New Star Wars Gdr

La migliore amica di un Jedi

Costruzione Spada Laser su Ilum

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    Il viaggio per Ilum, inizialmente stancante a causa dell'allenamento con il Cavaliere Ewan diventò poi una tranquilla crociera ed il Padawan ne approfittò per riposarsi e meditare per affinare i suoi sensi. Ogni tanto durante i vari giorni di viaggio riprese l'allenamento sul Muro di Forza per affinare il suo controllo su di esso attraverso l'uso dei remoti. L'ultima volta era addirittura riuscito a mantenerlo attivo senza rimanere senza energie subito dopo.
    Il giorno dell'arrivo il Padawan si era preparato come meglio poteva al clima poco gentile di Ilum. Per contrastare le temperature artiche e i gelidi venti si era "costruito" una specie di cappotto utilizzando due coperte invernali che si trovavano a bordo. Non era per nulla pratico ma almeno gl iavrebbe impedito di morire assiderato per il primo tratto di strada.
    Infatti la nave sarebbe atterrata su di una pista d'atterraggio esterna costruita sul bordo di un ghiacciaio perenne. Era una superfice che non mutava praticamente mai e l'eventuale neve che si depositava veniva immediatamente soffiata via dalle forti correnti. Questo però significava che la navicella era costretta a rimanere in balia delle tempeste di neve. Non si sarebbe rovinata ma di certo ci sarebbe potuto essere qualche problema nel decollo. Purtroppo creare un hangar coperto era virtualmente impossibile perchè esso lasciava intendere che erano necessari tutti una serie di sottosistemi che avevano bisogno di energia per funzionare. Energia non disponibile non potendo costruire un generatore che funzionasse senza alcun tipo di manutenzione, e di certo nessuno voleva vivere su di un pianeta ghiacciato visitato saltuariamente e sconosciuto al 99,99% della popolazione galattica.
    Fortunatamente i Jedi avevano edificato un Tempio all'entrata delle caverne dei cristalli, in quel modo i pellegrini che vi giungevano per entrare nelle sacre caverne potevano perlomeno rifugiarsi dal vento.
    L'atterraggio non fu particolarmente facile, ma Ewan riuscì egregiamente a non farli schiantare contro il costone di roccia della montagna. Non era stato morbido ma la nave non aveva subito danni.
    L'astrodroide di Ewan rimase a bordo per mantenere funzionante la vecchia bagnarola mentre il Cavaliere, Maggoth ed il gruppo di Youngling uscirono fuori, dirigendosi di gran fretta verso l'entrata del tempio. Il ghiaccio inizialmente e dopo la neve compressa del passo di roccia non resero particolarmente facile camminare ma alla fine riuscirono ad arrivare all'entrata. Era la prima volta che il Mon Cal vedeva usare una spada laser come fosse un cartello delle guide per non far perdere i turisti al seguito.
    Nonostante il costante tremare e il freddo che gli era penetrato fino nelle ossa il giovane rimase colpito dalla maestosità del Tempio di Ilum.
    L'entrata era realtivamente piccola e nulla di appariscente, ma una volta all'interno le sale s'ingrandivano e si univano perfettamente alle pareti naturali delle caverne.
    Enormi colonne di pietra si stagliavano verso il soffitto ma era facile notare che essere erano principalmente decorative, perchè intagliate nella pietra e non costruite apposta per sorreggere un soffitto che evidentemente si manteneva da solo.
    Inoltre in ogni angolo, ogni parete era costellato da cristalli. Erano praticamente ovunque e facevano risplendere le sale di una luce blu-verde eccezionale. Era da rimanere a bocca aperta, proprio come fecero Maggoth e gli studenti.
    Come da disposizione tuttavia non c'era tempo da perdere, c'era poco più di due giorni prima della parteza, anche prima se ce ne fosse stata la possibilità e quindi i vari studenti si sparsero in giro per le sale in cerca di un cristallo.
    Mentre Ewan si occupava di guidare gli youngling per le varie sale assicurandosi che non si perdano il Mon Cal preferì girare da solo. Sapeva che c'era il rischio di incorrere in un nido di Gorgodon ma sapeva anche che essi tendevano a costruire i loro nidi nella parte esterna delle montagne e raramente verso l'interno.
    Il Padawan passò diverse ore in giro per i vari saloni e grotte che comprendevano le Caverne dei Cristalli, fermandosi a meditare di tanto in tanto vicino a dei gruppi particolarmente numerosi di cristalli ma ancora no naveva cercato quello che sentiva adatto a sé.
    Poi ad un certo punto si ritrovò a passeggiare vicino una piccola polla d'acqua che scorreva, probabilmente un flusso di ghiaccio e neve sciolta che si era raccolto in quel punto. Maggoth lo trovò strano perchè era convinto che tutta l'acqua sul pianeta fosse ghiacciata e ciò lo spinse ad indagare lo strano fenomeno.
    Si inginocchiò verso la polla e la scrutà attentamente. Non notava nulla di strano fino a quando non si rese conto che in fondo ad essa era depositato un cristallo blu. Non sembrava essere incastrato nella roccia come la quasi totalità degli altri, ma anzi sembrava libero, quasi come fosse caduto o stato lasciato da qualcuno.


    Mmmm... strano. Diamo un'occhiata.

    Il Mon Cal fece per prenderlo quando si fermò a pochi centimetri dalla superficie dell'acqua, come colpito da un presentimento.
    Percependo che forse quello era il modo sbagliato di agire si ritrasse e si sedette davanti la polla, in meditazione. Allungo i suoi sensi verso il fondo dove si trovava il cristallo e dopo qualche minuto di osservazione concluse che era un cristallo Mephite, uno di quelli più usati dai Jedi. Non era Pontite, ma decisamente non si sarebbe lamentato. I cristalli Pontite erano i più rari, e dubitava di riuscire a trovarne uno così facilmente.
    Mentre lo esaminava si rese conto che il modo in cui risonava nella Forza lo attirava, ma soprattutto lo trovava familiare, un pò come quando esaminava sé stesso durante le meditazioni. Usando la telecinesi lo prese e lo fece uscire dall'acqua, e nel preciso istante in cui fuoriuscì dalla polla essa ghiacciò all'istante, come se la temperatura fosse crollata improvvisamente. Preoccupato da questo evento il Pdawan sfiorò leggermente i lcristallo, ma si rese conto che non era bollente o ghiacciato, era tiepido. Tutto ciò annientava tutte le conoscenze scientifiche che il ragazzo possedeva e non riusciva a spiegarsi perchè. Vibrazioni del cristallo che impedivano all'acqua di ghiacciarsi? Forse il cristallo rilasciava dei componenti al contatto con l'acqua? Impossibile a dirsi, ma forse più semplicemente la Forza lo aveva portato a trovare quel cristallo. Sorrise e lo mise in tasca, ritornando indietro verso la sala principale dove alcuni degli youngling erano già rientrati, anche loro con un piccolo tesoro tra le mani.


