New Star Wars Gdr

Posts written by Maggoth

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    Il mon cal sospirò, lasciando per ora la gestione della faccenda di Kara agli altri maestri. Non aveva detto nulla perchè sapeva che le intenzioni della giovane erano indubbiamente oneste o perlomeno non erano compiute con effettiva malizia. Ma allo stesso modo il suo giudizio poteva essere troppo condizionato dal fatto che era amico di Dalen e di conseguenza della sua ex allieva.
    Ma questo non lo escludeva dal comportarsi in maniera il più possibile onesta a responsabile.


    Per quanto encomiabile, Kara De'Wan non è più la tua Padawan. E' Cavaliere ora e come tale deve assumersi le sue responsabilità. Detto questo, molti di noi hanno compiute le nostre dose di sciocchezze quando eravamo Padawan o Cavalieri, quindi sono sicuro che potremmo risolvere la cosa semplicemente, magari con un turno di servizio settimanale alla mensa, una settimana di isolamento in meditazione o simili. Per ora concentriamoci piuttosto su quello che è effettivamente il nocciolo della questione.

    Si mise più indietro sul proprio sedile, congiungendo le mani sul proprio grembo e cercando di risultare il più possibile calmo e neutrale.
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    Il mon calamari aveva atteso con un certo nervosismo quella riunione. Sapeva bene perché stava avvenendo, le motivazioni, e anche che questo avrebbe portato probabili scontri e dissapori con Dalen, il suo amico. Non voleva trovarsi in quella posizione, ma capiva che era necessario.
    Cercando il più possibile di rimanere neutrale mentre gli altri maestri esponevano la questione, venne il momento per Maggoth stesso di parlare, cosa che gli richiese un paio di secondi per centrarsi e calmare le proprie emozioni. In quel momento due ruoli si scontravano in lui. Uno in quanto suo amico, l'altro in quanto Maestro del Consiglio Jedi.


    Maestro Antal, condivido finora le parole del Maestro Kastyn. So bene che nonostante l'allontanamento dalla Repubblica, restiamo comunque alleati ad essa, per quanto non voluti. Questo ci porta alla responsabilità di affrontare coloro che rappresentano una minaccia per la Repubblica, certo, ma dobbiamo averne i mezzi. così come non manderemmo mai un Cavaliere ferito ad affrontare una missione pericolosa, allo stesso modo non possiamo permetterci di affrontare le minacce della galassia apertamente. Siamo deboli, soggetti a fame, malattie, carenza di risorse e praticamente qualunque altro problema possibile. Abbiamo la Forza, ovviamente, eppure la segretezza rimane la nostra principale armatura in questo momento. Le attività della H.E.L.P., per quanto comprensibili, rischiano di mettere in pericolo l'intero Ordine e con esso gli Ysanna. Non abbiamo la capacità di fare una guerra aperta contro il Leviathan. E non dimentichiamoci che così come noi siamo sopravvissuti alla detonazione di Forza, lo stesso potrebbe valere per i Sith. Se ancora sono in giro, e vista la loro resilienza nei millenni non ne dubito, è un rischio che non possiamo correre.

    Il suo forte sostegno a qualunque attività per contrastare il Lato Oscuro era ben noto ai membri del Consiglio, sebbene non fosse zelante come per altri individui. Cercava sempre prima la redenzione, laddove possibile. Essa, purtroppo, non era facilmente raggiungibile.
    Questo significava che se lui stesso era disposto a mettere da parte qualunque attività contro tali minacce, significava che dava molta importanza alla salvaguardia dell'ordine.


    E' importante che mettiamo in sicurezza prima noi stessi e poi Ossus prima di poter pensare agli altri. E' tristi, ma se cerchi di salvare qualcuno mentre tu stesso stai affogando, le morti saranno due.

    Voleva tirare fuori il discorso che anche lui faceva parte, al momento della sua fondazione diversi anni prima, della H.E.L.P., ma significava anche che a questo punto avrebbe esposto a tutti quanti che Dalen aveva deliberatamente nascosto anche al vecchio Consiglio l'esistenza dell'organizzazione, mentre ora era come se fosse stato un evento recente e più legale. Voleva coprire, almeno in questo modo, il suo amico.

