombere al suo richiamo, è già molto quello che hai fatto. I giovani Jedi di solito vengono presi molto piccoli, tu sei già un ragazzo e pur non avendo le conoscenze riesci ad apprendere in fretta la via della forza. Non angustiarti e sii paziente. Ora riposiamo, domani partiremo per Coruscant."

    Krav non rispose e si coricò.

    "Non basta. Questo non basta."

    Ancora una volta si chiese se suo padre fosse vivo e poi sprofondò nel sonno.

    BOM.

    Un esplosione assordante squarciò l'aria.
    Krav si alzò afferrando istintivamente la vibrolama affianco a se, gli occhi stentarono nel buoio ma una seconda esplosione illuminò a giorno il cielo notturno.
    Il villaggio poco distante dalla collina stava avvampando in alcune delle sue parti, numerosi colpi di blaster si levavano in più zone, nell'aria sopra il villaggio stava un piccolo bombardiere tozzo che scaricava le sue cannonate contro le mura.

    "CI STANNO ATTACCANDO M.."

    Wyrnn era in piedi poco distante dal Rattataki e scrutava il villaggio.

    "Sono Chiss. è un piccolo distaccamento a giudicare dalla nave."

    Krav non si capacitò della calma di Wyrnn, corse al suo fianco strattonandolo, lo superava in altezza di almeno 10 cm.

    "Dannazione! Chiss? E che diamine ci fanno qui? Dobbiamo sbrigarci o verranno spazzati via.."

    "Calma ragazzo, mantieni la mente libera dai pensieri. Essi sono qui per me e non intendo permettere che un massacro venga perpetrato a causa mia, ora raggiungiamo in fretta la moto! Una volta là sarà mio compito difendere il villaggio e tu sarai mio compagno."


    Krav seguì il maestro senza esitazione ma gli sorse spontaneo chiedersi per quale motivo un manipolo di Chiss inseguisse Wyrnn e sentì la rabbia infuriarsi ancora di più dentro di lui osservando il suo villaggio che lentamente veniva distrutto a causa di quel maledetto Jedi.


    Atto III:

    I'm no Jedi.


    Raggiunsero in fretta le Speed Bike e montarono in sella per partire subito alla volta del villaggio, l'attacco Chiss continuava a martellare le mura e le piccole case che esplodevano una dietro l'altra, i colpi di blaster in risposta andavano via via affievolendosi.

    "Stanno morendo..stanno morendo tutti. Chi li ha portati qui? Il jedi! Maledetto..."

    Krav viveva un grande conflitto dentro di se, nel suo cuore l'odio per il maestro cresceva ma nella sua mente cercava di disperderlo e tenerlo lontano almeno per ora.
    Dopo circa una ventina di minuti giunsero alle porte del villaggio, smontarono e oltrepassarono la cancellata divelta dalle cannonate.
    Qua e là giacevano corpi inerti dei Rattaki della tribù, tra di loro Krav riconobbe anche alcuni dei razziatori e dedusse che erano tornati. Forse c'era ancora speranza.
    Sopra di loro la cannoniera si abbassava lentamente verso il centro del villaggio da cui provenivano ancora delle esplosioni.
    Wyrnn e Krav vi giunsero in fretta ma non fecero in tempo a salvare alcun membro della tribù.
    Quel che rimaneva della forza di resistenza Rattataki giaceva nella piazza: corpi carbonizzati, squartati o sventrati.
    In uno di loro Krav riconobbe il capotribù.
    Le lacrime gli solcarono le guance e le gambe cedettero mollemente.
    La rabbia e lo sconforto permearono il ragazzo da capo a piedi offuscandogli la vista.

    "Ragazzo non è il momento di piangere. Libera la mente come ti ho insegnato o soccomberai sotto il peso delle tue emozioni.."


    Il Maestro non finì la frase poichè fu interrotto da un rumore sordo sopra di lui.
    La piccola nave Chiss era esattamente sopra la piazza e ora stava aprendo i portelloni posteriori, da essi scesero fluttuando con dei retrorazzi svariati Chiss in tenuta pesante.
    Wyrnn ne contò 15, forse 20.
    Lo circondarono e uno di loro si fece avanti.

