Chalawan Kiakuh

Chalawan Kiakuh

Aspetto Fisico

Chalawan è un trianii, una razza antropomorfa associabile all’animale tigre. Dagli umani prendono la caratteristica del camminare su due zampe e l’utilizzo delle zampe anteriori come fossero mani, ma per il resto mantengono le loro caratteristiche feline. Chaw è basso con il suo 1.45 m e pesa solo 47 kg che vengono distribuiti in equa misura per tutto il corpo e quindi Chaw risulta in perfetta linea. Nonostante il pelo che li copre i muscoli risultano ben delineati anche se non esageratamente evidenti anche sotto il folto pelo. Il viso è tondeggiante con il naso e bocca che sporgono in parte verso il davanti. E’ relativamente grosso rispetto al corpo, ma è solo una impressione data dall’effetto ottico dato dal pelo più corto sul viso rispetto al corpo. Gli occhi sempre per un effetto ottico giocato dalle striature nere di pelo che li circondano sembrano piccoli e incavati, ma è solo un’impressione di chi guarda perché tolto il pelo sono normalissimi e nella corretta posizione. L’iride è azzurro ghiaccio con una puntina quasi triangolare come pupilla, tipica dei felini. La pupilla dilatandosi quando è calmo o vede qualcosa che gli piace si dilata assumendo una forma più rotondeggiante e umana, mentre se vede cose che odia la pupilla si restringe diventando una fessura triangolare. Ha delle ciglia, ma è difficilissimo scorgerle dato che si mimetizzano quasi perfettamente con il pelo. Il naso, come quello delle tigri è molto grosso ancora di più per un effetto ottico del colore del pelo che diventa più scuro lì intorno. Le narici sono tonde e grandi. Ha una bocca molto ampia con denti lunghi e affilati. Anche a bocca chiusa si possono intravedere le punte soprattutto dei canini superiori. Le labbra sono grandi sebbene si nascondano per via del pelo. Ha delle orecchie relativamente piccole per la testa che ha e non aiuta il fatto che manca di parte dell’orecchio destro staccatogli da un avversario durante una lotta.
Ha delle spalle grosse inconsapevolmente incurvate verso il davanti, come dovrebbero averle le tigri che camminano appunto a quattro zampe e infatti si trova molto bene quando cammina a quattro zampe, mentre sembra molto più basso e debole quando cammina a due zampe. Braccia corte, ma perfettamente equilibrate con il suo corpo, ma cicciottelle ingrandite anche dal folto pelo che possiede. Le mani o meglio le zampe anteriori risultano avere dita grosse, fatte per camminare a quattro zampe e un po’ meno per tenere oggetti, ma non gli impediscono di usarle come mani. Tende ad avere unghie retrattili, come i felini e queste escono in situazioni pericolose, anche se non sono letali quanto la mandibola dei trianii.
Il petto è piatto, risulta piccolo per via delle spalle incurvata, ma è perfettamente bilanciato e scolpito dai muscoli.
Le gambe sono esattamente come le braccia, mentre i piedi o le zampe posteriori non hanno ereditato il pollice opponibile e non sono quindi in grado di tenere oggetti. Sono allungati in maniera da sostenere il corpo in posizione eretta, ma non troppo per non rendere difficile il muoversi a quattro zampe.
Ha un didietro relativamente piccolo, che si nasconde tra le cosce ben più grosse soprattutto quando è in posizione a quattro zampe. La coda è lunga abbastanza da fargli quasi da cintura, può legarsela attorno alla vita così da non dargli fastidio quando cammina su due zampe, anche se preferisce averla slegata e lasciarla libera di ondeggiare come preferisce.
Il colore primario del pelo di Chaw è il blu scuro, ma come le tigri è segnato da varie striature nere lungo tutto il corpo. Alcune più lunghe altre più corte disegnano tutto il suo corpo, quasi come segni tribali umani. Non vi sono striature sul ventre, anche per questo i muscoli sono così ben evidenti. Il ventre è invece di un colore blu più scuro, molto simile al pelo attorno al naso. Le striature più caratteristiche sono quelle che compongono la “barba” del gatto dato che hanno una forma ondulatoria simile a come si disegnerebbe uno spiraglio di vento. Un’altra striatura di cui Chaw va molto fiero è quella sull’occhio sinistro che lo taglia a metà come se fosse una cicatrice. Il pelo è relativamente corto, ma la differenza di lunghezza tra il pelo sul naso e ventre e il pelo da ogni altra parte risulta evidente tanto da pensare che quello sul ventre sia corto e ovunque sia lungo. E’ molto folto, quindi anche le ciocche più rade sembrano una foresta.
Abbigliamento: Chi ha bisogno di vestiti quando hai il pelo? Seguendo la tradizione Trian, Chalawan non indossa molto di abbigliamento, solo del semplice tessuto ripiegato più o meno come una toga dell’epoca greco-romana copre parti del suo corpo, specialmente le parti intime, la spalla sinistra e l’area del cuore. Il tutto è tenuto fermo da una cintura che non solo regge la “toga” ma sostiene la spada laser e qualche piccolo oggetto come il comlink.

