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Il denaro è la causa di ogni male?

Contest 2017 - La Vita è un Musical

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    La scoperta dell'imperatrice

    Korriban


    Potenza, sobrietà, ricchezza. Quelle erano i concetti che la sala del trono doveva trasmettere a tutti i visitatori che vi mettevano piede e chiunque l'avesse realizzata era sicuramente riuscito nell'intento. Il tappeto rosso fuoco, adagiato sui piastroni in pietra nera di Mustafar, conduceva al posto riservato alla massima autorità tra i sith. Originariamente la fonte d'illuminazione doveva provenire da otto bracieri, ma la scarsa luce e la continua manutenzione dei sistemi per la circolazione dell'aria avevano avevano costretto i tecnici dell'accademia a ridurre il numero di focolari a quattro e di posizionare dei led che producessero luci calde, che comunque fornivano un effetto suggestivo illuminando i muri arancioni, lavorati nelle montagne del pianeta. L'atmosfera di mistero ci stava e le lampade moderne, pur non avendo lo stesso fascino antico dei bracieri, riuscivano a renderla comunque.
    Adagiata sul trono scuro stava una bellissima twi'lek dalla pelle viola. Indossava un abito da sera con un'abbondante scollatura, distinto quanto peccaminoso. L'imperatrice era nota per la sua avvenenza, così come amasse mostrala alternando quel tipo d'abbigliamento alle classiche vesti sith. Sosteneva di farlo per esternare anche il proprio potere temporale, oltre a quello derivante dalla propria conoscenza della forza. In realtà la ragazza aveva in sè una buona dose di vanità.
    -Yoshikaaaaa.-
    Per l'ennesima volta partì un urlo isterico, come se ci fosse bisogno di gridare così forte, neanche il comlink fosse spento. Persino quando udì i rumori di una corsa scomposta e fece nel suo ingrasso la persona desiderata, l'imperatrice continuò a chiamarla a intervalli di venti o trenta secondi.
    -Mia signora... sono qui. Non occorre che continuiate a chiamarmi.-
    Disse la bionda, quasi inciampando nell'atto di inginocchiarsi. Ormai era stremata dallo scatto che la twi'lek le aveva fatto fare, neanche l'accademia fosse sotto attacco.
    -Sei qui? Finalmente, hai idea quanto ti abbia aspettata?-
    In quel momento l'imperatrice sorreggeva con la destra un bicchiere, pieno per metà di vino rosso. La donna amava terribilmente quell'alcolico e ne faceva uso privatamente, solitamente quando qualcosa andava bene e decideva che fosse il caso di festeggiare. Solo che in quel momento non sembrava certo una raffinata dama intenta degustare una pregiata bevanda proveniente dalle cantine di Naboo o Dantooine.
    -Più o meno tre minuti e quando ricevetti la prima chiamata ero a cinque chilometri dall'accademia.
    Oltre alla folle corsa, si era quasi ammazzata a comando del proprio mezzo per raggiungere la fortezza nel minor tempo possibile. Raila però non sembrava particolarmente convinta e i sospetti di Yoshika si fecero via via più fondati, mano a mano che la osservava. Tralasciando la postura e il timbro di voce alterato, il fatto che tenesse una grossa bottiglia sul trono faceva supporre che intendesse usare quel vino non per sollazzo, ma per annegare nell'alcol un qualche dispiacere. Quando poi usò la Forza per sollevarla e bere direttamente da essa, fu totalmente plateale.
    -Appunto, tre minuti sono una vita o almeno credo.-
    L'imperatrice era ubriaca e sembrava una cosa seria! In tutto il tempo in cui aveva servito l'ordine, non l'aveva mai vista così. Doveva essere successo qualcosa di molto importante. come se non bastasse la twi'lek, non appena vuotate bottiglia e bicchiere si alzò dal proprio posto, posò il recipiente dell'alcolico vicino a molti altri vuotati, avvicinandosi pericolosamente all'umana.
    -Anche tu stai cercando di farmi del male, non è così?-
    Quella donna andava calmata.
    -Non è vero mia signora, vi sono fedele. Mi scuso per non essere giunta qui prima, mi allenerò al fine di divenire più veloce a raggiungervi.-
    La sith continuò a guardarla scettica e si accucciò al livello dell'umana inginocchiata, così da guardarla negli occhi.
    -Bugiarda, sei una stronza come tutti gli altri. Con la scusa che sono l'imperatrice nessuno viene mai a coccolarmi.-
    La situazione diveniva sempre più assurda e gli occhi della massima autorità dell'ordine si stavano persino gonfiando di lacrime.
    -Nessuno mi vuole bene...-
    Davvero sta per piangere? Yoshika era persino tentata di non far niente, per assistere a un evento così raro. Poi però si sentì in colpa e concluse che la cosa più logica da fare fosse provare a tranquillizzare Raila e capire cosa potesse averla ridotta così.
    -Raila, io sono davvero tua amica.-
    Disse, accarezzandole prontamente la testa e subito l'altra ragazza parve rincuorarsi.
    -Davvero?-
    -Certo. Ora perchè non racconti alla tua preziosa amica Yoshika cosa è successo?-
    Finalmente sul volto della twi'lek, spuntò un sorriso genuino, privo del solito sarcasmo che solitamente accompagnava tale espressione. Se non si fosse trovata in quella situazione, forse l'interlocutrice l'avrebbe persino adorato.
    -Vedi, mia cara Yoshika, il denaro è il Male e Muunilinst è il luogo più perfido della galassia. Il suo covo principale, un posto così orribile da spaventare persino me.-
    La bionda stette qualche istante in silenzio, poi si azzardò a parlare.
    -Dunque è questo è il motivo per cui sei così triste?-
    -Soprattutto, anche se Lord Apocalypse ha peggiorato il mio umore: quando gliel'ho detto è scoppiato a ridere e se ne è andato.-
    E capiva benissimo perchè lo avesse fatto. Forse era il caso di spiegare come stessero le cose all'imperatrice e magari indagare più a fondo, per vedere se ci fosse un'altra motivazione.
    -Mi sembra un po' esagerata una simile affermazione. Senza il denaro l'economia come la conosciamo non potrebbe esistere e pure il nostro ordine ne fa uso.-
    Aveva appena fatto un errore enorme e presto se ne sarebbe resa conto. Raila rimase basita per diversi secondi, poi scoppiò in una scenata isterica, piangendo e adirandosi a come non mai.
    -Ma allora non sei diversa da tutti quei bastardi! Traditrice, io mi fidavo di te...-
    L'intera stanza tremò per via dei poteri della donna e l'altra capì di dover subito riparare allo sbaglio, se non voleva che tutto sfociasse in un duello all'ultimo sangue e se anche Lord Apocalypse sarebbe stato capace di affrontarla in caso di una simile scenata, Yoshika teneva davvero a Raila.
    -Sto scherzando. Perchè mai dovrei mettere in dubbio le parole della mia imperatrice, che è senza dubbio la più saggia tra tutti noi?-
    La donna si calmò all'istante, realizzando che la situazione non fosse così disperata
    -Meno male, temevo che anche tu mi avessi tradita. Non farmi più burle del genere, mi fanno troppa paura.-
    Quello era poco ma sicuro: dopo come aveva reagito ci avrebbe pensato due volte prima di contraddirla quando in preda ai fumi dell'alcol.
    -Ma dimmi, quando la nostra acuta imperatrice ha fatto questa scoperta sensazionale?-
    -Ieri.-
    Yoshika sperò solo che il giorno prima fosse accaduto qualcosa di effettivamente sconvolgente per ridurla così, anche se iniziava a temere che tutto fosse stato provocato da una stupidaggine.
    -Non puoi neanche immaginare cosa mi sia successo a Muunilinst...-
    Continuò la donna sconsolata e prima che la sottoposta potesse chiederle cosa fosse successo, costei avanzò un ordine.
    -Non la devono passare liscia. Yoshika, tu dovrai compiere un atto ai danni di quel mondo.-
    Non stava scherzando!
    -Una spedizione punitiva? E che cosa dovrei fare?-
    Tutto ciò puzzava terribilmente di guai e con Raila in quelle condizioni non c'era la possibilità di schivarli.
    -Non lo so, ti do carta bianca. Dalla distruzione del pianeta a un pezzo di sterco lanciato in faccia a un banchiere. Parti subito però.-
    Subito? Quello sì che era un problema: il giorno successivo sarebbe iniziato un evento a Corellia a cui la bionda avrebbe tenuto tanto a partecipare. Aveva fatto chissà quanti preparativi per poterci andare e mandare tutto a monte per i deliri di una donna ubriaca non era una prospettiva allettante.
    -Ma proprio oggi devo iniziare il mio viaggio?-
    La twi'lek alzò la voce, come se l'altra avesse appena messo in dubbio l'ovvio.
    -Certo che devi farlo oggi. Forza, corri, non c'è un secondo da perdere.-
    -Si, mia signora.-
    Disse Yoshika, alzandosi e correndo verso l'uscita, imprecando e piangendo i cuor suo per l'imprevisto sgradito.
    Fu quando Raila non la vide più che le venne in mente di essersi scordata qualcosa.
    -Cavoli, ho avuto così fretta di farla partire che mi sono scordata di spiegarle cosa mi è successo lì... e ho pure finito il vino!-
    Dopo di che collassò sul pavimento, cadendo in un sonno profondo.
     