    "Dead- end Jedi. Consegnati spontaneamente o sarò costretto ad ucciderti. I nostri mandati vogliono qualcosa che hai conte, un manufatto antico e molto prezioso. Ci pagano bene sai.."

    Krav ascoltò mentre tentava di risollevarsi.

    "Cacciatori di taglie come voi non possono spaventare un Jedi. Andatevene o sarò costretto a combattere"

    Sorsero risate spontanee da molti dei mercenari attorno e anche Krav pensò se il suo maestro fosse un folle.
    Certamente lo era, e a causa della sua follia il suo villaggio era distrutto.

    "Uccideteli entrambi"

    Fu l'ordine perentorio del Chiss.
    Partirono svariati colpi dai blaster Rifle che tenevano i mercenari ma nessuno andò a segno.
    Con una danza precisa Wyrnn deviò tutti i colpi con la sua arma.
    Ora il maestro teneva nella mano destra una spada laser di colore verde, molto intensa, l'arma che aveva reso i Jedi famosi, essi erano gli unici che le potevano usare in maniera efficace in turbini di morte.
    Con un salto mirabolante Wyrnn raggiunse il capo dei chiss e roteando su se stesso lo eliminò con un singolo fendente sul petto.
    Deviò altri due colpi di blaster rispedendoli al mittente per poi eliminare uno a uno con rapide rotazioni di lama e colpi di palmo tutti i mercenari.
    Essi erano molti e ne arrivarono altri, tutti venivano annientati dalla danza di morte del maestro Jedi Wyrnn il quale senza indugio li perforava, tagliava o respingeva con il suo potere.
    Quando i nemici a terra finirono la cannoniera chiuse il portello, ma non per andarsene.
    Si girò di 180° su un fianco e inizio a sparare.
    I colpi furono bloccati dal maestro il quale li bloccava uno a uno con una gabbia di Forza, li accartocciava come fossero noccioline.
    Con un ultimo sforzo Wyrnn allungò le mani e concentrò la forza attorno a tutta la nave, essa non riuscì a liberarsi dalla potente del maestro Jedi e venne mandata a schiantare contrò la parte più lontana del villaggio con un rapido movimento delle mani.
    Il maestro crollò al suolo, il petto ondeggiava su e giu ritmicamente, la fronte imprelata di sudore.
    Krav aveva visto il potere di un vero Jedi e ne era rimasto affascinato ma ora era di nuovo lucido.
    Si guardò intorno, una strage di cadaveri, Chiss e Rattataki.
    Tra di loro riconobbe il maestro Jedi, era ancora vivo e si stava lentamente portando in posizione eretta, poco più in là vide nuovamente il corpo del capo tribù.
    La rabbia crebbe e divenne ira, Krav'Krissi si lasciò prendere completamente da essa, anzichè liberare la mente la riempì di questo odio, lo incanalò verso il maestro.
    Lui era stata l'unica fonte della morte di ogni suo compagno. Il villaggio era stata la sua famiglia, odiata ma anche amata.

    "TU DEVI MORIRE!"

    La forza gli uscì spontanea dalle braccia tese verso il maestro ed eruppe sottoforma di un fulmine violaceo, questo investì in pieno Wyrnn.
    In pochi secondi la tragedia si consumò e il maestro morì consumato dai letali volt dell'allievo.
    Krav'Kriss sentì di nuovo quella sensazione di ebbrezza che aveva provato 4 giorni prima nella fossa, questa volta però era più forte, più intensa.
    La testa gli vorticò paurosamente e finì a terra svenuto.

    Atto IV:

    The dream. The Sith.


    Krav fluttuava in un mondo buoio di disperazione e rabbia.
    Attorno a se le figure erano indistinte e si mescolavano l'una con l'altra.

    "Svegliati. Svegliati figlio mio"

    La voce del padre, era lontana e ovattata, ma era la sua.

    "Padre. Padre tu..dove sei?"


