New Star Wars Gdr

Il mondo dietro due occhi da pesce

x Maggoth

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    L'accordo era stato siglato due giorni prima. Già, appena due giorni prima, il chiss aveva avuto una serie di incontri a dir poco eccezionali: prima il ritorno di Dima, poi l'arrivo di Grosso Cazzo e la sua pompinara.
    All'inizio il pirata non aveva affatto capito che il ragazzo col codino era lo stesso con cui aveva condiviso un bicchiere dopo l'altro, e alla fine si era reso conto che così davvero non era, o non sembrava. Qualcosa di diverso dal look era mutato nel giovane umano ed il chiss estremamente curioso di sapere che cosa. Forse anche per quello aveva chiesto ai Repubblicani che il ragazzo fosse coinvolto nella sua finta evasione. Aveva necessità di parlare da solo con lui, e fargli un buco in fronte, caso mai, ma dopo una lunga chiaccherata, e non certo disteso e legato ad un lettino. Bespin. Lì si sarebbe diretto tra qualche giorno. Il pianeta era abbastanza periferico e sopratutto esterno sia alla giurisdizione della Repubblica, sia a quella degli Hutt; e poi... beh, c'era anche casa di Waket, lì. Tra una cosa e l'altra il chiss non l'aveva più rivista e i suoi progetti per lei eranodovuti passare in secondo piano. Malgrado ciò non aveva smesso di pensare a lei. Che lo volesse ammettere o meno, aveva sviluppato una qualche forma di affetto per l'ibrida, lo stesso che si poteva provare per un cucciolo grazioso e festaiolo. Gli avrebbe cavato gli occhi se lo avesse saputo, ma era proprio quello il punto: era tanto ingenua ed emotiva, una piccola miccia scoppiettante; gli aveva reso la vita più divertente, per un po'.
    Ad ogni modo c'erano ancora diversi giorni da attendere e dopo aver passato gran parte del precedente a dormire, il pirata si era ritrovato nuovamente irrequieto. Ora che aveva stretto l'accordo con Grosso Membro e rivelato le prime informazioni, la necessità di agire, ed il dubbio lo tormentavano in egual modo. Da una parte non poteva fare a meno di temere che lo Wookiee avrebbe dimenticato il tanto declamato onore e l'avrebbe lasciato alla mercè dei Jedi; dall'altra il chiss aveva il bisogno fisico di fare qualcosa.
    Sapeva già cosa avrebbe fatto una volta su Bespin. C'era quel discorsetto con Dima, o Robert, ec'era quella piccola visita da fare a casa della piccola, per vedere se stava ancora lì, ma poi terminava il diletto e cominciava il dovere.
    Il nome del centro di detenzione in cui l'avevano rinchiuso per quei 20 anni era il primo passo di un percorso che ormai aveva deciso di intraprendere. Per troppi anni aveva ignorato (forzatamente, o meno) qualsiasi cosa lo ricollegasse a quel posto, e a tutto quello che veniva prima... ora era il momento di chiudere sul serio, e per farlo, doveva capire che cosa era successo lì, qualunque cosa "lì" fosse.
    Ma non era tutto. Un'altra campagna, anch'essa del tutto privata, doveva iniziare. La campagna per la vendetta su Ewan Flynn. Aveva bisogno di un informatore abile, qualcuno che da un nome potesse ricavare qualcosa di realmente utile. Da Bespin si sarebbe occupato anche di quello. Oh, aveva già un'idea, ma se avesse trovato qualcosa di più intimo su cui colpirlo, ne sarebbe stato lieto.
    Ma non era finita lì. Oltre alle proprie vendette personali, il chiss aveva la propria ciurma privata da mandare avanti: i suoi ragazzi dovevano essere addestrati, avevano bisogno di fare della reale esperienza sul campo, e bisognava dare una rinfrescata alla vecchia The Price.
    E poi sì... il Leviathan.
    La ricongiunzione con loro rischiava di essere complicata, doveva essere pronto...

    La stanza in cui lo tenevano non era più quella degli ultimi giorni: dato che sembrava totalmente guarito, l'avevano trasferito in una stanza più piccola, e priva di macchinarii medici. C'era una branda a muro, il cesso... e basta. Il campo di forza era sempre attivo a ronzargli nelle orecchie. Aveva ricominciato a mangiare, anche se gli davano solo della sbobba insapore e che sembrava fosse già stata masticata da qualcuno, e dunque ogni tanto passavano a portargli la razione. Era in una di quelle visite lampo che il chiss, colto da un momento di disperazione, aveva chiesto di poter parlare con Maggoth Onduil, il Jedi che si era occupato della sua situazione medica.
    Se devo indagare tanto vale farlo con qualcuno di vagamente sopportabile...
    Se ne stava dunque lì, seduto con la schiena appoggiata al muro ed una gamba piegata col ginocchio al petto, aspettando.
     