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    Nar Shaddaa


    Nar Shaddaa era una tappa fondamentale per quasi missione. Non vi era posto migliore per reperire documenti farsi e mettere in qualche database anagrafico la persona descritta nelle scartoffie. Yoshika aveva già da tempo diversi fornitori fidati, ai quali bastava fare un fischio perchè queste le mettessero a disposizione delle coperture preparate precedentemente, in vista di compiti come quelli.
    La fanciulla percorse la strada ossidata, lungo uno dei tanti quartieri industriali. Colonne di fumo uscivano continuamente dalle ciminiere, fortunatamente però non contenevano gas particolarmente pericolosi. Persino gli hutt si erano resi conto che se avessero permesso a qualsiasi persona di inquinare quanto voleva, ben presto l'atmosfera del pianeta si sarebbe fatta irrespirabile. Perciò avevano messo delle regole, seppur non troppo strette.
    Lei però non si trovava lì per le fabbriche, ma perchè da quelle parti si trovava uno spazioporto secondario, ancor meno sprovvisto si sorveglianza e controlli rispetto al principale e quindi era più difficile che tracciassero le navi. Certo, ciò implicava anche minore sicurezza per le proprie navi, ma quale folle si sarebbe mai intrufolato in una nave di una sith?
    Il mezzo con cui la ragazza aveva viaggiato era il giusto compromesso tra qualità e prezzo economico, ma costei gli aveva fatto installare varie modifiche, per far sì che il trasporto fosse capace di affrontare qualsiasi di situazione.
    Yoshika entrò al suo interno, raggiunse la cabina di pilotaggio e decollò, sbuffando. Ma davvero stava rinunciando ad andare al festival estivo di fumetti e giochi di Coronet? Aveva atteso con trepidazione quei giorni e si era persino fatta un itinerario da seguire per non perdersi gli eventi, le anteprime e le conferenze che le interessavano, allenandosi pure con alcuni videogiochi per piazzarsi bene nei tornei previsti. Non sapeva se doveva arrabbiarsi o solo sentirsi frustrata! Era persino tentata di risolvere la missione assegnatale nel modo più semplice: uccidere un pezzo grosso delle banche di Muunilinst ed andarsene. Così avrebbe fatto contenta l'imperatrice e forse avrebbe potuto godersi l'ultimo giorno della fiera. Vero che Raila le aveva dato carta bianca riguardo la spedizione punitiva, ma non era sicura che sarebbe stata soddisfatta di un semplice muro di banca pitturato con frasi offensive. Quindi occorreva andare sul sicuro e siccome Yoshika non se la sentiva di fare fuori qualcuno con una motivazione del genere, doveva trovare un modo per far comunque un grosso danno, senza far del male direttamente a una persona. Cosa non facile. Ci avrebbe messo decisamente più tempo e una volta conclusa la missione, il festival sarebbe stato concluso da un pezzo!
    -Ma è normale che ci siano dei missili sperimentali su questa nave?
    -No che non è normale, li ho fatti istallare illegalm... Woooa!-
    Urlò spaventata, non appena si accorse di avere un'intrusa a bordo e quasi fece schiantare la nave, riuscendo fortunatamente a riprendere l'autocontrollo e soprattutto i comandi.
    L'altra a momenti cadde a terra, aggrappandosi a un sedile prima che fosse troppo tardi. Ma che era saltato in mente a Yoshika? Lasciare i comandi durante un decollo come se niente fosse? Non capiva davvero cosa l'avesse spinta a compiere una simile follia, senza neppure impostare il pilota automatico.
    -Che hai da urlare? Sono Aere, mica un fantasma.-
    Yoshika distolse un attimo lo sguardo e la fissò con odio, tornando poi a concentrarsi a condurre il mezzo. Davvero le pareva normale intrufolarsi nelle navi altrui senza preavviso? Sapeva che fosse una persona che non badava alle convenzioni sociali, ma non le sembrava un po' eccessivo spingersi a tanto? Le sembrava troppo scontato pensare che un passeggero non previsto fosse associato da un pilota a un malintenzionato?
    -Cosa ci fai qui?-
    Perchè Yoshika aveva quel muso? Non era felice di vederla? Si vergognava per esseri spaventata per niente? Che colpa ne aveva lei se era troppo paurosa?
    -Non avevo niente da fare e mi stavo annoiando, così ho deciso di venirti a cercare.-
    Era vero: le avevano dato dei giorni liberi all'ospedale e al suo laboratorio la ricerca attuale imponeva una semplice attesa, quindi non aveva idea di come spendere il proprio tempo.
    L'amica sospirò, notando che i problemi di comunicazione persistevano.
    -Si, ma come hai fatto a capire che mi trovavo proprio su questa nave?-
    Di solito era sempre la Sith a presentarsi alla clone, dato che le era facile trovarla su Coruscant, mentre lei viaggiava continuamente in incognito.
    -Ho saputo che in uno spazioporto è atterrata una nave che si chiamava "Ikaros____la_migliore" e siccome hai chiamato così anche un personaggio di un videogioco online, ho supposto che fosse la tua.-
    Per due secondi la biondina rimase di sasso, poi ebbe voglia solo di sbattere la testa contro qualcosa e urlare "Stupida, stupida, stupida". Intanto Aere andò avanti, mettendo in crescente difficoltà la giovane sith.
    -Cosa stavi facendo?-
    L'altra tentò di tagliar corto, ma fece peggio.
    -Niente di che.-
    -Allora non ti disturbo, vero?-
    Sul volto della clone era comparso un grosso sorriso. Pensava di dover trascorrere un periodo noioso, invece aveva avuto la fortuna di incontrare l'amica e di avercela tutta per lei! L'altra stava per ribattere, ma la curiosità del medico la spinse a guardare il computer di bordo, notando la destinazione e quindi a partire con un'altra domanda.
    -Stai andando su Muunilinst?-
    Perfetto, adesso non la poteva nemmeno mollare al primo spazioporto che capitava, dato che l'amica si sarebbe insospettita se non l'avesse portata fino a lì!
    -Esatto, ma non è poi chissà quale viaggio di piacere.-
    -Posso venire con te?-
    -Certo.-
    Rispose lei, fingendo disinteresse. Ora aveva pure un altro problema a cui badare! Poteva sembrare strano, ma persino per Yoshika era difficile dire di no al puerile entusiasmo della clone. Chi però poteva aspettarsi di trovarla su Nar Shaddaa?
    -Però Aere, che ci facevi in un pianeta come questo?-
    Chiese, lasciandosi trasparire di essere un po' scocciata.
    -Anzi, non lo voglio sapere.-
    Aveva la sensazione che non fosse per un motivo logico e visto il livello di assurdità in cui già si trovava, non era il caso di venire a conoscenza di altri fatti strani.
    Dal canto suo Aere fu sollevata di non dover rispondere alla domanda, ma anche curiosa per il disinteresse dell'altra.
    -Perchè no?-
    -Perchè se non lo sapessi non potrei tradirti, neppure sotto tortura.-
    -Yoshika, sei così saggia e premurosa!-
    Quel che aveva detto la sith era vero, solo che non si aspettava che fosse proprio lì ciò che la ragazza nascondeva. Fortunatamente per lei, Aere se ne stette per qualche tempo buona, a riflettere sul significato del tradimento. Lei non considerava un traditore una persona che cedeva a delle torture. Un conto era condannare un alleato per guadagno personale, un conto era crollare alle minacce del nemico perchè timorosi per la propria vita o perchè distrutti dal dolore. Yoshika aveva esagerato un po' a usare quel temine.
    L'amica, intanto, approfittò del periodo di pace per uscire dall'atmosfera e impostare le coordinate per il salto iperspaziale.


