New Star Wars Gdr

Votes given by Zar-Nur

  1. .
    Tolti 60px per acquisto di Balzo Affrettato e Manovra di salvataggio
    Tot 81px
  2. .
    Prima o poi qualcuno doveva scriverlo...
    Dal 17 al 25 giugno io, silver, zar e orion saremo in ferie.
  3. .
    aah lo speeder...

    SI passò una mano sulla testa tra i suoi folti capelli.
    Niente di che davvero giusto un piccolo diverbio con un agricoltrore, ma niente di che... E' tutto risolto!
    Rispose con un sorriso a trentadue denti facendo "PAT PAT" con la mano sul sedile affianco al suo.
    Cero ora era tutto a posto perchè aveva hackerato il "libretto di registrazione" digitale del mezzo per farlo risultare a nome suo, ma sicuramente lo avrebbe restituito una volta che non le fosse più servito.
    Sempre che non fosse esploso...
    O mangiato da un grande drago...
    O caduto in un fosso...

    C'erano mille cose che potevano accadere, ma una era la più importante.
    Aveva uno speeder.
    C'era un posto vuoto affianco a lei.
    E aveva la sua nerboruta mercenaria vicina.

    Ok TRE cose importanti.

    In ogni caso se la chiss fosse salita a bordo, la giovane Miraluka avrebbe ripreso a parlare mentre si avviava verso la loro destinazione.

    Bene mia dolce mercenaria del mio cuore! Ora la Dottoressa Arochela Rog to darà una bella lezione...
    La osservò un momento.
    Di storia! Una bella lezione di storia! Non c'è bisogno di iniziare a flexare i tuoi bei muscoli. Anzi ripensandoci ce n'è un immenso bisogno!
    Continuava a parlare a macchinetta guardando la strada a parte per l'ultima decina di secondi. Fortuna vuole che Dantooine sia così noioso da non avere montagne o altri tipi di ostacoli su cui andarsi a schiantare.
    Ehm.. Si dicevo una lezione di storia....
    Guarda la strada Arochela o finirai per dimenticarti anche come ti chiami.
    Come forse tu sai, qui c'era una bellissima enclave jedi migliaia di anni fa. Poi un super Jedi si è dato al lato oscuro, blah blah blah... Un sacco di morti, blah bla blah... L'enclave è andata distrutta, depredata deturpata ecc... La cosa interessante è che quando i ladri di tesori, quelli scarsi intendo, vanno a depredare spesso prendono solo ciò che vedono... Ma in teoria dovrebbe esserci ancora una biblioteca jedi piena di nozioni e informazioni interessanti. In questa maniera potremmo scoprire cose molto interessanti su Dathomir, in maniera da preparare meglio il nostro piccolo viaggetto romantico....
    Aveva detto davvero romantico?
    Ehm ecco e poi potremmo anche riuscire a decifrare la posizione di una caverna ricca di cristalli per spade laser proprio qui su Dantooine, la cui posizione sembra essere andata perduta! E questo ci frutterebbe un sacco di crediti e un sacco di cristalli per te, mia adorata!
    A quel punto avrebbe fatto un occhiolino se solo avesse avuto gli occhi.
  4. .
    Non sorprendentemente, T'Halassa non aveva ancora deciso cosa fare della sua vita.
    Cercare lavoro su Naboo sarebbe stato un sogno, ma voleva riflettere bene prima di prendere impegni che non sapeva se sarebbe stata in grado, o desiderosa, di mantenere.
    Dopo tutto c'erano quasi infiniti pianeti con il mare nell'orlo esterno, e lì sarebbe stata totalmente libera ed indipendente.
    Ma voleva apprendere, la conoscenza è quanto di più prezioso ci possa essere.
    Non più della libertà, però.

    Così per il momento stava lavorando come infermiera su Coruscant.
    Aveva avvertito fin dall'inizio che per lei sarebbe stata una sistemazione temporanea ma non aveva ancora dato un reale preavviso,dopotutto si trovava bene ed imparava molto.

    Anyway, restava una persona molto curiosa e fin troppo caparbia.
    Così, quando ebbe alcuni giorni liberi, prese la sua piccola nave, la sua amata Poderosa, e si diresse su Dantooine senza dire niente a nessuno.

    Non voleva mettere qualcuno in pericolo, né direttamente né indirettamente.
    Anzi, forse questa era l'ultima occasione che aveva per infilarsi in qualche guaio completamente da sola, senza che anima viva si sentisse responsabile per lei o la venisse a cercare in caso di lunghe assenze.
    Che pace!
    Non avrebbe rinunciato facilmente a questo.

    Si rendeva conto di essere selvaggiamente impreparata, eh.
    Ma dopotutto se l'era cavata totalmente da sola per anni nell'orlo esterno, suvvia.
    Cercò di documentarsi quanto più poteva su questa fantomatica grotta dei cristalli.
    Trovò una cittadina fuori mano con un punto di attracco comodo ed atterrò.
    Dopodiché uscì dalla nave, fresca come un quarto di pollo, vestita nella maniera rustica che trovava tanto comoda, con zainone in spalla, sfoggiando un sorriso consapevole della sua totale incoscienza.

