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Cronaca Rosa

per l'Evento "Il Profeta"

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  1. Eleni Bok
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    Niente, le analisi chimiche non avevano rivelato nulla di anormale e così, dopo aver congedato Mike, chiss e robot erano tornati agli alloggi del Capitano, con ancora molte domande e nessuna risposta.
    Almeno non sembra un attacco terroristico... sospirò il giovane, mentre giocherellava con un cubo dalle facce colorate, diviso a fette, un classico giochino di ingegno, che aveva trovato su una bancarella, un giorno in cui lui e Gwen erano fuori in pattuggliamento per le strade e che la togruta gli aveva fatto trovare sul comodino, il giorno dopo. Ancora Thanen non sapeva quando l'avesse acquistato, ma comunque oramai lo conosceva così bene che poteva risolverlo senza nemmeno guardarlo, e infatti gli occhi rossi erano piantati sul soffitto, mentre le dita agivano per conto loro, con Thanen sdraiato sul letto.
    Tutto sembrava voler dire che non c'era proprio un bel niente di strano, che il giovane aveva avuto un'allucinazione, dovuta forse allo stress, ma il chiss non era in grado di accettarlo e in assenza di indizi da seguire, stava lasciando vagare la mente liberamente nel mare tempestoso dei suoi pensieri.
    Indizi... mare... marinaio... punti di riferimento...
    Di colpo, il ragazzo si alzò a sedere, mollò il cubo sul materasso e mise mano al pc da polso. I simboli, quelle costellazioni che aveva visto attorno a lui... Aveva fatto bene a disegnarle subito, perchè ora non era più nemmeno tanto sicuro di averle davvero avute davanti, ma no, il suo pc aveva tutto, ogni forma.
    La caccia continuava.
    Per prima cosa, il ragazzo impostò una ricerca holonet per immagini, sperando di risolvere il problema in quattro e quattr'otto, ma purtroppo la tecnologia non sembrava volergli venire in aiuto. Magari era stato lui a disegnare male, forse quelle costellazioni non esistevano affatto... però lui continuava ad avere quel prurito, quella frustrante sensazione di aver già visto quelle figure, prima, senza ricordare dove. Se solo fosse stato capace di ridurre il campo di ricerca, ad almeno un settore... Con un inspiro secco, il giovane prese di nuovo il pennino dal lato del pc e disegnò a memoria una costellazione molto nota che si poteva vedere dall'osservatorio di Coruscant, salvò tutto e impostò una ricerca. Il risultato fu immediato. Il programma aveva tradotto correttamente i suoi tratti in immagini conosciute e i primi 200 risultati erano tutti a correlazione positiva: non era quindi un problema di imprecisione.
    Questo lasciava spazio ad una sola spiegazione [INTUIZIONE]: non erano costellazioni della Galassia Minore.
    Devono essere dei territori dell'Ascendancy, ma perchè non mi ricordo quali sono? E come faccio ad averle...?
    Non terminò neppure il pensiero: l'idea di quella allucinazione, ancora lo destabilizzava, e per diretta conseguenza, lo innervosiva. La spiegazione tuttavia sembrava essere quella: le costellazioni facevano parte di quelle dei territori dell'Ascendancy e probabilmente le aveva viste quando era molto piccolo, motivo per cui erano rimaste nel suo inconscio. Il punto quindi era: come fare a ricordare?
    Per diversi minuti, Thanen rimase lì, seduto sul bordo del letto, a fissare il collage di costellazioni disegnate, provando a ripensare anche a tutte le nebolose che poteva aver visto durante i suoi addestramenti come scuot per la CEDF, poichè nella visione, le stelle erano immerse proprio in quella che pareva una nebulosa. Rosa. Una nebulosa rosa.
    Il pensiero gli strisciò lungo il collo, lento e fastidioso, come un animale viscido, fino ad infilarglisi in un'orecchio e poi dentro il cervello. Una nebulosa. Rosa. Delle costellazioni che non ricordava, ma erano nel suo inconscio.
    Quelle non sono stelle reali...
    L'istinto di spogliarsi e andare davanti allo specchio, era lì che lo prendeva a calci negli stinchi, tuttavia il chiss si costrinse a rimanere seduto e continuare a pensare. Doveva esserci un'altra spiegazione. Doveva.
    Forse Thalos saprà qualcosa. disse ad alta voce, quasi a volersi convincere.
    Il droide, che nel frattempo si era messo a vagare per la stanza, rimontando tutto ciò che gli pareva fosse nel posto sbagliato, come un maniaco delle pulizie, girò la calotta e fischiò un interrogativo.
    Thanen si alzò in piedi, lisciò le lenzuola, come un movimento automatico, quindi diede un'occhiata al robottino e tutti i pezzi di tecnologia che lui aveva accuratamente smontato, ed ora erano di nuovo interi, espirò a fondo, dalle narici, quindi fece cenno a C5 di seguirlo: tanto valeva avercelo appresso, di sicuro avrebbe fatto qualcosa di più utile che non rimettergli a posto (secondo il parere del droide, almeno) la stanza.
    Andiamo all'ambasciata.
    Era strano sapere di poter trovare suo fratello lì, con un po' di fortuna, ma non certamente fastidioso, anzi. Forse Thalos avrebbe avuto qualcosa da dirgli di più del nome di quelle costellazioni, almeno che le conoscesse, e per una buona volta, Thanen era felice di poter semplicemente ascoltare ciò che qualcuno voleva dirgli. Ma in effetti con Thalos era diverso, lui giocava in casa.
     
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