New Star Wars Gdr

Giustizia Jedi

quest per Eli

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    Con Derfel seduto ai bordi della strada non troppo lontana dalla bancarella, Eli Otniel ascoltò con attenzione le parole del besalisk, il quale aveva chiaramente molta voglia di parlare. Fu una sorta di monologo, in quanto discretamente prolisso, l'umanoide era desideroso di essere ascoltato. Il giovane di Hapes annuiva sorridendo di tanto in tanto e mostrando dei feedback efficaci in risposta alle affermazioni del besalisk. Vedendolo incartare la carne però, decise di specificare, con calma e gentilezza:
    Foglie velenosissime eh? Mhmm, ne terrò conto se dovessi capitare su Felucia. Comunque perdonami, forse non l'ho specificato a dovere ed è colpa mia. Me le potresti cuocere le fettine? Mi era sembrato di aver visto un fornelletto ma forse mi sono sbagliato... ce le mangeremo al volo io e un mio amico, non ho modo di cuocerle per ora... però se non puoi cuocerle te le compro comunque.
    Poi avrebbe cercato di trovare spazio nella conversazione, ascoltando con attenzione e dando i feedback corretti in modo da far sentire il besalisk ascoltato, per poter aggiungere amichevolmente, seppure con rispetto:
    Sai, sei la prima persona socievole che incontro. E' un vero peccato che la gente qui sia così fredda. Si respira un'aria di tensione pazzesca, ma perché? E' colpa dei cavalcabestia laggiù?
    Avrebbe detto il ragazzo che, cercando di rispettare la persona di fronte a sé aveva comunque un'indagine da svolgere. Nel portarla avanti però aveva deciso di lasciare che le informazioni venissero fuori nel modo più naturale possibile, come se fosse una normale chiacchierata.

    Edited by Veritas95 - 21/8/2022, 10:57
     
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    I padroni del quartiere



    Ah, ma certo, ma certo. annuì il besalisk, di fronte alla richiesta, solo che invece di tagliare a fette la carne già impacchettata, prese un altro tocco di filetto e iniziò a farlo in strisce sottilissime, dimostrando una notevole abilità col coltello, poi accese il fornelletto e con una mano tirò fuori un paio di piatti di plastica e dei condimenti. Ad Eli era evidente che quell'alieno era un gran furbastro: ogni occasione era buona per rifilargli qualche etto in più di carne, tant'è che forse quel suo modo di parlare e parlare non era solo un tratto culturale, forse, poteva pensare Eli, era solo un modo per stordirlo di chiacchere.
    Fortunamente Eli aveva abbastanza fermezza da non lasciarsi portare fuori strada, così il ragazzo si infilò nel discorso alla prima occasione buona.
    Ah. Te ne sei accorto. mugugnò il besalisk, quando il miraluka indicò i Cavalcabestia.
    Non è una bella cosa da dire, e io non sono il tipo a cui piace sparlare degli altri... il che, secondo quanto poteva percepire Eli, era del tutto falso.
    ... ma da quando quelli si sono trasferiti in città, i miei affari non sono più quelli di una volta. E fossero solo i miei affari a rimetterci! Ma quella gente sta creando fin troppi problemi: c'è paura nell'aria. L'hai visto quell'affare? Quel nexu? Ho dovuto implorare il loro capo per tenerlo lontano dal mio banco, perchè era sempre qui a elemosinare bistecche e ovviamente non è che ai clienti faccia piacere dover fare la coda con un enorme gatto mortale, accanto. andò avanti, mentre cominciava a scottare la carne sul fornello rovente, solo un paio di secondi per parte, per poi impiattare e condire con delle spezie colorate che Eli non conosceva, ma dall'odore molto forte.
    Gli agricoltori hanno provato a ribellarsi. Era loro la zona, prima, noi commercianti non abbiano un quartiere nostro, se non quelli che hanno la fortuna di lavorare in piazza, ma siamo sempre i benvenuti ovunque. Quando mi sono trasferito qua, erano appunto gli agricoltori a mandare avanti tutto, poi le cose sono cambiate dall'oggi al domani: sono arrivati questi Cavalcabestia e all'inizio sì, c'era un po' di tensione, ma niente di che, poi però le cose hanno cominciato a peggiorare. Secondo me, quel wookiee si prenderà tutto il quartiere e non pacificamente. Ma comunque, mai come la rivolta dei twi'lek, a Kala'uun. Hai mai sentito parlare della rivolta? beh, è cominciato tutto...
    Ed ecco che di nuovo il besalisk partiva per la tangente.
     