    Dalen, l'organizzazione è nata anche per aiutare chi ha bisogno di aiuto e, in questo momento l'Ordine egli Ysanna hanno bisogno di aiuto. Dobbiamo essere completamente indipendenti perché ormai la Repubblica non vuole più avere nulla a che fare con noi ed i nostri nemici sono ovunque. Continua ad muovere la H.E.L.P. ma fai si che l'Ordine ne riceva un beneficio concreto, perché ora stiamo affogando. La domanda è se vuoi lanciarci un salvagente o attirare gli squali. Perché purtroppo, agendo così, cominceranno a fiutare il sangue. E non posiamo permettercelo. Per nessun motivo.

    La parte finale era stata più dura del previsto, ma così doveva essere. Dalen aveva agito con buone intenzioni, la tali intenzioni potevano distruggere la loro ultima possibilità di salvezza. Non potevano permetterlo.
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    Benvenuto
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    Credo andrebbe specificato se la tecnica funziona solo a contatto oppure a distanza
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    Era appena entrata nell'ascensore che subito un individuo, un devaroniano a guardare le corna, si era intrufolato all'interno un momento prima che si chiudessero le porte, quasi "forzando" l'ingresso. La primissima reazione di Lyra fu di fare un passo indietro e posizionarsi più lontano da lui, ma l'uomo era mascherato e sembrava comportarsi come un altro invitato alla cena. Certo, poteva anche essere un attore ingaggiato per fingere di essere un invitato, questo avrebbe dovuto eventualmente scoprirlo più avanti. L'importante era che non sembrava avere cattive intenzioni. Per ora. Si costrinse a calmarsi e rilassò i propri muscoli, cercando di non far trasparire la tensione, lasciando invece parlare l'uomo fino a che non si decise, finalmente, a presentarsi, con un inchino.
    In quanto nobildonna hapan il suo rifiuto di inchinarsi ad un uomo era quasi totalitario, ma doveva leggermente cedere qualcosa. Stava interpretando una parte, dopotutto.
    Decise, dunque, di creare un saluto rituale che, come molti altri saluti, mostrassero fiducia nell'interlocutore mostrando una debolezza, un momento di vulnerabilità. Dare la mano significava rinunciare alla propria mano forte, inchinarsi ti rendeva suscettibile a colpi alla testa. Molti altri saluti comprendevano combinazioni diverse di debolezze e lei decise di procedere di conseguenza, ma senza inchino. Quello no.
    Chiuse gli occhi e portò la mano destra alla spalla sinistra, come avvolgendosi ulteriormente nel mantello.


    Il piacere è mio, signor Lavron. Sono Kayla Merto.

    Riaprì gli occhi e sorrise nella maniera più dolce e calda che potesse, cercando di apparire accogliente ed accomodante.
    [CHARME]
    Che ribrezzo.
    Attese pazientemente i pochi minuti in ascensore prima dell'arrivo cercando di essere educata ma altresì discreta. Non voleva ancora parlare con lui.
    Le porte si aprirono ed al loro cospetto comparve un mon cal ben vestito e smascherato, che si presentò come Lord Globbart. Il probabile anfitrione ed uno degli attori della cena, vista la totale assenza della maschera. Su di loro poteva stare certa che fossero solo attori. Buono a sapersi.
    Ripetè a lui lo stesso identico saluto che aveva fatto poco prima a Lavron, unicamente cambiando il nome dell'interlocutore, e dopo accettò il braccio del devaroniano come accompagno, sebbene toccando leggermente e senza stringerlo particolarmente. Accettava il gesto di educazione e rispetto, ma non così tanto da rischiare di aggrapparsi a quella persona. Non ne aveva alcuna intenzione. A quel punto, non conoscendo minimamente la planimetria del luogo, decise di farsi accompagnare fino al soggiorno, dove stavano per avere un aperitivo.


    Lancio dado: 8
    • 1d20
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    • Inviato il
      25/11/2021, 15:18
      Maggoth
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    Di base il consiglio è fare quello che vuoi fare, perché se cerchi di riempire di mancanti, magari non ti soddisfano e lasci perdere, cosa molto diversa se invece ti piace il personaggio
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    Nonostante l'impossibilità di distinguere le espressioni facciali, ad Ewan bastò la loro gestualità per capire che i due erano soddisfatti della sua risposta. Il più curvo sembrava essersi rilassato, mentre l'altro era più incline alla trepidazione.

