New Star Wars Gdr

Votes taken by Eleni Bok

  1. .
    Se i robot avessero potuto arrossire, C5 ci sarebbe andato molto vicino, invece ondeggiò sui propri perni un paio di volte, tirando fuori i braccini metallici, in imitazione di 08, per poi posarli ai "fianchi" ed annunciare il proprio nome.
    La designazione di questa unità è RD-C5, pilota, meccanico, analista, hacker e recentemente aggiornato con la funzione di artigliere. sciorinò con tutto l'orgoglio possibile, poi Thanen gli lanciò il suo sguardo addosso ed allora 5C si sgonfiò di ogni fregio.
    La perquisizione di 08 non aveva rilevato un bel nulla, anche se Thanen aveva dovuto correggere il tiro a C5 un paio di volte: il robottino tendeva a spostare l'occhio lontano dagli interni dell'altro astromeccanico, come se fosse in imbarazzo, il che ovviamente era ridicolo per un droide... anche se Thanen aveva imparato a non dare poi nulla per scontato con le unità R2 e con molti altri modelli.
    Quando tutto fu di nuovo al proprio posto e chiss e robot ebbero finito di comunicare, toccò a C5 rivelare il risultato delle sue analisi al vicolo.
    Thanen le lesse collegando un cavetto del suo pc da polso, direttamente all'astromeccanico, mentre lui le enunciava a voce, in binario.
    Il sensore di forme di vita non aveva riportato nulla degno di nota, ad eccezione di ratti e scarafaggi ultralarge, idem quello di movimento, tuttavia il sensore di calore, molto più sofisticato della semplice visione ad infrarossi di Thanen, aveva registrato una scia di calore, ora quasi raffreddatosi del tutto, che si dirigeva verso est. Certo, avrebbe potuto voler dire tutto o nulla, ma il chiss ne tenne comunque conto, prima di ascoltare ciò che 08 aveva da dirgli.
    Fa strada.
    Il percorso non fu lungo: Thanen rimase poco dietro a 08, tenendo occhi ed orecchie bene aperti e trattenendosi dagli occasionali colpi di tosse che ancora gli provocava il fastidioso pizzicore in gola. C5, invece rimase in retroguardia, secondo gli ordini del suo padrone, anche ogni tanto il suo oculare ingrandiva sull'altro robottino, più avanti.
    Una volta arrivati, i tre si trovarono di fronte ad un bivio. Subito, Thanen analizzò lo spazio circostante con una prima lunga occhiata da fermo.
    Si trovavano circondati da palazzi fatiscenti, con una bancarella di cibo spazzatura, in parte divelta, e poi abbandonata, posta al lato opposto a quello dove si trovavano ora, e nella direzione in cui era proseguito l'inseguimento. Dopo essersi assicurato che non ci fossero facce curiose a spiarli, Thanen afferrò la pistola e si innoltrò di un paio di metri verso la direzione presa dai loro bersaglio. La strada era costellata di scatoloni rotti, alcuni pieni di vecchi cenci, altri con bottiglie e vasi di coccio, ce n'era anche una con una serie di vecchie bambole decapitate. Le pareti alte dei palazzi accanto, erano completamente ricoperte da graffiti [PSICOLOGIA DEL DESIGN].
    La maggior parte dei disegni e delle scritte, erano opera di più mani inesperte, ragazzi e ragazze di varie specie, che si esercitavano ad usare le bombolette, ma ce n'erauno un paio dal contenuto satirico che Thanen aveva addocchiato subito. Le linee spigolose, i colori accesi e contrastanti, la dinamicità delle scene, quelle lievi sfumature tra i toni complementari... Che cosa ci facevano i suoi lavori là sotto? [INTUIZIONE]
    Forse...
    C5, usa il tuo scanner magnetico sulla parete. Qui e qui.
    D'apprima Thanen aveva tastato la superficie colorata con le dita, cercando delle scanalature, poi però aveva avuto una piccola intuizione, una che si rivelò essere corretta, nel momento in cui C5 sottopose la parete alla luce degli scanner.
    Ma certo..
    Una parte dei pigmenti utilizzati risaltavano ora sul resto, grazie alle loro proprietà ferromagnetiche e così facendo avevano mostrato il disegno sotto al disegno. A Thanen era parso di notare unos spessore differente in alcuni punti ed infatti era lì che stava il messaggio: un codice cifrato.
    Tipico di lei... sorrise sotto i baffi il chiss, ripensando al suo primo incontro con la giovane e il modo in cui aveva dovuto risolvere un puzzle musicale per riuscire ad aprire la porta del passaggio segreto che l'aveva condotto fino a lei. In questo caso il tutto era molto più semplice e sbrigativo, segno che il posto doveva essere una base per soste brevi, e tuttavia...
    C5, il tuo sensore di calore, in quest'area.
    Bip-bip-bop! esclamò il suo signorì, il droide, prima di procedere, il tutto lanciando un'occhiatina a 08.
    Eccolo qui...
    Finalmente l'aveva trovato: sotto un sacco dell'immondizia, una zona di temperatura leggermente più calda, nascondeva un pannello rialzabile e sotto a quello, un tombino con un tastierino numerico. Thanen inserì la combinazione segnata sul muro e...
    *CLICK*
    C5, scendi in avanscoperta, scansiona l'area per forme di vita. Dacci il via libera, se tutto è ok.
    Bip-bip-bop!
    Thanen spalancò il tombino, il robot accese i razzetti e lentamente si calò nell'oscurità.
  2. .
    Questa unità concorda, R2-08, ma aggiunge che il tuo telaio ha dei *ricerca termine--> termine trovato* bellissimi colori. A questa unità piacciono molto i colori. commentò il robottino, ignaro di aver appena reso totalmente vano l'uso di un nome in codice del suo proprietario.
    Thanen, aveva infatti potuto constatare come l'astromeccanico avesse detto il vero: le sue specifiche, sebbene comprendessero una base di meccanica ed informatica, erano molto diverse dal classico modello R2, e la medicina sembrava essere uno dei suoi punti forti, anche se per qualche ragione, gli era stato installato un programma anche per la gestione di fucili e pistole, o così il chiss aveva compreso, osservando dei particolari graffi sui braccini robotici di 08, che mostravano il segno del calcio delle suddette armi, dopo che erano state utilizzate. In poche parole, quel droide era molto, molto particolare, anche se non un perfetto esempio di efficienza. Se qualcuno avesse voluto un robot medico, ne avrebbe trovati di modelli di gran lunga più competenti, ed anche negli altri campi sarebbero potuti essere scritti dei programmi molto superiori. Il fatto che però 08 avesse installata una voce femminile, parlasse il basic e se ne girasse a zonzo, dava da pensare. La curiosità del Capitano, crebbe ulteriormente assieme ad un sospetto. La prima venne quando 08 disse di aver scelto spontaneamente di inseguire l'agente dela CSF e il ladro, mentre la seconda era la diretta conseguenza del sentirsi chiamare Capitano.
    Era forse stato riconosciuto? No, non aveva senso... Ma quindi...
    Lo sguardo passò da un astromeccanico all'altro e quando C5 indietreggiò sulle sue rotelline e borbottò qualcosa in binario, il chiss intuì ciò che doveva essere successo. A quanto pare il suo R2 era un chiaccherone.
    Ti prego di non chiamarmi Capitano. Solo Duine andrà bene. disse per prima cosa a 08, mentre C5 cigolava sul posto, come a giustificarsi.
    E' vero, sto cercando l'agente del CSF. annuì poi, anche se dentro di sè non poteva evitare di domandarsi se vi fosse qualcun altro in ascolto.
    Permettimi di perquisirti e farti scansionare da C5, prima di proseguire. in teoria quella era una richiesta, e il tono era senza dubbio cortese, eppure suonava lo stesso come un ordine. Il sospetto di Thanen era che qualcuno avesse messo una microspia all'interno dello strano robottino, così da poter spiare lui, o forse non lui, bensì chiunque si fosse interessato alla storia. Perchè mai? Beh, le ragioni potevano essere moltissime e Thanen non poteva ancora escluderne nessuna, anche se propendeva più per qualcuna, rispetto alle altre. Parte del suo lavoro era quello di essere sempre sospettoso e aspettarsi tranelli ed inganni, ma non era solo lavoro, per lui era anche una sorta di divertimento: aveva sempre amato i giochi di indagine.
    Se 08 si fosse lasciata controllare, Thanen, soddisfatto, le avrebbe quindi rivolto le successive parole...
    E' un piacere fare la tua conoscenza, unità R2-08.
    Sì, fino a quel punto, la robot aveva, senza saperlo, rischiato di essere abbattuta al minimo segnale di pericolo, ma una volta rassicurato che tutto fosse davvero in ordine, il chiss avrebbe potuto dedicarle tutta la buona educazione di cui era fornito.
    Hai visto da che parte sono andati i due? chiese con molta semplicità.
    C5, quelle analisi? ricordò poi al suo astromeccanico, che si riprese egregiamente dalla brutta figura di poco prima e con un "sìgnorì" in binario, continuò da dove si era fermato.
    Ritieni che ci siano dei feriti? fu l'ulteriore domanda a 08, perchè se così fosse stato, procurarsi un kit di pronto soccorso poteva essere essenziale, e lui non ne aveva uno.
  3. .
    Oh, non sono necessarie scuse, si figuri. I Mon Calamari hanno dei gusti molto diversi dagli zeltron e i nostri tratti intestinali sono molto più delicati, però mi fa piacere assaggiare qualcosa di esotico. liquidò in fretta le preoccupazioni di Dalen, lo scienziato, per poi concentrarsi sulla materia che realmente pareva interessarlo.
    Beh, vede, io sono impiegato nella Ricerca e Sviluppo dell'Esercito, è vero, tuttavia ho molte conoscenze in campi differenti della scienza, persone che sono molto riconoscenti ai Jedi, per il loro operato, specialmente mie compatrioti di Dac, la cui casa sarebbe stata persa per sempre senza l'intervento della Repubblica, ma certamente anche dei Jedi. accennò, con voce un po' più bassa, ma sempre rilassata. Dalen poteva percepire una moderata preoccupazione nel mon cala, mentre parlava, tuttavia era difficile dire quale fosse la ragione. Probabilmente non voleva essere interrotto dagli altri, visto che aveva abbassato la voce. In ogni caso, non sembrava mentisse.
    Questa non è certamente la sede più appropriata, tuttavia se voleste parlare di nuovo di faccende inerenti abitabilità e sicurezza, vi prego di rivolgervi a me. Naturalente non posso dirottare fondi pubblici, tuttavia sono pagato bene per svolgere il mo lavoro e non troverei soddisfazione maggiore se non cercare di risolvere i problemi che sembrate possedere. concluse.
    Mentre i due parlavano, il Jedi percepì come un prurito, il segnale che qualcuno lo stava tenendo d'occhio e dando una rapida occhiata in giro, avrebbe notato che la donna seduta frontale alla regina, quella del gruppo della Nadir che non si era presentata, aveva lo sguardo fisso su di lui e il dottore e molto concentrato, quasi stesse attivamente ascoltando la conversazione, anche se era difficile fosse possibile, dalla distanza a cui si trovava.
  4. .
    Ah! Questa poi! Uno si immola, facendosi inseguire dai mostriciattoli che stanno masticando la gente, e quelli hanno pure il coraggio di dire che era una cosa stupida! La prossima volta tu vai con Jax e vediamo quanto bene ve la cavate con i mostro-cosi! ribattei, facendo finta di essere stizzito. In verità non mi importava un bel niente della sua opinione, nè di quello che ne avrebbe pensato Prine (se m fosse importata una sciocchezza simile, avrei anche dovuto tagliare la testa alla piccola chiss, per quello che aveva fatto), ma la scenetta faceva ambiente e allentava la tensione di quella che sarebbe potuto essere uno scontro mortale, per alcuni di loro. Io puntavo tutto sulla morte di Jax.
    CITAZIONE
    Keldor, due minuti. Dobbiamo parlare.

