New Star Wars Gdr

Oltrepassare una barriera per alzare un Muro.

Role d'addestramento potere Muro di Forza per Maggoth ed Ewan

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    Come ogni mattina le sale ed i corridoi del Tempio rilucevano della luce dell'alba. Il gran numero di finestre e superfici lucide aiutavano a trasmettere la luce in ogni punto dell'edificio e questo gli donava un aspetto più pacifico, ma anche maestoso. Una scelta estetica sicuramente azzeccata, ma alcuni tenevano a precisare che da soli gli accorgimenti architettonici non sarebbero bastati per creare quel tipo di luminosità. Era la Forza che, influenzata dal luogo con un così alto potere del Lato Chiaro, rendeva più luminosa ogni singola stanza. O perlomeno così sostenevano gli ammiratori più entusiasti del Tempio. Personalmente non era certo se fosse realmente così, ma gli piaceva pensare che la verità non fosse poi così lontana.
    Mentre scendeva le scale che portavano al salone centrale e seguentemente all'atrio d'ingresso il Mon Calamari ripensò ai progressi che aveva fatto finora. Il Cavaliere Dalen gli aveva insegnato come adoperare la Forza per guarire ed ora si recava spesso all'Ospedale a cui era stato assegnato per aiutare lo staff medico con le cure. Non era ancora in grado di guarire ferite di grave entità, ma con i pazienti quotidiani aveva fatto molta pratica ed ampliato il suo controllo sulla Forza. Aveva anche conosciuto molte specie diverse dalla sua e la cosa l'aveva fatto alquanto felice. Apprezzava sempre condividere esperienze con persone e culture così diverse dalla sua. Tuttavia ancora non riusciva ad abituarsi al fatto che i Cathar si ostinassero ad osservarlo come fosse un pasto prelibato. Certo, Nalsa quella volta scherzava, ma quel paziente di due giorni proprio no.
    Scuotendo leggermente il capo giunse infine di fronte al bancone dove si trovava A1-C8, il droide protocollare addetto ai primi contatti con il pubblico e, se richiesto, nelle faccende interne. In realtà non era addetto a tali mansioni, ma di quel piccolo dettaglio Maggoth non se ne curava. Non per scortesia o presunzione, semplicemente gli piaceva parlare con il droide.


    Buongiorno A1-C8. Una mattina incantevole non trovi?

    Indubbiamente, Padawan Onduil. Come posso esserle utile?

    Avrei necessità di parlare con il Gran Maestro Heleghion. Sarebbe possibile avere un incontro con lui? Ovviamente nel momento più comodo per lui.

    Solo un momento signore, verifico immediatamente.

    Il Mon Calamari attese pazientemente l'assurda quantità di tempo che erano 12 secondi e mezzo prima di avere nuovamente la possibilità di sentire il droide.

    Il Gran Maestro ha lasciato detto che in questo momento chiunque può salire per incontrarlo. Lo avviso del suo arrivo?


    Si A1, grazie mille.

    Per me è un piacere signore.

    La fortuna, o forse la Forza, erano con lui. Aveva colto il Gran Maestro in uno dei suoi rari momenti liberi tra i vari consigli, addestramenti ed impegni vari che un Jedi del suo calibro andava sempre incontro.
    Colse al volo l'occasione e si precipità verso le stanze di Heleghion sperando di non fargli perdere troppo tempo e che acconsentisse alle sue richieste di addestramento e, soprattutto, la più particolare richiesta riguardo la sua spada laser.
    Non appena fu giunto all'entrata bussò, per poi entrare.


    Buongiorno Maestro Heleghion. Spero di non disturbarla, avrei bisogno di parlarle.
     
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    Heleghion Narkuss. Gran Maestro dell'Ordine Jedi di Coruscant. Già a sentire una presentazine degl genere ci si poteva fare un'idea piuttosto chiara del soggetto. Una persona di un certo rilievo, con un'agenda da far venire i capelli bianchi pure a un uomo glabro. Eppure, per i suoi allievi, Heleghion era capace di essere sempre presente. Molti avevano potuto godere del lusso di partecipare ad un suo addestramento o lezione, o poter parlare con lui a quattr'occhi e chiedere consiglio, anche se era un Miraluka; e questo valeva anche per Maggoth.
    Quando il Mon Calamari entrò il Gran Maestro stava osservando, se così si poteva dire, un ologramma di un pianeta con una stazione che orbitava intorno e una serie di documenti che scorrevano accanto. La benda rossa a coprirne le cavità oculari dava quasi l'impressione che potesse avere una specie di visore nascosto. Non sembrò nemmeno distrarsi dal suo lavoro eppure Maggoth poteva sentire lo sguardo pesante nella Forza posarsi su di lui. Chi non vi era abituato, difficilmente riusciva a rimanere troppo tempo nella stessa stanza con lui.
    Già, come tutti i Miraluka, il Jedi era privo di occhi e osservava il mondo attraverso la Forza, ma non la sfruttava solo per "vedere".
    Padawan Onduil...
    Disse con la sua solita voce calma e profonda. Sentiva una lieve tensione nel giovane, ma sorvolò. Se aveva dei problemi ne avrebbe parlato per primo il ragazzo.
    Prego, accomodati. Sento che hai una questione da sottopormi.
    Indicò una poltroncina con un cenno della mano incoraggiando il Mon Calamari a parlare.


    Intanto, qualche piano più in basso, precisamente nell'hangar del tempio.
    No R4, ci dobbiamo dare una mossa. Tra poco saremo invasi da una ciurma di ragazzini a cui dovrò far fare qualcosa.
    Il Cavaliere Jedi Ewan Flynn era intento a preparare il Mercantile Ghtroc 720 con la controparte di Kelos, l'Iktochi meccanico che si occupava dei mezzi di trasporto e dell'hangar in generale del tempio Jedi. Gli squilli binari del piccolo droide astromeccanico risuonavano dall'interfono del trasporto mentre Ewan era intento a sistemare alcune attrezzature nella stiva, tra le quali dei remoti per gli allenamenti con le spade e i rispettivi caschi da dare ai bimbi.
    Non lo so. Carica sulla memoria del computer qualcosa che possa piacergli. Qualche documentario, una specie di video lezione per non farli svagare troppocon quei quattro giochi che ci saranno pre impostati in memoria. E non dimenticarti i progetti per le spade laser. Altrimenti ci facciamo un'attraversata della galassia per niente e Kelos ci ammazza.
    I preparativi per i lunghi viaggi. Uno spasso.
     
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    Il Mon Cal sorrise istintivamente alla presenza del Gran Maestro. La sua presenza nella Forza era sempre imponente, ma allo stesso tempo gentile e pacifica. Era molto piacevole stare in sua presenza, tuttavia a volte quando si rendeva conto che l'osservava, ma senza davvero guardarlo si trovava un pò a disagio. Cercò tuttavia di concentrarsi sulle questioni che voleva porgli.

    La ringrazio per la sua gentilezza.

    Si sedette sulla poltrona indicatagli dal Maestro, dopodichè attese qualche secondo prima di ricominciare a parlare.

    Avrei due richieste da fare, e una potrebbe essere leggermente egoistica. Mi spiego meglio.

    Il Padawan fece un leggero sospiro, osservando il Maestro che sembravaimpegnato a studiare un ologramma di un pianeta. Non diede peso a quell'immagine.

