New Star Wars Gdr

Giustizia Jedi

quest per Eli

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    Chiusa una porta, si apre un portone...



    Il vecchio Mad aveva quasi chiuso la porta, quando Eli si tolse la benda, mostrando gli occhi scuri e un viso perfettamente normale. Lentamente, il vecchio riaprì lo spiraglio, borbottando qualcosa su "quegli stupidi punk e le loro mode..." che Eli sentì benissimo.
    Il vecchio contadino non rispose al saluto del ragazzo, ma a lui parve di notare un leggero mutamento nella posa e nell'espressione, un piccolo tentativo di impettirsi, come se l'inchino e la buona educazione del nativo del Consorzio, l'avesse fatto sentire un gran signore e quindi posto un attimo più sulla buona strada per farsi -quasi- piacere il ragazzo.
    Il Rinnegato fece bene a specificare con cosa voleva procedere, perchè già Mad stava ripartendo in quarta con lo sbattergli la porta in faccia, iniziando ad urlare che...
    Io non firmo niente!
    Ma Eli si era preparato e così il vecchio si trattenne e ascoltò di nuovo tutto il discorso. Quando Eli ebbe finito, Mad se ne rimase un po ' in silenzio, masticando a vuoto, come fanno spesso i vecchi con la dentiera non ben fissata. I dubbi e l'ansia erano tanti, si vedevano, ma alla fine, forse vedendo l'aspetto rassicurante di Eli, che tutto sommato aveva un viso da bravo ragazzo, il vecchio cedette. Eli lo vide prima nei suoi occhi opacizzati, poi nelle spalle che si rilassavano un attimo e infine venne l'annuncio.
    Entra, ma sappi che mio figlio ti scorticherà vivo, se mi succede qualcosa. mentiva.
    La storia è semplice: quelli sono venuti qua e hanno scacciato le famiglie che viveno qui da secoli, prima ce loro fossero nati!
    Ora che erano dentro, Eli potè vedere che la casa non rispecchiava internamente, ciò che aveva visto all'esterno: se da fuori sembrava che il vecchio avesse mantenuto un'abitazione perfetta, all'interno invece, sembrava di stare in un tugurio. La polvere era uno strato di un paio di centimetri sui pochi mobili della sala, appena oltre la porta (niente anticamera), il pavimento era costellato da lattine vuote ed arrugginite e l'odore di stantio, che fuori era stato coperto da quello molto più forte, delle bestie, ora prendeva Eli dritto alla gola. C'erano un tavolo tarlato, una poltrona sgangherata, con l'imbottitura esposta sui braccioli, una cassettiera ed un letto, tutto in quella stanza. Una porta sulla sinistra, dava probabilmente sul bagno.
    Sono degli sporchi alieni usurpatori, e devono andarsene! Ti pagherò per farli sloggiare!
    Ora che il vecchio aveva preso a strillare improperi, Eli cominciava a sentire un'altra puzza, non quella di muffa e vecchiume, ma di odio e menzogne. La storia non era così semplice come gli era parsa all'inizio.
     