    Ed ecco che il Rosso veniva a rovinare tutto, quanto meno la mia di tensione, che prima non c'era e adesso invece mi stava sgranocchiando lo stomaco. Quello che avrei voluto rispondere era sulla linea del "Io non devo proprio un bel nulla, e adesso levati dalle palle.", tuttavia non potevo mica uscirmene così davanti agli altri aspiranti della Squadra Suicidi, perchè altrimenti si sarebbero domandati perchè tanto astio nei suoi confronti e quella era una delle tante domande a cui non volevo rispondere. Avrei fatto una strage, piuttosto che far sapere quanto mi stesse innervosendo l'idea di trovarmi da solo con il Rosso. Che poi di che cosa voleva parlare? Di logistica? No, era andato ad appartarsi con la mercenaria, doveva essere qualcosa inerente, uno di quei discorsi da capo, che vuole assicurarsi che tutto vada per il meglio. Sì, doveva essere così.
    Eppure c'era quella vocina che continuava a sussurrare una paranoia dietro l'altra. Giusta, giustissima paranoia.
    "E' successo, bimbo, quello ti vuole ricattare. D'altronde è naturale, chi non lo farebbe?"
    Sta zitto!
    "Lo sai, questo qui è un jedi, e loro ottengono sempre quello che vogliono, non è vero?"
    Che cosa dovrebbe voler dire...?
    "Oh, ma lo sai, sotto sotto, lo sai."
    No, non lo voglio sapere! E non ho intenzione di ascoltarti. Non è successo niente, non ha niente in mano!
    "Pff, andiamo, lo sai di che cosa parlo. E sai anche che non sarai mai tranquillo, fino a che non l'avrai fatto fuori."
    ...
    "Non dovrebbe essere difficile, nemmeno per uno come te. Sarete soli, lui non se l'aspetta. Tagliagli la gola. Zack! Niente più segreti da nascondere. Puoi ucciderli tutti, uno dopo l'altro. Sai come fare, non fare finta di non averci già pensato. Lo so che vuoi farlo, ti prudono le mani da quando li hai avuti tutti quanti qui. Ora sai dove si trova il Sith. Chi ha bisogno di loro? Te la sei sempre cavato da solo, allora fallo, o sei diventato troppo codardo? "
    ...
    "Loro ti tradiranno tutti, come ha fatto Prine. E' già abbastanza ridicolo che tu l'abbia tenuto in vita così a lungo, ma ora hai il tempo di rettificare. Ahahaha! Lo vedi? Nemmeno mi rispondi! Ti sei già abituato a succhiarlo a tutti quelli che ti fanno una carezza, e allora vai, striscia dietro allo zeltron e a tutti quegli altri, ma poi non venire da me a piangere, quando ti ritroverai di nuovo in gabbia da qualche parte."

