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Il Codice Jedi

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    IL CODICE JEDI



    Non c'è emozione; c'è pace.

    Non c'è ignoranza; c'è conoscenza.

    Non c'è inquietudine; c'è serenità.

    Non c'è morte; c'è la Forza.




    COMPRENDERE IL CODICE JEDI


    Al suo livello base, il Codice è una serie di linee guida che spiegano cosa porta alla virtù e cosa va invece evitato, per diventare un vero Maestro Jedi.
    La prima regola indica che non bisogna abbandonarsi alla confusione delle decisioni emozioni ma scegliere i chiari pensieri di una meditazione calma e pacifica.
    Ma se questa pace viene intesa come rimanere inerti e inconsapevoli di certi fattori che possono portare il Jedi a percepire delle forti emozioni, allora quella pace è solo ignoranza. Ecco perché la seconda regola.
    Questo indica al Jedi di cercare di capire tutte le situazioni, specialmente prima di agire, per evitare errori di giudizio. Ma conoscere una cosa molto bene porta a concentrarsi troppo su essa. Una focalizzazione ossessiva porta a un annebbiamento della mente. Per questo, la terza regola dice che non bisogna fare le cose con passione, ossessione. Conoscere qualcosa oggettivamente è conoscerla come la conosce la Forza.
    Molti studenti osservano allora che l’unica vera obiettività è la non esistenza, la morte. Può uno non influenzare qualcosa anche solo osservandola? Ecco che la quarta regola ci dice che la Forza conosce tutto veramente oggettivamente, perché è serena.
    Un Jedi che agisce senza emozioni, ben informato, e serenamente, allora sta agendo in accordo col volere della Forza. Se un Jedi compie OGNI azione senza emozioni, ignoranza o passione, allora quel Jedi è un Maestro della Forza.

    GLI INSEGNAMENTI DEL MAESTRO ODAN-URR


    Il Codice è quindi una mappa per raggiungere una piena padronanza della Forza, ma può essere frustrante da mettere in pratica. Esso viene sempre usato quando si tratta di meditare prima di prendere una decisione, ma l’universo spesso non consente il tempo di pensare prima di agire. Per questo, il saggio maestro Odan-Urr, studiando a fondo il codice, ha elaborato nove concetti che un Jedi deve imparare bene. Conoscendoli bene sa che anche dovendo prendere decisioni immediate lo farà in accordo col volere della Forza.

    Meditazione
    Se uno esamina regolarmente le proprie azioni può allora sapere con certezza se stava agendo senza emozione, ignoranza e passione. Un Jedi che non trova il tempo di meditare si perde. Peggio, un Jedi che si rifiuta di meditare sa già che le sue motivazioni non erano pure, e così mente a se stesso. Come il Maestro Yoda ha detto una volta, “Chi il bisogno del consiglio della Forza non sente, il lato oscuro ascoltando sta.”

    Allenamento
    Un Jedi saggio deve ricordarsi che c’è sempre qualcosa in più da imparare sulla Forza. Essa si rivela a chi ha il desiderio e la capacità di vederla. Per continuare a crescere, un Jedi deve esercitarsi ogni giorno.

    Lealtà
    I Jedi possono esistere in questo universo perché esiste la Forza. Ma l’Ordine dei Jedi necessita di più, necessita lealtà. Non c’è bisogno di dire i Jedi devono essere leali tra di loro, e non devono mai litigare o combattere. Ancor più importante, ogni Jedi deve agire in accordo col suo Maestro, che deve essere a sua volta in accordo col volere del Consiglio. Questa non è una questione di superiorità, ma perché nel capire il volere della Forza i membri del Consiglio sono i maggiori esperti.