    Partenza quando soli calano. Vai confine nord, noi attende. Tu porta tue scorte, noi non condivide. Viaggio dura sette notti o quattro cicli, se noi veloci. Noi andare ora.

    A quel punto, senza altri particolari, saluti, i due jawa saltarono giù dagli sgabelli e se ne andarono, incuranti degli sguardi altrui.
    Cosa che invece non era Ewan, perché notò chiaramente più di un individuo seguire con lo sguardo sia i jawa che lui. Le loro intenzioni non erano chiarissime, ma sembravano quantomeno curiosi, se non direttamente interessati. Più di uno sembrava essere abituato a combattere, forse mercenari o appartenenti a milizie locali. Difficile dirlo con certezza, ma, almeno per ora, gli sguardi non sembravano ostili.
    Per ora.

    Se lo desideri, puoi fare acquisti dell'ultima ora all'interno dell'avamposto. Il luogo non è esageratamente fornito, ma trovi tutte le necessità di primo bisogno (alimenti e simili) ed attrezzature di sopravvivenza varie e qualche arma base. I mezzi sono tutti quanti impegnati e non in vendita o affitto.
    Si va a piedi.
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    Durante il processo di prelievo il ragazzo agì con cautela e professionalità, come richiesto, riuscendo anche a non causare particolari fastidi alla diplomatica. Nonostante questo, però, difettava molto in un altro ambito, ovvero quello dell'ascolto del paziente.
    Nonostante gli avesse chiesto espressamente di abbandonare il discorso riguardante il suo attacco, l'uomo aveva proseguito imperterrito, parlandone in termini medici ed accademici. L'argomento era spinoso e troppo vicino alla sfera privata ed emotiva della donna perché lei potesse accettare di venire così prontamente ignorata da un maschio a cui aveva espressamente detto quello che voleva. L'insofferenza era alle stelle e fece una nota mentale di ricordarsi di punire in futuro il medico che le aveva fatto quello scherzetto. Sarebbe finito a pulire sederi di vecchi duros per il prossimo anno.
    Nel frattempo il ragazzo aveva proseguito nella sua filippica, arrivando solamente alla fine a ricordarsi che lei gli aveva espressamente chiesto di abbandonare quell'argomento. Finalmente. La cosa divertente fu quando disse che voleva gettarsi a fare psichiatria.
    Questo era insolito per due motivi.
    Il primo era che in tutti gli ambiti psichiatrici o psicologici l'ascolto era fondamentale e lui non stava ascoltando granchè, bensì parlava tanto. E già questo non era molto a favore di questa sua inclinazione professionale.
    La seconda cosa era che non era neanche sicuro se un infermiere potesse non solo specializzarsi in psichiatria, ma addirittura aprire un proprio studio. La prima parte poteva anche essere, non era pratica, ma di certo un infermiere non apriva studi privati di psichiatria. Quello lo facevano i medici riconosciuti ed accreditati. Un infermiere al massimo lavorava per uno di questi infermieri. Ergo, aveva mentito, oppure si era espresso decisamente male. In ogni caso, questo non le piaceva affatto. Perché se aveva detto una verità edulcorata, allora era un idiota incapace e non lo voleva lì.
    Se invece avesse mentito, perché farlo? Che senso aveva mentirle? A cosa voleva arrivare?
    Non lo sapeva ancora ma era certa che non lo avrebbe gradito, così come ora non gradiva più molto lui. Era una sensazione iniziale, certo, ma aveva imparato a fidarsi di certe sensazioni.
    Nonostante ciò le sue espressioni e il tono di voce rimasero praticamente invariate. Non voleva farlo insospettire di nulla.


    Apprezzo i suoi consigli, ma sono già a stretto contatto con numerosi uomini a causa del mio lavoro, quindi sono già soggetta ad una sorta di stress controllato. Preferisco utilizzare il mio tempo libero in compagnia di donne fidate.