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    Eli sentì il commento sugli " stupidi punk ", ma non ne fu offeso, anzi, quell'offesa lo fece sorridere, per una serie di motivi. In primis, perché non era particolarmente legato alle tradizioni dei miraluka, visto che non le conosceva un granché bene e soprattutto non le sentiva sue. Forse un miraluka ben acculturato sulle proprie origini, con delle radici più forti, avrebbe tenuto maggiormente a spiegare il significato della benda, che per Eli era comunque diverso da quello tradizionale. I miraluka nascondevano gli occhi atrofizzati, lui invece nascondeva le sue lacrime per una promessa che aveva fatto a sé stesso. Oltre a questo, Eli sorrise perché era abbastanza intelligente ed empatico da comprendere un punto di vista diverso dal suo, specialmente se questo era influenzato da fattori culturali, più che oggettivi. Sapeva perfettamente che per quel vecchietto isolato dal mondo da chissà quanto tempo, quella benda poteva sembrare soltanto un accessorio estetico privo di valore, frutto di una moda contorta. Al ragazzo parve di notare un leggero mutamento positivo nell'anziano a seguito del suo inchino, e ne fu lieto. Dunque fece tesoro di un'ipotesi: Mad amava essere trattato con rispetto, apprezzava che qualcuno lo trattasse come se fosse una persona importante, nei giusti modi. Considerata la sua condizione, in cui aveva perso tutto quello che poteva essere un tempo, la cosa non era affatto strana. Chissà, magari una volta era il leader di un gruppo di agricoltori, il capo del quartiere, e gli onori che riceveva un tempo dovevano mancargli. Questa era soltanto un'ipotesi, tuttavia il ragazzo non avrebbe dimenticato quel leggero mutamento. Dopo aver ascoltato il chiarimento di Eli, Mad finalmente si decise a farlo entrare, non prima di proteggersi da eventuali aggressioni per mezzo di una minaccia. Eppure, quella minaccia non superò il muro della perspicacia di Eli, che riconobbe una menzogna. Il giovane fece silenzio, accarezzandosi il mento mentre lo ascoltava. Entrando in casa, però, un odoraccio di chiuso e stantio lo colpì quasi come un pugno allo stomaco, ma il ragazzo si fece coraggio. Era lì per una missione molto importante, e non si sarebbe fatto distrarre dalla puzza. In quella casa, oltre alla polvere, c'erano pochi mobili, tutti in pessime condizioni, e diverse lattine vuote e arrugginite adornavano il posto rendendolo un vero e proprio schifo. Sebbene da fuori la casa sembrasse in buone condizioni, l'interno rivelava che il vecchio probabilmente non aveva avuto nessuno ad aiutarlo con le faccende domestiche, né figli, né domestici. Forse era caduto in miseria e non poteva permettersi qualcuno che facesse le pulizie? Oppure voleva soltanto isolarsi dal mondo arrangiandosi a modo suo? L'ipotesi più probabile era che delle ferite emotive lo avessero portato a isolarsi dal mondo. Eppure, eppure... continuando a parlare, il vecchio mentì ancora. Troppe menzogne per condurre un'indagine, perché queste buttavano ombra dove c'era bisogno di luce. Il ragazzo, dunque, che era abbastanza sveglio da comprendere le menzogne del vecchio, si irrigidì, mettendosi a braccia conserte. Il tono rimase calmo, rispettoso, ma lasciava trasparire quanto il giovane fosse diventato serio.
    Mi scusi, così non possiamo andare avanti. Sono giovane, ma non stupido. Lei mi ha mentito già diverse volte da quando sono entrato in casa sua, e non lo neghi, la prego, perché così non mi aiuta, e non aiuta neanche sé stesso. Ho bisogno di sapere come stanno realmente le cose per poter agire.
    Quindi provò a giocarsi la carta legata all'ipotesi che aveva formulato precedentemente. Se la sarebbe giocata comunque, provando a entrare nel discorso a forza se il vecchio avesse cominciato a inveire ignorando l'appello del giovane a dirgli la verità. Una forza gentile, comunque, più determinata che aggressiva.
    Lei doveva essere un uomo molto rispettato, un tempo. Voi agricoltori gestivate il quartiere, e lo facevate piuttosto bene da quel che so. Io non mi lascio ingannare dal fatto che ci sia polvere nell'appartamento, o che lei sia molto invecchiato. No, io so che lei un tempo doveva essere una persona davvero capace, e la rispetto. La prego, alla luce di questo rispetto, di dirmi la verità su questa faccenda.
    Eli a braccia conserte, avrebbe chinato nuovamente il capo, leggermente, mentre parlava del rispetto. Se il vecchio avesse ignorato tutto continuando a inveire, avrebbe cercato con calma e pazienza di studiare le sue parole e capire dove poter trovare una breccia. Se l'avesse cacciato fuori a pedate, non avrebbe avuto molto da fare, ma pensava di aver parlato bene, e che quell'ipotesi non era così probabile.
     