    Non era la prima volta che capitava, che lo sentivo nella mia testa, e tutto era partito su Tatooine, per colpa di quel maledetto sith e il suo ciondolo stregato, o forse per colpa di Jax, sì, lui lo continuava a ripetere, costantemente. Di solito era un eco lontano, facile da ignorare, ma qualche volta, come su Corellia, o su Yavin, dove mi ero trovato la sua faccia di fronte, mi trovavo a brancolare nell'incertezza e ogni volta che succedeva, sentivo che uccidere qualcuno avrebbe reso le cose migliori, più semplici. Su Yavin avevo avuto il piacere di sbarazzarmi di Fisher in persona, o almeno la sua visione, ma su Corellia non era successo, per quanto sentissi il desiderio di pugnalare Jax e lo Smilzo, alla fine avevo aspettato, mi ero fermato a pensare, a sentire ragioni...
    "Sì, e guarda dove ti ha portato. Accoltellato da un becero criminalotto di infima categoria."
    Già. Se avessi ucciso Prine quando ne avevo il desiderio, le cose non sarebbero andate a quel modo. Non sarei stato pugnalato e lo zeltron non sarebbe arrivato per curarmi... e le cose non sarebbero finite in quell'altra maniera.
    E ora non avrei la sua voce nella testa che cerca di... confondermi!
    "Confonderti? Bimbo, io sono la voce della ragione. Senza di me tu non esisti nemmeno. E lo sai chi altro non dovrebbe esistere? Quello zeltron. E Prine. E la chiss. E la padawan. Le altre puoi tenerle, fanno sempre comodo delle donne delle pulizie."
    Aspetta... quindi io dovrei uccidere tutti, così non possono tradirmi prima loro.
    "Esatto!"
    Ma se io li uccido ora, non saprò mai se loro l'avrebbero fatto.
    "No, no no, qua stiamo uscendo fuori rotta. L'assiome è che loro ti tradiranno sempre. Perciò li tradisci prima tu."
    Sai cosa penso? Penso che sia tu ad avere bisogno di me. Voglio dire, chi altro potrebbe ascoltare i tuoi deliri, se non me?
    "Stammi a sentire, bimbo..."
    Forse vuoi che li uccida perchè non mi tradiscano, ma io credo che tu voglia soltanto zero concorrenza agli indici degli ascolti.
    "St-...!"
    No, no, no. Vedi. Le cose andavano bene, prima che tu cominciassi a parlare. Certo, Prine resta un idiota, saccente e supponente e non andrà mai d'accordo con nessuno, ma l'ho aiutato su Tatooine, perchè mi interessava la sua storia, perchè sarebbe stato qualcosa che valeva la pena di vedere. Certo, volevo anche sfruttarlo per scovare il mio passato, ma non si tratta di questo. E chiaramente resta un imbecille, perchè ha voluto fare tutto per conto proprio, mettendoci tutti in pericolo, ma sei stato tu a mettermi in testa che volesse vendermi!
    "E lo pensi ancora..."
    Sì, certo, grazie a te! Lo sapevo che era solo un ragazzino che voleva fare l'eroe e ha cagato fuori dal vaso, voleva essere grande, e ha sbagliato il come. Ma tu, tu mi hai fatto pensare che fosse tutto un grande piano per fottermi alla grande!
    "E' così, bimbo."
    No. Basta. Io non sono il burattino di nessuno. Sono qui perchè ho deciso di esserlo e ho scopato con lo zeltron, perchè mi piaceva. Vuoi continuare a parassitare il mio cervello? Perfetto, ma le decisioni sono mie, tu limitati a goderti lo show. Comando io.
    "Oh, ma certo. Non vedo l'ora di vederti piangere di nuovo. Divertiti, bimbo."


    Tutto questo era accaduto nella mia testa nel giro di un paio di secondi, troppi per fare finta che non fosse successo nulla, ma più che sufficienti per scrollarmi di dosso la tenaglia che sentivo sullo stomaco e prendere quella che, speravo, si sarebbe rivelata in futuro la decisione corretta.
    Oh. Ma certo. mi riscossi, dopo essere rimasto immobile, con lo sguardo spento nel vuoto, per tutto quel tempo.
    Stavo facendo un paio di conti. Non so se due minuti mi bastano, ma farò del mio meglio. ghignai, affiancandomi allo zeltron e mettendogli un braccio attorno alla vita, per poi voltare il capo verso Jax e Germoglio di Soia e fare loro l'occhiolino, a quel punto, avrei seguito il Rosso verso la sua cabina, pizzicandogli una chiappa, lungo il tragitto nel primo tratto, dove tutti potevano vederci.
    Il modo migliore per tenere un segreto, è non averlo.

