New Star Wars Gdr

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    花は桜木人は武士

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    CHIAMATA ALLE ARMI



    CORELLIA

    Mai come prima d'ora Corellia era stata invasa da truppe repubblicane, gli spazioporti erano invasi di cadetti, soldati scelti e ufficiali che stavano preparando vari mezzi con viveri, armamenti e caccia, fuori lo spazio corelliano si trovavano ben 9 fregate tra modelli standard ed avanzati e persino un incrociatore classe Gladiator. Per l'occasione sull’imponente vascello erano stati chiamati a rapporto diversi ufficiali importanti dall'Ammiraglio Nuth Hagal al comando della flotta, un ithoriano noto per la sua abilità tattica più che sulle sue capacità di comando. Fra gli ufficiali chiamati all'appello figuravano anche due nomi noti ovvero il Maggiore Orion Starchild e il Capitano Thanen, entrambi si erano già distinti in altre missioni importanti per la Repubblica e l'Ammiraglio fece di tutto per averli fra le sue fila. I due ufficiali si sarebbero dovuto presentare all'hangar dell'incrociatore alle 8.00 precise, dove assieme agli altri convocati si sarebbero diretti presso gli uffici dell'Ammiraglio per un importante meeting. Non avevano ancora idea del motivo della convocazione così come non sapevano se era per una consultazione o per una missione, ciò che gli era stato detto fu solo il luogo e l'orario.


    Ammiraglio Nuth Hagal



    _______________________________________________________


    Derin non riuscì a credere alla richiesta arrivata tramite Holonet, il noto mercenario infatti era ancora poco conosciuto e si occupava normalmente di piccoli incarichi quando lavorava per conto suo e non con i Protettori, eppure quel giorno gli arrivò un'offerta davvero interessante. La chiamata arrivava da un Clan Hutt alla cui guida vi era Bombu the Hutt, un grosso trafficante di armamenti e di mezzi da guerra terrestri che operava principalmente fuori dai territori repubblicani. A contattare Derin fu il traduttore dell Hutt tramite un holomessaggio che raffigurava una gungan femmina che esponeva il seguente messaggio:

    CITAZIONE
    Salve Derin Carid, sono Jilli la traduttrice del grande Bombu the Hutt che vorrebbe proporle un’offerta di lavoro. SI tratta di un lavoro come mercenario e nello specifico dovrà presidiare un luogo, ma tutti i dettagli della missione le saranno forniti in un incontro preliminare presso Nar Shaddaa. Il mio signore le consiglia di venire già equipaggiato per la vostra missione e potrete portare con voi sia armi che uomini se ne avete.

    In cambio dei vostri servigi il mio signore vi promette crediti adeguati al vostro ruolo e se agirete al meglio anche una fornitura di armi ed equipaggiamenti, sa bene che tra gli Hutt e i mercenari c'è un rapporto di reciproco rispetto e fiducia e la parola di un Hutt vale molto per la vostra carriera. Ovviamente dopo l'incontro potrete sempre decidere di ritirarvi e non accettarlo, pagheremo noi eventuali costi del viaggio, a presto.

    Al termine della proiezione comparve una mappa che indicava la posizione esatta dell'incontro, pareva comunque un incarico bello grosso con prospettive ricche sia in termini di crediti ed equipaggiamento sia per l'importanza del cliente e la fama che ne sarebbe conseguita.

    Jilli



    CITAZIONE
    Buongiorno, buon pomeriggio e buona sera gente, oggi sarò vostro malgrado il master per la Mega Quest che intraprenderete. In questa prima fase siete stati chiamati in modi differenti, Orion e Thanen vengono convocati in modo ufficiale ma non hanno idea di cosa gli aspetta mentre l'incarico di Derin è solo accennato ma privo di ogni dettaglio. Conoscerete il tutto successivamente dopo i vari post e vi chiedo di inserire in quote tutte le vostre tecniche, l'equipaggiamento lo scriverete dopo il briefing nella fase organizzativa dei vostri schieramenti. Sarà una quest impegnativa (GS 15 per voi) perciò vi chiedo due cose, descrivete bene cosa fate e dove siete in ogni post perché ne potrebbe dipendere la vita dei vostri pg XD. In secondo luogo vi ricordo che dovete rispondere entro 3 giorni dall'ultimo post postato, l'ordine da rispettare è il seguente:

    Io
    Orion
    Thanen
    Derin

    Per domande, chiarimenti o dubbi contattatemi tranquillamente per mp. Ricordatevi di scrivere in grassetto e tra partentesi quadrate l'utilizzo delle tecniche esattamente nel momento in cui le utilizzate [TECNICA] inoltre se doveste avere problemi nel postare per motivi seri (lavoro, festività particolari, esami alle porte, malattia o problemi tecnici con internet e computer) avvisatemi e in base alla situazione deciderò se concedervi altro tempo per rispondere o se vi faccio saltare muovendovi io o non vi concedo nulla e perdete semplicemente il turno. Ovviamente ove possibile avrete il permesso d'invertirvi i turni ma è chiaro che essendo schierati su due fronti diversi non sempre sarà possibile farlo.

    Orion Knight Eleni Bok MonkeyPython
     
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    Il trasporto passeggeri attraccò all'hangar una mezz'ora prima dell'orario previsto per il meeting. Orion scese che già aveva un sacco di domande sulla natura della convocazione. L'unica cosa che aveva realmente compreso era che si trattasse di una questione molto urgente. In più, lungo il tragitto, aveva potuto osservare dall'oblò parte del dispiegamento di forze che si stava radunando attorno a Corellia, che certamente non faceva presagire buone cose.
    La nave con cui era arrivato era tra quelle partite da Coruscant, dove comunque c'era stata una mobilitazione generale anche in Accademia.
    Si chiedeva a quel punto se potesse incontrare qualche collega, visto che sembravano esser stati convocati un sacco di Ufficiali. Dal canto suo, aveva detto alla squadra di tenersi pronti ed eventualmente partire col trasporto successivo, qualora ci fosse stato bisogno della Skar.

    Qualora avesse incontrato il collega Chiss durante lo sbarco, si sarebbe avvicinato per salutarlo e chiedere informazioni.


    Ben ritrovato, Capitano. - avrebbe detto - Ma tu ne sai qualcosa di questa faccenda? Hanno radunato mezza guarnigione. Dimmi che hai qualche dettaglio in più, che di solito sei sempre un passo avanti in quanto a informazioni...

    In ogni caso, avrebbe proseguito cercando il livello corretto per unirsi al meeting: l'unico modo per sapere di che si trattava nel dttaglio era parteciparvi.

    Riporto le tecniche disponibili:

    -Dange Sense
    -Esperto Fruitore
    -Power Expertise [Fulmini]
    -Schianto di Forza
    -Movimento della Forza
    -Impeto
    -Fulmini
    -Muro di Forza
    -Repulsione
    -Granata Elettrica (completato l'addestramento due giorni fa, devo solo aggiungerla in scheda)
     
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    Corellia. Quando Thanen aveva ricevuto i suoi ordini, con richiesta di precipitarsi sul pianeta e dimenticare il suo precedente incarico, con effetto immediato, aveva potuto fare diverse ipotesi, ma quando finalmente la Overland era giunta in prossimità dello spazio militare del pianeta, trovandolo invaso da vascelli, tra cui l'ammiraglia di Nuth Hagal, un uomo che il chiss conosceva per la propria fama nell'ambito tattico, tutto gli era stato chiaro. Nessuno mette assieme tante navi per niente meno che una battaglia. La domanda era. Dove?
    Basandosi sul luogo di raccolta, c'erano solo un determinato numero di settori che aveva senso raggiungere, il che non includeva Corellia stessa: se il pianeta fosse stato sotto attacco, ci sarebbero state più navi a difesa, prima dell'orbita, e sistemi di allarme già integrati nei movimenti di ciascuno degli ufficiali lì presenti. No, quando una flotta di quel tipo si radunava a quel modo voleva dire una sola cosa: attacare. Quello era ciò che Thanen sospettava, ma dove e perchè, era tutt'altra questione. Stavano forse per raggiungere il Tion Cluster, desideravano intercettare il Leviathan da lì? Sì, perchè che si trattasse del Leviathan, non c'era dubbio: pirati, contrabbandieri, semplici criminali... quella gente si gestiva con una nave per volta, non con una squadra di 9 fregate e un incrociatore Gladiator.
    L'ultima volta che Thanen si era trovato in una situazione del genere, era un cadetto assegnato ad un caccia, mandato a morire nell'orbita di Dac, da un sottoufficiale dell'Accademia militare che aveva sperato di liberarsi di lui in quella maniera. Quella volta Thanen era riuscito a completare l'incarico e riportare a casa la pelle. E questa volta?
    Scacco matto!
    BEN era totalmente assorbito nel gioco dell'holochess, nella stanza privata di Thanen, ma C5 non gli stava prestando tutta la propria RAM: il piccolo astromeccanico avrebbe voluto andare con il suo proprietario, anche se gli era stato detto di no. Gli ordini dell'Ammiraglio Hagal parlavano solo di Thanen stesso ed anche se spesso questo significava che gli attachè erano previsti, il chiss era uno che prendeva le cose alla lettera ed aveva deciso di presentarsi da solo, anche perchè, beh, R2-C5 aveva cominiato a sviluppare una forte personalità, da quando se lo portava appresso e in essa a dimostrare un senso di protezione e devozione nei confronti del suo padrone, che talvolta sfociava nel pericoloso per gli altri. Meglio evitare che cercasse di dare fuoco all'ammiraglio, perchè magari teneva delle peonie in ufficio.
    Maggiore. il chiss, appena sceso dalla rampa del suo shuttle, vide il Kel'Dor e chinò il capo in segno di saluto: i due erano abbastanza in buoni termini e Thanen sapeva che l'alieno non era formale, ma non appena fossero stati sul ponte, gli avrebbe portato il rispetto che meritava il suo rango superiore.
    Forse. fu l'enigmatica e paraculo risposta del chiss, di fronte alla domanda. Certo, Thanen aveva le sue teorie, e da un lato sperava che si rivelassero false... dall'altro stava già iniziando a sentire il sangue scaldarsi, di fronte all'idea di trovarsi nuovamente sul campo di battaglia.
    Ma questa volta non sarai su un caccia... si ricordò con un misto di amarezza ed affetto.
    L'Ammiraglio certo risponderà meglio alle sue domande, Maggiore. continuò, senza arrischiarsi comunque a dargli del "tu". Già aveva rinunciato tanti anni prima a chiamarlo Starchild, ora non si sarebbe tolto il vizio della formalità, tutto d'un colpo.
    Il Capitano solcò i metri che li separavano dalla stanza del briefing, camminando un passo dietro ad Orion, specie quando il corridoio iniziò a farsi più affollato, ma con lo sguardo che saettava da un volto all'altro, cercando di riconoscere nomi e gradi militari, così da comprendere meglio che cosa li stava aspettando: come ufficiale di marina, conosceva in quali settori erano normalmente assegnati gli altri colleghi, o la maggior parte di loro, perciò in base a chi avesse riconosciuto, avrebbe anche saputo da quanto lontano fossero arrivati e che genere di incarichi non erano stati ritenuti così importanti da doverli tenere impalati a quelli. Era un vizio del Capitano, no, la sua stessa natura, quella del raccogliere informazioni ovunque potesse, anche se presto avrebbe saputo ogni cosa, o almeno ciò che l'avrebbe riguardato.
    Ammiraglio. Signori. una volta giunto con Starchild, nella stanza, fece il saluto militare prima al più alto in grado e poi agli altri presenti, prima di mettersi al suo posto, dopo averlo identificato.

