New Star Wars Gdr

La proposta

Quest per l'ingresso di Eli Otniel nell'organizzazione dei Jedi Rinnegati

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    Ormai era palese; non c'era nessun dubbio sul fatto che Eli Otniel avesse maturato delle forti perplessità riguardo al modo in cui il governo repubblicano stesse gestendo i Force User. Però nella scuola non gli stava andando affatto male.
    Il ragazzo aveva acquisito la nomina di " studente modello ", pur trovandosi lì da poco tempo. Infatti i suoi voti erano eccellenti e cominciava a farsi notare anche per il suo acume e la sua capacità nell'utilizzare la Forza, tant'è che era l'unico studente capace di sollevare con la telecinesi più di 100 kg, e si vociferava che in quel particolare utilizzo della Forza fosse addirittura alla pari con la maestra Kara De Wan rimanendo dietro soltanto al Maestro Antal, che giustamente primeggiava, apparentemente inarrivabile. Il ragazzo cominciava a prendere fiducia in sé stesso e ad aprirsi un po' di più rispetto a prima, senza però diventare orgoglioso o arrogante. Dato che aveva appreso così tanto in così poco tempo il rischio di inorgoglirsi c'era sicuramente, ma lui saggiamente monitorava la cosa ricorrendo a molte sedute di meditazione in cui, grazie a una buona capacità di introspezione, si assicurava che nessuna radice velenosa potesse insinuarsi avvicinando il suo cuore al Lato Oscuro. L'unica cosa che non riusciva a gestire perfettamente era l'astio per il modus operandi della repubblica nei confronti di quelli come lui, ma la meditazione lo aiutava anche in quello. Pertanto era chiaro che tutti gli sforzi fatti, tutte le ore passate in biblioteca e le innumerevoli sedute di meditazione - che erano circa 10 al giorno contro le 5 che venivano consigliate agli iniziati Jedi - e tutte le giornate in cui aveva continuato ad allenarsi mentre gli altri oziavano... sì, avevano portato frutto. Questo però era soltanto l'inizio, ed Eli si concentrava poco sui risultati ottenuti, anzi, quasi per niente. Guardava avanti concentrandosi su quello che ancora non conosceva o non riusciva a fare, e questo gli garantiva quell'attitudine da stacanovista che continuava a farlo progredire. Anche quella mattina infatti si era alzato presto pur non avendo lezioni da seguire e se ne era andato a meditare. Presto, ma non prestissimo. Era una giornata ben soleggiata, ma si stava bene. Il miraluka di Hapes se ne stava seduto a gambe incrociate ai piedi un albero, grande e possente, dove i raggi del sole non potevano infastidirlo. Aveva scelto quell'albero in modo specifico e si metteva lì tutti i giorni perché era in una posizione che gli garantiva di non essere visto dalle finestre interne della scuola, dato che amava fare le cose senza dare nell'occhio. A lui comunque non davano fastidio la luce e il conseguente accecamento, dato il peculiare modo in cui percepiva la realtà, ma il calore eccessivo ovviamente sì. Non che il calore fosse così forte da procurare troppo fastidio in quella giornata, ma all'ombra si stava comunque meglio. Mentre allargava le sue percezioni durante la meditazione, fondamentalmente in pace con sé stesso, percepì qualcuno che non aveva mai percepito prima, ed ebbe uno strano presentimento...
     
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    Eli si sentiva osservato ed infatti, non appena spostò lo sguardo verso i cancelli della scuola, trovò una figura incappucciata ad osservarlo. Essendo in parte miraluka, Eli vedeva la realtà in termini di presenza della Forza e le sue sfumature, tuttavia la presenza di quell'individuo era strana, la Forza sembrava scorrere attorno a lui, evitandolo, come se fosse stato un droide, eppure, allo stesso tempo riluceva nei suoi pressi. Eli non aveva mai visto niente del genere.
    L'uomo se ne stava lì, appena fuori dalla scuola e continuava a fissarlo, immobile.