    Integrità
    La responsabilità di un Jedi verso la Forza è di essere onesto con se stesso. E’ in errore chi crede che i Jedi siano moralmente superiori, onesti…
    Un Jedi può e dovrebbe offrire consigli a chi ne ha bisogno. Da un certo punto di vista, un Jedi non è disonesto se permette alle persone di credere in cosa desidererebbero credere. Non deve convincere nessuno a seguire i suoi consigli.
    Quando un Jedi serve la Forza, può usare l’inganno, il sotterfugio e anche la frode, se lo fa con intenzioni giuste. Anche se molti senzienti non vedono di buon occhio queste pratiche, la Forza è priva di queste emozioni. Questo non va confuso con la “flessibilità morale”. Un Jedi fa quello che deve essere fatto, ma ricorda che un Jedi non è al di sopra della legge.

    Moralità
    Le parole più pericolose e dibattute mai espresse da un Maestro Jedi sono “Un Jedi non è un essere di moralità”. Questa è stata spesso erroneamente interpretata come che un Jedi non può sbagliare.
    Quello che intende dire è che i Jedi non possono imporre dei principi morali. Mentre devono portare pace e giustizia, non possono loro stessi giudicare gli altri. Questo, per due ragioni.
    Primo, la Galassia è un posto immenso, piena di culture che nessun jedi può comprendere appieno.
    Secondo, il giudizio porta alla vendetta, e la vendetta porta al lato oscuro. Questo è facile da capire, ma difficile da mettere in pratica.
    Allo stesso tempo, mentre non possono giudicare, i Jedi possono essere mediatori. E’ un ruolo in cui si trovano a loro agio, perché la mediazione porta all’equilibrio, e quindi alla Forza.

    Discrezione
    I Jedi hanno sempre agito con discrezione e spesso molti vedono questo come segno di inattività, inerzia.
    La verità è che i Cavalieri jedi sono tollerati in tutta la Galassia, proprio perché non interferiscono direttamente con la vita delle persone comuni. L’obbiettivo dei Jedi dovrebbe essere creare e preservare un ambiente dove la giustizia può fiorire, piuttosto cercare di creare la giustizia loro stessi.

    Coraggio
    I giovani Jedi definiscono spesso il coraggio come il contrario della paura; dato che la paura conduce al lato oscuro, il coraggio è una corazza contro la sua influenza. Invece non è così. Se un Jedi è pieno del volere della Forza, saprà sempre quando è ora di continuare a combattere, scappare, o addirittura offrire una tregua. Bisogna ricordare che il coraggio è sempre un’emozione, e un Jedi deve mantenere la calma, anche nel bel mezzo di una battaglia.

    Combattimento
    Il conflitto è all’ordine del giorno nella galassia, e nessun Jedi può sperare di rimanerne al di fuori. Ma egli non deve mai abbracciare il conflitto.
    Quando allora è necessario combattere? La Forza mostrerà quando non c’è altra opzione oltre allo scontro.
    Quando si combatte, è necessario usare la propria spada laser? La risposta è no. La spada laser è un’arma intimidatoria, ma non deve essere usata per impaurire l’avversario. Deve essere usata per terminare il combattimento nel modo più veloce e clemente possibile. Se questo significa eliminare l’avversario, allora va fatto. Ma se un Jedi può terminare uno scontro senza uccidere il suo avversario, allora è meglio.

    Dipendenza
    Un jedi non deve fare così tanto affidamento sulla Forza da lasciar deperire i suoi sensi e le sue abilità. Usare la Forza non è la sola soluzione a ogni problema, anzi, a volte non è nemmeno la migliore.
    L’uso della Forza è solo una parte dell’allenamento di un Jedi, che deve imparare anche a correre, saltare, combattere, pensare, meditare, parlare…Questi esercizi possono essere portati a termine facilmente con l’uso della Forza, ma si finisce per non conoscere bene se stessi e i propri limiti.

