New Star Wars Gdr

Occhi dietro la testa

Addestramento Danger Sense per Maggoth

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    La nave con cui erano arrivati su Ilum diverse ore prima era quasi pronta per la partenza. Avevano fatto rientrare gli youngling dentro la nave, lontano dal freddo vento che tempestava la base d'atterraggio senza tregua mentre il Cavaliere ed il Padawan si occupavano degli ultimi dettagli. Il ghiaccio aveva bloccato alcuni meccanismi esterni degli appoggi d'atterraggio e di altri sistemi ed andavano sistemati al volo. Era un lavoro da poco ed utilizzando la spada laser ci avevano messo molto meno rispetto a quanto ci sarebbe voluto con altri strumenti, ma il clima non aveva aiutato l'operazione ed avevano perso molti minuti. Maggoth soffriva non poco il freddo perchè per sua sfortuna non era ma istato particolarmente robusto e ne pagava le conseguenze, ma soffriva in silenzio e faceva il suo lavoro. Il freddo quasi congelava all'istante l'aria che il Mon Calamari espirava ed era costretto a rimanere con gli occhi quasi socchiusi perchè l'aria che sferzava non era proprio adatta ai bulbi oculari della sua specie.

    Ho i miei cristalli e gli youngling i loro, vediamo di finire in fretta.

    Nel frattempo alle sue spalle qualcosa si smuoveva nella neve, quasi invisibile nella tempesta di neve. Era silenzioso e furtivo, anche se in realtà non ne aveva bisogno, i lvento copriva ogni suo spostamento, e teneva il suo sguardo puntato verso il Padawan. La creatura aveva fame, non mangiava da giorni e ora aveva a disposizione due prede pronte per lei, ed il Padawan sembrava quella più debole e che risentiva maggiormente del freddo. Proseguì la sua marcia silenziosa e letale.
    Improvvisamente un presentimento investì la mente di Maggoth che si girò, guardandosi attorno, preoccupato.


    Ma che...?

    Non aveva idea del perchè, ma aveva avuto l'impressione che ci fosse qualcosa di strano in quei dintorni, coem se avesse percepito per un momento un pericolo. Tuttavia non vedeva nulla attorno a sé. Si voltò verso il suo compare che si stava occupando di un'altra sezione dell'astronave. Dovette urlare per farsi sentire sopra il vento.

    EWAN! Avete SENTITO QUALCOSA ANCHE VOI? CREDO DI AVER PERCEPITO QUALCOSA!

    Poi borbottò tra sé e sé, scuotendo la testa e tornando al lavoro.

    Forse il freddo mi gioca brutti scherzi...

    Edited by Maggoth - 12/3/2015, 13:13
     
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    La parte buffa di quella giornata? Che Ewan aveva rimproverato Maggoth per essere venuto leggero, ma anche lui non è che si era portato dietro chissà che. Un mantello omnitermico che sì, aiutava, ma fino ad un certo punto. Altrimenti non vendevano equipaggiamenti per pianeti dal clima artico se bastasse un particolare tessuto. Del resto lui si aspettava di starsene nei pressi del salone principale delle caverne accanto ad un bel fuoco caldo acceso con i firestick tra gli anfratti del cargo. E invece no. Durante il viaggio aveva avuto modo di studiarsi quella truppa in miniatura e aveva individuato un paio di bambini piuttosto scapestrati per essere degli apprendisti Jedi; trovandosi in questo modo costretto a dover star loro appresso anche durante la ricerca dei cristalli. Non gli parve vero quando, finalmente, dopo diverse ore passate a congelarsi le estremità che cercava di scaldare con la spada laser accesa (riscontrando scarsi successi a dire il vero), tornarono al punto di rendez-vous dove il Padawan e altri Youngling avevano riacceso il fuoco ormai esaurito. Si prese diversi minuti per far ritornare un colorito più umano alla sua carnagione prima di riprendere il rientro alla nave. Doveva dire che erano stati piuttosto bravi. Li aveva "osservati" più o meno tutti mentre teneva d'occhio più da vicino i più scapestrati e molti di loro avevano affrontato prove che non si sarebbero mai aspettati. Quel luogo era molto potente nella Forza e, come il cavaliere aveva imparato, quell'energia mistica era una medaglia a due facce: una chiara e una scura. E già fin da piccoli gli allievi dell'Ordine dovevano imparare a saper affrontare le loro paure; le ombre che albergavano in fondo al loro cuore. Era impossibile bandirle, anche tra i fruitori più esperti del lato chiaro, ma potevano essere domate. Prima lo imparavano e con più facilità avrebbero potuto raggiungere la pace interiore.
    Dopo la prima fase di riscaldamento e un primo chiarimento da parte della loro guida su ciò che avevano incontrato nelle grotte, il rientro a bordo fu celere e altrettanto freddo come l'andata. R4 aveva cominciato a riattivare i sistemi scongelando alcune parti vitali della nave, ma era passato già troppo tempo e serviva un intervento esterno. E a chi toccava quella gatta da pelare? Ovviamente a Ewan. Ma questa volta si trascinò dietro anche il Mon Calamari, e non prima di essersi preso anche lui una coperta dalla sua branda e una mascherina per proteggere gli occhi dalle raffiche di vento che soffiavano violente sulla loro base d'atterraggio.
    Di per sè non sarebbe stato un compito troppo complesso. Avere delle spade laser era un vantaggio sottovalutato in quel caso, visto che bastava incidere le lastre di ghiaccio per scioglierle quasi all'istante. Ma bisognava essere precisi se non si voleva danneggiare il mercantile. L'umano si stava occupando di liberare le prese del filtraggio dell'aria quando sentì in sottofondo la voce del Padawan chiamarlo.

    EWAN! AVETE SENTITO QUALCOSA ANCHE VOI? CREDO DI AVER PERCEPITO QUALCOSA!