    LISTA TECNICHE
    .INTUIZIONE
    .PSICOLOGIA del DESIGN
    .QUESTO E' UN ORDINE
    .OSSERVARE ED APPLICARE
    .ANALISI DELLE FORZE
    .VOCE DEL CONDOTTIERO
    .VOCE TONANTE
    .FIACCARE
    .MENTE DISCIPLINATA
    .MEMORIA FOCALE
    .POLIGLOTTA
    .ANALISI DEI TALENTI
    .PSICOLOGIA DI GUERRA
    .CONOSCI IL TUO NEMICO (eccelsa)
     
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  4. MonkeyPython
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    Parlato
    Pensato
    Bes'jorhaa
    Shun
    Shanzi
    Tamarih
    Tekk
    Katmn



    CITAZIONE
    “… a presto.”

    La comunicazione si chiuse e la figura spettrale della gungan svanì come era apparsa poco tempo prima per consegnare quel messaggio, l’invito da parte di Bombu the Hutt che Derin aveva accolto con malcelata sorpresa… e sospetto. L’iniziale sbattere di occhi aveva rapidamente lasciato il posto ad un alzarsi del sopracciglio destro, poi ad un incrociarsi delle braccia sulle piastre del pettorale ed infine ad un assottigliarsi dello sguardo posato sull’ologramma di Jilli. Una comunicazione breve, ma che Derin stava già ripetendosi mentalmente, sviscerando le parole usate dalla donna mentre osservava distrattamente la mappa con le coordinate a cui farsi trovare. Con un gesto fluido, Bes’jorhaa si insinuò fra Derin e la consolle, provvedendo a salvare tanto il messaggio quanto le coordinate su di una datacard, lanciando brevi occhiate all’altro mando’ad con tanto di sorrisetto divertito nel vederlo pensieroso, con lo sguardo fisso nel vuoto occupato fino a poco fa dall’ologramma.
    “Senti, io ho salvato tutto, quando fra un’oretta ti sarai risvegliato, dimmi se vogliamo cancellare od usare questa roba eh”
    Annunciò argentina sventolandogli la datacard di fronte agli occhi, quasi schiaffeggiandogli il naso con quel pezzo di materiali plastici e circuiti, completando il tentativo di riportarlo alla realtà sbattendo rumorosamente l'oggetto sul palmo della mano e continuando, allontanandosi, tenendo il ritmo del brano roboto che inizò a canticchiare allegramente.
    “Forse non è una trappola…”
    I passi della donna si fermarono, così come i suoi tentativi artistici e si voltò lentamente, inarcando un sopracciglio e scoppiando in una risata assimilabile per volume e suono alla caduta di una cassa di pezzi meccanici.
    “Va beh, per te tutto è una trappola, se per una volta saltassimo quella parte delle seghe mentali?...”
    Si voltò completamente verso Derin, incrociando a sua volta le braccia sul petto mentre lui, dal canto suo, rispose lasciandole ricadere lungo i fianchi ruotando sul piede sinistro per rivolgersi verso Bes, osservandola per qualche secondo come stesse cercando di decidere se lei stessa era in combutta con il nemico o meno. La bilancia cadde dal lato del “no”, a giudicare dal sorriso divertito con cui accolse la battuta della donna e rispose con un tono non proprio allegro, ma quantomeno leggero.
    “Beh, mettiamo i fatti in fila. Ci stiamo riprendendo ora, non abbiamo ancora fatto nulla di particolarmente grosso da meritarci l’attenzione di un Hutt, foss’anche minore e fra le nostre imprese maggiori c’è quella di aver rotto le palle al Leviathan, per cui Bombu sicuramente lavora. Non conto come sospetta la mancanza di informazioni solo perché è prudenza di base nella sua situazione, ma c’è poi anche il modo di fare degli Hutt ed il loro contare tutti come inferiori e pedine sacrificabili…”
    “Mi sembrava tu avessi smesso con le seghe mentali… non avevi smesso con le seghe mentali? Comunque, scusa, siamo Mando Cabure, dovrebbero volerci solo per quello no?”
    “… perché un hutt dovrebbe ingaggiare dei mandaloriani senza una fama personale così grande e che hanno solo rotto le palle ai suoi capi per un lavoro che promette un pagamento così ricco?”
    Continuò Derin, ignorando la provocazione di Bes che, per tutta risposta alzò gli occhi al cielo in una farsa di esasperazione scuotendo lentamente la testa.
    “Non lo so, ma sono sicura che stai per dirmelo tu in una lectio magistralis che prenderà buona parte della giornata”
    Ribatté sarcastica, giocando sulle pessime abitudini del leader ufficioso della squadra, molto meno silenzioso fra i suoi pari che con gli aruetiise, ed ottenendo questa volta una reazione, bloccandolo, portandolo ad alzare le mani punto sul vivo, rendendosi conto che stava già iniziando a delirare e che si trovava ad un passo dal riempire la stanza di spago rosso collegando immagini di Nar Shaddaa a relitti di Melchor V e bottigliette di sabbia da Tatooine. Annuì lentamente, accettando la sconfitta.
    “Va bene, per farla breve, al meglio, saremo pedine sacrificabili, al peggio, ci sta mandando proprio a morire”
    Tagliò corto così, riassumendo il gomitolo di pensieri che normalmente avrebbe snocciolato in una mezz’ora buona di spiegazioni contorte in cui avrebbe accavallato argomenti l’uno sull’altro, tornando indietro a sorpresa e balzando avanti in momenti casuali e con agguati multipli di digressioni. Poteva anche aver abbracciato una filosofia di vita che lo aveva allontanato dalla dedizione completa allo studio, ma era difficile gettarsi immediatamente alle spalle. Fortunatamente, aveva trovato lungo la strada il senso pratico armato di sarcasmo di Bes’jorhaa per tenerlo lungo la retta via e mantenere la semplicità di pensiero ed azione.
    “Quindi?”
    Ribatté semplicemente inarcando un sopracciglio, facendo notare chiaramente come il ragionamento di Derin non avesse realmente risposto alla questione fondamentale… cosa fare di quel messaggio, di quell’invito? Andare? Non andare? Il piede destro della donna iniziò nuovamente a sbatacchiare accompagnato dal ticchettare della datacard contro le piastre della sua corazza. Questa volta non era, evidentemente, un tentativo di esibizione musicale ma un modo di esprimere un’impazienza vera solo in parte, un’altra arma nel suo arsenale per riportare Derin sulla retta via, ma che chi oramai viveva ed operava a stretto contatto con lei, aveva imparato a riconoscere per ciò che era. Impazienza in parte vera però, frutto dello spirito pratico della donna che mal sopportava troppo filosofare.
    “Quindi, gli chiederemo un anticipo”
    Sensibile all’impazienza ed agli stratagemmi di Bes, tagliò infine corto, ammiccando in un gesto complice, in parte anche un ringraziamento per l’intervento di lei nell’aver evitato la perdita di decine di minuti in masturbazioni cerebellari portandolo a venire rapidamente ed al dunque.
    “Raduniamo la squadra e carichiamo la nave…”
    Estrasse il datapad, iniziando a stilare una lista di ciò che era necessario portare e muovendosi rapidamente verso la porta, ormai galvanizzato all’azione, trascinandosi dietro Bes che semplicemente si voltò per seguirlo con un’espressione soddisfatta per la piega presa dalla questione. La donna si preoccupò di andare a recuperare per le orecchie i gemelli, Shun e Shanzi e metterli al lavoro per caricare la nave, dove sapeva che avrebbe comunque trovato Tamarih intenta ad occuparsi della manutenzione e controlli che esulavano anche un po’ dalla routine. Derin si mosse invece ad avvertire i due tipi “forti e silenziosi” della squadra, i due fucilieri Tekk e Katmn dando loro istruzioni di recuperare ed impacchettare tutto il loro equipaggiamento e ciò che pensavano sarebbe potuto esser loro utile nella difesa di una postazione. Derin stesso si occupò personalmente di selezionare e caricare gli esplosivi, ma non prima di essersi preso il tempo di un’incombenza non poi così piccola.
    Per quanto la struttura di comando dei Mando Cabure, come quella dei Mando’ade in toto fosse molto libera, permettendo a chiunque di prendere lavori mercenari in lungo e in largo per la galassia, purché non ledessero agli interessi di clan e popolo, certi legami esistevano sempre. La disciplina, che agli occhi di esterni legati a modelli più formali sarebbe potuta sembrare assente, era solo di diverso tipo e quella stretta, era riservata a momenti di reale mobilitazione bellica. Tuttavia, informare i propri ufficiali superiori prima di sparire verso un incarico potenzialmente così importante e remunerativo era più che cortesia, era un frammento di pianificazione strategica… dar modo al comandante di sapere cosa stava facendo una sua squadra e che c’era la possibilità di ricevere una linea di rifornimenti d’armi da parte di un Hutt, con tutte le implicazioni politiche del caso, poteva essere importante.

    Si presentò dal comandante dei Cabure assieme a Bes’jorhaa, dopo aver lasciato Tamarih a controllare che l’equipaggiamento venisse stipato al meglio all’interno della nave. Già pienamente equipaggiati per la battaglia, con l’armatura indosso, elmo sotto braccio, pistole al fianco o, nel caso di Derin, sia al fianco che sotto l’ascella, coltelli e vibrolame varie ed un fucile d’assalto pendente dalla spalla del Carid. La presenza dell’ingegnera, non era però un caso e, come sempre, era lì per tenerlo sulla retta via ed evitare digressioni inutili, in questo caso, pungolandolo con una gomitata e spingendolo a darci un taglio alle sue elucubrazioni private e parlare.
    “Buongiorno Vod, Alor, volevo informarti che io e la squadra siamo in partenza. Abbiamo ricevuto un’offerta di lavoro da Bombu the Hutt per difendere una posizione. Non abbiamo ancora dettagli, se non che il pagamento dovrebbe essere ricco ed aprire le porte a forniture d’armi ma, avremo la facoltà di non accettare dopo aver sentito dettagli maggiori. In ogni caso, mi pare il caso quantomeno di ascoltarlo visto ciò che c’è in palio e visti anche i suoi legami con il Leviathan…”
    Alzò rapidamente la mano libera per fermare qualsiasi obiezione potesse essere sollevata sul momento.
    “… Lo so, stiamo combattendo per tenere il Leviathan fuori dal nostro territorio e sono implicati nella nostra guerra civile, ma non ne sappiamo ancora abbastanza per dichiararli apertamente nemici e la Repubblica non è certamente ancora nostra amica. Isolarci sarebbe più problematico che far loro questo servizio e farci pagare profumatamente per esso. In ogni caso, prima sentirò cosa vogliono e nel caso, potrò sempre rifiutare. In ogni caso, mi darà un'idea migliore delle loro operazioni.”
    Abbassò la mano, i pensieri di quella comunicazione recuperata fra Mank Ordo ed una presunta agente del Leviathan che gli ronzava nella mente assieme al pensiero di quanto poco conclusiva fosse… se non per la colpevolezza dell’usurpatore stesso. Il Leviathan, alla fine, aveva fatto affari come sapeva fare, non avrebbe dovuto, e ne aveva pagato il prezzo perdendo due basi in spazio mandaloriano oltre che con una feroce opposizione alle loro operazioni in esso. Ma c’erano ancora troppi dettagli rimasti oscuri e per Derin, non valeva ancora la pena di schierarsi apertamente con o contro di essi ed in questo, la reputazione di mercenari dei Mando’ade avrebbe aiutato, guadagnando in attesa di capire dove si trovassero realmente gli interessi di un popolo che, in ogni caso, stava ancora ricostruendo.
    Rimase a questo punto in attesa di una risposta da parte del suo ufficiale comandante, ma una parte della sua mente, ancora speculava su quello che avrebbe potuto chiedere loro Bombu e di geopolitica galattica.

