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Una voce dal passato

Role solitaria di Maggoth Onduil per l'evento "Il Profeta"

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  1. Maggoth
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    L'aria era pesante e sapeva di chiusa all'interno dei piani interrati della Grande Biblioteca. La maggior parte della struttura era tuttora invasa da detriti e la struttura stessa parzialmente crollata, impedendo l'accesso a quasi ogni suo punto.
    O quasi.
    Uno dei pochissimi punti ancora accessibili di questi piani era uno spazio relativamente piccolo ma dalla grande importanza. Era il luogo dove si trovava il Maestro Jedi Ood B'nar nel suo ultimo riposo. Durante la guerra che causo la distruzione dell'habitat di Ossus il maestro neti, per proteggere gli artefatti jedi dai sith, si trasformò in un possente albero che bloccava completamente l'accesso. Persino le spade laser faticavano a tagliarne le radici, al punto che non erano quasi più presenti i segni dei tentativi di accesso da parte degli invasori. Da allora la zona è rimasta interdetta, fino all'arrivo dei Jedi. Ora il luogo è accessibile solamente a loro, sebbene in pochi ottengono il permesso per accedervi liberamente, vista al sua importanza.
    Essendo uno dei rimanenti membri del Consiglio Jedi, Maggoth godeva di tale privilegio. Attualmente era il luogo migliore per meditare in tutta la Grande Biblioteca, una sorta di piccolo nexus della Forza che aiutava nello sforzo di isolarsi dalle preoccupazioni e a trovare le risposte che si cercavano dentro di sé o, se si era fortunati, piccoli suggerimenti e consigli dall'antico Maestro stesso. Non era stato molto utile finora, ma ogni aiuto era ben accetto in un momento di tale crisi per l'Ordine.
    Sapendo questo, il mon cal scese con calma fino a trovarsi di fronte al possente tronco dell'albero, una pianta di tale vitalità che, in un luogo come l'attuale Ossus e con la scarsità di nutrienti e luce a disposizione, poteva vantare la sua sopravvivenza unicamente all'ausilio della Forza.
    Il giovane Maestro si sedette dove le radici si intorcinavano come una specie di culla, una sorta di abbraccio legnoso e vecchio di migliaia di anni, un abbraccio da parte del suo antico collega e predecessore.
    Non aveva uno motivo specifico per trovarsi laggiù, non stavolta. Sapeva solo che si sentiva un po' perso. L'ultimo periodo era stato duro ed estenuante, simile ai suoi primi anni di vita quando l'impero sith aveva invaso il suo pianeta ed era una costante fuga. Ora il pericolo era meno immediato, ma la minaccia costante e la responsabilità immane. All'epoca era solo un bambino che doveva badare solo a sé stesso. Ora era un Maestro Jedi con sulle spalle il peso dell'intero Ordine e del pianeta con i suoi abitanti.
    I giorni passati erano stati un viavai di lavoro, addestramento e meditazione senza nessuna tregua, tutto per garantire la sopravvivenza minima. E tutta la faccenda della H.E.L.P. non aveva aiutato. No, aveva bisogno di avere chiarezza di pensieri e di indirizzo, un indizio che si stava muovendo nella direzione giusta o almeno di come poter variare rotta così che lo fosse. Con questi pensieri nel retro della mente il jedi cominciò a meditare, entrando con iniziale difficoltà in una meditazione sempre più profonda, sperando che la saggezza del passato potesse aiutarlo in questo momento di bisogno.
     
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