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    La porta del corridoio delle celle si aprì, e dopo una breve serie di passi il Chiss vide sbucare proprio la persona che aveva richiesto, con una sedia pieghevole in mano.
    La aprì e si sedette di fronte al campo di forza, osservando il prigioniero.


    Salve, ho saputo che chiedevate di me. Come si sente? Giramenti di testa o altro?

    La domanda era lecita, dopotutto era stato operato da poco al cervello. Certo, ormai si era ripreso quasi subito dopo le cure "magiche" del Mon Cala, ma comunque potevano esserci ripercussioni.
    Quando era stato chiamato, Maggoth non sapeva bene che pensare. Non trovava assurdo che avesse chiamato qualcuno, perchè anche le persone più solitarie a volte hanno bisogno di contatto sociale. No, era stato il fatto che avesse deciso di parlare con lui. Perchè?
    Non era di certo per la sua personalità aperta e solare, e neanche per i loro tanti punti in comune. Diavolo, non era neanche più certo sul suo nome dopo la sfilza di nomi falsi che usava. L'unica cosa che avevano in comune era stato il rapporto medico-paziente, ma si fermava là.
    Tuttavia, aveva notato qualcosa che il chiss aveva fatto con lui e basta. Nessuno oltre al Padawan aveva avuto quel "contatto".
    Lo aveva ringraziato.
    Questa chiamata lo aveva incuriosito abbastanza da farlo accorrere il prima possibile. E comunque, era sinceramente interessato alla sua salute.
     
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    Trentaquattro Gungan saltano il dirupo, splat!
    Trentacinque Gungan saltano il dirupo, splat!
    Trenta-...ohhh, sei proprio tu Jhon Wayne?
    il rumore di passi in avvicinamento spezzò bruscamente il ronzio che lo stava portando alla nevrosi. Fu come il bussare crescente sulla tomba d'un morto, o dalla tomba d'un morto... in entrambi i casi ebbe l'ottimo risultato di destare il pirata da pensieri macabri e riportarlo alla realtà.
    Anche attraverso la distorsione del campo di forza, era evidente che ad avvicinarsi era proprio un Mon Cal, uno in abiti Jedi e con una sedia sottobraccio. La cosa lasciò interdetto il pirata per un istante. Se il Jedi aveva una sedia, era perchè presumeva di restare a lungo e non solo rispondere ad un paio di domande, o liquidarle.
    Che strano...
    Probabilmente il Mon Cal pensava di poterne aprofittare per interrogarlo ancora, si disse il chiss, ed il pensiero lo rimise sulla retta via. Quello poteva capirlo.
    Un ampio sorriso s'allargò lentamente sul volto del pirata, i denti rovinati e mancanti a dargli un'aria ancor più da canaglia.
    Buongiorno a lei, dottore. O buona sera? Non saprei dire. inclinò lievemente il capo, con aria interrogativa.
    Tutto in ordine, per quanto ne sappia io, che a dire il vero è ben poco. Ma via, non è il caso di soffermarci subito su questioni così spiacevoli... agitò una mano in aria, come a scacciare una mosca.
    Per qualche istante il pirata rimase in silenzio, guardando il jedi, guardandolo e basta, con l'insistenza e l'intesità di chi par leggere nell'animo della gente. Ridicolo, dato che chi stava esaminando era un jedi.
    Quanti anni hai? la domandà arrivò di botto e rapida, come quella d'un interrogatorio, o di chi non sa esattamente come attaccar bottone e vuole riempire i vuoti. Non era certo questo il caso del chiss, direte voi, poichè egli sa sempre cosa dire, ma resterete delusi dal sapere che in qualche misura il pirata era proprio incerto sul da farsi. Il fatto era che aveva fatto chiamare il Mon Cal perchè sentiva il bisogno di conversare con qualcuno, ed egli era la scelta piùaccettabile, ma era anche vero che il chiss doveva indagare su Ewan Flynn e dunque sull'Ordine dei Jedi. Certe domande continuavano a ribalzargli nella testa, spingendo per uscire, ma non è che potesse iniziare una conversazione con: "Hei, senti, chi sono gli amici di Flynn? Sai, devo ucciderli."; se l'avesse fatto difficilmente avrebbe ottenuto una risposta, e poi la conversazione sarebbe finita subito, mentre il chiss voleva farla durare il più possibile.
    Lo sai non ho mai avuto a che fare con Mon Calari, non faccia a faccia almeno, e non sono molto bravo con le fisionomie aliene... Perciò ti domando: ci siamo mai visti prima? Hai un'aria familiare... continuò, ancor prima di poter ricevere risposta. Dargli l'idea di essere impacciato e desideroso solo di compagnia, poteva fargli abbassare la guardia.
    Ah, ma chiedo scusa, sono passato a darle del tu senza averne concessione. Che maniere! scosse il capo, strabuzzandogli occhi.
    Ricominciamo dall'inizio, la prego. Buongiorno, o forse buonasera?
    Quello era un altro modo per testare il soggetto: se Onduil dimostrava d'aver capito che lo stava prendendo in giro, allora il chiss avrebbe dovuto utilizzare tutta la finezza di cui era capace, per trarlo in inganno e farlo parlare oltre il consentito.
    In ogni caso quella visita era la cosa migliore che gli era capitata in quei giorni, da quando se n'era andato Robert. Non l'avrebbe mai ammesso, ma si sentiva vagamente meglio ogni qual volta poteva insultare o prendere in giro chi gli portava il pranzo, ed odiava profondamente quando questi era un droide.
     