    Il Cavaliere Ewan?


    E' ancora con gli altri mentre continuano a cercare.


    Rendendosi conto che ci sarebbe voluto del tempo Maggoth ne approfittò per cercare altri cristalli. Non dovevan oessere di eccezionale qualità e neanche grandi. Anzi, piccoli era anche meglio perchè erano quelli necessari a creare la modifica per permettere alla spada di funzionare anche in ambienti acquatici.
    Ci mise circa un'altra oretta ma alla fine ritornò soddisfatto con altri quattro piccoli cristalli blu. Ne servivano solo due per la modifica, ma il giovane intendeva installarla anche sulla sua attuale spada in modo da averne una di riserva se necessario. Nel frattempo gli youngling tornavano alla spicciolata e si raccoglievano intorno ad un falò che Ewan aveva acceso prima di cominciare la cerca.
    Qualche ora dopo Ewan ritornò con gli ultimi bambini e si decise che potevano anche ripartire. Maggoth ricordò che era prevista la possibilità di rimanere anche un altro giorno, ma dato che tutti avevano quello che era necessario e nessuno aveva intenzione di congelare laggiù furono tutti soddisfatti di andarsene, anche se l'atmosfera era impareggiabile.
    Ritornarono con non poche fatiche alla navicella e i due Jedi più anziani furono costretti ad eliminare il ghiaccio che si era formato intorno alla nave per permetterle di partire.
    Dopo una decina di minuti al gelo più assoluto e un incontro inaspettato i due poterono finalmente rientrare ed avviare la partenza da quel pianeta dannato. Con dei luoghi dannatamente belli.


    Edited by Maggoth - 12/3/2015, 13:12
     
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    Ormai nel pieno dell'iperspazio e dopo una sessione intensa di allenamento per riscaldare le membra infreddolite Maggoth si mise nella sezione del magazzino della nave con una delle coperte invernali che dispose sul pavimento come una specie di tappeto. Mise un pò d'ordine in giro tra casse ed oggetti vari per assicurarsi di avere un ampio spazio per la sua meditazione. Quello era il passo successivo per creare la sua spada laser, doveva focalizzare il cristallo. Era un'operazione lunga e di lavoro minuzioso perchè durante la meditazione il cristallo doveva subire due trasformazioni, la seconda fisica e la prima, e più importante, era invece intrinseca al suo essere un cristallo di Forza.
    Si sedette sulla coperta, il cui spessore impedeva di avvertire il freddo che il metallo del pavimento trasmetteva. Era anche relativamente comodo, cosa non essenziale ma sicuramente apprezzata.
    Tirò fuori da una tasca i cinque cristalli che aveva recuperato su Ilum. Erano tutti necessari per le modifiche che aveva intenzione di fare, tra cui quella che permetteva alle spade laser di funzionare anche sottacqua. Ne sarebbero bastati due oltre al principale, ma dato che voleva fornire di quella modifica anche la spada che già possedeva aveva bisogno di quattro cristalli secondari. Tuttavia in quel momento era il cristallo blu più grande, quello di mephite che lo interessava maggiormente. Lo pose sulla coperta, proprio di fronte a sé e chiuse gli occhi, entrando in un profondo stato di meditazione e concentrazione. Espanse i suoi sensi tutto intorno a sé e concentrandosi sul cristallo di fronte a lui cominciò a sollevarlo con la telecinesi. Lo vedeva chiaramente nella Forza, le sue sfaccettature e la sua forma grezza risplendevano debolmente nella Forza, come avesse uan sorta di vita propria.
    Mantenendo la sua profonda concentrazione il Padawan cominciò a raccogliere la Forza che fluiva nel suo corpo, che costituiva il suo essere e la convogliò lentamente verso il cristallo. Essa sarebbe penetrata al suo interno, lo avrebbe pervaso e poi sarebbe riuscita, ritornando all'interno del corpo del Mon Calamari.
    Il trucco di questa manipolazione stava nel sintonizzare e focalizzare il cristallo con la Forza e lo spirito del suo creatore e, generalmente, utilizzatore. In questo modo la Forza all'interno del cristallo veniva pian piano modificata, focalizzata e sintonizzata e ciò rendeva più potente ed affidabile la spada, soprattutto nelle mani di chi l'aveva creato. Questo era tuttavia un processo molto lento, che richiedeva diverse ore. I cristalli più potenti a volte richiedevano anche alcuni giorni.
    Nelle ore che seguirono il giovane ripetè l'operazione costantemente, senza mai fermarsi, e ciò era rispecchiabile nel cristallo stesso che per un occhio non sensibile alla Forza era diventato una piccola lampadina che risplendeva di una luce blu. Ormai esso risuonava nella Forza come un'estensione di Maggoth e rispecchiava la "frequenza" del ragazzo. Soddisfatto del risultato interruppe il flusso, mantenendo fluttuante il cristallo. Era momento della seconda parte dell'operazione, altrettanto lunga e complicata, anche se parzialmente non necessaria.
    Doveva donare al cristallo la forma giusta per poter essere inserito agevolmente nella spada, in modo da poter convogliare adeguatamente l'energia della lama. Era come utilizzare degli utensili specializzati per limare e raffinare la superficie, ma invece di scalpelli automatici e lime elettroniche si usava solo ed esclusivamente la Forza. Ci voleva una grande concentrazione e pazienza per agire al livello molecolare necessario, ed era stancante. Per questo molti preferivano usare gli attrezzi adatti. Era meno faticoso e più rapido, ma era risaputo che il livello qualitativo di tali cristalli era leggermente inferiore rispetto a quelli completamente lavorati "a Forza", e Mag non voleva ritrovarsi con un cristallo difettoso. Voleva il meglio possibile, e lo voleva fatto con le sue mani... o la sua mente, per così dire. Ed era anche la via tradizionale, quindi gli era particolarmente congeniale. Dopotutto aveva fatto un viaggio fino ad Ilum solo per seguire la tradizione.
    Nelle ore che seguirono il processo proseguì senza particolari intoppi, ed un occhio attento avrebbe notato come una specie di artigiano invisibile stesse lentamente limando ed assottigliando il cristallo, e una finissima polvere scivolava sul pavimento, un granello alla volta.
    Esistevano diverse fome che un cristallo poteva assumere per essere adatto allo scopo, ma la più comune era quella di un semplice prisma con due punte agli estremi e diverse sfaccettature, ed era la forma che gli stava ora donando.
    Quando finalmente ebbe terminato l'operazione aveva la testa che gli pulsava per lo sforzo, ci vedeva sfocato ed era indolenzito su diverse articolazioni al punto che fece fatica a cambiare posizione. Si alzò barcollando leggermente, tenendo stretto in mano il suo nuovo cristallo. Non risplendeva più di una luce blu, perchè ormai non veniva più attraversato dalla stessa quantità di Forza di prima, però osservando attentamente si riusciva a scorgere un barlume di luce all'interno, pronto ad essere canalizzato per creare l'arma di un Jedi.
    Ripiegò la coperta e tornò verso la zona cuccette perchè aveva bisogno di riposare. Il giorn oseguente avrebbe dovuto focalizzare gli altri cristalli per la modifica impermeabile, e se avesse avuto lo stesso mal di testa di quel momento temeva che la testa gli sarebbe esplosa.
    Si lasciò cadere sulla cuccetta e richiuse gli occhi, senza neanche sistemarsi adeguatamente per riposare, troppo stanco per dargli peso. L'unica cosa che percepì prima di addormentarsi fu un leggerissimo e flebile pulsare nella sua tasca destra.
     