    Una volta all'interno della cabina, mi sarei appoggiato alla parete con la schiena, incrociando le braccia in petto, per poi fare spallucce.
    Stavo solo scherzando. I ragazzi hanno bisogno di distendere i nervi, prima di buttarsi nella mischia. risposi, ignorando il tono del Rosso.
    Non sarai mica geloso, spero. aggiunsi, inarcando un sopracciglio.
    Te l'avevo detto che non ero un finocchio.
  5. .
    Potere appreso!

    aderenza e caratterizzazione: 9
    qualità: 8
    crescita: 14
    coerenza: //
    ortografia: //
    fattore: x1
    tot: 31
  6. .

    Nome: Yūrei

    Cognome: Gekido

    Rango e/o riconoscimenti: //

    Età: 19 anni

    Sesso: maschio

    Razza: ibrido umano-nagai

    Pianeta Natale: sconosciuto

    Lingue Conosciute: nagaian (madrelingua), togruti (C2), basic (C2)

    Force Sensitive:

    Allineamento: +10

    Stato di salute: sano

    Conto bancario: 308

    Timbro vocale: Gareth David-Lloyd nei panni di Solas (Dragon Age)

    Descrizione Fisica del Personaggio: Yūrei è un giovane d’aspetto esile, con lunghe orecchie a punta e un po’ a sventola e carnagione molto pallida, anche se non totalmente esangue, come i veri nagai. Alto 1,87m per 76kg, risulta abbastanza nella media. Dal volto triangolare, con zigomi alti e occhi a mandorla, non hai però dei tratti affilati tanto quanto i nagai purosangue, risultando, anzi, abbastanza morbido nei lineamenti, con labbra carnose e naso diritto, dalla sella alta che fa quasi un tutt’uno con la fronte. Gli occhi, dall’iride più azzurro che grigio, hanno spesso un’aria distante, ma sanno anche accendersi di luce, in buona compagnia. Porta i capelli scuri, rasati ai lati del capo e lunghi al centro, che arrivano fino a sotto le scapole, talvolta liberi, talvola raccolti in una treccia.
    Quando si trova con il branco, è solito dipingersi la faccia e il resto del corpo con striature nere o rosse, o blu, a seconda dell’occasione, imitando i pattern togruta utili alla caccia.

    Abbigliamento: Yūrei veste in maniera semplice e pratica, in tessuti naturali e dai colori poco sgargianti. Tipicamente porta una camicia lunga, dal taglio togruta e pantaloni aderenti, con o senza ghette. Come il resto dei togruta, è abituato a non indossare calzature, salvo quando si trova in ambienti urbani, dove non può sentire il contatto con la terra. In quelle occasioni, tende comunque a preferire scarpe con suole sottili e molto flessibili, per potersi muovere liberamente.
    Quando era nel branco portava delle corna decorative, che si arricciano verso l’alto ad imitare i montral dei togruta, ma non in maniera perfetta, come a manifestare la propria unione, pur nella sua differenza, le corna sono effettivamente appartenute ad un animale cacciato dal branco e ucciso da Yūrei stesso. Ad accompagnare le corna, sta il cappuccio fatto con la pelle della bestia, che gli ricade lungo le spalle e fino al centro delle scapole. Al collo porta anche una mezza mandibola d’osso, da cui non si separa mai, a differenza del resto dei monili, che non porta in città, o in luoghi abitati.

    Temperamento del Personaggio: Yūrei è una persona seria e composta per la maggior parte del tempo, apparentemente sempre con la testa da qualche altra parte, ed in effetti ha l’abitudine di perdersi spesso in voli pindarici, considerazioni filosofiche e domande senza risposta. E’ un individuo che ripone grande fiducia in chi si dimostra più sapiente di lui, ma non è disposto a seguire ciecamente nessuno, essendo molto fiero della propria indipendenza. Non c’è niente di meglio, per lui, infatti, di trovarsi da solo in mezzo ad un bosco o una radura e semplicemente pensare, pensare e ascoltare ciò che lo circonda, il vento, la terra e ogni forma di vita. Ciò che lo spinge a viaggiare è la continua ricerca di nuova comprensione e conoscenza, non tanto del presente, quanto del passato. Egli si ritiene un viaggiatore e come il suo nome, nella lingua nagai, uno spettro, un passante. Non ha infatti interesse nella politica o negli eventi che accadono nella Galassia, che lui vede solo come una situazione passeggera, indipendente da lui e da tutti gli altri, qualcosa da conoscere, ma con cui non interferire.
    Malgrado questa filosofia, il suo legame con il Vivente lo porta a prestare soccorso, quando ne ha l’occasione, dimostrado una certa dose di ipocrisia, con cui tuttavia combatte costantemente. Potrebbe infatti rifiutarsi di aiutare, se lo considerasse un’interferenza eccessiva sul Vivente, ciò tuttavia non gli impedisce di interagire con chi incontra, e porre le sue molte domande, nonché dimostrarsi disponibile nel rispondere. Per lui infatti, non dev’esserci limite alla trasmissione della conoscenza e come tale, è sempre disposto a condividere quella che riesce ad accumulare.
    Quando si trova coi membri del suo branco, o con qualcuno di amichevole, Yūrei è anche capace di dimostrare socievolezza, affetto e buone maniere.

    Storia del Personaggio: Yūrei non sa dove sia nato, o chi fossero i propri genitori, il suo primo ricordo infatti è molto recente e lo vede già un membro adottivo del branco di Ashla e con il suo monile al collo, sul pianeta natio dei togruta, Shili. I suoi genitori putativi sono sempre stati vaghi circa il suo arrivo sul pianeta, dicendo semplicemente di essere stato consegnato nelle loro mani da altri uomini dalle orecchie a punta e la pelle grigia, all’età di circa 6 anni, tuttavia non hanno mai saputo spiegare chi fossero, da dove venissero, o perché fosse stato lasciato lì, così come il fatto che Yūrei conoscesse perfettamente una lingua che non gli era stata insegnata dai togruta. Malgrado il suo passato tutt’altro che chiaro, Yūrei ha bei ricordi del suo tempo nel branco, dove la sua diversità non è stato un ostacolo così insormontabile, malgrado infatti il ragazzo mancasse dei montral e la capacità di ecolocare le prede, possedeva un legame al Vivente così forte da compensare e presto superare alcuni dei suoi coetanei, cosa che divenne ancora più marcata, quando capì di poter spostare gli oggetti con la sola forza della mente. In un branco togruta, chi rimane indietro e non è in grado di partecipare alla caccia, indietro viene lasciato, un comportamento che molti esseri umani trovano barbarico e cui Yūrei ha dimostrato più difficoltà di altri ad abbracciare, ma che si è costretto ad accettare. E’ stato in effetti nel momento di lasciare indietro nonna Babla, che Yūrei ha cominciato a divenire più distaccato e solitario, perso nei suoi pensieri, nel tentativo di venire a patti con le tradizioni e il Vivente. Purtroppo un altro dei dettami del branco è quello che aborre l’individualismo e così il modo di vivere di Yūrei, cominciò a destare insofferenza negli anziani. Alla fine, spinto sia dalla propria curiosità per ciò che si trovava al di là di Shili e dal volere del capobranco, Yūrei abbandonò la propria famiglia, spostandosi dalle pianure di erba turu, verso le città, in cerca di un passaggio verso altri luoghi.