Carattere:

Per ora si presenta come impulsivo, gli è facile venire alle mani (o zampe…?) con chi gli sta intorno. Non ha paura di ferire o uccidere addirittura se vuole qualcosa che non vuoi dargli. Ciò che è di Chalawan è di Chalawan e ciò che vuole Chalawan è ugualmente di Chalawan. Detto così sembra una persona fredda, ma molto forte nell’animo…. Non è così. Sotto sotto è molto insicuro, soprattutto sul da farsi. Non ha ancora trovato il suo scopo nella vita. In dieci anni lo hanno indottrinato all’odio per i Jedi e alla distruzione della repubblica al fine di instaurare un governo con a capo la signora dei sith Raila. Per ora vive per servire l’ordine che lo ha sfamato e fatto crescere togliendolo dalla misera in cui era nato. Prima la sorella maggiore Arsian era il suo unico appoggio emotivo e l’unica persona con cui si sente a proprio agio a confidare le sue debolezze e con cui condivide ciò che ha, mentre ora ha ritrovato questo appoggio nella Forza e nel suo maestro Sith, sebbene ha imparato che non è saggio confidare le sue debolezze a qualcuno perché questi le useranno contro di te. Chalawan vuole quello che vogliono i suoi superiori ed è pronto ad ubbidire senza discutere. La sua è una sottomissione obbligata, sii sottomesso o muori, ma anche volontaria dato che l’impero sith molto gli ha dato. Chaw non è molto paziente, non gli piace troppo stare fermo con le zampe in zampa, o mani in mano che dir si voglia. Questo viene totalmente annullato in quei pochi casi in cui meditando riesce a divenire un tutt’uno con la Forza attraverso la quale si sposta per le menti e le energie degli altri rimanendo immobile. Gli piace sfruttare appieno l’energia che possiede soprattutto correndo libero e sfidando il vento. Non è un tipo troppo spiritoso e divertente, riderà alle battute certo, ma non è tipo da farle a meno che non si tratta di battute provocative. La sua pecca nell’ottica sith è la compassione e la generosità rivolti a chi ha meno di lui o comunque chi sta facendo la sua vita. Non vorrebbe vedere nessuno che vive una vita di sofferenza come la sua e vorrebbe lottare per impedirlo. Per assurdo è la sofferenza che vede in se e attorno a se a provocare la rabbia l’ira l’odio e quei sentimenti negativi da cui trae la Forza. E’ estremamente possessivo con le cose che gli appartengono, difficilmente le cederà agli altri, ma non prova nessun desiderio ad ottenere in modi non legittimi roba che hanno gli altri.
Il suo umore standard è triste, è difficile vedere le sue labbra inarcate verso l’alto in un sorriso. Questo gli è portato dal passato, dalle esperienze vissute e dal fatto che non ha le capacità, per quanto lo voglia, di cambiare le cose. Deve dare molto di più in fatto di allenamento e altro per arrivare a livelli tali da permettersi di sorridere, arrivare in pace con se stesso e con il mondo. Non ce l’ha con la Forza per la vita a cui l’ha condannato, era necessario affinché capisse cosa si provava per arrivare a decidere di volerlo cambiare. E’ grato alla Forza che gli ha fatto provare ciò e per il fatto che gli ha mandato un sith a salvarlo.
Chaw adora la libertà e ha paura, terrore puro della prigionia. Ha paura di non potersi muovere, e di riflesso ha paura dei luoghi stretti. Adora muoversi e la libertà infatti non è strano vederlo davvero felice quando corre libero per la natura. Adora la natura, non che gli diano fastidio i mondi pienamente tecnologici, semplicemente gli piace di più l’aria pulita dei mondi incontaminati. Odia le astronavi. Volare è per droidi, lui non deve sporcarsi le mani. Il tempo di viaggio è un buco in cui non si può fare molto se non meditare.
Gli piace mangiare ora che può farlo, ma non è tipo da ingozzarsi, anzi al contrario è facile che mangi poco, ma più frequentemente. Non fuma e non beve alcolici, perché disturbano la psiche e la sua comunicazione con la Forza e la natura.