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    Il mio cuore fa bum-bum



    Il vecchio era partito per la tangente e quando Eli cominciò ad accusarlo di mentire, questi si fece improvvisamente paonazzo in faccia, strabuzzò gli occhi e iniziò ad agitare le braccia, annaspando improperi che non avevano nemmeno alcun senso. Eli dovette fare una bella fatica per farsi sentire, dopo la reazione esagerata di Mad, tuttavia ponderò bene le parole successive, sfruttando le informazioni che aveva intuito, per rendersi più comprensibile e abborabile dal vecchio.
    Voi giovani non sapete nulla! Io il rispetto me lo sono guadagnato. Ho combattuto contro l'Impero, io! Chi era che dava da mangiare alle famiglie dei quartieri bassi di Iziz, quando l'amministrazione imperiale portava alla fame tutti quanti? Io! Io ho organizzato la rivolta delle classi contadine! Io ho creato il sistema di contrabbando delle barbabietole tropicali! E adesso che il vecchio Mad ha bisogno di aiuto, che c'è da combattere per liberare il quartiere dalla feccia aliena, chi si ricorda del vecchio Mad? NEssuno! Ecco cosa! E io... ioo... *Guuugg* Eli l'aveva visto chiaramente cominciare ad alterarsi sempre di più, la voce strozzata, il volto ormai viola a chiazze, il braccio che tremava... poi il vecchio portò la mano destra al petto e iniziò ad annaspare. Eli sapeva perfettamente che cosa stava capitando: al vecchio era venuto un infarto.
    Se qualcuno non fosse intervenuto nel giro di pochi minuti, Mad ci avrebbe certamente lasciato le penne.

    Prima che la disgrazia accaddesse, tuttavia, Eli aveva avuto modo di percepire sincerità nelle frasi dell'uomo, anche se tutto quell'odio che lo faceva apparire adombrato nella Forza, poteva averlo confuso. Chissà. Forse si era sbagliato prima e il vecchio non stava mentendo, o magari Eli si era sbagliato ora e Mad aveva sempre mentito.
     