    Un paio d’ore dopo, erano a bordo del trasporto Dynamic infilati nel tubo iridescente dell’iperspazio ed in viaggio verso le coordinate fornite loro dall’hutt, i sedili della cabina di pilotaggio occupati da Derin, Tamarih e Bes’jorhaa che in silenzio osservavano il vortice che li circondava, ognuno perso nei suoi pensieri.

    TECNICHE DISPONIBILI
    - C.I.F.A.E.
    - Intuizione
    - Passo felino
    - Sabotatore
    - Applicazioni pratiche
    - Analisi delle forze
    - Non me la conti giusta
    - Diversivo
    - Colpo a tradimento
    - Estrazione rapida
    - Mira sicura
    - Scegliere il bersaglio
     
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    Il Gioco vale la Candela?



    All'arrivo dei due ufficiali nella grande nave ammiraglia di Nuth Hagal non passò inosservato, nell'area dell'hangar vi era lo stesso ammiraglio con una sua assistente umana che attese l'arrivo di tutti gli ufficiali chiamati per il meeting, sia il chiss che il kel'dor potettero notare alcuni volti noti con cui avevano avuto il piacere di lavorare o che conoscevano di vista. Fra quest'ultimi di era sicuramente il Commodoro Kalsar, un zabrak dalle forti ideologie militari che si era distinto per alcune missioni contro il leviathan durante le varie guerre passare, poi vi era anche lo schivo Capitano Holb, un umano dall'età avanzata e che non era mai riuscito ad avanzare di grado a causa di non meglio precisati metodi poco corretti durante la grande guerra. Tutti gli ufficiali ricambiarono il saluto ai due nuovi arrivati e attesero l'arrivo degli ultimi finché non divennero 15 in totale con vari gradi ma tutti dal Commodoro in giù tranne che per Nuth Hagal, il quale a conti fatti rappresentava l'unica ed indiscussa autorità su quella nave.

    Benvenuti ufficiali, vi sono grato per aver risposto con tempestività alla chiamata. So che avete diverse domande da farmi ma l'urgenza del meeting ha la priorità assoluta, vi prego di seguirmi nella sala strategica, lì tutto vi sarà più chiaro.

    Ovviamente essendo un ithoriano doveva usufruire di un traduttore vocale che rendeva comprensibili i suoi versi, perciò la voce dell'ammiraglio fu interamente robotica e priva di qualsivoglia tono. Il gruppo quindi iniziò a seguire l'ammiraglio all'interno dei vari corridoi della nave tutti perfettamente in ordine e puliti, ci vollero ben cinque minuti per arrivare nella sala strategica dove si sarebbe tenuto il meeting. Ovviamente Thanen e Orion erano tenuti a seguire l'ammiraglio e una loro deviazione dal percorso sarebbe stata notata facilmente, se quindi avessero seguito il gruppo sarebbero arrivati in una stanza piccola con un lungo tavolo ovale e molte sedie dove presero posto i vari ufficiali con Nuth al capotavola opposto alla porta d'ingresso della stanza.

    Vorrei essere celere senza inutili convenevoli perciò non mi perdonerete la poca ospitalità, il tempismo è tutto.

    Dopo quella premessa l'ithoriano attese che tutti avessero preso posto per poi metter mani ad un piccolo pannello comandi incassato sul tavolo che azionò un holoproiettore anch'esso incassato e posizionato al centro del tavolo. Le immagini holografiche mostravano una panoramica del pianeta di Nal Hutta visto dallo spazio, inoltre si poteva perfettamente vedere anche la famosa luna di Nar Shaddaa.

    Il nostro obiettivo è sulla luna di Nar Shaddaa, siete stati chiamati per assistermi in una missione altamente pericolosa e con rischi di incidenti diplomatici che potrebbero portare la Repubblica ad aumentare il numero di nemici.

    Disse come premessa per poi cambiare immagini holografiche in base a ciò che stava per dire.

    La nostra intelligence sa da molto tempo che su Nar Shaddaa è situato un complesso che funge da base operativa del Leviathan sul territorio Hutt, da questo posto controllano i loro "alleati". Tale informazioni in vero è ormai vecchia ma solo ora abbiamo ottenuto notizie e dati così vitali da poter considerare di colpire questo centro di comando.

    QUesta volta le immagini holografiche mostravano il complesso dall'esterno diviso in tre piani e totalmente fortificato almeno a livello strutturale.

    Sappiamo con certezza che all'interno di questa struttura si trovano gli hutt che il Leviathan ha catturato per costringere i clan ad appoggiarlo, rimuovere chi è al comando della base e salvare gli hutt ci garantirà un vantaggio decisivo in questa guerra. Grazie a questo successo il Leviathan perderebbe forza nelle aree di controllo degli Hutt e non escludo che questi stessi iniziassero a vendicarsi del torto subito, così facendo trasformeremo un alleato del nemico in un suo nemico. Viceversa in caso di fallimento oltre alle perdite che subiremmo rischiamo anche di unire tutti gli Hutt contro la Repubblica rafforzando così il nostro nemico invece di indebolirlo.

    Concluse alzandosi dal suo posto e incrociando le braccia dietro la schiena.

    Prima di proseguire con il piano mi è stato chiesto di darvi la possibilità di rifiutare tale missione, essendo il rischio elevato per voi e per i vostri uomini preferiremmo ci fossero solo ufficiali volontari che si prendano le dovute responsabilità. Adatteremo poi il piano anche in base a chi di voi rimane, ovviamente in caso di successo la Repubblica ne terrà conto fornendovi una ricompensa extra che esula dal vostro stipendio. Se vi serve qualche minuto per decidere fate pure ma cercate di essere rapidi, io rimango qui a vostra disposizione se avete domande.

    Concluse dando tempo a tutti fare una scelta.


    _______________________________________________________________________



    Il luogo dell'incontro stranamente non fu su Nar Shadda ma su Ylesia, un mondo tropicale usato come colonia di schiavi dagli Hutt e che distava a pochi parsec dal loro pianeta capitale. Le coordinate condussero Derin su quel pianeta e più precisamente su un piccolo spazioporto privato per sole navi mercantili o più piccole, utilizzato probabilmente da un singolo Clan Hutt per non dare troppo nell'occhio. Una volta atterrato trovò due nikto con armatura e blaster a fare la guardia all'ingresso dello stabile sul punto di attracco per le astronavi, l'atmosfera era decisamente calda e umida ma i due nikto non parevano soffrirla mentre alle loro spalle da lì a poco comparve proprio Jilli con in mano un datapad e pronta ad accogliere i mercenari dopo che questi fossero atterrati.

    Bene siete qui, sono lieta che abbiate accettato la chiamata, la missione che le affideremo è della massima urgenza perciò se desidera possiamo entrare così da esporle il tutto e stabilire il compenso nel caso accettasse.

    Disse Jilli non aria leggermente tesa, ciò però che colpì all'occhio attento di Derin fu il punto di atterraggio del suo stesso mezzo, pareva esser stato usato di recente e forse per più mezzi il che poteva significare che era un punto di atterraggio molto usato o qualcos'altro che ancora non comprendeva. La base comunque aveva una forma piramidale e pareva in condizioni decenti nonostante il clima tropicale, tuttavia non pareva un luogo particolarmente ricco ne degno di essere la base di un Hutt perciò sicuramente era solo un punto di appoggio del clan di Bombu.
     
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    Orion non si sorprese più di tanto nel ritrovare la formalità del collega blu. Sebbene si fossero visti anche in altri contesti e fossero in buoni rapporti, in una situazione del genere - ufficiale - capiva anche lui la richiesta dell'etichetta. In più si parlava di Thanen: capace che anche fossero stati in un bar gli avrebbe parlato nello stesso modo.

    *Oh bhè, dopo tutto questo, qualsiasi cosa ci aspetti, un bar lo troveremo di sicuro.* - scherzò fra sé.

    La presenza del collega se non altro lo rincuorava: sebbene avesse lavorato essenzialmente da solo - Skar a parte - negli ultimi anni, l'abilità narrata nonché personalmente conosciuta di Thanen in quello che faceva era quantomeno una sicurezza. Scendendo dalla nave, infatti, aveva riconosciuto molte facce note, tra i ranghi degli Ufficiali della Repubblica, con molti dei quali aveva lavorato, direttamente o indirettamente. Avere qualcuno di fidato e, soprattutto, efficace, era tuttavia un bonus non indifferente per lui E per Thanen, bhé, i fatti parlavano da soli.


    Forse in che senso? Sarebbe un sì o un no? - lo incalzò bonariamente.

    La risposta successiva, tipicamente da Thanen per come lo conosceva, lo lasciò comunque interdetto. Sebbene certe uscite fossero tipiche del carattere del collega, non mancavano mai di coglierlo di sorpresa, per un motivo o per un altro.
    In quel caso, bhè, più che da Capitano Thanen era da Capitan Ovvio. Orion si passò una mano sulla faccia.


    ...sì, grazie, fino a lì ci ero arrivato. - rispose ironico.

    Che fosse perchè Thanen non si sentisse convinto di condividere eventuali informazioni, o per altre ragioni a lui sconosciute, la risposta in sé aveva del comico per come intrinsecamente formulata, ma il Maggiore si trattenne dal ridere: la situazione richiedeva un certo contegno.
    Oh, ma quell'aneddoto glie lo avrebbe ritirato fuori prima o poi, sicuro.


    Volevo sapere se... Ammiraglio! - si interruppe.

    Fortuna volle che non dovettero aspettare molto, dato che Hagal già li stava aspettando poco più avanti.
    Orion fece il saluto militare in segno di rispetto, accondandosi poi al gruppetto di Ufficiali senza deviare dal percorso.
    Percorso lungo, per altro, visto il tempo che ci volle a tutti per attraversare la nave e raggiungere la sala briefing.


