New Star Wars Gdr

La Storia Infinita

Evento "Loop Temporale"

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    Buio. Ovunque solo oscurità. Dov'era? Cos'era successo?
    Non sentiva nulla, né il suo corpo né l'ambiente intorno.
    Improvvisamente giunse qualcosa.


    GAAAAH!

    Dolore. Tanto dolore. Fianco destro, all'altezza della terza e quarta costola. Se non altro la sua testa ancora funzionava. Non era proprio quello che sperava, ma era una sensazione che gli confermava di essere vivo.
    Quasi in contemporanea un fischio penetrante invase il suo udito. Era costante, e molto fastidioso. Sapeva cos'era. Quando si avvertiva un rumore particolarmente forte che assordava, quel fischio stava a significare la morte di alcuni recettori uditivi che gridavano il loro canto funebre. Sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe sentito quel particolare suono.
    Doveva quindi aver sentito un forte rumore. Cominciò a provare a muoversi, ma sentiva ora un pò di dolori ovunque. Cercò allora di aprire gli occhi.
    Fu un lavoro difficoltoso, perchè anche questi non sembravano intenzionati a muoversi, ma alla fine ci riuscì.
    L'immagine, inizialmente sfocata, si rivelò infine per quel che era, più o meno definita.
    Vedeva il ponte della sua nave, quindi pareti di metallo e simili un pò ovunque. Cavi. Davanti a sè anche un viso strano, robotico. Il droide pilota. Sembrava dire qualcosa, ma non poteva sentirlo, il fischio era persistente. Riusciva a vedere anche fuori dal finestrino, ma vedeva solo un cielo semioscurato e pieno di puntini. Vista oscurata probabilmente.


    "Ok, non facciamoci prendere dal panico. Assestiamo la situazione. Sono leggermente stordito, ho sicuramente una ferita al fianco destro ma oltre a dolori minori dovuti forse a taglie, ustioni e contusioni non m isembra di avere nient'altro. Vista parzialmente offuscata. Bene, vediamo se riesco a risolvere questa parte"


    Richiuse gli occhi e cercò, per quanto possibile, di concentrarsi. Espanse le sue percezioni intorno a sè ma soprattutto sul proprio corpo. Attraverso la Forza percepì la ferita sul fianco, e non notò altri problemi gravi. Si sarebbe concentrato su di quella.
    Era un taglio che sanguinava copiosamente, accompagnata da una costola incrinata. Si sarebbe concentrato prima su ltaglio, e dopo sulla costola. Stringendo i denti e mantenendo al massimo la concentrazione, indirizzò la Forza verso quelle ferite.
    [GUARIGIONE]
    Lentamente, il sangue smise di fuoriuscire così copiosamente e i vari lembi di pelle si riunirono, fondendosi. Fu un processo non particolarmente doloroso, perchè la rigenerazione del Lato Chiaro difficilmente lo era. Però fu sfibrante per le sue condizioni, quindi si fermò non appena terminato, per riprendere fiato.
    Passati alcuni minuti, riprese, questa volta riparando l'incrinatura della costola e, già che c'era, riparò alcuni danni minori sparsi per il corpo.
    Dopo quel lavoro di alcuni minuti si sentiva davvero meglio. Stanco, ma stava bene.
    Con lentezza prudente e calcolata il Padawan si alzò. Non avvertiva più dolori, ma era indolenzito. Ci voleva del tempo per riprendersi a dovere.
    Ora poteva vedere più chiaramente intorno a sé, e vide cosa sembrava essere successo.
    La sua navicella, la Shiny, aveva registrato una serie di fluttuazioni durante l'ipersalto. Improvvisamente si erano ritrovati completamente risucchiati da una singolarità spaziotemporale, o perlomeno così pensava perchè non ne aveva idea. Sembrava un portale, che li aveva fatti finire fuori rotta. E neanche di poco. Prima si trovavano sulla Perlemian Trade Route, e ora si trovavano di fronte ad un pianeta misterioso.
    Quello strano salto aveva fatto saltare buona parte dei sistemi della Shiny, compresi i motori. La navicella cominciò a precipitare verso la superficie e non c'era nulla che poteva fare. Il droide pilota fece il possibile ma tutto quello che ottenne fu di ridurre la velocità d'ingresso nell'atmosfera cambiando il vettore d'ingresso.
    Mentre compiva quelle manovre Maggoth fece il possibile per cercare di attutire i loro danni. Riuscì a riattivare gli scudi, e subito dopo si posizionò accanto a Sixby, come aveva deciso di soprannominare TK-416B. Si concentrò quanto possibile e richiamò a sé la Forza, creando una barriera di Forza attorno a lui e al droide.
    [MURO DI FORZA] Poi tutto divenne nero.
    Il fischio sparì, e finalmente potè udire la voce del droide.


    Padawan Onduil, è ferito? Richiede assistenza?

    Io... no Sixby, sto bene. Verifica i danni della nave, dobbiamo riparare prima possibile i danni ai sistemi principali.


    Subito.


    Il droide comincò a girare freneticamente per la nave, mentre il Mon Cal si prese un secondo per armeggiare attorno al quadro di comando, in modo tale da cercare di ripararlo, ma soprattutto vedere dove si trovasse attraverso i vetri.
    L'esterno era principalmente desolato. Cerano diverse rocce in giro e qualche formazione montuosa sulla distanza, ma per il resto non c'era granchè. Tuttavia il cielo, che aveva intravisto poco prima, era effettivamente strano. Era presente luce, ma sembrava come se non venisse da una stella, ma fosse semplicemente presente. Guardando attentamente, notò alcune differenze nella luce in vari punti, quindi doveva trattarsi di una nebulosa.
    Tuttavia ciò che catturò principalmente il suo interesse furono quelle miriadi di punti nel cielo, alcuni più grandi, altri difficilissimi da notare. Prima di giungere ad una conclusione, sentì un ronzio elettrico, e la corrente riprese a scorrere nei cavi della nave. Sixby doveva aver riparato il generatore.
    Il navicomputer tornò brevemente online, trasmettando le coordinate della loro destinazione.

    COORDINATE GRIGLIA: T-7
    REGIONE: ORLO ESTERNO
    SETTORE: MONDI DI CENERE
    SISTEMA: IEGO
    PIANETA: IEGO

    Uno sguardo perplesso passò per il viso del Padawan.

    Dove diavolo sono finito?
     
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    Ci volle un'oretta circa per assestare tutti i danni, che si dimostrarono abbastanza ingenti. Motori fuori uso, scafo danneggiato in un paio di punti, scudi inutilizzabili e un sacco di altri piccoli problemi sparsi per la nave.
    Fortunatamente l'iperguida era ancora intatta, idem per il navicomputer e i sistemi base. Inoltre aveva cibo ed acqua per un mese, quindi sarebbe stato bene. Poteva comunicare ma la nebulosa bloccava buona parte delle comunicazioni, gli serviva un'antenna più potente, di quelle dei centri di comunicazione.
    Inoltre le varie riparazioni erano effettuabili in tempi relativamente brevi, giusto qualche giorno, però richiedevano i pezzi di ricambio, soprattutto il motore. E senza la Shiny era solo una casa carina, ma immobile.
    Cercò dati riguardanti Iego, ma veniva molto poco descritta. Sapeva solo che l'aria era respirabile e che non erano registrati pericoli principali. Tuttavia erano dati risalenti al periodo imperiale, quindi poteva anche essere cambiato qualcosa. Prese l'elettrobinocolo e si diresse fuori.


    Sixby, vado a fare un giro di ricognizione. Mantieniti in contatto radio in caso di problemi. E non aprire a nessuno che non sia io. Meglio evitare problemi.

    Si, Padawan.


    Il Mon Calamari a quel punto uscì dalle nave passando per lo sportello laterale. Quello inferiore era bloccato e andava sistemato.
    Non appena lo sportellone si aprì, un'aria secca invase le narici del giovane, che ora poteva bene osservare la superficie del pianeta.
    Una distesa di pietra marroncina dominava il paesaggio. Ogni tanto c'erano dei picchi in alcuni punti, ma per la maggior parte era quasi desertico. Non come Tatooine, ma comuqnue non piacevole. Il caldo tuttavia non era secco, ma anche parzialmente umido. Il vento sembrava carico di acqua, quindi si percepiva maggiore calore. Nulla di pericoloso per la salute, ma abbastanza da infastidire. Mise mano agli elettrobinocoli e cominciò a controllare.
    A prima vista non c'erano tracce di radiazioni o simili. Il pianeta sembrava sicuro sotto quell'aspetto. Tuttavia aveva bisogno di un qualche tipo di contatto senziente per poter andare via.
    Dopo diversi minuti che controllava meticolosamente la zona circostante, Maggoth notò due cosa.
    La prima era che sui monti più distanti sembrava esserci qualcosa di metallico dalla forma troppo precisa per essere naturale. Qualcosa costruito da mani intelligenti.
    La seconda cosa era che da quella direzione si stava avvicinando una speeder bike. Mise mano al comlink.


    Sixby, abbiamo visite. Rimani dentro, me ne occupo io.

    Il Padawan scese dalla carlinga e si mise rivolto verso il mezzo in arrivo. Prese in mano la sua spada laser ma senza ancora accenderla. Voleva verificare bene chi fosse prima di spaventare il pilota. Se avevano accesso a dei ricambi, lui ne aveva bisogno, e doveva farseli amici.
    Il mezzo si fermò a qualche metro da lui, e la pilota si rivelò una ragazza. Aveva un paio di occhiali da guida, capelli neri euna mantella con cappuccio. Salutò con u ncenno del capo.