    DIARIO
    I MOMENTI PIÙ IMPORTANTI
    ADDESTRAMENTI
    01. Non ci sono più le mezze stagioni (in corso)
    RUOLATE LIBERE
    QUESTDUELLI
     





    Edited by Eleni Bok - 19/12/2021, 22:34
  7. .
    La donna non smise di maneggiare i formaggi, ma lanciò un'occhiata un po' più lunga alla ragazza, prima di riprendersi il coltello per tagliare una fettina sottile di cacio blu dalla forma degli assaggi, infilzarlo con il coltello stesso e poi allungarlo alla nautolan, perchè se lo prendesse.
    Ti è stato detto, eh? Beh, è vero. Ma sentiamo, che cosa vorresti barattare in cambio delle cure a Clotilde? domandò, per poi quasi infilazare la mano di un ragazzino che si stava allungando sul banco, per servirsi da solo.
    Le hai lavate le mani, tesoro? No? Come pensavo. Mettiti in fila! intimò al ragazzino, che si allontanò con gli occhi ancora sgranati dalla paura di aver quasi lasciato due dita sul tagliere.
    Che ci fai qui, comunque? Da dove vieni? ricominciarono le domande, perchè fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.
  8. .
    Il mercante squadrò T'Halassa senza mutare espressione, anche se il tono era non proprio ostile, il che era comunque un passo avanti, in un posto come quello.
    Chiedi di Manny, laggiù. Una delle sue bestie zoppica. E ora, o compri, o smammi.
    Il mercante aveva indicato la zona dedicata alla vendita dei prodotti caseari. Se la nautolan si fosse diretta lì, avrebbe scoperto che Manny era la donna che stava avvolgendo le caciotte.
    L'umana non era molto diversa dal mercante con cui la nautolan aveva parlato, a parte il fatto che beh, era femmina, un po' più giovane e non aveva i baffi, non troppi almeno.
    Lo stile commerciale della donna era però più esuberante dell'uomo, infatti stava urlando a tutti quelli che si avvicinavano, quanto buone fossero le sue caciotte.
    Cacio al pepe, cacio al sale, cacio alla paprika, cacio blu, cacio affumicato! Tu, donna-pesce, quante forme ti dò? Due? Tre? Se la tua razza li sente i sapori, ne vuoi almeno tre. asserì, piantando il coltellaccio nel tagliere e iniziando già a selezionare un paio di forme da 2kg, per T'Halassa.
  9. .
    Purtroppo Atai dovette rinunciare dallo scendere e cercare un altro passaggio, poichè il il ghiaccio aveva divorato completamente la base, rendendo vano il tentativo. Forse se avesse avuto una fiamma ossidrica, o magari delle piccozze, avrebbe potuto tentare, ma si trattava di un lavoro lungo ed estenuante. Possibile che qualcun altro non avesse già tentato? Alla fine se tutta quella gente aveva fallito, un motivo doveva esserci, questo era certo, ma il trovarlo era il problema.
    Ad un'occhiata più approfondita della presunta entrata, Atai non potè notare nulla, nemmeno i tentativi fatti da chi l'aveva preceduto: era come se quella piramide avesse inglobato ogni più strenuo sforzo, e l'avesse digerito per bene, senza nemmeno un ruttino a dar soddisazione all'esterno. Di certo non era fatta di semplice pietra.
    Dato che ancora una volta Atai si trovava senza indizi, tentò l'ultima cosa possibile, ma che n verità fu quella a dargli più risultati: la Forza.
    D'apprima il giovane non percepì nulla, ma poi, col freddo che gli irrigidiva le estremità, minacciando di farlo divenire una statua di ghiaccio, la sentì: una pulsazione. Era stata solo una, ma molto chiara e viva, era come il battito cardiaco della piramide, gli attraversava le dita ed entrava, saliva lungo i polsi e poi le spalle, seguendo il flusso sanguigno.
    Da che Atai sapesse, nessun altro prima di lui era entrato in contatto con la piramide.
  10. .
    Il vecchio impiegato sullustiano non sembrava molto entusiasta di essere lì, ma d'altronde era difficile esserlo e lui non si stavva impegnando neppure un pochino. Squadrò la giovane coi suoi occhi enormi, quindi, con voce atona, le passò un pad.
    Compili il modulo e firmi in calce.
    Il documento in formato digitale richiedeva i suoi dati anagrafici e la motivazione per cui si richiedeva la licenza. Nel suo caso, la giustifica veniva dall'essere assunta da una clinica privata di Coruscant, perciò la nautolan aveva tutte le carte in regola.
    Ecco la sua licenza, il prossimo!
    Senza troppe cerimonie, l'impiegato restituì un tesserino magnetico, non appena ebbe controllato e approvato tutto.


    Puoi aggiungere la licenza in scheda.
  11. .
    Benvenuta nella versione original del gioco! Che sai scrivere già lo abbiamo appurato, perciò non starò lì a darti suggerimenti in quel senso, piuttosto sarà mio compito assicurarmi che tu abbia chiari i concetti di base del gioco con master, oltre a darti degli spunti per il tuo futuro in game. Sarà una cosa rapida e indolore.

    Come primo suggerimento, presta attenzione a ciò che ti dice il master, mentre giochi, in quanto egli fa da "Fato" nella storia e decide se le azioni hanno o non hanno successo. Quando sei con un master, ciò che scrive "vale" più di ciò che scrivi tu, perciò non puoi cambiare le cose già stabilite da questi, puoi però aggiungerne di tue, che non contrastino con la storia. Vedremo più nel dettaglio, man mano.