    Edited by T'Halassa - 22/11/2021, 19:37
  5. .
    Ecco cosa succede quando T'Halassa ha una crisi emicranica tale da perdere il controllo
    😹
  6. .
    Restituii il sorriso a Dalen, fu più che altro un riflesso dato che nessuna parte di me era disposta al sorriso, ma qualcosa alla fine era andato bene, aveva funzionato, stavo precipitando e tutto avrebbe potuto precipitare, eppure non lo aveva fatto ed eravamo atterrati in piedi e ci eravamo meritati un breve sollievo.
    Poi, finalmente il dottore. Lo ascoltai, annuii al suo consiglio senza saper dire quale reazione stesse prevalendo, siccome la doppia faccia di un riposo forzato, valeva a dire da un lato un raccoglimento con pace annessa e dall'altro un'inattività con annesso rimuginio, non mi divideva semplicemente in due tendenze, ma in molte. Ma avrei lasciato andare.
    Quindi non sapevo cosa ne pensavo. In ogni caso mi sarei inventata qualcosa lì per lì. Comunque credevo di averne bisogno, in fondo. Ne ero abbastanza certa. Come ero abbastanza certa di cosa avessi paura. Bisogno e paura giacevano davanti a me insieme, aspettandomi nel mio appartamento.
    Alzandomi pensai di non farcela. Un altro di quei pensieri insinuanti come insetti che ne guidavano altri... quanti? Volevo essere ottimista.
    Non ho niente da prendere. Ok.
    Un sorriso che non era un riflesso. Come se dovesse ribadirlo che potevo contare su di lui.
    Andiamo.
    Fuori della stanza guardai i corridoi tipici e il viavai tipico di un ospedale e una nostalgia anticipata prevedibilmente si fece sentire, ma non aveva nulla di semplice, mi sembrò che ne sapesse più di me. Sentii la lontananza, dalla comunità, dal sistema, che se fosse stata una domanda sarebbe suonata così: "Potrò camminare di nuovo in questo ambiente senza questo peso terribile, di cui conosco le ragioni ma ignoro la natura che mi vince come una forza che colpisce da ogni direzione?". Eppure non capii l'intensità, che potevo correlare solo a un addio.
    E non era nemmeno il mio ospedale. Anche quello mi aspettava nello spazio condiviso da bisogno e paura.
    Tante parti di me erano state chiamate a raccolta e alcune di queste soffrivano per qualcosa non capivo.
    Le dimissioni, l'esterno. La città, con la sua mole ed esuberanza, tornò a invadermi. Un eccesso di esuberanza a cui nemmeno volendo avrei potuto aggregarmi. Sospirai. Mi urlava della mia inadeguatezza.
    Non avevo niente da dare, esaurita come un'idea ritrita, e al tempo stesso non era corretto, perché avrei continuato a dare, si riusciva a farlo ben oltre l'ultimo limite della scorta d'energie immaginata, ed era sorprendente quanto spaventoso.
    Scrutai Dalen, quindi parlai neutra.
    Mi accompagneresti?


    Dalen noleggiò uno speeder a due posti e partimmo per il mio appartamento.
    Non ero legata a nulla. Coruscant era un groviglio di fili uniti a formarne il cuore e io ero un filo slacciato, fuori dalla sua organizzazione e dal suo pulsare. La vita era tanta e pulsava e io me ne andavo nel mezzo estranea già a ciò che pulsava dentro di me appena, e quindi era doppia la mia estraneità verso quell'apparato costruito e brulicante che mi era noto ma che stavo davvero vedendo per la prima volta, in un certo senso. Stavo anteponendo il sentire al pensare ed era la cosa giusta da fare, nonostante le emozioni mi lasciassero confusa e in questa confusione, nervosa, e nonostante i feromoni di Dalen si espandessero attraverso di me ma senza poter tagliare via una sensazione che si faceva sempre più grande e in breve divenne chiaro come avesse fatto da sfondo, inglobato e generato ogni mio pensiero ed emozione da quando ero tornata. La sintesi di quello verso cui convergevo e convergevano il mio spazio e il mio tempo, quasi questi fossero dimensioni subordinate a questo altro enorme concetto: il far fronte, l'affrontare.
    Probabilmente anche le piccole cose scontate, ogni cosa avessi fatto sarebbe stata da affrontare, l'avrei fatta pensando "Devo affrontarlo".
    Non produssi una parola durante il tragitto perché non volevo chiacchiere, mi avrebbero scatenato una vaga offesa. Dalen stava facendo molto per me ed ero certa che nei giorni seguenti avrebbe quantomento provato a seguire questa linea, accumulando i miei ringraziamenti che mi preparavo mentalmente a sfornare. Non sarebbe stato invadente, ma gli piaceva fermarsi proprio sulla soglia dell'invadenza poiché lì c'era la chiave per scoprire quello che un atteggiamento aggressivo proteggeva, ovvero un bisogno timido che lui avrebbe accolto con un sorriso pronto.
    Io intanto ero impegnata a tentare un contatto con la mia onestà, quello specchio che terrorizza a guardarlo direttamente, ma quando infine lo si guarda è sempre bello.
    Sai, ho cambiato idea. Gira qui.
    La nuova destinazione fu impostata e mi guidai verso mio padre.

    Edited by .•Alia•. - 13/7/2021, 20:59
6 replies since 20/1/2008
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