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[EVENTO] I Sette Samurai, pt2

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    Col furto da parte di misteriosi mercenari, di informazioni di vitale importanza per la guerra, e la vendita delle stesse ad entrambe le fazioni in gioco, gli schieramenti di Kami Viszla e di Mank Ordo si trovano ora alla resa dei conti. La Guerra Civile mandaloriana ha imperversato per troppi anni, e i clan sono indeboliti dalle lotte intestine. Scoprire la verità sulla morte dell'ex-Mandalore e trovare il figlio reietto, difeso su Concordia da Kami Viszla e i suoi uomini, oppure prepararsi ad un attacco frontale su Keldabe? Viszla, o Ordo? A corto di alleati, Mank Ordo, ha assunto mercenari stranieri per compiere il suo volere, mentre i Protettori difendono la città dall'assedio di Kami Viszla. Dalle azioni di pochi uomini, potrebbe dipendere la sorte dei Mandaloriani.


    Non era tipico che Keldabe accogliesse stranieri tra le sue genti, ma quello era un periodo tutt'altro che tipico. Assoldati da Mank Ordo, autoproclamatosi Mand'alor, schieramenti mercenari che normalmente non avrebbero avuto nulla a che fare gli uni con gli altri, stavano accanto ai Protettori, per la difesa della capitale culturale dei mandaloriani.
    Chiunque avesse deciso di rimanere in città, avrebbe partecipato per difendere la propria casa e il proprio clan, e questo significava Ordo, Itera e gli altri clan minori, vassalli di questi. A loro si erano uniti alcuni soldati dei Black Acklay e dei Bull Rancor, per nulla felici di dover collaborare e tenuti per tal motivo molto lontani gli uni dagli altri. A Rodolf la voce era giunta di sfuggita, ma non aveva effettivamente visto nessuno degli Acklay. Il compito suo e del resto della squadra di cui faceva parte, era di difendere una particolare sezione della città.
    In quanto a difese, Keldabe poteva contare su spesse muradi pietra, che la circondavano interamente, il che, assieme alla posizione sopraelevata sulla montagna spianata di granito, su cui era stata costruita, e la presenza del fiume Kelita che lo cingeva con le sue anse da sud-ovest a nord-est, rendeva molto difficoltoso un assedio via terra. Questo Mank Ordo e gli strateghi degli Itera, lo sapevano, e infatti era dagli attacchi dall'alto che avrebbero dovuto proteggersi.
    Keldabe era una città disordinata. L'unico reale punto di riferimento per uno straniero era la torre della MandalMotors, alta 100m e con un teschio di mitosauro come logo, ben visibile in alto. Il resto della città si snodava senza seguire nessuna apparente regola architettonica, con case, cafè e negozi di ogni foggia, materiale e dimensione. Le strade erano strette, ad eccezione della Chortav Meshurkaane, dove si affacciavano numerosi negozi e cafè e due volte a settimana si affollava il mercato. Era seguendo quella via trafficata che si poteva raggiungere il piccolo spiazzo squadrato di fronte all'Oyu'baat, il locale usato per incontri neutrali tra mandaloriani e luogo di pace. Inizialmente Rodolf era stato trasportato assieme agli altri Rancor, prorprio là. Era lì giust'appunto per ricevere ordini più precisi dai superiori, e forse avrebbe anche visto Mank Ordo.


    L'assedio era iniziato come una semplice serie di incursioni, ma, negli anni, Kami Vizsla aveva raccolto numerosi alleati e sostenitori. Ai Wren, storicamente alleati, s'erano aggiunti i Bralor, a seguito delle trattative effettuate a Norg Bral tempo addietro, e dunque, spinti dalla superiorità numerica, i Sornell avevano a loro volta scelto Kami come signore.
    Tuttavia i tre clan non erano soli, poichè diversi individui appartenenti ad altri clan, avevano scelto di cambiare schieramento. Tra questi v'era Wade Ordo, venuto meno al principio caposaldo della lealtà al Mand'alor e al clan, per motivi che erano solo i suoi.
    Vrikavan Sornell, seguiva il volere del suo clan, mentre Raiden Stormbreaker, che in quella guerra non c'entrava nulla, avrebbe dovuto trovarsi alle dipendenze di Mank Ordo, ma aveva probabilmente scelto i Vizsla, in favore della madre Wren. I tre si trovavano nello stesso luogo, ognuno coi propri motivi, e aspettavano la stessa cosa.
    Da quando alleanze erano state strette e le forze dispiegate, erano stati costruiti numerosi accampamenti attorno alla città da assediare. I tre si trovavano in uno di questi, all'ansa nord-est del Kelita, assieme ad altri numerosi uomini, ognuno nella propria armatura colorata secondo i personali valori. Poichè i mandaloriani erano un popolo libero, non v'erano reparti veri e propri, e ognuno portava le armi con cui era più familiare, tuttavia un piano di battaglia c'era e l'Alor del Clan Bralor era lì per esporlo.


    CITAZIONE
    Vi ripropongo la medesima mappa che avevo usato per Sette Samurai pt1, per una visione d'insieme del pianeta.


    Mappa per i tre dell'Ave Maria. Siete all'interno della Base Y.

    Il GS medio della quest parte da 10. Da questo momento, ognuno di voi ha 3 giorni per poter rispondere. Potete scegliere autonomamente in che ordine postare, ma da quel momento, i turni dovranno essere rispettati. Eventuali scambi tra voi andranno comunicati anche a me.
    Per altre domande, potete usare la discussione dell'Evento, in Sala del Consiglio.
    Nel primo post, oguno di voi posterà in spoiler l'equipaggiamento che ha portato con sè, il proprio livello e la lista delle tecniche già conosciute.
    -Canepazzo- That random guy over there Maggoth Ciborgo
     