    Edited by Heleghion - 2/10/2008, 11:33
     
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    CODICE JEDI E ADDESTRAMENTO


    Il codice Jedi così come redatto da Odan-Urr rappresenta la sua versione più famosa ed universalmente conosciuta, ma non l’unica esistente. Nel corso dei secoli, studiosi del Codice hanno provato ad estendere i precetti creando una versione ancora più completa che così recita:

    Non c’è emozione; c’è pace.
    Non c’è ignoranza; c’è conoscenza.
    Non c’è passione; c’è serenità.
    Non c’è morte; c’è la Forza.
    Un Jedi non agisce per ricchezza o potere ma ricerca conoscenza ed illuminazione.
    Un Jedi non agisce secondo odio, rabbia, paura o aggressione ma agisce quando è calmo ed in pace con la Forza.
    I Jedi sono i guardiani della pace nella galassia.
    I Jedi usano i loro poteri per difendere e proteggere, mai per attaccare gli altri.
    I Jedi rispettano la vita in ogni sua forma.
    I Jedi servono gli altri anziché comandarli, per il bene della galassia.
    I Jedi cercano di migliorarsi attraverso la conoscenza e l’addestramento.



    Seguire il Codice non è facile ed i Jedi arrivano a comprenderlo interamente solo dopo anni di addestramento e meditazione. Nonostante alcuni precetti non siano contenuti nei versi che lo compongono, l’Ordine ha stabilito una serie di regole di autodisciplina utili a seguirlo per evitare di perdersi nel lato oscuro. Queste regole, rimaste in vigore per centinaia di anni, sono state in parte derogate durante la Guerra dei Cloni che ha portato alla Grande Purga Jedi e alla fine della Repubblica Galattica. Riscoperte dal Maestro Jedi Luke Skywalker dopo la caduta dell'Impero, questi precetti furono applicati ancora al Nuovo Ordine Jedi. Con la cacciata dell'Ordine dal Tempio di Coruscant nel 101 ABY, le seguenti norme comportamentali hanno subito delle variazioni per sopperire alla separazione fra i Jedi e la Repubblica. Restano, però, linee guida fondamentali che testimoniano la ferrea disciplina di un ordine millenario.

    Lasciar andare ogni attaccamento


    I Jedi sono ben consapevoli che secondo le vie della Forza nell’universo tutto scorre e ha una fine, perciò non dovrebbero stringere legami emotivi: soggiacere su una persona o una cosa oltre la sua fine conduce su un percorso di infelicità e tristezza, anteponendo il proprio egoistico desiderio alla Forza stessa. Per questo motivo i Jedi devono lasciar andare tutto ciò che hanno paura di perdere, abbandonare ogni affezione per le persone o le cose che non ci sono più. Il forte attaccamento che il cavaliere jedi Anakin Skywaljer aveva per sua moglie e la conseguente paura di perderla causarono la sua discesa nel lato oscuro della Forza.
    La maggiore difficoltà che i Jedi incontrano è saper discernere fra amore e attaccamento. La Maestra Jedi Siri Tachi ripeteva che la differenza risiedeva nell’ “amare senza voler controllare o influenzare. Avere cura senza trattenere. Avere senza possedere”. Un Jedi può quindi amare lasciando andare ogni attaccamento materiale.

    Relazioni personali


    I Membri dell’Ordine si considerano fra loro amici stretti, famigliari ed in alcuni casi sono effettivamente uniti da un rapporto di sangue. Le relazioni romantiche, giacché possono facilmente condurre verso l’attaccamento materiale, sono scoraggiate. Alcuni Jedi, però, considerano l’amore romantico ammissibile se la relazione è priva dal senso del possesso tipico dell’attaccamento: risentimento, gelosia e amarezza che costituiscono il lato oscuro dell’amore.

    Emozioni e serenità


    I Jedi sono incoraggiati a far affidamento sui loro istinti prima che sulla loro mente. Sono portati a dare valore alle loro emozioni ma sanno che devono rimanere vigili perché queste possono offuscare il loro giudizio. Un Jedi deve mantenere una mente serena e tranquilla così da comprendere le proprie emozioni e non cedere al lato oscuro. Inoltre, in questo modo possono raggiungere un equilibrio interno con la Forza.

    Autodisciplina


    L’autodisciplina è uno dei concetti chiave del comportamento di ogni Jedi e molti degli insegnamenti impartiti ai Padawan sin dalla tenera età si concentrano su questa dottrina. All’inizio le lezioni sono semplici ed i precetti non differiscono da quelli insegnati agli altri bambini della galassia ma con il progredire dell’addestramento i giovani Jedi apprendono concetti sempre più complessi che enfatizzano l’importanza di una vita disciplinata.

