New Star Wars Gdr

Tre X Due

libera tra Keldor e Astrea

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline

    La vita a Coruscant si era rivelata molto diversa da quello che si aspettava. In continuo viaggio tra un pianeta e un altro, il chiss aveva dovuto preoccuparsi di non essere visto, di trovare abbastanza prede da derubare e di rimanere vivo, su Coruscant, Alex doveva fare la spesa.
    Mettiamola in parole semplici: il chiss non aveva mai fatto la spesa, non nel senso convenzionale del termine; il che voleva dire che non aveva mai dovuto avere a che fare con negozi enormi pieni di cose con un prezzo ciascuna, molte delle quali invitanti, ma perfettamente inutili, non aveva mai dovuto fare la fila in cassa, o rendersi conto di cosa effettivamente dovesse comprare, cosa fosse conveniente e cosa invece una perdita di soldi. Soldi, quelli erano diventati un grosso, grossissimo problema. Si era abituato da subito, il chiss, a farsi mantenere dalla ciurma della Rage of Justice, a spendere senza giudizio fino a prosciugare le casse comuni, sapendo che tanto qualcun altro avrebbe lavorato al posto suo per riempirle di nuovo. Ora le cose erano diverse.
    Da quando aveva assassinato Olen Botiryu e portato la testa del magistrato al Leviathan in segno di pace, il pirata era diventato l'ex-pirata: niente equipaggio, niente nave. Beh, a dire il vero una nave c'era: la Good Choice era rimasta nelle piccole, paffute mani di Edna e così Keldor l'aveva ritrovata sana e salva al suo ritorno. Ma una nave, per quanto cazzutissima, non era abbastanza e comunque il chiss aveva scelto. Non sarebbe tornato tanto presto alla pirateria, non voleva ripercorrere i passi di Fisher, voleva la sua vita, le sue imprese, e la sua firma ovunque. Quella lasciata nell'ufficio di Botiryu era solo la prima di quella che si prospettava una lunga serie di imprese.
    Le cose non erano andate come previsto.
    Coruscant non funzionava allo stesso modo dell'Outer Rim ed Edna, per quanto indispensabile per le sue capacità di clonatrice, era diventata da subito una limitazione. Keldor aveva scoperto di dover badare attivamente a sè stesso e a lei. Una grossa differenza, da che prima era Trydor a fare da balia al chiss e questi non aveva avuto motivo di avere gran cura di Edna, sulla YT-2400.
    L'arkaniana aveva bisogno di cibo, vestiti, acqua potabile e chincaglierie per i suoi esperimenti, ma sopratutto di protezione. Keldor sapeva prendere tutto ciò che desiderava dagli altri, ma non era abituato a dover fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Sintesi: era stato un anno terribile.
    Per fortuna che era intervenuto Alex. Lui sapeva come ottenere ciò di cui aveva bisogno, senza provocare polveroni intergalattici. Alex sapeva fare la spesa. Più o meno... Beh, quanto meno era un discreto osservatore e imparava in fretta.
    La concezione del valore del denaro era ancora distante dall'essere totalmente compresa, ma stava facendo passi avanti. Per esempio ora sapeva che comprare 8 vasetti di acciughe sottosale e del dentifricio coi glitter, non era ritenuto un buon acquisto per una giornata in superficie. Dopo un po' aveva anche intuito vagamente che nutrire sè e la sua coinquilina a patatine al formaggio e bibite gassate, poteva non essere una buona idea sul lungo termine. No, nemmeno integrando con caramelle gommose.
    Dopo un paio di mesi, Edna aveva iniziato a scrivergli una lista. Lui aveva imparato a seguirla... all'incirca. E oggi, oggi gli servivano i pelati.
    Lui non sapeva cucinare, Edna non arrivava neppure ai fornelli, però da qualche parte dovevano iniziare. Dai pelati, si iniziava dai pelati.
    Maledizione. Svendite.
    Pieno, pienissimo, brulicante. Cosa cazzo faceva tutta quella gente nello stesso posto alla stessa ora? Ma sopratutto.... dove stavano i pelati?!
    La ricerca del tanto agognato ingrediente, o beh, cosa, stava andando avanti da dieci minuti buoni, almeno 9 più del necessario, e Alex stava iniziando a perdere la pazienza.
    Al prossimo droide protocollare che mi urta-....!
    Oh, guarda: pelati.
    Tre per due.
    Lui non aveva bisogno di tre lattine, ma in fondo perchè ignorare i cartelli? Aveva aspettato così a lungo di poterne vedere uno con scritto "pelati".
    E poi, sono le ultime tre... fatta.
    Se anche non ne avesse avuto bisogno, avrebbe fatto di tutto per rubarle alla vecchietta che stava puntandoli con la bava alla bocca. Almeno era uscito di casa per qualcosa.


     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    La vita su Coruscant non era per nulla come se la ricordava. C'erano stati dei momenti, pure dei giorni, in cui Astrea Velia, ormai impegnata a tempo pieno nelle faccende diplomatiche della sua Repubblica, aveva guardato con nostalgia al Pianeta Capitale, alla facilità con cui trovare divertimenti e beni inutili, alla familiarità degli ambienti della classe politica. Ma dopo un paio d'ore a respirare l'afa del pianeta e a farsi fregare uno speedertaxi dopo l'altro ne aveva già abbastanza e sarebbe ripartita se non che...
    *Miu?*
    Gatho stava ormai passando troppo tempo da solo e lei non voleva più fare affidamento su Seth del piano di sopra per nutrirlo e pulirgli la cassettina.
    Si richiuse la porta dell'appartamento alle spalle e si chinò per prendere in braccio gli 8 chili di gatto rosso.
    Umpf! Tesoro mio, meglio comprare le crocchette dietetiche la prossima volta! La risposta del micio fu strofinarle il musino sulla guancia. Sembrava davvero grato di poter finalmente interagire con un altra creatura vivente, il cuore della zeltron si strinse nel rimorso per averlo costretto alla clausura; ma sarebbe finita in fretta. Alec si era offerto di "adottarlo" e stranamente Eros non si era opposto... motivo per cui Astrea si era messa a cercare un'alternativa a quella disponibilità del padre che pareva nascondere un tranello; ma una volta che Lath'ane'nuruodo aveva lasciato inascoltato il suo millesimo messaggio in segreteria, la ragazza si era convinta che Zeltros, in famiglia, era l'unica soluzione possibile.
    La casa è lontano dal bordello del centro, in campagna, vicino al mare... ti piacerà un sacco! E ci saranno un sacco di bambini che vorranno giocare con te e farti le coccole... Raccontava mentre si dirigeva in cucina, cercava di convincere se stessa o il gatto?
    *Miu!*
    La casa era esattamente come l'aveva lasciata tre anni fa: tutte le volte che la rispedivano su Coruscant per fare rapporto o le davano del tempo libero sufficiente a farla rientrare, Astrea rimandava il restauro. Sicché le pareti erano rimaste bianche, solo qualche soprammobile, i più indispensabili o nuovi, erano esposti alla polvere e ai malumori di Gatho, e i secchi di vernice colorata se ne stavano chiusi nell'armadio delle scope con teli protettivi e pennelli.
    Astrea sospirò, lasciò che il micio si divincolasse dalle sue braccia e saltasse a terra.
    Dovrei finire di mettere in ordine una volta per tutte! -si disse mentre riempiva la ciotola di croccantini- Mh... magari farei meglio a vendere. Era quella una litania non nuova. Sì, la mossa più intelligente sarebbe stata vedere l'appartamento che tanto usava solo per dormire nelle sue visite al Senato, di sicuro senza Gatho ad aspettarla a casa, da quel momento in avanti le sue vacanze sarebbero state spese altrove. Però quel posto segnava un po' quella che era la sua indipendenza, un porto dove sapeva sarebbe stata sempre al sicuro e in pace. Fare tappa fissa a Zeltros sarebbe stato, eh, stancante. Oltre al fatto che lei serviva la Repubblica Galattica: c'era chi non avrebbe visto di buon occhio i suoi continui spostamenti nei territori della Monarchia Zeltrosiana.
    Quindi alla fine si risolveva sempre con una conclusione: l'appartamento se lo teneva. Bianco e vuoto, dalla libreria al frigo.
    PFFFFFFF! Sbuffò. Mancando praticamente sempre, non aveva senso tenere del cibo a marcire in dispensa e, visto che non sopportava più l'idea di mangiare la carne, non c'era nemmeno l'immortale scatoletta di tonno che poteva salvarla.
    Doveva uscire a fare la spesa.