    La prima richiesta era la possibilità di essere addestrato nell'uso del Muro di Forza. Ho imparato con successo la Guarigione e mi alleno ad usarla quasi quotidianamente all'ospedale, e ritengo di essere pronto per imparare un'altra capacità. Avevo scelto il Muro di Forza perchè mi aiuterebbe non solo a difendere me stesso, ma con il tempo anche le altre persone. Ovviamente mi rendo conto che non era necessario richiedere un incontro per questo e che bastava mandare una richiesta formale agli addestratori, ma la mia seconda richiesta è più personale e... di difficile esecuzione.

    Il giovane ripassò mentalmente tutto quello che voleva chiedere, e per qualche secondo si limitòa riformulare la richiesta nella sua mente. Tuttavia non era per nulla convinto che la cosa sarebbe stata possibile.

    Avevo deciso di cominciare la costruzione della mia spada laser. Come tutti i Padawan ne possiedo una, ma mi è stata data come dotazione standard, e anche se ufficialmente è la mia spada... essa non è davvero mia.


    Chiuse gli occhi, richiamando alla mente una particolare citazione, che aveva imparato con particolare costanza proprio per questa occasione.

    "Il cristallo è il cuore della lama.
    Il cuore è il cristallo del Jedi.
    Il Jedi è il cristallo della Forza.
    La Forza è la lama del cuore.
    Tutti sono interconnessi:
    Il cristallo, la lama, il Jedi.
    Tu sei uno."


    Riaprì gli occhi, rilassandosi sulla poltrona. Perchè era così difficile per lui chiedere le cose così direttamente?

    La costruzione di una spada laser richiede il cristallo di Forza, e anche per questo non è necessario un incontro con lei. Ci sono alcuni cristalli al Tempio se necessario, e diversi luoghi relativamente facili da raggiungere per ottenerli. Tuttavia, io volevo seguire una strada più tradizionale.
    Come lei saprà meglio di me esiste una tradizione Jedi che richiede che il Padawan che voglia costruire la sua spada laser debba compiere un viaggio ad Ilum. Laggiù potra raccogliere da solo il suo cristallo, focalizzarlo e comporre la spada. La sua spada. Mi rendo conto però che in questo periodo di disordine e conflitto un viaggio laggiù potrebbe essere pericoloso, e quindi potrebbe no nessere consigliabile andarci da soli. Ilum è un pianeta pericoloso anche senza la presenza dei Sith o di Leviathan. Ma allo stesso modo capisco che non può certo dare mezzi più concreti solo per la richiesta di un singolo Padawan. Insomma...io...


    Si rese conto che non aveva idea di dove stava andando a parare con quel discorso. Prima diceva che aveva una richiesta, ma il momento dopo va contro di essa, perorando la sua negazione. Era come se si fosse fatto da solo una trappola. Si agitò leggermente sulla poltrona, insicuro sul da farsi.

    Credo... che vorrei un suo consiglio al riguardo. Cosa pensa che dovrei fare?
     
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    Heleghion sentiva la tensione crescere nel ragazzo, e no, non si trattava di qualcosa dovuto all'effetto che faceva a chi aveva poca dimestichezza con lui e il suo sguardo.
    No, era qualcosa che riguardava strettamente Maggoth; un timore che sorgeva più dai suoi dubbi e dalla natura articolare delle sue richieste che, in genere, avevano vie alternative ad un incontro privato con il Gran Maestro.
    Eppure, invece che interromperlo per accelerare i tempi, il Miraluka si limitò ad ascoltarlo pazientemente. Come disse lo stesso Mon Calamari, non c'era bisogno che Heleghion gli ricordasse che per gli addestramenti c'erano altri cavalieri a disposizione e che, in caso gli eventi lo avessero permesso, lui stesso si sarebbe preso l'impegno di addestrare i giovani del Tempio. Ma c'era ancora dell'altro e il Jedi sentiva che quello era il punto cruciale di quel loro incontro: il tradizionale viaggio a Ilum. Non tutti a dire il vero sapevano di questa cosa, o meglio, gli veniva insegnato, ma il tempo faceva cadere nel dimenticatoio alcuni dettagli. Inoltre, dopo le varie crisi e difficoltà che i Jedi avevano dovuto affrontare fin dai tempi immemori ma, soprattutto, dopo la venuta dell'Impero e con i disordini odierni, le necessità avevano condotto molti apprendisti a non intraprendere più la via per il sistema dei Cristalli di Adegan. Ma ogni tanto, qualcuno saltava fuori.
    Comprendo...
    Iniziò Heleghion riflessivo mentre si appoggiava meglio allo schienale della sua poltrona. Si concesse diversi secondi cercando di fare mente locale e vedere se si poteva trovare una soluzione per il giovane innanzi a lui.
    Qualunque via tu segua per ampliare la tua conoscenza, sono sicuro che riuscirai a trovare da solo la strada. Il Tempio è ricco di cavalieri e maestri capaci di aiutarti in questo. Il dove sarà solo un dettaglio di poca rilevanza.
    Spiegò riguardo al Muro di Forza. La faccenda per la spada laser invece era qualcosa di ben diverso; che richiedeva un impegno molto più profondo e costante nel tempo. Perchè se l'acquisizione di un potere della Forza lo si poteva apprendere in un giorno o una settimana, per poi dedicarsi completamente alla sua pratica e al perfezionamento nell'utilizzo, la spada laser era invece un passo fondamentale nell'istruzione di un Jedi.
    Maggoth, tu sei un ragazzo che studia molto e, sono sicuro, non ti sarà sfuggito in questi anni che la costruzione della propria spada laser è, per un Jedi, un passo importante che ne qualifica e amplia la sua conoscenza nella Forza. Diciamo, in breve, che se vorrai divenire un cavaliere, prima o poi dovrai costruire la tua arma.
    Fece un' altra pausa sorridendo incoraggiante al Padawan. Vuoi per le coincidenze, vuoi per il volere della Forza, la sua richiesta, per quanto impacciata, non avrebbe avuto una risposta negativa. Ma il mondo fuori dal Tempio non era tutto rose e fiori come invece poteva esserlo all'interno di quelle solide mura.
    Ciò che vuoi fare, Maggoth, è rispettare un'antica tradizione che l'Ordine onora da millenni, anche se ultimamente quest'aspetto deve passare in secondo piano. Come ben saprai, la situazione in cui versa la Nuova Repubblica non è delle più serene. La sfida che comporta questo viaggio è qualcosa che può cambiarti profondamente...come dipenderà da te. Ma non tutto è perduto. In alcune rare occasioni, quando si hanno i mezzi necessari e le risorse, si riesce in qualche modo ad onorare questa antica tradizione.
    Agendo sui comandi dell'oloproiettore, Heleghion richiamò un'immagine che sembrava derivante da una delle telecamere di sorveglianza stanziate nell'hangar dell'edificio. Inquadrava un Mercantile Ghtroc e, al suo avvicinamento, due Jedi che scortavano un gruppetto di ragazzini.
    Chiedi del Cavaliere Flynn. In questo momento sta ultimando i preparativi per una spedizione proprio su Ilum. Potreste trovare molte cose di cui parlare durante il viaggio.
    Con un altro sguardo all'ologramma, una figura piuttosto alta in tipica tunica Jedi comparve da sotto la nave.