    *Che non fosse una cosa da poco me l'ero immaginato...* - commentò tra sé, vista la portata di risorse che sembrava essere stata impiegata.

    Il Maggiore ascoltò il briefing in silenzio, analizzando mentalmente le possibili implicazioni e, soprattutto, cosa comportasse nello specifico il suo incarico: come sempre, andava direttamente al sodo.
    Il fatto che fosse una missione "pericolosa e con potenziali implicazioni" era per lui un disclaimer piuttosto inutile: d'altra parte, quando mai era stato diversamente, no?
    Era quindi incline ad accettare l'incarico preventivamente: dopo anni passati nell'Orlo Esterno a dare la caccia a piccole cellule del Leviathan, ora che si presentava l'occasione di una scudisciata con i fiocchi - come tempo prima su Corellia - non si sarebbe certo tirato indietro. Questo tuttavia non lo avrebbe trattenuto dal fare domande, tante domande.


    *Dando per scontato che accetti, spero non si aspettino che scenda in campo con così poche informazioni...*

    Comprensibilmente, l'Ammiraglio aveva fatto una panoramica generale, senza scendere nel dettaglio, principalmente per "scremare" i presenti da eventuali rinunciatari. Questo era chiaro. Lui però aveva già la mente sul posto.

    Ammiraglio, Signore. - si avvicinò non appena gli fu concesso, approfittando di quei minuti che Hagal aveva lasciato per decidere - Maggiore Orion, al suo servizio. Le posso già dire che farò volentieri parte della sua squadra. Tuttavia le vorrei chiedere più informazioni specifiche, al fine di decidere al meglio.

    Se quindi gli fosse stato accordato di proseguire, avrebbe chiesto all'Ammiraglio un quadro delle risorse a loro disposizione, ma soprattutto il piano di attacco, anche fosse stato a grandi linee. Orion non era mai stato un grande stratega, ma sul piano tattico dava il meglio di sé. D'altronde era il suo lavoro.
    Avrebbe chiesto come l'Ammiraglio intendeva muoversi. Se prevedessero resistenza aerea - come suggerito dalla presenza di molti Ufficiali di marina - o comunque vi fosse supporto aereo per le squadre a terra che, palesemente, sarebbero state schierate.
    C'erano tanti modi di agire: attacco diretto in forze, diversivi, infiltrazioni e via dicendo. L'Ammiraglio gli aveva spiegato cosa, ma Orion voleva sapere come. Quando si parlava di un edificio, tendenzialmente, le manovre standard erano più squadre tattiche a terra, con l'obbiettivo di fare irruzione. Oppure un bel bombardamento orbitale, ma non nel caso di un'estrazione come quella, ovviamente.


    *Avrò una squadra? O sarò parte di essa? Ci saranno più squadre? Da dove attacchiamo? Come attacchiamo, e con cosa?* - erano tutte cose che già gli frullavano in testa.

    Perchè in fin dei conti era chiaro che senza dettagli nessuno avrebbe potuto realmente valutare. Insomma, se paradossalmente l'Ammiraglio gli avesse detto "attaccherete voi presenti in modo diretto e in campo aperto" bhè, forse forse avrebbe lasciato perdere.
    Fortunatamente Hagal era un bravo Ufficiale e sicuramente non avrebbe proposto un piano strampalato, ma ecco, il concetto era lo stesso.

    Da ultimo, e probabilmente alla fine di quella discussione, avrebbe cercato di capire il ruolo di Thanen e gli altri della Marina in tutto questo, perchè - apparte spazzar via eventuali forze navali - la possibilità di avere un supporto aereo a terra, magari a contatto diretto con Capitano di cui stimava le capacità, non sarebbe stato male.

     
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    Gli scambi con il Kel'Dor dovettero lasciare immediatamente il posto alle formalità e alle procedure del meeting: l'Ammiraglio li aveva raggiunti già nell'hangar. La cosa dava da pensare, poichè normalmente gli ufficiali di alto rango accoglievano personalmente all'hangar solo i parigrado o i superiori, erano pochi quelli che si sarebbero presi la briga di scomodarsi per qualcuno più in basso nella scala gerarchica, anche se l'incarico era importante ed anche se l'ufficiale aspettava con ansia un colloquio, generalmente aspettava pazientemente nel proprio ufficio, o qualsiasi altra stanza fosse stata designata per l'incontro. Non Nuth Hagal, a quanto pareva. Ma d'altrocanto gli ithoriani erano una specie aliena che tendeva alla comunione con il prossimo, alla pace e all'adorazione della natura, animi contemplativi, più che d'azione. Era per questo che l'Ammiraglio si era scomodato? O era forse perchè erano tanti ufficiali a dover arrivare? O magari perchè l'alieno voleva osservare da vicino i suoi sottoposti prima ancora di averli tutti di fronte a sè, nella meeting room? Chissà. Nuth Hagal non era noto come condottiero, bensì come stratega, quindi Thanen dubitava che si fosse presentato lì per ispirare da subito lealtà e apprezzamento. No, o il motivo era di stampo culturale, oppure doveva avere a che fare con l'osservazione, pensava il chiss, mentre seguiva il gruppo di militari, badando di seguire l'etichetta e il protocollo, così da raggiungere il luogo designato, senza perdere tempo e senza dare nell'occhio: non poteva sgarrare di fronte ad un ammiraglio.
    Dopo che tutti ebbero preso posto, compreso Thanen, finalmente iniziarono ad essere forniti i primi dettagli. Il chiss assottigliò lo sguardo e giunse la punta delle dita delle due mani, con aria contemplativa, i gomiti poggiati davanti a sè, sul tavolo, già totalmente assorbito dalle mappe holografiche e le parole sciorinate dalla voce robotica del traduttore.
    Nar-Shaddaa.
    Il chiss aveva avuto poco o nulla a che fare con quel pianeta, anche se recentemente aveva iniziato ad impicciarsi degli affari degli hutt, sotto le mentite spoglie di Duine, al servizio della Chiss Ascendancy, questo tuttavia non significava che non fosse familiare con le caretteristiche principali della Luna e del pianeta capitale, che aveva studiato quando ancora era imegnato assiduamente ne raccogliere dati per il proprio popolo. Di certo sapeva che attaccare nei territori del Cartello, avrebbe potuto provocare una guerra, anzi, sarebbe successo senza dubbio, se qualche bravo diplomatico non avesse messo una pezza sull'accaduto... o se non avessero preso il controllo dei capi del Consiglio Hutt. Era per quello che si trovavano tutti lì?
    Gli occhi di Thanen assorbirono voracemente tutto ciò che potevano vedere della struttura a tre piani e le sue difese, mentre la sua mente già vorticava in possibili scenari.
    La prima domanda che gli veniva in mente, a parte quelle di genere tattico era una e una sola.
    Capitano Thanen, signore. Chiedo il permesso di parlare. si rivolse dunque all'ufficiale, dopo che Orion, passionale come lo ricordava, si fu già offerto volontario.
    Se avesse ricevuto l'ok dal superiore, il chiss avrebbe quindi esposto il suo dubbio, qualcosa che andava più sul lungo termine. Se infatti la parte tattica era importante per programmare l'azione, quella strategica, e dunque sul lungo termine era ciò che davvero attirava la sua attenzione e ciò cui era spinto a considerare di più. Thanen era sempre stato in grado di portare a casa pochissime vittime, con risultati eccezionali, ma era anche uno per cui i metodi non erano così importanti quanto il fine, e per decidere al meglio era dunque al futuro che doveva guardare, non al presente.
    Che cosa succederebbe se bombardassimo la base, distruggendo essa e chi vi è all'interno? chiese dunque, con la massima neutralità, dopo essersi alzato in piedi, come da protocollo, a meno che l'ithoriano non l'avesse lasciato seduto.
    Da quello che conosco del Cartello Hutt, il loro potere si basa su un Consiglio di anziani e le loro famiglie. Non sarebbe più semplice eliminare le teste al potere e permettere al Cartello di crollare nel caos delle guerre tra famiglie, costringendo il Leviathan a ricostruire da capo la loro influenza sui territori Hutt?
    Thanen non era molto abile nel campo della politica, anzi diciamo pure che era piuttosto incline agli incidenti diplomatici e magari la risposta alla sua domanda sarebbe stata ovvia per gli altri ufficiali là dentro, ma se il chiss aveva bisogno di capire qualcosa, doveva ottenere risposte. Malgrado un soldato dovesse obbedire agli ordini senza fiatare, nella sua esperienza, conoscere il perchè delle proprie azioni, riduceva drasticamente il rischio di danni collaterali. Magari il Capitano Holb avrebbe optato per la strategia offerta dal chiss, senza prima domandare se fosse o non fosse saggio. Almeno rischiando pure di farsi inesperto agli occhi degli altri, Thanen avrebbe evitato di avere a che fare con un parigrado dalle tattiche dubbiose.
    Il chiss non aveva ancora offerto la propria partecipazione, ma ovviamente, come Orion, anche lui aveva bisogno di dettagli. Non era certo un codardo, ma non era uno che si buttava a capofitto in qualsiasi situazione, senza averne prima valutato le conseguenze.
     