    Mi scusi. Rispose asciutta la zeltron alla togruta che l'aveva appena urtata con la borsa e si allontanò tirandosi appresso il cestino rosso su rotelle. Le ruote di plastica rigida facevano un fracasso infernale ogni volta che passavano su una fuga delle piastrelle del pavimento. Moltiplicate quel rumore per le decine di carrelli e cestini che la ressa del supermercato stava portando indietro e avrete come risultato una zeltron con il mal di testa... e va da sé che chiunque entrasse nel raggio d'azione dei ferormoni diventava molto poco tollerante.
    Mh... Corsia 1: zucchero, farine, uova. -Astrea si era tirata in disparte per leggere i cartelli sopra alle corsie, individuare i suoi bersagli e lasciare quell'inferno- La 2: biscotti, brioches... nnno... 3: scatolame e sottoli. LEI. Sorrise. Non era capace di fare nemmeno una frittata, motivo per cui viveva di roba che si potava lavare, tagliare e mangiare o, meno gratificante ma senz'altro più veloce, roba che bastava aprire e versare sul piatto. Una dieta bilanciata è tutto.
    Mentre arrivava al supermercato aveva cercato l'holonet e trovato una ricetta per la zuppa di pomodoro che aveva indicata "difficoltà: una forchetta". Fattibile. Le era venuta voglia di sta benedetta zuppa di pomodoro e quindi aveva girato quel dannato posto in lungo e in largo. Olio extravegine, crostini e grana grattugiato già avevano preso posto nel suo cestino; mancava l'ingrediente principale: il pomodoro.
    Offerta 3 x 2... -e lo scaffale vuoto- Tipico. Astrea si stupiva sempre di quanto la gente si lasciasse convincere da quei cartelloni colorati a comprare tonnellate di prodotti che non le serviva.
    Perché ti servono nove barattoli di pelati?! Sai di un disastro nucleare imminente o cosa del genere!? -questo avrebbe voluto chiedere alla gente che sgomitava per arraffarsi le scatolette- Beh, io ho bisogno di un barattolo! UNO lo troverò no!?
    Ce n'erano tre. Astrea accelerò il passo e non si fermò nemmeno quando afferrò il barattolo di destra. Lo prese, lo tenne in mano e proseguì come se la corsia fosse una passerella. Un mezzo sorriso sul volto e la faccia soddisfatta di chi sapeva che il prossimo cliente a volere dei pelati ne avrebbe presi due barattoli, pagandoli a prezzo pieno.
    E ora... zuppa! Aveva l'acquolina alla bocca.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    La vecchia spingeva il carrello pendendo tutta verso destra, ma non aveva la minima idea che Alex stava per tagliarle la strada dall'altro lato. Già pregustava il momento della vittoria, l'ineluttabile momento della verità, in cui la tartaruga baffuta avrebbe riconosciuto la sconfitta. Avrebbe cercato di domandare gentilmente, sfruttando la sua posizione, avrebbe cercato di impietosirlo, e Alex le avrebbe dato pure corda, per poi negarle all'ultimo il tanto agognato premio, sì sì, avrebbe fatto proprio così.
    Adesso la supero e-...
    Il pensiero venne congelato all'istante quando da dietro gli scatoloni di chi stava rimpinzando gli scaffali, spuntò una mano magenta che si prese una lattina e passò oltre. La bocca del mulatto si aprì in una smorfia di sdegno, ma rimase paralizzata, quando lo sguardo si premurò di salire dalle dita, al gomito, al posteriore della ladra di pelati.
    Una nota ininterrotta di sottofondo gli ronzava nelle orecchie, come quello del suo attuale encefalogramma, che s'era appiattito tutto d'un colpo.
    Per la figlia di-...
    *STOC*
    Il dolore non arrivò subito, ma Alex sapeva che era dietro l'angolo, tempo che dal malleolo potesse salire verso un cervello attualmente morto, risvegliarlo e comunicargli...
    AHHHH!
    Lo strillo coprì tutte le successive scuse della vecchia, che nel tentativo di raddrizzare il carrello, gli aveva sbattuto le ruote sulla caviglia sinistra. Nella scala dei motivi per l'omicidio, il carrello sul malleolo era abbastanza in alto da far dimenticare ad Alex dei pelati, della zeltron e del supermercato, ma... no, non aveva il coltello. Non aveva mai il coltello! Ecco perchè non aveva il coltello....
    ...-mortificata...
    Si figuri, vengo qui apposta tutti i giorni per provare l'esperienza. le rispose tra i denti serrati e scoperti.
    Con l'idea di ucciderla che cominciava a scemare, tutto il resto della realtà stava ritrovando il suo posto e ora il finto umano si trovava nella difficile situazione di dover scegliere: mi vendico prima della vecchia, o abbordo la tipa col culo da pilates?
    Pff, perchè non entrambi?
    Dopo aver scrollato il piede destro stile "il cane mi ha pisciato sulla caviglia", Alex afferrò le due latte rimaste e tra le lamentele della vecchia, le spostò sullo scaffale in cima-in cima-in cima, nascondendoli dietro i fagioli orribili, quelli che non comprava mai nessuno.
    E ora, torniamo al problema principale...
    Trova la zeltron, prendi i pelati, tromba la zeltron, questo era il piano, e non necessariamente in quest'ordine. Per prima cosa, sarebbe andato sul classico.
    Rincorse la donna magenta a passi ampi e quando fu abbastanza vicino, attirò la sua attenzione sbucandole da dietro la spalla destra.
    Mi scusi signorina.
    Si fermò un istante, prendendosi il tempo per radiografarla dalla testa ai piedi, e con appena il cenno di un sorrisetto maniaco in faccia, che mutò presto in cortesia, tese la mano per farsi restituire lattina, con la scusa che...
    Quel prodotto è scaduto, signorina, devo ritirarlo dagli scaffali. Con permesso... iniziò a toglierle di mano la roba, o dal carrello, in base alle circostanze.
    Mi dica, posso rubarle un attimo per un indagine di mercato? andò avanti, come nulla fosse.
    Mi servono solo mail e numero di telefono, le spediremo il questionario a casa. Niente pubblicità, glielo assicuro.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    Nemmeno si voltò per vedere da dove quel grido disumano e quella zaffata di dolore e rabbia venissero: lei aveva i suoi pelati. Il resto era fuffa.
    Continuò ad ancheggiare fino alla fila delle casse automatiche, la folla pareva aprirsi di fronte al suo incedere sinuoso e vittorioso. I più le sorridevano e, incrociandone lo sguardo, arrossivano di botto.
    Mhhh... Ricacciò dei ciuffi di chioma blu alle sue spalle con un dito della mano ancora stretta attorno alla lattina di pomodori, chissà perché non aveva pensato nemmeno un istante a metterli nel cestino. Forse perché avrebbero maciullato i crostini, o magari per evitare collassi cardiaci mentre si chinava con la gonna a tubino. Semplicemente per comodità, forse! Fatto sta che quando la voce e il profilo di un umano raggiunsero il suo orecchio destro, lei ancora stringeva i pelati.
    Prego? Rispose inarcando il sopracciglio sinistro, al tipo che le stava frugando i fianchi con gli occhi e l'espressione da assatanato. Fu cortese, ma non avrebbe mai dato l'impressione di una facile da rimorchiare.
    CITAZIONE
    Quel prodotto è scaduto, signorina, devo ritirarlo dagli scaffali. Con permesso...

    E strinse le dita olivastre attorno alla lattina e quindi alla sua mano. Perché Astrea col cavolo che l'avrebbe mollata la latta!
    Ovvio che sono in scadenza se li mettono in promozione... Dopo qualche giorno speso alla mensa dei trasporti militari Repubblicani, Astrea avrebbe guardato con amore a una zuppa di pelati scaduti. E comunque... figurati se un tizio vestito come un senzatetto era affidabile per dare queste informazioni: voleva rubarle la lattina, era ovvio!
    CITAZIONE
    Mi dica, posso rubarle un attimo per un indagine di mercato? Mi servono solo mail e numero di telefono, le spediremo il questionario a casa. Niente pubblicità, glielo assicuro.

    Insiste!? Un sorriso le si allargò in volto: adorava i giochi! Nessuno giocava mai con lei...
    Oh! -si finse stupita, ma non mollò la lattina- Oh, certo! Fece un passo avanti verso l'umano, alzò il volto per poter continuare a guardare negli occhi di un blu elettrico come i suoi e poi inclinò il capo per potergli parlare il più vicino possibile alle orecchie con tono suadente.