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    Alla fine, il momento era giunto. La guerra civile aveva raggiunto il suo apice, lo scontro era diventato totalmente frontale ed impossibile da rimandare. Tutti quanti sapevano che prima poi sarebbe successo, tutti quanti si erano preparati, chi da giorni, chi da settimane, chi da mesi.
    Eppure, Vrikavan sentiva che quella battaglia non gli apparteneva. Non conosceva Kami e non credeva nel fatto di dover combattere per lui, ma lo faceva per dovere nei confronti del suo clan. Loro si erano schierati insieme a tutti gli altri clan contro gli Ordo e lui avrebbe rispettato il Resol'nare. Il suo clan non riconosceva Mank Ordo come Mand'alor, quindi lo stesso sarebbe stato per lui.
    L'unica fortuna era che le sue madri erano state lasciate alla base per difenderla da eventuali assalti, cosa che gli diede conforto. Erano più al sicuro laggiù. Non che pensasse che le due donne fossero incapaci di difendersi, anzi. Ma era una preoccupazione in meno.
    La base in cui si trovavano era non troppo distante da Keldabe, separati unicamente dall'ansa del fiume Kelita.
    Quante volte aveva visto quel fiume dalle mura della capitale, come suo guardiano? Ora si trovava nella situazione opposta, ad assaltare una città che fino a poco tempo prima aveva protetto. Sperava solo di non dover affrontare direttamente nessun protettore ma unicamente membri dei clan avversari.
    Una riunione stava avvenendo al centro del cortile per decidere come dividere i ruoli di tutti i numerosissimi mandaloriani presenti.
    Aveva già controllato tutto il suo equipaggiamento, compreso il nuovo jetpack, ed era tutto pronto e funzionante. Doveva solamente usare tutto quello che aveva e concludere il suo ruolo.
    E pensare che per finire quella guerra gli bastava una linea di tiro libera verso Mank Ordo per qualche minuto.
    Scosse la testa al pensiero di un colpo pulito e rapido per evitare qualsivoglia inutile perdita di sangue, mentre si metteva in prima fila insieme ai suoi compagni Sornell per ascoltare il piano da mettere in atto.


    LIVELLO 3
    TECNICHE:
    Colpo Accurato (Fucili)
    Estrazione rapida
    Fuoco a soppressione
    Intercettare
    Agilità Superiore
    Cecchino

    ARMI:
    Fucile blaster pesante (cinghia sulla spalla sinistra)
    - Mirino ad infrarossi
    - Bipiede
    Pistola blaster (fondina sul fianco destro)
    - Dispositivo di ascensione
    Vibrolama (Fodero fianco sinistro)
    Pugnale (fondina nascosta al polso sinistro)
    Granate fumogene x3

    ARMATURE:
    Casco pesante - 0,5 PER
    Pettorale Medio no malus
    Bracciali leggeri no malus
    Gambali leggeri no malus

    EQUIP:
    Binocolo
    Fune sintetica
    Guanti da scalata
    Jetpack
    Cintura porta-caricatori leggeri x2 (cintura e bandoliera sul petto)
     
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    era arrivato il momento, il momento di rimettere le cose apposto e fermare qualsiasi cosa pensasse di fare Mank Ordo, certo, andare contro al Mio Clan era la cosa più difficile che potessi fare o che un qualsiasi Mando potesse fare, ma in queste circostanze non c'era molta scelta, lo facevo solo per fermare Mank, non avevo nulla contro gli altri e perlomeno non avrei combattuto la mia famiglia stretta.

    era strano vedere la capitale sotto assedio, o perlomeno era strano pensare di essere dal lato degli attaccanti, faceva una certa...impressione, eravamo stati chiamati nella base epsilon, durante il viaggio ricontrollai più volte il mio equipaggiamento, il fucile, le due pistole pesanti, la mia armatura, il Jetpack il coltello e la pistola entrambe nascoste, ogni tanto scambiavo qualche parola con i miei compagni di viaggio, ma come sempre poco prima di scendere dallo Speeder su cui eravamo arrivati ho espanso i miei sensi alla forza [Danger Sense] una volta sbarcato segui il gruppo che si stava dirigendo verso il cortile, per decidere il da farsi

    LIVELLO 2
    TECNICHE:
    Colpo Accurato (Fucili)
    Arma focalizzato (fucile blaster)
    Danger sense

    ARMI:
    Fucile blaster
    - Mirino
    - Bipiede
    Pistola blaster pesante x2 (una per fianco nelle fondine)
    - Dispositivo di riconoscimento
    vibro Pugnale (fondina nascosta polso sinistro)
    Pistola blaster tascabile (Fondina nascosta Caviglia destra)


    ARMATURE:
    Casco medio no malus
    Pettorale Medio no malus
    Bracciali Medii no malus

    EQUIP:
    Comnlink
    Jetpack
    Cintura porta-caricatori leggeri
     
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    Tecniche:
    Esperto sensitivo
    Combattere con due armi
    Estrazione Rapida
    Schianto di Forza
    Movimento della forza

    Abito:
    Tenuta da Esploratore

    Armature:
    Casco leggero - no malus
    Pettorale leggero - no malus
    Bracciali leggeri - no malus
    Gambali leggeri - no malus

    Armi:
    Spada Laser - Fondina nascosta (dietro la schiena)
    Pistola Blaster - Fondina (Cintura/lato sinistro) MOD: Mirino, dispositivo di ascensione
    Pistola Blaster - Fondina (Cintura/lato destro) MOD: Mirino, dispositivo di ascensione
    Manganello stordente - Fondina (Coscia sinistra)

    Extra:
    Cintura porta-caricatori leggeri
    Jetpack
    Computer da Polso
    Comlink
    2 Datacard (Vergini)
    2 Manette Elettriche