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    Il giorno seguente si svegliò molto più rilassato e riposato in confronto alla sera prima. La testa non gli doleva più, si sentiva carico di energie ed ogni indolenzimento dovuto al freddo era sparito, la temperatura confortevole della navicella aveva sicuramente aiutato.
    Passò la parte iniziale della mattina a girare fra gli youngling per vedere come se la cavavano dato che molti di loro avevano seguito il suo esempio ed avevano cominciato ad organizzarsi per costruirsi la loro spada. Dato che non c'erano rischi nel farlo quelli che avevano già cominciato erano partiti con la focalizzazione del cristallo, mentre altri ancora studiavano il video sulla costruzione.
    Ogni tanto passava in sala di pilotaggio per verificare che fosse tutto a posto, ma R4 era costantemente collegato in modo tale da assicurarsi che non ci fossero particolari problemi, quindi era tutto sotto controllo. A parte qualche spuntino per bloccare la fame e qualche chiacchierata con Ewan durante la mattinata, il tempo trascrse tranquillo e senza particolari eventi.
    Fu durante il pomeriggio che il giovane ritornò nel magazzino per proseguire con il suo di lavoro. Il giorno prima si era occupato del cristallo principale per la nuova spada, questa volta sarebbe toccato ai cristalli necessari per rendere la spada operativa anche sottacqua. Era una modifica essenziale per lui essendo un membro di una specie prevalentemente acquatica.
    Come il giorno prima dispose a terra due dei quattro cristalli raccolti sulla coperta, si inginocchiò e dopo un'intensa concentrazione che per lui era ormai quasi una routine sollevò nell'aria i due cristalli. Erano molto più piccoli rispetto a quello principale su cui aveva lavorato ieri, quindi avrebbe dovuto metterci di meno. Tuttavia la forma richiesta era leggermente più specifica, quindi forse ci avrebbe messo più o meno lo stesso tempo.
    La focalizzazione dei due cristalli fu un lavoro abbastanza rapido, ci vollero giusto un paio di ore, anche perchè non era neanche necessario focalizzare quei due cristalli perchè per la loro funzione bastava che mantenessero le loro proprietà e che avessero la giusta forma, ma focalizzarli sicuramente aiutava e migliorava la prestazione, quindi tanto valeva farla.
    Composti anch'essi di mephite i due cristalli cominciarono a brillare mentre li manovrava con la telecinesi e li esaminava. Quella parte era probabilmente completata ed essi "pulsavano" leggermente nella Forza con un'impronta su di essa simile a quella che lui trasmetteva. Era come osservare un riflesso di se stesso.
    La seconda parte era quella più complicata e stancante, ma era necessaria, soprattutto in questo caso. La forma doveva essere ben precisa allo scopo e valeva per entrambi i cristalli che dovevano lavorare in tandem per il funzionamento, quindi ognuno doveva essere il riflesso dell'altro. Kit Fisto, un Jedi dell'Era pre-Imperiale aveva dato precise instruzioni su come manipolare quei cristalli e creare l'impulso di accensione ciclica biforcante necessario per impedire alla spada di cortocircuitare in presenza. In sostanza causava un costante riattivarsi del campo di forza della lama e ciò rallentava incredibilmente l'ingresso dell'acqua, che non riusciva a sovrastare la potenza della lama e veniva evaporata prima di poter effettivamente cortocircuitare il tutto. Causava molte bolle ma permetteva al Jedi di poter rimanere armato e senza dover ridurre drasticamente la potenza della lama a causa di un campo di forza troppo potente, che avrebbe comunque impedito all'acqua di entrare.
    Dopo diverse ore di lavoro estenuante sui due cristalli il Jedi decise infine di fermarsi. Era stanco morto e non poteva più concentrarsi abbastanza da continuare l'opera, ma in fin dei conti aveva praticamente finito. Uno dei due cristall iera stato completato, l'altro mancava ancora di un pai odi rifiniture ma era un lavoro da una decina di minuti o poco più quindi non si fece problemi a rimandarlo al giorno dopo. Per quanto riguardava gli altri due cristall iche aveva preso per la sua prima spada, beh, ci avrebbe pensato nel momento in cui l'avrebbe risistemata. Ora non voleva vedere altro che una bella tazza di tè, ma sapeva che a bordo non se ne poteva trovare di buono, quindi si sarebbe dovuto accontentare di quello che il sintetizzatore gli poteva fornire, ed era decisamente una pessima copia.
     