    L'email è [email protected]! Avrebbe approfittato dell'eventuale stupore per sfilargli la lattina di mano, voltarsi e proseguire verso le casse con un ghigno in volto.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    Visto che la zeltron non aveva mollato i pelati, Alex stava giusto sperimentando la sensazione vellutata e fresca della mano della donna, e il pensiero già era corso violentemente a dove altro avrebbe gradito provare quel contatto, perciò quando lei non solo non sciolse la presa, ma anzi, entrò all'interno del suo spazio vitale, il finto umano allargò un sorriso viscido, già convinto che "trombare la zeltron" avrebbe scavalcato di una posizione il "prendi i pelati". In fondo era una cosa normale: un bell'uomo come lui non poteva evitare di far cadere ai suoi piedi stuoli di donne di tutte le razze ed età, e quella lì era una zeltron, perciò non l'avrebbe nemmeno fatto pagare, l'avrebbe ritenuto un diversivo pomeridiano.
    Beh, un diversivo che non dimenticherai tanto prest-...
    Il pensiero si interruppe di nuovo, perchè lo spazio tra loro era diminuito ancora e il tono di lei all'orecchio... Alex non era tipo da lasciarsi impressionare tanto facilmente, era uno che prendeva tutto quello che voleva, incluse le donne, ma il suo era più che altro un gioco, non era fissato al punto da dover fare la collezione dei peli pubici di tutte quelle che incontrava, non era un maledetto assatanato, ecco, motivo per cui non era minimamente abituato al genere di sensazioni che quel sussurro gli provocò. In rapida successione, ciò che accadde fu un brivido che drizzò tutti i peli, partendo dall'orecchio incriminato, per arrivare fino ai mignolini, un istante dopo e contemporaneamente tra loro, ecco arrivare secchezza delle fauci e un incremento accecante della temperatura corporea, a seguire, sentì gli arti farsi di gelatina, tutti tranne uno, naturalmente, perchè Lui era certamente pieno... di sè.
    Naturalmente si lasciò sfilare il barattolo di mano e se ne restò lì fermo come un imbecille, con una faccia stranita e lo sguardo fisso, anche dopo che lei gli era girato attorno.
    Uno, due... Lasciò andare l'espito trattenuto fino a quel punto e...
    Valerio Bottega? Brutta...! strinse la mano vuota, si voltò con una piroetta, e scorse la donna sfrecciare alla cassa, impunita, vittoriosa... con la lattina!
    Ah! Non credo proprio!
    Non era più solo una questione di fare il 3X2, no, qui si parlava di orgoglio: non poteva permetterle di uscire da quel supermercato sapendo di averla fatta ad Alex, era inaccettabile.
    Urgeva un piano di emergenza, rapido, molto rapido. Si guardò attorno in cerca di ispirazione, di ogetti utili, qualsiasi cosa potesse usare che non comprendesse tramortire la donna alle casse e lasciarla esamine sul pavimento, perchè, dovette ricordarsi, non erano nei bassifondi e lì non ne sarebbe uscito pulito. Lui doveva tenere la propria identità per sè, non poteva farsi associare ad aggressione e stupro, non ancora.
    Fanculo!
    Colto da suprema ispirazione, Alex scattò come una gazzella, afferrò una bottiglia di olio dallo scaffale dirimpettaio ai sughi pronti e iniziò a correre come un pazzo per tornare indietro, in direzione opposta a quella presa dalla zeltron, fare il giro dello scaffale e prepararsi in agguato in fondo, là dove lei avrebbe dovuto per forza passare per andare in cassa. NOn aveva ancora mollato i pelati, ma Alex l'avrebbe costretta a farlo.
    Il piano era semplicissimo: avrebbe svitato il tappo della bottiglia e sparso l'olio in terra, in modo che impregnasse bene il pavimento davanti a dove Valerio Bottega sarebbe dovuto transitare, e allora, allora avrebbe dovuto mollare i pelati e metterli nel carrello, per prendere questo a due mani e non destabilizzarne la traiettoria. Nel momento in cui lei avesse messo il bottino dentro il cesto di metallo, lui sarebbe balzato dentro, lo avrebbe afferrato, schivando così la macchia d'olio, e sarebbe saltato fuori, dandosi alla macchia, verso la sezione dei pelati, dove recuperare le altre due latte.
    Un piano infallibile...
    Convinto, Alex si mise in posizione, e attese.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    Scaduti! Certo! Astrea alzò gli occhi al cielo sbuffando e abbassando la lattina di pomodori pelati che si era portata davanti al viso per leggere la data di scadenza, ovviamente, non era prevista prima di un paio di mesi: il tale aveva cercato di fregarla!
    Voltò il capo senza fermarsi, per lanciare un'occhiataccia piena di rimprovero all'umano che aveva provato a rubarle la lattina di mano; ma era sparito. La sorpresa la costrinse a fermarsi e girarsi completamente per cercarne la figura slanciata e il ciuffo blu tra la folla del supermercato, ma la mossa fu utile solo per dare un attimo di tregua alle orecchie della gente che sanguinavano a causa della mitraglia che era il piccolo cestino della ragazza sulle mattonelle.
    Oh! Beh... meglio! Il gioco era finito prima di quanto Astrea Velia avesse creduto o sperato. Anche se in fondo andava bene così: non aveva davvero voglia di perdere tempo mettendosi a questionare per una scatoletta di pelati, tanto l'avrebbe portata a casa comunque, in un modo o nell’altro!
    Aveva fame, quello sì! Si voltò e riprese il suo incedere sicuro verso le casse. Sempre con i pelati belli stretti in mano, sempre con il cestino al seguito.
    Strano però... non mi pareva il tipo che molla tanto facilmente! Pareva avere anche lui qualche languorino...! Si passò la lingua sulle labbra mentre gli occhi blu brillavano di una luce torbida. Il problema di lavorare con l'agenda fitta di salti iperspaziali tra un pianeta e l'altro era, almeno per una zeltron, soprattutto uno: si ha poco tempo per andare a caccia; e visto che attingere alle risorse repubblicane poteva creare rancori e inimicizie, spesso quella povera creatura rimaneva digiuna per troppo troppo tempo... ergo poco indifferente a certe pulsioni.
    Astrea si voltò ancora una volta, lo sguardo ridotto a una fessura, per cercare di individuare Alex, qualcosa le diceva di non poter stare tranquilla; ma sarebbe stato molto meglio se invece di guardarsi le spalle avesse tenuto d'occhio il pavimento!
    Non appena ci poggiò bella decisa la suola della scarpa, questa slittò in avanti grazie alla macchia d’olio. Per tenere l'equilibrio, la zeltron mollò il cestino, lasciandosi scappare un singulto; roteò le braccia mentre le spalle la tiravano a terra e così facendo lanciò la lattina sopra gli scaffali della corsia alle sue spalle. Si potè chiaramente udire uno *STOCK*, seguito da un bestemmione.
    Istintivamente, Astrea torse il busto per aggrapparsi a qualcosa e arrestare la caduta. Il primo appiglio disponibile a non farle battere il coccige nell'olio era... beh, Alex! L’umano nel frattempo si era lanciato in avanti convinto di veder arrivare prima un fantomatico carrello, invece della ragazza magenta; così facendo si trovò giusto giusto a portata di artigli. Aggrappandosi alle spalle di Alex con entrambe le mani, la zeltron si tirò a lui mentre continuava a pattinare con le ballerine sul pavimento unto del supermercato. Ogni volta che riusciva a portare il piede in piano, subito prima che questo scivolasse in avanti, cercava a spingersi un po’ più su e quindi ad arpionare la schiena del chiss sotto mentite spoglie un po’ più in basso.
    Forse le sarebbe servita una mano; ma alla fine Alex si sarebbe trovato con le braccia di una zeltron attorno al collo e lei che gli ansimava sul petto mentre solo la gonna a tubino le impediva di avere le gambe sull’orlo di una fenomenale spaccata.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    Qualcosa nel suo piano era andato terribilmente storto, tipo il fatto che il carrello che pensava avesse con sè, era invece un cestino più piccolo, di quelli che ti trascini dietro, ma in effetti Alex aveva guardato davvero poco ciò che la zeltron portava con sè, trovando molto più interessante quel bel culetto stretto nella gonna corta.
    Una volta sparso l'olio in terra, Alex era rimasto in trepidante attesa, col ghigno malefico già sulle labbra, ma visto che il carrello non stava arrivando, l'umano sbucò col naso oltre l'angolo, giusto per capire se la tipa si fosse fermata a guardare le farine, o che altro. Invece di trovare la zeltron piegata a novanta sulle confezioni del senza-glutine, nello scaffale di mezzo -una visione che avrebbe reso valida l'attesa- Alex divenne testimone della scivolata di Valerio Bottega e il conseguente lancio della latta, durante l'esibizione di "stile libero su olio" della donna magenta.