    Accidenti, sono già arrivati. R4, finisci di controllare i sistemi di supporto vitale della nave. Non voglio sorprese lungo la strada. E se trovi il tempo, metti in attesa i motori. A breve partiremo.
    Il piccolo droide rispose con un trillo lievemente annoiato. Probabilmente era la quarta o quinta volta che il cavaliere gli chiedeva di fare un check-up completo alla nave "per non avere sorprese". Nel frattempo l'uomo sarebbe andato incontro ai passeggeri che avrebbero reso animato il viaggio.
    Stava scendendo la rampa quando riconobbe uno dei Jedi che stava guidando la truppa in miniatura fino alla nave. Era un neo cavaliere che Flynn aveva conosciuto perchè quando Heleghion lo richiamava per incaricarlo delle missioni mandava sempre lui.
    Ehi, Booth. Come primo incarico da cavaliere ti hanno affidato il compito della balia?
    Lo prese in giro appoggiandosi ad uno dei bracci idraulici della rampa d'accesso.
    Eheh, mi conosci: la mia missione è occuparmi delle nuove leve prima che finiscano in mano a gente come te e li travino con chissà che strane idee per la testa.
    Ma dai, io mostro solo a loro com'è la Galassia. E poi qualcuno dovrà pur creareci nuovi nemici. Altrimenti non avremmo motivo di esistere.
    Sei pessimo Ewan. Comunque: qui hai ben 7 piccoli che non vedono l'ora di affrontare un Rancor.
    Ma non mi dire. Bè, con me al massimo si occuperanno dei Mynock che potrebbero attaccarsi allo scafo.
    Rispose a sua volta con un ghigno divertito mentre osservava con sguardo attento i piccoli, scrutando le emozioni attraverso la Forza. Erano pronti a quel viaggio? Chi poteva dirlo. Heleghion, nel dubbio, li aveva affidati ad un cavaliere che, in primis, sapeva cavarsela alla guida di una nave.
     
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    Non appena il Gran Maestro iniziò a parlare il Padawan gli diede la sua più completa attenzione. Le sue parole erano come spesso accadeva colme di saggezza e, anche se inizialmente sembrava solo il prologo per una risposta negativa, si tramutarono in alcune frasi che se riassunte erano la risposta che il Mon Calamari sperava ma non pensava di ottenere, ovvero: Fra poco partono, quindi datti una mossa. Il viso del ragazzo si illuminò con un ampio sorriso, o perlomeno la controparte Calamari di un sorriso, e si alzò in piedi per poi prostrarsi in un profondo inchino.

    La ringrazio profondamente per i suoi consigli e per quest'opportunità! Farò il possibile per trarne il massimo.

    Quasi senza lasciare tempo al Gran Maestro di rispondere in qualunque modo, il ragazzo si precipitò fuori dalla sala, dirigendosi innanzitutto alla sua stanza nei dormitori per raccogliere le sue cose. In realtà non aveva nulla oltre ad un paio di cambi di vestiti ma la sua preoccupazione era soprattutto di prendere i pezzi di ricambio che aveva sparso sul tavolo e che fiondò in una sacca alla rinfusa. Molti di quelli erano più che adatti per una spada laser e non si poteva mai sapere se al rifugio su Ilum ce ne fossero altri. Prese anche la tunica Jedi. Su Ilum la temperatura era molto fredda e girare con solo la veste non sarebbe stato saggio. Certo, una misera tunica avrebbe cambiato poco, ma meglio di niente. Meglio partire preparati.
    In neanche un paio di minuti era già nell'ascensore per l'hangar dove si trovava il mercantile che lo avrebbe condotto ad Ilum insieme agli altri giovani. Non vedeva l'ora di salirci sopra. Quello sarebbe stato il suo secondo viaggio spaziale, e questa volta il viaggi osarebbe stato decisamente più lungo. Sarebbero dovuti andare nei settori sconosciuti, compiendo una rotta che solo un pilota addestrato alla Forza poteva compiere per raggiungere un pianeta che non era presente in quasi nessuna mappa. Era così affascinante! La sua curiosità fremeva per sapere di più.
    Non appena le porte dell'ascensore si aprirono sull'hangar Maggoth si mosse velocemente verso il mercantile, e dato che non vedeva più il gruppo di giovani padawan diede per scontato che fossero già a bordo. Tuttavia la passerella era ancora abbassata, quindi non erano in partenza immediata. Era in tempo.
    Si avvicinò alla rampa e vide due Jedi parlare amichevolmente tra di loro. Il primo era uno dei due che accompagnavano il gruppo, l'altro era il Cavaliere che il Gran Maestro Heleghion aveva chiamato Flynn. Ad una più attenta occhiata Maggoth riconobbe il Cavaliere. Aveva partecipato con lui alla caccia alla bandiera di qualche tempo prima. Se non errava il suo nome era proprio Ewan Flynn. Tossì leggermente per attirare l'attenzione.


    Salve Cavalieri, io sono il Padawan Maggoth. Mi manda il Gran Maestro Heleghion per compiere il viaggio verso Ilum. E Cavaliere Flynn, è un piacere rivederla.

    Ewan gli aveva probabilmente già raccomandato di chiamarlo solo per nome la prima volta che si videro, ma le vecchie abitudini erano dure a morire e l'educazione era sempre molto importante per il Mon Calamari. Rimase lì in attesa, con il sacco che gli dondolava dalla spalla e che faceva un certo rumore metallico alquanto fastidioso.
    Ho dato per scontato che la caccia alla bandiera sia avvenuta prima di questo viaggio, spero di no naver fatto male xD
     
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    Il Gran Maestro Heleghion fece un lieve inchino in segno di saluto e buon auspicio per il Padawan, ma ancor prima che parlasse, quello era già fuori dallo studio. Comprensibile. Lui stesso gli aveva praticamente detto di muoversi. Così, torno alle sue faccende, dando un ultimo sguardo alle riprese nell'hangar prima di tornare all'ologramma del pianeta che stava studiando prima.


    Il gruppo dei piccoli era ormai salito a bordo e stava lasciando i propri "bagagli" nelle loro cuccette mentre Ewan si era fermato ancora qualche momento a parlare con Booth, lasciando a R4 ancora un po' di tempo per ultimare i controlli. Fu allora che entrambi i cavalieri portarono la loro attenzione su Maggoth che stava arrivando. Booth fece un tacito inchino in segno di saluto mentre l'altro riservò un'accoglienza un po' più calda.
    Padawan Maggoth, ben trovato.
    E fece anche lui un lieve inchino con il capo.

    Salve Cavalieri, io sono il Padawan Maggoth. Mi manda il Gran Maestro Heleghion per compiere il viaggio verso Ilum. E Cavaliere Flynn, è un piacere rivederla.