    Sconfiggere l’arroganza
    I Jedi hanno il dovere di apprendere che, nonostante siano in grado di usare la Forza, ciò non li rende migliori di coloro che non possiedono questo talento. Ai Jedi viene insegnato che possono diventare tali soltanto perché qualcuno si è preso la briga di addestrarli, non perché sono superiori rispetto agli altri, e che un Maestro Jedi è tale perché ignora la propria arroganza e abbraccia il volere della Forza. Perciò, i Jedi devono rispettarsi a vicenda e rispettare tutte le altre forme di vita.

    Sconfiggere la presunzione
    Molti giovani apprendisti Jedi, mentre imparano le vie della Forza, iniziano a credere di poter compiere qualsiasi impresa. Molti giovani Jedi muoiono affrontando missioni che sono di gran lunga troppo difficili per loro, senza rendersi conto che la Forza è veramente limitata solo per coloro che ne hanno una limitata comprensione.

    Sconfiggere il disfattismo
    I giovani Jedi apprendono anche che il disfattismo è pericoloso esattamente come la presunzione. Anche se può sembrare in contrasto con l’obbiettivo di sconfiggere la presunzione, un Jedi dovrebbe prima prepararsi al successo, poi al fallimento. I Jedi che si preparano sempre a fallire solitamente mettono il minimo impegno in ciò che fanno, abbastanza per dire di averci provato. Fare o non fare, non provare.

    Sconfiggere la testardaggine
    I Jedi dovrebbero sempre essere pronti ad accettare la resa se il costo di una vittoria è maggiore di quello di una sconfitta. Ai Jedi viene insegnato che è sempre meglio concludere le cose in modo pacifico piuttosto che vincere o perdere.

    Sconfiggere l’incoscienza
    Molti giovani Jedi che peccano di autocontrollo sono sempre pronti a sfoderare la propria spada laser per gettarsi a capofitto nella battaglia. Appena individuano un obbiettivo si affrettano a raggiungerlo, senza nessuna considerazione per eventuali pericoli che non possono vedere o altre opzioni sul tavolo. Perciò ai Jedi viene insegnato che la fretta spesso non conduce al successo.

    Sconfiggere la curiosità
    Molti inesperti fruitori della Forza la utilizzano per soddisfare la propria curiosità, immischiandosi negli affari degli altri. Impicciarsi in questo modo fa trasparire il messaggio che i Jedi si sentano al di sopra della privacy degli altri. Ai Jedi viene insegnato che sebbene l’utilizzo della Forza per scoprire con discrezione i segreti altrui possa essere all’occorrenza necessario, non dovrebbe mai diventare la norma dato che provocherebbe una generale sfiducia verso tutti i Jedi.

    Sconfiggere l’aggressività
    Un Jedi apprende come utilizzare la Forza per conoscenza e difesa, mai per aggredire o per vantaggio personale. Un certo numero di Jedi, durante l’addestramento, confondono il significato di attacco, difesa e aggressività. Agli Younglings viene insegnato che per un Jedi è possibile colpire senza aggressività, a patto che agisca senza avventatezza, odio o rabbia. Ad un Jedi è permesso di uccidere per auto-difesa, ma solo se non ci sono alternative. Per sconfiggere l’aggressività, anche in combattimento, un Jedi deve aver esplorato ogni altra opzione, inclusa la resa, prima di affidarsi all’uso di forza letale. Uccidere gli avversari non dovrebbe mai diventare la norma: un Jedi che si affida all’omicidio viene attratto dal lato oscuro della Forza. Un Jedi impara a non uccidere un avversario disarmato né a cercare vendetta. Allo stesso modo, i Jedi non uccidono i propri prigionieri.