    Le labbra dell'uomo si incresparono in un ghigno mefistofelico.
    Ho vinto! cinguettò, zompettando cautamente e fissando la donna negli occhi, si lanciò in avanti sull'olio, buttando la gamba destra in alto, dietro di sè, e le mani al cielo, come un pattinatore su ghiaccio, direzione: lo scaffale. Non c'era nessuna ragione per evitare di rendersi colpevole di quell'attentato, tanto ormai aveva ottenuto quello che voleva. Si allungò per prendere la latta, e la sollevò in aria, come fosse la spada di un supereroe e da un momento all'altro un fulmine dovesse colpirlo per trasformare i suoi abiti da straccione in una tutina lilla aderente.
    Quello che invece accadde, fu che la zeltron, rimasta miracolosamente in piedi, gli si avvinghiò addosso, stile cozza sullo scoglio, minandone l'equilibrio.
    Trascinato dal peso della donna, rischiò seriamente di finirle addosso, a spese sempre -si capisce- del di lei coccige, ma per quanto l'idea lo stuzzicasse, l'istinto di conservazione vinceva su quello riproduttivo e con una mossa agile, Alex svicolò dalla presa della donna, con una piroetta [liberazione del contorsionista], lasciandola infine inerme vittima della gravità.
    A causa dell'olio, che aveva sparso veramente bene, complimenti Alex, il mulatto non si fermò nel primo giro, e continuò invece a piroettare verso la cassa per altri 3 testa-coda.
    Wiiiiiiii!
    Quando finalmente riuscì a fermarsi, il finto umano, per nulla scombussolato da tutto quel movimento, saltellò sul posto, e spalancò le braccia, atterrando a gambe divaricate, stile ballo russo. Quella era l'idea.... ma l'olio sulla suola delle scarpe decise di non collaborare e così Alex si trovò ad esibirsi in una perfetta spaccata.
    Gnnn... non ero pronto... tirò una smorfia.
    Ma i pelati, i pelati erano lì, ancora stretti in mano.
    Oh! Mio dio! Signore! Si sente bene? un droide protocollare addetto al controllo delle casse automatiche, si fece avanti e Alex colse la palla al balzo.
    Eh, insomma, qualcuno deve aver rovesciato dell'olio. Ma quella povera donna, ah! Qualcuno dovrebbe chiamare un'ambulanza, la guardi! E' rosa dal dolore!
    Oh, per il Creatore!
    Mentre Il C3 si affrettava verso la zeltron, Alex, sghignazzante, si rimise in piedi e iniziò ad avviarsi verso l'origine di tutti i mali, dove una vecchia baffuta stava di certo ancora fissando il ripiano in cima-in cima-in cima, dove lui aveva nascosto le restanti due scatole.
    Mi dispiace per te, Valerio Bottega, ma non sei ancora pronta per batterti con Alex!
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    Fu la creazione istantanea di un groppo allo stomaco che, con il colpo delle natiche sul pavimento, le risalì fino alla gola e le strappò un gemito strozzato e qualche lacrima.
    Il cestino col resto della spesa era andato a sbattere contro un altro scaffale e si era rovesciato: crostini e bottiglia d'olio erano scivolati anch'essi sulla macchia di unto creata dal mulatto che si allontanava con la lattina di Astrea Velia in mano.
    La rabbia fu più forte del dolore e la pelle di Astreya si tinse di rosso cremisi mentre lasciava che un droide protocollare intento a sistemare i pacchi di pasta sugli scaffali poco distanti la sollevasse da terra con gli arti meccanici. Solo un droide le si sarebbe potuto avvicinare in quel momento: gli unici altri due essere organici nel raggio d'azione dei suoi ferormoni, un duros e una twi'lek intenti a spulciare innocentemente la lista ingredienti dei crackers senza glutine, si erano già presi a insulti e uno dei lekku della ragazza stava stringendo il pugno chiuso del duros. Non tirava buona aria.
    Signorina! Si sente bene?! L'accompagno subito dal responsabile del neg... Il droide si stava prodigando in attenzioni e tentava di ripulire la donna dalla macchia d'olio sulla gonna tamponandole il fondoschiena con uno straccio.
    AA-arggggh! Astrea strapuzzò gli occhi quando l'inserviente le premette la pinza metallica sulla botta, represse un urlo che si trasformò in un ringhio feroce.
    *THUD* Zeltron e droide si voltarono: la twi'lek aveva assestato un sinistro in faccia al duros.
    Elllasciami stare! Astrea si scrollò dalla presa dell'altro C3 che era corso in suo soccorso e con qualche passo incerto e doloroso, grondando olio dalla punta dei capelli che erano arrivati a toccare la pozza incriminata, si diresse di corsa verso la corsia dei pelati dove aveva visto dirigersi l'umano dopo la spaccata da ginnasta, ma dall'altra parte. Ovviamente voleva le tre lattine tutte per lui.
    Beh, hai sbagliato supermercato, tesoro! Pronunciò in un sibilo sommesso.
    Quella vocetta allegra che cinguettava "Ho vinto!" ancora le riecheggiava in mente e, se da una parte non faceva che far montare l'incazzatura per il tiro che le aveva giocato, dall'altra le dipingeva un ghigno malvagio in viso: finalmente una persona con cui poter giocare -si pizzicò la gonna per scollarsela dal culo- sporco.
    Invece che seguire l'umano nella corsia, replicò la mossa che aveva involontariamente giocato all'inizio e ridiscese di corsa la corsia parallela per fare il suo ingresso dall'altro capo... e poi?
    Già, e poi cosa avrebbe fatto? L'avrebbe affrontato. E detto cosa? Accusato di averla fatta cadere? Intimato di dargli una lattina? Rallentò la corsa fino a fermarsi e si mise a pensare mordicchiandosi il labbro inferiore.
    A occhio e croce si era fermata proprio all'altezza dei pelati sull'altra corsia, magari poteva giocare qualcosa da lì!
    Gli sparo! Si illuminò felice! Bastava spostare i pacchi di farina, infilare il braccio sinistro nello scaffale, attendere di vedere quella felpa tutta sfatta e fare fuoco a bruciapelo con il raggio stordente! Spelndida, splendida idea! Abbassò lo sguardo al polso per liberare la blaster dalla fondina e... l'aveva lasciata a casa. Ovvio, a cosa le sarebbe mai potuta servire una blaster da polso al supermercato!? Inspirò ed espirò pesantemente il suo dissenso. Ecco quello che capitava ad uscire in fretta e furia: toccava poi improvvisare! Spostò un paio di pacchi di farina 00 e sbirciò quello che accadeva nella corsia accanto, operazione resta semplice dalla totale mancanza di pelati dall'altro lato dello scaffale: una vecchietta familiare alquanto stava invocando tutte le antiche divinità del Pianeta Capitale mentre con il bastone tirava giù una lattina alla volta di fagioli borlotti con il bastone... chissà perché!
    Presumibilmente non avrebbe più avuto il tempo di fare tutto il giro della corsia, perciò si doveva inventare qualcosa da lì. Succhiandosi l'interno della guancia si guardò intorno, pareva essere capitata nella corsia del necessaire per cucinare le torte: uova, farina, latte, topping vari... prese un pacco di farina, uno dei tanti chiusi male che perdevano polvere. Come lo uso tutto questo?
    In realtà c'era un'altra domanda che meritava risposta, una che alla zeltron fu molto più d'aiuto: perché il tizio col ciuffo blu doveva tornare alla corsia dei pelati una volta presa la sua lattina? Perché quando mi ha fermata la prima volta e fatta cadere poi non aveva niente in mano... sullo scaffale rimanevano due altre lattine, quindi o cercava di prendere la mia perché le altre erano finite, oppure perché voleva il tre per due! Sta tornando lì perché sa perfettamente che le altre non sono finite! Perché... -e allora Astrea si ricordo che la vecchina le era familiare proprio per averla incrociata nella corsia dei pelati- le ha nascoste!-alzò lo sguardo più o meno dove sentiva che la punta del bastone della vecchia stava lavorando- Lì in cima! Gli occhi blu brillarono!
    [Padronanza Razziale]Ciao tesoro! Mi aiuti un attimo, ti va? Si rivolse a una madre single che proprio in quel momento le passava di fianco con il carrello. Non attese nemmeno che questa finisse di balbettare il suo sì per saltare tra i pacchi di assorbenti e i caschi di banane e tirarsi in piedi. Per fortuna era un metro e ottanta. Si prese con entrambe le mani al bordo dello scaffale per stabilizzarsi e... un ghigno vittorioso le si stampò in faccia quando mise a fuoco le due confezioni di pelati. La mano destra scattò ad afferrarne una e l'avrebbe tirata a sé.