    Diede un ultimo sguardo alla zona che su cui stava operando. Sembrava sufficientemente libera. Così si avviò verso Maggoth per capire meglio cosa avesse sentito.
    No. Non ho sentito nulla.
    Rispose attraverso il tessuto della coperta blu che ormai si era quasi completamente ghiacciata addosso al Jedi. Ma di certo non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Si fermò qualche secondo a espandere le proprie percezioni intorno a loro in cerca di una conferma delle parole del Padawan. Sentiva lui, i ragazzini a bordo, e qualcos'altro. No, non erano soli, questo era poco ma sicuro. C'erano una serie di presenze intorno a loro e una era particolarmente vicina. Sperava non fossero Gorgodon. Nel caso avrebbero dovuto alzare i tacchi e molto in fretta.
    Gli occhi attraverso la maschera potevano vedere con abbastanza chiarezza lo stato del Mon Calamari. No, non era minimamente abituato a temperature così rigide. Inoltre la conformazione della sua testa non gli permetteva certamente di indossare accessori come quello che stava coprendo gran parte del viso dell'umano.
    Poveraccio. Starà patendo le pene dell'inferno.
    Pensò Flynn nell'osservarlo. Aveva gli occhi quasi completamente chiusi per poterli riparare dai cristalli di neve che gli frustavano i bulbi oculari.
    Copriti con la coperta. Almeno non ti bruci le retine col freddo.
    Gli consigliò mentre si scrutava intorno. Il vento forte e quella specie di bufera di neve rendevano la visuale piuttosto scarsa.
    Di là io ho finito. Ti aiuto a finire di liberare i pattini della nave e andiamo. Fai attenzione: potrebbero esserci creature del luogo in zona. Occhi aperti.
    Certo, dopo avergli detto di coprirsi era il massimo della coerenza. Si voltò, spada laser alla mano pronta all'utilizzo per scongelare i pattini di poppa.
    Mmmh...meglio stare in guardia...
    Pensò, concentrandosi maggiormente sull'ambiente intorno a loro. Non era da solo, meglio non prendere alla leggera ciò che era vivo in quel luogo. Aveva diversi giovani sotto la sua responsabilità e li avrebbe difesi a qualsiasi costo e il modo migliore per farlo era inglobarli in quella che lui chiamava "sfera di responsabilità". [Danger Sense]
    Stava a circa tre metri da Maggoth quando il piede gli scivolò inizialmente su un lastrone di ghiaccio per terra. Non volò, ma il modo in cui aveva agitato la spada lo aveva fatto preoccupare un pochino. Per poco non si tagliava una gamba. E poi, mentre ritrovava la stabilità, un flash invase la sua mente. Una strana creatura bianca con delle sfumature verdi a pois sulla pelliccia saltava fuori, letteralmente, da una nuvola di neve atterrando con le zampe sulla schiena di Maggoht sbattendolo a terra. Gli artigli che affondavano nelle vesti fino a raggiungere la carne mentre le fauci andavano a colpire il grosso testone del Mon Calamari. Come era arrivata, l'allarme svanì, e Ewan aveva imparato a riconoscere bene il suo significato. Doveva agire se non voleva riportare a casa un Padawan morto.
    MAGGOTH, GIù!
    Urlò voltandosi verso il ragazzo e protendendo una mano verso di lui. La creatura saltò fuori come da programma con un balzo e un ruggito, gli artigli fuori per ghermire la preda. Ma quel giorno non sarebbe andata così bene. A quasi mezzo metro dalla testa da calamaro di Onduil, la pantera si bloccò a mezz'aria. Un secondo gesto del braccio intorpidito dal freddo del cavaliere fu sufficiente per scagliare un'onda di Forza[Schianto di Forza] contro il felino che venne scaraventato prima contro lo scafo della nave e poi sparì nella neve soffiata dal vento. Probabilmente precipitata nel dirupo poco lontano dalla loro piattaforma.
    ANDIAMO VIA PADAWAN. CE NE SONO ALTRE!
    Già, si stavano avvicinando altri cinque esemplari. Probabilmente una battuta di caccia. La loro visita alle grotte non era passata molto inosservata, a quanto pareva.
    Ewan passò accanto all'allievo facendogli nuovamente cenno di seguirlo sulla rampa d'accesso.
    R4, attiva i reattori di manovra a bassa potenza. Presto!
    Ordinò portandosi il comlink nel bracciale sinistro alla bocca. Almeno così si portavano avanti con le procedure e, soprattutto, finivano di scongelare i pattini rimanendo al riparo.
    Una volta sulla rampa Ewan avrebbe atteso il giovane coprendogli le spalle e una volta a bordo avrebbe chiuso immediatamente il portello.
     
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    Seguendo il consiglio del Cavaliere si sistemò meglio possibile la coperta dulla testa per cercare di coprirsi al meglio gli occhi. Non sopportava molto il freddo, e anche se l'acqua fredda delle profondità del suo pianeta natale non gli avevano dato particolarmente noia comunque non era mai stato molto resistente alle temperature estreme.
    Quando Ewan si avvicinò per dargli una mano ne fù grato perchè così avrebbero potuto terminare più in fretta e rientrare il prima possibile nel caldo tiepido della nave. Incerto se concentrarsi a quel punto più sul fare la guardia che sullo sciogliere il ghiaccio optò più per l'ultimo. Sospirando leggermente regolò la potenza della spada laser in modo tale da abbassarla leggermente. Era abbastanza "tagliente" da sciogliere il ghiaccio senza problemi, ma voleva assicurarsi di non tranciare parti della nave a causa di un errore di movimento.
    Quasi fosse stato un profeta vide al suo lato come Ewan barcollò vistosamente sul ghiaccio, sventolando la spada laser come una banderuola, per poi ristabilizzarsi. Avendo capito che ogni rischio di arti tranciati era scampato si lasciò sfuggire una risatina.


    Attenzione, non vorrei dover riportare al Tempio un-

    Venne improvvisamente interrotto dall'urlo del cavaliere che gli disse di stare giù. Come capita ogni volta che qualcuno urla qualcosa del genere Maggoth si limitò a guardarlo confuso, per poi voltarsi alle sue spalle e vedere la grossa forma felina che si gettava su di lui.
    Completamente colto di sorpresa non poteva fare nulla, ma Ewan fu molto rapido ed afferrò al volo la bestia con la telecinesi quando si trovava a meno di un metro dal giovane. La preda ed il predatore si guardarono negli occhi per un paio di secondi prima che quest'ultimo venisse violentemente scaraventato contro la navicella e seguentemente fuori dalla vista dei due. Probabilmente aveva fatto un piccolo capitombolo giù dal dirupo.
    Con il cuore che gli batteva a mille il Padawan alzò la spada a difesa di sé con un ritardo di circa 5 secondi rispetto al momento necessario, e venne scossò solo dall'avvertimento del suo salvatore e dal suo correre verso la rampa. Ripresosi dallo shock regolò nuovamente la potenza della spada al massimo e si precipitò al massimo della sua velocità verso l'interno della nave. Poco prima di entrare all'interno notò che i reattori di manovra venivano avviati e il ghiaccio andava pian piano sciogliendosi, liberando i pattini che non avevano potuto sistemare.
    Assicurandosi di non avere un altro attacco pronto a colpirlo alle spalle si fiondò all'interno del portello dove Ewan si trovava per assicurarsi di coprire il compagno rimasto indietro, e subito dopo il portello si sarebbe chiuso, per lasciare all'esterno la minaccia.
    Spegnendo la spada laser e con un fiatone dovuto ad un mix di adrenalina, paura e freddo il Mon Calamari aggiunse:


    Perchè ci sono sempre....ufff.... dei gatti che mi vogliono.... mangiare? Non sono neanche così appetito, maledizione..... Grazie.
     