    Salve, straniero. Hai bucato?

    Disse, con tono scherzoso. Il Padawan fece un piccolo inchino.

    Salve, mi chiamo Magg- ma venne interrotto da un gesto della ragazza, che gl ifaceva cenno di fermarsi. Si abbassò il cappuccio e tolse gli occhialetti che, ora l ovedeva, coprivano interamente anche le orecchie. Ora che aveva modo di vederla bene, capì che non era un'umana, ma una Kiffar. Aveva dei tatuaggi tipici della razza sulla zona degli occhi.

    Scusami, non sentivo, dicevi?

    Mi chiamo Maggoth Onduil. Si, la mia nave ha subito diversi danni. Nulla di irreparabile, ma mi servono alcuni ricambi. Conoscete un luogo adatto?


    Lei annuì, sorridendo.

    Si, certo. al nostro villaggio c'è un Tech Shop, il vecchio Kashiri dovrebbe avere i pzzi che ti servono. Hai un mezzo per muoverti o ti serve uno strappo?

    Temo che approfitterò delal vostra gentilezza, perchè non ho nessun veicolo nella nave. La ringrazio molto, Miss..?

    Nai Nisha, ma chiamami solo Nai. Sei un mercante?


    No, no, nulla del genere. Se mi può scusare un momento...


    Prese nuovamente mano al comlink per comunicare con il droide.

    Sixby, qui tutto a posto. Comè lo stato dei repulsori?

    Operativi, ma permetteranno solo il movimento in superficie.


    D'accordo. Controllali bene ed assicurati che siano operativi, poi porta la nave verso quell'ammasso roccioso a nordest. Li ci daranno i pezzi di ricambio.

    Va bene, Padawan.

    Perfetto. Nai, se sarebbe così gentile da accompagnarmi le sarei grato.

    Figurati, e dammi del tu. Mi fai sembrare una vecchia.


    Il Jedi fece per montare in sella, ma prima la ragazza gli diede qualcosa.

    Tappi per le orecchie?

    Fidati, è per la tua sopravvivenza.


    Sentendola sincera, se li mise. Lei indossò nuovamente mantello ed occhialetti, e subito partirono per il villaggio.
     
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    Il mezzo sfrecciò rapidamente per quelel lande desolate, mostrando quel paesaggio alquanto monotono.
    Le montagne si fecero brevemente sempre più vicine, e dopo poco meno di una mezzora erano giunti sulle pendici. Lì Nai ridusse la velocità per manovrare sugli stretti sentieri che conducevano in cima. La ragazza sembrava molto abile a guidare, e Maggoth apprezzò tale abilità. In molte situazioni critiche una buona guida poteva tirarti fuori dai guai. Lui sapeva pilotare, ma nulla di eccezionale. Ewan o Orion erano nettamente più bravi di lui.
    Il villaggio si mostrò ai due come una agglomerato di edifici quasi messi a caso, ma che in realtà avevano dietro una logica. Logica che il Mon Calamari ignorava completamente. Riconobbe tuttavia a colpo d'occhio il Tech Shop perchè era l'edificio più grande a causa del suo hangar, ma anche il più pulito. Vide difatti dall'esterno due piccoli droidi su repulsori che pulivano le varie pareti e finestre dalla costante polvere dell'atmosfera.
    Parcheggiarono li fuori, ed una volta scesi il Jedi cedette i suoi tappi a Nai.


    Grazie, ma a cosa servivano?

    Bè, diciamo che non siamo gli unici abitanti del pianeta. Ci son oqueste creature, che noi chiamiamo demoni, che vivono nel sottosuolo. Sono capaci di emettere una melodia meravigliosa, che ipnotizza. A quel punto ti prendono e ti portano sottoterra. Nessuno ritorna mai o riesce a resistere. Quindi, semplicemente mettiamo quei tappi e risolviamo il problema.


    Ah, ora capisco. E' un buon metodo.

    Si. Diverse volte mi ha salvato la pellaccia. Ora vieni, ti presento al Doc.

    I due entrarono nel retro dell'edificio.
    Furono due le prime cose a colpire il Padawan.
    La prima era l'incredibile quantità di oggettistica meccanica ed elettronica all'interno. Non c'era angolo o parete senza qualcosa appoggiato, completo o meno.
    La seconda fu l'ordine maniacale con cui erano stati posizionati. Per funzione, materiale e addirittura per grandezza o colore. Non sapeva chi fosse questo Doc, ma di sicuro era molto dedito all'ordine.


    Ehi Doc, hai visite!

    Nessuno rispose, ma un ragazzo sbucò fuori da un angolo mentre si puliva le mani sporche con un panno ancora più sporco. Era macchiato un pò ovunque con olio e polvere metallica, ma sembrava illeso.

    Oh, Nai salve. Kashiri è occupato con uno dei suoi esperimenti, ti serviva qualcosa?

    Oh sì. Johnny, questo è Maggoth Onduil. Sai, stava su quella nave che è caduta giù stamattina.

    Davvero?


    In quel preciso momento gli occhi del ragazzo sembrarono illuminarsi e subito si "fiondò" verso lo straniero.

    Piacere, mi chiamo Johnny. Da dove vieni?

    Bè, vengo da Coruscant e-

    Oh, dal pianeta città! Sei un mercante? Come mai da queste parti?

    No, non sono un mercante, e non ero diretto quì ma-

    Azz, un incidente con l'iperspazio? Mi dispiace, brutta cosa. Mio cugino Franky una volta mi ha detto di aver conosciuto un tale che aveva viaggiato nel tempo per questo fatto e si era ritrovato avanti di 1000 anni! Pensa un pò che roba!


    Nella più totale confusione, Maggoth non sapeva come reagire, e cercò supporto da Nai. La ragazza sorrise, ridacchiando un pò, e si rivolse al chiacchierone.


    Johnny, lui è venuto quì per le riparazioni. Gli servirebbe una mano, lo puoi aiutare?

    Oh! Si certo, come no. Che problemi ha la tua nave?

    Bè, ho quì una lista. E' un YT-2400


    Attivò il suo pc da polso con la lista dei pezzi di ricambio necessari.

    Mmm, nulla di troppo costoso o gravoso direi. Dovremmo avere qualcosa del genere, ma potrebbe essere un problema montarli.

    Ho detto al mio pilota di spostare la nave quanto più vicino possibile alla città con i repulsori.


    Il giovane schioccò le dita, come per confermare il tutto.

    Ottima idea! Controllo subito se abbiamo i pezzi e ti faccio sapere!


    Il giovanotto si allontanò tra altri "esperimenti" del fantomatico Doc. I due si guardarono.

    E' sempre così loquace?

    Hai beccato una giornata buona. Oggi è anche silenzioso.


    Edited by Maggoth - 10/12/2015, 11:00
     
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    Le ore seguenti passarono in relativa tranquillità. Nai era andata via, dicendo che doveva tornare al lavoro in locanda. Johnny confermò al povero sventurato che in effetti i pezzi erano disponibili, e una volta arrivata la nave avrebbe cominciato a montarli. Al comlink Sixby informò il Mon Calamari che la nave era ora in viaggio per giungere sul luogo stabilito, e tempo un paio di ore e sarebbe arrivata. Johnny fu particolarmente soddisfatto della questione, e data l'ora prossima ai pasti decise di prendersi una pausa.

    Forza, vieni anche tu! Alla locanda non si mangia male, e poi un pò di riposo ti farebbe bene, sembri uscito da un incidente!

    Rise fragorosamente alla sua battuta di alto livello, muovendosi verso l'uscita. Limitandosi a sorridere per educazione, lo seguì. In effetti la fame cominciava a farsi sentire.

    Doc, io vado a pranzo! Le porto qualcosa?

    Un mugugno giunse dalle stanze superiori dove si trovava il laboratorio. Non era chiaro ciò che era stato detto, ma tutta la risposta aveva un vago tono negativo. Evidentemente il misterioso scienziato era troppo occupato con i suoi esperimenti per mangiare. Una passione troppo sfrenata per essere salutare. Johnny non diede peso alla cosa.

    Non preoccuparti per lui, è sempre così. E' un pò burbero e non si ricorda mai dove poggia gli attrezzi o quello che gli dici tre secondi prima, ma in fin dei conti è una brava persona. E' grazie a lui che il villaggio è messo così bene. Abbiamo luce, acqua corrente data da vari umidificatori e addirittura un piccolo centro comunicazioni e meteorologico. Lo usiamo per comunicare ai vari villaggi le condizioni climatiche dei prossimi giorni. Oggi sembra che sarà bel tempo, quindi è un'ottima giornata per lavorare all'esterno al tuo mezzo.

    Ah bene, meglio così. Anche se è piacevole stare quì ho una certa fretta di ripartire.

    Ah sì? Dove devi andare?


    Mon Calamari, devo rientrare brevemente a casa.


    Aveva mentito, ma lo aveva fatto per sicurezza riguardo la missione. Johnny sembrava un tipo onesto e tranquillo, ma non si poteva mai sapere chi stava ascoltando in quel posto. Magari c'erano dei sith e non lo sapeva. Per fortuna il ragazzo non sembrò avvertire la menzogna, e la colse al balzo per parlare. Ancora.

    Ah, i viaggi spaziali. Non vedo l'ora di partire anche io. Il mio Blasto non vede l'ora di portarmi tra le stelle. Non appena avrò i soldi, ciao ciao Iego!


    Blasto?

    La mia astronave. Un Z-10 Seeker, un gioiellino. Certo, non come un YT-2400, ma sa comunque il fatto suo. Dove hai preso la tua?