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    Eli ascoltò con attenzione le parole del vecchio Mad, e non notò segni di menzogna. Certo, tutta l'odio che il vecchio provava lo rendeva più difficile da decifrare, ma al momento quelle parole sembravano sincere. Mentre il ragazzo cercava di ascoltare e studiare meglio il soggetto di fronte a sé, questo cominciò a manifestare i chiari segni di un infarto. Quel colpo di sfortuna, però, lasciava anche aperta una porta per la vita del povero vecchietto: Eli aveva nozioni teoriche di medicina e poteva utilizzare la Forza per guarire problemi fisici. Il ragazzo infatti, avendo letto qualche libro e grazie a delle eccellenti abilità percettive, era di poco inferiore a un medico di base, sebbene avesse soltanto 16 anni. Strano ma vero. Se avesse voluto, con un briciolo di impegno in più avrebbe potuto perfino provare a farsi assumere come dottore da qualche parte. Ma chiudiamo questa parentesi e torniamo alla situazione con Mad. Vedendolo annaspare con la mano destra al petto a seguito di una reazione emotiva dannosa per il suo organismo, e notando anche il braccio sinistro tremare, Eli riconobbe i chiari sintomi di un infarto. A quel punto si innescarono alcune reazioni istintive dentro di lui, visto che le emozioni si intensificarono. Il suo primo pensiero fu:
    Oh cacchio.
    Ma non rimase paralizzato, bensì si avvicinò tempestivamente al vecchio, cercando di mettere in pratica le procedure basilari che chiunque con un minimo di nozioni in testa avrebbe messo in pratica. Fortunatamente il vecchio non si era ancora accasciato al suolo, da quello che aveva visto il ragazzo.
    Tranquillo, posso aiutarti. Andiamo sulla poltrona.
    Quindi si sarebbe fatto passare il braccio sinistro di Mad dietro il collo, prendendolo delicatamente con la mano sinistra, guidandolo, chinandosi in avanti, in modo che l'anziano potesse sostenersi meglio grazie all'aiuto del ragazzo, poi, tenendogli il fianco destro con la mano destra, lo avrebbe aiutato a fare qualche passo verso la poltrona che era nella stanza, a poca distanza. Mad in quelle situazioni difficilmente si sarebbe ribellato, ma Eli, se per qualche motivo avesse incontrato delle difficoltà, avrebbe chiarito in maniera perentoria:
    Non c'è tempo per le discussioni, ora devo aiutarti.
    Lo avrebbe dunque aiutato a sedersi lì, delicatamente ma un po' alla svelta, mettendo a disposizione la sua forza, che non era tanta, ma il vecchietto fortunatamente sembrava leggerissimo.
    Mettendoti seduto favoriamo la respirazione e il passaggio d'ossigeno, ora fidati di me, ci penso io.
    Quelle parole le avrebbe dette con fermezza, nonostante l'agitazione, perché il suo primo pensiero era quello di aiutare il vecchio e dargli sicurezza, a dispetto di come poteva sentirsi. Dunque, col vecchio seduto, Eli si sarebbe sforzato di usare il cervello più velocemente che poteva. Grazie alle sue nozioni sapeva che l'infarto può portare a un arresto cardiaco, ma non è un arresto cardiaco. Il vecchio sembrava ancora cosciente. L'infarto non è causato soltanto da forti emozioni, anche se queste possono influire. No. Si parte da una condizione precedente come l'otturazione di un'arteria, che può avvenire per varie cause. In quell'anziano, una precaria condizione delle arterie era più che probabile. Eli pertanto, visto che si parlava ancora di infarto e non di arresto cardiaco, avrebbe messo il pollice e l'indice della mano sinistra ai lati del collo di Mad, informandolo passo passo dei suoi movimenti per non farlo spaventare ulteriormente.
    Tengo sotto controllo i tuoi battiti.
    Con la mano sinistra ai lati del collo, subito sotto la mandibola, cercava di sentire le pulsazioni del cuore, il cosiddetto " battito carotideo ". L'altra mano invece, la destra, l'avrebbe messa tempestivamente sul petto dell'anziano, col palmo aperto. Tutte quelle azioni le stava facendo piuttosto di fretta, data la situazione, cercando comunque di essere quanto più possibile preciso, vista l'importanza del momento.
    Con la mano destra invece ti guarirò, perché ho dei poteri speciali.
    Avrebbe quindi attivato un potere [GUARIGIONE] per cercare di ripristinare il normale funzionamento delle arterie, o del cuore stesso, in caso di miocarditi o altre patologie del cuore. Probabilmente guarire un infarto sarebbe stato più semplice rispetto a un arresto cardiaco, dato che il secondo è la conseguenza più drammatica del primo, e per questo Eli aveva monitorato la situazione e aveva cercato di muoversi velocemente. Stava dunque rilasciando il suo potere, concentratissimo, dando il massimo dell'impegno che poteva offrire. In quei momenti gli passarono davanti agli occhi i flashback di suo padre, morente, per cui non aveva potuto far nulla. E questo lo motivò ancora di più, dandogli un'aria accigliata.
    Questa volta no...
    Ora poteva fare qualcosa. Ora. Poteva. Fare. Qualcosa. Non aveva avuto tanto tempo per pensare e aveva seguito l'istinto, più che altro, ma le azioni, nel loro insieme, avrebbero dovuto funzionare...
     
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    Prevedibilmnete, il vecchio era troppo impanicato per sottrarsi alle cure di Eli e si lasciò accompagnare alla poltrona, dove sprofondò, alzando un nuvolone di polvere, la gamba robotica troppo arruginita per piegarsi, riamsta fuori dritta, come un bastone.
    Per fortuna il ragazzo aveva studiato la medicina ed aveva la situazione perfettamente sotto controllo, così, dopo aver controllato le condizioni del vecchio, applicò il potere della guarigione su di lui. Inspiegabilmente, il potere non sembrò avere effetto. Eli magari era convinto che avrebbe funzionato, ma il fatto era che, per quanto ne sapesse della teoria, non era ancora così preciso da poter avere effetto a quei livelli, non tanto perchè non esercitasse un controllo della Forza sufficiente, ma proprio perchè gli sfuggivano alcuni particolari essenziali dell'anatomia umana.
    In compenso il problema non pareva essere così grave e il suo pronto intervento era stato utile di per sè per riportare la situazione alla normalità. Lentamente, il vecchio iniziò a respirare normalmente e anche se appariva esausto, non era più in pericolo immediato.
    Ecco... lo vedi? Tutto... tutto per quel patto... Quel maledetto patto... biascicò con un filo di voce.
    Per Eli era chiaro che il vecchio non fosse in buona salute, probabilmente se fosse rimasto in quella casa, vi sarebbe morto un giorno, da solo e nessuno si sarebbe accorto di lui, fino a che i ratti non avessero invaso la casa per mangiarselo.