BackGround

----------------------------------------
Capitolo 1 – Sotto il regno di Arsian
----------------------------------------

“Sometimes beginnings aren’t so simple…”
Chalawan Chaw Kiakuh nacque nel 79 ABY nel vuoto su un’astronave senza vessilli. Sua madre Sheila, una triani bianca lo affidò quasi subito alle zampe di Arsian una trianii azzurro ghiaccio per poi spedire entrambi in un guscio di salvataggio e lanciare il guscio una volta entrati nell’orbita di Raxus Prime. Il guscio si mimetizzò bene nella spazzatura che allo stesso momento era stata rilasciata dalla nave per cadere come meteoriti verso il pianeta discarica. Nessuno si accorse della mancanza di due tigrotti e la nave continuò il suo percorso verso una meta sconosciuta. Il guscio atterrò in malo modo sul pianeta in un luogo non troppo lontano da una specie di centro abitato. Arsian, la trianii azzurro ghiaccio di circa 15 anni, si ritrovò quindi in un posto a lei sconosciuto e con un cucciolo a cui badare. I primi giorni furono estremamente duri. Arsian lasciava Chalawan nel guscio di salvataggio chiuso, a volte per ore per andare in città per rubacchiare qualcosa per se e per lui. Tornando a guscio pregava di trovare il cucciolo morto, avrebbe avuto un problema in meno. Non succedeva mai. Certo lo trovava che piangeva che graffiava l’abitacolo che aveva sporcato dappertutto, ma era sempre vivo. Mai una volta qualcuno era passato in quella zona e sentendolo piangere lo aveva preso con se o ammazzato. Poteva farlo direttamente Arsian, la forza non le mancava, ma le mancava il coraggio. Quel piccolo batuffolino blu scuro era sempre e comunque l’unico contatto.
Passarono gli anni. Arsian era riuscita a trovare un rigattiere con cui fare affari: lei trovava per lui roba riutilizzabile e lui la pagava non benissimo, ma abbastanza per andare avanti. A circa un anno Chawlawan ebbe le sue prime vere lezioni di camminata e ad uno e mezzo quelle di parlato. A due quelle di lotta. A tre iniziò a seguirla nel suo lavoro cercando anche lui roba utile in quel pianeta discarica. A quattro iniziarono a cercare in luoghi separati. La vita con Arsian non era semplice. Mangiavano e bevevano poco, parlavano poco tra loro. Chalawan adorava Arsian. Cercava di imparare da lei il più possibile, osservava studiava chiedeva. Arsian rispondeva e lo aiutava, il suo rapporto verso di lui era migliorato con il passare del tempo, ma vedere quel cucciolo di trianii in un mondo così poco naturale era uno strazio. Non vedeva l’ora di andarsene via e tornare a casa su Trian. Sarebbe stato molto più semplice, avrebbe pagato la metà se non avesse dovuto badare a quella palla di pelo, ma non poteva abbandonarlo, non poteva ucciderlo, Sheila non glielo avrebbe mai perdonato, non sarebbe stata migliore del Grande Padre. Arsian non parlò mai a Chaw dei suoi genitori, gli insegnò un sacco di cose sui Trianii, sulle loro abitudini, la religione, ma evitò sempre la domanda “chi è mia mamma? E mio papà?” Gli raccontò del Grande Padre, una figura mitologica per terrorizzarlo per evitare che chiedesse ancora. Col tempo Chaw si arrese.
A cinque anni successe. Chaw e Arsian stavano scappando dopo un piccolo furto andato male dove erano stati scoperti. Chaw più lento fu raggiunto e fermato dal robot della sicurezza che li aveva sgamati. Arsian non fece nulla, se non fermarsi ad osservare: quello era forse il momento per cui aveva pregato tanto. Fu allora che bloccato dal robot a terra e senza via di fuga qualcosa scattò in Chaw e ponendo la zampa sul droide scagliò il suo primo inconsapevole fulmine di Forza. Il robot già malandato di suo non potè reggere una così improvvisa scarica elettrica e crollò a terra. Nel farlo la sua arma recise più o meno di netto l’orecchio destro. Chaw ruggì per il dolore e l’odio riuscì a scavarsi la via di fuga dal peso del droide e pezzo a pezzo lo smembrò sotto gli occhi increduli di Arsian.
(In an ocean of debris) Il terzo giorno della seconda settimana del nono mese del settimo anno accadde qualcosa di inaspettato. Due astronavi atterrarono sul pianeta con due sith che si davano battaglia. Arsian e Chaw rubarono ad uno dei due sith svenuto nella sua astronave per poi correre a casa. Il secondo sith li raggiunse per riprendersi ciò che avevano rubato. Nel farlo uccise Arsian sollevandola da terra con la Forza soffocandola e rompendo la sua colonna vertebrale. Il sith svenuto si riprese, trovò la loro casa e ingaggiò battaglia con l’altro sith. Chaw aprofittò della distrazione del secondo sith, usò inconsciamente la Forza e uccise l’assassino di Arsian sotto lo stupore dell’altro sith, che decise di prenderlo come suo allievo, portandolo via d quel posto.
“Sometimes goodbye is the only way”