    Il Gs della quest è fissato a 7
     
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    Quel presentimento si rivelò verace; fuori dalla scuola, proprio dietro il cancello, un individuo misterioso stava fissando il miraluka di Hapes. La situazione era inquietante, perché quel tizio restava immobile senza distogliere lo sguardo dal ragazzo. Come se ciò non bastasse, la vista della Forza sembrava non riuscire a mettere a fuoco quell'essere, infatti poteva percepire la Forza attorno a lui, ma non poteva dare una percezione chiara dell'individuo. Eli riuscì comunque ad accorgersi che quel soggetto lo stava fissando. La cosa non era affatto positiva, perché quando un individuo che non conosci e che non riesci a mettere a fuoco ti sta fissando senza parlare, non è buon segno. Sebbene non avesse mai visto dal vivo qualcosa di simile, aveva studiato che [Competenza dell'appassionato studioso] esistevano delle particolari razze aliene capaci di eludere i poteri della Forza, compresa la visione, ed esisteva anche un particolare tipo di applicazione della Forza che poteva annullare la sua percezione. Dalla forma della Forza che riluceva grossolanamente nei pressi di quell'essere, Eli poté dedurre che si trattava di un umanoide bipede, ma non poteva sapere se si trattasse di un esemplare appartenente a una di quelle rarissime razze o se fosse un individuo capace di usare quel particolare potere. La cosa lo incuriosì, ma oltre alla curiosità c'era anche uno stato d'allerta. Quel silenzio gli diede da pensare, pertanto si allontanò come se nulla fosse facendo finta di nulla, osservando con la visione periferica - perché dire con la coda dell'occhio nel suo caso avrebbe poco senso - la zona in cui la Forza riluceva nei pressi di quell'individuo, così da non perderlo di vista, e si andò a posizionare più indietro, mantenendo la calma. Perché? Semplice: trovò un punto in cui a rigor di logica sarebbe stato abbastanza vicino alla struttura da essere sicuro che qualcuno l'avrebbe sentito urlare, se ce ne fosse stato bisogno, ma allo stesso tempo parlando con voce un po' più alta del normale poteva farsi sentire anche dall'individuo dietro il cancello. Il punto che aveva scelto era circa a un metro da uno degli ultimi alberi dell'ampio cortile, i quali poi terminavano e davano accesso al porticato sorretto dalle colonne. Fosse stato un Force User che voleva aggredirlo per mezzo della Forza, qualcuno lo avrebbe sentito urlare, stessa cosa se fosse stato un individuo armato di blaster. In quel caso poi aveva anche l'albero vicino a sé per potersi nascondere.

    Posso esserti d'aiuto?

    Esclamò con un tono di voce un po' alto a causa della distanza tra lui e quell'essere. Riusciva a mantenere la calma, tutto sommato, ma era molto diffidente.

    Edited by Veritas95 - 2/6/2022, 14:12
     
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    Lo strano figuro continuò a seguire Eli con lo sguardo per tutto il tempo in cui si fu spostato da un punto all'altro, poi però, quando questi parlò, rimase in silenzio, ancora a fissarlo per uno, due, tre, quattro secondi. Al quinto, distogliendo lo sguardo come ultima cosa, l'uomo se ne andò lentamente, spostandosi oltre il cancello, e dietro il muretto di cinta, là dove Eli non poteva più vederlo. Il ragazzo aveva avuto la netta sensazione che si trattasse di un invito a seguirlo, ma stava a lui decidere se farlo, o meno.
     
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    Nessuna parola, nessun gesto; niente di niente. Eppure Eli aveva avuto la sensazione che quella strana figura difficilissima da vedere e decifrare volesse essere seguita. La situazione era davvero particolare. Se quell'individuo avesse parlato, tutto avrebbe avuto più senso. Se Eli avesse potuto guardarlo in faccia per decifrare qualche emozione, di qualunque tipo, forse sarebbe stato più semplice prendere una decisione. Ma, come ormai ci è chiaro, le indicazioni e le percezioni in quel caso erano quasi irrisorie. Il miraluka di Hapes non era mai uscito dal cancello della scuola dal giorno in cui vi era entrato, e un invito del genere non era proprio il modo migliore per inaugurare la sua prima uscita. Che cosa poteva fare? Si rivolse alla meditazione e alla Forza cercando di non prendere una decisione affrettata. Gli bastarono pochi secondi per percepire il Lato Chiaro, sentirsi a suo agio e iniziare a ragionare.
    Come mai vuole che sia io a seguirlo? Normalmente le visite alla scuola funzionano con gente che entra dal cancello andando poi a chiedere informazioni all'interno, e in queste banalissime situazioni non è chi è all'interno che vuole uscire, ma chi è all'esterno che vuole entrare. Però i fatti mostrano che questa persona sta chiedendo direttamente a me di uscire, mentre avrebbe dovuto chiedere dall'esterno, usando i mezzi di comunicazione al cancello, di poter procedere. E' facile dedurre che sia io l'oggetto del suo interesse, per scopi ignoti, e il modo in cui mi ha fissato pocanzi non era affatto rassicurante. Razionalmente, per me ci sono concrete possibilità di mettermi in una situazione pericolosa seguendolo, potrebbe essere un malintenzionato, un depravato, o chissà cosa.
    Quindi Eli, forte dei suoi ragionamenti, scosse la testa e andò a rimettersi seduto sotto l'ombra del suo albero prediletto, che era un po' più vicino al cancello rispetto a quello che aveva scelto dopo aver interrotto la meditazione.
    Se mi vuole convincere dovrà darmi qualche informazione in più, non ho motivi razionali per fidarmi.
    Pertanto si rimise seduto a terra, a gambe incrociate, riprendendo a meditare.
     