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    Dopo essersi svegliato Maggoth si diresse alla sezione docce per sciacquarsi e, anche se non lo avrebbe ammesso, per rilassarsi per quel poco tempo sotto l'acqua. Era troppo tempo che non nuotava, doveva decisamente riprendere l'abitudine, o perlomeno andare più spesso in piscina, dopodichè prese dal sintetizzatore alimentare la colazione che consisteva di una specie di pappa d'avena e si diresse verso il magazzino di babordo per poter mangiare e nel frattempo dare un'occhiata ad un datapad su cui erano state inserite tutte le istruzioni per comporre l'impugnatura. Passò per la sua stanza, e dal lettino prese il sacco con tutte le componenti che era riuscito a recuperare dal Tempio nel poco preavviso che aveva avuto. Sapeva che probabilmente a bordo ce ne stavano delle altre sparse se ce ne fosse stato bisogna, ma pensava di avere tutto.
    Si sedette nel solito punto in cui nei giorni passati aveva meditato per focalizzare i cristalli, e cominciò a mangiare. Si sarebbe messo nella zona centrale dell'astronave, vicino al motore dove si trovava la baia di riparazione, ma voleva lasciarla agli studenti. I tavoli sarebbero tornati più comodi a loro e lui poteva lavorare anche sul pavimento senza farsi troppi problemi. Al massimo avrebbe utilizzato delle scatole come pianali e sedie.
    Cominciò a riversare sul pavimento i vari componenti, dividendoli a seconda della categoria a cui potevano appartenere. Da una parte i chip, dall'altra i pezzi che avrebbero composto il cilindro del manico. Da una parte le celle energetiche e le componenti elettroniche, dall'altra le varie lenti necessarie per incanalare l'energia. Divise tutto quanto per bene, in modo da poter poi raggiungere al volo i pezzi necessari, senza perdere tempo.
    Muovendo il dito sul datapad cominciò a scorrere tra le varie istruzioni, cercando di capire quello di cui poteva aver bisogno.


    Vediamo... mi serve un cilindro base lungo circa venticinque centimetri, e quello ce l'ho. Poi... c'è scritto che potrei renderla un poco più lunga aggiungendo una cella energetica di riserva, in caso che finisca l'energia in un momento inopportuno. Non penso di averne bisogno, ma non si sa mai. Però preferisco la versione più aggiornata, quella con l'attacco energetico per ricaricare la cella da una fonte esterna. Molto più prtica e così posso risparmiare spazio per quel dispositivo di riconoscimento che volevo inserire. Poi...

    Il Mon Cal continuava a mangiare la sua insipida colazione mentre scorreva le istruzioni. Non stava dando realmente attenzione a quell oche mangiava, era completamente catturato da quell oche leggeva e non si rendeva conto del sapore che avesse quella poltiglia. Semplicemente mangiava come gesto automatico.

    Una cella energetica ce l'ho, proprio del tipo necessario.


    Prese in mano l'oggetto in questione, ammirandolo. Era un piccolissimo cilindro di metallo, ma all'interno era racchiuso tutto il potenziale energetico della spada.

    Con questo aggeggio potrei mantenere attiva la spada all'infinito. Ah, le meraviglie della tecnologia. Comunque, questo ce l'ho, e dovrei anche avere... dove stanno... ah si eccoli! Si, il conduttore del campo energetico, l'anello del vortice energetico e soprattutto il l'insolazione energetica inerte. Senza questa bellezza mi fulminerei ogni volta che accendo la spada. Decisamente essenziale. Ok, questi vanno uniti insieme, poi c'è l'alloggiamento del cristallo principale...mmm... si questo pezzo dovrebbe andar bene.

    Il Padawan passò metà giornata a studiare tutti i componenti, a decidere quali avrebbe utilizzato ed infine, una volta messi da parte, terminò il lavoro d'intaglio dei cristalli per la modifica acquatica, interrotti dal giorno precedente. Ci mise poco, circa una mezzora, perciò decise di passare il resto della giornata ad esercitarsi sul suo muro di Forza e a parlare con Ewan e gli youngling, magari consigliandoli sulla spada se ne avessero avuto bisogno. Soprattutto Xabraxas... quel bambino era molto curioso... e ben poco tranquillo a differenza della maggior parte della sua specie.
     
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    Effettuata la routine mattutina per la colazione e dopo essersi assicurato che gli youngling non si sarebbero ammazzati mentre cercavano di costruirsi la spada, il Padawan si diresse nuovamente verso l'hangar di babordo per proseguire con il suo lavoro. Prima però passò per la zona per le riparazioni della nave, raccogliendo alcuni strumenti per saldare i pezzi ed altri attrezzi. Non gli era mai dispiaciuto creare piccole opere meccaniche, e lavorare su di esse o ripararle. Era un pò come praticare la medicina, solo su "organismi" differenti.
    Si sedette come sempre sulla coperta che ormai era diventata parte integrante di quel pavimento, ma questa volta si era portato appresso anche un cassa che voleva sfruttare come tavolino.


    Meglio avere un appoggio quando si saldano dei componenti.