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    Una volta a bordo Ewan premette il comando della chiusura del portello. Con qualche cigolio e rumore di ghiaccio che si rompeva sotto la pressione delle leve idrauliche, la rampa cominciò a salire mentre il resto del branco parve disperdersi intorno a loro e lui spegneva la sua spada laser. Il rumore dei motori doveva essere un buon deterrente per quelle creature che vedevano una nave, ad andar bene, una volta all'anno. Sufficiente almeno a vincere la loro fame.
    Ah, a que-quell-i-i p-p-penso conti p-poco il sapore. B-b-basta che sia d-d-diverso dalla nevv-ve...
    No, non stava battendo i denti. Si stava esercitando nella tecnica della balbuzie. Ora che era fermo, e che veniva completamente investito dal violento sbalzo di temperatura, il corpo del cavaliere cercava di stare in pari con il brusco cambiamento ambientale.
    R-r-4...a-andiamo in o-orb-b-bita.
    Sì, per il momento era meglio lasciare al piccoletto i comandi del timone. Magari non poteva vedere fuori dall'abitacolo come Ewan, ma i suoi veri occhi erano tutti i sistemi della nave: dai sensori alle telecamere e all'intercom. Un trillo d'assenso infatti rimbombò in tutto il mercantile mentre il rumore dei motori si fece sentire più forte e, subito dopo, si cominciò a ballare e non poco. Le raffiche di vento spostavano la nave, nonostante fosse robusta, inoltre alcuni pattini non si erano scongelati del tutto e il distacco del ghiaccio aveva dato il suo contraccolpo. R4 fischiò ancora qualcosa ma in quel momento Ewan non gli dedicò sufficiente attenzione per capire cosa stesse dicendo.
    Il cavaliere rimase lì, seduto davanti all'ingresso, nel corridoio tra la cabina di pilotaggio e la sala centrale della nave, ancora avvoltolato nella coperta che cominciava a scongelarsi creando una piccola pozza a terra. Ci fu un altro scossone e un paio di Youngling non riuscirono a tenere l'equilibrio finendo a terra. R4 faceva del suo meglio per tenere in assetto la nave, ma i motori freddi non permettevano di spingerli al massimo per contrastarne le correnti; non ancora. Dal canto suo Flynn non voleva ancora muoversi e uscire dalla sua coperta bagnaticcia. Aveva ancora troppo freddo.
     
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    Mentre l'adrenalina andava scemando e la sensazione di freddo aumentando il Padawan si rese conto che stava congelando. Come era successo per Ewan l'escursione termica era stata repentina ed ora anche lui ne stava subendo le conseguenze. Resistette all'impulso di rimanere troppo immobile e si tolse di dosso la coperta. Sapeva che sul momento avrebbe patito ancora di più il freddo ma ormai era completamente ricoperta di neve e si sarebbe presto inzuppata di acqua. Averla addosso non sarebbe stato il massimo. Sapeva anche che l'interno della navicella era riscaldato quindi la cosa migliore era rimanere immobili per conservare le energie mentre il riscaldamento li riportava sulla strada della vita. La navicella si agitò molto in partenza e i muscoli rigidi del Mon Calamari non ressero bene l'urto e la sua resistenza cedette, facendolo rotolare a terra. Momentaneamente incapace di muoversidecise di rimanere sul pavimento che, nonostante fosse più freddo dell'aria della nave era comunque più caldo rispetto all'esterno, e faceva da buon tramite per non cambiare troppo repentinamente temperatura.

    P-p-prossima volta... m-mi p-porto c-cinque s-s-strati di t-tute om-m-mnitermic-c-che.

    Dopodichè decise che forse era il caso di fare qualcosa oltre a stare immobili. Chiuse gli occhi tremante e cercò di entrare in uno stato meditativo. Era molto difficile nelle sue condizioni farlo e non si aspettava di riuscirci, ma aveva letto negli Archivi che alcuni Jedi resistevano meglio alle temperature più o meno estreme durante la meditazione, quindi tanto valeva provarci, fosse stato anche solo per cinque minuti di sollievo.
    Un ulteriore sobbalzo della nave lo fece quasi ribaltare e distrusse definitivamente quel tentativo.


    R-4... s-s-stabilità p-per favore...

    Cercò di dirigere la testa verso Ewan, vedendolo tutto rannicchiato per il freddo. Si sarebbe mosso verso di lui ma si rese conto che il suo corpo in quel momento non gli voleva minimamente obbedire. Non era ipotermia, ma ci andava dannatamente vicino.


    E-ehi... s-state b-bene? Fate m-m-molte s-storie p-per un p-pò di f-freddo...
     
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    Da sotto le coperte sembrava sentirsi una specie di rantolo e ogni tanto il mucchietto, che poi proprio "etto" non era, sembrava agitarsi a intermittenza. In realtà era Ewan che si soffiava prima sulle mani per scaldarle e poi se le sfregava sul corpo cercando di scaldare la superficie del suo corpo. Nonostante fosse ranicchiato per terra, ad un altro forte scossone anche lui rotolò su un fianco della nave mentre sentì Maggoth lamentarsi sulla poca stabilità della nave.
    R-R4, ti servr-e una m-mano?
    Domandò il cavaliere liberandosi dalla coperta che ormai si era inzuppata sia per il calore che scioglieva la neve, sia perchè aveva assorbito parte della pozza creata dall'umano sul pavimento. La voce risuonò in tutto il sistema dell'intercom in quanto il giovane stava usando addirittura il comlink per parlare. L'astromeccanico trillò qualcosa ma questa volta nemmeno Flynn riuscì a cogliere bene il messaggio, anche se il tono sembrava rassicurante.