    T'Halassa stava camminando tranquillamente lungo la via, che malgrado l'ora, era molto trafficata: era sempre così su Triplo Zero, la vita non cessava mai, nè di giorno, nè di notte. Nemmeno il buio era davvero concesso ai piani alti del pianeta, poichè le luci artificiali erano onnipresenti, quella degli astri era una questione differente: per quanto uno potesse stare in alto, non v'era modo di sapere che disposizione o colore avessero le stelle, a causa dell'inquinamento luminoso. I piani bassi erano tutto un altro livello di oblio, poichè lì sì che il buio la faceva da padrone, il buio e lo smog. Non c'era nulla di più tossico che i bassifondi di Coruscant, forse neppure le nubi venefiche di Nar Shaddaa, e d'altrocanto, le storie che si raccontavano su cosa si celasse al piano 0, facevano parte dei motivi per cui i bimbi avevano paura di dormire senza la lucina sul comodino, alcuni, comunque.
    Di motivi per cercare, in un pianeta come quello, ce n'erano a bizzeffe, perchè se uno aveva il desiderio di fare del bene, i bassifondi erano una fonte inesauribile di povertà e miseria, così come il Distretto Senatoriale lo era per corruzione e intrighi. I motivi che però avevano spinto T'Halassa fino a lì erano suoi e soltanto suoi, anche se non per molto.

    Mentre camminava, la giovane sentì come un avvertimento da parte della Forza, poi il suo sguardo venne catturato da una scena particolare, anche se non così inaspettata: in fondo alla strada, tra due edifici e l'imboccatura di un vicolo laterale, un individuo, forse un ragazzo, aveva appena sbattuto contro una donna, per poi infilarsi nella stradina.
    La donna era scocciata, ma non si era accorta di aver appena perso la sacca delle piastre di credito, cosa che invece non era sfuggita alla nautolan. Intervenire? Non era davvero necessario, dipendeva da lei.
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    Beh, da un paio di anni. Prima ero... altrove. Lavoro nella zona vip dell'Outlanders, cioè lavoravo, fino a qualche ora fa. Sta succedendo tutto così in fretta, che faccio fatica a starci dietro. confessò la ragazza, che nemmeno troppo segretamente, era sollevata di poter parlare con qualcuno, specie con un'altra giovane, anche se Nala era diversi anni più vecchia.
    Quindi tu... stavi là? Non ti ho mai visto. chiese poi, gesticolando un po' coi lekku, senza rendersene conto.
    [...]
    Quel maledetto moccioso ingrato! Mentre le due femminucce facevano comarò nel salottino della mia astronave, in cabina stavano uscendo tra le fesserie più aberranti che avessi mai udito in vita mia, ma per fortuna del ragazzino, ero troppo debole per potermi incazzare del tutto.
    Tu, brutto...! Gnnn... grugnii, buttando indietro la testa e serrando gli occhi, dopo che un movimento di troppo mi aveva fatto vedere le stelle. Mi ci vollero un paio di secondi per far smettere la testa di girare, secondi di respiri profondi, al termine dei quali, ero abbastanza calmo per non zoppicare fino a Jax e picchiarlo con i suoi moncherini, dopo avergli amputato entrambe le mani.
    Rivisitiamo insieme la sequenza degli eventi, ti va? cominciai con la massima calma, anche se non si poteva evitare il sottotono sarcastico, che provaci tu a levarcelo, specie con uno che credeva di essere simpatico e invece ti faceva solo venire voglia di mozzargli la lingua.
    Mi avvicini su Tatooine, decido di aiutarti -per mio buon cuore- a trovare i tuoi amichetti tusken. Dei tizi che vogliono ucciderti se la prendono pure con me. A quel punto potrei dirti "hasta la vista, gringo" e lasciarti a giocare al Jango Fett, ma, sempre perchè sono una brava persona, decido di aiutarti di nuovo, perchè è palese che ti farai ammazzare. Becchiamo lo stregone cattivo, che fa bidibi-bodibi con il mio cervello, ma che a quanto pare cercava te. Quasi finisco ammazzato, ma ancora una volta, mi dico "hei, chiss, questo è un ragazzino, hai visto come funzionano i suoi piani, se lo lasci andare da solo, diventerà un capolavoro di arte moderna sulla parete di qualche sciroccato" e ti scarrozzo a spese mie dove tu dici di andare. inziai la mia splendida sintesi dell'antefatto. Piccola pausa per far permeare i concetti, ma poi ripartenza in quinta, senza lasciargli il tempo di ribattere.
    Arriviamo su Corellia, che, guarda caso, è il tuo pianeta di origine e viene fuori, dopo pressanti domande, che il cattivo dello scenario numero 2, era il bullo che ti rubava la merenda a scuola. Ti impedisco di farti uccidere da un'idea del cazzo, che ti avrebbe fatto finire su tutti i giornali come "ragazzo morto, bussa alla porta di nemico storico e scopre che non voleva la pizza", ci accordiamo su come agire, ma poi ops! Sparisci per due ore, ti rifiuti di dirmi quale sarebbe il nuovo piano che io dovrei seguire alla cieca, basandoti su frasi come "eh, ma ti devi fidare, di uno che non sa assolutamente quello che sta facendo e non si fida abbastanza di te da dirti il suo piano, però vuole che tu abbia fede cieca in lui, manco fossi la Madonna", dopo di che ti trovo lì che fai i comodi tuoi, non si sa perchè, non si sa come. Giunti a quel punto, per me è evidente che hai deciso di usarmi come taxista per portarti ad affrontare il bulletto, se non di peggio, magari vuoi incastrarmi, non si sa per quale ragione, dato che non ti ho fatto niente, ma sai, io non mi ricordo niente del mio passato, magari ti ho schizzato una pozza di acqua addosso con lo speeder, un pomeriggio e tu hai giurato vendetta, io che ne so? Il tutto si conclude con te che usi la tua schifosa magia contro di me, e mi fai pugnalare da quello che doveva essere il cattivo della storia. Ma ci sono anche gli easter egg dopo i titoli di coda! Sì, perchè ecco che si scopre che eri là per salvare la tua morosetta dal bullo, e quello che ci ha rimesso un litro e mezzo di sangue e una seduta di fisioterapia con un saldatore, sono sempre io! terminai, fermandomi di nuovo, ma stavolta perchè i toni erano diventati più concitati, e avevo bisogno di una piccola pausa.
    Strinsi i denti, inspirando con una smorfia, per poi terminare, di nuovo calmo.
    Perciò, Prine, chiedimi di nuovo perchè ti ho sparato.
  13. .
    AHHHHHHHHH!!!!
    L'urlo disumano non uscì esattamente virile, ma voglio vedere voi ad avere uno che infila una punta incandescente in una ferita aperta e si mette con calma a punzechiare ora di qua, ora di là.
    Ma fermo cosa?! strillai, un attimo prima di spegnermi totalmente, stile interruttore. Per un attimo il cervello aveva dato le dimissioni, chiuso battenti e ordinato lo shut down di tutti i sistemi, in un tentativo di schermare il corpo dallo stress, ma siccome avevo una soglia del dolore straordinariamente alta ed ero mezzo dissanguato, quindi con meno sensibilità al corpo, mi riavetti un secondo dopo, con una bestemmia. La situazione era alquanto confusa per il comando centrale, c'erano una cacofonia di messaggi di errore e ognuno richiedeva un intervento immediato, ma siccome il grande capo non poteva accontentare tutti quanti contemporaneamente, faceva quel che poteva, uno per volta. Così ecco che la scarsa ossigenazione chiedeva di svenire, per ridurre le richieste energetiche e spingere il poco sangue rimasto verso il cervello, ma poi il dolore intenso al fianco diceva "contrai i muscoli e allontanati immediatamente dalla fonte di calore!" e allora via di riattivazione dei sistemi, ma siccome l'ossigeno continuava a mancare, ecco che si sveniva di nuovo. Insomma, sembrava più una sequenza di taranta ai suoi esordi, o un goffo tentativo di epilessia.
    Fortuna che in tutto questo la twi'lek era corsa a cercare l'acqua.