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    Il ragazzo si limitò asorridere al saluto del Chiss, parlando solo per correggere l'uomo.

    Siamo nel pomeriggio, quindi direi che buonasera può andare bene.

    Come si aspettava, il prigioniero parlò un poco a casaccio, sciorinando parole come se fossero gocce in un oceano.
    Tuttavia, stranamente, dopo poco si fermò, rimanendo in silenzio e fissandolo. Sostenne il suo sguardo, ma si sentiva a disagio. Perchè faceva così?
    Poi, d'improvviso, come se un piatto fosse caduto per rompere con il suo rumore la situazione d'immobilità statica, fece una domanda completamente scollegata.
    ci mise alcuni secondi a rispondere, perchè era ancora un pò intontito da quanto accaduto.


    Io...

    Non fece in tempo a rispondere che subito l'uomo riprese a parlare, con un'altra domanda, stavolta però collegata al nuovo argomento.
    Maggoth era un pò confuso, soprattutto per Khaan non si era fermato un momento adesso. Aveva fatto un lungo giro di parole senza fermarsi, e il ragazzo non era abituato a quel tipo di conversazione. Dovette improvvisare non appena l'uomo ebbe finito.


    Bene, come preferisce. Ricominciamo. Per rispondere alla sua prima domanda, ho diciassette anni, e si, ci siamo già visti. E' venuto tempo fa su Coruscant per una ferita alla gamba. Ero io il suo medico. Credo fosse in seguito all'incidente all'Ospedale di Nar Shadda. E non si faccia problemi, può darmi del tu se le viene naturale. Ora, se posso chiederle io qualcosa, perchè ha richiesto la mia presenza? non la facevo tipo da volere visite.


    Era questo il motivo per cui il Padawan si era portato la sedia. Sapeva che il chiss si era comportato in maniera leggermente differente con lui rispetto agli altri Jedi. Non sapeva se era per gentilezza o altro, ma in qualche modo si era distinto ai suoi occhi. Voleva sapere cosa lo aveva spinto a chiamarlo.
    Dopotutto era una creatura apparentemente solitaria, egocentrica e che disprezzava gli altri. Ma anche capace di azioni "buone", come liberare quegli schiavi. Era incuriosito da quell'uomo, così ambivalente. Tuttavia, non era così stupido da pensare che non stesse cercando anche informazioni. Quindi doveva pensare oculatamente a quello che diceva.
     