    E-ehi... s-state b-bene? Fate m-m-molte s-storie p-per un p-pò di f-freddo...


    Con l'espressione di chi aveva appena subito uno smacco, Ewan lanciò un'occhiata al Padawan. No, in realtà non ce l'aveva con lui e lo stesso Mon Calamari non avrebbe percepito alcuna minaccia o risentimento in quello sguardo. Anzi, tra quelle sopracciglia contratte c'era una sorta di ironia anche se forse serviva un'esperto di microespressioni per notarla.
    I-io vengo dalla C-coruscant bella. E p-poi dovev-vo rimanere sulla n-n-nave. Non inseguire q-q-quei due.
    E l'occhiata passò ad uno degli Youngling che sembrava più intento a cavalcare gli scossoni che a trovare un appiglio saldo.
    Poco dopo tutto parve finire. Probabilmente erano usciti dalla tormenta portando il Ghtroc abbastanza in quota da non dover avere a che fare con le correnti che frustavano la superficie.
    Ancora intorpidito da tutto quel gelo, Ewan si fece coraggio e si alzò in piedi. Era giunto il momento di rimettere in riga i marmocchi e indirizzarli verso le docce. Ebbene sì, quella nave aveva il reparto docce!
    A dire il vero non erano delle vere e proprie docce ma, in vista di lunghi viaggi consentivano all'equipaggio di darsi una lavata con calibrati e centellinati getti d'acqua per evitare atroci consumi.
    Portandosi nella sala centrale richiamò con un fremito nella Forza l'attenzione dei piccoli e quasi tutti, all'unisono, si voltarono verso di lui.
    Piccoli....avete i vostri cristalli e ve li siete guadagnati. Ora, però, è giunto il momento di darvi una lavata. Mettete in un posto sicuro le vostre gemme, prendete il necessario e mettetevi in fila alle docce. Appena sarete tutti pronti comincerete a focalizzare i vostri cristalli per costruirvi le vostre personali spade laser.
    Tutti annuirono avvicinandosi a lui e superandolo per dirigersi alle proprie cuccette situate nei corridoi laterali alla cabina di pilotaggio. Uno dei piccoli però si fermò davanti al cavaliere porgedogli i propri cristalli. Ci fu un momento di silenzio in cui Ewan guardò perplesso e sorpreso il ragazzino, un Ithoriano.
    Ecco, maestro Flynn. Sono le mie gemme. Ha detto di metterle in un posto sicuro, così volevo darle a lei, anche se non è un posto.
    La cosa sorprese maggiormente l'umano che osservò il piccolo aprendo e chiudendo la bocca un paio di volte, incapace di dire alcunchè talmente la cosa lo aveva stupito. PErò era una cosa tenera. Mai si sarebbe aspettato una cosa simile, sinceramente e, doveva ammetterlo, gli faceva piuttosto piacere. Gli rivolse un dolce sorriso chinandosi sulle gambe ancora mezze congelate per essere alla stessa altezza del giovane apprendista.
    E' g-gentile da parte t-tua, Xabraxas, ma non serve darli proprio a me. Semmai si presenterà l'occasione in caso dei pirati provassero ad abbordarci. Va bene?
    Un po' deluso, l'Ithoriano annuì con la testa e si riprese i cristalli. Superò il cavaliere mentre quest'ultimo si alzava e, poco dopo, la sua voce si udì di nuovo nel corridoio.
    Padawan Maggoht, forse, visto che non è necessario che li tenga il maestro Flynn, potrebbe custodire lei i miei cristalli?
    Ora si capiva perchè Ewan gli era dovuto stare appresso per tutte le ricerche nelle grotte di Ilum, no?
    Xabraxas? Nel tuo alloggio.
    Disse di nuovo con una nota, oltre all'espressione, divertita. Era davvero un ragazzino incorreggibile.
    Bè, io mi avvio a darmi una riscaldata. Segui? S-se ci sbrighiamo ce la facciamo per primi e possiamo parlare d-ddella pantera.
    Prima regola di un buon maestro Jedi: tenere gli occhi aperti non solo per tutelare i propri allievi, ma anche per notarne le debolezze e rafforzarle. Cosa aveva notato in Maggoth? Il fatto che sì, aveva percepito qualcosa nelle vicinanze, ma non aveva sentito la minaccia dell'attacco. E questo aveva solo una spiegazione: la stessa che per poco non fece letteralmente staccare la testa a Ewan su Shili.

    Per darti un'idea, io sto basando il mio orientamento nella nave con questa immagine:
    piantina213
     
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    Il Padawan ridacchio leggermente alla risposta, anche se la risata sembrava più che altro un gorgoglio sconnesso.

    E-ecco il p-problema c-con voi di C-coruscant... T-troppo abituati alle c-c-c-comodità.

    Il tono era palesemente ironico ed innocuo, c'era anche una certa nota di affetto. Anche se tendenzialmente schivo e sulle sue il Mon Calamari trovava ben poche difficoltà a sentirsi più a suo agio con le persone che riteneva di animo buono.
    Dopo alcuni minuti risultò evidente che ormai la nave era uscita dalla zona più tempestosa dell'atmosfera e ora sfrecciava risoluta verso lo spazio. Vedendo il Cavaliere che finalmente si alzava, decise di seguirne l'esempio. Tuttavia ebbe molti più scarsi risultati, e laddove Ewan ci mise qualche secondo a lui ci vollero tre interminabili minuti. Troppo concentrato nell'alzarsi percepì solo per un pelo che il suo collega aveva richiamato l'attenzione di tutti attraverso la Forza, e che stava dando disposizioni per una doccia. Come colpito da un getto di energie fresche, il Padawan ritrovò nuova forza per alzarsi. Il pensiero dell'acqua lo rinvigoriva sempre.


    Quando torneremo su Coruscant devo assolutamente andare a farmi un tuffo da qualche parte. E' troppo che non nuoto.

    Non si rese conto però della scena che stava avvenendo in quel momento tra il piccolo Ithoriano e l'Umano, ed aveva appena finito di alzarsi quando si ritrovò con il giovane davanti, che gli porgeva dei cristalli, chiedendogli di custodirli per lui. Il Padawan lo guardò confuso con un odegli occhi, mentre con l'altro guardava il Cavaliere.

    Uh? B-bè, io...

    L'intervento di Ewan lo salvò in extremis, perchè non aveva idea di come gestire la situazione, soprattutto perchè non aveva neanche un contesto generale con cui partire.
    Sorrise e diede una gentile pacca sulle spalle di Xabraxas.