    Sconfiggere ogni altra forma di fedeltà
    Sebbene un Jedi sia libero di avere rapporti personali con persone fuori dall’Ordine, ci si aspetta che rimuova dalla sua vita tutte le distrazioni possibili. Per questa ragione, l’Ordine accetta soltanto potenziali Padawan in tenera età; questi sono troppo piccoli per avere già sviluppato forti relazioni e crescendo viene loro insegnato a non formare attaccamenti emotivi. Ai Jedi non è concesso sposarsi senza un permesso speciale. Rifiutando il matrimonio, i Jedi evitano forti legami emotivi e prevengono la creazione di dinastie di potenti individui sensibili alla Forza. Comunque, in vari periodi della storia dell’Ordine Jedi, il matrimonio è stato permesso.

    Sconfiggere il materialismo
    Ai Jedi è proibita ogni forma di attività politica. Viene insegnato che la loro lealtà risiede nei confronti della Forza, dell’Ordine Jedi, della Repubblica e verso se stessi, in questo ordine. Non è consentito loro di accettare regali (questa definizione non tiene conto dei doni che un Maestro fa al proprio Padawan, né di quelli che vengono dati in segno di gratitudine). I Jedi sono scoraggiati dal possedere più averi del necessario per due ragioni: innanzi tutto perché li distrarrebbero dalla Forza e, secondariamente, perché scalando i ranghi dell’Ordine, ci si aspetta che partano per le missioni senza preavviso, e molti oggetti sarebbero soltanto di peso. E’ raro per un Jedi avere più di quanto possa portare con sé. Comunque, un Jedi può possedere averi personali come accessori collegati alle attività per il tempo libero e, nel caso dei più giovani, dei giocattoli.

    Responsabilità


    Una volta che un Jedi ha padroneggiato l’autodisciplina, può iniziare ad accettare le responsabilità delle proprie azioni. Un Jedi che evita le responsabilità non può essere addestrato.

    Pratica l’onestà
    L’onestà è la prima responsabilità che viene insegnata ad un aspirante Jedi. Ai Jedi è permesso di piegare la verità se la situazione lo richiede, sebbene debbano farlo con parsimonia. Un Jedi onesto è sempre sincero con sé stesso, il suo Maestro ed il Consiglio.

    Onora le tue promesse
    Se un Jedi fa una promessa dovrebbe sempre essere pronto a mantenerla o, in caso contrario, a chiedere perdono. Perciò, un Jedi non dovrebbe mai promettere ciò che non è sicuro di poter mantenere. Prima di fare una promessa, ad un Jedi è consigliato consultarsi con il proprio Maestro.

    Onora il tuo Padawan
    I Maestri Jedi sanno che devono trattare i loro Padawan con rispetto. Non dovrebbero mai rimproverare gli apprendisti in pubblico, né punirli se in disaccordo con loro. Al contrario, un Maestro dovrebbe lodare il proprio Padawan quando meritevole, specialmente in presenza di altri, per far crescere la sua fiducia e fortificare il legame fra Maestro e apprendista.

    Onora il tuo Maestro
    Allo stesso modo, si richiede ai Padawan di mostrare grande rispetto nei confronti dei propri Maestri, specialmente in pubblico. Agli apprendisti viene insegnato a non essere mai in disaccordo con il proprio Maestro al punto da sfociare in un diverbio e, quando in presenza di altri, i Padawan dovrebbero rispondere ai loro Maestri solo quando vengono interpellati. Questo dovrebbe evitare ai secondi di doversi scusare per il comportamento dei primi.

    Onora il Consiglio Jedi
    Benché l’Alto Consiglio Jedi sia l’autorità suprema dell’Ordine Jedi, è impossibile per gli Alti Consiglieri avere occhi ovunque. Perciò, quando il Consiglio invia un Jedi in missione, questo ne fa le veci e lo rappresenta. Il Consiglio è obbligato a rendere conto delle parole e delle azioni del Jedi, così il Jedi dovrebbe cercare di non mettere il Consiglio in una posizione difficile giacché sarebbe considerato un atto estremamente irrispettoso.

    Onora l’Ordine Jedi
    Ogni azione che un Jedi compie si riflette sull’Ordine. Le buone gesta aumentano la reputazione dell’Ordine ma i cattivi comportamenti certe volte posso causare danni incurabili. Un Jedi deve tenere a mente che ogni persona che incontra può non aver mai incontrato un Jedi in vita propria e che ogni sua azione può influenzarne l’opinione sull’intero Ordine.