    Edited by Darkcloud!!!! - 26/6/2017, 12:46
     
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    La cosa giusta

    Muunilinst


    Muunilinst era uno dei pianeti più ricchi della galassia. Possedeva parecchie miniere, elemento fondamentale, dato che nessuna economia era mai nata sulle chiacchiere, bensì su risorse e competenze. La fortuna di quel posto però era stata determinata dall'abilità dei nativi, i muun, nelle branche della matematica applicabili alla finanza. Ciò aveva fornito a quel popolo un vantaggio significativo nell'individuare gli affari più convenienti e aveva progressivamente fatto emergere le loro banche tra le altre. Di fatto il Clan Bancario Intergalattico era considerato uno dei più affidabili, una buona opzione per chi necessitava di un prestito o voleva investire.
    Aere stessa trovò curioso il mondo e fosse stato per lei, avrebbe volentieri sottoposto i bambini dei muun a qualche test matematico per verificare quanto fossero portati per lo la materia dei numeri.
    Yoshika aveva preso due singole in un albergo di Harnaidan, la capitale del mondo e ora la clone si trovava proprio nella sua camera. Il sole era tramontato da una mezz'ora buona e la fanciulla si era proprio alla finestra, a osservare il cielo che diventava sempre più viola, colore tipico della notte. Perchè l'amica non aveva preso una doppia? Sarebbe stato più divertente poter parlare assieme tutto al tempo.
    Si volse, per andare al bagno, notando quindi che qualcuno avesse fatto passare una busta sotto la sua porta. Come sospettava, l'aveva scritta Yoshika.

    CITAZIONE
    Ciao Aere.
    Ci ho pensato su. Non credo sia una buona idea che tu rimanga qui. Mi sono recata da queste parti per svolgere una faccenda terribilmente noiosa e per niente divertente. Ti romperesti solo le scatole a star con me e non è ciò che voglio. Io stessa avevo pensato di sfruttare questi giorni diversamente prima di tale imprevisto: volevo andare alla fiera di fumetti e videogiochi di Coronet.
    Però mi è venuta un'idea: il biglietto per l'evento ce l'ho ancora e ho deciso di darlo a te. Se non posso divertirmi io, almeno che possa farlo qualcuno a cui voglio bene. Perciò domani prendi la prima nave che va a Corellia e goditi il festival. Non preoccuparti per la stanza d'albergo che hai preso qui, se serve anticipo io.
    So che non ami concederti troppe distrazioni dal conseguimento del tuo obiettivo, ma mi è parso di capire che tu adesso sia un po' ferma, perciò non vi è assolutamente niente di male nel divertirsi un po'. Così la prossima volta che ci incontreremo potrai parlarmi della fiera.

    Con affetto, la tua amica

    Nella busta vi era pure il biglietto. Aere sospirò. Ora cosa doveva fare? Si sentiva in colpa a divertirsi troppo mentre le sue sorelle erano ancora prigioniere, ma era pur vero che in quel periodo non poteva fare molto per portare avanti il piano per la loro liberazione. Forse alcune di loro avrebbero persino disapprovato che lei si "punisse" rinunciando a qualcosa di bello, quando non vi era motivo per farlo. Però era davvero il caso di concedersi una distrazione così grande? E se ci prendeva gusto a distrarsi? Parlare con Yoshika non le impediva poi di rimettersi al lavoro, ma sarebbe valso lo stesso per la fiera? D'altro canto se non fosse andata lì avrebbe offeso l'amica, che avrebbe visto venir buttati via i propri soldi.
    Qual'era la cosa giusta da fare? Avrebbe dovuto rifletterci a lungo.
     
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    A volte la realtà è più strana della fantasia



    La Dawes era uno dei più importanti membri del Clan Bancario, nonchè il bersaglio perfetto per la giovane sith. Si era procurata i progetti della sede centrale e si era accorta di una falla che poteva essere sfruttata per distruggere il super computer che gestiva le transazioni di denaro. In quel caso vi sarebbe stato un danno di diversi milioni di crediti. Sicuramente un bel risultato, anche se aveva saputo che ultimamente il palazzo aveva ricevuto delle ristrutturazioni e quindi la falla poteva essere stata corretta. Quindi, prima di lanciare un attacco, avrebbe dovuto verificare la presenza del punto debole e in caso contrario, puntare a colpire una banca più piccola, provocando effetti minori.
    Il giro ricognitivo mirava a raggiungere gli uffici della sede e da lì percepire se vi fosse ancora l'errore strutturale per tentare successivamente il sabotaggio. Aveva già in mente una scusa per venir condotta sul posto.
    Yoshika abbassò lo sguardo dal cielo alla piazza in cui la gente entrava e usciva dalle strutture. Muunilinst non dormiva mai, ma presto avrebbe desiderato poterlo fare. Di certo molta gente avrebbe inveito contro la misteriosa sabotatrice. Chissà se nessuno si sarebbe mai chiesto se costei fosse felice di quel che faceva. Si, perchè fosse stato per la fanciulla, avrebbe lasciato perdere quei mangia soldi, andandosene da tutt'altra parte.
    Chiuse un attimo gli occhi. Probabilmente Aere era già in viaggio per Corellia. Se non altro aveva fatto felice una persona a cui voleva bene, non rendendo vani i preparativi. Certo, era una magra consolazione, ma era meglio che niente.
    Ai piccoli si diceva sempre che le buone azioni venivano ricompensate. Non era vero: un atto di vero altruismo implicava sempre di rinunciare a qualcosa per colui che lo praticava. Per questo era raro vederne uno. Non che avesse rinunciato a chissà cosa lei facendo quel dono all'amica, dato che comunque si sarebbe persa la fiera.
    -Non trovi che Muunilinst assomigli per certi versi a Coruscant?-
    Udì una voce provenire dalle sue spalle. Era la seconda volta che accadeva nell'arco di ventiquattr'ore.
    -Aere, che ci fai qui?-
    L'amica inspirò, cercando le parole adatte per esprimere il concetto.
    -Yoshika, ho riflettuto a molto su quel che mi hai detto: se non può fare niente di urgente, una persona ha il dovere di cercare la felicità e di vivere ogni giorno meglio che può. Forse la Vita è la cosa più preziosa che abbiamo, perciò bisogna cercare di renderla bella.-
    Era lieta che avesse capito cosa intendesse, ma allora perchè era ancora lì? Quasi le avesse letto nel pensiero, la clone la anticipò.
    -Lo so, ci possono essere varie forme di divertimento, ma il modo migliore per impiegare il nostro tempo è stare con le persone che apprezziamo. Sono certa che mi sarebbe piaciuto andare a quell'evento, ma quanto può valere un'esperienza che si fa da sola, rispetto a una con un'amica, sebbene apparentemente ordinaria?-
    La situazione si stava facendo imbarazzante. Ci mancavano solo lo sfondo giallo e i bokeh e avrebbe giurato di trovarsi in un fumetto che aveva come tema l'amicizia.
    Un po' a disagio e indispettita, cercò di interromperla.
    -Aere, io ti avevo regalato quel biglietto perchè tu andassi lì...-
    Ma ancora una volta l'altra incalzò. Sembrava quasi di avere a che fare con Raila ubriaca, con la differenza che Aere era perfettamente sobria.
    -Non preoccuparti, ho chiesto il rimborso e non hanno avuto il problema a darmelo, dato che non era tanto l'oggetto in sè che importava, ma il codice in esso riportato. Ecco i due crediti che mi hanno restituito.-
    Non c'era alcun dubbio, se quello fosse stato un manga dagli occhi di Yoshika sarebbero usciti i tipici fiumi di lacrime prodotti da un personaggio quando non riusciva a farsi capire dall'interlocutore. Ma quella non era una storia di finzione, stava davvero accadendo nella realtà e non poteva neppure prendersela, vista la buona fede di Aere.
    -Aere, non è questione di soldi. Per favore, prendi il primo trasporto per Corellia e vai lì.-
    Probabilmente le sarebbe stata d'intralcio e anche se così non fosse stato, non poteva certo rischiare che scoprisse alcuni segreti del suo ordine. La situazione però andò di male in peggio: il volto della clone iniziò a farsi cupo.
    -Perchè? Non gradisci la mia compagnia? Mi odi?-
    Per un attimo fu panico totale, ma proprio allora Yoshika credette di avere un lampo di genio. Si fece improvvisamente seria e la guardò negli occhi.
    -Aere, ciò che devo fare qui è terribilmente spiacevole, snervante, oltre che triste. Se rimarresti con me anche tu verresti coinvolta in tutta questa sofferenza e non è quello che voglio.-
    Bene, ora tutto si sarebbe risolto. Un attimo, perchè si stava avvicinando? Perchè poi le stava cercando di prendere la mano? Maledizione, l'espressione di stupore l'aveva fatta ben sperare, ma quella apprensiva che era seguita non prometteva niente di buono!
    -A maggior ragione devo stare con te. I veri amici stanno al tuo fianco proprio nei momenti difficili. Farò del mio meglio per esserti d'appoggio e anche se non potessi aiutare molto, almeno non sarai sola nel momento in cui piangerai.-
    Perfetto, ora si che era fregata!
    -Allora... conto su di te.-
    Disse con un sorriso terribilmente tirato. Ora sapeva come si sentivano gli eroi dei fumetti quando pronunciavano quelle parole! Del resto cosa si poteva dire in quella situazione?
    Chiese comunque all'amica qualche minuto per riorganizzare i pensieri, idea che sembrò giovarle. Visto che per un po' avrebbe dovuto portarsi dietro quel medico, tanto valeva approfittarne per far qualcosa di divertente e la ricognizione pareva essere fatta apposta per lo scopo.
    -Aere, mi è appena venuta in mente un'idea per rendere il tutto meno spiacevole.-
    E le sussurrò qualcosa all'orecchio.
    -Si, penso di poterlo fare.-
    Forse, se le dava quella soddisfazione sarebbe stato più semplice poi convincerla ad andarsene o almeno a starsene buona all'albergo mentre lei avrebbe "lavorato".
     