    Si, il tuo alloggio va più c-che bene... magari dentro il tuo bagaglio. Ma g-grazie per il pensiero.

    Osservò il bambino che si allontanava deluso, anche se Maggoth ancoranon capiva perfettamente il perchè. Il Cavaliere si rivolse a lui, consigliandogli di raggiungerlo per le docce in modo da poter poi parlare con calma dell'evento accaduto.
    Non se lo fece ripetere.


    S-subito.

    Si diresse verso i suoi alloggi, più lentamente di quanto sperava a causa dei muscoli ancora rigidi e dopo aver superato la zona doccia giunse alla stanza che condivideva con altri youngling. Troppo stanco fisicamente per fare qualunque tipo di passo non necessario il Padawan si concentrò attentamente e, tirò verso di sè con la telecinesi la sua sacca. Essa si mosse senza problemi nell'area e giunse tra le mani del calamaro congelato.
    Prese il necessario per una doccia e all'interno della sacca infilò i cristalli che aveva raccolto. Richiusa si riconcentrò per rimettere la sacca, ora un poco più leggera, sul suo letto schivando agilmente le teste degli youngling che osservarono divertiti la scena. Sorrise e si diresse verso il reparto docce per togliersi finalmente di dosso quella brutta sensazione.
    Essendo un odei primi insieme ad Ewan, si infilò in un odei cubicoli ed attivò l'acqua calda, poco più che tiepida. Non bollente, perchè avrebbe fatto più danni che altro e doveva passare gradualmente alla temperatura normale.
    Non appena l'acqua partì lui si sentì come in paradiso.
     
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    A piccoli passi anche Ewan si diresse verso la sua stanza a raccogliere il necessario e a lasciare l'equipaggiamento, prima di incontrarsi con Maggoth alle docce.
    Fu un vero balsamo per le membra già il solo entrare nel locale che, rispetto al resto della nave, aveva una temperatura più alta. L'aria al contatto con la pelle sembrava quasi scottare, dovuto ancora al forte sbalzo termico che il derma doveva affrontare nonostante non ci fossero 50°C.
    Poco dopo ecco comparire anche Maggoth che si andò a infilare rapido in uno dei cubicoli. Il cavaliere lo seguì, ma nel cubicolo accanto.
    Avevi ragione, prima. Quando eravamo fuori. C'era qualcosa.
    Iniziò l'umano aprendo poi il getto dell'acqua calda regolandola con meticolosità. Se si faceva una doccia bollentein quel momento avrebbe rischiato il collasso per uno shock termico. Meglio evitare.
    E anche lì, inizialmente, quando l'acqua cominciò a colpirlo gli sembrava di essere bersagliatto da migliaia di spilli che gli causavano fastidio ma non lo ferivano.
    Ora però non era importante la sensazione che provava sotto la doccia, per quanto piacevole poteva essere. Quello che importava era che il PAdawan aveva sì sentito la presenza di qualcosa alle sue spalle, ma non aveva percepito la minaccia di quando la pantera Asharl era passata dal semplice puntamento all'azione.
    E fu in quel momento che volevametterlo di nuovo alla prova. Concentrandosi appena sulla Forza, Ewan percepì il Mon Calamari nel cubicolo accanto. ERa calmo e rilassato e si stava godendo la sua doccia meritata. Levando un poco la mano, il cavaliere agiò su una delle saponette cominciando a sollevarla con la telecinesi. Su, su, sempre più su, fino a superare il separatore che divideva i due force users. Prese la mira per colpirlo sul suo testone da calamaro e, una volta pronto, lasciò semplicemente la presa sulla saponetta. La gravità della nave avrebbe fatto il resto. Bisognava solo vedere se, effettivaente, Maggoth avrebbe o eno sentito arrivare "pericolosamente" l'oggetto su di lui. La risposta poteva essere ovvia, ma era tutto da vedere.
     
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    L'acqua che scorreva sulla sua pelle, il calore che lentamente cominciava a pervaderlo, la tranquillità di quella doccia... si stava davvero rilassando, e anche se sapeva che di li a poco si sarebbe dovuto fermare una parte di lui non voleva più uscirne. La voce di Ewan lo risvegliò, dicendogli che effettivamente aveva avuto ragione, e c'era qualcosa fuori dalla navicella. Non sapendo bene se prenderlo come un complimento o cosa, si limitò ad una risposta semplice.

    A quanto pare si, ma per fortuna c'era lei che mi ha impedito di diventare il pasto di quelle pantere. Grazie ancora.

    Detto ciò ritornò ad occuparsi della sua pulizia, ancora incerto sul percè Ewan avesse tirato fuori quell'argomento. Poi, come quando aveva percepito le pantere che si avvicinavano, anche questa volta percepì una sorta di presentimento di pericolo, anche se stavolta era molto più leggero. D'istinto di voltò verso le sue spalle, temendo un qualche pericolo da quel lato, ma non c'era nulla.

    Ma che..

    Neanche il tempo di pensare a cosa potesse essere stato che ecco la saponetta lo colpì in piena testa, per poi cadere a terra. Si toccò la testa parzialmente preoccupato.

    Ouch! Ma che cavolo... una saponetta?

    Stava per chiedere chi fosse stato il genio, ma poi preferì constatarlo di persona. Si concentrò e cominciò a percepire ed analizzare i cubiculi accanto al suo. Lo youngling accanto a lui stava in quel preciso momento usando il proprio sapone, mentre nell'altro cubicolo Ewan... non aveva la sua saponetta. Si schiarì la voce, per poi caricarla con u ncerto sarcasmo mentre gli rilanciava la saponetta nel suo di cubicolo.

    Perso qualcosa?
     