    L'occhio indagatore dell'umano cadde sulla borsa tintinnante che portava il Mon Calamari. Un altro membro in aggiunta all'ultimo secondo?
    Il Gran Maestro?
    Chiese con una lieve sorpresa. Non gli era stato comunicato nulla. Probabilmente una cosa che doveva essere stata decisa proprio pochi minuti fa al massimo.
    Stava per chiedergli se avesse già tutto il necessario con sè, ma il fischio un po' impaziente dell'astromeccanico che si affacciò in cima alla rampa richiamò l'attenzione di tutti.
    Sì, scusa R4. Ora arriviamo.
    Si voltò verso gli altri due ancora giù dalla rampa. Il primo fu proprio il Mon Calamari.
    Bene, Padawan. Sali a bordo, trovati una cuccetta dove mettere le tue cose e dì ai bambini di sedersi ai loro posti e allacciarsi le cinture.
    Già. bambini. La media d'età, più o meno, stava tra i 10 e i 13 anni solo perchè l'arrivo del sedicenne aveva alzato il distacco di anzianità. Insomma, due tate erano meglio di una.
    Bene, Booth. Te li riporterò qui appena abbiamo finito. Con tutti i loro arti.
    Aggiunse alla fine, salutando l'amico e risalendo sulla rampa, abbassando la testa per non sbatterla contro lo scafo.
    Bene squadra. Siete tutti ai vostri posti?
    Un coretto acuto ed eccitato di Sììì!! Si levò dai piccoli intenti a mettersi comodi sui sedili.
    Ottimo. Vedete di sistemarvi bene fino a che non vi comunicherò che potrete alzarvi. Padawan Maggoth?
    Chiamò, cercando il più anziano del gruppo. Sì, indirettamente lo aveva sostanzialmente incaricato come responsabile dei più giovani e, fondamentalmente, una distrazione abbastanza matura per il cavaliere.
    Appena hai finito raggiungimi in cabina di pilotaggio.
    Disse, avanzando lungo il corridoio del mercantile e prendendo posto alla guida.
    Il rombo dell'energia convogliata ai motori cominciava a farsi sentire all'interno della nave che cominciava a vibrare appena. Si concentrò per qualche momento cercando le presenza di qualunque persona intorno alla nave. No, sembrava avere campo libero; Booth non lo sentiva più, quindi doveva essere ormai dentro uno dei turboascensori.
    Mise quindi mano alla barra di comando, direzionando i reattori di manovra. Era diverso guidare quella nave: Ewan era abituato ai leggeri e agili caccia, ben diversi e più sensibili agli impulsi che si davano al timone.
    Con un lieve traballamento la nave si staccò da terra ruotando di qualche grado, spostandosi all'interno dell'hangar per allinearsi all'uscita. Tirò una leva con calma, azionando i propulsori posteriori e, con una controllata accelerazione, la nave attraversò lo schermo degli scudi disattivati per far uscire il mercantile e via. LA luce del sole di Coruscant colpì lo scafo luccicante illuminando con i suoi caldi raggi la cabina in cui stava Ewan. Tirando la cloche alzò il muso del Ghtroc, puntando dritto per lo spazio aperto. Prima di partire per il Salto voleva avere il Mon Calamari seduto accanto. Non per timore, ma giusto per una questione di comodità.
     
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    Come aveva immaginato il Cavaliere si era ricordato di lui e lo aveva accolto con la solita gentilezza.
    La sua espressione confusa venne notata dal Padawan che comprese perfettamente la motivazione dietro di essa. Era successo tutto nel giro di pochi minuti, quindi figurarsi se qualcuno aveva avuto modo di avvisarli. Ci avrebbe pensato lui.


    Si, il Gran Maestro ha deciso pochi minuti fa di accogliere una mia richie- Stava proseguendo il Mon Cal quando l'astrodroide dall'interno del cargo richiamò l'attenzione del suo compagno di viaggio. A quanto pare i preparativi erano ultimati, e Flynn confermò questa ipotesi dandogli delle disposizioni.

    Subito.

    Fece un breve inchino verso l'altro Cavaliere di cui non conosceva l'identità e salì a bordo dove vari giovincelli alquanto più giovani di lui si stavano attrezzando con i loro bagagli. Con un forte raschiare di voce il Padawan richiamò la loro attenzione.

    Salve ragazzi, sono il Padawan Maggoth e viaggeremo insieme. Il Cavaliere Flynn ha raccomandato di mettersi ognuno al proprio posto e di allacciarsi le cinture, stiamo per partire. Assicuratevi di aver sistemato bene i vostri bagagli, potrebbero cadere durante la partenza.

    Si assicurò che i vari pargoli rispettassero quelle disposizioni, e nel mentre si trovò una cuccetta su cui riporre il suo sacco. Lo assicurò dentro la retina per gli oggetti in modo da non farlo cadere e poi ritornò a controllare i giovani. In quel momento Flynn lo richiamò in cabina di pilotaggio una volta terminato.

    Si, arrivo subito.

    Finì di controllare ognuno dei piccoli, assicurandosi che ognuno di loro avesse la cintura, dopdichè si diresse verso la cabina di pilotaggio. In quel momento l'astronave si levò da terra con un leggero traballio, e Maggoth fù percorso da un tremito. Stavano per partire e lui non vedeva l'ora di compiere il salto nell'iperspazio. Non aveva mai avuto modo di vederlo da una cabina di pilotaggio o, se per questo, di stare all'interno di una VERA cabina di pilotaggio. Si era dovuto accontentare dei simulatori che usavano all'Accademia per insegnare le basi della guida.
    Per questo assaporò ogni momento di quella iniziale uscita dall'hangar. Ogni tremolio della nave e la visuale che diveniva sempre più ampia per ogni passo che compiva verso la cabina erano una eccitazione incomparabile.
    Si sedette rapidamente nella poltrona accanto a quella del Cavaliere e dando una rapida occhiata ai comandi per familiarizzare. Si rese subito conto che Flynn sembrava essere molto più esperto di lui nella guida, perciò si sarebbe limitato soltanto a velocizzare le operazioni di guida. Fece un ultimo controllo dei sistemi per assicurarsi che fosse tutto a posto.


    Presente e pronto alla partenza.
     