    Una storia lunga. Ecco, è questa la taverna?

    Oh sì, eccoci arrivati. Vieni, entra.


    Il luogo non era molto grande, ma abbastanza ospitale. Non aveva u ngran numero di tavoli e le comodità erano ridotte, come per tutti i villaggi di frontiera, ma si vedeva che quì erano stati fatti tentativi per rendere il tutto più adatto a rendere il soggiorno piacevole per i clienti. Un Jukebox, luci ovunque ma senza che fossero pressanti, tavoli semplici ma eleganti, sedie pratiche e senza orpelli. Alle pareti erano appesi alcune foto del proprietario con i vari clienti, e quello stupì particolarmente il Padawan. Il padrone del locale era un Paaerduag, una razza rara e misteriosa, ma facilmente riconoscibile, perchè ernao due creature in una.
    Tuttavia c'era solo Nai al bancone in quel momento, e salutò calorosamente entrambi.


    Salve ragazzi, che vi porto?


    A me il solito.

    Io... non so, c'è qualcosa tipo una zuppa?

    Si, certo. Abbiamo uan zuppa di verdure e anche una di carne se vuoi.


    Quella di verdure va benissimo grazie. Quanto ti devo?

    Aaaah, no, no no no. Offro io.

    Ma...

    Niente ma! Capitano così pochi viaggiatori spaziali qui. E poi lavorare sulla tua nave sarà un piacere, lasciami contraccambiare.


    Apprezzando molto la gentilezza del ragazzo, il Mon Cal accettò di buon grado l'offerta. In breve arrivò il pasto, una calda zuppa di verdure con un pò di pane per dare sostanza. Johnny si era invece fatto portare una sorta di bistecca di carne. Cominciò a mangiarla voracemente. Nai sorrise nel vederlo.

    E' come guardare un aspirapolvere. Bè, io vado in pausa ragazzi. Ci vediamo più tardi. Buona pranzo.

    Grazie mille, Nai.

    Haffie! A fopo!

    Disse Johnny, con la bocca piena. La kiffar uscì dal locale con indosso la sua mantella nera. I due passarono i restanti minuti ognuno mangiando il proprio pasto, con Johnny che continuava a parlare del più e del meno, con la bocca piena.
    Fu in quel frangente che entrò qualcuno nella locanda. Maggoth si girò, e vide una strana figura ammantata.
    Come per nascondersi.
     
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    Il misterioso individuo si tolse il cappuccio e si rivelò essere un Duros. Aveva anche diverse rughe, più del normale per la sua razza quindi doveva avere una certa età. Si avvicinò al bancone ignorando tutto e tutti, e poggiò sulla superficie di metallo un contenitore per alimenti. Si sporse leggermente oltre il bancone e prese un altro contenitore simile.
    Maggoth vide che mentre quello che aveva lasciato era vuoto, questo era pieno di cibo.
    Johnny lo guardò brevemente, mandò giù un boccone e poi prese la parola.


    Ehilà, vecchio mio. Sempre il solito?

    Il duros si girò verso il giovane senza mutare espressione, neutra ma severa.

    Si. Mangio così da sempre, non vedo perchè dovrei cambiare.

    Davvero, non l'ho mai capito. Perchè mangi sempre le stesse cose? Hai problemi alimentari? Ti piace solo quello? Hai delle robe religiose che ti impediscono di mangiare altro?


    In tutta sincerità, non sono questioni che ho intenzione di discorrere con alcuno. Prosegui il tuo pranzo come se io non fossi passato ed io continuerò ad ignorarti. Come ogni giorno.


    In tutta risposta Johnny lo guardo fisso per qualche secondo, poi gli fece un inequivocabile gesto che nel Basic Galattico poteva essere inteso come "va per la tua strada e non tornare". Un gesto che il Padawan vedeva di rado. I Jedi non erano famosi per dilungarsi in linguaggi sconci.
    Il duros se ne andò, mentre Johnny bevve un pò di acqua prima di riprendere a parlare.


    Lascialo perdere, è solo un vecchio presuntuoso.


    Sicuramente un tipo singolare. Chi è?


    La Fine.


    La Fine? E di cosa?


    E chi lo sa! Lui si fa chiamare così, e se lo chiedi a me è un nome stupido. Quando era arrivato quì aveva cianciato per un pò di alcune sue scoperte riguardanti il clima di Iego ma soprattutto riguardo queste divinità in uan sua religione. Non ci ho mai capito molto, ma è comunque durato poco. Nessuno gli dava particolare retta, quindi ha smesso di parlarne. Anzi, non parla proprio se non strettamente necessario. Però torna comunque utile alla comunità. Si occupa della ricerca meteorologica e va in giro a sistemare e calibrare i vari sensori per il clima. Ecco perchè ha sempre il cibo pronto. Glielo regalano in cambio del servizio.

    Ah, ho capito ora. Bè, sarà anche scontroso ma non mi sembra così male, da come lo state descrivendo.

    Ancora a darmi del voi? Sono Johnny, non il Cancelliere! Su, non è difficile.


    Va bene, scusami. Forza dell'abitudine.

    Tranquillo, che problema c'è? Su, finiamo di mangiare che così almeno poi ci occupiamo della tua nave. Hai delle modifiche li sopra? No perchè io potrei-

    Johnny!

    Un bambino di poco più di 8 anni si findò all'interno del locale, con il fiatone.

    Johnny, è successo qualcosa al laboratorio! Dice Nai di andare subito da lei!

    Il meccanico non si girò neanche, semplicemente abbassò di colpo la testa rassegnato.


    Ma cavolo, è capace a stare 5 minuti senza farsi esplodere le chiappe? Arrivo.


    Con una rapidità tale da far impallidire un Sarlacc, il ragazzo mangiò il resto della bistecca in cinque rapidissime forchettate. Con la bocca piena e difficoltà d'ingoiare, si girò verso il Jedi.


    A fopo! Go ga hare!

    Vengo anche io, potrebbe servire una mano.


    Lui fece spallucce, come per dire di agire come preferiva, ed entrambi si precipitarono al laboratorio.
     
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    I due arrivarono in breve al laboratorio, passando per la parte del negozio. Infatti solo ora notava che era sempre passato per il retro, che conduceva al magazzino e alla parte superiore dove si trovava il laboratorio vero e proprio. La parte davanti invece era il Tech Shop.
    Appena arrivati infatti fu il negoziante, un umano sulla quarantina, ad accoglierli.


    Ah, eccovi finalmente. Quel pazzo ne ha combinata un'altra delle sue! Nai è già sopra.

    Il ragazzo si limitò ad annuire e salì, seguito dal Mon Cal.
    Il piano di sopra, per essere un laboratorio, era incredibilmente pulito e sistemato. Con un rapido colpo d'occhio riuscì ad individuarne la causa: altri robottini, simili a quelli visti all'esterno, continuavano a pulire. E a quanto sembrava avrebbero avuto un pò di lavoro in pù da fare.
    Al centro del laboratorio, vicino ad un grosso macchinario, si trovavano Nai ed un Elomin alquanto anziano, che parlottavano mentre guardavano alcuni detriti sparsi a terra. Si voltarono non appena i due entrarono.


    Dove diavolo eri finito? Perchè non eri al lavoro?

    Ero a pranzo, Doc.

    E non mi avvisi?

    L'ho fatto.

    Se lo vessi fatto me lo ricorderei, no?

    Mi hai anche risposto.

    Ah. Bè, non è importante. Piuttosto, dammi una mano a mettere a posto il generatore.

    Indicò i detriti a terra vicino il macchinario più grande.

    Generatore? Doc, che accidenti ha fatto?

    Il mio alternatore non funzionava a dovere, e volevo verificare se fosse un problema di corrente. Così ci ho collegato il generatore del villaggio.


    Sia Nai che Johnny lo squadrarono coem se avesse detto una follia.

    COSA?!

    No, basta, io me ne vado. Johnny, è il tuo capo, pensaci te. Io devo tornare al lavoro.


    La ragazza scese le scale e se ne andò, mentre il meccanico continuò a guardare basito lo scienziato.


    Qual'è il problema?

    Il problema è che così lascerai la città senza corrente!


    Il "Doc" agitò brevemente le mani, come per allontanare una mosca.


    Oh, suvvia. La rete dispone di batterie di emergenza per queste situazioni. Dureranno diversi giorni.

    Si, se non fossero per metà rotte! Dovevi ripararle la scorsa settimana ma non l'hai fatto. Kashiri, che diavolo!


    Guardandolo un pò confuso, lo scienziato si grattò il mento.

    Ah sì? Non me lo ricordavo. Bè, poco importa. Dai una sistemata quà e cercami dei riconvertitori di flusso, un alternatore di corrente e varie viti, bulloni e cavi. Ah, e se puoi trova un pannello per la finestra, si è rotta.


    Effettivamente, una delle finestre si era completamente frantumata e i vetri erano tutti riversi a terra.

    Cosa è successo?

    Mh? E lei sarebbe?

    Maggoth Onduil, sono naufragato qualche ora fa sul pianeta. Johnny mi da una mano con le riparazioni.


    Ho capito. Piacere, io sono Kashiri Lae. Per rispondere alla sua domanda, stavo testando la corrente quando la finestra si è stranamente frantumata. Un istante dopo c'è stato un forte lampo e il generatore è saltato. E' riparabile, ma avrò bisogno dei vari pezzi. Giusto Johnny?


    Il ragazzo stava ancora guardando i danni subiti dal generatore, quando si riscosse alle parole di Kashiri.