    Il potere guarigione serve per curare principalmente da ferite e veleni. Se tu avessi avuto 4 a medicina, ti avrei anche fatto sgorgare le arterie di Mad, ma non con l'attuale punteggio. Inoltre, lo specifico qua ed eventualmente lo aggiungeremo sulla descrizione del potere, non si possono curare malattie come il Parkison, ad esempio, o ferite già guarite male in precedenza.
     
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    Eli riuscì a effettuare tutte le manovre così come le aveva pensate, eppure successe qualcosa di anomalo. Il suo potere non ebbe effetto. O meglio, non accadde nulla. Eli sapeva cosa succedeva e cosa percepiva quando utilizzava la Forza per guarire qualcuno, come era successo con la mamma di Carmelita. In quell'occasione non lo percepì. Era come se avesse fatto un buco nell'acqua.
    Diamine... forse non sono stato abbastanza preciso? Forse non sono ancora abbastanza abile per tentare " un'angioplastica della Forza " ?! Diamine!
    Eli si mise a riflettere sulle probabili motivazioni del suo insuccesso, un po' nel panico, immobile, quasi pietrificato. Ma le vie della Forza sono infinite, e la misericordia divina salvò la vita al vecchio. Pur non avendo percepito nulla, e il ragazzo era rimasto piuttosto sorpreso da questo, Mad sembrava fuori pericolo e l'infarto sembrava essere stato una sorta di falso allarme. Le sue arterie e il suo cuore erano ancora nelle stesse condizioni di prima, nonostante fosse salvo, almeno secondo un'ipotesi di Eli, quindi il vecchio avrebbe sicuramente avuto bisogno di fare qualche controllo, come minimo. Avendo ricominciato a respirare in modo pressoché normale, il vecchio accennò a qualcosa: un patto. Eli intuì che quella doveva essere un'informazione fondamentale per la sua indagine, ma volle allentare momentaneamente la presa. L'anziano era appena sopravvissuto a quello che poteva essere stato un principio di infarto, dovuto a chissà quale patologia, miracolosamente terminato in una remissione spontanea. Doveva ancora riprendere fiato, e incalzarlo subito con le domande sarebbe stato un gesto egoista e crudele. Eli quindi ne approfittò per riprendere fiato a sua volta, dato che quei momenti erano stati piuttosto intensi anche per lui, perciò, ignorando tutta quella polvere, si mise seduto a terra a gambe incrociate, davanti all'anziano, facendo attenzione all'eventuale presenza di topi e alle lattine sparse. Messo lì a terra, si sarebbe riposato un po' anche lui.
    Si riposi un po' adesso, che è stato... eh, ehhh, EEETCIU'! Mi scusi, la polvere... comunque, dicevo... è stato un brutto momento per lei. Poi mi racconterà, non ho fretta.
    Eli avrebbe dunque rispettato i suoi tempi. Se l'anziano avesse cominciato a parlare, piano piano e con calma, anche dopo qualche minuto, Eli l'avrebbe ascoltato. Se avesse invece iniziato a parlare subito, o dopo un po', agitandosi a causa di quanto quegli argomenti l'avevano fatto soffrire, Eli avrebbe cercato di imporsi con fermezza e allo stesso tempo rispetto, raccomandandogli di non agitarsi, visto quello che era appena successo. Se il vecchio si fosse addormentato, Eli avrebbe usato il comlink per spiegare la situazione a Derfel, dicendo che avrebbe atteso nella casa di Mad il risveglio dell'anziano, dato che credeva di essere vicino al conoscere informazioni importanti per quell'indagine.
     
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    C'è un estraneo in casa mia!