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    Smettila di darmi del lei. Non sono mica un vecchio ancora, e nemmeno il maestro a te assegnato.
    Rispose a sua volta con aria mista tra il concentrato e il divertito.
    Era un concetto un po' particolare quello del titolo di maestro. Perchè di fatto Ewan non lo era, nè per Maggoth nè di rango. E a dirla tutta doveva trattenersi un po' dal ridere, o almeno dal sorridere vistosamente, quando ci si rivolgeva a lui in terza persona; soprattutto se era un ragazzo poco più piccolo di lui. Però, se veniva apostrofato come "maestro", alla fine si voltava sempre rispondendo alla chiamata. Pure con altri due Padawan, anni orsono, si era dilettato a fare il maestro della situazione. La cosa lo aveva divertito, al tempo, ma ora lo faceva riflettere. Voleva esserlo? Era adeguato a ricoprire quel ruolo? Chi poteva dirlo. Forse ora, o forse mai, ma sicuro non lo era appena divenuto cavaliere. Quel giorno aveva chiesto la custodia di Seely Cinn, una piccola Twi'Lek che aveva fatto inserire tra gli Youngling più avanzati e che aveva scovato nel tempio, portata da una misteriosa donna. Quello stesso giorno, il suo maestro Niktar e lo stesso Gran Maestro Heleghion avevano rifiutato la sua domanda ritenendo il ragazzo troppo acerbo per prendere sotto la sua tutela una PAdawan e portarla con sè in missione. PEr questo si era inserito tra i Cavalieri che si dedicavano agli addestramenti dei Padawan. PEr accrescere la sua capacità di insegnare le vie della Forza al prossimo, ma certe cose non si imparavano tra gli agi del tempio. Certe cose, come ormai lo stesso Ewan ripeteva ad ogni apprendista che passava da lui, si apprendevano meglio sul campo. Più difficile, certo, ma dava la possibilità di una visione d'insieme più ampia sulle potenzialità di un potere. Lo aveva dimostrato proprio a Maggoth qualche giorno prima mentre viaggiavano verso Ilum.
    Sentì il Mon Calamari mormorare qualcosa prima di udire un piccolo tonfo e le lamentele, decisamente più chiare, del giovane. Un sorriso soddisfatto si dipinse sul viso dell'umano nel aver portato a segno quel piccolo colpo.
    Come pensavo...

    Perso qualcosa?


    Alzò gli occhi vedendo saltar fuori di nuovo la sua saponetta oltre il separè delle docce. L'afferrò al volo cominciando a lavarsi rapidamente.
    Non proprio. In compenso ho scoperto qualcosa di interessante sul tuo conto.
    Iniziò, massaggiandosi il petto.
    Percepisci le presenze intorno a te, ma non sai riconoscerne il pericolo in tempo per reagire. Ne avevo un forte sospetto quando siamo rientrati alla nave e ora ne ho la conferma.
    Si ammutolì, sciacquandosi via la schiuma dal corpo prima di spegnere l'acqua calda. Un'azione compiuta con la più totale controvoglia. Avrebbe voluto stare comodamente in ammollo, ma non ne avevano nè il tempo nè i mezzi. Inoltre, dal cicaleccio proveniente dal corridoio, gli Youngling stavano arrivando.
    Ti aspetto di nuovo nella stiva, Padawan. Credo che il tuo addestramento in questo viaggio non sia ancora concluso.
    Gli anticipò, prima di mettersi nella cabina degli asciugatori. Già, quando aveva spento l'acqua si era dimenticato di quelli. Sarebbero stati il massimo della libidine per le loro condizioni. Una volta dentro non avrebbe più sentito il ragazzo. Per il loro principio di ipotermia erano fantastici quegli affari, ma l'aria calda sparata in tutte le direzioni non avrebbe certo aiutato le comunicazioni.

    Pochi minuti dopo, Ewan era di nuovo dentro la sua tunica, profumato e pettinato, con indosso il tipico mantello Jedi. E ancora una volta stava frugando in mezzo alle casse della stiva. Ancora in cerca di remoti? Forse. Probabilmente li avrebbe fatti odiare a Maggoth.
     
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    Il Padawan non si sorprese per la reazione di Ewan alla sua continua formulazione in terza persona quando si riferiva agli altri. Non era stato il primo, e non sarebbe stato l'ultimo, ma era un tratto caratteriale che non riusciva a togliersi. Lo utilizzava con la maggior parte delle persone escludendo bambini, parenti prossimi e amici intimi. La terza categoria era praticamente inesistente, quindi aveva deciso di inserirne un'altra, ovvera quella delle persone che gli dicevano espressamente di smetterla di parlare in quel modo. Per evitare problemi di solito passava alla seconda persona singolare.

    Lo so ma è una vecchia abitudine che non potrò mai togliermi. E no, non sei vecchio né il mio maestro, ma sei comunque di rango superiore al mio quindi faceva poca differenza sul momento.

    Non appena l'incidente con la saponetta fu risolto il Padawan continuò a lavarsi energicamente. Muoversi avrebbe aiutato a sciogliere i muscoli, per non evitò di sentire le parole del Cavaliere. Effettivamente si era reso conto che percepire le presenze non gli risultava troppo complicato finchè erano nel suo raggio d'azione, ma quando si trattava di prevedere le cose come Ewan aveva fatto poco prima... no, quello non ci riusciva proprio.


    Bè, in una situazione di battaglia sono sicuro che quel tipo di riconoscimento tornerebbe utile. Non si può stare attenti costantemente, sepcie se si cerca di supportare dei feriti.

    Poi Ewan parlò di andare ad allenarsi nella stiva, cosa che colpì Maggoth un pò di sorpresa. Non si aspettava che ci fosse u nvero e propri oallenamento al riguardo ma che fosse piuttosto una qualità innata, oppure acquisita dopo anni di esperienza e familiarità con la Forza. Si diede una mossa nel lavarsi e chiuse l'acqua, conservando nella memoria quella bellissima sensazione, sapendo che probabilmente di lì a poco avrebbe cominciato a ricevere una lunga serie di colpi.
    Uscendo fuori incrociò gli youngling che facevano la fila per lavarsi, e lui cedette il posto ad un piccolo Zabrak che sembava alquanto scontento di lavarsi. Chi li capisce i bambini.
    Passò poco tempo all'asciugatrice, perchè non gli piaceva avere la pelle secca, ma anzi preferiva rimanere umido e fresco. Si fermò un istante, pensando a quante battute sul pesce fresco gli sarebbero arrivate addosso se solo lo avesse detto ad alta voce.


    ...Terrestri.

    Si vestì con i suoi soliti abiti Jedi e si diresse verso il magazzino di tribordo dove si erano allenati l'altro giorno lui ed Ewan per la barriera, e lo trovò che armeggiava con quella che gl isembrava la stessa cassa dei remoti che lo avevano fatto dannare l'ultima volta.

    Tu hai uno strano rapporto con questi remoti.
     
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    Aveva ancora le mani nella cassa quando la porta si aprì lasciando il via libera al Mon Calamari.

    Tu hai uno strano rapporto con questi remoti.