    Quel giorno era stato strano, pur abitando nella stessa casa, Raiden e sua madre non si videro neanche una volta, impegnati a prepararsi per lo scontro che avrebbero affrontato di lì a poco.
    Il ragazzo dopo essersi preparato e aver ricontrollato tutto si sentiva pronto, rimase un po’ sorpreso quando sull’uscio di casa incontrò il genitore nella sua armatura, una vera armatura mandaloriana pesante.
    Nei giorni precedenti lei era stata molto chiara, non fare stupidaggini, e non creare problemi.
    Carol aveva fatto molta fatica a convincere il capoclan a permettere al ragazzo di partecipare a quella battaglia, poteva essere un ottimo occasione per dimostrarsi un ottimo acquisto per il clan.
    Mentre si trovava sul trasporto si sentiva nervoso, non tanto per la battaglia che stava per affrontare, non era il suo primo rodeo, ma più per gli sguardi degli altri mandaloriani, non li vedeva perché indossavano l’elmo, ma se li sentiva a dosso, per darsi coraggio a volte, senza farsi notare, toccava la fondina nascosta dietro la schiena con all’interno la sua spada laser.
    Raiden non sapeva se nel clan qualcuno sapeva del suo passato con la forza, ma probabilmente dopo quel giorno lo avrebbero saputo tutti.
    Arrivati alla base il ragazzo si avviò insieme agli altri per sentire il piano d’azione, sperando che non lo dicessero tutto in mando’a, il ragazzo non conosceva ancora bene la lingua e non avrebbe capito molto.
    Mentre si avviava ripensò al perché fosse lì, si lo faceva per dimostrare quanto valeva al clan ma anche voleva diventare un mandaloriano, anche se all’inizio aveva avuto dei dubbi era rimasto colpito dalla loro cultura, e dalle loro tradizioni, c’era una forte unità che al tempio mai non era mai riuscito a trovare, e oltre a questo c’era anche una forte dignità e un grande senso dell’onore, e visto che il suo obbiettivo era diventare un vero mandaloriano, non voleva che a capo della sua nuova casa ci fosse un soggetto che mancava di questi valori.
    Raggiunto il cortile si mise in attesa per sapere come si sarebbero comportati da quel punto in poi.
     
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    Ciborgo si è ritirato dalla quest.
    Secondo le regole dell'Evento, subisce le conseguenze della ritirata e perde 2 punti fama con i Bull Rancor, da segnalare in scheda. Dato che non ha postato, non ottiene px.

    Varota Bralor era un uomo possente, totalmente bardato in un'armatura mandaloriana pesante e molto elaborata, con intarsi, e decorazioni a basso-rilievo sull'elmo e il pettorale, che rappresentavano scene di guerra della storia del clan. Come colore di fondo portava diverse tonalità di blu con gli intarsi color arancio metallizzato, che li facevano sembrare rame fuso. Alla cinta aveva appese due pistole blaster, straordinariamente ordinarie, rispetto all'armatura, come se non facessero parte della sua figura, e qualcuno ce le avesse appoggiate per sbaglio. Forse aveva lasciato le super-pistole nei pantaloni di ricambio.
    In ogni caso, era proprio il Bralor che avrebbe guidato i guerrieri della base Epsilon e quando parlò, la sua voce risuonò forte e chiara attraverso l'elmo, calda e sicura, la voce di un vero leader.
    Sono Varota, del Clan Bralor e oggi scenderò in battaglia assieme a tutti voi, per scrivere la storia di questo periodo del nostro popolo. iniziò in lingua mando.
    Mentre noi parliamo, gli altri si stanno organizzando per sferrare un attacco frontale alle porte di Keldabe. Kami Vizsla ha già lanciato la sua sfida a Mank Ordo per un duello all'ultimo sangue, ma il falso Mand'alor non ha risposto. Questo ci costringe a versare sangue mando'ad per risolvere la questione. Purtroppo i piani di battaglia sono stati trafugati tempo addietro e venduti ad Ordo, e per questo la guerra si è protratta fino a tal punto. pronunciò l'ultima frase con risentimento: il fatto era accaduto mentre Kami era all'interno della sua fortezza, a Norg Bral, e l'alor ci teneva molto all'ospitalità tradizionale. Se mai avesse trovato i responsabili, li avrebbe arrostiti a fuoco lento.
    Come saprete, Keldabe è difesa da forti mura e circondata dal fiume Kelita, ma la città è molto stipata: Ordo non ha potuto piazzare artiglieria all'interno delle mura. Noi potremmo tranquillamente abbattere le difese coi nostri mezzi pesanti e radere al suolo la città e chi vi abita, ma Keldabe è anche casa nostra. Il nostro obbiettivo è arrivara a quel codardo di Mank Ordo, spargendo meno sangue mando'ad possibile. Questo non significa che vi è richiesto di moderarvi: uccidete prima di essere uccisi, rispettate il Resol'nare. ammonì tutti quanti, prima di passare alla parte di pianificazione vera e propria.
    Da dietro la cintura, il Bralor produsse un holoproiettore portatile e con esso potè mostrare la mappa schematica del piano di battaglia.
    Noi ci troviamo qui. Indicò la base epsilon, a nord-ovest di Keldabe, oltre una delle sponde del Kelita.
    Kami attaccherà da sud, ma per farlo, i suoi uomini dovranno superare il fiume e scalare la parete granitica, per poter piazzare le cariche sulle porte. In quel frangente, noi dovremo attaccare da nord, per tenere impegnati i cecchini sulle mura. Poichè Mank Ordo si aspetta un attacco e conosce le nostre forze, si è premurato di un generatore di scudi. Gli attacchi diretti dell'artiglieria possono indebolirlo, ma abbatterlo sarà difficile. Per questa ragione noi siamo qui. Mentre una parte di noi terrà impegnati i cecchini, abbatendone quanti più possibile sul lato nord, una squadra dovrà occuparsi di sgattaiolare all'interno per occuparsi del generatore di scudi. Esiste un passaggio di cui siamo a conoscenza, un rimasuglio delle guerre passate. Purtroppo è probabile che anche Ordo se ne ricordi, e abbia piazzato qualcuno all'uscita del tunnel, proprio qui a nord. Non sarà un ingresso facile, ma migliore che cercare di volare oltre le mura e farsi abbattere come colombacci dagli uomini in cima. aggiunse.
    Una volta che Kami avrà fatto breccia da sud, potremo infierire con l'artiglieria. Il falso Mand'alor sarà costretto a fuggire, per non rimanere sotterrato nel suo buco e noi ci assicureremo che questo non accada. Ora, una cosa molto importante. Se vi troverete da soli con Mank Ordo, è essenziale che non venga ucciso. Chiunque uccida il Mand'alor avrebbe diritto al titolo dopo di lui, ma posso già anticiparvi come finirebbe la faccenda. Se ucciderete Mank Ordo senza il supporto dei clan, farete scoppiare un'altra guerra civile, poco ma sicuro. Prima di essere ucciso, Mank dovrà confessare l'assassinio disonorevole del nostro precedente Mand'alor, e questo è un dettaglio di cui non dovrete preoccuparvi. Se trovate Mank Ordo, catturatelo come il pollo che è e consegnatelo a Kami Vizsla. Domande? concluse.
    Nessuno di loro avrebbe ricevuto un incarico specifico: era consuetudine che chi voleva occuparsi di una particolare parte della missione, si proponesse volontario. D'altrocanto non erano nemmeno obbligati a seguirlo, quel piano: non erano soldati, erano mando'ad... tutti o quasi.
    Naturalmente Raiden non aveva capito nulla del discorso, ma poteva sempre chiedere a qualcuno dei guerrieri con lui.
     