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    La reazione del padawan fu una tra le sperate e anche abbastanza evidente: il tipo non era uno abituato a schermare la propria mimica, e probabilmente si sarebbe rivelato un pessimo bugiardo; di fatto fu preso in contropiede.
    Molto bene... pare che avrò vita facile col pesciolino. Devo solo trovare il tasto giusto per farlo rimanere e parlare... sorrise.
    Maggoth confermò quello che era il suo sospetto e cioè che fosse stato proprio lui a curarlo per quella brutta ferita. La nuova consapevolezza mise una sorta di cautela nel pirata, che si irrigidì appena. Pensare a quell'evento gliene fece venire alla mente altri. In primo luogo il fatto che Jack l'avesse portato lì, e poi fosse scomparsa nel nulla; poi le condizioni umilianti in cui quel jedi l'aveva conosciuto, e infine anche l'ultimatum, così l'aveva registrato al tempo, con cui l'aveva trattenuto.
    Il pirata aveva sviluppato una vera e propria fobia per gli ambienti ospedalieri, da ben prima di essere ricoverato su Nar-Shaddaa, ed anche se le recenti esperienze avevano attenuato parzialmente il terrore, fungendo la "terapia d'urto", tutt'ora la sola vista di una stanza di infermeria bastava a fargli accellerare il battito. In tutto ciò Onduil deteneva un primato, lo stesso per cui probabilmente il chiss non aveva dato completamente di matto a Coruscant e al Tempio: l'aveva fatto scegliere. Niente "Lei deve restare qui!", non un "Non le permetto di andarsene finchè è sotto la mia responsabilità"... niente manette, almeno in un caso; no, il guaritore gli aveva esposto la sua condizione e il suo parere medico, e poi gli aveva aperto la porta; se avesse voluto, avrebbe potuto zppicare fino a fuori. Quello aveva fatto la differenza.
    Diciasette? Allora è ancora un marmocchio! Lo avrei detto più vecchio... Meglio così.
    Le parole del padawan arrivarono proprio nel momento adatto per allontanarlo da certi pensieri.
    Mh? Perchè? Che tipo sembro? domandò con genuina curiosità, schivando anche al contempo il problema di una risposta immediata.
    Questa volta aspettò che Maggoth parlasse, prima di aggiungere altro.
    Le apparenze a volte ingannano. Io.... cambiò posizione, mettendosi a gambe incrociate.
    ... amo la compagnia. Trovo stimolante conoscere il modo di pensare di altri, ascoltare le loro storie... e tu, Maggoth Onduil, hai l'aria di uno con una storia da raccontare.
    Vai con la poesia baby!
    Saresti così gentile da chiaccherare con me, per un po'?
    L'approccio cheaveva scelto di utilizzare era in linea con quanto aveva iniziato al loro ultimo incontro, un approccio che non usava da molto, quello del boy-scout. Se non ricordava male l'aveva usato anche sulla femmina di togruta conosciuta su Geonosis, quella tipa che gli aveva rivelato di essere una Rinnegata. In pratica non negava la propria natura criminale, cercava però di instillare un senso di pietà, di far leva sul desiderio di fare del bene di quegli idioti idealisti. Un ragazzo che sceglieva di fare il jedi e pure medico, doveva essere partito con grandi ideali, e forse Onduil non era ancora stato corrotto.
    Tra una cosa e l'altra è molto che sono... per conto mio. Dopo un po' cominci a pensare troppo, ti vengono in mente cose... spiacevoli da fare... che hai fatto.... lo sguardo iniziò a farsi vago, la voce un sussurro.
    Scosse il capo, riscuotendosi dal finto straneamento. La verità non era molto lontana e d'altronde non era sconosciuto il fatto che l'isolamento forzato potesse portare alla follia. Per questo era una forma di tortura.
    Deglutì.
    I jedi chiaccherano mai? domandò con un sorriso ironico.
     
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    Il suo "paziente" rispose alal sua domanda con un'altra domanda. Tipico di chi non voleva dire molto di sé, e la cosa non lo sorprese. Rispose comunque, non c'era nulla di male in una domanda del genere.

    Bè, non come il tipo di persona che richiederebbe la visita di un Jedi, specie visti i suoi trascorsi.

    Il chiss proseguì, facendo notare come a volte le apparenze ingannavano.
    Non che ci fossero particolari dubbi su quello, ma a volte le apparenze ingannavano doppiamente, facendoti credere il contrario della realtà.
    Ma lui era un buon osservatore e aveva sempre dato il benefcio del dubbio ad ogni persona incontrata, anche a chi voleva ucciderlo. Quindi, perchè mai non darla anche a lui.
    Si sistemò sulla sedia, mentre continuava ad ascoltare l'uomo che proclamava il suo interesse per gli altri ed il loro punto di vista, ed il suo amore per la socialità.