    La tradizione voleva che l'assemblamento finale fosse effettuato interamente attraverso la levitazione dovuta alla Forza, quindi i vari pezzi andavano uniti senza che l'operatore li toccasse, tuttavia nulla impediva di assemblare le parti minori a mano, ed era nache molto più semplice, perchè in quel modo c'erano meno pezzi da dover manipolare contemporaneamente durante l'assemblagio finale. E in questo modo poteva anche configurare esternamente la spada con molta più facilità. La copertura necessitava inoltre di un pò di manodopera per essere adoperata a dovere.
    Controllò i pezzi che aveva messo da parte, accuratamente selezionati e messi in ordine per facilitarne la scelta, e decise che avrebbe cominciato dalla base del manico.
    Fra i vari componenti prese una specie di piccolo cilindro metallico, il conduttore del campo energetico. Al suo intero andava inserita in una cavità la cella energetica della spada, ma a quello ci sarebbe arrivato dopo. La osservò per qualche secondo per farsi un'idea, poi la mise da parte. Prese poi anche i vari componenti metallici e non che dovevano comporre la parte esterna del manico, e con una lima elettrica cominciò a ridimensionarla e a dargli la forma che desiderava. Era un lavoro di pazienza e precisione a cui il Mon Cal era abituato.
    Non appena si ritenne soddisfatto della forma passò ad un altro componente, una specie di plastica particolare. Una volta adattata sarebbe diventata un perfetto isolante inerte di potenza. Posizionato tra il manico e il conduttore avrebbe impedito che le mani del Padawan finissero folgorate ed arrostite come degli anelli di totano. Passò dell'altro tempo a dare una forma adatta anche ad essa, per adattarla. Doveva essere praticamente perfetta e calzare a pennello, o ci sarebbe stato un forte rischio di scariche verso l'esterno, perciò si assicurò di non sbagliare neanche di un millimetro. Prese poi ad inserire all'interno del conduttore degli anelli focalizzatori che avrebbero dovuto canalizzare l'energia della cella in un "vortice" diretto verso il collegamento al cristallo principale. Per farlo a dovere doveva separare la sezione cilindrica più esterna del conduttore ed intagliare lo spazio per inserire gli anelli nelle due sezioni, e solo dopo riunirle. Era necessario che gli anelli fossero parte integrante del conduttore, altrimenti se fossero stati troppo vicini alla cella l'effetto non sarebbe stato abbastanza focalizzato. Attaccati all'isolante e non avrebbero sortito essenzialmente nessun effetto.
    Passò delle ore per creare gli incavi necessari in tutti i componenti di quella parte del manico, e si portò anche avanti modificando tutte le parti esterne del cilindro che sarebbe diventata l'impugnatura.
    Passando alla parte superiore cominciò a lavorare sui circuiti interni della spada, collegati alle varie manopole di potenza e lunghezza della spada, compreso il pulsante di attivazione e comprendendo anche uno spazio per il modulo di riconoscimento. Per quello gli serviva un computer, ma aveva calcolato che avrebbe terminato la spada dopo essere rientrato su Coruscant, quindi poteva sfruttare l'officina del Tempio. Non ci volle molto per quello, aveva già i circuiti base necessari e regolarli era stato molto facile, anche solo con l'ausilio di un datapad di bordo. Inoltre R4 era stato così gentile da dargli una piccola mano, quindi ci aveva messo davvero poco. In realtà assemblare i vari pezzi era qualcosa di abbastanza facile e relativamente rapido, il vero problema era creare le decorazioni esterne che voleva. E non solo in quanto abbellimento, ma in modo che l'impugnatura e l'intera spada fosse adatta alla sua presa. Solo per dare forma alla copertura dell'emettitore della spada ci mise un giorn oe mezzo. Ormai il tempo per continuare la spada sulla navicella era praticamente finito, quindi avrebbe dovuto continuare al Tempio. La cosa non lo infastidiva, anzi. Avrebbe avuto a disposizione più mezzi per completare il lavoro, e finalmente avere una spada che avrebbe potuto chiamare realmente sua.
     
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    Il trasporto era appena atterrato nell'hangar del Tempio su Coruscant e i passeggeri stavando scendendo dalla navicella, tutti desiderosi di rientrare nelle loro stanze per riposare, studiare, allenarsi o qualunque altra cosa volessero fare. La giornata era libera per loro e per il Padawan, mentre Ewan dove andare a fare un breve rapporto al Gran Maestro Heleghion per informarlo dei risultati del viaggio in quanto responsabile della "missione". Il Mon Cal lo salutò amichevolmente, dopodichè si diresse verso il turboascensore che lo avrebbe portato ai dormitori.
    Raggiunta la sua stanza poggiò la sacca con i suoi averi sul letto, tirandone fuori i vari componenti della spada laser che aveva già parzialmente assemblato, per poi poggiarli sulla scrivania. La maggior parte dei componenti erano stati tutti quanti inseriti ed adattati, tuttavia dove ancora implementare l'impulso di accensione ciclica biforcante per renderla impermeabile, e voleva anche inserire il meccanisimo di riconoscimento, tanto per assicurarsi che nessuno potesse attivare quella spada. Aveva intenzione di utilizzare questa spada come arma principale e dotarla quindi di tutto il necessario per renderla più personale possibile. La sua spada originale invece sarebbe stata più utilitaria. Aveva già notato alcune modifiche che con le dovute conoscenze potevano renderla più adatta a scopi di assistenza, come dell'equipaggiamento integrato. Entrambe avrebbero dovuto essere impermeabili in ogni caso.
    Si sedette e prese i componenti che, insieme, avrebbero composto la camera energetica del cristallo. Lì avrebbe dovuto inserire i due cristalli extra che si era procurato su Ilum per sviluppare l'impulso necessario.
    L'alloggiamento era normalmente abbastanza ristretto, e non era possibile trovare lo spazio per inserire gli altri cristalli focalizzanti, ma dato che lui sapeva fin dall'inizio che avrebbe utilizzato quella modifica aveva creato una camera leggermente più grande, in modo da poter agire più liberamente. Era anche riuscito ad utilizzare delle prote energetiche e degli atticatori dei cristalli meno ingombranti ma altrettanto funzionali. Erano tanti piccoli trucchetti che gli appassionati di ingegneria imparavano con la pratica e l'esperienza, per questo gli Jedi avevano tutti qualche rudimento base di meccanica ed elettronica, proprio per pter riparare e, nel suo caso, potenziare la propria arma secondo necessità.
    I cristalli erano già stati prontamente modellati e focalizzati, quindi quella parte era stata risolta, dove solo comporre i circuiti adatti per i cristalli e gli alloggiamenti per posizionarli, e quella era la parte più delicata. Il posizionamento doveva essere perfetto, altrimenti l'impulso generato sarebbe stato fallato e la lama sarebbe diventata solo parzialmente impermeabile, il che in sostanza vuol dire per nulla efficace.
    Dopo un breve salto al laboratorio d'ingegneria dell'accademia il Mon Cal ritornò nella sua stanza con gli strumenti e i circuiti necessari, e cominciò il lavoro. Prima creò l'alloggiamento per posizionare i due cristalli sopra il cristallo principale, in modo tale che assorbissero al volo l'energia lanciata dal primo, parzialmente dividerlo con il primo per poi riunirlo con i lsecondo cristallo. Ciò avrebbe causato l'impulso perpetuo necessario, e il raggio non sarebbe risultato defocalizzato. Inoltre dopo il "tunnel" delle lenti lo avrebbero ulteriormente rafforzato, rendendo il raggio di plasma ben delineato nella sua forma, e stabile.
    Gli ci volle qualche ora solo per fare questa parte, ed altre due per collegare i circuiti necessari, ma alla fine aveva finalmente assemblato la camera di energia del cristallo con tutti i componenti necessari.La mise da parte insieme agli altri pezzi, osservando che ormai gli mancava di assemblare solo la parte sotto l'emettitore, dove si trovavano la maggior parte dei circuiti di regolazione. Li aveva lasciato dello spazio extra per l'attivazione a riconoscimento, e doveva programmare quella funzione ed inserire un piccolo trasmettitore collegato con il suo comlink.
    Ci fu un momento di pausa in cui il ragazzo guardò dritto il muro, come inebetito.