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  8. MonkeyPython
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    L’atterraggio alle coordinate fornite dal messaggio inviato da Jilli, l’interprete, forse assistente e quasi certamente schiava di Bombu avvenne senza incidenti e già quello, fu incoraggiante per la mente costantemente attanagliata dalla paranoia di Derin. Una piccola noce di sollievo presto rimessa in contesto dalle due guardie che li attendevano e dal luogo scelto: una colonia di schiavi, un porto privato. Questo incontro doveva molto probabilmente rimanere al di là del raggio dei sensori della galassia e questo, chissà se includeva solamente la Repubblica, od anche il Leviathan e chissà se in questo calcolo erano inclusi il resto dei clan Hutt. Alla mente, tornò l’idea che per Bombu erano certamente sacrificabili, forse, addirittura mandati scientemente al massacro per chissà quale guadagno; certamente, avrebbe fatto lo stesso con le guardie come I due nikto che li attendevano sulla piattaforma. Nikto simili allo stesso Katmn che lo accompagnava e che aveva mostrato nervosismo dal momento stesso in cui, ancora in viaggio, aveva condiviso con il resto della squadra i pochissimi dettagli che aveva a disposizione. Il nikto non aveva parlato, non ne aveva avuto bisogno, si erano già detti tutto il necessario già anni prima al loro primo incontro, all’alba della loro prima missione assieme e Derin sapeva. Derin conosceva la grande debolezza e fobia di Katmn, la paura di tornare sotto la schiavitù degli hutt. All’epoca, gli aveva fatto promettere di ucciderlo piuttosto che lasciarlo catturare. Oggi, stavano andando a sentire l’offerta di un Hutt per prenderne soldi ed armi in cambio del loro dolore e sangue.
    “è un lavoro pagato Katmn. Anche se accetteremo l’offerta, non saremo suoi schiavi, staremo solo lavorando per lui ed in cambio, verremo compensati profumatamente con soldi ed armi…”
    Ed il nikto, non pareva ancora convinto, continuava a tenere l’arma sul fucile smontato, sui pezzi che continuava a pulire e ripulire come faceva quando era nervoso, quando aveva paura, quando non voleva pensare a qualcosa.
    “… se la cosa non ci convince possiamo anche rifiutare…”
    Non stava funzionando. Derin non era un diplomatico, Derin non sapeva convincere la gente con le buone, solo con ferrea e rigida logica o con comandi, ma blandire, la gentilezza al fine di calmare e portare al proprio punto di vista, era qualcosa del tutto al di fuori delle sue corde e competenze. Se voleva far calmare, qualcuno, gli sarebbe stato più facile per lui con uno schiaffo che con le parole.
    Sospirò
    “Katmn, come mando’ad e come Mando Cabure non puoi seppellire la testa sotto la sabbia e far finta che gli Hutt non esistano più. Ci farebbe piacere, ma sono sempre la fuori e continueranno ad esserlo ancora a lungo. Ci stanno sul cazzo, siamo tutti d’accordo, preferiremmo usare i loro flaccidi corpi per provare nuove armi che avere i loro soldi, siamo d’accordo… ma abbiamo bisogno di informazioni. Noi non siamo Sornell e non siamo spie, per cui, l’unico modo di capire cosa vogliono fare, è sentire cosa hanno da dire e da offrire, lavorare per loro se necessario o se possibile… usare l’ingaggio contro di loro. Questo, lo facciamo per il nostro popolo e mi aspetto che farai la tua parte come hai sempre fatto.”
    Queste parole, il tono fermo e secco, attirò finalmente l’attenzione del nikto che alzò la testa, rivolgendo finalmente lo sguardo ed un’espressione ancora seria, ancora vagamente depressa ma già con accenni di durezza verso il suo capo ufficioso. Derin sostenne quello sguardo per qualche secondo.
    “Vuoi far del male agli Hutt? Benissimo, devi sapere come e dove colpirli, è tattica di base ed il modo migliore è sentire cosa vuole Bombu. Se la cosa ci puzza troppo, rifiuteremo, se la cosa puzza abbastanza ma offre un’opportunità, ci alleeremo con i suoi nemici. Soldi e risorse, o sangue, in ogni caso, quel pallone di merda cacherà qualcosa”
    Concluse ammiccando ed il piccolo cenno di capo del nikto, gli disse che ancora per il momento, avrebbe potuto contare su di lui, poi, si sarebbe visto in futuro a seconda di ciò che avrebbero fatto ma, salvo genuflessioni agli Hutt, non avrebbe probabilmente avuto problemi.

    ----------------------------------------------------



    A scendere dal Dynamic della squadra, furono solo Derin e Bes’jorhaa, elmi indossati, soffermandosi all’inizio della rampa per le ultime, brevi istruzioni sul canale privato della squadra.
    “Tamarih, lascio nave e squadra nelle tue mani”
    Poche parole seguendo l’idea di una possibile intercettazione, ma che sott’intendevano lo stare con gli occhi aperti, pronti a decollare od intervenire, esattamente come lo sarebbero stati i due che ora si dirigevano all’incontro e proprio l’attenzione che Derin rivolse all’ambiente attorno rivelò dettagli interessanti… e vagamente preoccupanti.
    La piattaforma su cui si erano fermati non era usata così raramente come lo stato della piramide, struttura principale della zona, poteva far presagire. Quello era un luogo che appariva essere centro di un vivace traffico e viavai di navi che poteva voler dire un po’ di tutto, dal fatto che molti altri mercenari stavano venendo intervistati ed assoldati, al fatto che attrezzature e rifornimenti di ogni tipo stavano venendo portati in quella base remota.
    Derin abbassò brevemente lo sguardo a terra, cercando di scorgere tracce di carrelli, repulsorlift o speeder pesanti indicativi di quest’ultimo tipo di attività, rialzandolo poi sui due nikto, studiandone meglio gli armamenti ed infine, su Jilli. Lì, i dettagli preoccupanti. Il nervosimo della gungan non era esattamente tranquillizzante ed anche se, come per le molte tracce di atterraggio, poteva voler dire qualsiasi cosa, era comunque qualcosa che colei che era preposta ad accoglierli e tradurre per loro le volontà di Bombu non fosse tranquilla. Dietro il visore a T, assottigliò lo sguardo, muovendo gli occhi qua e là, osservando la zona attorno a sé, cercando la zona, cercando altre indicazioni di sistemi di sicurezza, armi, occhi puntati contro di loro, punti fortificati e difese utilizzabili tanto da loro, quanto dai difensori alternando lo sguardo fra Jilli, e la zona circostante.

    CITAZIONE
    Bene siete qui, sono lieta che abbiate accettato la chiamata, la missione che le affideremo è della massima urgenza perciò se desidera possiamo entrare così da esporle il tutto e stabilire il compenso nel caso accettasse.

    “Non perdiamo tempo”
    Annuì, indicando con un minimo cenno della mano di far strada e lasciando ricadere le dita a sfiorare la pistola blaster pesante che portava al fianco, come a rassicurarsi della presenza di quell’arma fra le tante che indossava quel giorno. Un atto di prudenza, tanto quanto una dimostrazione di ciò di cui era capace, una sorta di pubblicità per le proprie abilità come la seconda pistola seminascosta nella fondina ascellare, il coltello alla cintura fra le borse contenenti le grante tanto a frammentazione, quanto ioniche e stordenti ed il vibropugnale dietro la schiena e dietro a tutto, accanto allo zainetto militare, appeso alla spalla, il fucile d’assalto. Seguì con calma Jilli, senza cambiare la priorità delle sue attenzioni, divise fra lo studio della donna eventuali sue mosse e segnali strani ed i dettagli in cui sarebbero entrati, le sale, i corridoi attraversati e le loro difese visibili od accennate, sia organiche, che inorganiche ed automatiche. Almeno, fino a che non fossero giunti in presenza di Bombu e l’udienza non fosse iniziata, momento in cui, dopo un’osservazione della sala, della corte dell’hutt, avrebbe alternato l’attenzione fra il grosso capo locale e la sua traduttrice, cercando di comprendere meglio la donna e le sue capacità, ascoltandone le parole, attento ad eventuali duplicità e discrepanze fra le sue parole ed il tono usato da Bombu. [ANALISI DELLE FORZE]
    Attraversato, come Bes accanto a lui, da una rilassata tensione, come pile immote ma cariche di energia pronta a venir scaricata, avrebbe ascoltato con attenzione e curiosità i dettagli dell’offerta, lasciando a Bes lo sfogo di una curiosità più tecnica. La donna, da sempre meno interessata al lato biologico e più al tecnico, si sarebbe guardata invece attorno, osservando eventuali macchinari ed il reparto tecnico visibile, inclusi gli armamenti di ogni tipo.
    Sulla nave, il resto della squadra si era già diviso i compiti con Katmn ed i gemelli che pattugliavano all’esterno, Tamarih che controllava la situazione dall’interno usando i sensori passivi e Tekk che rimaneva pronto a salire in torretta per difendere la nave con quella se necessario. Vigilanza, senza però aver ancora attivato armi o senza compiere mosse aggressive.




    EQUIPAGGIAMENTO

    DERIN

    Armi:
    - Fucile blaster, Dispositivo di ascensione, Mirino a infrarossi
    - Pistola blaster pesante, Sistema di riconoscimento
    - Pistola blaster
    - Pugnale
    - Vibropugnale
    - Granata stordente x3
    - Granata a frammentazione x3
    - Granata ionica x3
    - Carica di esplosivo al plastico x4

    Armature:
    - Beskar’gam media, Isolamento dal vuoto, Equipaggiamento integrato (Vibropugnale, Elettrobinocolo, Sensore termico, Sensore di forme di vita)

    Oggetti:
    - Datapad
    - Datacard
    - Registratore
    - Comlink x4
    - Cella energetica x2
    - Cintura porta caricatori leggeri
    - Zaino militare
    - Light stick
    - Manette
    - Detonatore
    - Tracciatori miniaturizzati x3

    SQUADRA

    SHUN

    Armi:
    - Pistola blaster con rampino e mirino
    - Pugnali x2
    - Granata a frammentazione
    - Granata stordente
    - Granata ionica

    Armature:
    - Tuta d'ombra,
    - Pettorale leggero (riadattato da Derin)
    - Bracciali Leggeri
    - Gambali leggeri
    - Casco leggero

    Oggetti:
    - Comlink
    - Zaino militare

    SHANZI

    Armi:
    - Pistola blaster,
    - Pugnale x2,
    - Vibropugnale,
    - Granata a frammentazione,
    - granata stordente

    Armature:
    - Pettorale leggero,
    - Gambali leggeri,
    - Bracciali leggeri,
    - Casco leggero,
    - Guanti da scalata

    Oggetti:
    - Comlink
    - Elettrobinocolo (da Derin)
    - Diffusore di cavo liquido
    - Zaino militare

    TAMARIH

    Armi:
    - Pistola blaster,
    - Pugnale,
    - Granata a frammentazione,
    - Granata ionica

    Armature:
    - Pettorale leggero,
    - Gambali leggeri,
    - Bracciali leggeri,
    - Casco leggero

    Oggetti:
    - Comlink
    - Torcia (Da Derin)
    - Kit meccanico
    - Kit sicurezza
    - Kit pronto soccorso x2
    - Antidoto
    - Zaino militare

    TEKK

    Armi:
    - Pistola blaster,
    - Manganello stordente,
    - Fucile blaster,
    - Granata a frammentazione

    Armature:
    - Tuta da combattimento (Comlink integrato)

    Oggetti:
    - Zaino militare



    KATMN

    Armi:
    - Fucile blaster con mirino,
    - Pistola,
    - Pugnale

    Armature:
    - Gambali medi,
    - Pettorale leggero,
    - Casco medio,
    - Bracciali medi

    Oggetti:
    - Comlink
    - Zaino militare

    BES’JORHAA

    Armi:
    - Pistola blaster
    - Pugnale
    - Granata ionica
    - Granata a frammentazione
    - Granata ionica

    Armature:
    - Casco leggero
    - Pettorale leggero
    - Gambali leggeri
    - Bracciali leggeri

    Oggetti:
    - Comlink
    - Datacard x2
    - Computer portatile
    - Scanner comunicazioni
    - Medisensore
    - Kit pronto soccorso x3
    - Antidoto
    - Zaino militare
     
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    Dopo l'esposizione dell'ammiraglio il primo ad alzarsi e ad offrirsi volontario fu il maggiore Starchild, il quale però dopo essersi offerto volontario chiese maggiori dettagli per valutare la sua decisione. L'ammiraglio lo guardò con attenzione prima di rispondergli come se stesse analizzando da capo a piedi il kel dor, dopotutto era compito suo successivamente pianificare l'assalto e conoscere le qualità dei propri alleati era vitale. Prima che rispondesse l'ammiraglio potesse rispondere anche il Capitano Thanen richiamò la sua attenzione, tuttavia a differenza del collega il capitano chiese prima il permesso di poter fare una domanda cosa che venne concessa con un cenno del capo mentre l'ammiraglio incrociò le mani dietro la schiena. Anche Thanen espose i suoi dubbi e nello specifico espose una sua versione di un piano più diretto e devastante di quello che doveva essere originariamente, ovvero bombardare la base e togliere tempo al Leviathan che avrebbe dovuto recuperare nuovamente l'influenza che aveva verso il Cartello.