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    Non aveva mai incontrato personalmente l'Alor dei Bralor, ma lo conosceva di fama. Era un potente guerriero e fortemente legato alle tradizioni, al punto che gli risultò strano scoprire che era stato uno dei primi ad unirsi a Kami Viszla. Quell'insurrezione era parzialmente innovativa, perché andava contro i tipici dettami della tradizione mandaloriana, ma era evidente che in realtà l'intera situazione non era convenzionale. Nessuno dei due pretendenti aveva un diritto chiaro ed inequivocabile al ruolo di Mand'alor, quindi era plausibile che ci fosse margine di manovra anche per i più tradizionalisti.
    Mentre veniva esposto il piano, Vrikavan si rese rapidamente conto che, fortunatamente, il piano non era di radere al suolo la città ma di effettuare un assedio vecchio stile, cercando di risparmiare abitanti ed edifici. Era un sollievo per lui, perché aveva lavorato a lungo in città come Protettore Mandaloriano e, sebbene avrebbe sempre mantenuto prioritario il suo ruolo per il clan, temeva comunque di dover perdere una parte del suo onore in quella battaglia. Almeno ora sapeva che poteva ridurre quei danni al suo credo personale.
    Mantenendo una posizione incredibilmente immobile per qualcuno bardato completamente in armatura, il lasat si concentrò sul piano.
    Il punto focale era ovviamente Kami e la sua squadra, incaricata di abbattere le porte e farli entrare. Per poterlo fare dovevano ridurre la pressione attaccando da nord in quello che a tutti gli effetti era uno scontro tra cecchini. Un ruolo estremamente adatto a lui.
    Un altro gruppo si sarebbe incaricato invece di infiltrarsi per un ingresso secondario ed avrebbe dovuto abbattere o perlomeno sabotare il generatore di scudi. Anche quello era un compito molto adatto a lui, vista la sua esperienza in infiltrazioni e la sua appartenenza ai Sornell. La furtività era il loro campo, dopotutto.
    Quindi ora doveva scegliere tra fare il cecchino o fare l'infiltrato, entrambi ruoli per cui era specializzato.
    Lo ammetteva, era particolarmente tentato di mettersi alla prova con i vari cecchini di Ordo, ma sapeva che sarebbe stato molto più utile nell'infiltrazione. Laddove i mando non lesinavano in ottimi tiratori, la furtività non era mai stata un campo in cui eccellevano. Sarebbe stato molto più utile allo sforzo bellico in tale ruolo.
    Sospirò leggermente, facendo un piccolo passo avanti mentre alzava la mano, per segnalare che avrebbe preso la parola.


    Vrikavan Sornell, Alor'uus nei Protettori Mandaloriani. Mi offro per l'infiltrazione e raccomando a chiunque abbia intenzione di proporsi per quel ruolo di farlo solo se davvero sicuri delle vostre capacità di svolgerlo al meglio. Ci serve totale silenzio, l'attenzione è nostra nemica. In caso contrario, fate saltare qualche testa a nord od altro.

    Sebbene fosse solito vere un ruolo leggermente predominante nelle normali squadre dei Protettori e fosse quindi abituato a parlare in maniera più autoritaria, si rendeva perfettamente conto che non era particolarmente capace nel ruolo di comando. Era sempre stato un solitario ed abituato più a seguire gli ordini che a darne, motivo per cui era solo un guerriero "veterano" piuttosto che un effettivo comandante. Non aveva neanche chiesto il comando di quella squadra per quello stesso motivo.
    Si rivolse poi effettivamente all'Alor con, finalmente, una domanda.


    Abbiamo a disposizione esplosivi per i generatori e magari una mappa del passaggio?
     
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    Non avevo mai incontrato di persona Alor dei Bralor, ma dovevo ammetterlo, quell'armatura era impressionante, si vedeva proprio che era un tipo attento ai dettagli, passando al piano era relativamente "semplice" e ad essere onesti, avrei anche voluto essere parte della squadra "infiltratori" ma non avevo le capacità che anche il Sornell aveva sottolineato e non avendo altre opzioni, sarei andato a fare da diversivo per i cecchini, in questo modo avrei anche evitato di spargere sangue Ordo, o perlomeno lo avrei limitato molto.

    aspettai che arrivasse una risposta alla domanda del Sornel, prima di fare un passo in avanti a mia volta, restando in una posa militare, reggendo il casco con il braccio sinistro e prendere parola anche io risposi in Mando'a:

    Wade Ordo. Mi offro volontario nella squadra che fungerà da diversivo per i cecchini.
    Abbiamo a disposizione equipaggiamenti particolari per difenderci?


    se qualcuno avesse fatto obbiezioni sul mio cognome, ci avrei pensato a tempo debito.
     
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    Raiden rimase in silenzio ad ascoltare il piano fono alla fine, non capì quasi nulla di quello che l’uomo aveva detto, solo qualche parola sparsa, troppo poco per seguire il discorso, perciò una volta che Varota ebbe finito di parlare, il ragazzo si sarebbe rivolto verso alcuni guerrieri lì in mezzo e gli avrebbe chiesto di spiegargli il piano in poche parole, una volta compreso tutto, iniziò a ragionare su cosa fare.
    Non ci mise molto a capire che aveva un'unica opzione, la missione di infiltrazione, infatti non possedendo ne armi, ne abilità utili all’interno di uno scontro sulle lunghe distanze, sarebbe stato inutile per la missione in campo aperto, invece, da distanze più ridotte, le sue armi e abilità si sarebbero dimostrate più efficienti, in aggiunta lo stile di combattimento con la spada laser che conosceva, il soresu, era perfetto all’interno di spazi ristretti.
    Raiden si prese coraggio e si fece avanti, parlando in modo calmo e composto, ovviamente in basic, per non sembrare un idiota.