    Eh? Ah si, subito.

    Scese velocemente per prendere quanto chiesto, e l'elomin lo seguì di lì a poco.

    Kurham, chiedo scusa per il disordine, è tutto a posto.


    Tutto a posto? Sono saltate tutte le lampadine!

    Uno sbalzo improvviso di corrente, nulla di cui preoccuparsi. Ora sistemo tutto.


    I due continuarono a discutere ed il Padawan si diresse invece vicino alla finestra rotta. I vetri erano tutti all'interno, quindi qualunque cosa avesse spaccato la finestra era entrato da fuori. Non possedeva la psicometria e quindi non poteva vedere la "storia" degli oggetti, ma poteva dedurre varie cose.
    La prima era che la finestra era stata rotta da un oggetto che era entrato dentro il laboratorio.
    La seconda cosa era che un fulmine era entrato dalal finestra e aveva colpito il generatore.
    Si, un fulmine, e questo era chiaro perchè dalla finestra fino al generatore c'era una striscia di fuliggine nera, come se il pavimento fosse stato bruciato. Un percorso che solo un fulmine o comunque una potente scarica elettrica poteva creare. Ecco perchè il generatore era saltato. Ma l'oggetto che aveva distrutto la finestra?
    Si mise a cercare meticolosamente per tutta la stanza e soprattutto nei punti vicino alla finestra, ma niente. Solo i detriti del generatore, vetri, una piccola chiazza di acqua per terra e vari attrezzi. Certo, uno di quelli avrebbe potuto essere stato lanciato e aver spaccato i vetri, ma a quale scopo? Senza il vetro il fulmine è potuto entrare, ma come si può prevedere un fulmine? Si può anticipare un uragano, un tornado, una tempesta elettrica, ma un fulmine? E in più il cielo era sereno, solo qualche leggera nuvola. Ciò era strano.
    Mentre ragionava, vide arrivare una navetta che parcheggiò più lontano in città.
    Sembrava portare merci.
    E non solo.
     
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    Non potendo dedurre altro da dove si trovava e rendendosi comunque conto che serviva la zona libera a Johnny e Kashiri per riparare il generatore, il Padawan decise di esplorare il villaggio. Ne approfittò per andare a vedere quella navicella che era appena arrivata. Non sapeva da dove arrivasse ma era comunque un airspeeder, quindi non poteva andare oltre l'atmosfera.
    Dopo diversi minuti arrivò finalmente al porto. C'era una piccola folla tutta intorno che si dava da fare per prendere e spostare delle casse cariche di attrezzature e materiali vari, mentre altre ne venivano caricate sopra. Dava l'idea di essere abbastanza capiente, quindi doveva trattarsi di un mezzo per lo scambio di merci. Evidentemente fra i vari avamposti c'erano scambi commerciali.
    Tuttavia non vi erano solo spostamenti, ma anche un grande vociare intorno a due persone che discutevano fra di loro. Uno era un umano alquanto agitato, l'altra una zabrak decisamente indisposta e che si portava appresso un fucile alquanto cattivo.


    Come sarebbe a dire che non è pronta?!

    Senti Akhur, non ci possiamo fare niente, il cantiere è completamente bloccato, così come il resto del villaggio. Con quella tempesta in corso non possiamo rischiare di uscire. Io me la sono cavata perchè ero già lontano quando è scoppiata.

    Su Iego non ci sono tempeste! Diavolo, non c'è neanche il cazzo di sole!

    Senti, non so perchè, non so come ma so solo che c'è una dannata tempesta con tanto di fulmini propria sopra l'avamposto. Nessuno può uscire finchè non passa, e di certo i meccanici non si metteranno a sistemarti la nave. Anche io dovrò passare per altri avamposti prima di tornare là, in attesa che spiova.

    ...fanculo tutti, vado a bere. Spostati, calamaro.


    Senza neanche attendere che il Padawan si spostasse, Akhur lo spinse bruscamente di lato e proseguì, borbottando, verso la locanda. L'uomo si avvicinò a Maggoth.

    Scusala, amico. E' solo particolarmente frustrata. E' quì da diverso tempo e non vede l'ora di partire. Oggi dovevano terminare le riparazioni ma con quella tempesta è stato impossibile.


    Ma non c'era un sistema di controllo meteorologico? Non l'avete prevista?


    L'uomo fece spallucce, incerto su come rispondere.


    Non ne ho idea, ragazzo. Oggi segnala solo bel tempo quindi non so che dirti. Forse un malfunzionamento. La cosa più strana è che in anni che vivo quì non ho mai visto piovere, figuriamoci tempeste! Ora scusami ma devo sistemare il carico.


    A quel punto l'uomo tornò a dirigere le operazioni di carico, lasciando il Padawan ai suoi dubbi.
    Era effettivamente strano che il clima cambiasse così repentinamente e in maniera così grave su quel pianeta. Su pianeti così aridi le tempeste erano rare, molto rare. Eppure eccone una non segnalata dai macchinari.
    Immediatamente ricollegò l'avvenimento a ciò che era successo prima con il fulmine che aveva rovinato il generatore. Era tutto molto strano.
    Incerto sul da farsi, il Mon Cal ritornò al laboratorio, per vedere se poteva aiutare con le riparazioni.
     
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    Ancora assorto nei suoi pensieri, il giovane giunse al Tech Shop.
    Una volta entrato dentro gli si parò davanti Johnny, che stava portando alcuni scatoloni pieni di roba. Vide a malapena il Padawan.


    Oh, ciao Maggoth. Dov'eri finito?

    Salve Johnny. Nulla, ero solo andato a vedere la navicella che era appena arrivata.

    Ah, quella dei rifornimenti. Che dice il vecchio camionista?

    Sembrerebbe che il suo avamposto sia stato colpito da una tempesta.

    Il ragazzo, che stava portando gli scatoloni su per le scale, si fermò di colpo, girandosi verso il suo interlocutore.

    Una cosa?!

    Una tempesta. Anche lui dice che in anni non ne ha mai visto una, ma adesso sta proprio sopra di loro e non riescono ad uscire in tranquillità. Neanche il sistema meteorologico l'ha prevista.

    Wow. Non ho mai visto una tempesta prima d'ora. Dev'essere qualcosa di spettacolare.

    Non se ti ci trovi in mezzo, credimi.

    Una voce giunse dal piano di sopra, dove si trovava il laboratorio.

    Ti dispiacerebbe fare più in fretta lì sotto? Dobbiamo lavorare!

    Il ragazzo sbuffò salendo le scale, ma poco prima dell'ultimo scalino traballò leggermente e, in poco meno di un secondo scivolò.
    Gli scatoloni volarono a terra, rotolando prima sulle scale e vomitando a terra il loro contenuto.
    Il rumore era inconfondibile, e nefasto.
    In opposizione al destino del materiale, il meccanico riuscì ad appoggiarsi ad una parete e a non farsi male, ma il suo sguardo era inequivocabile. Guardò prima le scatole, poi il laboratorio, poi le scatole. Il suo volto divenne una maschera funebre.


    Oh, cazzo.

    Poi una sensazione di gelo pervase il corpo di entrambi. Johnny non capiva perchè, ma il Padawan vedeva chiaramente il motivo.
    Come un gargoyle arcigno e desideroso di vendetta, Kashiri si trovava ora in cima alle scale.
    Fissava gli oggetti a terra con sguardo gelido.
    Johnny cercò immediatamente di parlare, ma tirò fuori solo un mezzo balbettio. L'elomin lo fermò immediatamente alzando la mano.


    Tutti quei componenti che ora si trovano sul pavimento, ognuno di essi, è importante. Tu li hai rotti, ma fin quì posso capire. Gli incidenti capitano a chiunque. Ma tu hai rotto anche l'alternatore del flusso di antimateria. E quel pezzo era unico. Avevo solo quello. E senza di quello non posso riparare il generatore. Il che significa che stanotte la città sarà al buio.
    L'unico modo per avere quel pezzo sarà andare nell'avamposto vicino e sperare che ce l'abbiano. Ma Phrin è ripartito ormai, quindi dovrò andare con lo speeder. Ci vorrà tempo, e mi stancherò. E sporco.


    Disse l'ultima parola con disgusto.

    I-io...

    No. Lascia stare, va bene così. Mi sono dimenticato io di riparare le batterie. Nessuno è innocente.

    Fece un profondo respiro, poi scese le scale con calma.

    Pulisci tutto e poi avverti gli abitanti di prepararsi per la serata.

    Detto ciò lo scienziato uscì, come se nulla fosse successo.
    Johnny, rimasto immobile tutto il tempo, guardò sconsolato il materiale per terra. Era ovvio che si sentisse in colpa. Capendo di non essere più solo uno spettatore del disastro, il Mon Cal fece un paio di passi in avanti verso l'amico.


    Dai tranquillo, ti aiuto io. Risolveremo la situazione.

    ... che sfiga però.
     