    Eli scansò un paio di lattine per terra e si mise seduto di fronte al vecchio, in speranzosa attesa che questi continuasse volontariamente la storia, ma così non fu. Mad rimase per diverso tempo ad occhi chiusi, cercando solo di ripristinare la normale respirazione e calmarsi, poi, quando li riprì e si trovò il ragazzo ai piedi, strabuzzò gli occhi, stupito. Forse si era scordato di lui, forse non si aspettava solamente di trovarselo ancora lì. La reazione comunque non fu l'unica.
    Vattene. Fuori da casa mia! Guardie! Guardie! Dov'è il mio comlink?! C'è un malvivente nella mia casa! Aiuto! strillò a pieni polmoni, agitandosi sulla poltrona, nel tentativo di tirarsi su, anche se la gamba robotica non stava collaborando.
    Aspettare non si era rivelata, in quel caso, la strategia migliore, o almeno così pareva, e probabilmente se Eli avesse continuato a seccare il vecchio, questi ci sarebbe rimasto secco con un infarto vero, stavolta.
    In quanto al pericolo di essere preso dalle guardie, pareva estremamente improbabile, visto che da quelle parti non aveva visto nessuna pattuglia, prima di entrare.
     
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    In una galassia dove la Forza era, in buona sostanza, ciò che c'era di più simile alla volontà divina, Eli avrebbe presto compreso alcune leggi fondamentali su come questa volontà muoveva le cose, in linea di massima, nella galassia in cui si trovava. I discorsi di Derfel sull'equilibrio, e le sue esperienze passate, presenti, e future, l'avrebbero portato ad avere come certezza che la Forza cerca sempre l'equilibrio. Ebbene, in quell'occasione Eli poté infatti appurare come dopo uno spudorato colpo di fortuna, stava seguendo uno spudorato colpo di sfortuna. Sì, perché il vecchio s'era salvato, per grazia divina, ma ora si era ricordato di avere l'alzheimer dopo aver colloquiato senza apparenti disturbi nella memoria a breve termine, in quanto i botta e risposta erano stati abbastanza sensati, sebbene il vecchio si fosse dimostrato molto testardo. Certo, forse la zona del suo cervello responsabile per la memoria a breve termine poteva non essere ancora stata pesantemente danneggiata dall'avanzare dell'alzheimer, che mano mano procede in forma degenerativa prendendo quella specifica aria del cervello come primo bersaglio, per poi colpire la capacità di linguaggio, di movimento, e praticamente tutto il resto, accorciando di molto la prospettiva di vita del malato. Forse la malattia era comparsa da poco, o forse non si trattava propriamente di alzheimer ma di un deterioramento improvviso delle sue capacità intellettive, nello specifico della memoria, comparso all'improvviso e dovuto ad altre cause, da associare al deterioramento progressivo delle capacità intellettive che avviene in maniera comune con la vecchiaia. E Mad era indubbiamente molto vecchio. Che poi il morbo di alzheimer in quella galassia forse neanche esisteva, chissà. Però, qualunque fosse stata la causa, senza tanti giri di parole... era stato un colpo di sfortuna pazzesco, e quella era l'amara e incontestabile verità. Eppure, la Forza dà, e la Forza toglie, e il colpo di fortuna di prima andava equilibrato con una bella dose di sfortuna. Eli quindi, a parte sgranare gli occhi allargando le braccia e poi lasciandole cadere in segno di impotenza, lasciandosi uscire di bocca con un tono triste e pieno di delusione, ben lontano da ogni accenno di arrabbiatura:
    Ma se abbiamo parlato fino a due minuti fa... ma va bene, me ne vado, me ne vado...