----------------------------------------
Capitolo 2 – L’accademia
----------------------------------------

“you live what you learn"
Chaw provava emozioni contrastanti. Se da un lato stave vivendo il sogno di Arsian di lasciare il pianeta dall’altro stava abbandonando l’unica vita che aveva mai conosciuto, stava abbandonando la sua casa per andare chissà dove. Lo spazio era freddo, vuoto e buio. Dal finestrino dell’astronave si vedevano tante stelle, ma non riuscivano a scaldare quel buio luogo. Darth Krerto, così si chiamava il sith che lo aveva salvato, non era per niente di compagnia. Stava guidando la nave, senza parlare lasciando una piccola palla di pelo ai suoi terrorizzati pensieri.
L’arrivo all’accademia di Korriban fu anche peggio. Darth Krerto subito fece rapporto ad un alto zabrak, tale Darth Apokalypse, mentre Chaw fu lasciato da solo ad attendere fuori dalla porta. Attorno a lui non c’era nessuno se non un freddo robot della segreteria dell’accademia che però lo stava ignorando. Quando Darth Krerto uscì dalla sala disse qualcosa al robot che spinse Chaw per diversi corridoi nella direzione opposta al sith conosciuto. Lo portò quindi in un dormitorio comune, tanti letti a castello e tanti studenti tutti più grandi di Chaw. Il robot gli indicò il suo letto, poi gli diede l’uniforme da studente e lo lasciò in balia del nulla. Gli altri studenti iniziarono a prenderlo in giro dato che non conosceva la loro lingua, ma un altro trianii si avvicinò consigliandogli di imparare il basic al più presto e lo indirizzò alla biblioteca dell’accademia.
I primi giorni furono durissimi. Chaw tentava di seguire il trianii che lo aveva aiutato, ma questi freddo lo respingeva ogni volta. Con gli altri studenti imparò i primi luoghi importanti quali la mensa, la sopracitata biblioteca e la sala di allenamento. Qui un robot si prendeva cura di loro insegnando in maniera molto cattiva le basi del combattimento. In biblioteca Chaw dovette imparare da solo il basic partendo da semplici parole tramite un traduttore per poi pian piano arrivare a leggere libri per bambini in basic e quindi libri sempre più complessi. Alternare l’insegnamento autodidatta alle lezioni di teoria sith e poi all’allenamento fisico non era facile, soprattutto per gli strettissimi tempi di riposo. Gli studenti nel dormitorio cambiarono rapidamente, alcuni passarono di grado, altri morirono, altri lasciarono l’accademia, per venir giustiziati immediatamente, ma Chaw questo non lo sapeva, troppo impegnato a capire da solo una lingua di cui conosceva poche parole. Era ironico, ma aveva imparato i precetti dei sith a memoria in basic prima di sapere cosa significassero. Erano suoni vuoti per lui, fino a che non riuscì a scriverli e quindi a tradurseli in trianese.
Passarrono anni prima che potesse parlare più o meno fluentemente il basic, anni in cui si era adattato a quella nuova vita e aveva imparato le cose fondamentali sul vivere quella vita: obbedisci.
Dieci anni più tardi fu il suo turno di passare di grado, da youngling a padawan, o almeno così sarebbe la dicitura presso gli odiati jedi, e gli fu data una stanza tutta per se’. L’addestramento si sarebbe solo intensificato, ma era un passo avanti. Era una vita totalmente diversa da quella che aveva lasciato alle sue spalle, ma era l’unica che aveva e non poteva rimpiangerla. Doveva essere grato a quel sith che lo aveva portato via, all’ordine che lo aveva accolto e alla Forza che lo aveva scelto come suo araldo.