    Davanti a lui comparve una figura magra, molto alta, dalla carnagione pallida e con svariati tatuaggi nel volto.
    Era ammantato in una veste nera ma anche così riusciva a riconoscerlo, era suo padre.

    "Non è questo il momento delle domande, raggiungi il picco a nord del villaggio. Li avrai le tue risposte."

    Come era comparso il padre svanì in una cortina di nebuloso fumo nero che lo avvolse facendolo sprofondare nuovamente nel sonno.
    Il rattataki si svegliò, l'aria era fredda nella mattina, il cielo plumbeo.
    Attorno a se rimaneva la devastazione della notte, i corpi morti carbonizzati emanavano il loro puzzo malsano nell'aria.
    Krav'Kriss era l'unico sopravvissuto.
    Si alzò guardandosi attorno e tutto gli tornò alla memoria, compreso il sogno, doveva raggiungere quel monte.
    Prima di partire e lasciarsi alle spalle la devastazione cercò nello zaino di Wyrnn, l'odiato Jedi, qui vi trovò una scatolà di circa 20 cm, sembrava molto antica dalla fattura.
    Presentava quello che pareva un rubino incastonato.
    Krav tentò di aprirla ma non vi riuscì, sembrava sigillata in una qualche maniera, sulla parte posteriore c'erano delle scritte perlopiù sbiadite dal tempo, del poco che riuscì a leggere Krav comprese che quella cosa era legata ad un certo 'Darth..'.
    Pose l'oggetto nella propria sacca e raggiunse la speed bike, non si diede la pena di cercare la spada laser del maestro in tutto quel caos.
    Partì alla volta del grande picco che si ergeva nella zona a nord del villaggio, era di roccia grigia e tetra e presentava un percorso che permetteva di raggiungerne la cima.
    I Rattataki lo consideravano un luogo maledetto e perciò solitamente lo evitavano, esso distava circa 2 ore dal villaggio ma era ben visibile anche da svariati kilometri data la sua molte.
    Arrivato presso alle pendici del picco Krav lasciò la moto per proseguire a piedi lungo uno stretto sentiero tortuoso che si inerpicava su per la montagna.

    "Finalmente.."

    Dopo circa un'ora e mezza di cammino faticoso sullo stretto sentiero Krav giunse ad una grotta, il sentiero proseguiva oltre ma il Rattataki sentiva di dover entrare lì, la forza gli diceva che lì avrebbe trovato ciò che cercava.
    Fidandosi di essa entrò, era un grande tunnel illuminato da vari fori che portavano la luce del sole all'interno.
    Arrivato sul fondo del tunnel Krav si trovò d'innanzi ad una porta in acciaio, su di essa erano tracciati simboli ad egli sconosciuti, istintivamente toccò il metallo arruginito ed esso rispose al contatto.
    La portà si aprì scivolando nel vano scavato nella roccia con uno stridio metallico assordante, una volta dentro Krav si ritrovò in una stanza perfettamente quadrate scavata nella roccia, davanti a se vi era una scrivania di acciaio con sopra una sfera grigia, la polvere faceva da padrona, probabilmente nessuno vi entrava da svariati anni, forse suo padre era stato lì.
    Raggiunse il tavolo e notò che sul lato vi era un contenitore metallico, prima di esaminarlo meglio tocco la pallina di acciaio, questa quando fu spostata di qualche centimetro si illuminò e sprigionò un ologramma sopra di essa.
    Krav fu colto da stupore quando si trovò suo padre che lo fissava dall'ologramma.
    Era giovane, come 10 anni fa.