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    Mentre Maggoth "sorvegliava" i bambini controllando che stessero tutti al loro posto, Ewan li sentiva dietro di sè stare relativamente tranquilli. PEr molti di loro era il primo viaggio nello spazio, altri ne avevano fatto qualcuno e, nel centro della nave si poteva sentire una senzazione mista a eccitazione, curiosità e, qualcuno, anche un pizzico di paura.
    Quando il Mon Calamari entrò in cabina, la testa semisferica di R4 fece un mezzo giro fischiando con una certa sorpresa. La traduzione del uo messaggio apparve in due righe su uno degli schermi davanti al pilota.
    Sì R4, starà in cabina con noi. Lo chiamato io.
    La cupola arancione e bianca ruotò ancora di qualche grado per inquadrare il cavaliere emettendo un trillo di disapprovazione.
    Proprio per questo lo voglio qui. Così lo tengo d'occhio e non farà danni per la nave.
    E in quel momento lanciò un'occhiata complice al Padawan, per poi afferrare una leva alla sua destra tirandola leggermente verso di sè. Un lieve rumore di sottofondo lasciava intendere che veniva convogliata ai reattori ulteriore energia mentre una spinta sempre più forte l'inchiodava di più contro i sedili.
    R4, cominciamo a recuperare le coordinate per il primo salto nell'Iperspazio. Seguiremo la rotta per Galantos: la Metellos Trade Route. Poi devieremo.
    Ordinò il Jedi, ma il piccolo droide aveva ancora da ridire la sua.
    No, R4. Non passerò nelle vicinanze di Dathomir con un carico di Youngling e un Padawan. Troppo pericoloso. E comunque non abbiamo tempo.
    Tagliò corto il cavaliere. Aveva fatto i suoi conti: un mercantile Ghtroc aveva circa due mesi di autonomia e una rotazione di Ilum durava 66 giorni. Considerando quindi le coordinate in cui era situato il sistema dei cristalli e e gli altri fattori, per non contare i rischi, arrivare in ritardo voleva dire tornare indietro a mani vuote. Chi lo spiegava poi a Kelos che si erano fatti un viaggio di piacere senza concludere niente?
    Dopo qualche secondo in cui anche R4 traeva le sue somme, confermò l'inizio delle operazioni avviando il navicomputer a eseguire i calcoli fino a Galantos.
    Intanto, tirando la cloche, Ewan indirizzava il cargo verso l'alto trapassando il primo strato di nubi da cui solo i grattacieli più alti di Imperial City spuntavano riflettendo la luce del sole sul trasparacciaio. Il cielo sopra di loro si faceva sempre più scuro via via che l'atmosfera si assottigliava e, nel giro di poco tempo, eccoli uscire definitivamente dal pianeta mentre il pilota schermava gli oblò della nave per ripararli dalle radiazioni della stella più vicina e passava dai reattori ai propulsori per la navigazione nello spazio.
    Nonostante la diversità di razza, su quel trasporto non solo i bimbi erano emozionati. Anche qualcuno di un po' più grande, seduto accanto all'umano, sembrava incapace di trattenere l'entusiasmo. Comprensibile: Ewan ne aveva dovuti fare di viaggi prima di abituarsi a quel genere di novità. E comunque era sempre piacevole volare nello Spazio Reale. L'Iperspazio, invece, era figo solo per un po'. Dopo...bè, Maggoth lo avrebbe scoperto da solo.
    Allora Padawan, primo viaggio?
    Chiese Flynn mentre iniziava le manovre per angolare la nave nel giusto vettore d'ingresso per il Salto. In quel momento R4 avvertì con un altro fischiettamento soddisfatto che i calcoli erano ultimati, inseriti nell'iperguida e che quindi si poteva procedere. Così, mentre il Mon Calamari rispondeva alla prima domanda, Ewan attivava gli scudi. Non si sapeva mai: anche se era una rotta ufficiale, potevano sempre trovare un imprevisto.
    Bene Maggoth, a te l'onore.
    Disse il pilota indicando la manetta dei propulsori iperspaziali.
    Tirala verso di te e preparati al cambio di prospettiva.
    Se il ragazzo lo avesse fatto, dall'oblò avrebbero potuto vedere tutti i puntini di stelle e altri sistemi intorno a loro diventare una miriade di righe bianche; una sensazione di vuoto allo stomaco li avrebbe colti al momento e poi...L'Iperspazio! Coruscant sarebbe sparita alle loro spalle in un battito di ciglia, per chi le aveva, e davanti sembrava essere in una specie di tunnel fatto di fumo bluastro mentre a bordo tutto ritornava normale. Una volta fatta l'abitudine, l'emozione finiva lì, praticamente.
    E anche questa è fatta.
    Disse traendo un sospiro soddisfatto mentre sugli schermi veniva messo in primo piano il timer di volo. Quattro lunghe ore prima di cambiare rotta.
    Premendo un tasto Ewan azionò l'interfono all'interno della nave.
    Ehi ragazzi. Tutto bene là dietro? Abbiamo appena fatto il Salto nell'Iperspazio. Ora siete liberi di muovervi.
    Poi si rivolse al droide subito dietro di loro.
    Vai R4. Sono tutti tuoi. Tienili d'occhio.
    Con un altro cinguettio il droide uscì dalla cabina diretto alla sala centrale della nave.
    Allora, di un po', Padawan Anduil: cosa ti ha portato a bordo a parte il Gran Maestro? Ho visto che ti sei portato una borsa tintinnante. Hai tutto il necessario con te?
    Era ovvio che fosse lì anche lui per la costruzione della sua spada laser personale, ma almeno, in quanto elemento più grande del gruppo, poteva fare una conversazione degna di tale nota, oltre che approfondire la loro conoscenza reciproca. Di certo ne avrebbero fatte o dette di cose prima di arrivare a Ilum.
     
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    Maggoth sapeva di essere abbastanza portato per le lingue e se la cavava bene anche in meccanica, tuttavia non aveva la più pallida idea di quello che il piccolo astrodroide aveva detto. Il suo fischiettare era praticamente incomprensibile. Sapeva di alcuni tecnici o piloti che avevano passato talmente tanto tempo con il loro astrodroide da capire al volo quello che gli veniva detto ma lui di certo non era a quel livello. Senza contare la mancanza di familiarità con il suddetto droide.
    Per sua fortuna il Cavaliere rispose ad R4 e il Padawan riuscì a farsi un'idea su quello che il piccoletto stava dicendo.
    Per la prima parte delle operazioni di allineamento con il vettore dell'Iperspazio il Mon Cal non dovette fare praticamente nulla. Tra il droide e l'attuale pilota se la cavavano egregiamente e lui era solo un passeggero in quel momento. Non che gli dispiacesse. Aveva la possibilità di concentrarsi solo sulla vista di Coruscant dall'alto e, in seguito, di quello spettacol oche era lo spazio. Era solo riuscito a vedere qualcosa sugli schermi del mercantile con cui era partito da Dac e nulla più. Ora invece aveva solo una vetrata, debitamente schermata, a dividerlo dall'immensità dello spazio.
    Quasi non si accorse della domanda del Cavaliere.


    Non proprio, è il mio secondo viaggio. Il primo lo effettuai anni fa quando partii da Dac. Tuttavia questo è il primo in cabina di pilotaggio.

    L'astrodroide fischiettò segnalando l'avvenuto completamento dei calcoli da parte del computer di navigazione e che erano quindi pronti al Salto. Fu in quel momento che Ewan gli fece una proposta insperata.

    Ah... Certo!

    Mise la sua mano sulla manetta, fece un respiro profondo e lentamente la tirò all'indietro. Le sensazione di vuoto allo stomaco che andò inzialmente crescendo non era sgradevole ed anzi si aggiungeva alla visione strabiliante di luci che gli venne proposta. L'accelerazione fu breve ma intensa e Maggoth ne assaporò ogni momento. Poi la nave raggiunse la velocità terminale e si stabilizzò, mantenendo una velocità costante.

    Era tanto che volevo farlo.

    L'eccitazione era evidente sul suo viso, e sorrideva anche troppo per i suoi standard. Era sempre molto composto ma quando si trovava ad osservare fenomeni che da sempre lo interesavano... bè cominciava a perdere un pò di quel contegno.
    Ci rimise poco a riottenerlo però, perchè il suo compagno di cabina attivò l'interfono per parlare i youngling e successivamente per avvisare il droide di occuparsi di loro. Dopodiche diede l'attenzione al Padawan.


    Bè, ho preso praticamente tutto quello che potrebbe servirmi per la costruzione della mia spada. Mancherebbe solo il cristallo, ma è appunto per quello che siamo in viaggio. Si, su quel frangente dovrei essere a posto. Temo invece di essere un pò carente in termine di vestiario. Se non erro Ilum è un pianeta alquanto freddo e nella fretta non ho avuto modo di procurarmi dei vestiti adatti.

    Ripensandoci sopra forse il Mon Cal avrebbe fatto bene a prendere dal magazzino qualcosa, ma temeva di perdere il volo.