    Ecco qua.
    Diversi minuti più tardi, mandido di sudore ed esausto, ciucciavo debolmente, ma pieno di entusiasmo, dalla cannuccia immersa nella bottiglia di acqua da un litro. Avrei chiesto subito il ryll, ma avevo la bocca talmente arsa che non sarei stato capace di deglutirlo ed ora ogni sorso di liquido pareva insostituibile, e allo stesso tempo, inutile. Dato che molto sangue era stato perso, il corpo necessitava di essere reidratato in maniera massiccia, ma ovviamente l'acqua non era sufficiente, e alla lunga faceva solo venire da vomitare. La cosa davvero utile sarebbe stato un ciclo di soluzione fisiologica in flebo, oltre ad una trasfusione, ma nessuna delle due soluzioni erano possibili. Tutto quello che si poteva fare, era aspettare che il midollo producesse nuovi globuli rossi e bere, bere, bere.
    Aola'vrei era rimasta in silenzio per tutto il tempo, poi, quando le era stato dato il permesso, aveva preparato un cucchiaino di ryll, perchè sì, alla fine l'aveva trovato e così era arrivato il momento della pappa.
    Buono era buono, si trattava di una spezia molto famosa, non solo perchè veniva usato per creare altre droghe più potenti, ma specie perchè era molto dolce, anche l'odore era invitante e dato il suo forte effetto narcotico, poteva essere usato in medicina, specie in quella tradizionale di Ryloth, come palliativo, o per aiutare contro i dolori cronici di certi pazienti. Certo, aveva l'effetto indesiderato di annebbiare la mente e intorpidire il corpo, rallentando le reazioni, ma tanto in quel momento non è che avessi poi chissà che lucidità, era un po' come fossi alticcio e molto molto stanco. Un cucchiaio erano circa 20g, praticamente due dosi e dopo appena un paio di secondi, l'effetto iniziò a farsi sentire.
    Gnnffff
    Inizialmente il mio corpo cercò di resistere alla sostanza alterante, ma poi si trovò a dare forfeit e una rilassatezza favolosa mi avvolse, come una copertina calda, morbida e leggera. Il dolore scomparve e il respiro si regolarizzò, avrei potuto dire che non mi ero mai sentito così bene, ma avevo comunque un buco nel fegato e pff! Ma chi se ne importava di un buco in più? Insomma, la gente nasce piena zeppa di buchi, cosa succederà mai ad aggiungerne qualcuno? Ma certo! Era tutto così semplice, logico!
    Ti vedo tesa, cocca. Don't worry, be happy. Va tutto benissimo. Avanti, ripeti con me, e uno e due e tre... Don't worry, be happy.
    Don't worry, be happy?
    Ohhh, sì. Meeeraviglioso. Ancora.
    Don't worry, be happy..
    Ed ecco come la cabina di pilotaggio della Good Choice, si trasformò da una sala della torture, ad un raduno di hippies strafatti. Beh, strafatto lo ero solo io, Aola'vrei stava semplicemente usando il canto per mandare via la tensione, come faceva nel silenzio della sua stanzetta, quando le cose erano andate così male che pareva di non potercela più fare. La musica risolveva sempre tutto. La musica e le droghe.

    Don't Worry, be Happy






    Circa tre ore più tardi, quando l'effetto del ryll era svanito e io avevo dormito della grossa, vegliato dalla twi'lek, che aveva preso il posto del copilota, il mio umore era decisamente mutato.
    Aspetta aspetta. Dove? Cosa? Perchè? OUCH! MMMM...
    PRINE!
    [...]

    Aola'vrei s'era seduta sul divanetto della stanza principale, aveva trovato un succo di frutta alla pesca, in cambusa, e se ne stava con quello tra le mani, a gambe incrociate, mentre sorseggiava, facendo finta di non sapere che cosa stesse capitando in cabina.
    Contemporaneamente, il discorsetto al ragazzino era appena incominciato.
    Spero tu sia soddisfatto. Non avresti potuto fare meglio di così nemmeno se avessi pianificato di uccidermi. Cosa che non hai fatto, non è vero, Prine? Il fatto che io abbia un buco qui, dove non ci dovrebbe stare, non è il risultato del tuo piano per liberarti di me, e prenderti la mia astronave. Non è vero? Ne sono sicuro, ma perchè non provi a convincermi? Ho assoluta urgenza di sentire queste parole.