    Terminò la frase guardando Keeva, lasciando intendere che fosse lei una delle suddette donne. La cosa, indubbiamente, le avrebbe fatto piacere. E difatti già la vedeva mettersi ancora più in tiro, quasi alzandosi ancora di più per quanto si era raddrizzata. Decisamente una creatura prevedibile.
    Ma la SUA creatura prevedibile.
    Dopodiché prese il contenitore richiesto e si diresse tranquillamente verso il bagno, senza preoccuparsi troppo dei movimenti dell'infermiere, perché sapeva bene che Keeva le sarebbe stata dietro come suo scudo. Così fu, difatti, visto che l'echani si posizionò davanti la porta, immobile come una cariatide di granito.
    Il tedioso compito venne portato avanti e terminato senza troppe cerimonie, e dopo essersi lavata le mani, Lyra fuoriuscì dal bagno, lasciando il contenitore sul tavolino come suggerito da Meijer e si sedette nuovamente sul bordo del letto, con le gambe all'esterno, in attesa della visita oculare.


    Dal canto suo, Keeva non si lasciò mai sfuggire per un singolo istante istante l'infermiere, persona di cui non si fidava minimamente. E non per i motivi, logici, che la sua signora aveva evidenziato a sua insaputa, bensì per puro e semplice pregiudizio. Era un maschio e, come se questo non bastasse, pure echani. Aveva Un rapporto molto complesso con la propria specie, ma con i maschi era semplicemente pessimo. Non poteva e non voleva fidarsi di quell'individuo e, anche se non era ancora sicura se la Galney fosse o meno colpevole di quanto la si accusava, non avrebbe permesso a qualcuno come quel maledetto esserucolo di minacciarla o farle del male. Nossignore, ne andava del suo onore di guardia del corpo.
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    Benvenuto! Come dice Eleni, non usiamo dadi ma molto di noi sono cresciuti con d&d (faccio il DM da più di 15 anni, quasi 20), quindi penso non avrai problemi
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    Facendo il possibile per ignorare il commento sullo sciroppo di Lucy, Myra si era concentrata il più possibile sula contrattazione, rendendosi conto di quanto sarebbe stato essenzialmente inutile. L'uomo non aveva ceduto e lei aveva dovuto invece abbassare la cresta e pagare il prezzo pattuito. Suo padre non sarebbe stato contento.
    Afferrò al volo il foglietto lanciato dall'individuo chiamato Krol, avvicinandosi anche abbastanza da poggiare, con lentezza e delicatezza, una mano sul blaster per farlo abbassare e contemporaneamente allontanare Lucy dal pericolo.


    Allora noi qui abbiamo finito, quindi ce ne andiamo. Al prossimo scambio, Turlow.

    Si girò poi verso Lucy, lo sguardo molto più preoccupato e nervoso.

    Usciamo, abbiamo finito qui. E restituisci la bottiglia, ci tengono molto.

    Aveva, vagamente, cominciato a capire come funzionava la mente della lucertolona e sembrava prendere tutto molto tranquillamente e con il massimo dell'innocenza possibile. Non le era ancora chiaro come facesse ad essere ancora viva con una personalità come quella, ma probabilmente era solo incredibilmente fortunata.
    Una volta usciti dal locale, Myra avrebbe letto il foglietto con sopra scritto l'indirizzo. Non lo conosceva minimamente, ma sicuramente i computer di bordo avrebbero trovato facilmente la posizione dell'edificio, per cui tanto valeva comunicarla direttamente al boss e risolverla così.


    Dammi un momento, Lucy, faccio una chiamata.

    Prese il comlink e digitò il numero che più di tutti odiava comporre, ma che finiva per usare più degli altri. Dall'altro capo della chiamata finalmente qualcuno rispose, senza neanche parlare, solo un profondo respiro, quasi grattato.

    Ho trovato il carico rubato, si trova nel terzo capanno a destra all'interno del quarto vicolo del mercato principale, ingresso sud. Dovrebbero essere in cinque all'interno. La soffiata viene da Turlow e... ha richiesto il doppio della solita tariffa.

    Mh. Torna immediatamente alla nave, ci muoviamo immediatamente. Parleremo dopo.

    ...Si capo.

    Con un profondo senso di stress, come se la gravità fosse aumentate di un paio di punti, Lyra ripose il comlink e si voltò verso Lucy.
    Che non c'era. Totalmente sparita, volatilizzata.


    Ma che diamine... dov'è finita?