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    Lo strano figuro non tornò quel giorno, tuttavia, la volta successiva che il ragazzo scelse di recarsi in cortile, che fosse solo, o in compagnia, la presenza era lì, a fissarlo, sempre con quella sua natura sfuggente, sempre impenetrabile alla sua vista di Forza, ma allo stesso tempo, stranamente luminoso nei contorni. Ogni volta che Eli si troava in cortile, lui era là, e ogni volta si muoveva alla stessa maniera: passava oltre, invitando silenziosamente Eli a seguirlo.
    La logica che il ragazzo aveva usato in passato, era molto più invitante di una persona inqiuetante che aspetta di essere seguita, tuttavia, talvolta, non era la logica che andava usata. Talvolta si trattava di un atto di fede.
     
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    Riscuoto il favore che Yosik deve a Eli Otniel ottenuto qui


    Eli si accorse che quella figura l'aveva cominciato a spiare quotidianamente, e voleva essere seguita. Ogni giorno, tutte le volte che andava in cortile se lo trovava lì. In una situazione normale avrebbe dovuto contattare Dalen, le guardie e chiunque altro per segnalare che c'era un molestatore interessato a lui. Però c'era qualcosa di strano con le sue percezioni, che a seguito di quelle continue meditazioni si erano sviluppate di più: la figura voleva essere seguita, e una parte di lui voleva seguirla. Razionale? No. Guidato dalla Forza? Forse, ma non nel modo in cui lui era abituato. Lui infatti si muoveva quando la Forza gli dava qualcosa di più concreto, come una visione, non quando toccava il suo istinto, e in quel caso comunque non l'aveva toccato neanche con troppa convinzione, sempre che l'avesse toccato. Eppure, avendo già tentato di ignorare quella figura per alcuni giorni, una delle mattine in cui non aveva lezione decise di prendere una decisione diversa. Avendo ponderato per bene la situazione, sebbene a un lato di sé sembrasse una pazzia che non riusciva a spiegarsi, decise di andare a bussare alla camera di Yosik, il nobile gungan a cui aveva salvato la vita convincendolo a non suicidarsi. Arrivato davanti a quella porta, con le idee piuttosto chiare ma un'espressione poco convinta di quella chiarezza, colpì tre volte.
    ... Chi è que... oooh, amigo, tu! Muy piacer de vederte, però es un pochino presto...
    Sì, il Gungan si stava stropicciando gli occhi, non era da molto che era sveglio.
    Perdonami, ma ho bisogno di un favore, ed è urgente. Fammi entrare che ti devo parlare.
    L'otolla sembrò svegliarsi improvvisamente
    ... mh...? Un favor? CLARAMENTE SI! Entra aqui, veloce veloce!
    Quindi il miraluka di Hapes senza girare troppo intorno alla cosa, dopo che il gungan ebbe chiuso la porta, esclamò.
    Ho bisogno che tu mi faccia una promessa.
    Il gungan rispose prontamente.
    Claramente! Todo quello que tu desideras!
    Eli prese fiato, si rilassò e poi aggiunse.
    Promettimi che se dovesse accadermi qualcosa di spiacevole, o se io dovessi semplicemente sparire, tu andrai da Dalen a recapitargli un messaggio da parte mia.
    Il gungan ribattè:
    ... Quee?!?!?
    Ma Eli era perentorio.
    Promettimelo e basta.
    Il gungan assunse un'aria rassegnata, sospirando, mentre attendeva le prossime parole del miraluka di Hapes.
    Dovrai dirgli che ha fatto per me più di chiunque altro e che quello che fa ha un valore immenso, non deve fermarsi. Sono tanti i giovani che hanno bisogno di conoscere la Forza e di trovare un posto in questa galassia, e il suo è un obiettivo nobile.
    Dopodiché, senza sapersi spiegare il motivo, sentì di abbracciare il gungan come se quello fosse una sorta di addio.
    Ricordati che la tua vita è preziosa, amico mio, ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro. La Forza non ti abbandona, non dimenticarlo mai.
    Il gungan sorrise, con le lacrime che gli riempivano gli occhi ma si rifiutavano di scendere. Eli si congedò dal suo amico e si diresse verso il cortile della scuola. Essendo presto non c'era nessuno, nessuno tranne quella figura inquietante. Eli Otniel inspirò, poi buttò fuori l'aria. Allargò le braccia nel farlo e cercò di espandere le proprie sensazioni fino a quando queste non sarebbero diventate un tutt'uno con l'ambiente circostante [Danger Sense]
    Non che io abbia molte possibilità di salvarmi se il tizio dovesse rivelarsi particolarmente pericoloso, però... E' sempre meglio avere qualche probabilità in più...
    Una volta riuscito in questo, andando contro ogni logica... decise di seguire l'istinto: si avvicinò al cancello e lo aprì, cercando di fare meno rumore possibile...