    Per quanto riguarda la prima domanda, sono ovviamente quì per la costruzione della spada. Ero andato dal Gran Maestro richiedendo un addestramento sul Muro di Forza e la possibilità di viaggiare ad Ilum per il cristallo per la spada. Temevo non ci fosse modo in questo periodo di averne la possibilità, ma è stato così gentile da avvisarmi per tempo di questo viaggio ed ho colto al volo l'occasione. Per questo sono arrivato all'ultimo. A questo proposito mi scuso ancora per l'arrivo tardivo ed inaspettato.
     
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    Quindi il Mon Calamari era al suo secondo viaggio e, il primo che aveva fatto, era da Dac a Coruscant. Dove stava Dac? Per quanto Ewan potesse saperne in fatto di rotte e navigazione spaziale, ancora non possedeva le conoscenze necessarie che gli permettessero di collocare ogni sistema nella griglia delle mappe stellari. PEr questo, una volta fatto il salto, ne richiamò una per farsi un'idea della posizione. Solo all'ora, mentre il Padawan continuava a parlare, il cavaliere si rese conto che Dac era quello che per lui andava sotto il nome della stessa razza a cui apparteneva MAggoth, situato nell'Orlo Esterno sotto il Braccio di Tingel, alla fine della Perlemian Trade Route. Insomma: un bel viaggetto.
    Eheh, ti capisco. La prima volta che ho fatto un Salto ero a bordo di un incrociatore diretto verso Yavin IV per una missione di soccorso. Credo di aver stordito i piloti a suon di domande; forse è per questo che non mi diedero l'onore di tirare la leva dei propulsori.
    Disse divertito ripensando a quel periodo. Diciamo che ora poteva dire divertito perchè, alla fine, tutto era andato bene e sia lui che Dalen si erano chiariti con l'equipaggio, ma in principio non c'era affatto una buona collaborazione nella squadra: soprattutto tra soldati e Jedi.
    Quando si parlò del "bagaglio" che il ragazzo si era portato al seguito, sopraggiunse una forte sorpresa che il Mon Calamari poteva sentire con chiarezza da parte del pilota.
    Scherzi?!
    Chiese guardandolo con entrambe le sopracciglia così inarcate verso l'alto da sembrare due vertigini della capigliatura dell'umano.
    Ilum avrà si e no il 90% della superficie ricoperta di ghiaccio. Non è che sia proprio uno dei posti più ospitali della Galassia. Nemmeno per un Jedi.
    Sospirò un po' perplesso. Sperava che dalla sua Maggoth avesse una qualche peculiarità dovuta dalla razza. Magari il vivere sempre in ammollo gli garantiva una certa resistenza alle basse temperature. Boh. Ewan non aveva mai avuto occasione di passare da Dac.
    infine si passò alla questione addestramento; nel caso avrebbero trovato qualcosa tra le scorte a bordo della nave se il giovane avesse avuto bisogno di una coperta in più per girare tra le grotte di Adegan. A quel punto tutto fu più chiaro per il cavaliere sul perchè il Gran Maestro lo avesse mandato in fretta e furia all'hangar. No, Ewan non era così maligno da pensare che il Miraluka volesse scrollarsi di dosso un allievo per un po'. Semplicemente sapeva che Flynn era l'uomo giusto nel momento giusto per fare quel lavoro e, vista la durata del viaggio, gli avrebbe fatto piacere avere qualcosa da fare e avere un aiuto in più per gestire gli Youngling.
    Un addestramento sul Muro di Forza, mh?
    Disse pensieroso lanciando un'occhiata al timer per la durata del viaggio. Il tempo per le basi non mancava, bisognava solo capire in che modo il Padawan si relazionava con la Forza. Ognuno era diverso: Dalen e Nalsa erano due palesi esempi.
    Bene. Cominciamo dall'addestramento, allora.
    Disse deciso alzandosi dal sedile e avviandosi fuori dalla cabina. Come la porta si aprì il Jedi percorse a lunghi passi il corridoio facendo cenno al Mon Calamari di seguirlo. Una volta arrivati al centro della nave, dove inizialmente Ewan voleva trovare qualcosa da fare ai piccoli mentre si occupava del Padawan, scoprì che R4 aveva provveduto già a occuparsi di loro anticipando il cavaliere e mostrando loro sull'oloproiettore un documentario che descriveva come montare una spada laser, ovviamente la parte tecnica, con la voce di uno dei maestri che spiegava tutti i passaggi. D'improvviso lo stesso Flynn divenne molto più silenzioso nel muoversi mentre si dirigeva senza creare troppo disturbo verso uno dei portelli della stiva, quello a dritta per la precisione.
    Dopo se vuoi te lo guardi anche tu.
    Soffiò a fil di voce verso il giovane, aprendo la porta ed entrando nel deposito. Azionando un interruttore sulla destra la luce delle lampade a luminescenza rivelò una serie di casse nel mezzo dove c'era l'ascensore di carico. Lo spazio non mancava, del resto avevano caricato il necessario per una decina di persone che sarebbero dovute star via comunque meno di un mese. Concentrandosi per brevi secondi, Ewan tese entrambe le mani verso le casse e, allargando le braccia, l'ingombro cominciò a strisciare con un lieve scricchiolio sul pavimento aprendo un varco nel mezzo. Non fu particolarmente faticoso, però certo, spostare tutta quella roba insieme non era quello che si definirebbe un gioco da ragazzi. Ma almeno aiutava a capire i propri limiti.
    Ok. Dimmi: cosa sai fare?
    Domandò tirando un po' il fiato dopo il piccolo sforzo mentale.
    Un paso alla volta. Maggoth non era un suo PAdawan; doveva prima imparare a conoscerlo, dopo lo avrebbe istruito.
     
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    Più sentiva parlare il Cavaliere e più gli piaceva. Per certi versi era simile a Nalsa, alquanto diretto ma allo stesso tempo molto cordiale ed alla mano. Era piacevole passare del tempo con quel tipo di persona.
    Si sentì leggermente rimproverato quando Ewan gli parlò delle condizioni di Ilum. Da quello che aveva letto riguardo il pianeta il Mon Cal si aspettava che il pianeta sarebbe stato molto freddo, ma purtroppo per lui la fretta di arrivare all'hangar era stata tanta così come il timore di perdere il volo. Tuttavia dubitava che il pensiero di averci pensato nonostante tutto lo avrebbe riscaldato quando i venti glaciali lo avrebbero avvolto.


    Ehm... temo che la fretta mi abbia giocato un brutto scherzo. Spero che siano disponibili degli abiti extra o qualunque altra cosa, altrimenti credo che al ritorno avrete del pesce surgelato da riportare al Tempio.

    Lui non era il tipo da fare molte battute, ma aveva imparato che scherzare sul suo aspetto acquatico aiutava a socializzare. Agli occhi dell'interlocutore ciò lo rendeva più simile a loro.
    Fu solo parzialmente sorpreso dal successivo interesse del Cavaliere per il suo addestramento. Sospettava che il Gran Maestro lo avesse mandato da lui anche per quello, tuttavia non si aspettava che venisse assecondato così facilmente.


    Ah, certamente. La ringrazio per la sua disponbilità.