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    Dopo aver sistemato, passarono il resto della serata ad avvertire la popolazione di ridurre al minimo il consumo elettrico. Venne avvertita la guardia cittadina, e sapendo che Kashiri, per quanto bizzarro, non parlava invano, diedero pieno appoggio alla situazione. Vennero decise della ronde per la notte e mosso un coprifuoco per evitare pericoli. Non c'erano grandi rischi dovuti ai predatori su quel pianeta, ma la sicurezza richiedeva la massima cautela.
    Sixby aveva annunciato via comlink al Padawan che la nave era finalmente arrivata alle coordinate stabilite, ma non poteva proseguire a causa del terreno inadatto al passaggio di una nave così grande. E, dato il coprifuoco, Johnny non poteva uscire per cercare di sistemarla. Avrebbero dovuto aspettare il giorno seguente.
    E così il Mon Cal si ritrovò nella locanda ad attendere per la notte. Senza il ragazzo. Preoccupato per l'elomin, aveva deciso di rimanere al Tech Shop, in contatto radio con Kashiri. Non avrebbe ricevuto molte risposte, perchè lo scienziato non era un chiacchierone, ma desiderava rimanergli in qualche modo vicino.
    Sorridendo, Maggoth non potè fare a meno di pensare che Johnny era effettivamente un bravo ragazzo. Chiacchierone ma molto gentile.
    Comunque, era momentaneamente rimasto da solo in locanda. Nai era andata via da un bel pò, il padrone del locale era nel retrobottega e l'unica presente era Akhur, la strana donna che aveva visto prima alla zona di atterraggio. Era diverso tempo che mandava giù, uno dopo l'altro, un intero servizio di bicchieri. Tutti quanti rigorosamente riempiti di alcol. Nello specifico, era del Mus. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse, ma lei lo beveva come se fosse del sangue che aveva perso.
    Il bere era una abitudine che Maggoth non condivideva minimamente. Accettava il drink ogni tanto, ma una tale dedizione a quel veleno era solamente portatrice di sventura.
    E così se ne stava da solo, a leggere un pò di documenti vari riguardo Ossus, quando improvvisamente dalla porta entrò una figura che Maggoth aveva visto solo una volta, e diverse ore prima. La zabrak si voltò, sogghignando leggermente. Alzò il bicchiere verso il cielo, come per un brindisi. Fece anche cadere un pò di quel liquore rossiccio, ma non vi fece caso.


    Ma guarda un pò! Forza gente, tutti quanti! Un brindisi alla Fine!

    Il Duros non parve particolarmente apprezzare quel gesto, ma neanche disprezzarlo. Semplicemente ignorò il tutto e si diresse verso il bancone, ma non prima di fermarsi a guardare il Jedi. La sua faccia, fatto incredibile, prese una espressione. Un'espressione di leggera sorpresa. Il Padawan era leggermente incerto sul come agire a quello sguardo, quindi si limitò a guardarlo brevemente e a fare un rapido cenno con il capo.

    Salve.

    ...Salve. Non l'ho mai vista prima.

    Sono arrivato solo oggi. La mia nave ha avuto un problema e devono ripararla.

    Ah, capisco. Io... le auguro una buona serata.

    Anche a lei.

    A quel punto, l'uomo si allontanò fino ad andare a sedersi accanto ad Akhur. Si prese la bottiglia di alcolico e se ne versò un bicchiere. La zabrak non sembrò lamentarsi della cosa anzi, rise ancora di più. Entrambi alzarono i rispettivi bicchieri e fecero cin-cin, per poi bere.
    c'era qualcosa in quella scena che sembrò fortemente surreale a Maggoth, ma non riusciva a spiegarsi perchè. Spense il pc e si alzò. C'era qualcosa che lo aveva colpito, ma non nella scena idilliaca fra i due bevitori. Nell'aria. Era qualcosa di sottile, che lo invitava ad uscire. Ormai si era addestrato abbastanza per rendersi conto che era una delle "sensazioni" tipiche della Forza. Era richiesto fuori, quindi aprì la porta ed uscì fuori.
    Guardando il cielo, si rese conto che effettivamente qualcosa non andava per nulla bene. Proprio no.
     
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    Il cielo era completamente ricoperto di nuvole. Nuvole nere e cariche di acqua. Erano talmente scure da ricoprire completamente il cielo e non lasciar passare la luce. Solo in quel momento il ragazzo fece caso a quell'evento atmosferico. Senza un sole la luce su Iego era sempre allo stesso livello, fornita dalla nebulosa. Ma ora era notte. L'uniche tracce di luce erano dei lampi che di tanto in tanto squarciavano il velo d'oscurità come l'artiglio di un Nexu.
    Quei fulmini erano strani poi. Il loro colore aveva una luce violacea all'impatto ocn il terreno, e stavano aumentando d'intensità e frequenza.
    Improvvisamente un fortissimo lampo di luce investì la zona dietro al Mon Cal, seguito da un tuono davvero potente, quasi spaccatimpani.
    Si voltò rapidamente e vide che dietro di lui c'era un cratere nel terreno. Un cratere dal raggio di circa due metri, e tutto intorno detriti. Il Padawan, istintivamente, accese la spada laser. Non sapeva come poteva sperare di proteggersi in quel modo, ma gli dava sicurezza. Altri fulmini cominciarono a cadere come pioggia, e cominciarono a colpire gli edifici, le case, le strutture.
    Nell'orrore più totale, il Padawan vide intere case saltare in aria dopo essere state colpite dai fulmini. Gli abitanti scappavano da ogni parte nel panico più totale, e scene indescrivibili si pararono di fronte agli occhi di Maggoth. Era un massacro, ed il giovane non sapeva neanche cosa fare. Corse immediatamente verso l'interno della locanda quando il tempo sembrò rallentare. Miliardi di piccole scariche, fra le nuvole, si unirono in un unico, enorme fulmine, che si diresse proprio verso dove si trovava la locanda.
    Nonostante la scena stesse procedendo un millisecondo alla volta, il tutto era molto chiaro agli occhi del ragazzo. Era tutto nitido e limpido come l'acqua cristallina di Dac, eppure non poteva fare nulla. Non riusciv a muoversi abbastanza velocemente. L'istinto fu l'unica cosa che ebbe il tempo di reagire. Inconsciamente richiamò la Forza a sè per proteggersi.
    Poi, una luce bianca e viola invase interamente la sua visuale.
    Infine, tutto divenne nero.

    ...

    Buio. Ovunque solo oscurità. Dov'era? Cos'era successo?
    Non sentiva nulla, né il suo corpo né l'ambiente intorno.
    Improvvisamente giunse qualcosa.


    GAAAAH!

    Dolore. Tanto dolore. Fianco destro, all'altezza della terza e quarta costola. Se non altro la sua testa ancora funzionava. Non era proprio quello che sperava, ma era una sensazione che gli confermava di essere vivo.
    Quasi in contemporanea un fischio penetrante invase il suo udito. Era costante, e molto fastidioso. Sapeva cos'era. Quando si avvertiva un rumore particolarmente forte che assordava, quel fischio stava a significare la morte di alcuni recettori uditivi che gridavano il loro canto funebre. Sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe sentito quel particolare suono.
    Doveva quindi aver sentito un forte rumore. Cominciò a provare a muoversi, ma sentiva ora un pò di dolori ovunque. Cercò allora di aprire gli occhi.
    Fu un lavoro difficoltoso, perchè anche questi non sembravano intenzionati a muoversi, ma alla fine ci riuscì.
    L'immagine, inizialmente sfocata, si rivelò infine per quel che era, più o meno definita.
    Vedeva il ponte della sua nave, quindi pareti di metallo e simili un pò ovunque. Cavi. Davanti a sè anche un viso strano, robotico. Il droide pilota. Sembrava dire qualcosa, ma non poteva sentirlo, il fischio era persistente. Riusciva a vedere anche fuori dal finestrino, ma vedeva solo un cielo semioscurato e pieno di puntini. Vista oscurata probabilmente. Non poteva essere sulla sua nave. Dovevano essere le macerie della locanda.
    Richiuse gli occhi e cercò, per quanto possibile, di concentrarsi. Espanse le sue percezioni intorno a sè ma soprattutto sul proprio corpo. Attraverso la Forza percepì la ferita sul fianco, e non notò altri problemi gravi. Si sarebbe concentrato su di quella.
    Era un taglio che sanguinava copiosamente, accompagnata da una costola incrinata. Si sarebbe concentrato prima su ltaglio, e dopo sulla costola. Stringendo i denti e mantenendo al massimo la concentrazione, indirizzò la Forza verso quelle ferite.[GUARIGIONE]
    Lentamente, il sangue smise di fuoriuscire così copiosamente e i vari lembi di pelle si riunirono, fondendosi. Fu un processo non particolarmente doloroso, perchè la rigenerazione del Lato Chiaro difficilmente lo era. Però fu sfibrante per le sue condizioni, quindi si fermò non appena terminato, per riprendere fiato.
    Passati alcuni minuti, riprese, questa volta riparando l'incrinatura della costola e, già che c'era, riparò alcuni danni minori sparsi per il corpo.
    Dopo quel lavoro di alcuni minuti si sentiva davvero meglio. Stanco, ma stava bene.
    Con lentezza prudente e calcolata il Padawan si alzò. Non avvertiva più dolori, ma era indolenzito. Ci voleva del tempo per riprendersi a dovere.
    Ora poteva vedere più chiaramente intorno a sé, e vide cosa sembrava essere successo.
    Si trovava effettivamente sulla sua nave, la Shiny. Sixby, sempre vicino a lui, sembrava cercare di comunicare qualcosa.
    Il fischio sparì, e finalmente potè udire la voce del droide.


    Padawan Onduil, è ferito? Richiede assistenza?

    Io... no Sixby, sto bene. Cosa è successo? Mi hai portato tu sulla nave?

    Non capisco la domanda, signore.

    La tempesta di fulmini, al villaggio. Ero stato colpito ed ero svenuto. Mi hai portato tu quì?

    Non capisco di quale tempesta o villaggio lei parli, signore. Forse intende l'anomalia che ha causato l'incidente?

    L'anom... Sixby, i tuoi sistemi sono a posto? Fai una diagnostica dei tuoi sistemi. Maledizione, l'incidente era successo ieri mattina.