    Il mio nome è Raiden Stormbreaker, alcuni di voi si chiederanno perché un non mandaloriano è presente qui, in mezzo a voi.
    Io sono il figlio di Carol Wren, e sto compiendo il cammino per diventare un vero mandaloriano, perciò anche se Mandalore non è il mio pianeta ma un giorno lo diventerà, perciò permettetemi di combattere al vostro fianco.
    Mi offro volontario per la missione di infiltrazione.


    Il ragazzo era sicuro che qualcuno avrebbe ribattuto alle sue parole, si sarebbe guardato attorno ascoltando con attenzione, ma solo nel caso ci fosse stato qualcuno con della vera autorità intenzionato ad impedirgli di combattere allora avrebbe scoperto le sue carte.
    Avrebbe tirato fuori la spada laser, la avrebbe accesa e avrebbe detto con decisione.

    Potete anche non ammetterlo ma l’aiuto di un ex cavaliere Jedi vi sarà utile.

    In quel caso, qualcuno si sarebbe potuto sorprendere per la somiglianza della spada con la Darksaber, le due spade infatti avevano la lama con un colore simile, ma la finiva lì, a parte questo le due lame non avevano niente in comune.


    Allora, ora mi permetterete di combattere con voi?

    Edited by -Canepazzo- - 31/12/2020, 10:43
     
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    Ci furono dei mormorii alle parole del Sornell, alcuni concordi, altri meno gentili, ma nessuno si offrì, a parte il ragazzo di Carol Wren, più tardi, quindi Varota rispose senza interruzioni.
    Non avrai bisogno di una mappa: il percorso è rettilineo, passa sotto il letto del fiume, e prosegue oltre le mura, non potrai sbagliarti. In quanto all'esplosivo... puoi prendere alcuni pacchetti di esplosivo al plastico. Cerca di non abusarne. Passa in armeria, prima di uscire, li troverai là.
    Dopo del Sornell, a parlare fu Wade Ordo, e nel sentire il nome del suo clan, parecchie facce si voltarono a fissarlo, ma non poi così tanti: Wade non era l'unico ad aver cambiato lato. L'avrebbero tenuto d'occhio? Certo, ma per il momento non avrebbe dovuto pensarci.
    Per riuscire a rappresentare una reale distrazione per gli uomini sulle mura, dovremo avvicinarci a meno di 30m. Per impensierire i cecchini in anticipo, abbiamo preparato delle barricate. Tuttavia il nemico è protetto ancora meglio di noi. Per fare in modo che si concentrino abbastanza da non lasciarci qualche fantoccio e andare a combattere contro Kami Vizlsla, dovremo fare delle incursioni tra uno scambio e l'altro. Hai un jet-pack, ragazzo? domandò a Wade.
    Poco dopo, fu Raiden a proporsi per l'infiltrazione, assieme al lasat. Malgrado si fosse aspettato il contrario, non fu Varota a lamentarsi, bensì solo alcuni altri mando'ad.
    Vogliamo mettere l'operazione nelle mani di un auretisee?
    Vabbè non è mica da solo. E poi l'ho visto lavorare in armeria.
    E allora?
    Fratelli, se il ragazzo vuole combattere, che lo faccia. Sarà un'ottima occasione per dimostrare che è degno di diventare un mando'ad. chiuse la questione l'alor dei Bralor. Con questo, il discorso venne chiuso e Raiden potè evitare di estrarre la spada e farsi prendere a colpi di blaster dall'intera squadra di mandaloriani lì presenti.

    Una volta sistemate le formalità, i guerrieri poterono andare dove avevano scelto. Raiden e il lasat vennero indirizzati prima in armeria, dove poterono prendere tanto plastico quanto desideravano, poi nella zona alberata più a nord. Lì, sotto a pesanti cumuli di terra precedentemente rimossi, v'era una botola di pietra, ora scostata e un lungo tunnel buio, umido e stretto. Era alto 2m ed era stato scavato con molta cura, ma non avrebbe consentito il passaggio di più di una persona per volta. Secondo le istruzioni di Varota, non potevano perdersi, il percorso sarebbe dovuto essere di circa 15min a passo normale, ma potevano sempre farlo di corsa.
    Nel frattempo, tutto il resto dei mando'ad s'era radunato per predisporre l'attacco. La linea delle barricate era a 25m dalle mura e questo obbligava chi stava prorpio là sotto a puntare decisamente in alto, per superare la montagna e le mura, ma quella non sarebbe stata l'unica linea di tiro: altri guerrieri, più lontani, si erano sistemati ad una seconda fila di barricate, per colpire qualunque cosa sbucasse fuori dalle feritoie.
    Il piano era semplice: spara-spara, ed eventualmente, corri avanti, scala le mura e vai a fare morti direttamente sulle mura. Quest'ultimo compito era la parte più complicata, ma anche essenziale per essere di reale disturbo. Wade poteva decidere dove piazzarsi e come organizzarsi per l'assalto, sapendo che, almeno fino a che il nemico non fosse sceso per dare loro la caccia a terra, avrebbe avuto qualche occasione per tornare alla base a prendere munizioni ed esplosivo. Qualcuno doveva farlo.


    Ok. Maggoth e Cane, voi ditemi come intendete procedere nel tunnel.
    Random, tu pianifica come organizzarti per l'assedio. Qualcuno potrebbe darti degli ordini, ma in linea generale, sei indipendente.