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    Cosa puoi fare con due crediti



    L'edificio era davvero immenso e contemporaneamente ben protetto, condizioni non facilmente conciliabili vista l'ampia zona da coprire. Mancava però di una qualsiasi opera d'arte o decorazione che avrebbe potuto incrementarne l'immagine estetica. Non che vi fosse niente di strano se si parlava dei muun: per loro importava solo il profitto, la competizione e i risvolti pratici. Sembrava non vi fosse quasi spazio per la creatività, la quale rendeva la vita ancor più degna di essere vissuta. La maggior parte di quelle persone puntava solo ad arricchirsi sempre di più, al fine di accumulare un capitale abbastanza grande da essere reinvestito e far guadagnare ulteriori ricchezze, che sarebbero state usate per procurarsi altri soldi e così via.
    Le due passarono oltre le due porte blindate, provviste di scanner per contro le armi nascoste e anche una volta dall'altra parte videro due droidi Zed in bella vista. Insomma, quegli uomini d'affari non aveva preso la questione sicurezza alla leggera.
    -Sai quel che devi fare?-
    -Certo, lascia fare a me.-
    Quindi si diresse verso uno degli sportelli che avevano meno coda, precisamente quello riservato ai piccoli azionisti, ai soci minori e ai possessori di grandi somme di denaro.
    -Come posso aiutarla, signorina?-
    -Vorrei aprire un conto.-
    L'impiegato si fermò un secondo, trovandosi davanti a una situazione anomala.
    -Ha sbagliato sportello, quelli per le operazioni di conto corrente vanno dal quattro al quaranta.-
    Ma Aere era stata istruita a rispondere in quel caso.
    -La somma che intendo depositare non rientra nei conti ordinari ed è di gran lunga più importate persino di quelli di livello uno.-
    Ancora una volta il muun si fermò. Quindi si stava parlando di quantità di crediti superiore al milione! In quel caso valeva la pena scomodarsi.
    -Per i conti correnti speciali occorre rivolgersi direttamente all'amministrazione della banca. Solitamente andrebbe fissato un appuntamento, ma posso vedere se uno dei nostri capi è libero al momento. In tal modo si potrebbero già stilare le basi del contratto.-
    -Le sarei grata.-
    -Mi deve cortesemente mostrare un documento, così da poter conoscere la sua identità e verificare se effettivamente possiede un simile capitale.-
    Qui entrava in scena Yoshika, che prontamente usò i propri poteri per confondere la mente del povero malcapitato.
    -Ma non le servono i documenti: è impossibile non riconoscerla. Si tratta di quell'importante investitrice che volendo potrebbe comprarsi un intero pianeta. Ne stanno parlando tutti ultimamente, dato che sta cercando una nuova banca che possa venire incontro alle sue esigenze.-
    Il povero impiegato era un tipo un po' mediocre, non aveva speranza di resistere al trucco mentale della sith. Parve assente per qualche secondo, poi stupito e quindi mortificato.
    -Perdoni, non l'avevo riconosciuta. Non c'è bisogno di accertarsi della sua identità, nè del capitale, dato che è lei. Mi dia un po' di tempo e farò in modo di farla ricevere dai banchieri.-
    Allora diede il via a parecchie telefonate, importunò diversi colleghi e fermò la maggior parte delle code, creando non poco disagio. Tanto che a un certo punto un superiore, deciso a vederci chiaro nella faccenda, deliberò di parlare con Aere e Yoshika. Inutile dire che anche lui fu vittima dei poteri della bionda, diventando senza volerlo allenato delle due, che iniziarono a trattenere a stento le risate.
    Allora il numero di persone mobilitate per le fanciulle si moltiplicò, i servizi vennero quasi interrotti e i clienti iniziarono a lamentarsi della cosa.
    Dopo venti minuti buoni, l'impiegato riuscì a convincere l'ultimo banchiere a disimpegnarsi.
    -Si, senza alcun dubbio.-
    Disse lui, al telefono.
    -Certo, è un'importantissima investitrice. Mi sorprende che non fosse al corrente che potesse recarsi qui.-
    La risposta durò circa venti secondi.
    -Ovviamente, non sono io quello che deve dirle a cosa dare priorità. Le segnalo semplicemente un'occasione rara.-
    Stette ancora a sentire.
    -Perfetto, allora glielo comunicherò.-
    Disse riattaccando. Ormai stremato, tornò dalle due.
    -Buone notizie, signorina. Tutti i miei capi hanno dato la loro disponibilità e sarò ben lieto di accompagnare lei e la sua segretaria da loro. Prego, seguitemi.-
    Quindi le portò in un salone più interno, abbastanza vicino all'ipotetica falla affinchè Yoshika potesse estendere le proprie percezioni e verificarne la presenza. Niente, era stata corretta! Pazienza, almeno così nessuno avrebbe potuto ricondurre loro alla successiva distruzione del supercomputer. Ora non rimaneva altro che concludere la burla e uscire di lì.
    L'uomo intanto fece strada, fino a che un gruppo di persone in abiti pregiati gli venne incontro. Dovevano essere i suoi capi.
    -Buon giorno signori, questa è l'investitrice di cui vi avevo parlato.-
    Uno di loro prese la parola.
    -Lo avevo immaginato, Banks.-
    Poi si volse verso Aere.
    -Mi dica, di quanto denaro dispone?-
    La fanciulla compiette uno sforzo non da poco per non ridere.
    -Due crediti.-
    Quelli che le avevano dato come rimborso per il biglietto.
    Per una decina di secondi calò un silenzio tombale, ben più lungo di quello che di solito si manifesta in situazioni inaspettate. Poi il banchiere parlò, in un tono terribilmente serio, che lasciava intendere la palese irritazione dietro all'espressione impassibile.
    -Fatemi capire bene, voi avete interrotto tutti i nostri impegni, avete fermato la banca, per versare due crediti?-
    Due crediti non erano neanche la somma minima per aprire un conto ordinario! Il pezzo grosso fulminò con lo sguardo l'impiegato e poi tornò a guardare le due e Yoshika già pregustava la sua scenata isterica.
    -Due crediti? Due crediti è la somma con la quale ho cominciato io!-
    Una voce si fece strada nella stanza e da una porta uscì un muun decrepito, che a stento si reggeva sul proprio bastone. Gli altri banchieri tacquero e solo Banks si permise di spiegare chi fosse costui.
    -Quello è il signor Dawes Padre, presidente della banca. Un gigante della finanza.-
    -A me però non sembra poi così alto.-
    Al signor Dawes nessuno poteva dire di no e visto l'interesse da lui mostrato, gli altri capi dovettero calmarsi e accettare di essere stati presi per i fondelli.
    -Queste due ragazze vorrebbero aprire un conto corrente.-
    -Sul serio figliole? Eccellente... eccellente...-
    Disse il vecchio, cercando di ingegnarsi a scendere dallo scalino poco dopo la porta, un ostacolo non da poco per la sua veneranda età.
    -Fa sempre comodo dell'altro denaro per far lavorare la banca, non è vero?-
    La situazione aveva preso una piega curiosa, ma comunque Yoshika gradì la cosa, essendo di fronte a un'esperienza nuova. Per puro caso avevano proposto una somma che evocava all'amministratore delegato un bel ricordo e costui, mosso dal sentimento del momento, desiderava accontentarle. Per la bionda fu ormai scontato che il signor Dawes avrebbe fatto aprire ad Aere un conto con solo i due crediti e le avrebbe lasciate andare senza serbare loro alcun rancore. Insomma un finale insolito, quanto gradito.
    -E così tu hai due crediti? Mi permetti di vederli?-
    La giovane sith però non aveva fatto i conti con l'imprevedibilità dell'amica, che ci aveva preso gusto nello scherzo.
    -Ho cambiato idea. Non voglio più depositali, voglio usarli... per darci da mangiare ai piccioni.-
    Quando voleva Aere sapeva essere davvero cattiva! Già immaginava come ci sarebbero rimasti tutti ora, vedendo loro due andarsene senza dare niente. Invece Yoshika dovette ricredersi per l'ennesima volta.
    -Fandonie! Dai da mangiare ai piccioni e cosa ottieni? Piccioni grassi.-
    Gridò l'amministratore delegato. Sembrava tenerci particolarmente. Chissà chi avrebbe ceduto ora? Lui o Aere?
    -Ma, se quei due crediti in banca subito impiegar tu li sai, senza troppi sforzi in breve raddoppiar li vedrai.-
    Ma cosa? Si stava mettendo a cantare? Le due sgranarono gli occhi incredule. Forse non era così, magari avevano semplicemente equivocato il tono di voce.