    Specialità: Maestro della Forza
    Creatore: Kharis
    Prerequisiti: usare la Forza 1
    Durata: passiva ad attivazione
    Descrizione: questa tecnica permette di estendere i propri sensi tutt'intorno a sè, creando una "bolla" di Forza che agisce come sensore di pericolo. Quando viene usata questa tecnica il personaggio è in grado di prevedere un attacco prima che questo sia portato a compimento e quindi agire di conseguenza. Una volta attivata, questa tecnica rimane attiva e latente per un tempo indefinito, lasciando il pg libero di concentrarsi su altro. Non appena la tecnica delinea un attacco, si disattiva e non ha più effetto sugli attacchi successivi.
    Con 1 punto in usare la Forza è possibile intercettare solo attacchi di corpo a corpo. Con 3 punti è possibile intercettare anche attacchi a distanza, entro 5 metri. Con 5 punti il raggio si estende a 20 metri e con 7 punti è possibile intercettare qualsiasi attacco.
    Questa tecnica può essere usata per un numero pari al punteggio di Usare la Forza del pg.


    Edited by Veritas95 - 3/6/2022, 04:31
     
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    Una volta parlato con Yosik, Eli si diresse quindi al cancello, dove l'uomo misterioso stava aspettando. Anche questa volta, l'individuo rimase in silenzio e non appena Eli fu arrivato di fronta al cancello, lentamente iniziò a spostarsi. Se questa volta il ragazzo l'avesse sguito, fuori dai confini sicuri della scuola, questi si sarebbe addentrato tra le piacevoli vie di Naboo, ancora poco frequentate, data l'ora. Solo una volta superata l'ombra della scuola, quando entrambi fossero arrivati in quelli che erano dei giardinetti pubblici, con una grande fontana centrale, in cui svettava la statua di una donna riccamente vestita, con le delle tavole in mano, l'uomo avrebbe iniziato a parlare. La sua voce era chiaramente maschile, dai ricchi toni baritonali, ma in quanto al resto del suo aspetto, ad Eli rimaneva precluso.
    Ho visitato spesso questo giardino, durante i miei giorni qui, ad aspettarti. Naboo è un luogo ottimale per la meditazione, tuttavia nulla supera la Sala delle Mille Fontane. Se c'è una cosa che mi manca del Tempio Jedi, è quella. commentò.
    Devo ammettere, che avrei preferito tu uscissi prima, ma la Forza mi aveva detto che oggi avresti preso la tua decisione. Non quale, ma sapevo che avresti scelto. Il mio nome è Derfel Donn, Eli e conoscevo tuo padre. gli rivelò infine. Un sacco di informazioni, considerato che avrebbe potuto dire tutto il primo giorno, ma la Forza agiva in modi misteriosi.
    Dimmi, come ti trovi in questa... scuola per giovani dotati? domandò, lasciando trasparire una certa ironia, nel nominare la sede degli studi del ragazzo.
     