----------------------------------------
Capitolo 3 – Darth Vahlok
----------------------------------------

“We fight tonight to rule tomorrow, a dark day lies ahead"
[MEGAQUEST] La fortezza di Kharis, un’accademia segreta e casa di molteplici assassini sith, con sede a Ryloth era caduta. L’imeratrice sapeva sarebbe successo: l’assassino traditore, chiunque fosse, era andato a spiattellare tutto ai jedi. La madre oscura però lo aveva previsto ed era per questo che Chalawan era lì in quel momento. Il suo compito era salvare il salvabile e in caso di disfatta, razziare prima dei jedi l’artefatto che difendeva l’accademia.
Stava aspettando nuovi ordini con l’artefatto in mano mentre si leccava le ferite del suo combattimento con un jedi. Un fallimento, aveva vinto solo grazie al suo maestro Prkon. Fuggi aveva bippato il comlink e lui così aveva fatto. Tornando alla propria nave aveva percepito l’accademia crollare e aveva sentito tutte le anime dei fratelli e sorelle ricongiungersi alla Forza, ma non aveva potuto far altro che fuggire. Fuggire come un coniglio, come uno di quelli che non ha chances contro un apprendista jedi figuriamoci un maestro. Però quel coniglio aveva l'artefatto in mano. Aveva fatto qualcosa di buono per la sua famiglia, ma come riportare a Korriban notizia di tale disfatta? Come poteva presentarsi davanti ai suoi maestri e spiegare loro che non vi erano più sith a Ryloth?
A casa il consiglio lo attendeva, o meglio attendeva l'artefatto che portava e le sue nuove. L’area tetra del consiglio, il malumore già visibile di Darth Apokalipse lo incitarono a sputare il rospo anche se questo significasse perdere la vita. Ambasciator non porta pena non era di certo un detto famoso fra i sith, era certo che Apokalypse l’avrebbe punito per tale notizia.
In quel frangente non morì. La Forza non lo richiamò a se’, anzi venne promosso a Darth. Darth Valok era il suo nuovo nome, nato dalla distruzione e dalle ceneri come una fenice oscura. In qualche oscuro e perverso modo Darth Apokalypse riconobbe in lui qualcosa, o forse già sapendo della fine era così sorpreso di vederlo in vita che non poteva che riconoscerlo come vero membro dell’ordine.
A Kharis però non erano morti solo i suoi fratelli, ma anche la fiducia nell'unico jedi che gli aveva parlato. Gli aveva mentito. La repubblica aveva massacrato i suoi fratelli come animali, altro che prigione, altro che aiuti e seconde possibilità.
La via dei sith era l'unica via per la pace. Il sacrificio di Kharis non sarebbe stato vano.