    Video


    -Saran sicuri nei forzieri e null'altro dovrai far
    che affidarti a noi banchieri
    che sappiam quel che più convien comprar.-

    Dopo di che dovette interrompersi, per via di un attacco di tosse.
    -Posso signore?-
    Però ora non vi era più alcun dubbio: stava cantando! Le due rimasero sconcertate, chiedendosi il perchè di tale assurdità.
    -Continui, Banks.-
    Pure l'impiegato iniziò a prendere parte a quella follia e tutto come se fosse perfettamente normale!
    -Vedi signorina, sarai azionista di ferrovie in Africa.-
    -Esatto-
    -Dighe in Canadà.-
    Aere si voltò verso l'amica, confusa.
    -Cos'è il "Canadà"?
    -Non chiederlo a me.-
    E i due continuarono.
    -Le navi, le dica delle navi.-
    -Flotte sopra i mari.-
    -Di più, le dica di più.-
    -Canali che uniscono gli oceani tra lor.-
    -Che incentivo all'immaginazione!-
    Immaginazione? Che c'entrava l'immaginazione con quella cosa?
    -Milioni di piante di tè...
    Questa volta fu la sith a chiedere aiuto al medico.
    -Ha detto tè?-
    L'altra scosse la testa.
    -No, deve trattarsi di una qualche droga pesante, altrimenti non spiegherebbe il loro comportamento.-
    La situazione si fece allora ancor più inquietante, dato che pure gli altri banchieri si misero a cantare in coro.
    -Con due grami, miseri, semplici crediti che hai versato in banca
    o meglio ancora nella grande banca Dawes di credito, risparmio e sicurtà!-

    E si misero pure a danzare!
    -Se tu non perdi tempo e i due crediti dai un bel dì
    arrivar alle stelle il tuo credito vedrai
    sempre grazie a noi qui.-

    -Ed anche tu potrai godere dei vantaggi del denar
    e raggiunger quel potere che soltanto il credito può dar.-

    -Puoi comprare obbligazioni e azioni!
    Pensa agli interessi, buoni, quote, titoli, sconti.-

    -Pensa poi che abbondar! Le opportunità!
    Imprese di immensa utilità.-

    -Mobili, immobili, aree, fabbriche, stabilimenti,
    cooperative, banche!-

    Oltre che inquietata, Aere prese pure ad arrabbiarsi per come la stavano prendendo in giro: lei aveva investito tempo e migliaia di soldi in potenziamenti per far crescere un po' la Science Dust e quei "professionisti dell'economia" sostenevano che bastassero solo due crediti per comprare tutte quelle cose. Gliene avrebbe dette su di tutti i colori, ma la binda le fece segno di non dire niente: ormai erano letteralmente con le spalle al muro.
    -Finché la Banca di Muunilinst sta in piedi, la galassia sta in piedi.-
    E subito dopo rischiò di cadere, tanto che i colleghi dovettero sorreggerlo.
    -Se crolla la Banca di Muunilinst, crolla la galassia.-
    E la situazione si ripetè, questa volta con una caduta in avanti.
    -Vedi signorina, tutto per mancanza di due...-
    -Grami, miseri, semplici, crediti da versare in banca,
    o meglio ancora nella grande, banca Dawes di credito, risparmio e sicurtà-

    Quando l'ultima nota finì, il muro alle spalle delle fanciulle cedette. Yoshika aveva appena usato i suoi grandi poteri per aprire una breccia così da avere una via di fuga. Prima ancora che Aere potesse elaborare cosa fosse successo, la bionda l'afferrò per un braccio.
    -Corri, Aere, corri.-
    Ed iniziò a fuggire. Dovevano assolutamente lasciare quella gabbia di matti.