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    Eli aveva fatto la sua scelta e non esitò a seguire quella misteriosa figura. Il ragazzo non aveva mai visitato Naboo, e in un'altra occasione avrebbe passato del tempo a osservare la piacevolezza di quelle vie, ma non poteva farlo mentre seguiva quella creatura, che per lui non aveva ancora un volto ed era totalmente avvolta nel mistero, sia per natura che per intenzioni. Concentrandosi sul cercare di svuotare la mente dalle sue paure arrendendole al Lato Chiaro, la cui percezione gli dava sicurezza, seguì l'uomo del mistero fino a dei giardinetti pubblici dove svettava una statua, che Eli comunque notò a malapena, date le circostanze. Infatti sapeva di essere nelle mani della Forza, dato che ormai era ben lontano dalla scuola e c'era poca gente in giro. L'uomo iniziò a parlare, rivelando una voce baritonale. Eli cercò di studiare quell'individuo dalle sue parole quanto più fosse possibile. Costui si stava rivelando un fruitore della Forza abbastanza esperto, dato che aveva esperienze di meditazione al Tempio Jedi, e che la Forza comunicava con lui in modo piuttosto diretto, almeno da quello che diceva. La sorpresa più grande fu, per il ragazzo, nel discernere che costui conosceva suo padre. Questo lo spiazzò. Poteva essere una menzogna? Il giovane non tralasciava nessuna ipotesi cercando di inserire tutto coerentemente nel disegno più realistico per una situazione come quella. Eppure l'istinto gli diceva che quell'uomo probabilmente non stava mentendo, e non gli veniva difficile pensare che non riuscisse a vederlo in faccia a causa di una particolare applicazione della Forza. Eli rimase in silenzio fino a quando Derfel non gli fece quella domanda, rivelando di avere poca simpatia, o meglio, di non tenere in grande stima la scuola di Dalen.
    Sarebbe stato illogico seguire un uomo di cui non riuscivo, e non riesco tutt'ora, a discernere il volto, considerando anche che hai semplicemente deciso di spiarmi da lontano per giorni in modo poco ortodosso. Stavo aspettando che fosse la Forza a parlarmi per prendere una decisione, perché per qualche irrazionale motivo sentivo di doverti seguire, ma la Forza non mi aveva fatto capire nulla con troppa chiarezza.
    Poi continuò, cercando di mantenere la calma alla solita maniera.
    Conoscevi mio padre...? Cosa sapevi di lui?
    Quella domanda era principalmente un modo per mettere alla prova Derfel, che sulla base di qualche incoerenza avrebbe concesso a Eli di smascherare l'inganno, se fosse stato quello il caso. Eli era in una fase della sua vita in cui non si fidava ancora totalmente del suo istinto, poggiando ampiamente anche sulla propria intelligenza. Dopo aver ascoltato la risposta di quell'uomo avrebbe comunque aggiunto - cercando di non perdere la calma sebbene avesse voluto difendere a spada tratta sia la scuola che l'operato di Dalen - quanto segue:
    Io mi trovo abbastanza bene. Il Maestro Dalen e la scuola mi hanno dato tanto. Perché mi chiedi questo?
    Fase di studio da parte di Eli, che tra logica e percezioni aveva ancora diversi dubbi sulla figura lì di fronte, quasi come se cercasse di opporgli resistenza volontaria. E non era una cosa così inaspettata pensando a quei giorni di inquietudine in cui l'aveva fatto vivere, e all'ironia che aveva mostrato cominciando a parlare della sua scuola...