    Eheheh. Ora sai perchè il Gran Maestro me li conta prima che inizio la mia sessione di allenamento e li riconta quando ho finito.
    Scherzò. Oppure no? Facendosi un esame di coscenza Ewan avrebbe dovuto rispondere della distruzione di molti di quegli affari. E ogni volta si giustificava sempre che non era l'unico.
    E finalmente ne tirò fuori uno, mentre si riagganciava al discorso lasciato in sospeso con Maggoth nelle docce.
    Esattamente, ma questo non vuol dire che ti puoi permettere particolari distrazioni. Bensì, i tuoi sensi ti aiutano dove i tuoi occhi non sono efficaci. Ma ricordati sempre: non fidarti di tutto ciò che vedi.
    A quel punto fece un cenno al Mon Calamari di mettersi più o meno in mezzo alla stiva. Praticamente lo stesso posto dove si era seduto quando gli era stato insegnato il Muro di Forza. Questa volta, però, non avrebbe dovuto sedersi. Al contrario.
    Bene. PRendi la tua spada laser e attivala.
    Disse attivando il remoto che subito prese a librare davanti al Padawan. Ewan, invece, continuando la sua spiegazione cominciava a camminare per la stanza, portandosi con nonchalance dietro a Maggoth.
    Questa tecnica, ti dirò, non l'ho imparata da un Jedi. Quindi non saprei come un maestro come Heleghion la spiegherebbe ai suoi allievi. Quindi userò più o meno lo stesso metodo impiegato con me.
    Primo indizio: ricorda ciò che è accaduto fuori dalla nave. Anticipa.

    A quel punto era ormai fuori dal campo visivo dell'allievo che, in quel momento, era faccia a faccia con un agguerritissimo remoto. Ma poteva sempre sentire la presenza del cavaliere nelle vicinanze e, sinceramente, non era proprio piacevolissima. Sembrava di sentire qualcuno che gli teneva il fiato sul collo.
    Dal canto suo Ewan si malediceva da solo perchè non conosceva quei due trucchetti con cui Shiiva si divertiva a torturarlo giocando a nascondino. Sparire dalla vista e dalla Forza sarebbe stato decisamente meglio che usare dei remoti come diversivi.
     
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    Non appena entrò nella stiva Ewan tirò fuori uno di quei remoti che diceva di non sopportare, anche se aveva l'impressione che in realtà egli li adorasse, e gli diede un paio di consigli prima di cominciare.

    Non fidarsi dei propri occhi, ma dei propri sensi. Una delle primissime lezioni che insegnano all'accademia. Non tutto è visibile alla vista.


    Gli fu detto di mettersi al centro del magazzino e di attivare la sua spada laser. Ciò gli fece piacere, perchè ultimamente si era allenato con la spada meno di quanto avrebbe voluto. Si ripromise di affinare maggiormente il suo Soresu una volta rientrato a Coruscant, ne poteva dipendere la sua vita.
    Si posizionl dove richiesto ed accese la sua spada, la cui lama blu ora era attiva e pronta a fare quanto richiesto. La presa risultava familiare nelle mani del Padawan che si posizionò con la spada verticale, molto vicina al corpo. Era una tipica posizione di partenza Soresu e permetteva una rapida difesa di tutto il corpo con il minimo sforzo. Si concentrò sul remoto, per cercare di anticipare i suoi attacchi proprio come Ewan gli aveva detto, ed inizialmente non fece particolarmente caso al fatto che il Cavaliere ora si trovava alle sue spalle.
    Poi si rese conto dell'errore che stava compiendo. Stava osservando con gli occhi, e ciò era sicuramente sbagliato. Doveva prevedere, anticiparne i movimenti. Avvertire ogni tipo di vibrazione nella Forza e modifiche nel suo flusso, perchè la Forza stessa trasmette queste informazioni se si sa come cercare. Trasmette anche nozioni sul futuro. I grandi maestri potevano conoscere il lontano futuro attraverso profonde meditazioni, quindi non era qualcosa di così assurdo. In quel momento gli sovvenne di una sorta di tecnica, anche se in realtà era principalmente una pratica che insegnavano come base per il combattimento con la spada. Veniva chiamato Centro dell'Essere, e consisteva nell'entrare in meditazione durante un combattimento, concentrandosi non sulla propria vista ma piuttosto sulla visione della Forza, ad un livello più profondo. Ciò permetteva di cogliere dettagli negli attachi nemici che concedeva al Jedi di difendersi in maniera ottimale. Con ua ncerta abilità permetteva anche di difendersi inconsciamente. Quel livello era ovviamente qualcosa di molto avanzato, ma il senso generale era che la Forza permetteva di vedere cose che di base non erano visibili. Che fosse la strada giusta?
    Chiuse gli occhi ed alzò la spada, ponendola orizzontale con la lama alla sua sinistra, mentre l'impugnatura era all'altezza del suo mento. Cominciò a concentrarsi e a meditare, cercando di percepire tutto quell oche poteva nel suo piccoo raggio d'azione. E non solo il remoto, ma tutto quello che poteva registrare, i movimenti di Ewan alle sue spalle, l'energia che scorreva nei circuiti del remoto, il freddo metallo del pavimento... ed ogni tipo di flusso di Forza che poteva osservare e percepire, per cercare di carpire variazioni in essa, informazioni o qualunque altra cosa che potesse aiutarlo. Se vi fosse anche solo leggermente riuscito avrebbe cercato di sfruttare quelle eventuali informazioni per difendersi, consciamente. Di certo non poteva sperare di raggiungere già il livello difensivo inconscio al primo tentativo. Probabilmente ci avrebbe messo anni. O millenni.
     