    Sono lieto che voglia mettersi in gioco maggiore, tuttavia i dettagli più specifici sono per chi accetta e non per chi è ancora indeciso.

    Disse rispondendo prima a Orion per poi voltarsi verso Thanen.

    Capitano Thanen conosco la sua fama come stratega, eppure mi stupisco nel vederla così impaziente di pianificare un attacco senza avere il quadro completo. Eseguirebbe una strategia così avventata senza considerare tutte le variabili e le conseguenze successive? Sono certo che se accetterà la missione concorderà con il piano base e potrà dare degli ottimi suggerimenti ma prima devo sapere che non vi tirerete indietro, questa missione è top secret perciò solo chi accetta potrà sapere i dettagli della missione.

    Ribadì con tono deciso ma stranamente pacato, non pareva trasmettere ne ansia né una vera e propria aura di comando, eppure nonostante ciò la sua figura e la sua mente trasmettevano rispetto e fiducia cosa che non tutti gli ufficiali avevano di base. Intanto nella stanza ben cinque ufficiali non se la sentirono di affrontare la sfida e con molta educazione e seguendo l'etichetta alla lettera si alzarono, eseguirono il saluto ufficiale e declinarono la loro partecipazione a voce per poi lasciare la stanza dopo un cenno dell'ammiraglio. I rimanenti avevano sentito i due ufficiali parlare con l'ammiraglio e avevano inizialmente atteso per vedere se ci fossero maggiori informazioni prima di decidere, solo uno prese coraggio e accettò senza se e senza ma la richiesta.

    Io accetto signore!

    Disse il Commodoro Kalsar alzandosi in piedi e mettendo forza e grinta nelle sue parole, superando persino l'entusiasmo iniziale di Orion, i rimanenti si guardarono fra di loro ma parvero esser tutti lì per dire si sebbene decisero di aspettare ancora qualche istante.

    Thanen ha riconosciuto l'uso di Analisi delle Forze che l'ammiraglio ha usato su Orion




    ________________________________________________________________________


    Il dono della sintesi di Derin fu gradito dalla gungan che senza perdere tempo fece strada ai due mando all'interno dell'edificio, la porta alle sue spalle si aprì da sola grazie a un sensore di movimento e per lo più tutte le successive funzionavano allo stesso modo. Il tragitto verso la destinazione fu abbastanza breve, infatti i mando seguirono la gungan in un lungo corridoio grigio e privo di decorazioni con diverse porte laterali chiuse e con scritte al di sopra di essere a loro incomprensibili, infine dopo una decina di metri raggiunsero la porta in fondo al corridoio che si aprì come quella d'ingresso. Il gruppo entrò in una grande stanza circolare con alcune decorazioni sui muri fra i quali stemmi e arazzi, le pareti erano sempre grigie e vi erano diversi mobili sui lati anch'essi su misura per seguire le pareti curve. Al centro della stanza vi erano diverse tre panche di cui una centrale e due laterali e in diagonale che puntavano tutte su uno spazio completamente vuoto, pareva in effetti che mancasse qualcosa in quel punto ma non era chiaro cosa. Le panche davano l'idea di essere posti a sedere per vedere uno spettacolo sebbene avrebbero potuto ospitare solo 6 persone di taglia media, infine Derin intravide chiaramente altre quattro porte di metallo sui lati della stanza disposte a croce con una frontale opposta a quella da cui era arrivato e altre due ai lati al centro delle rispettive pareti.

    Accomodatevi pure.

    Disse Jilli attendendo che i due acconsentissero alla richiesta non obbligatoria, che lo avessero fatto o meno poco importava dato che successivamente la gungan avrebbe preso un grosso disco da sotto la veste per poi poggiarlo nello spazio apparentemente vuoto in cui puntava la visuale delle tre panche. Di lì a pochi secondi la luce della stanza si affievolì e una grossa e imponente immagine holografica di un Hutt comparve di fronte ai tre individui, la sua stazza era imponente e il suo aspetto poco piacevole come molti della sua specie.

    Chowbaso murishani Derin, achuta mah pee kasa Bombu Hutt!

    Il mio signore vi dà il benvenuto, siete di fronte al magnifico Bombu The Hutt.

    Disse rispettivamente prima l'Hutt holografico e poi la sua traduttrice, intanto Derin scrutò l'assistente del grosso lumacone e poteva affermare con certezza che fosse una persona intelligente e con doti linguistiche e organizzative, pareva fosse abile nel suo lavoro ma quasi indifesa fisicamente e anche verbalmente non vantava chissà quali qualità se non quelle meramente di traduzione. Pareva perciò più una amministratrice governante, capace di svolgere alla perfezione le sue mansioni specifiche.

    He doba ranu, igutra-ara Jilli abuma endu ro-ha. Bargon u noa-a-uyat.

    Il mio signore mi ha chiesto di spiegarvi quale sarà il vostro incarico per il quale sarete adeguatamente ricompensati. In questo caso dovrete proteggere un edificio su Nar Shaddaa, questo edificio è in mano al Leviathan ma appartiene agli Hutt ed è vitale che venga protetto e che resti integro senza nessuna intrusione. Il mio signore sa che ci sarà un tentativo di attacco presso tale edificio sebbene non conosca in che modo agirà il nemico né che aspetto avrà, tuttavia se vi assicurerete che nessuno entri nell'edificio o che raggiunga l'ascensore e i piani inferiori allora il vostro incarico sarà considerato completato. Anche nell'eventualità che tale aggressione non avvenga, il vostro presidio sarà di 1 settimana a partire da domani e riceverete tutto il supporto che desiderate ma saranno solo i vostri uomini a presidiare l'appostazione che vi daranno.

    Kumarà li jotca-e me repurta walda no bombu.

    Il mio padrone vi rammenta che sarete sempre e solo mercenari al suo servizio, perciò seguirete le sue direttive e non quella di altri come uomini del leviathan o altri Hutt. Ci sono domande?

    Chiese infine Jilli.



    Bombu The Hutt
     
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    Ascoltate le parole del superiore, Orion non poté fare a meno che rimanere un po' perplesso.
    Non che ci stesse già ripensando, chiaramente, ma non era propriamente di sua abitudine affrontare le cose "a scatola chiusa": sul campo seguiva molto il suo istinto, cosa che lo rendeva molto adattabile, ma allo stesso tempo era il tipo che soppesava molto i dettagli tattici. Sentirsi rispondere "prima dite di sì e poi vi spiego" - tanto per semplificarla - lo lasciava un po', come minimo, dubbioso.


    *Perchè mai non dirci minimamente niente in anticipo? Va bene la questione della confidenzialità, ma insomma...* - pensò vagamente contrariato.

    Nel frattempo, però, anche Thanen aveva fatto qualche domanda in merito alla misione. Fuori dagli schemi, come al suo solito. Il Maggiore non poté trattenere un vago sorriso all'osservazione del collega.


    *Bombardare tutto? Cacchio se mi piacerebbe.* - scherzò tra sé.

    Quell'uscita un po' sopra le righe e guidata da un pensiero trasversale erano proprio tipiche del collega blu e, sebbene ci si fosse abituato, lo lasciavano sempre divertito. Perchè poi, fra l'altro, erano pure cose perfettamente sensate, da un certo punto di vista.
    Dal canto suo, si immaginava a grandi linee che, essendo all'atto pratico una missione di estrazione, gli obiettivi principali fossero stati valutati come "di troppo valore" per chiudere tutto un bel bombardamento.
    Per non parlare dei potenziali risvolti politici e militari: la Repubblica che spiana al suolo un palazzo in territorio Hutt non era una cosa che sarebbe passata inosservata e, sebbene come diceva Thane, avrebbero potuto approfittare del caos generato da un evento simile, i rischi in realtà aumentavano se si guardava il piano generale.
    Ad ogni modo, quell'entrata "a gamba tesa" e allo stesso formale del Capitano gli era piaciuta. E sicuramente non avrebbe mancato di farglielo presente, prima o poi.


    E sia. Capisco, Signore, non sarà certamente questo il primo incarico da cui mi tiro indietro. - rispose dopo un po' - Accetto l'incarico e resto in attesa per un confronto sul piano tattico. D'altra parte, immagino che come minimo sarò tra le squadra di terra...

    Commentò educatamente, con l'intenzione di far capire all'Ammiraglio che il suo interesse per i dettagli fosse in realtà dedizione al lavoro, oltre a - come almeno credeva lui - buon senso militare.
    L'altro ufficiale, che invece si era alzato fervente, lo ignorò proprio: l'entusiasmo lo capiva, ma così forse era un po' troppo. Chi andrebbe in guerra così contento senza sapere nemmeno cosa deve affrontare?
    Quindi sì, andava bene accettare, ma non era sufficiente a dissipare i dubbi. Magari il briefing tattico gli avrebbe fatto cambiare idea: esperienza e fama dell'Ammiraglio comunque lo precedevano.

     
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    Capitano Thanen conosco la sua fama come stratega, eppure mi stupisco nel vederla così impaziente di pianificare un attacco senza avere il quadro completo. Eseguirebbe una strategia così avventata senza considerare tutte le variabili e le conseguenze successive?