    Edited by Veritas95 - 3/6/2022, 22:04
     
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    Derfel Donn ascoltò le parole di Eli, le mani giunte entro le ampie maniche della tunica, e annuì tra sè e sè, come se stesse ponderando il ragionamento del ragazzo, tuttavia per il miraluka, l'uomo era ancora poco visibile, a causa di quello che ormai era pienamente convinto essere un effetto di schermatura del proprio essere Force User.
    Elpis si unì a me fin da subito. Quando la Guerra scoppiò e io e altri ci rifiutammo di combattere per la Repubblica e la sua corruzione, Elpis fu sempre al mio fianco. Invece di farci marionette della politica, io ed Elpis, assieme ad altri, viaggiammo per la Galassia, alla ricerca della Voce della Forza. Fu durante uno di questi viaggi, che credo, lui conobbe tua madre. Me ne parlò al suo ritorno dal Consorzio Hapan, chiedendomi consiglio. Io gli dissi di cercare risposta nella Forza, e così fece, per questo mi disse che sarebbe partito per rivederla. Dentro di me, non approvavo appieno questa decisione, ma Elpis era un Araldo, come me, perciò mi affidai a ciò che la Forza aveva detto a lui e solo lui. Il resto credo tu lo conosca meglio di me. concluse.
    Quando Elpis si è unito alla Forza, ho compreso la verità. Per questo alla fine, sono venuto a cercarti. C'è una cosa che tuo padre avrebbe voluto darti. disse, e infilata una mano sotto alla tunica, ne estrasse un pezzetto di stoffa, che agli occhi di Eli, brillava come non fosse inanimato: era avvolto dalla Forza.
    Dopo averlo consegnato e mentre osservava le reazioni del ragazzo, Derfel commentò poi:
    Non prenderla a male, Eli, io sono convinto che Dalen Antal abbia fatto per te, ciò che qualunque altra persona avrebbe fatto, e gli sono riconoscente per averti tenuto al sicuro. Ciò che mi fa sorridere, è pensare che proprio ora che l'Ordine si era infine liberato dalle catene della Repubblica, anche se non volontariamente, esso, come un cane abituato al collare, cerca nuovamente la mano del padrone, accettando le percosse, in cambio di un boccone, che potrebbe benissimo procurarsi da solo. Dimmi, Eli, credi sia giusto che i Jedi siano soggioati al volere della politica?
     
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    La storia su Elpis non faceva una piega, e quel pezzo di stoffa somigliava tantissimo a quello che aveva visto indossare a suo padre a mo' di benda per coprire gli occhi. Il ragazzo, guardandolo nel palmo della propria mano dove era stato lasciato da Derfel, poteva osservare che l'oggetto in questione era avvolto dalla Forza. Lo strinse in modo molto deciso, mentre le emozioni cominciavano a farsi sentire, sforzandosi comunque di mantenere la calma. Cominciava ad avere parecchie prove per credere alla storia di Derfel, ma non si era ancora del tutto arreso. Tuttavia fu la risposta successiva colpire la sua anima ancora più in profondità, e nello specifico, la domanda di Derfel. Aveva colto tremendamente nel segno. Si trattava dell'unica cosa che aveva disturbato Eli durante il suo percorso e per cui non riusciva a trovare una serenità totale: Eli odiava le restrizioni repubblicane nei confronti dei Force User, che riteneva profondamente ingiuste e deleterie per la galassia stessa. Riguardo a Derfel, c'erano troppe prove di mezzo, ed era diventato praticamente illogico pensare che si trattasse di un test degli ispettori governativi per metterlo alla prova, quindi anche la logica cominciava a dar ragione all'istinto. Il giovane sospirò, poi si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno a spiarli. Con la Forza non vedeva bene i colori, ma il resto lo vedeva piuttosto bene. Non avendo visto nessuno nei paraggi, complice forse l'orario, diede la sua risposta, con un tono rassegnato, mentre aveva ancora nella mano destra la benda del padre:
    Non in questo modo. E' profondamente ingiusto che li abbiano cacciati, sono stati degli ingrati dimenticando i servizi resi per millenni. Questo mette in pericolo anche il governo repubblicano stesso, perché l'Ordine nel corso del tempo ha spesso offerto dei campioni della luce capaci di salvare innumerevoli pianeti.
    Dopo una breve pausa in cui comunque era chiaro che stava per aggiungere qualcosa, concluse:
    I Jedi si battono per proteggere la pace nella galassia, e la repubblica dovrebbe aiutarli a svolgere questa funzione. Nessuno ha distrutto il senato galattico perché c'erano dei corrotti al suo interno, mentre l'Ordine Jedi è stato annichilito perché alcuni elementi hanno abusato del loro potere. Non è stato giusto, o saggio, o equo...
    Quelle parole avevano lasciato tanta amarezza nella bocca del ragazzo, che poteva soltanto scuotere la testa.
     