    Se ne avesse avuto il tempo, si sarebbe preparata un pacco di farina aperto per prenderne una manciata da soffiare un po' di polverina in faccia all'uomo.
    Femminile, elegante, accecante.
    In caso contrario sarebbe balzata giù dal carrello, per sua fortuna aveva asciugato il grosso della suola delle ballerine durante la corsa per giungere lì.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    Era stato fin troppo facile, quasi gli dispiaceva di aver finito subito di umiliare la zeltron che l'aveva tanto scombussolato con un sussurro, ma d'altrocanto non poteva essere diversamente, perchè lui era Alex, e come tale, sapeva sempre come prendere ciò che voleva.
    Non aveva fretta, il mulatto, e avanzava sculettando lungo la corsia, con la sua lattina in mano, come un modello lungo la passerella, godendosi già da distante l'esilarante vista della vecchia baffuta che cercava di abbattere i fagioli. Fatica sprecata, e se ne sarebbe resa conto molto presto.
    Quell'altra sarà ancora lì che si lamenta, non vedo l'ora di passarle davanti con il tre per due! stava sognando, mentre percorreva i pochi metri che lo separavano dal suo premio.
    Poi potrei anche consolarla, e ritirare il bonus, ma prima vengono i pelati.
    Oh, sì, prima l'onore e poi il testosterone, almeno quando si trattava di provare che nessuno poteva fregarlo. L'idea poi, di farle credere di poter essere convinto a lasciarle i barattoli, dopo il sesso, lo allettava ancora di più: lei non poteva immaginare quanto fosse lontano dal concetto di "do ut des".
    Purtroppo però Alex non era a sua volta concentrato sul mondo esterno, non così tanto da notare gente che trafficava dall'altro alto degli scaffali, una volta giunto al punto X, anche perchè diciamocelo: era sempre un supermercato pieno di gente e il nemico era già stato letteralmente abbattuto, perciò non aveva di che preoccuparsi. E invece...
    Ciao, nonna! Ti servono i fagioli?
    Ahhhh! Assassino! Assassino! colta di sopresa dal tocco leggero sulla spalla, la vecchia si girò e iniziò a strillare, menando fendenti di bastone, o meglio, scuotendolo da destra a sinistra, con la dentiera che le ballava sulle gengive e minacciava di sfuggire le labbra grinzose.
    Alex fece un salto indietro e ritrasse la mano per schivare il colpo, ma l'olio sulle suole non aveva ancora finito di mietere vittime: scivolò in avanti con un piede. Subito il suo senso felino dell'equilibrio gli fece recuperare, portando avanti anche l'altro, ma lo scivolone l'aveva fatto piegare avanti, e allora lui si era ripiegato parecchio all'indietro e in quel momento la vecchia colpì.
    *STOCK*
    Blyadisha bagascia! Ktah! Culo, culo e culo! Ktah! strillò, con le corde vocali tirate come corde di violino.
    E no eh, il bastone sulle balle no!
    Fortuna che Mary aveva la mano tremula e non stava mirando con cura, sennò il momento della vittoria sarebbe stato posticipato di una settimana di dolore. Se non fosse stato per la veneranda età della donna, che già sembrava con un piede nella fossa, Alex le avrebbe dato volentieri una bella spinta, ma-... ah, no, fece proprio quello.
    Dopo aver saltellato sui talloni per qualche secondo, continuando le bestemmie misto cheunh e basic, Alex inspirò a fondo, afferrò il bastone della vecchia per evitare di farsi batezzare anche la palla sinistra, e glielo strappò di mano, per poi lanciarlo in fondo al corridoio.
    Vai, nonna! Vai e riporta! con un impeto del momento, afferrò la vecchia da sotto le ascelle, la montò dentro il carrello e gli mollò una gran spinta nella stessa direzione del lancio. In tutto questo, la vecchia nno aveva mai smesso di urlare.
    Urge accelerare l'uscita di scena. Mi piacerebbe arrivare in cassa prima che si rompa il femore.
    Ancora un po' provato, ma stoico come pochi, Alex si sporse quindi in sul ripiano in cima-in cima-in cima, allungò una mano e...
    Che caz-...?
    Sentì la presa bloccata, tirò e un braccio magenta entrò nel suo campo visivo.
    Spalancò la bocca, inalando una generosa boccata d'aria, per poi prorompere in un:
    Ancora tu??
    Irritato per la faccenda della vecchiaccia, non pensò minimamente di cambiare strategia, e invece scalò il primo piano dello scaffale, per poter vedere la zeltron in faccia e intimarle di mollare la presa. In quel momento, una polvere bianca gli volò in faccia.
    Ahhh! Pff oc-.. *cof* occhi!
    Il primo barattolo, tanto faticosamente conquistato, era a terra, ad aspettarlo, ma la presa sul secondo era andata a farsi benedire quando Alex aveva ricevuto una zaffata di farina in faccia e ora, ora era molto infastidito, quasi incazzato.
    Questa. E'. GUERRA!
    Stropicciandosi gli occhi con le mani (sporche), ancora non riusciva a vedere perfettamente, e gli occhi che lacrimavano stavano producendo pasta di sale a gogò, o almeno, lui si sentiva così, ma questo non voleva dire che fosse pronto a demordere, anzi. Con uno scatto ferino, infilò il braccio dritto dritto nel buco lasciato vuoto dai prodotti, nello scaffale, immergendosi fino alla spalla nel pericoloso mondo del "di là". Le dita si strinsero sulla prima cosa che trovò, afferrando con forza quello che sperava essere un pezzo della zeltron, il tutto senza vedere una cippa.
    Vieni qui! Non mi hai ancora lasciato il numero di telefono, niente pubblicità, promesso.
    Non perdere la calma era essenziale in una posizione come la sua... ma la farina negli occhi no, eh! Alex non avrebbe consentito alla donna magenta di fregarlo con quegli sporchi trucchetti, perchè erano i SUOI sporchi trucchetti!
    Vieni qui, che non ti faccio niente.
    Sei metri più avanti, la vecchia baffuta strillava ancora, sull'ottovolante del carrello che pende tutto a destra.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    La genialissima idea di saltare giù dal carrello e darsela a gambe levate con la nuova lattina di pelati si perse nell'istante stesso in cui Astrea sentì quel "Ktah!" urlato dall'umano nell'altra corsia. Quello e tutta una serie di altri intercalari che usati assieme al più comune basic davano vita a una variopinta sequela di imprecazioni e fantasiose bestemmie censurate per chiunque non parlasse la lingua dei Chiss.
    [Poliglotta]La zeltron rimase come di pietra, in piedi sul carrello di una tizia che pareva troppo confusa dell'intera confusione per chiederle di levarsi di torno; ma era così sorpresa di risentire quel suono che a malapena aveva reagito quando Alex si era finalmente ripreso dal colpo alle noccioline ed era entrato nel suo campo visivo: ne aveva solo cercato il viso con occhi curiosi e quasi delusi di non vedere due tizzoni rossi e incazzati incrociarsi al suo sguardo. Fortunatamente il suo corpo non era così lento come lo era la sua mente in quel momento e, quando il mulatto afferrò la lattina, lei reagì alla presa e gli soffiò la farina in faccia.
    Il lamento dell'uomo con il ciuffo blu e il suo montante... fastidio, fecero togliere ad Astrea quella faccia da pesce lesso che le si era stampata addosso.
    Meglio filare! Annuendo a denti serrati, iniziò la discesa con il barattolo del vincitore in stretto in mano; ma aveva appena appena piegato le ginocchia, tenendosi al bordo superiore dello scaffale che...
    UUUUUH! Non era proprio un urlo, quanto piuttosto un'espressione di sorpresa ad alta voce, visto che una mano era sbucata dalle confezioni di fecola di patate e le aveva afferrato il seno sinistro, stringendo tanto da farle schizzare gli occhi fuori dalle orbite come se la ragazza fosse stata uno di quei portachiavi che squittiscono pure.
    Urla, vere e proprie urla, erano quelle della vecchia sul carrello che faceva i testacoda, a cui si unì il grido di terrore della madre single che reggeva il carrello di Astrea non appena vide la mano di Alex sbucare dai farinacei. La donna ci mise un impegno tale che pure la zeltron trasalì di paura guizzando all'indietro, movimento forse sufficiente a far scivolare la presa del chiss sotto mentite spoglie dalla tetta -che l'indomani sarebbe stata sicuramente livida come o di più del culo- alla sola e più afferrabile stoffa della camicetta.