    Non poté fare altro. Dicendo quella frase, va sottolineato che aveva già cominciato a voltare le spalle a Mad, lasciando palesemente intuire che se ne stava andando e non aveva nessuna intenzione di continuare a dargli fastidio. Oltretutto, la sua aria triste e remissiva, anziché spaventata o aggressiva, avrebbe potuto far capire qualcosa all'anziano riguardo all'errore che stava commettendo. Ma le probabilità erano comunque basse. Non restò a spiegare dettagliatamente come stavano le cose, perché sapeva benissimo che discutere col vecchio l'avrebbe potuto portare a un altro malore, quindi si girò e si avviò a testa china verso la porta, piuttosto alla svelta, guardando a terra, visibilmente intristito da quel risvolto. Piano piano però avrebbe anche cominciato a riflettere sul fatto che poco prima era stato molto fortunato, e che ora anche la sfortuna doveva quindi essere serenamente accettata. Se ne sarebbe uscito dall'abitazione, se il vecchio non avesse improvvisamente mostrato di aver riacquistato miracolosamente la memoria. Ovviamente Eli non avrebbe risposto ai probabili insulti che lo avrebbero accompagnato fuori dalla porta, per non soffiare sulle fiamme ardenti dell'ira di Mad, che ora dovevano soltanto estinguersi con la sua uscita di scena. No. Avrebbe raggiunto la porta, se ne sarebbe uscito, e sarebbe tornato lì dove lo aspettava Derfel. Una volta raggiunto gli avrebbe spiegato quanto era successo, dicendogli che comunque era arrivato a sapere dell'esistenza di un certo patto, ma non aveva potuto scoprire quale. Avrebbe anche esternato col suo maestro l'ipotesi che quel patto dava ai Cavalcabestia qualche sorta di diritto legale, e che quindi dovevano conoscere di che patto si trattava, ma non tramite Mad. No. Avrebbe dovuto cercare qualche altro agricoltore, e si sarebbe dovuto informare sull'ubicazione di un altro di questi. Quindi, dopo aver spiegato la situazione e aver ricevuto la " benedizione di Derfel ", sarebbe tornato al mercato dove avrebbe cercato nuove informazioni, non prima di essersi preparato a dovere: si sarebbe rimesso la benda sugli occhi legandola per bene, e avrebbe cercato nuovamente la presenza di mercanti alieni. Ovviamente non il besalisk. Prima aveva visto un devaroniano, ma questo poteva essersene andato, poteva anche essere giunto qualche altro mercante, o poteva essergliene sfuggito qualcuno prima. In ogni caso, studiò con attenzione il posto, sperando di trovarne un altro. Se l'avesse trovato, si sarebbe diretto verso di questo, ignorando completamente il besalisk e i suoi eventuali insulti. Se non l'avesse trovato, sarebbe andato a ritroso per la città, tornando nell'aria più benestante che avevano attraversato all'inizio. Dato che aveva una buona memoria non si sarebbe dovuto perdere, ricordando la strada. Quindi avrebbe cercato il negozio di un alieno, dato che questi avrebbero collaborato più facilmente, ed Eli l'aveva già appurato. Se dunque non avesse trovato un mercante alieno nell'aria più povera, né un negoziante alieno nell'aria più benestante, perfino uno come lui si sarebbe un po' innervosito, e avrebbe avuto bisogno di calmarsi un attimo, respirare profondamente, e pensare a un nuovo piano...

    Edited by Veritas95 - 7/9/2022, 03:21
     
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    Nel dubbio, chiedere sempre al cornuto



    Quando Eli tornò al lato della strada dove aveva lasciato Derfel, trovò che il Jedi non era lì, tuttavia lo vide arrivare poco dopo dalla zona del mercato, senza nessuna spiegazione. Il Maestro ascoltò il rapporto del ragazzo, quindi annuì in silenzio e disse al ragazzo di procedere.
    Una volta avuto l'ok dal Rinnegato, Eli riprese allora a guardarsi attorno, poichè aveva bisogno di un'altra fonte di informazioni, ora che aveva una pista leggermente più chiara.
    Il devaroniano che aveva addocchiato prima, era ancora al suo posto, con le sue pellicce di animali esotici. A differenza del Besalisk, l'alieno cornuto non pareva di cattivo umore e se ne stava comodamente seduto su uno sdraio, a prendere il sole, alzandosi solo quelle rare volte che qualcuno lo interpellava.
    Quando il mezzosangue si fece avanti, inizialmente gli fece segno di spostarsi un po' più in là, perchè gli stava rovinando l'abbronzatura.
    Il suo comportamento era decisamente anomalo, rispetto al resto della gente che si trovava a dover vendere da quelle parti.
     
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