    Edited by Eleni Bok - 31/12/2020, 14:01
     
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    Vrik si limitò ad annuire alle informazioni aggiuntive date dall'Alor Varota. Strada facile, esplosivo in armeria. Boom. Sembrava semplice.
    Ma lo sapeva che le cose non erano mai semplici, infatti non solo avevano un Ordo nel gruppo, ma anche un non-mando. Certo, era un aspirante mandaloriano, ma comunque non era ancora ufficialmente parte del loro popolo e quella era una faccenda di famiglia, per così dire. Non era facile accettare stranieri, anche se parzialmente integrati.
    Allo stesso tempo, però, lui stesso non era mandaloriano di nascita ed era entrato in quella cultura da poco. Non poteva certamente mettersi a giudicare gli altri in base alla loro provenienza. Non era degno di un mandaloriano agire così. L'unico giudizio che avrebbe dato era quello su come si sarebbe comportato in battaglia, nulla più.
    E, a quanto sembrava, non ci avrebbe messo molto a valutare il suo valore in battaglia: sarebbero andati insieme a sabotare i generatori. La cosa lo rese leggermente irrequieto, probabilmente perché quel compito era vitale per la battaglia e non solo erano unicamente in due, ma era anche accompagnato da qualcuno che non dava l'idea di essere molto esperto in infiltrazione. Si prese qualche secondo per osservare rapidamente Raiden Stormbreaker. Aveva una armatura a pezzi, come lui, ma era un set completo di quelli adatti per muoversi liberamente. Minima protezione, massima manovrabilità. Probabilmente doveva ancora abituarsi agli inconvenienti delle armature. Lui al contrario era ormai abbastanza avvezzo alle scomodità di una corazza, tanto da avere diversi pezzi dalle diverse robustezze e quindi anche differenti ingombri. Li reggeva tutti molto bene, tranne l'elmo che gli ostacolava leggermente la vista. Non era molto che usava quel modello, doveva ancora abituarsi.
    Prima di muoversi verso l'armeria, però, diede molto rapidamente il suo contatto comlink all'Alor, prendendo poi il suo numero per poter comunicare quando necessario.


    Stabilirò il contatto solamente poco prima di far detonare i generatori, così da darvi il tempo di prepararvi. Per il resto, silenzio radio.

    Le comunicazioni potevano essere facilmente intercettate, cosa non accettabile in quella missione.
    A quel punto si diresse all'armeria dove avrebbe preso due panetti di plastico ed annessi detonatori, posizionandoli sul retro della propria cintura. Doveva difenderli col proprio corpo da possibili colpi di blaster, o la missione sarebbe finita molto presto.
    A quel punto si sarebbe diretto dove si trovava la botola per entrare nel tunnel, fermandosi un solo istante per parlare con il suo compagno d'armi prima di partire all'azione.


    Abbiamo già sentito i nostri nomi, quindi passiamo oltre. Io starò davanti perché posso vedere al buio tanto bene quanto di giorno, quindi non avrò bisogno di luci. Evita di accendere luci se non assolutamente necessario e zero contatto radio. Massima attenzione ai rumori. Hai delle pistole, che andranno bene lì sotto, ma evitiamo di sparare se non necessario. Coprimi le spalle ed io coprirò le tue. Andiamo.

    Non amava molto parlare ma tali informazioni e raccomandazioni erano fondamentali. Ora potevano muoversi.
    A quel punto, rinfoderato il fucile ed estratto il blaster, sarebbe sceso per le scale per primo ed avrebbe cominciato a muoversi in avanti, facendo massima attenzione al tunnel davanti a sé per evitare di incappare in trappole. Non potevano sapere se nel frattempo quell'ingresso era stato o meno sabotato con trappole.
     
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    Ovviamente.
    risposi al Alor, velocemente
    Bhe... era andata meglio del previsto, sta volta solo occhiatacce, ma era comprensibile uno degli svantaggi di portare il cognome del tuo nemico eh, parlando di cose più importanti il piano era molto semplice:

    distrarre i cecchini, occasionalmente uccidere chi stava sulle mura e poi tornare giù, ma la cosa più importante: non morire.

    a quel punto decisi di passare per l'armeria prima di andare alle trincee, avrei preso se possibile tre o quattro granate fumogene, se dovevamo assaltare le mura era meglio essere coperti, per lo meno dal fumo, io non avevo bisogno di visori per "vedere" nel fumo ma probabilmente gli altri si, quindi era meglio trovare gente dotata di equipaggiamento adatto, o avrei rischiato di dare fastidio ai miei compagni d'arme e quella era l'ultima cosa che volevo.

    una volta arrivato alle trincee come ormai ero abituato, oltre a tenere la testa bassa mi sarei posizionato al riparo il più vicino possibile all'ufficiale comandante, che in quel caso era Varota, in modo da sentire gli ordini che venivano lanciati e reagire al meglio, ma nel frattempo mi sarei limitato a tenere la testa bassa e non morire.
     
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    Per fortuna di Raiden nessuno ebbe da ridire, almeno nessuno con un po’ di autorità, il che gli evitò problemi, il ragazzo non si sarebbe aspettato quella reazione da parte dei mandaloriani.
    Il giovane si rivolse verso Varota, fece un piccolo inchino dopo di che disse con il tono più rispettoso possibile e usando tutte le sue conoscenze di Mando’a per evitare errori grammaticali.

    Grazie, mi dimostrerò degno della sua fiducia.

    Dopo di che ricominciò a parlare in Basic, mantenendo però lo stesso tono rispettoso.

    Solo ed esclusivamente ad uso della missione, vorrei prendere anche io degli esplosivi, e una borsa per trasportarli, preferirei avere delle riserve per evitare possibili problemi.
    In oltre, sempre con il vostro permesso, vorrei poter portare con me delle granate, so perfettamente che si tratta di una missione di infiltrazione e che il silenzio è fondamentale, ma mi piacerebbe avere con me un piano B, in caso incontrassimo grosse resistenze.


    Ascoltata la risposta in ragazzo si diresse verso il suo compagne di squadra, rimase stupito quando vide davanti a sé un Lasat, erano anni che non ne vedeva uno, dovuto principalmente al fatto che erano quasi in via di estinzione dopo lo sterminio dell’impero, evitò di fare commenti a riguardo, infatti non era il momento.
    Osservando il bestione notò che aveva un’armatura più pesante rispetto alla sua, probabilmente era più abituato, Raiden invece ne aveva scelta una che non lo ostacolasse per essere sicuro di poter usare in maniera efficace più armi simultaneamente.
    Quando lo vide scambiare il contatto con l’Alor il ragazzo pensò fosse un’ottima idea, perciò chiese al suo superiore in modo sempre estremamente rispettoso, se poteva farlo anche lui.