    ... Mi sono appena reso conto che io non ho un comlink.


    Mettendosi una mano sul viso, come per coprirsi dalal vergogna di una tale svista Maggoth mise a posto i vari materiali, per poi uscire dalal stanza e dirigersi verso il centro cittadino di Coruscant... doveva fare compere.
     
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    Era passato qualche giorno da quando aveva lavorato l'ultima volta sulla spada ed ora il Padawan era finalmente riuscito a ritagliare del tempo per proseguire nel suo lavoro. I giorni passati erano stati tutti impegnati tra meditazioni ed addestramenti, in particolar modo si stava impegnando nell'affinare il suo Soresu. Nell'ultimo periodo lo aveva un pò trascurato e voleva rimediare. Tuttavia ciò lo aveva costretto a passare diverse ore al giorno in palestra e lo aveva tenuto lontano dalla sua stanza, ma oggi era libero, quindi prese alcuni componenti della spada ed altri che si era procurato poco prima e si diresse al laboratorio d'ingegneria dove i vari membri dell'ordine potevano riparare le loro spade ed il loro equipaggiamento. Li venivano anche programmati i droidi dell'ordine, e questo significava che nel lavoratorio erano presenti anche dei computer per la programmazione, dispositivi di cui il Mon Cal aveva bisogno in quel momento.
    Quel giorno avrebbe lavorato sul modulo di riconoscimento della spada laser. Era un sistema elettronico che impediva l'accensione della spada nel caso che essa venisse impugnata da qualcuno che non fosse lui stesso. Inoltre era possibile programmare il dispositivo in modo che emanasse un segnale sonoro udibile da una distanza notevole, come un antifurto. Tuttavia la modalità di avvertimento più adatta alle sue esigenze era quella che, in caso di furto e tentativo di accensione, lanciava un segnale direttamente ad un comlink. In questo modo il raggio d'azione era di cinquanta chilometri ed era molto più silenzioso. Solo il possessore del comlink si rendeva conto del segnale, ed il ladro invece no nriceveva alcun avvertimento del fatto che il padrone della spada sapeva.
    Per fare questo doveva partire prima dalla programmazione. Disponeva di tutti i circuiti necessari ma doveva inserire i suoi dati biometrici e la frequenza e codice per contattare il suo comlink in caso di riscontro negativo. Il computer disponeva già di un programma per gestire quel tipo di input, perciò sarebbe stato un lavoro abbastanza rapido.
    Si sedette davanti ad una delel postazioni pc libere e collegò il chip al cui interno andava inserito il software. Attivò il programma e cominciò a lavorarci sopra. Per sua fortuna ne capiva abbastanza di informatica e perciò non ebbe particolari difficoltà ad installare il programma base, ed ancora meno tempo impegnò per inserire il programma di allarme. Vi inserì anche il numero del suo comlink, e dopo una prova ed il seguente squillare del suo comlink era sicuro che quella parte era fatta. Un poco più complicato era impostare i suoi dati biometrici, che anche se presenti nel database del tempio comunque richiedevano anche un certo tempo per essere elaborati ed inseriti nel chip. Avendo un ora libera mentre il pc elaborava la richiesta negli archivi il Padawan decise di approfittare e cominciare a comporre i circuiti e il sensore necessario per il modulo, collegando le varie parti e sistemandoli in modo tale da occupare meno spazio possibile nell'alloggiamento superiore. Il computer terminò tutto il lavoro mentre l'opera di composizione di circuiti si era dovuta fermare proprio perchè mancava l'ultimo chip. Risiedendosi davanti al pc Maggoth impostò gli ultimi dati e li inserì nel programma di di riconoscimento che era già stato inserito nella scheda di memoria integrata del chip, dopodichè rimosse la scheda dal pc e la inserì insieme al resto del materiale nell'alloggiamento che aveva predisposto. Dopo un'altra oretta ebbe terminato e anche la parte superiore della spada laser, con i vari regolatori di potenza, lunghezza ed il tasto di attivazione a riconoscimento, era completa. Ormai mancava solamente l'assemblaggio finale ed il test seguente, e la sua spada sarebbe finalmente stata completata.
     