Darth Vahlok continuò ad allenarsi, senza sosta, pur di fare ammenda per il suo peccato più grande. Non è da sith, gli aveva detto Prkon e quelle parole bruciavano nell’anima unite a quel suo cristallo nero che come un macigno gli ricordava chi fosse. Era imperfetto, Darth Apokalypse gli ricordò più volte che era una bestia, ma quella bestia si era decisa a divenire il migliore tra i sith. Quella bestia non voleva far altro che proteggere gli unici che gli avevano dato una possibilità. Quella bestia avrebbe servito l’imperatrice fino alla sua morte e avrebbe portato avanti i suoi piani dopo di essa. Per farlo doveva restare in vita e quindi doveva allenarsi ancor più duramente.
Non ci volle molto che Apokalypse lo chiamò nuovamente stavolta con l’ordine di recarsi ad Umbara e ritrovare la chiave di accesso dell’accademia delle ombre perduta. La chiave divisa in cinque frammenti era posseduta da persone malvagie che volevano studiarla e carpire i suoi segreti e quindi accedere a quella struttura conosciuta e apprendere quella tecnologia della Forza a loro sconosciuta. Darth Vahlok arrivò e per volere della Forza si ritrovò già con un alleato ed uno dei pezzi. Ritrovare gli altri fu più difficile ma nel corso di un mese poté consegnare la chiave nelle mani dell’imperatrice attendendo nuovi ordini che arrivarono subito.
Nei mesi successivi il suo compito sarebbe stato di rimettere in sesto la fatiscente struttura e di riportarla alla luce, celandola agli occhi degli umbariani. Le trappole sopite nel tempio rallentarono la sua avanzata ma una volta preso possesso della struttura centrale governare la bestia si era rivelato piuttosto semplice.
I sith avevano di nuovo due scuole: la base principale a Korriban e l’accademia delle ombre di Umbara

----------------------------------------
Capitolo 4 – Hear me Roar
----------------------------------------

"But where are the guardians now? Our idolized sun has burned out. His throne left to ash, and his legacy soon to be mine"
Fu come un colpo al cuore e come un fulmine a ciel sereno. Lontano da Umbara qualcosa era successo. Una mano gigante aveva strappato delle vite come fossero carta e le aveva lanciate al vento. Qualcosa però non tornava. Lo aveva sentito chiaro e forte, era certo che qualcuno fosse morto, ma non aveva sentito nessun ricongiungimento alla Forza, come se i morti fossero ancora in circolazione.
Ben presto giunse la notizia: Korriban è caduta, l’imperatrice e il concilio sono morti e si sono portati dietro il concilio jedi. I loro nemici, ancora più di loro, erano disbandati, senza una guida, e abitanti di una galassia che mal vedeva le loro opere. La Forza si era bilanciata di nuovo, ecco spiegato il tumulto.
Eppure, qualcosa ancora non tornava e presto una voce gli avrebbe indicato la via verso le risposte.

Chalawan Kiakuh

Specialità

Maestro della forza:
Sono un tutt'uno con la Forza e la Forza è con me. La forza è una guida e un'arma. Chalawan si è addestrato a lungo per percepire in ogni istante qualunque cosa gli accadesse attorno anche al di fuori dei normali sensi, per essere pronto a reagire. La Forza è il suo sesto senso.

Atletico:
Muri, fiumi, laghi, costruzioni, tutto è terreno per Chalawan. Ha appreso come spostarsi agilmente su ogni superficie e riesce a riconoscere dove può e non può andare. Il Parkour è per lui naturale.

Capacità Razziali:

Fauci:
I trianii possiedono delle fauci potenti, che possono usare come una vera e propria arma.

Coda prensile:
La coda dei trianii può essere considerata un quinto arto. Non è molto potente, ma riesce a manipolare in modo abbastanza preciso gli oggetti (non gli permette però di premere un grilletto o altri movimenti di precisione)

Quadrupedia:
Razze antropomorfe come trianii e cathar, con forti caratteristiche animali, hanno spesso una colonna vertebrale più elastica degli altri umanoidi e ciò permette ad alcuni di questi di muoversi tranquillamente in quadrupedia. Quando ciò avviene, il soggetto ottiene un bonus momentaneo all'agilità di +1, tuttavia non è possibile tenere oggetti in mano. La tecnica può essere usata per un numero di volte uguale al punteggio di costituzione del pg. [Acquisita]

Equipaggiamento

- Comlink
- Registratore audio (100h disponibili)
- Datacard (vuota)
- Respiratore Subacqueo Aquata (2h rimanenti)
- Computer da Polso
- Manette elettriche RD
- Traduttore personale (parla sith, twilek e hutt)
- Kit medico
- 10 fire stick
- 10 light stick
- 1 torcia a luminescenza
- Visore notturno

Armature:
- Scudo energetico RD (con modifica antiioni)
- Mantello Omniotermico

Armi:
- Spada laser (lama nera)

Droidi:
-Droide Sonda DRK-1

Veicoli: //

Astronave: //