    Era in un certo senso un sollievo, perché a quel punto avrebbe dovuto salutarla, perché le loro strade a quel punto si sarebbero dovute dividere, ma così era inaspettato. Si sentiva piantata in asso, doveva ammetterlo.
    Conscia che il rientro all'hangar sarebbe stato traumatico con le poche luci disponibili, Myra si mosse, cautamente, in direzione della sua "casa" mobile, dove la sua famiglia l'aspettava.
    Purtroppo.
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    L'ingresso del droide non stupì Lyra, sebbene avesse sperato di poter finalmente incontrare il Barone. Tuttavia aveva ormai intuito che la figura di spicco cercava il più possibile di evitare incontri non necessari e lei, per quanto provasse un profondo senso rispetto per sé stessa e fosse certa e sicura del proprio valore, si rendeva conto che esternamente tale valore era, al massimo, potenziale e non effettivo. Attualmente non valeva moltissimo e tutto quello che il Barone stava facendo per lei era unicamente in favore di questo fantomatico valore potenziale.
    Sorrise, conscia di doversi accontentare del droide.


    E' un piacere rivederla, signor Max. Vi ringrazio per la celerità nel vostro lavoro.

    Il fatto che si fosse seduto senza subito tirare fuori alcun tipo di documento o apparecchio lasciava intendere che non avrebbe lasciato i risultati così facilmente. Le seguenti frase espresse dal droide confermarono i suoi sospetti.
    Quello che stavano avendo ora non era uno scambio d'informazioni, ma una transazione commerciale. Un favore per un favore.
    Tali scambi erano tanto equilibrati quanto lo erano i bisogni dei due partecipanti, e laddove Lyra aveva davvero bisogno di quei risultati, non sapeva quanto effettivamente D'nec necessitasse della sua prestazione politica. Era in posizione di svantaggio. L'unica cosa che poteva fare era cercare di limitare il più possibile quanto avrebbe dovuto dare al Barone in cambio di ciò che voleva. Porre dei paletti.


    Non c'è problema, comprendo l'impegno che un individuo della sua levatura si trova a dover affrontare quotidianamente. LA prego di ringraziarlo per il tempo concessomi anche di chi lo aiuta, come lei. Detto questo, sebbene non abbia davvero necessità personale di conoscere l'esito delle analisi, visto che sono certa della mia innocenza, sono comunque in necessità di avere un rapporto materiale. Può dire al barone che, viste le assicurazioni che mi ha appena posto, non ho problemi ad assistere sua eccellenza in questa manovra, chiedendole tuttavia di aggiungere un'ulteriore condizione. Sono una diplomatica repubblicana presso il Consorzio Hapes ed io stessa hapan. Comprenderà dunque che la mia lealtà risiede principalmente in queste due organizzazioni. Non posso portare avanti impegni che comportino danni a queste due realtà in quanto io stessa ne faccio parte. La lealtà per me è importante, come sono certo tutti comprendiamo.

    Stava parlando a Max, ma questa parte del discorso era ovviamente rivolta anche a Keeva, sebbene non la stesse minimamente guardando in questo momento. Ma sapeva bene che lei ascoltava quello che diceva. Sempre. In fondo, anche se attualmente non si sentiva come tale, Keeva era una Rëjërey e Lyra la sua Ta'din. Finché rimaneva al suo servizio, avrebbe dovuto ascoltarla, volente o nolente.
    Ed era forte intenzione di Lyra che tale compito fosse volente.


    Se mi garantite che non vi saranno danni effettivi ingenti ad esse, potremo discuterne. Qualunque incomprensione può essere appianata ed ad eventuali disagi sarà facilmente posto rimedio quando riprenderò pienamente il mio attuale ruolo. Quindi, se tali condizioni sono accettabili, caro Max, abbiamo un accordo.

    Sapeva bene che, se avesse voluto, Max poteva completamente rigettare questa condizione ed obbligarla ad accettare comunque, ma la realtà era che lei gli aveva dato una via di scampo per accettare e comunque fare quello che voleva. Aveva detto chiaramente non vi dovevano essere danni INGENTI e qualunque cosa minore sarebbe stata risolta. Il valore di minimo o ingente era puramente soggettivo, quindi aveva effettivamente accettato, pur mantenendo la faccia con la propria sottoposta. E reputava Max abbastanza intelligente da capire la sottigliezza.
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    Volendo, se posso, potremmo modificare questa versione rendendola simile ad Indomito ma basandola sull'agilità. Riduci i danni schivandoli parzialmente invece di prenderli interamente, lasciandola solo per Maestro di arti marziali. Sempre attiva, ovviamente
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    Dopo aver salito le scale, come su indicazione della barista, il loro ingresso venne interrotto da un altro trandoshano, apparentemente più grande di Lucy e probabilmente più cattivo. Apparentemente era dedito al suo lavoro di buttafuori perchè non voleva proprio farle passare. E questo era un problema.
    Non avevano tempo da perdere in uno scontro, specie non sapendo se avrebbero vinto e comunque avrebbero avuto probabilmente la certezza di finire in un mare di guai a prescindere. Dovevano risolverla pacificamente e senza causare troppo casino. Si mosse in modo tale da avere Lucy tra sé ed il grosso lucertolone prima di agire.