    "Krav'Kriss, figlio mio, se stai vedendo questo ologramma significa che sei pronto a seguire il mio stesso sentiero. Ti sarai chiesto perchè sono stato esiliato, ebbene come avrai capito, nelle nostre vene scorre la Forza. Noi siamo diversi dai nostri simili, devi capire che questo è un dono unico, e che i tuoi e i miei simili non lo comprenderanno.
    Per essi è magia ma per chi lo comprende e lo manipola questo è potere.
    La mia fortuna è stato essere esiliato, in questa maniera sono entrato in contatto con i conoscitori della forza, essi si fanno chiamare Jedi. Malgrado le mie iniziali riluttanze ho accolto i loro insegnamenti e ho raggiunto un maggior controllo su questo grande potere, ma non era abbastanza.
    Gli Jedi come ti troverai tu stesso a vedere, sono legati da codici troppo rigidi, hanno paura del loro stesso potere e non vogliono che nessuno al di fuori dal loro ristretto ordine lo possieda. è per questo che ho esplorato altri sentieri della forza, il lato oscuro tanto temuto da essi non è che la via per un potere ETERNO!
    Ti invito ad approfondire i tuoi studi e a seguire un tuo percorso come io ho fatto, è per questo che ho predisposto una piccola nave con la rotta verso Korriban.
    Lì i Sith hanno ricostruito la propria accademia dove impartiscono le conoscenze del Lato oscuro a dispetto dell'ordine Jedi.
    Diventa un Sith, accresci il tuo potere e annienta chi ti si pone davanti.
    Un giorno figlio mio ci rincontreremo, quando i nostri sentieri si incroceranno di nuovo"


    L'ologramma scomparve e Krav rimase senza fiato.
    La voce del padre gli suonava ancora in testa, dalla gola gli uscì spontaneo un riso selvaggio.
    Rise.
    Suo padre gli aveva predisposto il cammino verso il potere, sarebbe divenuto potente e avrebbe eliminato ogni Jedi sul suo cammino, assieme agli ignobili Chiss.
    Avrebbe ottenuto la sua vendetta e sarebbe stato finalmente riconosciuto dal padre.
    Aprì la scatola di acciaio e vi trovò dentro delle vesti, le ripulì dalla polvere e le indossò, calzoni larghi e neri che strinse infondo con apposite bande di cuoio nero, una veste comoda che legò con una cintura di acciaio e cuoio alla vita, ovviamente anche questa nera e infine un mantello con ampie maniche e cappuccio che gli forniva protezione dal freddo, anche questo era nero.
    Così vestito si diresse in un tunnel di acciaio sul lato il quale era stato aperto al termine dell'ologramma, infondo ad esso trovò una stanza più grande in cui si trovava una piccola nave.
    Essa era un caccia, Krav ne aveva già visti, molti rubati dai contrabbandieri.
    Era un Caccia stellare V-19 Torrent, un modello vecchio, probabilmente era lì da 10 anni o più, forse non avrebbe funzionato.
    Salì nella cabina con una scaletta arruginita, la guida automatica si attivò subito e Krav'Kriss fu sollvato dal constatare che tutto andava alla perfezione, davanti a lui si aprì un grane portone di acciaio e il caccia decollò.
    In breve tempo uscì dall'atmosfera di Rattatak lasciandosi dietro di se la distruzione del villaggio, un nuovo percorso lo attendeva.
    Saltò alla velocità della luce verso Korriban pronto a diventare un Apprendista dei Sith.
    Vedeva già Korriban, di colore arancione-rosso, quando si ricordò della scatola presa al Jedi, la estrasse dalla sacca e se la rigirò tra le mani.

    "Chissà se centra qualcosa con i Sith.."




    DIARIO
    PRIMA RUOLATA

    Becoming a Sith
    I MOMENTI PIÙ IMPORTANTI
    ADDESTRAMENTIRUOLATE LIBERE
    QUESTDUELLI
     


    Edited by Darthpurger - 14/12/2011, 19:25
     
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    Ottima scheda complimenti ;) Mi sono dovuta prendere il mio tempo per leggermi il tuo papirone *-*
    Ti abilito al gioco, e se vuoi possiamo cominciare subito.
    Da come ho capito, vuoi partire direttamente da Korriban (o dal viaggio), giusto?
     
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  3. Darthpurger
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    Si, preferirei arrivare a Korriban però decidete voi Admin (:
    Ho tutta la serata libera, quindi quando volete si comincia
     
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2 replies since 7/12/2011, 23:06   171 views
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