    Diagnostica completata signore. Nessun danno ai sistemi interni o esterni. Sono completamente operativo.

    Non ha senso.

    Il Padawan si alzò in piedi, per guardare fuori dalla vetrata della sezione pilota. Vedeva lo stesso paesaggio del mattino prima. Per diversi secondi lo stupore non lasciò spazio ad alcun pensiero, fino a che la mente razionale del giovane non ebbe la meglio. Si voltò immediatamente verso Sixby, con uno sguardo quasi folle negli occhi.

    Che ore sono?!

    Le 10.37 signore.

    Le dieci e trent... Per la Forza, cosa diavolo è successo?

    Le 10.37, ovvero pochi minuti dopo l'impatto su Iego del giorno prima. Era impossibile, ma lui lo sapeva.
    Era lo stesso giorno.


    Edited by Maggoth - 14/12/2015, 19:09
     
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    Tutto quanto quello che stava accadendo non aveva senso. Secondo il computer, Sixby e anche i suoi sensi, il giorno era lo stesso. E su questo non c'era errore. Eppure ogni senso logico e scientifico combatteva quell'idea. Ciò significava essere finito indietro nel tempo. In che modo questo poteva essere possibile non ne aveva idea, eppure tutto portava solo a quella conclusione.
    Se ne stava lì ad arrovellarsi quando qualcosa bussò al portellone della Shiny. Il Mon Cal si risvegliò dal suo torpore.


    No...non è possibile...

    Titubante, aprì il portellone.
    Davanti a sè vide una ragazza. Aveva un paio di occhiali da guida, capelli neri euna mantella con cappuccio. Salutò con un cenno del capo.


    Salve, straniero. Hai bucato?

    Disse, con tono scherzoso. Il Padawan rimase immobile come uno stoccafisso, e fece per articolare delle parole quando lei lo fermò. Si tolse il cappuccio e gli occhialetti.

    Scusami, non sentivo, dicevi?

    Io...

    Fece per chiedergli se si ricordasse qualcosa di quello che era successo, se non fosse solamente lui impazzito. Dopotutto non poteva essere pazzo no? Lui sapeva che lei si chiamava Nai e che lavorava lì vicino. Sapeva di Johnny e di tutti gli altri. Sapeva di lui. Parlargliene sarebbe stato logico.
    Eppure, qualcosa gli disse di lasciar stare. Lei non si ricordava nulla, altrimenti non sarebbe stata così tranquilla, ma soprattutto non avrebbe ripetuto le stesse identiche parole della prima volta. Doveva capire cosa stesse succedendo, e perchè lui non era stato affetto da quello strano evento. Forse qualcun altro era nelle sue stesse condizioni. Il suo addestraento Jedi gli impose di mantenere la calma e decidere razionalmente.


    Io... sono Maggoth Onduil. La mia astronave ha problemi ai motori e... mi servirebbero delle riparazioni.

    Si, certo. al nostro villaggio c'è un Tech Shop, il vecchio Kashiri dovrebbe avere i pezzi che ti servono. Hai un mezzo per muoverti o ti serve uno strappo?

    Si, avrei proprio bisogno di un aiuto, grazie mille.
     
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    Da quel momento in poi, Maggoth rivisse la giornata precisamente come era stata il giorno prima, e tutti, nessuno escluso, avevano reagito allo stesso modo e avevano usato le stesse identiche parole. Erano accadute le stesse identiche cose, nelle medesime modalità. Kashiri aveva avuto l'incidente con il generatore, Johnny era cascato e, soprattutto, la tempesta era arrivata. Aveva atteso quel momento con timore, sapendo di non avere idea di come fare per fermarlo. Se solo avesse avuto il potere di Maestro Heleghion, la sua capacità di controllare il clima, forse avrebbe potuto evitare tutto ciò. Ma non poteva, non aveva quel potere.
    Una voce, molto dentro di sé ed inconscia, gli diceva di lasciarsi andare alle passioni e alla paura di fallire, ed usare tali emozioni per alimentare il suo potere e proteggere il villaggio.
    Ma lui sapeva. Sapeva che quell'idea era pazza e malsana come l'ucciderli lui stesso. PErchè se lo avesse fatto avrebbe ceduto alla tentatazione del Lato OScuro, e lui non era così presuntuoso da credere che avrebbe potuto resistere al suo potere. Dalen ci riusciva, ma la sua personalità era diversa. Il Maestro Niktar, di cui aveva sentito parlare, a volte correva sul bordo del Lato OScuro attraverso il Vaapad, ma era sempre riuscito a sfruttarlo per il bene, senza mai cedervi. Lui... non poteva averne la certezza.
    E così non fece nulla di diverso rispetto a prima. Solamente, osservò nella maniera più attenta possibile ciò che stava accadendo. Perchè se il ciclo temporale fosse nuovamente ripartito, lui poteva essere l'unica speranza per Iego di uscirne fuori. Doveva esserci qualcosa che scatenava il tutto, e lui l'avrebbe scoperta.
    Il resto fu qualcosa che il Padawan avrebbe preferito dimenticare. Di nuovo, tutta la devastazione, di nuovo, tutti i morti. I fulmini ovunque e le esplosioni di energia. Infine, il fulmine madre di tutta quella tempesta, il fulmine sopra la locanda. Di nuovo, un lampo di luce bianco. Di nuovo, l'oscurità.
    Di nuovo, il dolore.


    GAAAAH!

    Quello di certo non stava cambiando. Era la prima parte del giorno, e se avesse avuto modo di cambiares solo una parte di quella giornata,sarebbe stata quella.
    Tuttavia, il semplice fatto che si stava ricordando di quel dolore, significava anche che si ricordava di tutto il resto. Compreso il termine della giornata. Aveva mentito.
    Quella era la parte che avrebbe evitato ad ogni costo.
    In ogni caso, in quel giorno si era reso conto di una cosa. Alla fine del giorno il ciclo terminava con un fulmine, o per meglio dire IL fulmine. Colpiva la locanda e lui sveniva. Si risvegliava poi dentro la Shiny, come la prima volta, ma con i ricordi di quanto era accaduto il giorno prima. Non sapeva perchè, ma lui era l'unico.
    Un'altra cosa di cui era certo era che la Forza non sembrava essere parte fondamentale dell'evento. Era sempre presente, ma nell'insediamento non vi era nessun Force-Sensitive oltre a lui. Aveva anche pensato ad un fenomeno unico della Forza, ma non avvertiva disturbi o altri tipi di influenze da parte di essa. Solamente nel suo ricordare ciò che accadeva lo avvertiva, ma era qualcosa legato al Lato chiaro, quindi per quanto lo riguardava poteva solamente essere qualcosa di buono.
    Se non era la Forza, allora doveva essere la scienza. Tuttavia lui non sapeva granchè di questo tipo di eventi spaziotemporali.
    Ma forse conosceva qualcuno che lo sapeva.


    ...

    Mh? Salve giovanotto. Se non mi sbaglio ti ho già visto da qualche parte. Serve qualcosa?
     
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    Ci volle un pò per convincere Kashiri della veridicità delle parole di Maggoth. Lo scienziato inizialmente non sembrava credergli, e ne aveva tutte le ragioni. Non lo avea mai visto prima e la sua storia gli sembrava molto fantasiosa, anche se non ne poteva negare le possibilità fisiche.
    Tuttavia, anche la mente più razionale del mondo era costretta a cedere quando vengono fornite prove inconfutabili della verità.
    Nel suo caso, il Padawan aveva avuto bisogno di un giorno intero dedicato esclusivamente a convincerlo a rivelargli qualcosa che solo lui sapeva, un qualcosa che gli avrebbe permesso di intuire al volo che il Mon Cal dicesse la verità.


    Senti, se ti dico questa cosa ti leverai di torno?! E' tutto il dannato giorno che mi tartassi senza tregua, come se il generatore rotto non bastasse.

    Glielo prometto.


    Il vecchio sbuffò, profondamente alterato.

    Bene! Non sono mai andato a scuola.

    Il Mon Cal rimase basito da quella rivelazione. Ma come, una persona sapiente come lui non aveva mai ricevuto un'istruzione scolastica?

    Ma... e allora come...

    Autodidatta. Trovavo affascinante la scienza e vi passavo le ore. Mi sono fatto insegnare solamente come leggere, scrivere e far di conto. Il resto ho fatto tutto da solo. Soddisfatto? Adesso vattene!


    Il Padawan si alzò in fretta e ringraziò con un profondo inchino. Senza saperlo il vecchio gli aveva dato un modo per proseguire nella sua ricerca.

    La ringrazio infinitamente, Dottor Kashiri.

    Dottor Lare per te. E ora via!


    Senza farselo ripetere, se ne andò immediatamente. Adesso finalmente poteva proseguire. Si trattava solo di attendere la fine della giornata. Cercò di convincersi che fose qualcosa di facile, dopotutto si trattava solo di aspettare.
    E vedere tutte quelle persone morire. L'odore della carne bruciata e le urla strazianti. Facile. Come no.

    ....

    Il giorno dopo Kashiri non potè fare a meno di constatare che quello strano ragazzo non stava mentendo. Era basito, scioccato, eppure non poteva che accettare la cosa.


    ..E quindi il tempo è rinchiuso in questo loop che dura un giorno e termina con la distruzione del villaggio.

    ...Si.


    L'anziano elomin si sedette su una sedia, sconfortato. La rivelazione lo aveva visibilmente sconvolto.

    Santi numi... perchè succede tutto questo?