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    Eli ascoltò e osservò con attenzione. Probabilmente il besalisk era anche un gran furbone e al miraluka di Hapes non passò inosservato come questo stesse cercando di farlo tornare da Derfel con mezza tonnellata di carne sulle spalle. Quindi, cercando di appropriarsi istintivamente di un modello di comunicazione assertivo, avrebbe provato a mettere in chiaro la sua posizione senza risultare offensivo o intimidatorio. Oltre a questo, iniziò a elaborare le parole dell'umanoide. Stava sicuramente fornendo delle informazioni importanti che dovevano avere un buon fondamento. Sì, perché il besalisk non sembrava il tipo di persona che avrebbe avuto bisogno di raccontare delle frottole, ma più quello che avrebbe amato parlare di fatti realmente accaduti buttandoci sopra quante più parole possibili. Perciò, con molta carne sul fuoco - sia metaforicamente che nel vero senso della parola - Eli Otniel serrava le labbra annuendo lentamente, poi si accarezzò il mento, mentre il besalisk raccontava indomito gli eventi riguardanti una rivolta su Ryloth. Il miraluka di Hapes sapeva che poteva trattarsi di un tentativo di intontirlo, ma lui era abbastanza lucido e intelligente da accorgersene, elaborare le informazioni fornite, e non lasciarsi fregare.
    Una rivolta su Ryloth? Beh, da quel che so è un pianeta dove regna la schiavitù, ci vorrebbe proprio qualcosa del genere, ancora una volta, magari su vasta scala. Sì, ci vorrebbe. Comunque, riguardo questi agricoltori di cui mi hai parlato, sono ancora in città o li hanno messi in fuga i Cavalcabestia? Si trovano nei paraggi?
    Dopo aver ascoltato la risposta del besalisk, il giovane avrebbe affrontato il delicato tema della carne. Parlando con calma e cercando di rispettare la persona di fronte a sé, disse:
    Comunque sono apposto così. Ti ringrazio per avermi cucinato della carne, comprerò solo quella, perché come ti ho già detto non ho modo di cuocere il resto e sono accompagnato da una persona soltanto. E' stato un piacere parlare con te, e spero di poterti incontrare di nuovo un giorno. Magari tornerò a farti visita.
    Perciò, inamovibile, avrebbe pagato quello che voleva acquistare, puntando dritto alla sua missione, che al momento consisteva nel riferire a Derfel le nuove informazioni di cui era entrato in possesso. Ciò non gli avrebbe impedito di salutare cordialmente il besalisk, sorridendo benevolmente.
     
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    Ciccia e verdure



    Non c'era dubbio: il besalisk se la stava proprio spassando a parlare e servire Eli, specie con l'idea di rifilargli una quantità esagerata di carne, che altrimenti sarebbe andata a male. Forse anche per questo, rispose con la solita prontezza e parlantina sciolta, prendendo a testa bassa la parentesi aperta dal miraluka.
    Per dinci! Certo che sono ancora qua, Mad è proprio lì che abita. indicò un'abitazione molto vicina al campo dei Cavalcabestia, ben sprangata, tant'è che ad un occhio estraneo sarebbe apparsa abbandonata.
    Sono testardi i contadini. andò poi avanti.
    Mi ricordo di quella volta che su Dantooine ho assistito ad una questione tra due contadini. Una faccenda di confini. Uno diceva che l'altro si era impossessato di un pezzo della sua terra e l'altro ovviamente negava...
    Fu più complicato del previsto interrompere senza essere brusco e forse ad Eli non uscì proprio il tono che aveva in mente, ma comunque ottenne il risultato: bloccò l'alieno e si evitò di beccarsi la carne extra. Già quella cucinata era molto più di quanto due persone normali avrebbero mangiato in una volta.
    Prevedibilmente, il besalisk si mostrò indispettito.
    Ambè! Potevi anche dirmelo prima che la impacchettassi e tutto! Ora questa me la devi pagare, capito? Me la devi pagare!
    Il quadrumane era passato da gaio e cortese a un serpente a sonagli, in men che non si dica, ma non è che potesse obbligare Eli a comprare l'extra, così il ragazzo avrebbe potuto comunque allontanarsi con la parte che aveva deciso di comprare e nulla più.
    Derfel aspettava impassibile.
    Scoperto qualcosa? sembrava solo una domanda di cortesia, come se lui avesse già sentito tutto. Probabilmente era così.

    Una volta ragguagliato il Maestro, Eli poteva procedere con la sua prossima mossa.
     