     
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    L'appello



    Si diceva che i sith fossero "a prova di inferno" e per molti versi era vero. Per esempio Yoshika era stata in posti di cui persino grandi guerrieri avevano paura solo al pensiero e anche se la ragazza era molto diversa dalla maggior parte dei membri del suo ordine, condivideva quel tratto.
    Eppure persino lei aveva avuto timore di fronte a un'esibizione di follia così spudorata.
    -Ora capisco perchè mi abbiano mandata qui. Evidentemente anche lei è entrata nella Dawes e ha avuto a che fare con quei matti.-
    Sussurrò la fanciulla, portando il cibo alla bocca. Si erano allontanate abbastanza dall'edificio per poi infilarsi in un locale. Le due avrebbero avuto qualche ora di vantaggio, prima che le autorità si muovessero per cercare chi aveva danneggiato il muro della struttura. Il crimine non era grave, quindi potevano concedersi il lusso di riempirsi la pancia e riorganizzare le idee, prima di sparire.
    -"Mandata"? Quindi lavori per qualcuno? Hai dei superiori?-
    Aveva palato troppo! Poco ci mancava che si fosse lasciata sfuggire il nome di Raila e dell'ordine. La presenza di Aere complicava non poco le cose: la cosa migliore per la ragazza sarebbe stato abbandonare il pianeta, ma difficilmente avrebbe potuto farlo in sicurezza, senza l'aiuto della bionda. Però per Yoshika sarebbe stato assai più difficile tornare su Muunilinst e completare il lavoro. Vice versa, se avesse tenuto la clone con sè l'avrebbe esposta a dei pericoli e rischiato che venisse a conoscenza di informazioni riservate.
    Era un bel casino! Ma doveva affrontare un problema alla volta.
    -Per favore, non chiedermi altro. Ricordati la storia del "meno so, meno posso tradire qualcuno".-
    Aere annuì, sistemandosi il cappuccio alzato. Quello era un ottimo modo per mantenere l'anonimato nei locali. Non era affatto un elemento sospetto, in quanto per molte culture era importante nascondere il proprio volto. Di fatto era stato il primo suggerimento datole dall'amica, non appena avevano visto la cucina.
    Il medico lo stesso non si sentiva molto al sicuro e i suoi timori aumentarono quando le trasmissioni dell'holovisione al centro della cantina vennero interrotte per lasciare spazio a un telegiornale straordinario.
    -Interrompiamo i normali programmi per una notizia dell'ultima ora. Il presidente della Dawes ha un'importante dichiarazione da fare.-
    Si, si trattava proprio di quel vecchio pazzo e a vederlo non sembrava rinsavito! Ci mise un po' a rendersi conto di essere in diretta e prima di ciò stava chiaramente confabulando. Dai movimenti delle labbra pareva stesse dicendo "due crediti".
    -Ecco, la Dawes in questo momento è in grave pericolo: due ragazze si sono rifiutate di aprire un conto, versando due crediti. Nel caso non riuscissimo a trovarle e a convincerle a collaborare, la nostra banca collasserà, provocando la più grande crisi economica che la galassia abbia mai conosciuto dai tempi della Vecchia Repubblica. Chiedo l'aiuto di tutti voi per trovarle.-
    Normalmente ci sarebbe stato da ridere che qualcuno sostenesse che due tizie con una simile somma potessero avere una simile responsabilità riguardo il futuro di tutti, invece la maggior parte dei presenti prese per attendibile la notizia.
    Yoshika percepì la paura crescere nell'amica e si attivò affinchè questa non facesse scemenze.
    -Stai calma, rimani seduta e continua a mangiare come se niente fosse. Non hanno fornito alcuna informazione sul nostro aspetto e l'unica cosa che potrebbe far sospettare gli altri di noi sarebbe appunto se ci agitassimo e tentassimo di lasciare subito il locale. Siamo vicini all'uscita, questo è vero, ma potrebbero benissimo continuare l'inseguimento fuori e chiamare le forze dell'ordine.-
    Sussurrò, notando che l'altra avesse iniziato a controllare il proprio timore, sebbene avesse i muscoli ancora tesi.
    -Non preoccuparti, fai come ti dico e saremo fuori senza che nessuno faccia caso a noi.-
    In effetti nessuno si stava interessando alle due: erano più intenti a commentare quanto appena sentito. In mezzo a quel brusio, emersero chiaramente due voci, appartenenti ai proprietari della catena di locali di cui quello stesso faceva pare. Erano due muun, marito e moglie.
    -Dobbiamo sperare che quelle due persone vengano trovare e aprano quel conto o diventeremo peggio del volgo.-
    Iniziò tremendamente serio, mentre sulla donna già si delineava un'espressione degna di un melodramma.
    -Saremo...-
    Lei portò le mani alle guance.
    -Non dirlo.-
    -... poveri.-
    L'altra fece espressioni via via più atterrite.
    -Nullatenenti!-
    Lui prese a gesticolare.
    -Rovinati.-
    La moglie tirò la propria pelle, stendendo le rughe.
    -Neanche più un soldo?-
    Allora il consorte sorrise in modo sinistro.
    -Dobbiamo avere tanti soldi.-
    La donna camminò per un po' di tempo avanti e indietro, poi qualcosa nella sua testa scattò. Non qualcosa di sano, a giudicare dall'espressione improvvisamente felice.
    -I soldi son la mia passion.-
    Aspetta, pure lei si stava mettendo a cantare? Yoshika guardò allibita. Cosa stava accadendo?
    -Lo so, lo so.-
    Rispose il proprietario, mettendo alla piastra tre piadine che nessuno aveva ordinato.
    -E della mia anima sono i padron.-
    -Lo so, lo so.-
    -E c'è anche che mi fan sentire regina tra i re.-
    I due iniziarono a gesticolare in modo sempre più palese.
    -Ecco che c'è-
    E ovviamente i presenti sembravano trovare il tutto perfettamente normale, meno il cane dei due "cantanti", il quale prese a ringhiare e ad abbaiare, notando qualcosa di strano nella cosa. Almeno gli animali sembravano aver conservato il proprio senno!
    -I soldi son la mia passion-
    Il marito allora rimosse una placca sulla parete, rivelando a tutti l'ubicazione segreta della cassaforte, in cui i due custodivano parte delle proprie ricchezze.
    -Perciò, perciò, perciò.-
    E dopo averla aperta, come se avesse dovuto scoprirne la combinazione, lasciò intravedere diversi sacchi, contenenti crediti in contanti e la moglie iniziò a dire cose cose ancor più prive di senso.
    -I soldi sono fatti così.-
    A quel punto Yoshika si alzò in piedi e invitò Aere a fare lo stesso.
    -Ce ne andiamo via di qui. Lasciamo il posto camminando, come se dovessimo farlo in tutta calma.-
    Anche Aere non era a proprio agio di fronte a tale manifestazione di follia, ma fu confusa che l'amica contraddicesse le sue stesse parole.
    -Ma non avevi detto che dovevamo concludere di mangiare, comportandoci come se niente fosse?-
    -Fallo e basta.-
    L'amica l'accontentò e si avviarono lentamente verso l'uscita.
    -O sì, o sì.-
    Continuò il coniuge, fissando i contanti con aria ebete.
    -Se voglio qualcosa eccola qui.-
    -O sì, o sì.-
    Se qualcuno pensava che non vi potesse essere un'esibizione più raccapricciante dei quella, si sbagliava di grosso. Infatti la moon tirò fuori un mucchio di tovaglioli e li lanciò in aria, facendo finta che fosse denaro. Non avrebbe certo usato crediti veri, dato che avrebbe rischiato di perdere e magari avrebbe scatenato una rissa tra i presenti, che avrebbe cercato di appropriarsi della somma.
    -Soldi e poter è un gran godere che non capirai.
    Se non ne hai.-

    E divenne pure aggressiva.
    -Aere, acceleriamo il passo.-
    -Aspetta, ma stiamo uscendo senza pagare.-
    -Fidati di me.-
    Tra le due, ora sembrava essere la sith quella più agitata.
    -I soldi son la mia passion.-
    -O sì, o sì, o sì.-
    Come se non bastasse, ci diede dentro pure con l'alta lirica o meglio ci provò.
    -Che gran passione.
    Che tentazione.
    Sai di soldi che mai,
    da me tu avrai-

    Non che la sith e il medico volessero appropriarsene. Che se li tenesse pure tutti lei.
    -Soldi il meglio che c'è.
    Sono uno spasso per me che vorrei giocar.-

    Quando poi si arrivò al punto in cui lui dichiarò di volerci "giocare", Yoshika non ne potè più. Prese per un braccio l'amica e gridò.
    -Corri, corri.-
    E senza darle modo di rispondere la trascinò fuori dal locale, in una fuga disordinata. Per fortuna Aere fu pronta e si mise anche lei a correre.
    -Adesso finalmente ho capito perchè ce ne siamo andate in quel modo: avevano già capito che fossimo, quindi non aveva senso non dare nell'occhio.-
    Disse, credendo di aver intuito il motivo del comportamento dell'amica.
    -No è perchè non ne potevo più di sentirli cantare.-
    Rispose, continuando a fuggire.



    I soldi son la mia passion - Tom and Jerry il film
     
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    Esasperazione



    Betty Curta era appena uscita dalla propria abitazione. Era il suo giorno libero, quindi si era alzata più tardi rispetto al solito. Non era da lei concedersi ferie regolarmente: nell'azienda in cui lavorava rinunciare ai giorni di libertà spettanti per legge e andare lo stesso a lavoro, in cambio di una paga maggiore, era considerato segno di serietà e facilitava di molto la carriera dei lavoratori.
    La giovane muun aveva però preso ad ammalarsi molto spesso. Mai di patologie gravi, ma con una frequenza maggiore rispetto alla norma. Il medico che la seguiva aveva giustamente ipotizzato che fosse dovuto all'eccessivo stress a cui la ragazza era soggetta e le aveva più volte consigliato di non ammazzarsi di fatica e accettare quei giorni liberi.
    Se sulle prime lei aveva ignorato il suggerimento, ma alla fine aveva concluso che, se si sentiva male così spesso, avrebbe comunque perso giorni lavorativi nel tempo che necessitava per guarire dall'infezione di turno.
    Quindi eccola lì, fortunatamente obbligata a prendersi cura della propria salute. Per quanto ne sapeva, uscire fuori a fare una passeggiata le avrebbe giovato, quindi iniziò a camminare per stradine a lei note. Avrebbe preferito non imbattersi in persone che conosceva e che magari avrebbero potuto giudicarla per non essere stata capace di reggere i ritmi di lavoro.
    Fu allora che vide qualcosa di abbastanza insolito: due umane correre a perdifiato e infilarsi in un vicolo. Da quelle parti non erano molto frequenti i membri di quella razza, nè comprendeva che necessità avessero di correre. Incuriosita decise di prendere anche lei quella strada e ben preso si trovò davanti due ragazze stanche e spaventate.
    Costoro si accorsero presto della sua presenza e stavano per rimettersi a scappare, ma lei tentò di rassicurarle.
    -Tranquille, non voglio farvi alcun male. Cosa c'è che non va?-
    Aere la squadrò per bene, notando che effettivamente la sua reazione non era preoccupante.
    -Lei sembra normale.-
    Ormai sempre più forze dell'ordine cercavano di acciuffarle, non per il danneggiamento del muro, ma per la questione dei due crediti e quando non vi era qualcuno ad inseguirle, spesso si imbattevano in dei muun intenti a cantare. La situazione stava degenerando!
    -Meno male, ci sono ancora persone sane di mente!-
    La clone fece una rapida analisi e decise che quella fosse l'occasione adatta per cercare di capirci un po' di più.
    -Sane di mente? Ma di che state parlando?-
    -La gente qui ha preso a comportarsi in maniera piuttosto strana. Si stanno mettendo tutti a cantare.-
    La giovane lavoratrice parve perplessa e alzò lo sguardo, cercando di riflettere.
    -Non è che magari vi siete imbattute in una sorta di concerto all'aria aperta? Certe manifestazioni da noi non sono frequenti, ma non escludo che possano esserci. Oppure doveva trattarsi di un gruppo di artisti di strada.-
    Evidentemente la sconosciuta aveva avuto la fortuna di non incontrare quei pazzi furiosi, dato che stava cercando di ricollegare la cosa a degli episodi probabili.
    -No, è gente normale che si mette a cantare appena gli rivolgi la parola.-
    All'altra venne un'idea.
    -Magari si sono messi d'accordo per prendervi in giro.-
    -Magari fosse così.-
    Intervenne Yoshika.
    La nuova arrivata sembrò dubbiosa, non sapendo che altre supposizioni fare e chiedendosi se non fossero le due le persone ad essere strane.
    -Su due piedi non saprei proprio come aiutarmi. Dovreste spiegarmi il contesto in cui ciò avviene.-
    Quella muun sembrava un tipo razionale e la clone supponeva di poterla considerare affidabile.
    -Le situazioni che ci siamo trovate davanti sono le più disparate. Però... a pensarci bene vi era un elemento che accomunava quasi tutte: i presenti parlavano di denaro.-
    L'interlocutrice parve ancora incapace di fare ipotesi.
    -Non credo che ciò possa avere a che fare con quanto sostenete che succeda: su questo pianeta i soldi sono un argomento che ricorre spesso. Perchè... perchè...-
    La donna sembrava come essersi bloccata, tanto che Aere stava per chiederle se le era venuto in mente qualcosa, ma Yoshika avvertì proprio allora un tremito nella Forza e non era difficile indovinare cosa volesse dire.
    -... Chi ha tanti soldi vive come un pashà e a piedi caldi se ne stà.-
    Perfetto, era impazzita pure lei!