    "Sicuramente si trova a suo agio nel parlare con gli altri. Il suo modo di parlare è molto affabile. Tuttavia mi ha dato l'aria di essere una persona parecchio emotiva, e quindi non proprio affidabile. Deve ficcarsi spesso nei guai."

    Poi il suo discorso prese una piega inaspettata, come di... pentimento, amarezza? Difficile a dirsi con certezza. La sua mente era vagata in luoghi che forse preferiva non visitare.
    A quel punto gli chiese se i Jedi chiacchieravano mai. Domanda strana, ma non assurda. Molte persone sapevano poco o nulla sull'Ordine.


    Si, certo che parliamo. Nonostante le apparenze siamo esseri senzienti come tutti, con i nostri bisogni e desideri. Ogni persona vuole parlare, di tanto in tanto. C'è chi passa più tempo in meditazione, o a studiare o ad allenarsi, ma alla fine tutti si scambiano quattro chiacchiere, chi più, chi meno. Personalmente non sono una persona particolarmente socievole, ma non ho mai avuto problemi a parlare con gli altri. E' una caratteristica importante per un medico. Anche perchè le persone che curo non sono bambole senza emozioni o personalità, ma creature viventi con sentimenti. E' giusto trattarle con rispetto.

    Rimase in silenzio per qualche secondo, lasciando che il chiss assimilasse la risposta, prima di continuare.

    Mi parli un pò di lei. Passioni, interessi?
     