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    Quell'informazione sull'agricoltore chiamato Mad sarebbe risultata utile, probabilmente. Il resto che continuava a tirare fuori, un po' meno, ma la chiacchierata era stata senza dubbio proficua, in base allo scopo che il ragazzo si era prefissato. Ora però c'era il danno collaterale da dover gestire: il besalisk voleva a tutti i costi rifilargli chili di carne, senza alcuna pietà per lo stomaco o per il portafoglio del ragazzo. Il tentativo di Eli per risolvere la faccenda risultò inefficace, sotto certi aspetti, perché l'ambulante si era comunque indispettito. Certo, non avrebbe potuto rifilargli tutta quella carne con la forza, ma Eli sperava in un risultato migliore. Di fronte alle pretese del besalisk, il mezzosangue ebbe un attimo di timidezza. Il ragazzino discriminato che era stato su Hapes, timido, sulle sue, che si nascondeva dietro maschere di cortesia ignorando il dolore che provava, sembrò riaffiorare di fronte a quell'approccio aggressivo. Eli si era allenato molto per gestire le sue emozioni, e quegli allenamenti presto avrebbero prodotto dei frutti, ma non in quel momento. Non ancora. Quindi, fosse stato più maturo, avrebbe potuto mantenersi impassibile, ma così non era. Non ancora. Fissando per terra mentre il besalisk lo guardava in cagnesco, non riuscì a tirare su lo sguardo come avrebbe voluto. Era tornato a essere Eliyahu Otniel, il mezzosangue ridicolizzato e additato come un mostro dai suoi pari che non riusciva a tirare fuori il carattere per difendersi, sebbene fosse sensibile e intelligente. A quei tempi c'era solo una persona capace di aiutarlo, Adira Zohar Otniel, sua cugina. Ma quella è un'altra storia, che affronteremo più avanti. In quella di cui stiamo parlando adesso c'era soltanto Eli Otniel alle prese col venditore malandrino. Il ragazzo quindi, fissando a terra, ebbe comunque il coraggio di dire come stavano le cose.
    Tu... hai cercato di raggirarmi con molte parole per farmi comprare più carne. Ma non è un problema. Ho apprezzato comunque questa conversazione, e pagherò un piccolo extra per la carta che hai sprecato mentre provavi a fregarmi. Ma non di più.
    Quindi tirò su il volto, ritrovando un po' di convinzione, risultando comunque tutt'altro che intimidatorio. Era semplicemente un ragazzo pacato che non voleva essere calpestato, ma che non aveva alcuna intenzione di agire con prepotenza. Quella volta in cui si decise a fare guerra contro El Diablo, infatti, dovette servirsi delle emozioni della madre di Carmelita facendosi investire volontariamente da queste, perché si conosceva, e sapeva che le sue non sarebbero bastate. Certo, grazie a Derfel stava maturando, e la sua testardaggine, ben celata, l'avrebbe sicuramente condotto a sviluppare un carattere più carismatico. Ma non era ancora giunto il giorno per poter godere di questo.
    Il resto della carne non fa parte del mio acquisto. Buona giornata.
    Quindi, dopo aver lasciato i crediti che aveva deciso di lasciare, avrebbe preso con sé i piatti usa e getta stracolmi di carne cotta alla meno peggio, preparati dal besalisk, e sarebbe tornato da Derfel. Finalmente quel coltello che aveva nella fondina nascosta si sarebbe rivelato utile, dato che di usarlo in combattimento non ne era assolutamente capace e sembrava più un talismano che altro.
    Sì, ho scoperto che sembro un povero cieco su cui infierire. Ma già lo sapevo, in realtà. Su Coruscant la gente vedendomi meditare per strada mi ha lasciato degli spicci, prendendomi per un senzatetto. Ma a parte questo...
    Disse il ragazzo con tono piatto, e la cosa sarebbe stata abbastanza divertente da guardare. Eli lasciò una porzione vicino a Derfel, tenendo l'altra per sé. Si sedette a fianco al suo maestro, poi tirò fuori il coltello per tagliare la carne, e cominciò a seghettare goffamente - dato che non aveva una forchetta per tenere ferma la carne - mentre avrebbe detto il resto, intento a tenere il piatto con l'altra mano, poggiato sulle proprie ginocchia.
    Dal modo in cui me l'hai chiesto presumo che tu abbia già sentito tutto. Io direi di andare a far visita a questo Mad, e fargli qualche domanda. Quella che mi sta più a cuore tra queste è " dato che i Cavalcabestia sono così violenti, perché non avete chiesto aiuto alle autorità? ". Comunque, probabilmente dovremo aiutarlo a riprendersi il territorio e scacciare i Cavalcabestia. i disagi sembrano essere il frutto della loro prepotenza.
    Mentre osservava un pezzo di carne che sembrava essersi cotto meglio del resto della fetta, tenendolo infilzato sulla punta del suo pugnale, concluse:
    Prima di arrivare alle maniere forti però tenterei insieme agli agricoltori un altro approccio diplomatico, con delle condizioni ben chiare, per evitare lo scontro e convincere gli usurpatori ad andarsene " con le buone ". Ma potrebbe miseramente fallire, se non ci prenderanno abbastanza sul serio. E anche in quel caso, potrebbe fallire comunque, ma con delle probabilità in meno. In tutto questo comunque, penso che dovremmo tenere un profilo abbastanza basso. Forse è stato un errore rivelare al wookiee la nostra identità. Cioè, maestro, non la sto criticando, sto solo pensando ad alta voce, non volevo offenderla, lei sa quanto la stimo...
    Eli avrebbe affrettato quelle ultime parole, imbarazzato.
     