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    L'uomo annuì lentamente un paio di volte, dopodichè riprese a camminare.
    Dissi queste cose al Consiglio, ormai anni fa, ma nessuno mi diede ascolto. Dissi loro che i Jedi non sono nati per servire la Repubblica, come tanti soldatini, che compito dei Jedi è conoscere e servire il volere della Forza. Ma per quanto potenti force-user e rinomati per la loro saggezza, gli altri non mi ascoltarono. Per questo me ne andai, e fondai il mio Ordine, un Ordine che non si pieghi al volere cappriccioso dei politicanti, ma solo a quello della Forza. Ho passato molto tempo viaggiando, cercando di capire che cosa la Forza desiderasse da me, poi lei mi ha mostrato un luogo dove stabilirci e allora abbiamo iniziato a raccogliere altri membri, molti ci hanno cercato, lasciando il Tempio di Coruscant. La Galassia ci chiama i Jedi Rinnegati, ma in verità siamo ciò che rimane del vero Ordine Jedi. Noi siamo gli Araldi della Forza, coloro che ascoltano, comprendono e portano nella Galassia la sua Voce e il suo Volere. Tuo padre era uno di noi e ora, se lo vorrai, anche tu potrai diventarlo. disse al ragazzo, mentre continuava ad allontanarsi sempre più dalla scuola. Pian piano, qualche balcone e terrazzo iniziava a vedere dei volti di persone che lasciavano entrare il sole del mattino, ma Derfel non si curava di loro, e parlava con Eli come si trovasse a casa propria.
    Dimmi Eli, sei pronto a lasciare questo luogo, abbandonare ciò che conosci e aprire la mente alla vera realtà? Sei pronto a calcare i passi che la Forza ti indicherà? chiese, fermandosi in un viale alberato, che portava verso l'esterno della città, sul litorale.
     
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    Riponendo la benda di suo padre in una tasca, il giovane ebbe diverse cose su cui ragionare. Sebbene da una parte il discorso di Derfel sembrasse un po' estremizzato per il miraluka di Hapes, c'erano tanti punti che invece lo convincevano: primo, la volontà della Forza era superiore a quella degli umani, senza dubbio più pura, saggia e conveniente per il bene comune. Secondo, essendo la volontà della Forza quella più importante, i governanti repubblicani non potevano avere i mezzi per compiere sempre le scelte migliori neanche quando si impegnavano per farlo, senza contare poi gli svariati casi di corruzione o abuso di potere per fini puramente egoistici, di cui si vociferava da millenni ma per cui erano stati presi raramente dei provvedimenti seri. Terzo, il padre di Eli aveva speso pochissimo tempo con suo figlio, ma in quel tempo gli aveva fatto un'impressione molto positiva lasciando un segno indelebile. Di conseguenza Eli partiva ben disposto nel seguire lo stesso percorso del padre. Quarto, e forse il punto più imporante, Eli aveva votato la sua vita a cercare di conoscere la volontà della Forza, e quell'uomo sembrava potergliela offrire su un piatto d'argento. Ma era davvero così oppure suo padre e quell'uomo erano semplicemente degli illusi? Per un attimo passò anche quell'ipotesi nella mente del ragazzo, ma al momento sembrava la meno plausibile e avrebbe potuto scoprire se avevano ragione o torto soltanto seguendo Derfel Donn come aveva fatto suo padre prima di lui. Mentre ragionava su queste cose, con le sue percezioni che erano decisamente buone Eli cominciò a notare un po' di movimento sui balconi lì attorno. A quel punto ebbe un filo di paura, perché Derfel stava parlando di argomenti molto spinosi in luogo pubblico come se nulla fosse. Pertanto, sebbene la domanda del rinnegato Derfel l'avesse colpito profondamente, in quanto gli stava offrendo di unirsi a quella causa, lui per prima cosa ribattè quasi sussurrando:
    Signor Derfel, o meglio... Maestro Derfel, presumo... forse dovremmo cercare di non dare nell'occhio, mi sembrano argomenti abbastanza delicati...
    Dopo la risposta di Derfel, il ragazzo buttò fuori l'aria dai polmoni e si appellò alla Forza, cercando di percepirla. Gli dava sicurezza, e l'avrebbe fatto ancora e ancora. Un potente alleato ci rende più sicuri. Pertanto, ormai giunto camminando in un viale alberato assieme al rinnegato che non riusciva a vedere in volto, concluse:
    Non mi aspettavo nulla di tutto questo sinceramente... ma sembra che tu mi stia offrendo qualcosa che non posso rifiutare...
     