    Non lo so, ma sono quì per scoprirlo. Io per qualche motivo riesco a resistere in parte a questi effetti, e sono l'unico a ricordarsi cosa è successo. Sono molto pratico di scienza ed affini, ma questo tipo di conoscenza va oltre i miei limiti. Ma forse non oltre i suoi.

    ...D'accordo. Spiegami fino all'ultimo dettaglio cosa succederà e io cercherò di trovargli una spiegazione. Non posso permettere che accada qualcosa del genere.


    E così cominciò la dettagliata spiegazione della serie di eventi, più o meno importanti, che alla fine di quel terribile giorno culminano nel fulmine della locanda.
    L'uomo scrisse diverse cose, e ogni tanto commentava o faceva qualche breve domanda, per chiarirsi le idee.
    La riunione venne brevemente interrotta dall'incidente del generatore, ma Kashiri fu molto sbrigativo sulla questione con Johnny e gli altri. Era tutto sotto controllo.
    Ovviamente non era così, ma in quel momento avevano cose più importanti di cui discutere. Al Jedi dispiacque un pò di dover mandare via così malamente il ragazzo e gli altri, ma era necessario.
    Il tutto proseguì per alcune ore, nelle quali ormai il il racconto era stato ampliamente completato e l'argomento era passato alle eventuali cause.


    Allora, ragioniamo attentamente. Una fluttuazione spaziotemporale ti ha portato quaggiù, sul pianeta. Io so che quella è dovuta al mio apparecchio, che ieri ho attivato. Mi sono reso conto dell'errore e volevo risolverlo oggi, ma è evidente che tutti i danni provocati dalla tempesta me lo impediranno.
    Tu inoltre parli di una tempesta nell'avamposto vicino e, successivamente, una tremenda tempesta di fulmini quì. Ma tu non parli di fulmini normali, bensì fulmini viola. Il colore può essere spiegato dall'alto livello di ozono dell'atmosfera, ma in ogni caso servirebbe una potenza elettrica incredibile per causare una tale distruzione. Normalmente i fulmini più potente possono sciogliere cavi e a volte sottili paratie di metallo, ma distruggere il terreno? No, quello non è possibile. Non naturalmente.


    E cosa allora? Un'arma?

    No, le armi avrebbero unicamente causato i fulmini. Qui invece parliamo di uan serie di eventi naturali che culminano nella tempesta elettrica più potente mai creata. Una tempesta che, apparentemente, causa tale loop temporale. E' alquanto singolare. Nno riesco tutavia a trovare uan spiegazione plausibile. Alti livelli di energia, secondo alcune teorie, possono causare viaggi nel tempo. Lo stesso vale per l'iperspazio. Eppure servirebbe una potenza energetica impressionante. Il raggio della Morte Nera al confronto era una fionda. Non ho idea di come ciò si riesca a sviluppare.

    Senta, io ho un'altro dubbio. Queste due tempeste sono un evento non solo singolare ed unico per Iego, ma per la galassia stessa. Com'è possibile che il vostro sistema climatico non l'abbia rilevato?

    Mh? Sistema climatico? Aaah, vero. Me l'ero scordata. Bè, si. In teoria avrebbe dovuto prevederla, perlomeno con qualche ora di anticipo, se non giorni. Per quanto riguarda quello dovresti parlarne con il duros... come si chiama....

    La Fine?

    Si, lui. Ha creato lui quel sistema e si occupa lui di tenerlo aggiornato. Ti conviene parlare con lui.

    Si, mi sembra ragionevole. Sempre se lo prendo. So dove si trova solo due volte, ovvero a pranzo che compare brevemente in locanda e poco prima del disastro, sempre nella locanda.

    Prova a chiedere a... uuhh, come si chiama, quella che gira sempre con quel fucile...

    Akhur, la mercenaria?

    Si, esatto. E' un'ottima cacciatrice, è brava a seguire la gente. Potrebbe aiutarti. Nel frattempo chercherò di raccoglere quanti più dati possibile prima della tempesta, e te li manderò sul tuo pc da polso. Studiateli bene in modo da potermi dare nuove informazioni domani, se necessario. Ora meglio che tu vada, il tempo ci è tiranno.

    Non penso, Kashiri. Per quanto assurdo... il tempo è l'unica cosa che ho in questo momento.
     
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    Akhur fu un osso ancora più duro da convincere rispetto a Kashiri. Laddove lo scienziato aveva la ragione, la logica e la conoscenza a convincerlo della veridicità delle parole del Mon Cal, la zabrak aveva solamente testardaggine e completa mancanza di fiducia nei confronti del Padawan. Passò due intere giornate senza cavare un ragno dal buco.
    Alla fine, la soluzione giunse più facile di quanto si aspettasse, una soluzione così ovvia che lui non l'aveva neanche considerata.
    Akhur era una mercenaria. Cosa devi far per compiere qualcosa ad un mercenario? Lo paghi.

    E così, sotto la promessa di un pagamento in crediti Akhur fu molto lieta di portare Maggoth dove voleva.
    Era pomeriggio ed entrambi, a bordo di uno speeder, si muovevano velocemente per le terre desolate di Iego. Dopo poco più di un'ora di viaggio giunsero a destinazione. Non dovettero neanche mettersi a cercare le tracce perchè, come rivelò la zabrak, lei già sapeva dove si trovava la Fine. Semplicemente non faceva nulla senza essere pagata.
    Un comportamento meschino e senza alcuna morale, ma ciò doveva bastare al Padawan. Non poteva scegliersi gli alleati in quel momento.
    Scaricò allegramente il ragazzo laggiù e se ne andò. Lei sapeva bene che il duros aveva un proprio mezzo di trasporto. Sarebbe stato lui a portarlo indietro.
    E così partì, lasciando il giovane a poca distanza dal punto dove, apparentemente, la Fine era accampato.
    Una dolce melodia, triste e malinconica, risuonò nell'ambiente. Il suono di un flauto.
    Non aveva portato con sè i tappi, perchè non ne aveva di scorta e Akhur non aveva intenzione di separarsi dai suoi, quindi lo usì chiaramente.
    Sapeva che il suono prodotto dai demoni era vocale e molto, molto più bello di così. Quindi non si fece problemi ad avanzare, tuttavia mise mano alla spada. Tranquillo, certo, ma anche prudente.
    Vide in lontananza l'uomo che cercava che stava seduto su di una roccia a suonare questo flauto. Si muoveva poco, solo il necessario a proseguire nel diffondere nell'aria la sua musica come fosse un gas, sempre portato ad espandersi all'infinito.
    Come Maggoth fu a pochi metri da lui interruppe la performance, ma senza agitazione. non si voltò neanche.


    Salve, straniero. Posso sapere il motivo della sua visita fin quì.

    Chiedo scusa per il disturbo, ma ho bisogno di sapere perchè le centraline climatiche non funzionano.

    Cosa intende dire? Non ci sono guasti. Funzionano come sempre.

    Devo dissentire. Non hanno previsto la tempesta che sta imperversando quì vicino, e soprattutto non prevederà quella che stasera distruggerà il suo villaggio.

    Dopo quella frase ci furono diversi secondi di silenzio. Il Duros si girò lentamente per osservare il Padawan, ma i suoi occhi erano diversi. Non rossi, come tipico per la sua razza, ma viola.

    Cos..?

    Quindi sei tu. Tu stavi interferendo con il ciclo. Lo immaginavo.

    Come sa del loop?

    Io ho creato il ciclo temporale, piccola creatura.


    Mentre parlava una sensazione di disperazione ed ineluttabilità colpì Maggoth. Sentiva le sue forze che andavano scemando mentre, tutto intorno a la Fine, un'aura oscura prendeva forma.

    Io sono la Fine.
     
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    Il Mon Cal si trovava a terra, vivo e cosciente, ma molto debole. Tutto intorno a lui un velo di oscurità avvolgeva lui e la Fine, lasciando solamente un grande varco di luce verso il cielo. Cielo dove ora, piano piano, si stavano addensando delle nubi.

    Ed eccoci quì, Jedi. Io e te. Ci conosciamo da poco meno di qualche giorno, eppure mi sembra di averti affrontato da intere vite.

    La voce del duros era diventata completamente diversa, Prima era un pò rasposa e dura, ma nulla di troppo insolito. Ora invece sembrava risultare direttamente dagli abissi più oscuri dell'oltretomba. era qualcosa d'inquietante che faceva rabbrividire nell'anima.
    Tuttavia, nonostante la fatica Maggoth si rese conto di poter parlare normalmente.


    Perchè fai questo? Chi sei?

    Te l'ho detto. Sono la Fine. Sono l'incarnazione della fine dell'universo. Alcuni mortali mi chiamano Morte, altri il Distruttore. Nel tuo caso, il modo migliore per descrivermi è quello di Entropia.

    T-tu...tu saresti l'Entropia?

    Piacere di conoscerti, Maggoth Onduil. Vorrei che il nostro incontro fosse avvenuto in circostanze più favorevoli.


    Fece un inchino, quasi incurante della situazione.

    Non capisco... perchè accade tutto questo?