    Thanen non reagì salvo che per un lieve inclinarsi del capo verso destra, come quello di un rapace che cerca di squadrare meglio l'oggetto della sua curiosità, cambiando prospettiva. La formulazione che l'ufficiale di più alto grado aveva usato era molto strana, sembrava stonare con l'idea che si era fatto dell'Ammiraglio, sulla base delle dicerie. Anche il resto del discorso aveva una nota bizzarra, una che non faceva parte della melodia. Thanen aveva notato come l'Ammiraglio aveva analizzato Orion Starchild, perchè era lo stesso che era solito fare lui stesso, eppure aveva chiamato quella del chiss "impazienza". Se fosse stato in grado di analizzare a fondo le intenzioni degli altri, avrebbe saputo che non lo era, ma poteva darsi che non fosse così abile nel capire gli altri, quanto lo era nel comprenderne le abilità. D'altrocanto forse invece stava cercando di provocare una reazione nel Capitano ed in quel caso sarebbe stato interessante comprendere quale si aspettasse da lui.
    Al contrario, Ammiraglio. Se avessi già saputo quali potrebbero essere le conseguenze di un simile atto, non gliel'avrei domandato. rispose semplicemente, con la stessa neutralità e calma con cui aveva posto la domanda in primo luogo. La sua non era una giustificazione, non sentiva per nulla la necessità di spiegarsi per aver posto un semplice quesito, ma proprio per quello non era rimasto in silenzio: se si fosse sentito colpevole di qualcosa, se ne sarebbe stato zitto e buono a prendersi la strigliata.
    L'ultima volta che aveva accettato un incarico a scatola chiusa, si era trovato a capo di 10 uomini, nel dare la caccia agli zombie su Comra, una missione che aveva lasciato molti dubbi e per un paio di mesi, anche incubi, nella mente dell'allora giovane chiss. Quella volta Thanen aveva accettato pieno di zelo, orgoglioso di essere stato scelto per una missione top-secret. Questa volta il Capitano non era altrettanto pronto a dire di sì. Lo stesso tipo di incertezze che probabilmente navigavano nel cuore di Orion, toccavano anche Thanen, e pure qualcosa di più, perchè per Orion la missione principale nella vita era servire la Repubblica, ma per il chiss quello era solo il secondo incarico, il primo e più importnate era continuare a fornire informazioni rilevanti alla Chiss Ascendancy. Non si riportano indietro informazioni, da morto.
    Il giovane ufficiale guardò con la coda dell'occhio i cinque che avevano deciso di andarsene, ma non li giudicò: ognuno di loro aveva scopi e priorità, nonchè diverse abilità. Certo, se al posto dell'Ammiraglio ithoriano ci fosse stato un membro dell'Alto Comando della CEDF, Thanen non avrebbe avuto dubbi, avrebbe detto di sì, sempre e comunque, perchè quello era il suo lavoro, quella era la sua vita: servire l'Ascendancy. Quell'alieno però, quella Repubblica... per quanto li stesse aiutando, non erano il suo popolo.
    L'ultima volta che un dispiegamento massiccio era stato mandato in guerra, nessuno era tornato indietro e Jedi e Sith erano scomparsi dalla Galassia. Ma quell'incarico non pareva avere nulla di mistico alle spalle: attaccare una base del Leviathan su Nar-Shaddaa, estrarre degli ostaggi e andarsene. Sulla carta le probabilità di successo non erano 0. Per il momento poteva bastare.
    Molto bene, Ammiraglio. Sono a sua disposizione. le parole di Thanen vennero dopo il cieco fervore del Commodoro e il più ponderato "sì" da parte di Orion, entusiasta come persona, ma anche assannato. Chinò lievemente il capo e attese le reazioni del resto dei presenti. Malgrado la perfetta calma esteriore, a quel punto un leggero moto di fervore gli montò in petto, quello di chi sta per buttarsi da una rupe e sa che la corda elastica è attaccata ai piedi, ma non può essere certo al 100% che non si staccherà o romperà. E malgrado questo, anela il brivido del vuoto.
    Un respiro profondo e il turbamento era di nuovo soffocato sotto le ceneri. Il Capitano era pronto ad udire il piano.
     
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  12. MonkeyPython
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    Un’amministratrice. La gungan che stave seguendo, era un’amministratrice e da ciò che vedeva, a Derin venne da chiedersi se addirittura potesse essere la maggiordoma di Bombu, colei che gestiva gli affari giornalieri dell’hutt, o se non si trattasse invece solo di una fra tante, distratta da altre questioni minori per accogliere e gestire l’acquisizione dei mercenari.
    Pensieri di sottofondo mentre osservava la serie di porte segnate con scritte incomprensibili che gli fecero tornare alla mente che, avrebbe dovuto investire tempo nell’imparare l’huttese; o perlomeno, spendere soldi per un buon traduttore. Si rivolse per un attimo lo sguardo verso Bes’jorhaa che gli camminava al fianco, guardandosi attorno allo stesso modo, domandandosi per una frazione di secondo se la donna avrebbe potuto creare qualcosa da integrare nell’armatura. Ma fu un attimo, che i pensieri tornarono sul presente, oltre le scritte sulla lunga serie di porte attorno a loro che gli facevano prudere la schiena fra le scapole con un sentore di possibile trappola.
    La sala in cui entrarono infine, sapeva però di familiare quasi. Una sorta di teatro, od un salone delle feste con panche per chiunque volesse sedersi, ma il fatto che tutto sembrasse dirigersi verso il centro, sapeva più di sala delle udienze, con pochi posti a sedere per gli ospiti più illustri e molti in piedi per la marmaglia. I gesti successivi di Jilli, sembrarono confermare i suoi sospetti. Non ebbe tempo di confermare o smentire l’idea che sui lati della sala potessero aprirsi feritoie, anche nascoste o della presenza di strumenti di sorveglianza (di cui comunque era sicuro), perché la grossa immagine olografica di Bombu catalizzò la sua attenzione. Un po’ l’interesse nei riguardi di colui che voleva ingaggiarli e che potenzialmente li avrebbe mandati a morire, un po’ la sua conoscenza puramente teorica dell’etichetta, lo portarono ad alzare il visore a T verso il grosso hutt evanescente, eppure dalla presenza così ingombrante.
    Non comprendeva l’huttese, quello era già stato assodato precedentemente così come la sua necessità di ovviare a quel problema, tuttavia, era chiaro che la traduzione da parte della gungan era abbastanza libera; un’interpretazione. Ma del resto, ogni traduzione era solo un’interpretazione alla fin fine e questo non lo disturbava, non quanto sapere cosa l’hutt stesse realmente dicendo ma, essendoci veramente poco che poteva fare a riguardo, preferì concentrarsi sulle parole dell’amministratrice dell’hutt.
    Anche se con un secondo di ritardo, fu dopo la traduzione di lei che Derin chinò leggermente il capo, ricambiando quel saluto senza però offrire un pieno inchino, imitato un attimo prima da bes’jorhaa. Entrambi preferirono non parlare, principalmente non fidandosi delle proprie parole e di ciò che avrebbe potuto uscire dalle loro labbra, di quanto offensivo avrebbe potuto essere per l’hutt. Si limitarono a quel semplice cenno e l’ascolto. Prestò attenzione alle parole dell’amministratrice di Bombu, la spiegazione dell’incarico per cui li stavano assoldando e dietro il visore a T le labbra si assottigliarono come lo sguardo, riflettendo sulle possibili ripercussioni e motivazioni.
    Già alle prime frasi, le domande iniziarono a sorgere nella mente del mando’ad, questioni prettamente relativa al lato pratico della missione, ma anche dubbi più ampi che fecero sorgere un senso di inquietudine nel ventre di Derin, come una palla di gomma ferma ad intasare la bocca dello stomaco. La questione non tornava. Che l’edificio fosse degli hutt ma in mano al Leviathan poteva anche starci dati i legami, così come che fosse stato quest’ultimo a commissionare la difesa. Che però gli ordini dovessero venire solo ed esclusivamente da Bombu… beh, la prima spiegazione a venire in mente, era che temesse incursioni da parte di rivali. Non che questo lo aiutasse a placare la pessima sensazione che aveva, anzi, il fatto che rivali hutt o Leviathan potessero decidere di mettergli i bastoni fra le ruote assaltando la postazione moltiplicava a dismisura i possibili nemici e le tattiche che avrebbero potuto decidere di impiegare. Il fatto che l’edificio si trovasse sull’ecumenopoli di Nar Shaddaa, rendeva le cose ancora peggiori in un incastro di livelli e fabbricati che potevano facilmente essere in comunicazione fra di loro.
    “Se accetterò l’incarico, avrò bisogno di pieno accesso alle planimetrie dettagliate, correnti e storiche dell’edificio in questione, nonché di quelli confinanti”
    La sua prima risposta fu secca e categorica, in tutto quel mare di incognite che circondava il minuscolo scoglio di ciò che sapeva, aveva bisogno di certezze, modi di controllare il terreno dello scontro, o quest’ultimo, sarebbe finito prima ancora di iniziare. Ma questo non bastava. Alternava lo sguardo fra Jilli e l’enorme ologramma dell’hutt, dettando le sue condizioni sotto lo sguardo attento e vagamente preoccupato, nonché nascosto, di Bes’jorhaa, sempre pronta ad intervenire, conoscendo le capacità diplomatiche del suo vod. Lui stesso ne era consapevole, ma le parole, semplicemente, fluivano dalle sue labbra in un sistema binario di 0 ed 1, di silenzio e potenziali insulti.
    “Per agire al meglio, avrò anche bisogno di avere un’idea riguardo chi sia la fonte che ha avvertito dell’attacco e potenziali nemici per poter avere un’idea delle strategie che potrebbero impiegare. Da quello che dite e dal fatto che saremo solo noi, posso immaginare ci sia la possibilità di un intervento da parte di clan od agenti Leviathan rivali… ed altri.”
    Rimase ad osservare le reazioni olografiche dell’hutt e quelle in carne ed ossa della gungan, studiando il loro modo di fare nel sentire le sue ipotesi e dando loro modo di rispondere, prima di aggiungere, un ben poco diplomatico.
    “… dal fatto che saremo soli, immagino potremmo essere anche solo un diversivo…”
    Tono neutro, nonostante le parole, la mano di Bes che si avvicinava al braccio dell’altro mando’ad per stringerlo, segnalando che stava andando troppo oltre, attirando sulla donna il visore di Derin per qualche secondo, un breve cenno di capo, prima di tornare a voltarsi. Lasciò passare due, cinque secondi di silenzio, respirando, resettando sullo zero la binarietà delle sue risposte, dando anche modo a Bombu e la sua amministratrice di rispondere, prima di ripartire.
    “Devo anche sapere ciò che si trova sotto…”
    Si interruppe, bloccato dalla stretta di Bes sul braccio, si schiarì la voce, e ripartì.
    “… Avremo anche bisogno di maggiori informazioni circa la natura di ciò che staremo veramente proteggendo in modo da poter calibrare al meglio le risposte ad eventuali aggressioni e, per lo stesso motivo, anche di conoscere le regole di ingaggio.”
    Un attimo di pausa, prendendo fiato per quello che sarebbe stato evidentemente un elenco, uno snocciolare di casistiche.
    “Potremo sparare a vista a chiunque si avvicini all’edificio, fermare e tagliare la gola di chiunque ci paia sospetto, o dovremo aspettare che tentino di infiltrare l’edificio? Una volta dentro, avete menzionato l’integrità dell’edificio ma, quanto essa è importante, potremo usare trappole esplosive fintanto che l’ascensore e ciò verso cui porta rimangano intatti? Nel caso estremo in cui il nemico riesca ad arrivare al suddetto ascensore, sarebbe possibile sabotarlo e renderlo una trappola mortale pur di salvaguardare ciò che staremo realmente proteggendo?... Oppure…”
    “…Oppure dovremo limitarci a fare gli uscieri ed accompagnare gli intrusi all’uscita?”
    ma questa frase rimase non detta, rivolta a sé stesso ed a Bes che aveva intuito dove stava andando a parare ed unì alla stretta del braccio, una gomitata alle costole con un metallico *STOC* di plasteel contro beskar. Domande a raffica, domande poste senza alcuna delicatezza, domande a raffica come sparate dal suo fucile d’assalto ma doveva sapere… doveva sapere fin quando poteva spingersi e quanto effettivamente le loro mani sarebbero state legate. Doveva sapere, per poter decidere in tutta coscienza se accettare, o se facendolo avrebbe portato sé stesso e la sua gente ad un inutile massacro.
    Si ricompose, ed un secondo dopo, aggiunse, a mo’ di conclusione.
    “Nella mia esperienza, una difesa particolarmente aggressiva scoraggia direttamente assalti e tentativi di infiltrazione”
     
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    Alla fine anche Orion e Thanen cedettero alle richieste dell'ammiraglio accettando di offrirsi per la missione nonostante i loro dubbi che l'itohriano ignorò momentaneamente, di lì a pochissimo anche i rimanenti confermarono la loro disponibilità e in totale si ritrovarono in 9 ufficiali pronti a mettersi in campo più l'ammiraglio alla loro guida.