    TURLOW! CI MANDA TARIX, E' IMPORTANTE!

    Il grosso lucertolone era pronto ad avventarsi sulla ragazza ma il semplice fatto che aveva davanti Lucy rendeva il tutto più difficile e di certo Myra non aveva intenzione di farsi prendere.
    Dopo alcuni secondi la porta si aprì, con un umano, palesemente un mercenario, che fece cenno al trandoshano di levarsi e farle passare.
    Voltandosi brevemente verso il buttafuori, Myra gli fece la linguaccia prima di fiondarsi all'interno per evitare ripercussioni.
    L'interno della stanza era come un piccolo salottino con un divano, alcune sedie, un tavolo carico di alcolici ed una parete con alcuni schermi collegati alle varie macchine da gioco al piano di sotto. Probabilmente questa stanza fungeva da sala di controllo.
    Oltre ai vari mercenari sparsi per la stanza c'era anche un umano un po' grassoccio, seduto sul divano, a guardare gli schermi. Indossava un vestito bianco con pois dorati e la totale mancanza di peli, fossero essi capelli o sopracciglia era quantomeno inquietante. Sembrava un neonato cresciuto. Parlo senza minimamente filarsi le nuove arrivate.


    Cosa serve a Tarix, bambolina? E sii veloce, il mio tempo è prezioso e mi sento già di averne perso troppo.

    La voce aveva un che di rasposo, cosa molto strana. Dalla sua forma fisica sembrava una voce sbagliata, come se fosse stato più logico avere una voce oleosa, viscida.

    Alcuni delinquenti hanno rubato qualcosa alla banda. Il capo la rivuole indietro. Sa dove si trovano?

    Mh. Voglio il dieci per cento del bottno.

    Non se ne parla, facciamo il cinque.

    Ragazzina, mi stai facendo perdere tempo. Voi non sapete un cazzo di dove si trova, io si. Il Dieci percento, o mando i miei uomini e prenderanno tutto loro. Vedi te.

    Lurido figlio di... e va bene, andata.

    Perfetto, lasciate la mia parte sul posto, poi la ritirerò. Krol, dalle l'indirizzo.