    Comprendo perfettamente la tua difficoltà nel capire cosa accade. Cercherò di essere chiaro. Ma prima lasci che io ti ringrazi. non so più quanto tempo è passato da quando ho dato inizio a questo loop, e ormai non sopportavo più il ripetersi infinito di tutti queli eventi. Grazie a te ho avuto un leggero diversivo, anche se per poco. In ogni caso, partiamo dall'inizio.
    Io, la Fine, sono ciò che, al termine di tutto, porterà l'universo alla sua naturale fine. Il deterioramente è costante tutta la materia, prima o poi, andra perduta. Questo è un fatto. Io rappresento tale fenomeno. L'entropia. Tuttavia, nel corso degli eoni, la mia forza andava aumentando. Più mi avvicino al mi odestino ultimo, più potente sono. Tuttavia, per non so quale oscuro motivo, necessito di un corpo mortale. Non chiedermi perchè, non ne ho idea. So solo che mi serve e che dimostri sensibilità alla Forza. Il corpo che ho scelto è stato questo, un Duros. Il suo nome ormai è andato perduto, come anche i suoi ricordi. In realtà, non ha mai avuto dei ricordi. Non credo.


    Sembri..insicuro.

    Si. Anche se virtualmente onnipotente, non sono onnisciente. La mia conoscenza è limitata dal mio corpo, e soprattutto, c'è altro. La coscienza di questo corpo mi ha impostodi fare uan scelta drastica. Lui...anzi, io... non desidero la distruzione. Di nulla. Rifiuto questo destino che mi è stato affidato da un universo malvagio e senza scrupoli. Un universo così desideroso di lavarsi le mani da costringere qualcos'altro a sporcarsele al posto suo. E' inaccettabile per me. Ecco il perchè del ciclo. Vedi, uno dei lati negativi del'avere un corpo è che finchè vive l'entropia avviene solamente nelle vicinanze relative di questo corpo. Quindi, pensai di rimanere nel vuoto cosmico. Li non avrei potuto nuocere a nessuno. Tuttavia, la mia influenza è andata aumentando. Prima cominciai a rendere peggiore la vita in spazi larghi come una città, poi come un pianeta e ora interi sistemi. Non riesco ad impedirlo. Se non con il ciclo.
    Dentro questo fenomeno, il mio raggio d'azione rimane limitato a quello di questo giorno. Esternamente il tempo passa, ma l'entropia non prosegue, perchè io sono bloccato quì dentro. E così deve essere. L'unico problema è che per attivare il ciclo.... io devo morire. Ecco perchè quel fulmine nella locanda. Devo morire, e solo a quel punto tutto ricomincia.


    Il giovane cercò, invano, di strisciare verso la Fine.

    Perchè? Com'è possibile?

    Non ne sono sicuro... penso sia un tentativo da parte dell'universo di fermarmi. Provai il suicidio molto tempo fa, ed il giorno semplicemente si ripetè, come se nulla fosse successo. Incerto, non rifeci il tentativo, ed il ciclo non proseguì. Ma ora so. So che posso impedire la Fine di tutto. Perchè io sono la Fine, e finchè muoio io, nessun altro lo farà. Ora alzati, stai per assistere nuovamente alla mia Fine.


    La stanchezza svanì dal corpo del Padawan, che ora poteva nuovamente alzarsi in piedi. Si sentiva ancora sfinito, ma non così tanto da dover rimanere a terra come un verme. Si avvicinò al Duros, o qualunque cosa fosse.

    Ora, dimmi. Hai delle domande?

    Si. Perchè il generatore di Kashiri?

    Aah, si. Kashiri. Una persona davvero brillante. Il suo macchinario è un problema. Poteva annullare la tempesta da me creata senza neanche rendersene conto. Non volevo ucciderlo all'inizio del suo ultimo giorno di vita, così mi sono limitato a distruggerne la creazione. Un bel pezzo di grandine contro il vetro, ed un fulmine contro la batteria.

    Ecco perchè l'acqua sul pavimento. Non c'era più nessuan traccia dell'oggetto che aveva distrutto i lvetro, quindi era impossibile capire chi fosse stato.

    Nei miei eoni ho imparato i miei trucchetti. Con il generatore fuori gioco il povero Kashiri rimane troppo occupato a riparare il generatore per impegnarsi con il macchinario.

    E per questo Johnny cade con i pezzi di ricambio? Per guadagnare tempo?

    No, con quello non c'entro nulla. E' maldestro per conto suo. Ma devo ammettere che mi ha dato una mano. E' un bravo ragazzo. Ha una cotta per Nai, poveretto.


    Tutto quel discutere in tranquillità stava diventando insopportabile per il ragazzo. Cosa doveva fare? Doveva fermarlo? Se la sua storia era vera stava impedendo la distruzione dell'universo, ma se non lo era allora stava costringendo l'universo ad agire in un modo che solo a lui faceva comodo. Doveva decidere, ed in fretta.

    Senti, non so se dici o meno la verità, ma non posso lasciartelo fare.

    E perchè mai? Innanzitutto considera che tu per me non sei una minaccia. Posso abbatterti quando voglio. Solamente, non voglio farlo. Mai più. E in ogni caso perchè mai vorresti impedirmelo? Non capisci cosa voglio fare?

    Certo che lo capisco. E lo potrei condividere. Ma pensa. Stai decidendo non solo per te, ma per l'intero Iego. Le tue azioni causano la morte, ogni singolo giorno, di innumerevoli persone.

    La mia inazione distrugge l'intero universo. Un pianeta non è nulla al confronto. E' un prezzo giusto da pagare.


    Questo lo dici te. Ogni singola vita è importante.

    Qualcosa, intorno a Maggoth, cominciava a cambiare. L'aria stessa sembrava in fermento.

    Non puoi decidere per loro. Hanno libero arbitrio e la possibilità di decidere dasoli il loro destino. La tua liberta termina nel momento in cui impedisci loro di averne una.

    Io do loro la possibilità di vivere per sempre!

    Si, in una scatola in cui non c'è vita, ma solo un'eterna illusioen che termina nella più assoluta tragedia. E' forse una vita che loro avrebbero scelto secondo te?

    E IO HO FORSE SCELTO IL MIO DESTINO?! SONO STATO IO A DECIDERE DI AVERE QUESTA MALEDIZIONE ADDOSSO?!

    No, ma stai costringendo Kashiri, Johnny. Nai e gli altri a subire le conseguenze delle tue scelte per l'eternità. Loro, noi, siamo mortali. E' la nostra natura. E' il suo giusto ciclo.

    L'entropia non è naturale! E' orrenda!

    Ma è così che deve essere. Senza il decadimento non c'è cambiamento, solo stagnazione. L'entropia causerà solo un cambiamento nella forma dell'esistenza. Forse saremo solamente particelle di energie in un universo freddo e vuoto. Ma anche quella è natura. Mentre quello che tu stia facendo... non lo è. Non porta nessun equilibrio. Per questo ti devo fermare.


    In quel momento, una luce cominciò ad irradiare dal corpo del Padawan. Una luce intensa e potente che, incredibilmente, stava ricacciando indietro l'oscurità della Fine. Lui parve profondamente sorpreso da ciò che vide. Sorpreso e furioso.

    Cosa stai facendo?! FERMATI!

    No. La Morte, per quanto triste, è parte della vita. La distruzione lo è. MA essa non è la fine di tutto. Perchè non c'è la morte, c'è solo la Forza.


    Il giovane si avvicinò imperterrito al Duros, che voleva palesemente scappare ma non ci riusciva. Sembrava come una falena, attratta dalla luce, pur se ne era terrorizzata.
    Lo toccò. Un tocco leggero, amichevole. Fraterno.
    [LUCE DI FORZA]
    In quel singolo istante, tutta l'oscurità intorno a La Fine svanì. Il corpo del Duros cadde a terra, in preda a delle convulsioni.
    La Luce svanì, lentamente, mentre il Padawan osservava la creatura ai suoi piedi.
    Aveva smesso di tremare, e ora si poteva vedere chiramente come i suoi occhi erano tornati del normale rosso della sua specie. Il Mon Cal s'inginocchiò accanto a lui, il volto sereno.


    Il tuo destino è solo tuo, ma non puoi imporrlo agli altri. La tua natura, per quanto apparentemente malevola, non parte male. E' parte della natura. Sta a te decidere cosa farne.

    Il Duros parve ascoltare quelle parole, e pianse. Pianse lacrime amare e tristi, ma forse liberatrici.
    Il Padawan non sapeva se era dvvero ciò che diceva di essere, o forse solo un Force-Sensitive incredibilmente potente, e versato nelle arti oscure. Sapeva solo che era un'anima in pena in cerca di una sorta di redenzione, uan redenzione che tuttavia causava solo tanto male. Lui, con l'aiuto della Forza, era riuscito a fermarlo.
    O così credeva.
    La tempesta sopra di loro non si era placata, anzi, stava aumentando d'intensità. Era sfuggita al controllo della Fine, e ora era pronta a distruggere tutto nelle vicinanze. Per fortuna degli abitanti di Iego loro due si trovavano in una zona desolata, dove non c'era nulla. Nessuno sarebbe rimasto ferito. Nessuno a parte loro due.
    Diversi fulmini cominciarono a cadere tutto intorno, fulmini viola dalla potenza devastante. Maggo sapeva cosa stava per succedere.
    Raccolse tutte le forze che gli erano rimaste e si concentrò più a fondo di quanto avesse mai fatto prima in vita sua. Con la sua volontà cominciò a muvoere i flussi di Forza in modo da creare una barriera intorno a sé e alla Fine, una bariera di Forza che, sperava, fosse impenetrabile.
    [MURO DI FORZA]
    Sopra di loro le nuvole si riempirono di innumerevoli scosse di elettricità statica. Poi, rapido ed inesorabile come il Padawa lo aveva sempre visto, il Fulmine scese.
    Colpì la barriera, e Maggoth prego la Forza di essere abbastanza forte da impedire la tragedia.
    In caso contrario, quella storia non avrebbe mai avuto fine.
     
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