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    Touchè chinò il capo, in segno di accettazione.
    Il Mon Cal non era affatto uno stupido. Forse era poco abituato a riconoscere la menzogna dalla verità, o forse ancora (e cosa più probabile) il chiss era troppo bravo per lui, ma ciò non voleva dire che il pesciolino fosse proprio un idiota. Doveva aspettarselo? Forse. Il ragazzo era un tipo decisamente trasparente e fino a quel momento si era dimostrato pacato e comprensivo, come invece non lo erano nè Flynn, nè il Gatto; oltretutto aveva deciso di dedicarsi all'area medica, quindi doveva essere anche un buon osservatore. Malgrado ciò il pirata non poteva certo evitare di considerarlo con sospetto: in fondo era pur sempre anche suo prigioniero.
    Si passò una mano sul pizzetto, prendendo a grattarsi il mento, intanto che Maggoth parlava. Era piuttosto noioso da ascoltare, si capiva bene che non era abituato a conversazioni coi comuni mortali, quanto semmai a rapporti, domande...
    Questo qui avrà ricevuto le emozioni più grandi della sua vita da una conferenza sul ripopolamento batterico dei ghiacci di Pandora.
    Oppure era solamente una personalità insignificante.
    In poche parole, la maggior parte della risposta gli entrò da un orecchio e gli uscì da quell'altro. Solo quando si passò per "i pazienti hanno sentimenti", il pirata si riaccese momentaneamente, e a vederlo pareva proprio che lo gnomo segreto che illuminava i suoi occhi rossi, avesse ravvivato la fiamma per scaldarcisi i piedi, perchè un bagliore esplose, come un micro-flash tra le palpebre.
    In quell'istante, in quell'esatto attimo, il chiss si tese e quasi parve volesse saltare giù dalla branda ed andare a prendere per il collo il padawan; poi la bramosia di sangue, la rabbia che gli aveva contorto il volto, cessò, e con un respiro profondo a labbra serrate, che gli fece fischiare il naso, il chiss si rimise comodo.
    Mh. sorrise, sarcastico.
    Lo sai, Maggoth Onduil? si umettò le labbra..
    Se tutte le conversazioni tra jedi si svolgono in questa maniera, non stento a credere che vi dobbiate sfogare sui paraplegici per trovare un po' di soddisfazione. giunse le mani in grembo, raccogliendole poi come corpo morto, nella conca vuota tra le gambe incrociate.
    Che cos'è? Un colloquio di lavoro? continuò, spiegando la precedente affermazione.
    Oh, sì. Mi parli un po' di lei. Vedo qui un curriculum abbastanza ricco, ma la nostra azienda cerca individui, non pezzi di carta. La prego, mi dica, gioca a squash?
    Il chiss si prodigò in una pantomima del responsabile assunzioni, con tanto di finto datapad e pennino, voce snob e accento forzatamente di Coruscant; il tocco di classe fu quando finse di spingersi meglio gli occhiali immaginari, sul naso.
    Terminato il siparietto, il pirata scoppiò per conto proprio in una fragorosa risata, districando le gambe e egitandole in aria per un attimo, prima di lasciarle ricadere oltre la branda.
    Ok, ok. riprese fiato, mentre si asciugava una lacrimuccia.
    Diamoci un contegno, Maggoth Onduil, non possiamo certo esagerare coi divertimenti. Dopotutto io sono un prigioniero, e tu sei un Jedi.
    Inspirò a fondo e buttòla testa indietro, così da appoggiarsi al muro, ma subito dopo fece una smorfia e si rimise dritto.
    Ma c'era proprio bisogno di tosarmi? O è un tuo fetish? domandò, una mano a massaggiarsi la nuca azzurra. Non era abituato a quel look e le nuove sensazioni tattili sul cuoio capelluto di coglevano ancora di sorpresa. All'inizio non ci aveva fatto caso, ma poi la cosa aveva iniziato a rodergli. La cosa che lo faceva imbestialire era che quella era la prova concreta ed innegabile che quel Mon Cal, e chissà chi altri, lo avevano toccato.
    Quelle sporche luride mani...
    ... luride mani...
    ...addosso...
    addosso...
    Senza rendersene conto, un movimento dietro l'altro, il pirata aveva iniziato a passarsi i palmi sul capo, una, due, tre volte.... e poi giù, alla nuca, il collo, petto, spalle; movimenti insistenti, pesanti. Sembrava quasi volesse ripulirsi da qualcosa che solo lui poteva vedere. Il fatto era che poteva sentirla sulla pelle, la presenza di quel tocco non desiderato. Gli prudeva tutto, e aveva un'estrema necessità di muoversi.
    Iniziò ad agitarsi sulla branda, come fosse seduto sui carboni ardenti, il respiro ora rapido e ansioso. Poi l'iperventilazione, un giramento di capo, l'immobilità... ed improvvisamente era come non fosse successo nulla, a parte il fatto che era grondante di sudore gelido.
    Hei, Onduil. tornò a guardarlo, a stare seduto, e lentamente si stravaccò a gambe larghe, di nuovo rilassato.
    Ma dimmi, tu perchè sei diventato Jedi? Ora, devi scusare la mia ignoranza, ma non sono nativo di questa parte della Galassia e quello che so sono voci e le battute di qualche holofilm in cartellone. Dicono che i Jedi li prendano fin da appena nati e li portino subito al Tempio ad addestrare. Dicono anche però, che la vostra è una setta religiosa che si è estinta secoli or sono, che adesso siete solo dei maghi guerrieri. mimò il gesto di lanciare un incantesimo con le mani.
    Tu come ci sei piombato qui? Spero in condizioni migliori delle mie... ghignò.
    La testa gli pulsava ancora leggermente, il battito stava tornando alla normalità, ma quali fossero le reali condizioni psico-fisiche del chiss era ancora un mistero e solo il tempo avrebbe potuto chiarire qualcosa.
    Per il momento il chiss sapeva solo di sentirsi meglio di quando era legato al letto, e peggio di quando era appena atterrato a Nar-Shaddaa, dopo 20 anni chiuso via.
    Se solo avesse trovato il modo di controllare quegli attacchi... Forse in realtà l'aveva trovato: dimenticare. Già, ma qualcosa aveva riportato alla luce i ricordi. Doveva trovare la causa scatenante...
    e quando la troverò... l'ammazzerò.
     
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    Per quelli che furono una serie quasi infinita di frasi, insulti celati e momenti di pura isteria, il Jedi osservò curioso, stupito e a tratti anche imbarazzato il Chiss. Aveva una capacità oratoria molto elevata. Aveva visto tali livelli solo in Dalen e pochi altri. Lui di certo non ne era capace. Però era anche soggiogato a quella sua...isteria, pazzia qual si voglia chiamarla. Ciò lo limitava moltissimo sotto quell'aspetto. Forse per questo era passato per la via criminale invece che diventare un politico. Chissà.
    Durante i suoi sfoghi decise di non intervenire, se ci fosse stato bisogno il sistema di controllo lo avrebbe semplicemente addormentato. Era evidente che qualcosa lo aveva turbato profondamente riguardo i capelli tagliati, ma non solo. Era un uomo colmo di insicurezze, paure e traumi. Doveva aver passato le pene dell'inferno.
    Fu solo dopo che si fu calmato che decise di parlare nuovamente con lui, assecondandolo brevemente.


    Come sono diventato Jedi, dici?