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    Parlando, Ewan osservava il ragazzo mettersi in guardia. Conosceva quella posizione. La spada così vicina al corpo, in posizione verticale, lievemente inclinata in avanti. Tipica postura della Forma III. La conosceva perchè anche lui aveva cominciato con quella per poi passare ad uno stile molto più aggressivo e violento. Ma, come lui stesso aveva suggerito a Maggoth, non si limitava a osservarlo con gli occhi valutandone se impugnava o meno la spada in maniera corretta. Il remoto, doveva ammetterlo, stava facendo bene il suo lavoro, nonostante non avesse ancora sparato un colpo, per il momento.
    Il Padawan era ora una facile preda e poteva essere colpita da chiunque.
    Mpf...Troppo facile. Avremo parecchio da lavorare qui.
    E proprio nel momento in cui il cavaliere stava per colpire, ecco che sentì un cambiamento. Maggoth aveva smesso di guardare con gli occhi per sfruttare meglio e a suo vantaggio il potere della Forza. Era una questione di visioni? Non proprio. Una una di quelle domande che aveva come risposta "NI". PErchè effettivamente lo era, ma al tempo stesso non lo era. Di certo non era una di quelle visioni che si avevano durante le profonde meditazioni. No, non c'entravano nulla quelle. Forse lo si poteva inserire nella categoria "istinto". Ma l'istinto poteva sbagliarsi, mentre quello era qualcosa di più difficile da ingannare perchè era la Forza.
    Ebbravo Padawan...Ora il gioco si fa più interessante.
    Avrebbe dovuto cambiare strategia d'attacco. Ma come avrebbe potuto fare senza farsi individuare una volta dentro il raggio d'azione del Mon Calamari?
    Facile. Doveva agire su qualcosa che già era all'interno e che si sarebbe comportato in maniera "insolita". Doveva cambiare semplicemente schema e fare lui ora da diversivo.
    Il remoto stava ancora ronzando davanti all'apprendista che si stava concentrando mentre l'umano si aggirava alle sue spalle come un Akul pronto a colpire, nascosto nell'erba alta. Tese silenziosamente una mano, cercando di fare presa sul remoto attraverso la Forza. Lo sentiva. Sentiva la sua presa farsi più decisa intorno alla piccola sfera. Poi, giusto per riempire il giovane di imput come poteva essere una normale situazione, ecco che Flynn cominciò a infastidirlo con la telepatia.
    Davanti a te, Maggoth!
    Stringendo la mano a pugno, tirò indietro il braccio con decisione.
    Fu un attimo per Maggoth che, in quella situazione di attesa sentì inizialmente una strana sensazione. Come quella che aveva sentito in doccia prima di prendersi una saponetta in testa. Poi seguì prima la voce del suo maestro come se fossero ancora fuori nella neve e un attimo dopo, anzichè una piccola scarica di energia da parte del remoto, si ritrovò il remoto stesso schizzare contro di lui, colpendolo al petto e continuando a spingere fino a sbilanciarlo e mandarlo a terra. A quel punto Ewan mollò la presa e tornò a parlare.
    Ammetto che devo farti i miei complimenti. Ti stavi fidando dei tuoi occhi, ma dopo hai capito l'errore e ti sei corretto. E questo è un bel passo avanti.
    Commentò positivamente. Ma al seguente tentativo avrebbe alzato ancora un po' il livello. Mentre il piccolo droide svolazzava di nuovo per conto suo, Ewan preferì alzare un po' la tensione andando a spegnere l'interruttore dell'illuminazione. E con un rumore sordo, la stanza candde nel buio assoluto. L'unica fonte di luce, la spada laser che Maggoth teneva in mano.
    Numero 1: devi aspettarti di essere attaccato.
    Cominciò la voce di Ewan che proveniva dall'intercom questa volta, per limitare maggiormente le possibilità di essere individuato.
    Numero 2: devi accettare che sarai attaccato.
    E numero 3: desidera essere attaccato.

    Senza difetti di pronuncia, quelle furono le istruzioni che Shiiva diede a Ewan il giorno che su Shili lo addestrò in quella tecnica per prevenire un attacco. Certo, le condizioni e le capacità del Jedi erano diverse rispetto a quelle della Jensaarai, ma ci voleva provare lo stesso.
     
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    Nella sua meditazione il Padawan non si stava facendo sfuggire nulla, o almeno così pensava, perchè alla prima occasione il Cavaliere era riuscito ad ingannarlo tirando contro il Padawan il remoto stesso. Era convinto di aver percepito qualcosa, forse il suo braccio che si alzava, ma probabilmente non era quello. Rialzandosi il Mon Cal si voltò verso Ewan, che gli stava facendo i suoi complimenti per il lavoro svolto finora. Maggoth sorrise, leggermente imbarazzato.

    Grazie, io... immagino di aver avuto buoni insegnanti.


    Poi il suo insegnante si mosse verso il comando delle luce e le disattivò. La stanza cadde nell'oscurità, con solo la sua spada laser ad illuminare la scena. In realtà il Mon Cal non vedeva così male, perchè la sua specie era abituata, a causa della vita marina, a vedere in situazioni di scarsa luminosità. Ma fosse stato il contrario non avrebbe cambiato nulla, per comunque non doveva utilizzare gli occhi. E l'utilizzo dell'intercom avrebbe dovuto impedirgli di capire anche da dove provenisse la sua voce, ma lui si era già posizionato come prima seguendo la meditazione, e gli occhi erano chiusi. Solo i suoi sensi interni erano completamente aperti.
    Anche questa volta voleva seguire i consigli appena ricevuti, integrandoli con quello che stava facendo. Doveva aspettarsi di essere attaccato. Beh, questo era ovvio. Il concetto base dell'allenamento era proprio quello. Doveva accettare di essere attaccato. E anche questo era stabilito, perchè sapeva che sarebbe successo, e no ncercava di evitarlo quanto piuttosto di difendersi da questo attacco. E poi doveva desiderare di essere attaccato. Questo era un pò inusuale. Di norma non si voleva essere attaccati, ma poteva farsi qualche idea sul perchè. Il Soresu prevedeva che il nemico ti attacchi e che si stanchi nel cercare di penetrare la tua difesa, si deconcentri e che commetta degli errori da poter essere poi sfruttati. Forse era così.
    O forse era dovuto a quella sensazione che riceveva ogni volta che stava per essere colpito, quella specie di pizzicorio che avvertiva un attimo prima. Come una specie di avvertimento. Forse doveva seguire quella sensazione, cercare di carpirla più a fondo. Da dove veniva, come arrivava, cosa significava? Cominciò a pensare che se fosse riuscito a seguire quelal sensazione avrebbe risolto il mistero.
    Ma per poter percepire quella sensazione doveva essere attaccato, e quello poteva essere un buon motivo per desiderare di essere attaccato, così da poter percepire quella sensazione e capirla, in modo tale da potersi difendere da quell'attacco che desiderava.
    PErciò proseguì con la sua meditazione e con il suo cercare di percepire la Forza, ma era particolarmente concentrato su quella sensazione, per cercare di sfruttarla quanto possibile e capirla al meglio. Ma doveva essere attaccato per questo. E per la prima volta nella sua vita non vedeva l'ora di essere colpito.
     
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