    L'educazione era la sua firma. Alcuni la trovavano estenuante, ma ormai era parte di lui.
    Seguì il suo futuro mentore attraverso il corridoio principale della nave fino ad attraversare la parte centrale dove si trovavano i vari youngling. Maggoth fu felice di vederli tutti quanti concentrati nello studiare il video d'insegnamento per la creazione della spada laser.Almeno si mantenevano occupati, e poi lui apprezzava la volontà d'imparare.
    Imitò il Cavaliere mentre cercava di muoversi silenziosamente per la saletta, e rispose solo dopo esser entrato nel depoisto ed aver richiuso la porta alle loro spalle per non disturbare i bambini.


    L'ho già studiato diverse volte su Coruscant, ma immagino che un ripasso non mi farà male.

    Osservò lo spazio in cui sembrava che si sarebbero allenati, ovvero il deposito. Sembrava esserci più che abbastanza spazio per quel tipo di addestramento, bastava solo organizzare le casse. A quello ci pensò per l'appunto Ewan che mosse molte più casse di quelle che il Padawan avrebbe potuto spostare. Lui forse sarebbe riuscito a spostare le casse più piccole e leggere, ma probabilmente non più di una alla volta. Aveva fatto diverse prove durante gli allenamenti qualche giorno prima, e il massimo che era riuscito ad alzare era un peso di circa 20 chili per qualche secondo, ma era stato alquanto faticoso. I Maestri gli avevano insegnato che quello in realtà era solo un limite mentale, e con il giusto addestramento si potevano raggiungere dimensioni notevolmente più grandi.
    Alla domanda Maggoth si prese un paio di secondi per fare mente locale.


    Bè, oltre alle tecniche base come percezione della Forza e la telecinesi sono capace ad usare la Guarigione. Mi è stata insegnata dal Cavaliere Dalen e la pratico all'Ospedale vicino il Tempio a Coruscant. Certo, non riesco a guarire ferite particolarmente gravi, ma riesco a dare il mio contributo con danni più moderati. A parte questo, nulla di più. Per quanto riguarda la spada laser, se può servire, pratico il Soresu. Mi trovo particolarmente a mio agio con uno stile difensivo come quello e infatti ciò si rispecchia nella mia scelta per gli addestramenti, perchè più avanti volevo cercare di sviluppare ulteriormente i miei poteri difensivi e lenitivi. Aspiro ad essere un Guaritore Jedi, e so che con il dovuto addestramento il muro di Forza può essere esteso anche ad un'altra creatura, permettendomi di proteggere un ferito mentre lo curo.

    Era la cosa più vicina che ci poteva essere alla medicina per uno Jedi, e quindi era perfetto per lui. Sperava che il Cavaliere no navesse problemi ad aiutarlo nell'imparare almeno le basi per quel potere.
     
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    Bè, sì, lo spero che nei "magazzini" ci sia qualcosa per coprirti. Ma comunque qualcosa lo troveremo, non ti preoccupare.
    Lo rassicurò Ewan. Ma ora basta chiacchiere. Tra le presentazioni, l'organizzazione e le procedure di decollo e preseguimento del viaggio, avevano procrastinato a sufficienza. Ora, come soleva fare il cavaliere, era tempo dei fatti.
    In breve si era fatto dire di cosa fosse capace il Padawan. Aveva una preparazione base, un addestramento iniziale che già lo aveva reso sufficientemente operativo in un campo ospedaliero. Certo, da quel che diceva non sapeva ancora risolvere gravi traumi o ferite, ma col tempo e la perseveranza avrebbe potuto fare maggiormente la differenza tra la vita e la morte di un paziente.
    Interessante e utile il potere di Guarigione. L'ho appreso anch'io e prima di imparare a gestire ferite più gravi ho affrontato un tirocinio piuttosto intenso, diciamo.
    Shador....per fortuna non era solo in quell'occasione, ma il solo lavoro per apprendere a controllare la Forza a scopo curativo lo aveva messo fuori gioco per qualche ora. Quando poi si era ripreso per aiutare Garu Torr a curare il cospicuo numero di feriti sparsi lungo il corridoio della sua torre, Ewan era ritornato in coma a fine lavoro; sfinito dallo sforzo mentale e, da un lato, anche un po' fisico. Chissà com'era stato farsi allenare da Dalen. I due, per quanto si fossero legati durante la loro missione su Yavin IV, non avevano mai avuto modo di insegnarsi a vicenda qualche potere o tecnica. Al contrario, erano stati addestrati contemporaneamente da Heleghion in persona in alcune occasioni quando Niktar, il maestro a cui Ewan era stato affidato, era impegnato in qualche missione troppo rischiosa per un semplice allievo come era lui.
    PEr fortuna l'addestramento per il Muro di Forza non comprendeva grosse fatiche...oddio, un momento. Tutto dipendeva anche da come Maggoth avrebbe recepito i consigli e le istruzioni e da come lo stesso cavaliere sarebbe stato in grado di comunicare con lui.
    E' un potere che richiede molta pazienza e concentrazione, la Guarigione. Vedrai che fare esperienza sul campo ti aiuterà molto. Ma adesso vediamo di cominciare. Siediti pure a terra, o se preferisci su una cassa, è uguale. E comincia a concentrarti. Immergiti nella Forza. Io farò uguale. Probabilmente mi avvicinerò anche a te attraverso essa. Di sicuro mi sentirai molto chiaramente, ma non preoccuparti. Poi ti darò istruzioni su come produrre un vero e proprio scudo nella Forza.
    Portandosi al centro della stanza, nel punto da cui aveva appena spostato le casse dei rifornimenti, Ewan prese posto sedendosi a gambe incrociate. Sentì il freddo del metallo trapassare il tessuto dei pantaloni, ma era trascurabile. A breve non l oavrebbe nemmeno più sentito. Chiuse gli occhi, schiena dritta, e trasse un profondo sospiro. Fu un processo lento e rapido allo stesso tempo. Rapido perchè entrare in contatto con la Forza, per un cavaliere, era praticamente una routine più frequente. Essere spesso in missione portava l'individuo in questione a mantenere costantemente un contatto più intenso con essa. Ewan, poi, con l'esperienza che aveva alle spalle ormai viveva quasi perennemente con i sensi in allerta 24 ore su 24. Lento perchè il fisico del ragazzo cominciò a rallentare: il respiro, i battiti del cuore. Per quanto celere poteva essere l'immersione, i Jedi seguivano una filosofia di calma. Come la superficie di un lago al tramonto, quando il vento calava e l'acqua diventava una tavola piatta. Con la mente andava alla ricerca del Mon Calamari. Non sarebbe stato difficile trovarlo e, probabilmente, nemmeno capire come effettivamente il ragazzo si sarebbe posto sia nei confronti della Forza sia nei confronti della sua presenza in essa.
     
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    Dalle parole del Cavaliere si evinceva che quel suo tirocinio intenso doveva essere avvenuto sotto qualche forte stress particolare, come uno scontro a fuoco. Tuttavia non sembrava parlarne con rabbia o tristezza, quindi era andato presumibilmente bene.

    Direi che il pavimento va più che bene.