    Onora la Legge
    Uno dei compiti più importanti dei Jedi è quello di proteggere la pace e la giustizia della Repubblica; quindi, nessun Jedi è superiore alla legge. Ai Jedi è richiesto di rispettare le leggi come ogni altro cittadino. E’ possibile infrangere la legge, ma solo quando è necessario e solo se si è disposti ad accettarne le conseguenze.

    Onora la Vita
    I Jedi non dovrebbero mai commettere omicidio, per nessuna ragione. Comunque, se posti davanti ad una questione di vita o di morte, ad un Jedi è permesso uccidere per completare la sua missione. Questo modo di agire, però, non è incoraggiato, dato che porre fine ad una vita fortifica il legame con il Lato Oscuro; ciononostante, se l’azione è giustificata ed il Jedi agisce per difesa personale o per difendere altri, allora anche il Lato Chiaro ne esce a sua volta rafforzato. Durante la meditazione, un Jedi dovrebbe riflettere su coloro che ha ucciso per capire se sia stato necessario. Un Jedi che non vede l’omicidio come un gesto di estrema gravità è sul cammino del Lato Oscuro.

    Servizio pubblico


    Sebbene i Jedi esistano per servire la Forza, sono sovvenzionati dal Senato perché siano servitori dell’interesse pubblico. Se i Jedi si trovassero improvvisamente incapaci di usare la Forza, continuerebbero comunque a servire, perché questo è il loro compito. Il fatto che la Forza sia reale e che i Jedi siano i suoi più prolifici e devoti praticanti fortifica in loro la convinzione che vada usata per un bene superiore.

    Dovere verso la Repubblica
    Anche se i Jedi e la Repubblica sono diversi, ed i Jedi non abbiano nessuna autorità sulla Repubblica, i Jedi servono la Repubblica, e ci si aspetta che ne sostengano le leggi e gli ideali e che proteggano i suoi cittadini. Ciononostante, i membri dell’Ordine non ricoprono ranghi nella gerarchia della Repubblica e possono occuparsi della politica pubblica solo se interpellati. Questo strano rapporto fra le due parti è in vita da così tanto tempo che nessuno sa come sia nato.

    Prestare aiuto
    I Jedi sono obbligati a prestare soccorso ai bisognosi quando possibile ma hanno imparato a stabilire una scala di priorità. Ai Jedi viene insegnato che salvare una vita è importante, ma salvarne molte lo è ancora di più. Questo principio non vuol dire che i Jedi debbano essere costretti a cambiare i loro obbiettivi di continuo, ma che debbano fare il possibile per assicurare il loro aiuto alla più ampia platea possibile di persone in difficoltà.

    Proteggere gli oppressi
    Allo stesso modo, un Jedi dovrebbe difendere i deboli da chiunque li opprima, sia questo un piccolo episodio perpetrato dalle gesta di un singolo individuo o la schiavitù su larga scala di una specie. Comunque, ai Jedi viene insegnato a tenere in mente che non tutto è come sembra e che dovrebbero rispettare le altre culture, anche se si scontrano con il codice morale ed etico dei Jedi. I Jedi sono messi in guardia dal non agire in aree fuori dalla loro giurisdizione e a considerare le conseguenze politiche delle loro azioni.

    Offrire sostegno
    Certe volte, per un Jedi è necessario farsi da parte e permettere ad altre persone di difendere i deboli, anche se considererebbe il proprio lavoro come superiore. Ai Jedi viene insegnato ad assistere attraverso parole ed azioni come si confà alla situazione, offrendo consiglio quando richiesto, mettendo in guardia quando necessario e discutendo solo quando la ragionevolezza dovesse fallire. I Jedi dovrebbero ricordare che possiedono il meraviglioso strumento della Forza e che dovrebbero essere pronti ad usarlo solo per il bene.

    Edited by ~Zalak~ - 18/2/2024, 00:45
     
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