    Ottima idea, con il suo permesso, vorrei fare altrettanto.

    Dovuto al fatto che non era un mandaloriano a tutti gli effetti Raiden voleva evitare di inimicarselo mancargli di rispetto.
    Dopo di che seguì il Vrik all’armeria, anche perché non sapeva dove fosse, li avrebbe preso solo l’attrezzatura che gli era stata concessa.
    Se avesse avuto il permesso per gli esplosi, avrebbe preso 4 panetti a plastico e relativi detonatori, li avrebbe messi una borsa o uno zaino, che si sarebbe messo sulle spalle, in caso avesse coperto il Jetpack, non sarebbe stato un grosso problema, tanto sotto terra difficilmente sarebbe servito.
    Se avesse avuto il permesso per le granate ne avrebbe prese un paio di ogni tipo, 2 a frammentazione, 2 stordenti, 2 ioniche e 2 fumogene.
    Le avrebbe posizionate in questo modo quelle esplosive e quelle stordenti dietro la schiena, quelle fumogene e ioniche sui fianchi, rivolte sempre dietro la schiena.
    Se il lasat avesse avuto da ridire gli avrebbe risposto semplicemente.

    Solo in caso ci serva un miracolo.

    Dopo di che si sarebbe diretto con il suo Partner temporaneo verso la botola e ascoltato il suo discorso avrebbe concordato dicendo.

    Sono perfettamente d’accordo, se non ti dispiace però, visto che non vedo niente terrò una mano sulla tua schiena per aiutarmi a seguire il percorso, in oltre e meglio se evitiamo di correre, rischiamo solo di arrivare li stanchi e di farci sentire.

    Una volta scese nel tunnel, avrebbe messo una mano sulla schiena di Vrik e avrebbe seguito la sua andatura, ne totale silenzio.
    Li sotto non potendo vedere niente l’ex cavaliere si sarebbe basato principalmente su quello che poteva sentire tramite gli altri sensi ma anche tramite la forza, infatti si sarebbe concentrato per percepire l’ambiente attraverso di essa, in modo da percepire gli essere viventi.
    In caso avesse percepito qualcosa, avrebbe dato un leggero colpetto al suo compagno di squadra, dopo di che gli avrebbe detto sottovoce tutto quello che aveva localizzato, nel modo più preciso possibile, vale a dire posizione, razza, sesso e numero.
    In caso il lasat avesse chiesto come faceva a saperlo Raiden avrebbe risposto semplicemente, sempre sottovoce.

    Ho i miei trucchi.

    In caso di droidi, però, Raiden avrebbe potuto solo confidare nel suo Partner, perché non avrebbe potuto sentirli.
     
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    Il lasat e Raiden avevano ricevuto entrambi il contatto comlink e la rassicurazione che non sarebbero stati contattati, a meno che qualcosa non fosse già andato incredibilmente storto, là fuori.
    A tal proposito, Raiden aveva ricevuto il consenso da parte dell'alor dei Bralor di armarsi di altro esplosivo, tuttavia con la raccomandazione di non abusarne, così come era stato detto a Vrik. Non era solo una questione di furtività: granate e plastico sarebbero stati utili a chi si trovava fuori e più ne veniva preso, meno ne restava per gli altri.
    Così equipaggiati, i due si staccarono dal grosso del gruppo e proseguirono nel tunnel.
    Con il lasat a fare da guida, il trenino dell'esplorazione andò avanti senza che nulla di particolare accadasse, per buoni 10 minuti di cammino. Nel frattempo la battaglia fuori doveva essere senza dubbio iniziata da un pezzo e loro non avevano modo di sapere cosa stesse accadendo, poichè il tunnel era sceso parecchio, sfruttando lo strato di roccia impermeabile che delimitava il letto del fiume sottoterra: non si sentiva nulla, se non l'umidità.
    Arrivati ad un certo punto, Vrik scrutò nel buio quello che si poteva definire un bell'imprevisto: la parete di roccia di fronte a loro, era franata, bloccando la via, tuttavia un ulteriore sorpresa li stava aspettando: contrariamente a quanto affermato da Varota, un altro tunnel, molto più basso (1.50m) e tanto stretto da consentire il passaggio di un uomo solamente se camminando con la schiena raso al muro, proseguiva verso destra.
    Avevano già percorso più della metà della strada, ma non avevano trovato trappole fino a quel punto. Sarebbe stato rapido tornare indietro, tuttavia a quel punto avrebbero necessitato di escogitare un altro piano. D'altrocanto di fronte a loro stava l'ignoto. Una scelta doveva essere compiuta.