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    Il momento era arrivato. Dopo giorni e giorni di duro lavoro, dopo il lungo viaggio ad Ilum per la ricerca dei cristalli e dopo aver passato ore chino sui tavoli ad unire i vari pezzi e a comporre le varie piccole parti di un progetto più grande, la sua spada laser.
    Era una parte molto delicata ed importante, la più fondamentale dell'intero progetto. Tutto il lavoro fatto fino a quel momento non significava nulla se i pezzi non venivano fusi insieme.
    Maggoth si era preparato a dovere nella sua stanza. Aveva mangiato fino a sazietà, per evitare che la fame potesse interrompere la sua concentrazione, e si era assicurato che nessuno lo disturbasse nelle prossime ore. Un bunker spirituale.
    Si sedette a terra, sistemandosi in una posizione da meditazione per poi poggiare davanti a sé le parti della spada: la base con l'alloggiamento della cella energetica, la camera energetica del cristallo principale con i suoi componenti, il tunnel delle lenti focalizzatrici, i vari chip di regolazione per la potenza ed il sistema di riconoscimento ed attivazione, e l'emettitore della lama. Poi accanto alle parti interne aveva anche poggiato tutta la schermatura esterna che sarebbe diventata alla fine l'impugnatura. Infine, al centro di tutto, il cristallo principale.
    Dopo essersi assicurato che non mancasse niente il Padawan chiuse gli occhi ed entrò in meditazione. Con la telecinesi cominciò a sollevare tutti i pezzi, l'uno dopo l'altro, ed essi danzavano nell'aria come foglie d'autunno. Il cristallo cominciò a risplendere di una luce azzurra intensa mentre volteggiava tra i vari pezzi e si disponeva davanti la fronte del Mon Cal, per poi stabilizzarsi in quel punto. La tradizione voleva che l'intera spada andava assemblata intorno al cristallo, che faceva da fulcro e punto fisso per l'intera operazione.
    C'erano varie motivazioni sul perchè gli Jedi preferivano quel metodo rispetto alla costruzione a mano, ed erano sia pratici che spirituali.
    Innanzitutto uno dei motivi era di allenamento e valutazione. Riuscire ad assemblare la spada con la sola forza della telecinesi significava che il Padawan aveva raggiunto un buon controllo e precisione con la Forza, dimostrando la sua maturità ed abilità. Inoltre ciò dimostrava anche l'intimità e collegamento che uno Jedi aveva con la sua arma e con il cristallo al suo interno. Il cristallo era il cuore dell'arma, la spada era un'estensione del Jedi ed esso aveva focalizzat il cristallo, inserendovi la sua Forza. Cristallo, lama e Jedi erano la stessa cosa. L'ultimo motivo era la qualità della manifattura dell'arma. Esistevano alcuni artigiani che creavano spade laser simili a quelle dei Jedi, ma nessuno di essi raggiungeva mai il livelli qualitativo di un'arma creata dall'Ordine. E non solo a causa del cristallo focalizzato, ma anche all'utilizzo della telecinesi per la costruzione. Questo perchè quando i vari pezzi venivano uniti le saldature erano praticamente inesistenti e il numero di viti quasi sempre inferiore alla mezza dozzina. Attraverso la telecinesi i vari componenti venivano lentamente e metodicamente "fusi" tra di loro, così due pezzi di metallo, distinti e separati, diventavano un unico pezzo. Questo garantiva una qualità che nessuno strumento poteva garantire, ed aiutava le spade laser a diventare armi uniche. E poi era un ottimo esercizio mentale.
    Dopo un paio di ore il Padawan aveva unito insieme la parte inferiore della spada, fondendola. Il resto della spada era tutto quanto già inserito al suo posto, compresi i cristalli ma dovevano ancora essere fusi, come anche la schermatura esterna che veniva posizionata per ultima. Il cristallo principale si era già inserito nel suo alloggiamento collegato alla cella di energia e gli altri erano stati messi al loro posto.
    La mente del Padawan era ancora molto attiva, anche se cominciava ad avvertire la stanchezza di un lavoro così minuzioso. Molecola dopo molecola le parti venivano unite, creando un'arma sempre più completa e perfetta.
    Dopo altre tre ore il resto della spada, schermatura a parte, era completato. Teoricamente la spada poteva già essere attivata, ma non era comunque il caso perchè l'utilizzatore si sarebbe fulminato molto in fretta. Il Padawan decise di fermarsi un momento e di farsi una veloce doccia prima di ripartire, per rilassarsi e rinfrescarsi.
    Una volta aperta l'acqua Maggoth non potè far altro che far uscire un sospiro di puro piacere... dopotutto era un Mon Calamari, l'acqua era il suo elemento. Il giovane si godette quella breve pausa per rilassarsi, conscio che entro poco avrebbe continuato la sua opera.
    Difatti neanche una decina di minuti dopo e con ancora la pelle umida per la doccia riprese la meditazione, sollevando nuovamente la spada nell'aria con la telecinesi e contemporaneamente tutte le varie piastre si sollevarono, posizionandosi con cautela nei rispettivi alloggiamenti e posizioni, creando l'immagine finale della spada. Tuttavia il lavoro non era completato, e Maggoth proseguì a fonderle insieme, molecola per molecola. Quella sarebbe stata la parte più lunga, perchè ogni singolo pezzo andava saldato e fuso insieme, ed erano molti pezzi.
    Dopo quattro estenuanti ore, dopo un'emicrania cronica, una fuga in bagno per motivi fisici e uno sforzo non indifferente, la spada era completa. Ogni sua parte era stata unita a perfezione, ogni suo circuito collegato a dovere ed esternamente aveva la forma ed i colori che il padawan desiderava. Ora, doveva solo essere provata. La impugnò, apprezzando la forma che si adattava alla sua mano, come un guanto.


    Andiamo a fare un giro di prova.

    Uscì dalla stanza, diretto verso la sala degli allenamenti. Voleva verificare come funzionava il suo nuovo "braccio".
     