    Chissà come mai però, divincolarsi mentre si è in piedi su un carrello non pareva essere una buona idea. Per niente una buona idea se ci aggiungiamo che la tizia doveva aver visto un film horror di troppo e aveva ingranato una portentosa retromarcia che comprendeva pure il suo carrello, con assorbenti, banane e zeltron inclusi. Sentirsi spingere verso il centro della corsia obbligò Astrea a buttare il busto in avanti, sia per mantenere l'equilibrio precario sia perché c'era sempre Alex a trattenerla per la camiciola che cominciava a strapparsi in zona décolleté.
    L'acuto di Astrea che si appendeva allo scaffale mentre il carrello le veniva sfilato da sotto i piedi fu proprio il tocco mancante, il degno coronamento per quel coro di disperate.
    Ora, lo scaffale non era stato pensato per ricevere e sopportare l'urto di un esemplare di zeltron adulta alta un metro e ottanta che gli si tuffava contro: cominciò ad inclinarsi verso Alex. Prima timidamente; poi, una volta aver distanziato i piedini di un primo millimetro da terra con sempre più crescente convinzione: già le prime lattine di fagioli puzzolenti che stavano incima-incima-incima erano cadute a terra, seguite dal terzo barattolo di pelati.
    Astrea Velia continuava a dar fiato ai polmoni mentre stava appesa con una mano al ripiano più alto e con l'altro si aggrappava alla lattina di pomodori pelati come fosse la salvezza; lei, novella tarzan nella giungla metropolitana del Core. Lei che riusciva a tenere la presa sullo scaffale solo perché questo diventava sempre più orizzontale e in quel momento non aveva abbastanza sangue freddo per mollarla e levarsi da lì...
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    AAArgh!
    La furia di Alex montò non appena riuscì a stringere i polpastrelli sulla carne morbida, esattamente come uno squalo che ha fiutato il sangue ed entra in frenesia assassina. Le lacrime e la farina continuavano ad impastargli la faccia, ma il tempo stava cominciando a trasformare la nebbia pastosa in una serie di macchie bianche, più o meno sparse, e il mulatto sentiva la vittoria in pugno... letteralmente.
    Non mi scapperai, pusillanime! gracchiò sentendo la presa scivolare, e si ancorò ancor più saldamente alla stoffa, di certo la camicia. Ecco, ora o si spogliava, oppure era perduta, e siccome una zeltron in reggiseno avrebbe potuto provocare molte più vittime nel supermecato di quante ne avesse fatte Alex con l'olio alla corsia 2, sarebbe stato un bravo ragazzo e glielo avrebbe impedito... e... e...
    Gravità? Gravità sei tu?
    Comincio solo con una lieve inclinazione, una che l'ex-pirata, così impegnato, non percepì a dovere, ma quando l'angolo definitivo fu superato e la discesa vera iniziò, il senso di sopravvivenza scattò e Alex con uno strillo entrò in azione.
    CADEEEE!
    Senza pensare e vedendo ancora poco o niente, [MIRA SICURA] Alex si diede una spinta a piè pari e come un delfino al parco acquatico, si infilò con precisione tre le confezioni di fecola, tuffandosi da un lato all'altro dello scaffale in caduta libera. Ovviamente dall'altro capo c'era però Valerio Bottega, ancora stretto alla mano, ad aspettarlo, e il mulatto era in piena traiettoria per travolgere in pieno la donna, e catapultare entrambi in fondo ai ripiani.
    *SPRATATRACK!*
    Con un tonfo enorme, unito al fragore di confezioni su confezioni di roba che finivano in frantumi, oppure solo ammaccate, o esplose, tutto il mobile cadde in terra. Coi gomiti e le ginocchia ammaccate dai bordi degli scaffali, ma integro e vittorioso, Alex afferrò la stoffa, di quella che sperava essere ancora la camicetta della zeltron, e la usò per passarsela sugli occhi, liberandosi dello sporco pastoso.
    Aho... mugugnò, quando nello spostare la gamba destra, si grattuggiò la rotula su... beh, non sapeva su cosa. Intanto la caduta era stata più morbida del previsto, dato che sotto di lui stava proprio la donna magenta, che ora riusciva a vedere finalmente nella palle degli occhi. Blu, vibranti, occhi blu. Guarda te, prima non se ne era accorto.
    OH MIO....!!!
    Ktah...
    L'acuto metallico di uno dei droidi di servizio, riempì l'eco dello schianto, laddove invece tutti gli altri si erano fatti muti. A quanto pareva, Alex stava per avere un grosso problema. Era arrivato il momento di filare.
    Senza attendere oltre, il mulatto cercò di nuovo di strappare di mano la latta alla zeltron, rotolando di lato, per spostarsi da sopra di lei, e potersi mettere in piedi. Aveva smesso di trattenerla per i vestiti, ora che ci vedeva, anche se ancora lacrimante, ma non avrebbe mollato il barattolo, quello no.
    Sgancia. Molla. Dammi! sibilò tra i denti, mentre al droide protocollare iniziavano ad unirsi altri, tutti nel pieno del processare il disastro inaudito davanti ai loro occhi.
    OH MIO....!!!!
    [INTIMIDAZIONE]Io devo andarmene da qui, e questa latta viene con me. Se non posso avere il 3X2, non uscirò a mani vuote. Non ti conviene metterti contro di me, tesorino. Ora dammi il barattolo e fila, o giuro che la prossima volta non ti salverò la vita, quando cercherai di farti spiattellare da qualcosa. Se avessi voluto, saresti rimasta là sotto, e sarebbe sembrato un incidente. Ma noi non lo vogliamo, vero? Non vuoi farmi arrabbiare, vero?[/INTIMIDAZIONE] continuò a sussurrarle, a denti stretti, minaccioso.
    Intanto i droidi avevano capito che quell'evento non poteva essere gestito col normale protocollo, e stavano iniziando a confabulare di chiamare la sicurezza e i pit-dum. Uno di loro, il C3, si era messo a calamare la folla, ma presto qualcuno li avrebbe approcciati: Alex già riusciva a scorgere un paio di guardie organiche che cercavano di capire chi aveva combinato tutto quel casino e...
    Le altre due latte!
    Una era ancora intosa, poco distante da loro, ma l'altra era stata uccisa dalla caduta dello scaffale e le sue interiora rossicce erano mescolate a tutto il resto. Pareva proprio che non sarebbe riuscito a fare il 3X2.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    Astrea venne strappata dal suo appiglio da Alex che compariva tra i sacchetti di fecola, spaccandone alcuni, spedendone altri per terra e in ogni caso riempiendo la corsia di polvere bianca. Il grido della zeltron fu interrotto per il sentirsi scaraventata verso il basso e una volta a terra, dal peso del finto umano che le si era sistemato sul torace e che le aveva strappato l'aria dai polmoni.
    Un'altra botta sul culo. Questa volta avrebbe avuto davvero bisogno di qualche antidolorifico in dose da cavallo, ne era certa!
    Corsia 7, parafarmacia. Dopo i preservativi e i cerotti di Yoda. ...forse aveva preso anche una botta in testa.
    Si portò con una smorfia la mano alla fronte per strofinarsi gli occhi; ma sentendosi frugare tra le tette rinviò l'operazione. Abbassò gli occhi e trasalì: Alex stava cercando di ripulirsi la faccia dalla farina e non aveva trovato metodo migliore che affacciarsi sul suo davanzale!
    Era così basita che non riuscì nemmeno a spiccicare parola; o forse aveva davvero preso una botta in testa troppo forte per avere tempi di reazione dignitosi... a quel punto, col visino tutto ben ripulito, Alex ne incrociò lo sguardo e, ancora, Astrea si trovò delusa di non vedere un paio di luminosi occhi rossi; ma i droidi stavano arrivando e non c'era più tempo per scambiarsi languide occhiatine!
    L'uomo le si levò di dosso, rotolando di lato e cercando di strapparle di mano la lattina di pelati mentre si levava in piedi.
    CITAZIONE
    Sgancia. Molla. Dammi!

    Nnnnnnooo! Ringhiò la ragazza cercando di tirarsi la latta il più vicino possibile al petto; cosa che produsse nell'umano una reazione decisamente ostile, solo che mentre lui la minacciava a mezza voce, Astrea era troppo impegnata a spulciare i suoi ricordi alla ricerca di quello giusto, sommerso dalla nebbia di Zeltros e dei fiori di loto...
    Illuminazione, proprio nel momento in cui Alex realizzava che sì, se ne sarebbe andato senza il 3x2 mentre un paio di guardie organiche apparivano all'imbocco della corsia, mettevano a fuoco i due e iniziavano a correre verso di loro.