    Decise di lasciar perdere la troppa educazione e passare al "tu". Era più pratico, e a lui non sembrava importare.

    Beh, Alcuni anni fa arrivai con mio padre quì su Coruscant. Eravamo rifugiati di Mon Calamari, il nostro pianeta devastato dalla Grande Guerra. Lui era un medico molto bravo, e gli era stato offerto un lavoro quì. Io avevo già manifestato la mia affinità con la Forza, e quindi decisi con mio padre che la mia strada era con l'Ordine. Avrei potuto aiutare altre persone, un pò come faceva lui. Accidentalmente sono diventato anche medico, oltre che Jedi, quindi diciamo che scorre nella famiglia.

    Raccontò, rilassandosi un pò di più sulla sedia.

    E mi dispiace per i capelli, ma non ho avuto scelta. Nel caso di emergenza avrei potuto dover aprire una sezione cranica maggiore, e i capelli sono un rischio per la salute del paziente, oltre che un intralcio per l'intervento. Ho ritenuto fosse più importante la tua vita che i tuoi capelli. Ora però lascia che sia io a farti una domanda. E mi piacerebbe una risposta, se non ti dispiace.

    Si chinò un pò di più in avanti, quasi accorciando le distanze.

    Perchè hai chiesto di me?
     
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    Era sempre una sorpresa per il chiss quando qualcuno gli parlava così apertamente della propria vita, ed era un peccato che non gli interessasse sul serio, perchè sarebbe stata un'esperienza surreale, una da non scordare facilmente. Invece lui quelle domande le stava facendo non tanto per una personale curiosità, ma per portare man mano il giovane Jedi verso la conversazione cui davvero voleva arrivare. Si trattava di manipolazione, un discorsorso qua, uno là, tutto svolto al fine di combaciare in un punto. Era quello che sapeva fare meglio, a parte mentire ovviamente, e per quell'occasione aveva deciso di dare il meglio di sè. Con la schiena ancora appoggiata alla parete, iniziò a giocherellare con il bordo della maglietta, mentre fingeva di ascoltare il Jedi. Di fatto le informazioni che stava ricevendo erano per lui tanto insignificanti ed assurde da non considerarle nemmeno reali. Insomma era convinto che il Mon Cal non stesse mentendo, ma allo stesso tempo gli pareva quasi si trattasse del racconto di qualcun altro. Mentre ne parlava Maggoth non faceva nulla per destare il suo interesse, non pareva provare nessuna particolare emozione e di conseguenza nemmeno il chiss riusciva ad immedesimarsi. Beh... non che fosse mai stato in grado di farlo.
    Fin da quando aveva memoria non aveva mai provato alcun interesse verso i sentimenti o la vita degli altri: le relazioni erano per lui una maniera per esprimere sè stesso, e nulla di più. Nemmeno sapeva che fosse uno dei sintomi principali di diversi disturbi psichiatrici, e beh, la cosa non aveva molta importanza ormai.
    Invece di rispondere a Maggoth, ancora una volta il chiss svicolò, e portò il discorso di nuovo a ciò che voleva lui. Se Maggoth pensava che ottenere qualcosa da lui fosse semplice, si sbagliava di grosso. Anche Flynn e il gattone erano incorsi nello stesso errore, dopo tutto.
    E così sei arrivato a Coruscant, hai preso i voti e già che c'eri anche la licenza da macellaio. sintetizzò, con tono più morbido. Il pulsare alla testa stava diventando man mano più forte, e con sè portava nuova stanchezza. Le forti emozioni di certo non gli facevano bene, e ultimamente ne stava ricevendo un po' troppe.
    [abbindolare]Hai detto addio al vecchio e hai cominciato una nuova vita, sei diventato indipendete, hai iniziato a costruirti la tua strada. Sono dei momenti meravigliosi. continuò con una finta nostalgia che non possedeva affatto.
    All'inizio eri spaesato, era tutto nuovo e diverso, un nuovo ambiente, razze diverse. Poi però hai cominciato a infilare la testa in mezzo a quello che sarebbe stato il nuovo te: hai cominciato ad imparare come muoverti, hai capito di essere bravo, hai iniziato a farti degli amici... lasciò cadere la frase senza una chiusura, un sorriso amaro ora sulle labbra.
    Sto speculando, naturalmente. Non c'è mai stato nulla di bello nella mia vita... nessuno. aggiunse con una certa rassegnazione. Tutte le migliori recite ponevano le basi nella realtà e il chiss stava offrendo proprio quello al Mon Cal: solo mezze verità.