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    La palestra, la cui grande sala permetteva a diversi allievi e Jedi di potersi allenare in contemporanea, era parzialmente occupata. Era praticamente impossibile, qualunque fosse l'ora del giorno o della notte, trovarla vuota. C'era sempre qualche allievo che cercava di trovare il suo stile adatto, oppure Padawan e Cavalieri che miglioravano la loro abilità o se ne creavano di altre, sperimentando altri stili. Senza contare gli occasionali Maestri che spesso raccoglievano piccole folle di youngling mentre cercavano di spingere la loro maestria nell'arte del combattimento oltre i limiti finora raggiunti.
    Infine c'erano la rarità, ovvero quelli che erano giunti laggiù principalmente per testare le loro nuove spade e verificare se avrebbero retto alla prova decisiva. Maggoth era uno di essi.
    Il giovane Padawan camminò a passo controllato verso uno dei lati della sala dove si trovava una piccola vasca con dell'acqua. Tendenzialmente era utilizzata per i Jedi che come lui erano di una razza principalmente acquatica, e dopo sforzi prolungati trovavano rigenerante immergersi prima di ritornare ad allenarsi. Inoltre era anche diventata ufficiosamente la zona di prova per verificare se le spade erano state modificate in maniera adatta ed erano diventate impermeabili. Per quello scopo specifico lui si trovava lì.
    Un quarren era appena uscito dall'acqua, cedendogli il post. Il Mon Cal non ebbe però bisogno di entrare, perchè gli bastava controllare la spada con la Forza mentre veniva immersa. Leggermente tesò effettuò la prima prova: accendere la lama.
    Era raro, ma a volte la spada veniva assemblata male e non si accendeva. Ancora più raramente l'isolamento veniva mal applicato e fulminava il possessore della spada, ferendolo ma non uccidendolo. Per evitare quel tipo di problema si era particolarmente assicurato di aver fatto tutto bene ma...
    Premette il pulsante di accensione.
    Una lama blu emerse dall'emettitore, stabile e simile a qualunque altra spada. Non sembrava fluttuare o subire alterazioni, ed emetteva il tipico ronzio delle spade laser. Per paragone il Padawan accese anche l'altra spada in suo possesso, esaminandole attentamente in cerca di differenze sostanziali. Dopo alcuni minuti di osservazione si ritenne soddisfatto, per il momento sembrava essere una spada valida. Spense la sua vecchia spada mentre la nuova veniva sollevata in aria dalla sua telecinesi e si diresse con lentezza misurata fino al bordo dell'acqua.
    Questa fase era anch'essa delicata, perchè se la schermatura esterna non fosse stata impermeabile la spada si sarebbe immediatamente spenta e i circuiti cortocircuitati. Se invece l'attivazione ciclica biforcante non fosse stata fatta a dovere allora i circuiti non si sarebbero fritti, ma la spada si sarebbe spenta in un mucchio di bolle e sarebbe dovuto tornare al laboratorio per sistemarla. E per quanto apprezzasse lavorare su quegli apparecchi avrebbe preferito che funzionasse al primo colpo. Immerse la spada.
    L'acqua avvolse immediatamente la lama, e da essa cominciarono a scaturire un gran numero di bolle, al punto da fare diventare quella zona della vasca una specie di idromassaggio. Dopo i primi secondi le bolle continuarono imperterrite, ed era un buon segno. Significava che la schermatura era fatta in maniera impeccabile, e dato che la lama non si era spenta allora anche il resto della modifica funzionava bene. Gli fece compiere piccoli movimenti all'intern odella vasca, sempre per verificare che anche il movimento non la destabilizzasse, ma oltre alle consuete bolle nulla dava segnali di instabilità. La spense e la tirò fuori, soddisfatto.
    A quel punto la passò ad un Nautolan che si stava per infilare nella vasca. Lo guardò perplesso.


    Chiedo scusa fratello, le dispiacerebbe provare ad accendere la mia spada? Ho installato l'attivazione a riconoscimento e la vorrei provare.

    Ah, certamente. Non c'è una trappola, vero?

    No no, nulla del genere. Solo un allarme collegato al mio comlink.


    Il Nautolan sorrise e provò ad accendere la spada. Essa non diede segni di attivarsi, ed in quel momento il comlink nella tasca del Padawan emise un breve segnale che segnalava il tentativo di accensione da parte di uno sconosciuto. Maggoth sorrise, chinando il capo in segno di ringraziamento mentre si riprendeva l'arma.

    La ringrazio per la disponibilità, buona fortuna con gli allenamenti.

    Anche a te fratello.


    Il nautolan si infilò nella vasca per rilassarsi un poco mentre Maggoth, sorridente, si diresse verso uno dei tappetini per gli allenamenti che al momento era libero. Ora doveva testare la spada nel suo ambiente più adatto: il combattimento. Doveva verificare se l'apparente stabilità della lama era, per l'appunto, solo apparente. Passando accanto ad un tappeto dove due contentendi si stavano scambiando colpi di Djem-so il giovane raggiunse la sua postazione ed accese entrambe le spade. A quel punto avvicinò le due lame blu l'una all'altra, fino a fare scontrare. Se era stabile la lama avrebbe retto senza problemi il contatto dell'altra spada, ed infatti così fù. Ci furono le classiche scintille ed il crepitare dei due raggi di plasma che si scontravano, ma nulla di insolito. Soddisfatto spense la vecchia lama mantenendo accesa la nuova, ed attivò uno dei remoti che si trovavano lì vicino. La sala d'addestramento era ricolma di quei piccoli "droidi" d'allenamento e spesso se ne trovavano parti sparse in giro. Alcuni Cavalieri condividevano il l'antipatia di Ewan nei confronti dei remoti, ed alcuni finivano per distruggere "accidentalmente" l'apparecchiatura.
    Maggoth calibrò il remoto, regolandolo con un programma di media difficoltà. Nulla di impegnativo e lui sapeva perfettamente di essere in grado di parare tutti i colpi sparati, ma il senso era proprio quello. Voleva verificare l'efficienza della lama, non le sue capacità in combattimento.
    Il remoto si mosse agilmente nell'aria, compiendo alcuni cerchi intorno al Padawan come per assestare la situazione e prendere le misure prima di cominciare, dopodichè partì con delle raffiche brevi dirette verso diversi punti. Principalmente si concentrava sugli arti, ma ogni tanto portava anche colpi al petto. Maggoth, pronto nella sua posizione di partenza del Soresu ovvero con la lama verticale molto vicina al corpo, era concentrato e bloccò ognuna delle raffiche sparate dall'apparecchio. Con quello stile la difesa era sempre la scelta migliore e risultava efficace. Uno dei motivi per cui prediligeva combattere in quel modo.
    Ridando attenzione alla lama il Padawan notò che la spada non aveva fluttuato con l'arrivo dei colpi, quindi la sua stabilità era comprovata. Aveva ormai verificato che anche in combattimento quella spada poteva reggere senza problemi, l'accensione funzionava a dovere ed era impermeabile come desiderava. Finalmente aveva la sua arma. Attirò a sé il remoto, spegnendolo e posandolo a terra.
    Spense la spada, osservandola con attenzione un'ultima volta, come per controllare che non ci fossero altri difetti che non aveva notato le altre volte, ma la spada era perfetta. Sorrise profondamente soddisfatto.


    Ora sono ancora più completo.

    Si allontanò con passo tranquillo dal tappetino, talmente felice ed emozionato per la buona riuscita di quel progetto da non fare minimamente caso all'epico scontro di allenamento che due Maestri stavano disputando li vicino. E così proseguì, ignorando la folla che si era radunata attorno ad essi, conscio solo di sé stesso e del suo nuovo braccio.
     
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