    Astrea attese che gli occhi di quell'umano maniaco dei pomodori tornassero nei suoi prima di rispondere, ancora seduta a terra.
    Strafottente. Fu l'etichetta che gli appiccicò subito addosso. Come si permetteva di minacciare una perfetta sconosciuta? Come si permetteva di minacciare quella perfetta sconosciuta... Di tre cose Astrea Velia fu istantaneamente certa.
    La prima: non avrebbe mollato i pelati.
    La seconda: non avrebbe gestito il casino del supermercato tutta da sola.
    La terza: questo tizio aveva un gran bisogno di imparare a fare l'ammmore e non la guerra.
    [Seduzione]Perché sennò che mi fai? La voce era resa quasi roca da quel sussurro, gli occhi blu si erano liquefatti e la presa sulla lattina di pomodoro si era fatta più salda.
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    Quella zeltron non ne voleva sapere di mollare il barottolo e nemmeno di mettersi in piedi, ma più lei inisteva e più Alex si intestardiva. Avrebbe potuto lasciar perdere, ma il fatto che lei l'avesse trattato come uno stupido apriva il cassetto dei "principi" e rendeva impossibile retrocedere. Doveva averla vinta lui.
    Perciò dopo essere stato strattonato verso il basso, lui se ne uscì con le minacce, ed era sicuro che quella sarebbe stata la sua ultima battuta, la chiusura dei giochi, non si aspettava proprio la reazione che invece ebbe la zeltron.
    CITAZIONE
    Perché sennò che mi fai?

    Una scarica di brividi gli fecero rizzare i capelli sulla nuca e una vampata di calore salì dal basso ventre fino alla punta delle orecchie, una di quelle che -fossero stati gli occhi di Keldor a guardarla- avrebbero provocato una sparaflashata incandescente puntata come un mirino a quelli blu della donna. In effetti una lieve tintura rossa trasformò gli iridi da blu elettrico a violacei, ma forse era solo una questione di illuminazione, non è vero? In pieno ritmo con l'avanzare del calore, un sorriso languido gli si allargò in faccia, la prova inconfutabile che qualunque cosa fosse successa poi, ormai Alex era stato preso. Se questo fosse un bene o un male, solo il tempo avrebbe potuto dirlo. Intanto, il cavallo cominciava ad impennarsi: tutto merito nel peperoncino che fa la circolazione bella scorrevole e la liquirizia di Edna, che pompa la pressione bella altina e si sa, ai cavalli la pressione fa brutti scherzi.
    Lasciando andare a briglia sciolta la sua cavalcatura, Alex assottigliò lo sguardo, come un gatto sornione con qualcosa in mente, e quasi come un gatto, furono le fusa la prima risposta.
    In tutto, la reazione durò appena un secondo: il tempo che si fosse reso conto di cosa stava facendo, che aveva sgranato un occhio e stretto l'altro, stiracchiando la bocca da quel lato, in una smorfia da colonscopia.
    Ma malgrado questo, l'incantesimo era stato lanciato e Alex ci era caduto come un pero. La priorità, da "prendi la latta e vattene" era diventata "trombati la zeltron", il che naturalmente ci riportava alla situazione di partenza, solo con molta più convinzione da parte sua.
    Ti-ra-ti. Su. sillabò tra i denti. Non sapeva chi fosse, da dove venisse, o perchè amasse tanto i pelati, ma sapeva per certo che era una troia cocciuta e con un culo pazzesco. Come un cane con una palla da tennis già in bocca che cerca di afferrarne una seconda, Alex non ne voleva sapere di mollare la lattina, ma adesso voleva pure la zeltron...
    Purtroppo quella mancanza di prontezza da parte della donna costò entrambi un'uscita di scena pulita: un paio di guardie di sicurezza era appena arrivata. Subito, Alex si mise in ginocchio, infilò il braccio sotto l'ascella della zeltron, dalla parte della lattina, e iniziò a tirarla in piedi a forza.
    Oh, grazie al cielo! Presto! Dovete fermare quella pazza! Non so cosa le sia venuto in mente, ma... guardate che ha combinato! piagnucolò, sfruttando gli occhi umidi da farinacei, e indicando la vecchia sbandata nel carrello, in fondo alla corsia.
    Qualunque filamto di sorveglianza avrebbe negato tutto, ma sul momento, andarsene da lì era l'unica cosa che contava. Andarsene con Valerio Bottega, ovviamente.
    I due Cathar guardarono loro, poi si scambiarono uno sguardo e infine, uno di loro si lanciò dalla vecchia... l'altro rimase.
    Merda!
    Restate dove siete, per favore. Dobbiamo assicurarci di cosa sia effettivamente accaduto.
    Bene, e ora? Continuare a parole? Spingerlo sul sugo di pomodoro?
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Narratore
    Posts
    1,189
    Reputation
    +42
    Location
    ValBrenta

    Status
    Offline
    Lo sapevo. Astrea permise ad Alex di cingerla e si lasciò tirare su a peso morto. Sentire le vampate di calore che provenivano dal giovane la fece ghignare, fortunatamente nessuno avrebbe notato quel sorrisetto così colpevole visto che la zeltron si era completamente appoggiata all'umano e ora, dopo essersi voltata, nascondeva il viso sul suo petto.
    Il fatto che il mulatto avesse le fusa che gli rimbombavano in petto era interessante, da tenere a mente per ulteriori analisi.
    CITAZIONE
    Oh, grazie al cielo! Presto! Dovete fermare quella pazza! Non so cosa le sia venuto in mente, ma... guardate che ha combinato!

    Il ghigno si allargò a sentire quella balla, si allargò tanto che la zeltron iniziò a ridacchiare. Molto molto poco indicato in un contesto simile! Portò la mano che Alex le teneva, e che ancora stringeva la latta, al viso e iniziarono i singulti e l'ansimare pesante che le scuoteva le spalle.
    Andiamo via: mi fa malissimo! -esclamò alzando gli occhi blu in quelli incandescenti di Alex, doveva forse impegnarsi un po' di più- Mi sono fatta malissimo e non mi piace che mi guardino! Eeeee scoppiò in lacrime, stringendosi ad Alex e... alla lattina ovviamente, mentre con la mano libera tentava di sistemarsi la camicetta, palesemente facendo notare che era stata vittima di un incidente che ne aveva esposto suo malgrado le pudenda al pubblico ludibrio.
    Si impegnò per scindere le varie emozioni che le affollavano le narici in quel momento, alla ricerca di quelle del Cathar, per capire se la sua interpretazione, e in particolare le sue lacrime, avevano funzionato o meno.
    Ah ehm... Signorina... se vuole -si schiarì la voce- Se vuole abbiamo la saletta del personale: non penso ci siano problemi... -lanciò un'occhiata al collega che cercava di avvicinarsi alla vecchina urlante che ancora faceva le piroette sul carrello ma che aveva anche iniziato a menare fendenti con il bastone da passeggio.
    Perfetto! -annuì, tirando su con il naso- Sì. Sì, per favore! -adocchiò la guardia con un paio di languidi e arrossati occhi blu- La ringrazio davvero! Lo sfarfallio delle ciglia che seguì quasi fece arruffare la criniera del Cathar che deglutì e aprì la strada.
    Durante quella passerella della vergogna, Astrea si sarebbe dedicata completamente ad accentuare ogni suo più piccolo dolorino -nonostante quelli piccoli giocassero una percentuale minima in tutta la faccenda. Ogni tanto gemendo, ogni tanto tirando su con il naso; fino a giungere ad una sala che si trovava dietro una porta interdetta al personale non in servizio a metà della parete sulla destra rispetto l'ingresso del supermercato. Di fianco a quella porta, la cabina della sicurezza dov'era rimasta una sola guardia a gestire schermi di sorveglianza e la folla inferocita che prendeva d'assalto gli scaffali ormai quasi vuoti.
    Gli occhi della zeltron si illuminarono, cercarono quelli di Alex e saettarono verso gli schermi della sorveglianza.
    Eliminare. Le. Prove. Sembravano implorare le iridi blu.
    Prego, signori! Facendo correre una tessere magnetica sulla serratura, la guardia aprì la porta su un salottino con una tv, qualche poltroncina imbottita, un frigo, un tavolo e altre due porte: probabilmente una il bagno e una lo spogliatoio.
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Admin
    Posts
    23,540
    Reputation
    +146
    Location
    Feltre

    Status
    Offline
    Non era normale.