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    Siamo gli eroi che non state cercando



    Derfel annuì in silenzio, nel vedere lo scoraggiamento del ragazzo, lasciando che lui terminasse il racconto, prima di intervenire.
    Dimmi, Eli. Se un totale sconosciuto, venuto da chissà dove e senza legami con te o altri, venisse un giorno per portare giustizia in una faccenda che ti riguarda, accetteresti senza remore la sua parola ed autorità? domandò, senza dimostrare di essersi offeso per i dubbi messi in campo dal mezzosangue.
    Un tempo i Jedi erano rispettati per ciò che erano: gli Araldi della Forza. Il nostro amaro compito è quello di ricordare a questa Galassia, chi siamo e quale è il nostro ruolo. Per tale motivo non ho agito nell'ombra. La gente ha bisogno di vedere di nuovo i Jedi agire e portare giustizia. Non siamo criminali, siamo le guide di cui questa gente ha bisogno, anche se ancora non se ne rendono conto.
    Il korun, parlò con calma, ma solenne, poi, solo dopo aver terminato il discorso, prese la sua porzione di carne ed iniziò a servirsi.
    Ora va e fa ciò che devi. Io ti aspetterò qui.

    Derfel non aveva commentato il piano di Eli, se non per ciò che a quanto pare riteneva essenziale chiarire, tuttavia anche in quel caso, non aveva ordinato al ragazzo di fare come voleva lui, bensì di fare ciò che doveva. In quella prova Eli era accompagnato, certo, ma la scelta di come agire era interamente sua.
    Così, mentre Derfel mangiava con calma, Eli avrebbe potuto dirigersi alla casa del contadino, notando che dal fondo del campo, il wookiee osservava attento. La casa era infatti molto vicina alle tende, come aveva visto prima, così che volendo, Mad avrebbe potuto tenere d'occhio il wookiee e viceversa. Avrebbe potuto, se non avesse sbarrato con tegole tutte e due le finestre presenti. L'abitazione si sviluppava su un solo piano, come praticamente tutte quelle del quartiere, ma a parte per il fatto che era sigillata, sembrava tenuta bene: verniciata di fresco e con la maniglia ben lucida.
     
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    Eli ascoltò con la solita attenzione le parole del suo maestro, che riteneva sempre molto preziose. La domanda di Derfel innescò alcuni ragionamenti nella mente del ragazzo che in sintesi valutavano come l'essersi presentati col Wookie fosse stato praticamente inutile, alla luce del risultato, ma con gli agricoltori sarebbe potuta andare diversamente, dato che erano loro quelli che avevano bisogno di aiuto, e non il wookiee. Inoltre i due Jedi all'inizio non potevano saperlo, o perlomeno non con certezza, quindi l'idea di Derfel, dietro quella domanda, aveva un buon fondamento, seppure i Jedi non avevano una buona fama in quella città, ma il korun avrebbe chiarito anche questo punto dopo la seguente risposta di Eli.
    Sicuramente conoscere chi ho davanti, avendo di conseguenza qualche prova delle sue capacità... mi aiuterebbe.
    Perciò continuò ad ascoltare il resto del discorso, che ben spiegava le azioni del korun. Eli si soffermò sulla frase " siamo le guide di cui questa gente ha bisogno, anche se ancora non se ne rendono conto " e rimase interdetto per qualche secondo in cui oscuri pensieri gli balenarono in testa. Chiaramente la Forza poteva guidare in modo più efficace rispetto alla logica dei senzienti, ma quella frase apriva degli scenari particolarmente importanti. Una chiara conseguenza logica era che Derfel aspirava ad avere per sé stesso e i Jedi una posizione di comando. Una posizione di comando, però, era qualcosa che andava oltre il combattere le ingiustizie del governo e aiutare i bisognosi. Per ottenere una posizione di comando ci sarebbe stato bisogno di soverchiare il vecchio sistema vigente. Il puzzle cominciò a prendere una forma ben definita nella mente del giovane: in buona sostanza, secondo la visione del Leader dei Rinnegati, i Jedi avrebbero dovuto portare in terra la volontà della Forza da una posizione di leadership e questo, da un punto di vista logico, dato che la Forza poteva garantire una giustizia superiore, divina, poteva anche avere senso ma... se il resto della galassia non avesse accettato questa visione, in che modo i Jedi avrebbero dovuto raggiungere quella posizione? Derfel Donn, la Guida, che cosa sarebbe stato disposto a fare e soprattutto a sacrificare pur di raggiungere lo scopo? Il che apriva davanti agli occhi del giovane vari scenari, alcuni dei quali lo spaventarono. Tuttavia, Eli Otniel decise di allontanare tutti quei pensieri, almeno per il momento, in quanto Derfel era il suo mentore, gli aveva dato tanto, e la Forza, di cui aveva anche avuto un'apparizione visibile, andava servita per il bene superiore. Tuttavia, in futuro, probabilmente il giovane avrebbe dovuto confrontarsi con la sua coscienza. Molto, molto, molto probabilmente. Quando il Korun gli disse di andare, Eli fu svegliato dai suoi pensieri. Risvegliarsi da questi lo riportò alla situazione attuale, in cui, proprio sulla base del ragionamento precedente inerente alla fiducia negli sconosciuti, magari la presenza del Leader dei Rinnegati sarebbe stata utile per ottenere la collaborazione dell'agricoltore, ma il mezzosangue non volle contrastare la volontà del suo maestro.
    Come desidera, maestro.
    Quindi si infilò in bocca quell'unico pezzo di carne cotto in modo decente, dato che il resto era quasi bruciato fuori e crudo all'interno. Poi pulì il pugnale, lo rimise nel fodero nascosto, e marciò verso la casa di Mad lasciando il suo piatto lì vicino a dove era seduto Derfel, non prima di avergli detto:
    Non riesco a mangiare la carne cruda. Magari dopo faremo un regalino alle bestie del wookiee.
    Camminando verso l'abitazione di Mad, grazie alle sue ottime percezioni poté notare lo sguardo attento del wookiee, dato che l'abitazione dell'agricoltore era molto vicina alle tende. Eli fece finta di nulla, concentrandosi sull'uomo che voleva incontrare. Poté notare come dall'esterno quell'abitazione avesse le finestre sbarrate con tegole. Il giovane ipotizzò che Mad si era trincerato in casa come se fosse in guerra, a causa della presenza dei Cavalcabestia. Questo gli fece capire che avrebbe rischiato di essere accolto con molta diffidenza, pertanto doveva muoversi con cautela. Prima di arrivare alla porta, estese le sue percezioni all'ambiente circostante per mezzo della Forza [DANGER SENSE] in modo da accorgersi prima di eventuali pericoli, come era già successo coi Cavalcabestia. Successivamente avrebbe provato a bussare alla porta consapevole che sarebbe potuto accadere di tutto.
     
