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Cronaca Rosa

per l'Evento "Il Profeta"

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  1. Eleni Bok
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    Ha un appuntamento?
    Beh... no. Mi scusi, ambasciatore, vorrà dire che tornerò un'altra volta.
    Ma non fare il cretino. Vieni dentro, Ane.
    Thalos ci aveva messo poco per padroneggiare il basic, era stato talmente rapido che già l'accento straniero non si riconosceva quasi per nulla, ma di certo, quando si vuole dare del cretino a proprio fratello, la propria lingua madre suona molto meglio.
    Dopo essere stato scansionato all'ingresso dell'ambasciata da silenziosi e professionali soldati della famiglia Sabosen, Thanen era stato portato fino alla porta dell'ufficio dell'Ambasciatore dell'Ascendancy, suo fratello gemello Thalos. Lì aveva bussato alla porta e aveva chiesto di poter essere ricevuto formalmente, nel pieno della posizione che l'altro ricopriva, ma a quanto pareva, Thalos era rimasto lo stesso.
    Non appena Thanen ebbe chiuso la porta, coprendo la vista ad occhi indiscreti, Thalos si fece avanti allungando il braccio destro, per afferrare quello del fratello, ma siccome Thalos era pur sempre Thalos, gli passò pure l'altro sulle spalle, tirandogli un paio di pacche affettuose, a cui Thanen rispose, dopo un attimo di esitazione.
    Era ancora strano poter avere tanta confidenza con qualcuno, ma il gemello era la persona che il Capitano amava di più al mondo e non volle molto perchè un sorriso sincero gli sfuggisse dalle labbra.
    Biip. Bop. Bip. i due fratelli erano ancora l'uno con la mano sulla spalla dell'altro e gli avambracci a contatto, quando C5 iniziò a trillare, andando a sbattere con la calotta su uno stinco del suo proprietario.
    Ho come l'impressione che il tuo droide voglia essere introdotto.
    Thanen aggrottò la fronte, stupito da una simile affermazione, da parte del gemello, perchè dopo tutto, i robot non esistevano nell'Ascendancy, o in gnerale nelle Regioni Sconosciute e che Thalos fosse anche in grado di decifrarne il comportamento, veniva come una sorpresa.
    Pff, andiamo, mi dai così poco credito? Certo che ho studiato tutto il materiale che hai passato alla CEDF, e in quanto ambasciatore, me ne arriva di nuovo in continuazione. Un sacco di gente che viene a porgere i suoi rispetti e a studiarmi da vicino, è venuta anche con un droide. Naturalmente mi ricordo che quello era con te, quando sei tornato a casa. Devo dire la verità, non pensavo che ti saresti affezionato ad una macchina.
    Wiii! Bip-bip-bip-bip.
    Anche se da un certo punto di vista, immagino che sia carino. abbassò lo sguardo sull'astromeccanico, che ancora andava avanti e indietro sulle rotelle, come ad attirare l'attenzione.
    Molto bene. inspirò a fondo Thanen, dopo aver inarcato un sopracciglio.
    Thalos, questo è R2-C5, il mio droide astromeccanico. C5, questo è l'ambasciatore Thalos, mio fratello. pronunciò, questa volta in basic, a favore del droide.
    Bop. Bop. borbottò il robottino, poi ruotò la calotta e iniziò a vagare per la stanza, curiosando.
    Beh, allora dimmi, a cosa devo il piacere di una tua visita? riprese Thalos, in cheunh, staccandosi dal fratello, per fargli cenno verso il divanetto che stava nella zona relax del suo ufficio. Thanen però era più interessato al suo arredamento, in partiolare un paio di sculture che decoravano la parete immeditamente dietro al divanetto, di fatti, mentre Thalos si metteva comodo, il Capitano, che sembrava pronto a seguirlo, deviò all'ultimo, per passare dietro all'area relax e andare a guardare da vicino le opere d'arte.
    Ahn. sospirò suo fratello, dopo essersi accorto di essere rimasto da solo, quindi si allontanò verso l'angolo ristoro e mise dell'acqua nel bollitore, preparando un paio di tazze, il tutto col sorriso divertito sulle labbra.
    Ti piacciono? Vengono da casa.
    [PSICOLOGIA DEL DESIGN]Per Thanen un'opera non era solo un piacere per i sensi, era qualcosa di più, era un'interfaccia sull'altrimenti poco comprensibile mondo dell'emotività altrui. Da un'opera lui poteva comprendere molte cose, su chi l'aveva ideata, o commissionata. In quel caso, per esempio, vedeva delle mani forti, un animo intenso...
    Sono molto... personali. commentò cautamente, mentre passava delicatamente le dita sui profili della prima scultura, inspirando a fondo l'odore del materiale. Aveva dimenticato quanto gli piacesse perdersi in un'opera, saggiarla in ogni suo aspetto... Di colpo si bloccò, aprì gli occhi, che aveva chiuso quasi senza pensarci e si staccò cingendo le mani dietro la schiena, in un'imbarazzata posa militare.
    Scusa. Non pensavo.
    Non ti preoccupare. ridacchiò Thalos, contenendosi a malapena, nel vedere la punta delle orecchie del fratello essersi fatta violacea.
    Credo che tu sia abbastanza bravo a mantenere un segreto, non è vero, Ane?
    Mh. Certo. Puoi contare sulla mia discrezione. annuì il Capitano. Non aveva la minima intenzione di impicciarsi della vita sentimentale di suo fratello, anche se... un po' non poteva fare a meno di pensare a quanto fossero simili i loro gusti, anche in quel senso. In fondo anche Thanen la sua prima cotta l'aveva avuta per un'artista...
    Quindi... a cosa devo il piacere? ripetè Thalos, dopo un breve, imbarazzante silenzio.
    Mh. Sì. annuì lui, allontanandosi dalle sculture, per mettersi a sedere dove gli era stato indicato prima.
    Mi stavo domandando se questi simboli volessero dire qualcosa per te. tirò fuori i disegni delle costellazioni. Aveva scelto spontaneamente di non chiamarle tali, per non influenzare suo fratello: voleva un'opinione prettamente personale.
    Vediamo... Ah... Mmm... Forseeee.... Mmmm.... No. Mi spiace, non mi dicono niente. Che cosa dovrebbero essere? chiese Thalos, abbandonando i toni scherzosi, per guardare il gemello con più serietà: non si poteva mai sapere in che cosa si fosse cacciato Thanen, e quegli affari avrebbero potuto essere qualsiasi cosa, da un disegno preso al parco giochi e ricalcato, ai simboli lasciati da un serial-killer.
    Costellazioni... apparentemente. rispose lui, già immerso in tutta una serie di pensieri, e segretamente deluso.
    Ci fu un'altra lunga pausa, una in cui Thalos si occupò di versare l'acqua, nel frattempo bollita, dentro la teiera, con le spezie e le erbe tipiche della loro bevanda preferita, su Csilla, e Thanen continuava a rimuginare su quelle figure e la sua intuizione di quella mattina, quella che avrebbe dovuto portarlo non da Thalos, ma in un posto ben diverso. Per quanto avesse cercato delle spiegazioni alternative, ormai era chiaro dove avesse visto i disegni.
    Il chai-latte era già stato versato e Thalos era già a metà tazza e aveva ripreso a leggere alcuni documenti, quando finalmente Thanen decise di raccontare tutto dall'inizio.
     
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