    Wade non era stato l'unico a recarsi in armeria per premurarsi di qualche materiale extra. Tra i mando vi era chi stava riempiendo dei borsoni di celle tibanna, da distribuire durante l'assalto, e chi invece si muniva di granate, finchè ce n'erano.
    Assieme a lui erano rimasti circa 30 mando'ad e non aveva idea di quanti ve ne fossero dentro le mura. A rigor di logica, gli alleati erano in sovranumero, ma Mank Ordo aveva recuperato l'inferiorità numerica con mercenari provenienti dal Core e dall'Outer-rim e questo significava che non v'era nessuna garanzia. Peggio: mercenari stranieri non avrebbero avuto le stesse riserve che dei fratelli potevano provare nel massacrare altri mando'ad. Alcuni dei suoi alleati lo stavano senza dubbio pensando, ma i più erano giovani rampolli pieni di entusiasmo che non vedevano l'ora di mettersi alla prova. La presenza di Varota sarebbe stata essenziale per coordinare i guerrieri più giovani.
    Varota si era sistemato dietro una delle barricate più centrali, della linea più arretrata, da dove poteva vedere meglio tutto quanto. Lì, lui, Wade e un altro uomo nell'armatura dei Bralor con un fucile di precisione fuori commercio, stavano a 50m dalle mura. Per riuscire a rimanere fuori tiro, dovevano rimanere accucciati, poichè le barricate erano alte circa 1,70m, e dato che l'angolo di tiro di Wade era di circa 66°, sarebbe stato molto meglio per lui non allontanarsi troppo dalla sua protezione, perchè indietreggiare voleva dire esporsi al fuoco nemico, e idem nel caso dell'avanzata. Una volta iniziato lo scontro a fuoco, sarebbero stati al sicuro solo finchè erano immobili, cosa che loro non potevano concedersi.
    Molto bene. Loro sanno che siamo qui, avranno messo qualcuno a tenerci d'occhio, ma non reagiranno fino a che non li faremo preoccupare sul serio. La prima ondata partirà al mio segnale. Dieci uomini rimarranno qui nelle retrovie per fare fuoco di copertura, i volontari avanzeranno fino alla seconda barricata e da lì alle mura. Chi vuole andare?
    Una serie di nomi e clan si udirono tra le varie postazioni, per un totale di 7 uomini, più eventualmente Wade, se avesse voluto unirsi a loro.
    Cecchini pronti a buttarli giù. Prima ondata! Avanti! ordinò l'Alor e con un urlo di guerra, i volontari scattarono.



    NB. Time-lapse di 10min tra Wade e gli altri due.

    EQUIPAGGIAMENTO EXTRA
    Vrik: x2 panetti al plastico + x2 detonatori
    Raiden: x4 panetti al plastico + x4 detonatori + x2 framm. + x2 fumo. + x2 ioniche + x2 stordenti
    Wade: x4 fumo.


    Edited by Eleni Bok - 8/1/2021, 16:52
     
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    Alla richiesta del ragazzo di mettere una mano sulla sua schiena come appoggio non ci fu risposta oltre ad un semplice cenno con la testa. Era una richiesta ragionevole, oltre che una valida alternativa al parlare per passarsi indicazioni.
    Il tragitto, sebbene noioso, umido e decisamente in profondità, proseguì tranquillo. Questo era un bene, ma allo stesso tempo significava che, così in profondità, era praticamente sicuro che non avrebbero potuto comunicare con il campo di battaglia, troppa roccia. Lo stesso valeva per eventuali difensori, sebbene loro forse potevano avvantaggiarsi di collegamenti a cavo. Per quelli non bisognava aspettare di avere segnale.
    Ecco però che, dopo dieci minuti, ci fu il primo grosso problema. Si fermò, controllando attentamente la zona prima di parlare per assicurarsi che non ci fossero occhi od orecchie indiscrete. Si rivolse al suo compagno sussurrando.


    Tunnel crollato, deviazione a destra. Passaggio basso e stretto, mi stacco per controllare. All'erta.

    Avrebbe volentieri effettuato i tipici segnali manuali che usava con gli altri Sornell o quelli dei Protettori, ma non solo Raiden era improbabile che li conoscesse, era troppo buio perché li vedesse.
    Si staccò leggermente da Raiden e diede una attenta occhiata al passaggio laterale per verificare innazitutto per quanto proseguiva la strettoia. Non sapeva se era una strozzatura temporanea oppure se il tunnel fosse costantemente così fino ad una eventuale uscita. Si sarebbe anche aiutato con il binocolo per avere un'idea più precisa nel caso si allungasse di parecchio.
    Una volta controllata la lunghezza avrebbe riposto il binocolo ed avrebbe controllato nelle immediate vicinanze la presenza di eventuali sensori o trappole, fossero esse a filo o a sensore laser.
    Infine, posizionando un ginocchio a terra, avrebbe momentaneamente estratto il fucile ed usato il mirino ad infrarossi per osservare in fondo al tunnel quanto gli era possibile notare con quel sensore inserito nel mirino. Potevano esserci nemici o sensori individuabili grazie ad esso, tanto valeva provare.
    Se non ci fosse stata nessuna minaccia od anomalia di alcun tipo, avrebbe riposto il fucile, nuovamente estratto la pistola e sarebbe tornato da Raiden per riprenderlo ed aiutarlo a proseguire per il passaggio laterale.


    Si va avanti.

    Se invece avesse notato una qualche anomalia, come nemici, sensori od altro... beh, avrebbe dovuto valutare di caso in caso. Poteva sperare solamente che fosse un crollo naturale, ma ne dubitava fortemente.
     
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    una volta arrivato alle trincee la prima cosa che notai era la presenza di mercenari sulle mura, da un certo punto di vista questa cosa mi confortava, certo voleva dire che i mercenari non avrebbero avuto riserve ma questo si poteva applicare anche dalla nostra parte, era molto più facile sparare a dei mercenari, che doverlo fare agli Ordo, anche se probabilmente una volta sulle mura avrei dovuto sparare sia a Ordo che ai mercenari, ad averlo saputo prima, avrei preso anche granate più... esplosive, ma quello era un problema per dopo.

    prima all'armeria avevo visto qualcuno riempire delle borse di caricatori, avrei tirato uno sguardo alle trincee per capire dove avevano messo quella borsa, mi sarebbe stato sicuramente utili sapere dove potermi rifornire.

    la seconda cosa che notai era l'altro Bralor, che portava un arma fuori commercio, un fucile di precisione, per un breve momento mi venne quasi la voglia di chiedergli specifiche, storia, portata di quel fucile, ma lo avrei chiesto in un secondo momento, magari con meno spari.

    a quel punto un gruppo composto da 7 persone si stava offrendo volontario per andare ad assaltare le mura, per quello che avevo contato in precedenza eravamo più o meno una trentina, mentre si offrivano i volontari stavo valutando se unirsi al gruppo d'assalto o Meno, io avevo già deciso di partecipare, mi preparai rimettendo a posto il fucile estraendo la pistola pesante nella mano destra e i comandi del Jetpack pronti nella mano sinistra

    Wade Ordo

    mi offrì volontario per far parte della prima ondata, scattando quando il resto della "prima ondata", pronto ad evitare il fuoco dei cecchini correndo a zig zag ma anche ad attivare il Jetpack se e quando necessario.
     
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