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    Eli non potè vedere Derfel, ma egli sorrise, nel sentire la sua preoccupazione e rispose.
    Mio caro Eli, hai ancora molto da imparare su come non dare nell'occhio. disse con un lieve inflessione bonaria.
    La vita è piena di scelte complesse e per chi non può, o non vuole sentire cosa la Forza ha in serbo per noi, tutto diventa ancor più difficile, casuale. E' per questo che chi di noi ha il dono di Sentire, ha il dovere di passare il giudizio della Forza a chi non sente. Non sempre ciò che ti verrà chiesto, ti sarà chiaro, ma se ti affiderai completamente alla Forza, le cose andranno come devono andare. Ora torna a scuola, se vuoi, medita su ciò che ti ho detto e prendi appieno la tua decisione. Quando sarai pronto, io sarò al Tempio ad aspettarti. Che la Forza sia con te, Eli. concluse Derfel e dopo aver pronunciato quelle ultime parole, per un attimo la sua presenza fu nota ed evidente al ragazzo, per un attimo il velo di mistero che avvolgeva quella figura, cadde, lasciando vedere al ragazzo l'uomo nella sua interezza e in tutto il suo potere, poi Derfel scomparve di nuovo, questa volta, in maniera totale.
    C'era molto a cui pensare, ed eventualmente, un viaggio da progettare.
     
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    Quando il Maestro Derfel disse al ragazzo che aveva ancora molto da imparare sul non farsi notare, quest'ultimo ebbe l'idea di rispondere, però tacque. Da una parte era vero che il ragazzo aveva ancora molto da imparare un po' su tutto, e lui lo sapeva bene, dall'altra però sembrava abbastanza scontato che fosse meglio non parlare in pubblico di quegli argomenti come se nessuno potesse ascoltare. Però Eli tacque, limitandosi ad ascoltare le altre parole del Maestro Rinnegato, annuendo di tanto in tanto. Quell'uomo concluse dicendo che l'avrebbe aspettato al Tempio.
    Tempio...? Quale Tempio?
    Dopodiché si lasciò vedere, annullando quel potere che lo rendeva invisibile agli occhi di Eli. Il ragazzo poté ammirare un uomo di colore, sui quarant'anni, che emanava una grande presenza nella Forza, ma veramente grande. Neanche il Maestro Dalen gli faceva quell'effetto.
    Porca miseria.
    Dopodiché scomparve alla vista del ragazzo, stavolta in modo definitivo.
    Ma... dove... quale Tempio? Che devo fare?!
    Eli cercò di mantenere la calma mentre aveva ricominciato a muoversi, tornando verso la propria scuola. Decise di applicare la razionalità per risolvere quell'enigma, provando a mettere in ordine le ultime parole del suo nuovo maestro.
    Dunque... vuole che io lo raggiunga al tempio, ma non mi ha detto quale tempio. Deve averlo fatto apposta, è chiaro. Potrebbe trattarsi di quello di Coruscant, di cui ha parlato prima, oppure di un altro tempio, visto che mi ha detto che la Forza aveva mostrato loro un luogo e si erano spostati.
    Tornando indietro attraverso le strade che aveva percorso poco prima, il giovane si ritrovò nuovamente nel parco. Anziché tornare indietro alla scuola, decise di fermarsi lì, sedendosi su una panchina, mentre si immergeva nei suoi ragionamenti davanti alla fontana del parco, sulla quale svettava la statua di una donna riccamente vestita con delle tavole in mano.
    Mentre pensava, gli tornò in mente una frase detta da Derfel.
    Mi ha detto pure che certe volte potrei non capire ciò che mi viene chiesto di fare, ma affidandomi alla Forza le cose andranno comunque per il verso giusto... ma certo! Questa è la sua prima lezione! Mi sta insegnando qualcosa.
    Dunque il ragazzo provò ad applicare ciò che gli aveva detto il Maestro Derfel.
    Io... non ho bisogno di tornare alla scuola. Ho già detto a Yosik di avvisare Dalen in caso di mio mancato ritorno, dato che mi ero preparato al peggio. A Dalen non avrei altro da dire se non quello che gli riferirebbe lui. Un giorno però dovrò tornare a trovarlo, glielo devo.
    Pertanto si mise a gambe incrociate su quella panchina, mentre la brezza mattutina gli accarezzava i capelli.
    La mia decisione l'ho presa. Che sia il Lato Chiaro a guidarmi... che mi rivelasse qualcosa, un punto da cui partire...
    Quindi iniziò a meditare profondamente cercando di entrare in connessione con la Forza affinché questa gli rivelasse qualcosa.
     
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