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    Non lascerò la mia casa



    Se Derfel aveva notato i dubbi palesatosi nel ragazzo per breve tempo, non lo diede a vedere e Eli non l'avrebbe mai saputo, non in quell'occasione, quanto meno.
    Ora che il ragazzo era di nuovo in azione, quelle domande senza risposta erano state messe da parte ed Eli era pronto a proseguire.
    Dopo i colpi alla porta, passarono diversi secondi, in cui tuttavia Eli, che aveva buon udito, potè sentire rumore di passi dall'interno, che si avvicinavano. Solo dopo 10 secondi, una voce roca e stridula squittì dall'interno:
    Chi è? Che cosa volete? Non me ne andrò di qui. Mi avete sentito? Scordatevelo!
    Malgrado la vocetta ridicola e l'ansia che filtrava da sotto la porta come un fiume pestilenziale, la decisione nell'individuo ancora sconosciuto, era notevole.
    Da quelle poche informazioni, certamente Eli aveva già potuto intuire o immaginare qualcosa della sua situazione passata e presente.
     
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    Lo scenario non fu troppo diverso da quello che il mezzosangue poteva aspettarsi. Magari pensava di trovarsi subito di fronte qualcuno col fucile puntato, e chissà, forse dall'altra parte quel poveraccio aveva pure un fucile tra le mani, ma lui, sebbene avesse sentito i passi, questo non poteva saperlo. Eli prese nota dell'ansia e delle parole di quell'individuo; la voce roca e stridula, che traboccava d'ansia, così come la ferrea volontà di non abbandonare la casa senza che Eli avesse chiesto nulla di simile, fornivano un quadro generale abbastanza chiaro. Il miraluka di Hapes pertanto cercò volontariamente di assumere un tono calmo, pacifico, rassicurante:
    Credo che abbia frainteso. Mi chiamo Eli, e sto svolgendo alcune indagini per conto della mia organizzazione sulle forti tensioni che stanno disturbando la zona. Il nostro scopo è quello di poter aiutare il quartiere, la prego di farmi entrare per poterle porre qualche domanda, e magari darle qualche spiegazione in più.
    Eli aveva volontariamente evitato di dire che era un Jedi. Da quel che sapeva, l'ultimo Jedi avvistato in quella zona non aveva lasciato un buon ricordo ai civili, e la cosa era diventata ben nota. Comunque sia, se l'agricoltore lo avesse fatto entrare, gli avrebbe sicuramente spiegato qualcosa in più su sé stesso e sui Jedi Rinnegati, in accordo alla volontà del suo maestro Derfel, e all'idea di porre in buona luce la sua fazione. Tuttavia, oltre allo scegliere con cura le parole e al cercare un tono rassicurante, non poteva fare molto per convincere l'uomo a farlo entrare, e dovette affidare il resto alla sorte.
     
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    Alla larga dalla mia pensione!