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    -Soldi, Soldi onvero Barba Braschi.
    Ti danno donne e whiskey, salute e figli maschi perchè
    chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta.
    Prendi, spandi e spendi.
    Non domandare da dove provengono...-

    Nella mente di Yoshika si fece posto un'emozione ben più potente della paura: l'esasperazione e con essa la rabbia. A un cenno della sua mano la giovane muun si ritrovò scaraventata contro un muro. Ciò la tramortì e le procurò qualche giorno di ospedale e dire che stava cercando di non avere problemi di salute per lavorare di più!
    -Ben fatto, Yoshika.-
    Pure Aere non ne poteva più.
    -Avanti così finirò per perdere il controllo e ammazzare qualcuno.
    Quello sarebbe stato troppo. Ad ogni modo la giovane clone si sentiva curiosa persino in quella situazione.
    -Ci dev'essere sicuramente una spiegazione a questo assurdo comportamento di massa.-
    La sith fece un respiro profondo, cercando di calmarsi.
    -Vuoi sapere che ne penso? Non mi interessa quale sia. Ne ho avuto abbastanza di questo pianeta, ora io e te ce ne andiamo di qui.-
    La sua missione era finita e avrebbe portato come atto di sabotaggio la breccia alla sede della Daws. Se poi l'imperatrice avesse avuto da ridire, le avrebbe risposto di attaccarsi, in barba alla sua ira. Una Raila infuriata era ben poca cosa rispetto a un altro giorno lì.



    Soldi soldi soldi – Betty Curtis
     
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    Andate a prenderli



    Aere non poteva che concludere che avesse parecchia strada da fare. Anche se credeva di aver imparato molto da quando aveva lasciato Kamino le bastava vedere come sapeva muoversi l'amica, per capire di essere distante dal suo livello. Se lei non avrebbe saputo da come cominciare per lasciare il pianeta, mentre la fruitrice di Forza aveva mostrato di sapersi destreggiare benissimo e alla giovane clone non era restato altro che aspettare che l'altra elaborasse il piano di fuga.
    La bionda l'aveva lascia sola per mezz'ora in un edificio abbandonato, per poi raggiungerla dopo tutti i preparativi. Aere tirò un sospiro di sollievo non appena fu certa che si trattasse dell'amica e non di un qualche muun canterino che l'aveva scovata.
    La sith non perse tempo e tirò fuori un holoproiettore, per spiegare il tutto con l'ausilio della mappa.
    -Allora Aere, questo è lo spazioporto e la nostra nave si trova qui. Come sai il posto è strettamente sorvegliato e ci catturerebbero subito se tentassimo di addentrarci. Vi sono pure dei blocchi alle uscite della città. L'unica cosa che potremmo fare sarebbe prendere dei mezzi pubblici per raggiungere un altro insediamento, ma in quel caso saprebbero che intendiamo prenderli nel momento stesso in cui compreremmo il biglietto e verremmo fermate all'arrivo o magari persino durante il viaggio.-
    Ricapitolò, senza scendere troppo nel dettaglio, dato che l'amica già era al corrente della situazione globale.
    -E quindi come si esce da tutto ciò?-
    La sith tirò fuori una apparecchio.
    -Lo vedi questo? Grazie ad esso posso attivare la mia nave in remoto e far si che ci venga a prendere. Una volta a bordo sarà facilissimo andarsene.-
    Il medico però notò un problema di fondo.
    -Ma dove la facciamo atterrare? Non c'è spazio in città.-
    L'altra sorrise e selezionò un punto della mappa olografica.
    -Vedi questo grattacielo? Si tratta di un centro commerciale ed è accessibile a tutti. Sulla sua sommità vi è una piattaforma d'atterraggio, abbastanza grande per il nostro mezzo.-
    Aere stava per dire qualcos'altro, ma l'amica le fece segno di non aver finito di spiegare.
    -Ho preso dei biglietti per i trasporti pubblici, così i nostri inseguitori crederanno che stiamo cercando di cambiare città. Contemporaneamente farò seguire al nostro mezzo un tragitto compiuto da molte navi commerciali, facendolo deviare solo all'ultimo. In tal modo non darà nell'occhio.-
    La fanciulla annuì.
    -Il piano è molto semplice.-
    -Ma spesso sono i piani semplici quelli che funzionano meglio. Meno passaggi ci sono, minori sono le possibilità che qualcosa vada storto.-
    Certo, come aveva fatto a non pensarci prima?
    -Come i batteri.-
    Yoshika parve perplessa.
    -In che senso?-
    -I batteri sono tra gli organismi più adattabili, proprio per la loro semplicità.-
    -Non sono ferrata quanto te in medicina, ma penso tu abbia ragione. Come vedi, la semplicità ha i suoi vantaggi.-
    Le piaceva che l'amica avesse tentato di comprendere il suo mondo, anche se non sperava che nutrisse lo stesso interesse.
    -Adesso non è il caso di divagare. Ora attivo la nave e ci mettiamo subito in cammino.-
    E così fecero.