    Immagino che la guerra sia stata un bel mucchio di fuochi di artificio. Non lo so, ero già dietro le sbarre da 10 anni, quando è scoppiata, e quando sono uscito era già bella che finita e ne era pure iniziata una nuova. fece spallucce. Per tutto questo tempo si era limitato a guardare in muso il Jedi, con un sorriso leggero in volto, ma per la parte successiva, distolse lo sguardo, riportandolo in grembo, dove stavano le mani. Doveva assumere un'aria pensosa, più intima, come stesse parlando a sè stesso, più che con Maggoth, come provasse una certa timidezza nel parlare. Stava lavorando per costruirsi quella finta personalità dal momento in cui ilJedi aveva poggiato il culo sulla seggiola e dalla precedente risposta il pesciolino aveva dimostrato d'aver abboccato del tutto all'amo di Fisher.
    Lo sai, una volta, tanti anni fa, io credevo nel concetto di giustizia. Quando tutta la merda è arrivata, quando la vita ha iniziato a cambiare, ancora avevo questa insana idea di poter portare qualcosa di buono nella Galassia. Malgrado tutta la merda... io ci credevo. Ero ostinatamente aggrappato al concetto di essere solo capitato dal lato sbagliato della scacchiera, che mi sarebbe bastato combattere fino all'altra metà, per poter finalmente vedere il Re Bianco cadere. si bloccò per un attimo.
    Stava camminando su un selciato fresco di sangue, dove ogni passo falso avrebbe potuto farlo scivolare e imbrattare, e da lì difficilmente si sarebbe rialzato. Non era la prima volta che parlava di quel genere di cose, perchè anche con la togruta Rinnegata aveva usato la tecnica della vittima per ottenere quello che voleva, aveva raccontato a spanne della sua prigionia, estremamente a spanne, così come lo faceva ora; rimanere scarno nei particolari, usare metafore, ecco quello lo aiutava da sempre a rimanere in piedi, a non farsi coinvolgere dal discorso, a raccontarlo come qualcosa di non suo, come fosse realemente una totale bugia... ma al tempo non era stato così instabile.
    Poi ho scoperto... deglutì, espirò.
    ... che non esistono affatto due schieramenti, che quello che.... s'umettò le labbra, deglutì.
    La testa gli pulsava, era stanco e gli bruciavano gli occhi. Forse c'era troppa luce, forse aveva di nuovo sonno.
    ... quello che succedeva prima, era peggio dall'altra parte. Perchè loro la chiamavano giustizia, ma faceva più male di prima. Tanto male. chiuse gli occhi, che non smettevano di bruciargli, ma in un certo senso fece peggiorare le cose: al buio, dentro la sua testa, c'erano proprio quello da cui stava cercando di tenersi lontano.
    Con un espiro secco, spalancò di nuovo gli occhi e richiamò le ginocchia al petto.
    Rimani concentrato...
    Lo sguardo gli cadde sui piedi del Jedi, dall'altra parte della cella, e con uno sforzo il pirata si costrinse a tornare alla realtà. Ewan Flynn. Lui era lì per scoprire il punto debole di Ewan Flynn. La rabbia l'aiutò a riprendersi del tutto, e sapientemente utilizzo il suo cambio d'umore per riavvicinarsi all'obbiettivo.
    Quando riportò lo sguardo sul Jedi, c'era solo risentimento e accusa nei suoi occhi.
    Sono quelli come Niktar Miao e Ewan Flynn che rappresentano alla perfezione la realtà. Due autoproclamatosi paladini della giustizia. Ventisei anni fa sono stato arrestato e condannato per crimini che non avevo commesso, proprio da gente come Flynn, gente che si nasconde dietro un distintivo per decretarsi dalla parte della ragione, dalla parte del "bene". E io ora mi trovo in questo buco del cazzo, rinchiuso come un animale, perchè invece di spiegarvii con gli Hutt, e consegnare il vostro pupillo, voi Jedi avete preferito prendere il primo caprio espiatorio che vi capitava a tiro e condannarlo. Sono stata una scelta molto comoda, no? Niente famiglia, niente amici... a differenza di Flynn. [/abbindolare]
    Era fatta, l'esca era stata piazzata, ora doveva solo vedere cosa avrebbe pescato.
    Sì, dammi un indizio, qualsiasi cosa. Dammi la chiave per distruggerlo...
     
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