    Si sedette a gambe incrociate sul pavimento, poggiando le mani sulle ginocchia in una postura rilassata senza particolari gesti delle mani o altro. Quando doveva meditare o in questo caso concentrarsi a fondo nella Forza non aveva bisogno di nessuna distrazione fisica. La sua percezione attraverso la Forza doveva essere il fulcro di tutto.
    Chiuse gli occhi e cominciò con la base: percepire la Forza dentro di sé. Solo dopo avrebbe cominciato ad allargare la sua percezione su quello che lo circondava, con misurata lentezza. Era tranquillamente capace di estendere la sua "visione" nel giro di pochi secondi ma poteva essere controproducente. E in questo specifico caso non ne aveva bisogno. Aveva tutto il tempo per espandere la sua immersione nella Forza ed intendeva farlo al meglio delle sue capacità.
    La sua mente era perlopiù vuota, senza pensieri, e si limitava a recepire ciò che la Forza gli trasmetteva. Cercava di percepire la Forza nell'aria e il suo flusso. Probabilmente di li a poco avrebbe anche percepito Ewan e si aspettava di vederlo risplendere con almeno il doppio della "luce" che lui emanava.
    Mentre tutto questo succedeva non si limitò più ad assorbire passivamente le informazioni, ma cominciò attivamente a "trasmettere" il flusso della Forza dentro di sé verso l'esterno. Espandeva la sua essenza il più possibile verso l'esterno ma non aggressivamente, più come il sottofondo di una melodia, la percepisci ma non è soverchiante.
    Il processo era talmente lento che in realtà era come se la Forza all'interno di Maggoth fosse sotto un effetto di osmosi. Più che spingerla fuori si limitava a lasciarla scorrere verso l'esterno, ricevendo in contemporanea tanti piccoli flussi che dall'esterno riempivano gli spazi vuoti. C'era un costante equilibrio, ed in quei momenti che il Mon Calamari si sentiva sempre più parte della galassia.
     
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    I sensi di Ewan si espansero nella Forza e, in poco tempo, ecco comparire con molta più intensità Maggoth a meno di due metri da lui. PResto anche il ragazzo avrebbe percepito con maggior intensità la presenza del cavaliere e soprattutto le sue attenzioni concentrate sulla sua figura aliena. Sì, perchè mentre il Mon Calamari si immergeva nella Forza aprendosi ad essa, il suo momentaneo maestro lo studiava.
    Come per molti Jedi e in questo caso anche per l'umano, la mente del Padawan era calma e, al contrario di Dalen o Nalsa, non faceva leva sulle proprie emozioni o sullo sforzo fisico per focalizzare le proprie energie e lasciare la sua impronta nella Forza. Infatti, se uno come lo Zeltron richiamava lasua concentrazione e il suo potere attraverso emozioni positive, Ewan e Maggoth sedavano quest'ultime preferendo una percezione intorno a loro canalizzata attraverso i sensi.
    Bene...un giovane tendenzialmente "mentale" direi...
    Pensava tra sè e sè il cavaliere analizzando l'allievo che aveva innanzi.
    Continua così, Maggoth. Stai andando bene.
    Lo incoraggiò mantenendo la sua concentrazione per osservare se quell'intervento destabilizzasse l'equilibio di Onduil. Ormai era un Padawan e, una volta che fosse stato sufficientemente preparato, poteva essere inviato tranquillamente in missione e lì doveva saper controllare le proprie azioni anche in mezzo ad una situazione meno tranquilla e più critica. E a tal proposito avevano proprio gli strumenti adeguati a ricreare una situazione simile. Ewan doveva solo ritrovarli tra i "bagagli".
    Alzandosi nella maniera più silenziosa che poteva, il cavaliere lasciò il giovane alle prese con la meditazione, dirigendosi con passo felpato verso una delle casse che aveva giust'appunto spostato da poco.
    Ora, Padawn, prova a figurarti nella testa come pensi che debba essere il tuo Muro di Forza ideale. Struttura, resistenza...Immagina come lo evocheresti e la forma che gli daresti nel tuo progetto.
    Cominciò dandogli istruzioni e aprendo la prima cassa frugandoci dentro. No, non c'erano le cose che andava cercando. In compenso aveva trovato coperte extra. Altra cassa.
    Da quanto sento, sei un soggetto molto...intellettuale, diciamo. Quindi vediamo come riesci a raggiungere lo scopo di questo addestramento. Appena sei pronto applica la tua teoria in pratica e vediamo che succede.
    Nella seconda cassa, mentre frugava con attenzione limitando il rumore dei suoi gesti non trovò ancora ciò che cercava.
    Ma dove diavolo ho cacciato i remoti per gli allenamenti con la spada?
     
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    Quando il Cavaliere parlò lo fece anche con l'intento di distrarlo, o per meglio dire cercare di capire se il Padawan sarebbe stato distratto. Per sua fortuna ciò non avvenne perchè sia durante l'allenamento con Dalen sia con il costante uso di meditazione ed allenamenti il Mon Calamari aveva praticamente superato quel problema. Ascoltare non gli dava nessun problema, e parlare non gli risultava troppo problematico.
    Nonostante la cura con cui Ewan si alzò venne comunque notato dall'allievo che percepì distintamente la sua figura nella Forza che si alzava e si allontanava. Andò oltre il suo raggio di percezione, ma comunque riusciva ad avere una vaga idea di dove si trovasse. Avrebbe volentieri indagato ulteriormente, ma era troppo distante ed un nuovo compito si profilò all'orizzonte. La mente del giovane cominciò a riattivarsi per ragionare su come creare quel muro.


    Per me la definizione di muro è ingannevole. Non lo immagino come un muro, ma più simile ad una barriera energetica. Avrebbe una struttura non rigida, perchè le strutture rigide sono fragili e deboli contro gli impatti. Piuttosto dovrebbe essere un flusso costante di Forza, come una corrente. Una barriera composta da una corrente mobile aumenta la capacità di deviazione, e deviare un colpo invece di fermarlo richiede molta meno energia. E la forma... dovrebbe essere sferica, o perlomeno di una forma simile. Quella forma garantirebbe un'ulteriore forza di deviazione... e dovrebbe avere più strati, con correnti di direzioni diverse, per aumentarne la forza di arresto e, ovviamente, deviazione. Maggiore distribuzione di energia, minore sforzo, massimo risultato.

    Non era completamente sicuro se era il modo migliore d'immaginarsi una barriera composta dalla Forza, ma da quell oche aveva studiato era convinto che fosse uno dei metodi migliori. Il concetto era di deviare ogni singolo colpo in arrivo, soprattutto quelli di blaster. In questo modo, anche se avessero penetrato la barriera sarebbero comunque stati spostati rispetto alla traiettoria originale ed avrebbero nettamente mancato il bersaglio.
    Mentre ragionava il suo istruttore gli diede il permesso di passare alla pratica, e questa sarebbe stata la parte più complicata. Una cosa era immaginare una barriera, l'altra era crearla. Cercò di concentrarsi meglio che poteva mentre entrava in comunione con la Forza e cercava di percepirne i movimenti. Voleva dare una nuova direzione a quelle correnti, creare una nuova melodia per quelle note. Era un pò come essere un direttore d'orchestra. La Forza sapeva cosa fare, Maggoth doveva solo indicargli la strada.
    Avrebbe cercato di creare una sorta di cupola semisferica attorno a sé convogliando la Forza e mantenendola in movimento circolare, proprio come aveva pensato. Se vi fosse riuscito sarebbe passato ad un eventuale secondo strato più esterno con il flusso che si muoveva però in direzione opposta. Era un lavoro meticoloso ed alquanto complicato, perciò diede la sua massima attenzione e concentrazione alla creazione del primo "muro". Doveva percepire ogni singolo movimento ed assicurarsi che la sua idea trovasse riscontro nella realtà. In futuro la sua vita poteva dipendere da quel muro.
     
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