    La piccola vittoria ottenuta con il trandoshano era stata brutalmente annichilita da quel momento di frustrazione. Certo, aveva ottenuto le informazioni che voleva, ma aveva dovuto pagare un prezzo più salato del previsto. Il capo non sarebbe stato contento. Inconsciamente tremò per un paio di secondi, al pensiero della sua rabbia.
    Non le piaceva quando era furioso. Erano giorni brutti.
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    Erano anni ormai che non tornava personalmente su Iego. Dopo la trasmigrazione dell'intero Ordine Jedi sopravvissuto su Ossus, era stato troppo impegnato per viaggiare sul pianeta per motivi non essenziali. Ed anche in quel caso aveva dovuto mandare qualcun altro a suo nome per barattare alcuni materiali. Mentre l'astronave evitava i vari asteroidi sparsi attorno il pianeta, Maggoth si rese conto di essere contento di essere tornato laggiù. Era tempo ormai che non vedeva più Kashiri, Johnny e Nai. Quei tre erano stati il loro principale contatto con la popolazione e dopo aver saputo cosa era successo e cosa aveva causato il loop temporale che aveva imperversato per tantissimo tempo sul pianeta, un mare di emozioni li aveva colpiti. Stupore, incredulità, paura, rabbia ed infine sollievo nel sapere che era tutto finito. La notizia viaggio rapida per i vari villaggi e superata l'iniziale incredulità, tutti ringraziarono profusamente Maggoth, acclamandolo come Salvatore di Iego. Il che aveva senso, visto che era andata effettivamente così. Il mon cal era troppo modesto per vantarsene o considerarlo più di un dovere personale, ma le persone del pianeta erano davvero grate al Jedi per quello che aveva fatto.
    Tutte tranne una, la causa di tutto.
    La Fine.
    Dopo essere sopravvissuto al suo tentativo di suicidio, il potentissimo individuo semplicemente s'incamminò nelle piane desolate, senza farsi più vedere. Il ciclo si era interrotto, il che significava che lui viveva ancora, ma nessuno lo aveva più visto. E nessuna tempesta arrivò mai più sul pianeta. Qualunque fosse stato il suo destino, Maggoth lo ignorava. Poteva solo sperare avesse finalmente trovato pace.
    Poco dopo essere arrivati nelle vicinanze del villaggio con la Shiny, il droide pilota Sixby parcheggiò l'astronave nello stesso punto dell'ultima volta, constatando che la struttura urbana dell'insediamento era rimasta quasi uguale. Il che era normale, non c'era molto traffico sul pianeta, anche se leggermente di più rispetto a prima del Loop.
    Lo spiazzo che veniva usato come porto per le astronavi era quasi vuoto, il che era un bene perché il mercantile occupava una discreta quantità di spazio.
    Karatar lo aveva accompagnato in questo viaggio, come rappresentate degli Ysanna nella questione. Almeno ufficialmente, mentre in realtà era solamente per cambiare un po' aria. Amava Ossus, ma dopo anni bloccato lì era necessario un pò di mutamento nello scenario.


    Maestro, questo pianeta non sembra molto meglio di Ossus.

    Il che non era lontano dalla verità. Iego era un pianeta principalmente arido e desertico. Per quello che aveva in mente Maggoth non era per nulla ottimale, ma aveva altre qualità fondamentali. Era isolato e poco conosciuto, ma abbastanza raggiungibile da non essere completamente sconosciuto. Questo garantiva una linea di rifornimenti.
    La popolazione inoltre era molto favorevole nei confronti di Maggoth e se richiesto avrebbero sicuramente mantenuto qualunque tipo di segreto da lui richiesto, come l'esistenza di Ossus o i reali proprietari di quanto stavano per costruire. La segretezza era fondamentale. Quanto stavano per fare sul pianeta avrebbe garantito un primo passo verso l'indipendenza di risorse di Ossus, a partire da quelle alimentari ed economiche.
    Fuori dalla rampa dell'astronave, ad attendere i due jedi c'era una donna, una kiffar che Maggoth conosceva bene. Era stata la prima persona che aveva mai incontrato sul pianeta.
    Nai.


    Ehilà, campione! Bentornato su Iego!
  15. .
    Le disposizioni di Orion vennero seguite il più possibile alla lettera, con i vari membri della sicurezza sparsi per la base che svolgevano quanto disposto e cercavano, al meglio delle loro possibilità di portare avanti il tutto. I feriti venivano soccorsi, l'edificio setacciato, il perimetro ristabilito ed anche forze di sicurezza aggiuntive arrivarono tempo dopo, soprattutto da parte della CorSec che ormai era stata allertata dell'attacco.

    Bloccato e legato, Mel sputò per terra alla domanda del guerriero, totalmente sprezzante.


    Crediti e la soddisfazione di sbatterglielo nel culo della CorSec, quei pezzi di merda. Mi hanno rifiutato quei bastardi. A me! Ero il migliore tra tutti i cadetti e mi hanno sbattuto fuori! Anche qui dentro sono il migliore ma sono sicuro che non mi avreste fatto passare, o sbaglio? No, non sbaglio. Voi al comando siete tutti uguali, guardate solo i vostri cazzi e vene fregate di chi vale davvero. Fate salire solamente raccomandati e pecorelle pronte a fare quello che volete in qualunque momento. Maledetti bastardi...

    Qualunque risposta o ulteriori domande che Orion avesse dato a Mel non avrebbero avuto seguito, perché immediatamente Orion ricevette una comunicazione urgente dal perimetro. I CorSec erano arrivati e stavano requisendo il comando dell'intera operazione. Di li a poco sarebbero arrivati al centro di comando e nessuno lì aveva l'autorità per fermarli, se così avessero voluto.
4011 replies since 11/2/2015
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