    Il mio contratto telefonico è perfetto! Non voglio cambiare compagnia del gas, non mi interessa se c'è stato un cambiamento nella clausula B/12 della fornitura elettrica e non ho intenzione di conoscere ciò che ha da dire il vostro dio, la Balena Spaziale. Ora lasciatemi in pace, sciacalli!
    Il tono del ragazzo era stato molto calmo e pacato, non c'era niente che non andava in quello, ma probabilmente l'esatta scelta delle parole era stata poco felice per quello che, ormai Eli ne era sicuro, doveva essere un vecchio.
    La porta non era stata aperta e il ragazzo iniziò a sentire rumore di passi che si allontanavano nei meandri della casa.
    Farsi ascoltare dagli abitanti di Onderon non sarebbe stato semplice come far parlare un besalisk immigrato, alla disperata ricerca di qualcuno a cui rifilare la sua carne.
    Se Eli voleva davvero parlare con Mad, doveva trovare un sistema in fretta, o in alternativa, delle parole più appropriate.

    Consiglio per il futuro. Quando ne hai l'opportunità, perchè magari l'azione che stai svolgendo è molto semplice e i possibili risultati sono due "apre la porta/non apre la porta". Mi puoi scrivere nel post anche ciò che vuoi fare nel caso si verifichi l'opzione B. Cioè "se succede A, faccio questo; se succede B, faccio quest'altro".
     
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    Le sue parole, per quanto ponderate, furono comunque fraintese. Il che era abbastanza credibile visto che dall'altra parte si trovava quello che, dalla voce, sembrava un povero vecchietto, testardo e pieno d'ansia. Eli, sentendo il vecchietto allontanarsi, non poté lasciarlo andare. No. Aveva bisogno di entrare in contatto con gli agricoltori che un tempo gestivano la zona, stando alle parole del besalisk, quindi porre qualche domanda, chiarendo gli ultimi dubbi, e probabilmente aiutarli a riprendersi la zona. Il miraluka di Hapes sospirò, e si impegnò per essere quanto più paziente possibile. Non poteva permettersi di agire scortesemente, e la missione era troppo importante per mandarla all'aria in qualche attimo di frustrazione. Dopo aver mandato nei polmoni un po' d'aria, sospirò un'altra volta, stavolta in modo più controllato. A seguire bussò ancora, poi parlò:
    Mi scusi ma ha frainteso nuovamente. Voglio saperne di più su quanto è successo tra gli Agricoltori e i Cavalcabestia, per conto della mia organizzazione. E aiutare chi è nel bisogno in questo quartiere, perché ne siamo capaci.
    In quel modo, senza ingannarlo, sperava di toccare comunque un punto di suo interesse con poche parole in modo da farsi aprire la porta e poter chiarire la faccenda per procedere al prossimo step. Se Mad non avesse reagito a quelle parole, forse perché troppo lontano ormai per poterle sentire, Eli avrebbe bussato ancora aspettando il rumore di passi per ripeterle. Avrebbe quindi cercato di usare nuovamente quelle precise parole, a costo di ripetersi. A prescindere dalla reazione dell'uomo, il ragazzo voleva specificare di essere lì per dare una mano e capire di più su quella storia. D'altro canto, da fuori la porta non poteva sbandierare ai quattro venti di essere lì per aiutare a scacciare i Cavalcabestia, dato che il wookiee osservava da non troppo lontano e chissà se magari avrebbe avuto modo di sentire qualcosa. Quindi Eli si sarebbe limitato a dire una parte della verità, senza il bisogno di sciorinare tutto quello che sapeva. Se fosse riuscito a entrare, lontano da orecchie e occhi indiscreti avrebbe cercato di rassicurare il vecchio, spiegandogli di essere l'allievo del capo dei Rinnegati, un'organizzazione di ex Jedi che preferisce agire diversamente, in modo più diretto, con meno burocrazia di mezzo, aiutando i bisognosi. Gli avrebbe anche spiegato di aver sentito delle storie sul fatto che una volta gli Agricoltori gestivano il quartiere, e che questo nelle loro mani prosperava, e che i Cavalcabestia invece sembravano aver rovinato tutto. Sarebbe stato inutile spiegargli della Forza, per il momento, visto che probabilmente al tizio non poteva fregare di meno. L'avrebbe fatto in un secondo momento, se fosse stato necessario.
     
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    Siete quelli della LIPU?



    Sicuramente Eli avrebbe potuto migliorare ancora molto nell'arte della diplomazia, ma quanto meno riusciva a mentenere un tono calmo e controllato e tra quello e la scelta di parole non ancora perfette per l'occasione, ma migliori delle precedenti, i passi all'interno della casa si fermarono.
    Ci fu un lungo momento di silenzio, poi lo scalpiccio riprese, stavolta in direzione dell'ingresso.
    Sei un mercenario, quindi? E' così? Eli non poteva ancora vedere il vecchio, oltre la solida porta di legno scuro, tuttavia il tono di voce era interessato, sempre ansioso e pieno di sfiducia, ma anche con una sorta di brama, probabilmente la sete di giustizia.
    Il problema era che Mad era ancora restio a far entrare in casa uno sconosciuto: non solo il vecchio era in una situazione molto scomoda coi Cavalcabestia (e chissà quali altri problemi con le compagnie del gas) ma era anche un abitante di Iziz e gli abitanti di Iziz erano noti ed incalliti razzisti e xenofobi, lui poi che era vecchio, era radicalmente inculcato nella mentalità classica della città.
    Al vecchio servivano rassicurazioni, non solo parole vaghe.
     