    Se fosse stato normale, se la pelle fresca della zeltron appiccicata addosso gli avesse provocato solo il desiderio di trapanarla come un carpentiere, Alex non avrebbe dovuto provare tutto il resto. Sintomi? Aridità delle fauci, testa leggera come un nuvola, orecchie e testa talmente bollenti che ci avrebbe potuto friggere sopra un paio di uova, rimestio continuo di una barca in preda alla burrasca, che si affacciava tra bocca dello stomaco e polmoni, formicolio esteso alla punta delle dita e sensazione dell'arto fantasma estesa ad ogni parte del corpo a contatto con la donna; per finire, cavallo impennato, ma quello era piuttosto usuale.
    E' certamente un ictus. Edna mi ha avvelenato.
    Era a questo che il mulatto stava pensando, mentre il resto del suo corpo reagiva per conto proprio, la bocca pronunciava frasi atti a tirarlo fuori dai casini, lui pensava, e con la stessa naturalezza con cui sapeva rimare sul pezzo e allo stesso momento programmare la mossa successiva, così il suo cervello lo portò a visualizzare altri attimi, altre sensazioni, non sue, non di Keldor, ma in qualche maniera collegate.
    Quando Waket aveva abbracciato il pirata, in lacrime, spaventata, ma anche grata per il suo pronto intervento che l'aveva salvata -in maniera del tutto priva di altruismo- da alcuni ubriaconi violenti su Nar Shaddaa, Fisher aveva reagito come chi è pronto a difendersi. Pensava che volesse pugnarlo, e quando non era successo, era rimasto ugualmente infastidito, a disagio. Lei aveva corretto rapidamente il tiro, ma altrettanto velocemente aveva fatto intendere, senza volerlo, di essersi presa una bella cotta per l'affascinante pirata che l'aveva salvata. Fisher ne aveva approfittato. L'aveva ingannata, spingendola a rivelarle l'indirizzo di dove lavorava, su Bespin e poi ci era andato sul serio. In meno di un'ora, era riuscito a farsi invitare a casa della micetta ed era bastata una doccia e qualche cazzatina per finire anche a intingere il biscotto. Lui aveva continuato a sfruttarla per i suoi soldi, lei a farsi sfruttare, ma non solo: senza saperlo, anche Waket aveva impresso un cambiamento nel pirata e quando lei era scomparsa, Fisher l'aveva pensata a lungo, senza darsene una ragione. La verità era che si era affezionato, un poco, ma quel che basta.
    Ora qui, con la zeltron abbarbicata addosso, Alex provava altre sensazioni, diverse, personali, che non riusciva a ricollegare a nessuno dei ricordi di Fisher, che non sapeva bene interpretare e che gli facevano venire voglia di mettersi a ridere come un imbecille, ma pure di allontanarsi da tutte quelle novità, perchè in fondo era pur sempre un-..
    AHHHHHHHHHH!!! PIANGE!
    Una zeltron che piange, attaccata addosso come un koala. Come si gestisce una zeltron in lacrime che ti ha scambiato per un ramoscello di eucalipo? Normalmente non gliene sarebbe fottuto un bel niente se quella si annaffiava le gote, al massimo gli sarebbe venuto da ridere, ma il pensiero che fosse cominciato tutto perchè lui l'aveva fatta cadere, eh, non gli piaceva tanto. Il primo istinto fu quello di mandarla a cagare e levarsela di torno, perchè se si trovava così, era colpa sua, non di Alex, sua! Invece fu inconsapevolmente Valerio Bottega a levarsi d'impaccio da sola. Come? Spostando il risentimento del mulatto da sè stessa, al cathar.
    Ma non si vergogna!? Distolga lo sguardo, animale! Lo vede? L'ha fatta piangere! NOn lo sa quanto delicato è quest'argomento! Da quando il chirurgo plastico ha sbagliato protesi e le tette le diventano fosforescenti al buio, andare al mare di sera è diventata una tragedia! Ci si mette anche lei, adesso?
    I successivi balbettii del gattone sulla sala del personale, sembrarono soddisfare appieno la sua zeltron da taschino, ma stridettero parecchio coi desideri di Alex: lui voleva uscire, non farsi chiudere da qualche parte. Imprecò tra i denti, ma lasciò che la donna se la sbrigasse da sola. Ormai avercela stretta addosso non gli sembrava più così strano, anzi cominciava a sentirsi di nuovo pienamente padrone di sè stesso, solo con un optional in più: al posto di una brutta acqua di colonia, un manto magenta.
    Il Cathar cercò prendere l'altra metà della zeltron, per aiutarla a camminare, ma Alex lo fulminò con lo sguardo e questi si accontentò di aprire la strada.
    Mentre la donna scricchiolava avanti, Alex, che non l'aveva ancora mollata, nè lei, nè la latta, si piegò per sussurrarle all'orecchio.
    A che gioco stai giocando, dolcezza? Se questi guardano i nastri, mi tocca fare un macello per farci uscire! Non credere che ne uscirai pulita: almeno metà del casino, è tuo. sibilò tra i denti.
    Subito risollevò la testa, lanciando un'altra occhiataccia al felide, che li stava guardando; ormai avevano raggiunto la porta.
    Uno sguardo rapido avvisò Alex della presenza degli schermi, e pure del tizio che li stava visionando. Ecco cosa voleva la donna: liberarsi delle prove, non dei testimoni. Peccato che Alex sapesse a malapena accendere un computer.
    In compenso sono bravissimo a distruggere cose.
    Non appena furono nel salottino, gli occhi del mulatto corsero all'arredo per individuare possibili fonti di morte e distruzione, ma anche al soffitto e le pareti, per vedere se anche quella stanza fosse sotto sorveglianza. Ovviamente sì, ma quello, invece che un problema, avrebbe potuto risultare un asset.
    Un piano rapido aveva già preso piega nel cervello del criminale, prima ancora che il cathar richiudesse la porta alle loro spalle.
    Frigo. Bibite.
    Non posso lasciarvi uscire, finchè non abbiamo chiarito la situazione, ma se avete bisogno di qualcosa...
    Certo che ne abbiamo bisogno! Per Vader! Non vede come sta? Prenda dell'acqua in frigo, veloce! Resisti, tesoro, adesso ci pensiamo noi. si rivolse prima alla guardia, e poi, con tono accorato, alla donna.
    Mentre il cathar tirava fuori una bottiglia da un litro di acqua frizzante dal frigo, Alex aveva portato la zeltron al divanetto, invitandola ad appoggiarsi allo schienale col petto e salire con le ginocchia sul sedile, in modo da tenere alti i glutei da pilates, e al momento sicuramente ammaccati.
    Per un lungo istante, Alex si soffermò sul panorama, inspirando a fondo, poi l'acqua arrivò e lui riprese il tono e la sicurezza da caposala di chirurgia bellica.
    Era ora! Dobbiamo agire in fretta! Avanti, la spogli, io applicherò la cura.
    Ma.. ma...
    Ma cosa fa?! Ad occhi chiusi, per l'amor del ciiielo! Vuole traumatizzarla più di così!? Mi domando come abbia fatto a tenersi il posto. Tranquilla, tesoro, ora ci penso io. le tirò una schiaffo sul culo, solo per poi strillare in faccia al cathar.
    Ma cosa fa?!
    Ma io... ma veramente!
    Non sbirci!
    Con un cathar orbo che voleva, ma non voleva spogliare la zeltron dolorante, e la bottiglia di acqua in mano, l'unico da sistemare era il tizio rimasto fuori a visionare i monitor, ma Alex si sarebbe occupato di lui in un momento.
    Non appena il tipo si fosse reso conto che c'era una zletron a 90° sul divanetto del personale, avrebbe certamente sentito la necessità di andare a prendere un caffè, specialmente se Alex fosse scomparso e Astrea si fosse fatta più invitante.
    Con la guardia che brancolava al buio, Alex si piegò, spalle alla telecamera e fronte alla zeltron, quindi, senza produrre alcun suono, pronunciò lentamente:
    "Guarda in camera, tesoro."
    Prima di rialzarsi, indicò la direzione in cui si trovava la videocamera, alle sue spalle, quindi indietreggio verso la stessa parete, uscendo dal campo visivo di quella, per dirigersi alla porta.
    Lanciò un'ultima occhiata alla zeltron, per vedere se aveva capito l'antifona, prima di uscire furtivamente e proseguire oltre, come dovesse andare dai droidi, in realtà si nascose dietro la pila di birre dello scomparto 9, e attese. Se Valerio Bottega avesse fatto il suo, presto la cabina dei monitor si sarebbe liberata e Alex avrebbe potuto intervenire per rovesciare l'acqua sul pc, nella speranza di friggerlo. Niente pc, niente filmati, no?
     
    Top
    .
36 replies since 4/12/2019, 22:34   486 views
  Share  
.