    RYLL
    Costo: 300 crediti
    Potenza: 2
    Descrizione: Il ryll è una spezia, ovvero un tipo di sostanza narcotica che emana una fragranza gradevole. E' estratta principalmente su Ryloth e si è diffusa in tutta la galassia per la sua gradevolezza. Il ryll è spesso combinato con altre sostanze per creare droghe più potenti.
    Effetto benefico: +2 costituzione per 3 ore
    Fase di down: -1 percezione e -1 agilitàper 9 ore
    Dipendenza: 4 dosi

    Keldor rientra in questa categoria
    COS > 3: il pg non soffre la fase di down della droga, e deve assumere il triplo delle dosi per diventare dipendente. Inoltre, gli effetti benefici sono attenuati, e può ottenerli pienamente soltanto assumendo una doppia dose.
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    Puoi scrivere tranquillamente quello che vuoi, il linguaggio scurrile è consentito.
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    Gnnn...! pollo!
    Le cose erano degenerate piuttosto in fretta, ma in fondo è sempre così, in casi come questi, ed anzi, la fretta era essenziale.
    L'intera conversazione su cosa fosse meglio fare, se farmi ricucire da una che non aveva mai preso in mano un ago, o lasciare che Prine giocasse al piccolo saldatore con la mia pelle, era passata in sordina, mentre io annaspavo, per cercare di rimanere sveglio. Nessuno là dentro, salvo forse quella che in teoria era un dottore, ma in pratica distribuiva lecca lecca dopo le vaccinazioni, sapeva che l'accelerazione del respiro, sempre più rapido e superficiale, era il segnale che il sangue presente nel corpo era insufficiente per ossigenare il cervello e il passo successivo, oltre all'incoscienza, sarebbe stato il collasso degli organi interni. Da mio canto stavo sperimentando un sacco di sensazioni molto interessanti, come la totale perdita di sensibilità alle dita, che non riuscivo più a muovere, l'appannamento della vista, un'enorme sonnolenza e giramenti di testa degni della gara più lunga del mondo a "gira su te stesso, col dito appoggiato a quel pallone in terra". Chiacchere dunque, voci di sottofondo era tutto ciò che sentivo e su cui non riuscivo bene a concentrarmi. Poi c'era la ragazzina, quella macchia violacea con un chilo di ryll tra le mani, che continuava a fissare i miei occhi spegnersi sempre di più -dico, letteralmente spegnersi, perchè lo sapete, no? gli occhi dei chiss che sono luminosi- e stava già preparandosi a vedere la persona che doveva portarla a casa, morire lì, sulla poltrona bucherellata e ora sanguinolenta di una Yt-2400.
    Rassegnazione e speranza si alternavano in un tumulto da montagne russe nel cuore della twi'lek, che non aveva nemmeno pensato di offrire il proprio aiuto con ago e filo, perchè lei cuciva stoffe, non persone!
    E così finisce qui? Era questa la fine di Keldor? Pugnalato da un criminalotto da quattro soldi, per colpa del ragazzino che stavi cercando di aiutare? Morto prima di aver capito chi fossi, tradito da quello che doveva essere il tuo compagno di missione, che di certo non ti avrebbe nemmeno rimpianto. Nessuno ti avrebbe rimpianto, perchè a nessuno importava un bel nulla di te. Anche quella ragazzina, che ora sembrava triste, alla fine si sarebbe dimanticata in fretta di chi eri stato, perchè in fondo non ti conosceva, come tu non conoscevi te stesso. Avrebbero preso la tua nave, rovistato nelle tue tasche e fatto i loro porci comodi e alla fine l'unico rimasto fregato eri tu, perchè ti eri fidato troppo. La tentazione di lasciarsi andare era fortissima, era facile, era quasi piacevole, il lento oblio... Perchè combattere? Che senso aveva?
    Alla fine eri solo un clone, un mucchio di carne acquistato non si sa bene da chi, per fare non si sa bene cosa. Forse un assassino, forse uno che si era sempre trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, in ogni caso, ormai inutile.
    Lo sapevo che avrei dovuto incazzarmi, esigere vendetta e pretendere di vivere un altro giorno per avere la testa di Jax su un piatto d'argento, ma era tutto così stancante. Mi sembrava di aver già vissuto un momento come quello, un lungo, eterno momento. Forse in realtà ero ancora lì, fermo in un loop, ma dove?

    §§
    Keldhr aveva ultimato i suoi preparativi. Un tavolo da pranzo, rotondo, era stato sistemato dietro alle seggiole, a giusto un metro di distanza ed una sedia era stata aggiunta così da trovarsi frontale allo schienale del pilota. Una tovaglia che si supponeva fosse stata bianca copriva qualsiasi scadente materiale componesse il tavolo, ed un piatto di plastica dura, più forchetta e coltello erano stati sistemati a favore della sedia in più. Una bottiglia di rhum mezza vuota ed un bicchiere di latta completavano l'opera. Di cibo da lì non se ne vedeva, così come il chiss. La cabina era completamente buia, con solo le luci delle console e delle stelle a rischiarare in parte l'ambiente. Non appena la porta si richiuse alle spalle di Eclipse, la voce del pirata l'accolse.
    Ahhh. Mia cara, che piacere. Prego, accomodati.
    §§


    Ero seduto su quella stessa poltrona, no, forse era un'altra, una nave diversa, ma stesso posto, ed ero stanco, così tanto stanco...

    §§
    Faceva lo spavaldo, eppure non si poteva dire che compisse quel passo in tutta tranquillità: la paura dell'ignoto era qualcosa di atavico, e il chiss aveva paura, paura di quello che avrebbe trovato, o non trovato, ma era una paura che era pronto ad affrontare, poichè nulla era rimasto per lui in quella Galassia. Il tempo del Chiss era appena finito, ma quello di Eclipse e altri come lei, era appena iniziato.
    §§


    C'era una donna, ma non era una twi'lek, no, era... era...

    §§
    Conto fino a tre... uno... due...
    Non aspettò l'ultimo numero, e invece, da quel baro che era, appena dopo il due premette il grilletto. Il colpo andò a vuoto, fischiando pericolosamente vicino all'orecchio destro di Eclipse. L'avrebbe uccisa sul serio? Nah, ma quella era la sua ultima bricconata. A differenza del chiss, la donna aveva mirato per un colpo mortale e fu quello che lo raggiunse, dritto in mezzo alla fronte.
    Il calore del blaster carbonizzò la pelle, l'osso e la materia cerebrale. La pistola gli cadde di mano, la testa calò verso il petto.
    §§


    *ANF* Acqua... acqua.. Nnnnnn-AH! Figlio di-... Nnnnn...!
    Non ero morto! Ero ancora vivo, e lo sarei rimasto.
    Il dolore del saldatore rovente che ravanava sulla ferita aperta, mi aveva dato nuove energie, abbastanza per stringere i denti e sibilare bestemmie in cheunh. Quello che avevo visto nella mia testa, che fosse reale o meno, non sarebbe diventato il presente, perchè io non lo avrei consentito.
    E così, con una nuova ondata di speranza, la ragazzina era corsa a prendere da bere, contenta di avere un nuovo compito. La droga rimaneva in cabina, pronta all'uso, ma forse avrei tirato avanti ad odio, sembrava che fosse la mia specialità.
121 replies since 25/1/2009
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