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    Eli, non potendo vedere chi aveva di fronte, dovette affidarsi completamente al suo udito e alla sua intelligenza per comprendere e interpretare ogni sfumatura che avrebbe potuto rivelare qualcosa in più su quell'anziano. Perciò, ascoltando le sue parole, oltre all'ansia, il ragazzo poté percepire qualcosa che lo fece sperare: interesse, sospinto da una sorta di desiderio. Forse desiderio di vendetta, o di giustizia, o di qualsiasi altra cosa che comunque rendeva finalmente la figura del ragazzo degna di attenzione. Questo significava un passo in avanti verso l'obiettivo, e ora la sua mente si sforzò rapidamente di scegliere con cura le parole migliori per continuare su quel sentiero che l'avrebbe condotto a farsi aprire la porta. Perfino quella situazione era diventata una prova di abilità, strano ma vero. Sulla base del suo carattere, Eli non avrebbe mentito e neppure adulato l'anziano. Non avrebbe neppure sparso ai quattro eventi informazioni che non voleva condividere, con il rischio di avere i Cavalcabestia in ascolto. Dunque elaborando tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, decise che parlare della Forza non sarebbe stato ancora conveniente, ma aveva altro su cui potersi appigliare, venire incontro ai probabili desideri del vecchio in accordo a giustizia e verità, senza quindi mentirgli. Perciò, spinto dalla sua ferrea determinazione, avrebbe cercato di mantenere un tono pacifico ma che allo stesso tempo sarebbe risultato un po' più determinato, seppure gentile e paziente, con cui avrebbe risposto:
    No, i mercenari lo fanno per soldi. Noi no. Noi lo facciamo per seguire i nostri ideali, il nostro credo, e il nostro senso di giustizia. Questo per noi è di vitale importanza, molto più di quanto lei possa pensare. Ma non mi fraintenda di nuovo, tutto questo è molto più pratico di quello che sembra: ci siamo resi conto che qui ci sono problemi, e vogliamo aiutare a risolverli. Semplicemente questo. Non devo convertirla a seguire il culto della Balena Spaziale, glielo garantisco. Ora, per poter continuare questa conversazione... potrebbe aprirmi la porta?
    No, Eli non avrebbe fatto l'errore di cadere nell'astratto e nel filosofico, che secondo le sue ipotesi interessavano davvero poco al vecchio Mad. Li accennò soltanto per giustificare le sue azioni, dato che non chiedevano soldi per il loro aiuto, e poi spostò subito l'argomento su ciò che veramente sembrava interessare al vecchio: i problemi che stava vivendo. Se finalmente Mad avesse aperto la porta, Eli l'avrebbe ringraziato, sforzandosi di mantenere un atteggiamento professionale, poiché era un Jedi in missione, quindi l'avrebbe cordialmente invitato a farsi dire di più su tutta quella storia, preparandosi mentalmente a chiarire eventuali leciti dubbi del vecchietto. Nell'attendere la risposta dietro alla porta, prima che Mad potesse aprire o fargli perdere altro tempo, Eli si sarebbe concentrato sulla Forza controllando la presenza di individui nelle vicinanze [PERCEZIONE DELLA FORZA, POTERE BASE] per constatare se tutto era nella norma, o se stava accadendo qualcosa di particolare. Non l'avrebbe stupito accorgersi di qualche Cavalcabestia nascosto lì vicino ad origliare, mandato dal capo di quel gruppo. Ovviamente se Mad avesse aperto la porta, lui avrebbe interrotto la tecnica, senza sussultare o nulla del genere, mentalmente pronto a interromperla per non fare cose strane - almeno per il momento - davanti al vecchietto. Era mentalmente pronto anche a rispondere a eventuali altre domande, interrompendo la tecnica, provando prima controllare per bene la situazione. In tutto questo perciò non tralasciava l'ipotesi che quelle parole non fossero ancora sufficienti per farsi aprire la porta. Se fosse accaduto ciò, lui avrebbe cercato di mettere in pratica alcune delle semplici tecniche meditative apprese come da programma alla scuola per giovani dotati, respirando a fondo, per poter mantenere la pace e la pazienza e continuare a lavorare ai fianchi Mad, rispondendo a modo ogni volta, fino a farsi accogliere. Certo, sapeva che ancora aveva dei limiti nel controllo delle proprie emozioni, ma la sua determinazione, la sua preparazione mentale e qualche respiro profondo forse l'avrebbero aiutato a migliorare almeno un po' la qualità delle risposte che avrebbe continuato a dare, se ce ne fosse stato bisogno.
     