    Il turboascensore raggiunse il punto più alto dove poteva arrivare. Per accedere al tetto le due avrebbero dovuto percorrere una rampa di scale e passare la porta, cosa che fecero. Appena fuori si trovarono davanti a quanto più inaspettato e spiacevole avrebbero potuto imbattersi: il signor Dawes era lì, assieme a un buon numero di banchieri e guardie del corpo. Subito le due deviarono a sinistra, andandosi a nascondere dietro a un muretto d'acciaio.
    Fortunatamente il gruppo si trovava abbastanza lontano da loro e non si accorse delle fanciulle, ma non potevano certo sperare di avvicinarsi.
    -Maledizione, non se la sono bevuta!-
    Evidentemente dovevano aver messo sotto osservazione la sua nave e una volta che quella era decollata da sola si erano recati subito sul punto in cui sarebbe atterrata con maggiori probabilità.
    Proprio allora il mezzo che avrebbe dovuto portarle via atterrò vicino alle persone che accompagnavano il vecchio pazzo. Colui che aveva aperto la serie di follie della giornata.
    Quella sì che era una beffa crudele! Ciò che poteva aiutarle era arrivato, ma loro non potevano usarlo.
    -Se penso che è tutta colpa mia!-
    Affermò la clone, amareggiata.
    -Ma che dici?-
    Aere sembrava terribilmente seria.
    -Si, Yoshika, ora me ne rendo conto. Stando con te ti sono stata solo di peso. Mi torna in mente il discorso del "se non sai, non puoi tradirmi". Il solo fatto che ti abbia seguito in missione ti ha fatto correre il rischio che entrassi in possesso di informazioni segrete e questo è il meno. Per tutto oggi hai badato solo a me e ora capisco perchè hai cercato di allontanarmi. Sono stata un'egoista ad insistere a rimanere al tuo fianco.-
    Ora non era il caso di farsi venire i sensi di colpa. Anche se apprezzava quelle parole, era meglio se non si faceva problemi e si concentrava sulla nuova questione.
    -Non ti preoccupare.-
    Il medico scosse la testa.
    -No Yoshika, forse sono io che ti ho cacciato in questo pasticcio ed è giusto che sia io a tirartene fuori.-
    -Aere, tranquilla. Troveremo un'altra soluzione.-
    -Va tutto bene, amica mia, non preoccuparti per me.-
    La giovane sith aveva visto parecchie volte quell'espressione nei fumetti, poche nella realtà, ma sapeva a cosa corrispondesse. Quello sguardo, quel sorriso erano tipici di qualcuno che stesse per andare al martirio!
    Senza che la bionda potesse fare niente, Aere uscì allo scoperto e si avvicinò alla folla capeggiata da Dowes. No, si stava davvero per sacrificare per lei! Poverina, chissà cosa le avrebbero fatto quei folli!
    Non ci volle molto prima che il gruppo si accorgesse della presenza della fanciulla e quindi le venisse incontro. Ma come accade nei film, proprio quando tutto sembra essere perduto e il plotone d'esecuzione sta per fare fuoco, l'eroe di turno tira fuori una asso nella manica... o meglio ancora, due crediti.
    Esatto, quei due crediti che avevano dato il via a quegli eventi. La ragazza ora li teneva saldamente con la destra e fissando i folli con la determinazione di qualcuno pronto a una lotta all'ultimo sangue, glieli sventolò davanti.
    -Li volete? Andate a prenderli.-
    E li buttò giù dal grattacielo. Non dubitava che il signor Dawes avrebbe cercato di impossessarsene, ma supponeva che costui avrebbe preso il turboascensore per scendere in strada.
    -Due crediti!-
    Non certo che si sarebbe gettato nel vuoto per tentare di acciuffarli. Ma non fu l'unico a farlo: pure i banchieri e le guardie del corpo lo seguirono.
    Non sapeva che dire, ma ormai era successo e aveva ottenuto quel che voleva.
    -La strada è libera, svelta Yoshika.-
    Senza farselo ripetere due volte, la sith uscì dal proprio nascondiglio e le due salirono sull'astronave, per poi decollare. Intanto sempre più persone si affollarono verso il punto in cui erano caduti i due crediti, mezzi si schiantarono, caccia iniziarono a convergere proprio lì. Quando le due superarono l'atmosfera, videro persino due fregate fare rotta verso il luogo. Se pensavano che gli abitanti del luogo fossero messi male, non poterono che constatare che lo fossero ancor più di quanto poteva ipotizzare la loro immaginazione.
    -Aere, mi è venuta in mente una cosa. Ma non potevi dargli subito i due crediti, così ci evitavano tutto questo?-
    Disse lei, con una punta d'irritazione, non appena se ne rese conto.
    -E tu non potevi stenderli subito con i tuoi poteri, non appena avevano iniziato a dare di matto?-
    Rispose la clone, lasciando effettivamente l'amica interdetta.
    -Lasciamo perdere. l'importante è che ne siamo fuori.-
    Ed iniziarono a viaggiare nell'iperspazio.
     
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    Lettera di Aere a Yoshika (Inviata a indirizzo su Tatooine, corrispondente a un'identità falsa, per non venire identificata)
    CITAZIONE
    Ciao Yoshika, come va? A me bene.
    Ti scrivo per aggiornarti un po' su quanto è accaduto quel giorno su Muunilinst, dato che pare abbiano scoperto a cosa fosse dovuto il tutto. Gli psicologi reputano che tale comportamento fosse innescato da un rapporto ossessivo con il denaro, che provocava la progressiva alienazione dei soggetti. Oltre che a fare perdere contatto con la realtà e ad attribuire solo valore ai soldi, questo pensiero fisso provocava in quelle persone enormi quantità di stress quando vi era la prospettiva di guadagnare e di perdere grandi somme. Cantare e cercare di far ricorso alla musica sembra essere una forma di difesa della mente, atta a sfogare l'enorme quantità di tensione che si generava quando si parlava di crediti.
    Vi erano stati registrati già alcuni episodi prima del nostro arrivo, tuttavia il caso non aveva fatto notizia perchè erano in pochi a manifestare i sintomi, anche se comunque questa nevrosi era estesa a livello collettivo a buona parte della popolazione, seppur in maniera sopita. L'annuncio fatto dal signor Dawes, riguardo a una possibile recessione economica, ha però aggravato di colpo tutti coloro che ne soffrivano in maniera minore.
    Le più grandi organizzazioni sanitarie si sono mosse per curare questa patologia psicologica e affermano che gli individui degli altri mondi siano fuori pericolo, anche se vi sono ancora diversi punti da scoprire riguardo a questa malattia mentale.
    Io però continuerò per sicurezza a stare lontana dai soldi ancora per un po' , usando il baratto e non mi importa se i miei colleghi medici mi danno della pazza.
    Tuttavia penso che da tutta la vicenda si possa ricavare una morale: il denaro deve sempre essere visto come un mezzo, mai con un fine ultimo. Te lo dice qualcuno che è consapevole dell'importanza dei crediti.

    Commento dell'imperatrice Raila riguardo al rapporto di Yoshika
    CITAZIONE
    Yoshika, devo ammettere di essere davvero soddisfatta dal risultato. Ciò che hai fatto ha avuto risonanza nell'intera galassia e ciò ha superato le mie aspettative. Come se non bastasse mi hai pure aiutata a riprendermi dallo shock!
    Vedi, poco dopo che te ne sei andata, mi sono intrufolata nella tua stanza, alla ricerca di alcolici. Non li ho trovati, ma in compenso mi è capitato tra le mani una prenotazione per un albergo su Coronet e ho pensato che forse mi dovevo prendere una vacanza. Ho quindi deciso di usarla al posto tuo, tanto tu non avresti potuto goderne, visto che la stanza era prenotata proprio per i giorni in cui saresti stata in missione. Ho anche notato che vi erano i documenti falsi praticamente pronti, mancava solo la foto e ci ho aggiunto la mia. Una vera fortuna: se ci fosse già stata la tua avrei dovuto farli rifare!
    Riguardo l'albergo su Corellia, niente da dire. Pur essendo solo di fascia intermedia era confortevole e mi ci sono trovata bene.
    In più proprio in quei giorni sembrava esserci un evento per la città e ho pensato di parteciparci, essendo una cosa che non si vedeva tutti i giorni. Sai che cosa mi è capitato? Proprio al momento di prendere il biglietto è arrivata la notifica che qualcuno aveva appena rinunciato al suo e quindi a me è bastato prendere quello, pagandolo solo due crediti. Non male, dato che mi hanno detto che per acquistarli a così poco devi tipo prenderli con otto mesi di anticipo all'evento. Sai, ci ho riflettuto su, il denaro non è necessariamente malvagio, se a piccole dosi. Insomma, non avrei potuto prendere il biglietto senza di esso.
    La fiera è stata fantastica e mi sono divertita tantissimo. Un pensiero però è anche andato a quella sfortunata persona che ha dovuto rinunciare a recarsi lì e che mi ha permesso di pagare così poco. Sicuramente deve aver avuto un imprevisto veramente seccante e le sarà dispiaciuto un mucchio non poter andare là. Poverina!

    Risposta di Yoshika a quanto scritto dall'imperatrice in merito al suo rapporto.
    CITAZIONE
    Alla mia imperatrice.
    Ho visionato il vostro messaggio e vedrò di utilizzare solo due parole al fine di rispondere ad esso: ti odio.

    Riassunto musiche

    Capitolo 5 - Due penny in banca - Mary Poppins
    Capitolo 6 - I soldi son la mia passion - Tom and Jerry il film
    Capitolo 7 - Soldi soldi soldi – Betty Curtis


    Edited by Darkcloud!!!! - 23/6/2017, 12:17
     
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    qui non ho dovuto tirare giù nulla in aderenza e caratterizzazione, poichè la storia è stata gestita in maniera da rispettare perfettamente il carattere e le particolarità sia di Yoshika, sia di Aere, quella che ci interessa.
     
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9 replies since 15/6/2017, 14:29   153 views
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