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    E lo storpio disse al cieco...



    Non appena Eli ebbe pronunciato la prima frase, il vecchio sbuffò, chiaramente seccato e convinto che il ragazzo lo stesse prendendo in giro, però ormai il suo interesse era stato catturato e non se ne andò, invece rimase ad ascoltare fino alla fine.
    Ci fu una lunga pausa, una in cui Eli abbracciò la Forza, alla ricerca di individui in posizioni strane, senza tuttavia trovarne: pareva che il Wookiee si stesse accontentando di guardarlo da lontano. Poi, proprio quando pareva che il ragazzo fosse destinato a ricominciare tutto da capo, una serie di rumori di catenacci, tintinii e sferragliamenti vari decretò l'apertura di uno spiraglio nella porta e finalmente il mezzo miraluka ebbe a dispoizione una visione sul vecchio, o almeno, uno spicchio del vecchio.
    Doveva avere novant'anni, o giù di lì, era due intere spanne più basso di Eli e talmente magro che pareva che la pelle fosse tirata direttamente sulle ossa, come su di un tamburo. Il volto era così rugoso da parere che non fosse umano, ma una sottospecie fatta a quel modo. Gli occhi coperti dalla cataratta, erano adombrati da due enormi sopracciglia che gli invadevano la fronte e le palpebre come due piumini che si erano beccate un ictus e ora pendevano storte da un lato. La gamba destra mancava ed era stata sostituita da una protesi alquanto sgraziata ed arrugginita, come fosse la zampa di un insetto. Forse veniva da un antico B1. Le mani del vecchio tremavano, probabilmente per qualche condizione fisica.
    Il vecchio, che non doveva vedere la luce del sole da parecchio, strizzò gli occhi, cercando di guardare il Rinnegato in faccia, vide la benda e fece una smorfia...
    Che hai sulla faccia?! E' lebbra dei polli?! E' LEBBRA DEI POLLI?! gracchiò, pronto a richiudere la porta di botto.
    Eli era entrato? No, però quello era un deciso passo in avanti e il momento buono per convincerlo a farsi ammettere in casa, se davvero per lui era così importante.
     
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    Guardò il lato positivo; Eli poté appurare che non sembravano esserci dei Cavalcabestia appostati a origliare, e il vecchietto finalmente aprì leggermente la porta, in modo da lasciarsi vedere. Molto anziano, pieno di rughe, con problemi di vista dovuti alle cataratte e una gamba finta in sostituzione di quella vera che doveva aver perso chissà come... oltre a questo, basso e magrissimo, a Eli fece un po' di tenerezza. Certo, probabilmente era un rompiscatole, e forse avrebbe proseguito su quella strada, ma quell'ansia pazzesca che si portava dietro e la sua precaria condizione fisica intenerirono il ragazzo. Quando il vecchio Mad si spaventò vedendo la benda sugli occhi di Eli tirando in ballo una fantomatica lebbra dei polli, il ragazzo si affrettò a rispondere, gesticolando con le mani in segno di negazione:
    No no! Sono sanissimo, guardi.
    Perciò si sciolse la benda e la ripose ordinatamente nella tasca destra, avendola ripiegata in un paio di secondi. A quel punto sorrise all'anziano.
    Mi chiamo Eli, piacere di conoscerla.
    Il ragazzo avrebbe quindi chinato leggermente il capo in avanti, in segno di rispetto. Un piccolo inchino come quelli che aveva imparato a fare su Ta'a Chume'Dan e che aveva tirato fuori di tanto in tanto pure alla scuola per giovani dotati.
    Possiamo procedere?
    Avrebbe provato a chiedere il ragazzo in modo calmo e gentile, considerando che la figura dell'anziano l'aveva intenerito, poteva verosimilmente essergli tornata più pazienza. Se il vecchio Mad non avesse per qualche motivo inteso cosa voleva dire con " possiamo procedere? " , lui avrebbe chiarito dicendo, sempre con lo stesso tono:
    Con le domande che vorrei farle in merito a ciò che è successo tra i Cavalcabestia e gli Agricoltori. Possibilmente, sono domande che vorrei fare lontano da occhi indiscreti... non si sa mai.
    Quell'ultima frase l'avrebbe pronunciata con un tono di voce più basso, cercando di essere discreto. Se Mad lo avesse finalmente fatto entrare, si sarebbe comportato con rispetto ed educazione, invitando l'anziano a raccontare la storia che voleva ascoltare, o rispondendo diligentemente a eventuali ulteriori domande che già si aspettava di ricevere. Se invece Mad non lo avesse fatto ancora entrare, il ragazzo avrebbe sospirato, pregando nella sua mente la Grande Alleata di dargli ancora pazienza per continuare.
     
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