    Bene lasciatemi dire che apprezzo sinceramente la vostra dedizione alla Repubblica e a fine missione sarò più che lieto di stilare il rapporto citandovi per il vostro altruismo. Ora sedetevi, abbiamo molto di cui discutere.

    Il tono di Nuth era sempre neutro e privo di qualsiasi sentimento, forse a causa del traduttore vocale che non dava la possibilità di cogliere eventuali sfumature del suo timbro vocale e quindi risultava difficile capire se fosse sempre serio o meno. Di lì a poco non appena tutti gli ufficiali ripresero posto, venne prima chiusa la porta e poi spente le luci per concentrare maggiormente l'attenzione dei presenti sulla mappa holografica ancora aperta sulla scrivania.

    Come detto in precedenza il nostro obiettivo è la cattura della base del Leviathan su Nar Shaddaa, come vi ho detto in precedenza al suo interno ci sono i membri hutt dei clan che sono forzatamente alleati del nostro nemico. Per questo motivo una loro morte per un bombardamento della Repubblica costituirebbe una dichiarazione di guerra contro tutto il cartello Hutt, il Leviathan potrebbe unire anche i rimanenti clan etichettandoci come nemici degli Hutt e a quel punto invece di indebolire la loro posizione e sottrargli un alleato ne forniremo uno anche più forte.

    Disse scrutando brevemente Thanen.

    Per questo motivo l'unica soluzione è un attacco terrestre, superando con la forza le difese esterne e interne dell'edificio fino a raggiungere la sala di comando, eliminare o catturare chi governa la base e metterla in sicurezza. Ovviamente qui parliamo di attaccare gli Hutt e non sarà un'impresa facile anzi, praticamente sarà un suicidio dato che non siamo in grado di stimare la potenza del cartello, infatti non appena arriveremo nel loro spazio non sappiamo quali clan interverranno a difesa del loro pianeta natale. Data l'impossibilità e la difficoltà di un tentativo di infiltrarsi di nascosto a causa della forte influenza Hutt e Leviathan sul pianeta l'unica soluzione è un attacco diversivo con la flotta, l'obiettivo è distrarre il Leviathan e gli Hutt mentre una squadra raggiungerà la base per prenderla d'assalto e conquistarla. Con una flotta nel loro spazio aereo gli hutt preferiranno concentrarsi a salvaguardare le loro basi e non quelle del Leviathan.

    Concluse la parte introduttiva del piano a cui sicuramente dopo sarebbero arrivati altri dettagli o cambiamenti dei piani con il confronto con gli altri ufficiali, tuttavia prima di concludere il discorso volle passare all'esposizione dei dati che avevano del complesso da colpire.

    Qui di seguito potete vedere i dati relativi all'edificio da colpire, si tratta di uno stabilimento fortificato presente vicino allo spazioporto di Nar Shaddaa, che si estende per circa dieci metri con un'altezza di altri dieci, sono presenti due piani e un terzo che è praticamente una sola stanza che funge da torre di guardia. La struttura è abbastanza resistente da poter sopportare anche un attacco aereo almeno per un po’, possiede anche una torretta armata a difesa dello spazio aereo, questa è anche dotata di uno scudo energetico. L'edificio possiede due entrate, quella principale a est e una di servizio collegata all'hangar esterno, tuttavia questa corrisponde al secondo piano perciò è accessibile solo con mezzi o scalando l'edificio. Non serve dirvi che le porte esterne sono tutte blindate e le finestre hanno un vetro antiblaster e sono così strette e lunghe da non permettere il passaggio di persone di taglia media, apparentemente non vi sono altri ingressi. L'intero edificio possiede sicuramente telecamere di sicurezza e personale armato ma non abbiamo dati sulla loro posizione ne sul loro numero.

    Disse facendo una breve pausa sconfortato di avere così tanti dati mancanti.

    Abbiamo individuato un'area potenziale di sbarco e un percorso sicuro dove sappiamo non vi sia il controllo del Leviathan, ovviamente la squadra di terra può anche pianificare altri modi per entrare e altri percorsi da seguire. Il tempo sarà sicuramente un fattore determinante perciò dovrete valutare ogni azione ricordandovi che sta nello spazio deve prender tempo così che chi è a terra possa completare con successo la missione. Viceversa chi sbarcherà dovrà usare al meglio il tempo a sua disposizione perché non abbiamo la certezza di poter distrarre e coprire incursione per molto tempo, ci sarà comunque anche un piano di fuga in caso le cose si mettano male.

    Concluse dando la possibilità a tutti di assimilare i dati e iniziare a far domande o a pianificare strategie.

    Mappa del complesso del Leviathan su Nar Shaddaa
    Mappa-esterna-Rep

    _____________________________________________________________


    L'immagine holografica di Bombu scoppio a ridere di gusto dopo aver ascoltato tutte le parole, le domande e le richieste di Derin, ci vollero almeno 40 secondi di tempo prima che smettesse.

    Nut mulan jeku sona-il. Ombu alar ir-kun soma etre.

    Disse l'hutt palesemente divertito, le sue parole parevano questa volta più rivolte all'interprete che al gruppo di mercenari.

    Il mio padrone vi potrà dare la planimetria esterna dell'edificio e interna del piano terra, i dettagli sul vostro margine di azione vi saranno comunicati una volta accettato l'incarico, non prima. Per quanto riguarda chi può attaccare be forse i repubblicani o altri mercenari ma non sappiamo nulla a riguardo, perciò l'idea che si era fatta il mio signore è di una forza speciale. Oltre a voi comunque ci saranno uomini del Leviathan che gestiranno altre aree della struttura seguendo le loro direttive, l'importante è che non vi ostacoliate ma il mio signore si accerterà che ciò non accada. Se ci sarà la possibilità di coordinarsi e collaborarsi sarà comunque il sommo Bombu a interfacciarsi, voi non dovrete avere a che fare con il Leviathan.

    Chiaramente l'interprete sapeva già come sarebbe stato gestito il piano di Bombu dato che non dovette tradurre nulla di quel che l'Hutt avesse detto, il che faceva pensare che Jilli fosse a conti fatti l'amministratrice dell'Hutt in quella circostanza gestendo interamente l'operazione anche al posto del suo padrone ove necessario.

    Golda urm ofla robundu.

    Intervenne l'Hutt dopo la spiegazione dell'interprete.

    Dovete comprendere che ulteriori informazioni saranno fornite solo accettando l'incarico, essendo informazioni sensibili il mio signore vuole prima assicurarsi l'ingaggio della sua squadra.

    Concluse.

    Edited by Zar-Nur - 10/12/2022, 18:28
     
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    Tutti gli ufficiali presenti in sala ascoltarono l'Ammiraglio con attenzione. La situazione strategica era quella di pochi secondi prima: nemico del mio nemico, missione di estrazione e tutti a casa. Quando però Hagal mostrò un po' di planimetrie e rilievi, Orion affinò lo sguardo e cominciò mentalmente a stendere un po' di alternative: stava entrando in modalità operativa.

    *La situazione però non mi piace affatto.* - commentò tra sé.

    Va bene per la Marina che avrebbe dovuto prendere tempo e risparmiargli attacchi aerei durante l'incursione, ma restava il fatto che dovevano infiltrare un edificio blindato e così difeso che avrebbe richiesto una guarnigione intera per sfondarlo di punta. Anche la via di accesso proposta, sebbene potesse essere sicura, alla fine avrebbe comunque portato all'ingresso principale. Non proprio il massimo.


    *Si rischia un bagno di sangue.*

    Grazie Signore, il quadro è chiaro. - avrebbe detto al termine della presentazione - Tuttavia devo chiederle di quali forza disporremo a terra. Perchè un attacco frontale è da escludere e, anche ammesso che non sappiano minimamente del nostro arrivo, non appena proveremo a varcare la soglia di quella fortezza sapranno dove siamo. La planimetria interna non la conosciamo, quindi ogni singolo passo là dentro richiederebbe attenta valutazione, dato che non sapremo cosa troveremo. Ora, personalmente avrei una mezza idea di suggerire un ulteriore diversivo e un attacco misto su più fronti, lasciando a un'altra squadra il compito di infiltrarsi facendo il giro dall'hangar. Tuttavia, sempre che ritenga valida la mia proposta, per definire meglio un reale piano di attacco dovrei sapere di quanti uomini e che attrezzature potremo disporre, Signore, nonché dell'eventuale possibilità di un supporto aereo e della presunta posizione degli obiettivi all'interno.

    La mente analitica del Maggiore era già partita in quarta, ed era pronto a snocciolare due o tre piani alternativi all'Ufficiale in comando, ma senza informazioni logistiche poteva fare poco. Di una cosa era certo: non li avrebbero presi frontalmente e, anche così, una volta dentro sarebbe stato comunque complicato senza adeguate precauzioni e equipaggiamenti. Non era un lavoro per poche unità, o almeno non nel suo complesso.

     
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    Per questo motivo una loro morte per un bombardamento della Repubblica costituirebbe una dichiarazione di guerra contro tutto il cartello Hutt, il Leviathan potrebbe unire anche i rimanenti clan etichettandoci come nemici degli Hutt e a quel punto invece di indebolire la loro posizione e sottrargli un alleato ne forniremo uno anche più forte.

    La risposta ai dubbi del Capitano non era esaustiva, perchè non teneva conto della pianificazione dell'opera, ma per il momento il chiss rimase zitto, lasciando che l'Ammiraglio finisse di esporre il piano e memorizzando tutto quello che lo riguardava, comprese le planimetrie, che osservò con minuzia, poichè malgrado non sarebbe stato certo lui a guidare le truppe di terra, la sua mente non poteva farne a meno ed ogni caso era sicuro che un suo contributo sarebbe stato apprezzato, così come lui avrebbe apprezzato quello di qualcun altro, almeno fino al momento del briefing.
    Era palese che non avrebbero potuto attaccare frontalmente, poichè a parte le innumerevoli perdite da mettere in conto, un'eventuale insuccesso avrebbe reso totalmente vane le premure diplomatiche dell'Ithoriano. Se infatti l'esercito non fosse stato in grado di recuperare gli ostaggi, o anche solo se ne avesse persi alcuni, la colpa sarebbe stata addossata comunque alla Repubblica, perciò a che pro evitare un bombardamento orbitale?
    Eppure le parole dell'Ammiraglio facevano pensare proprio ad uno scontro diretto...
    Forse non vuole rivelare il vero piano? E perchè mai? Teme che ci sia un talpa?.... Teme che sia io...?
    Quando si è una spia in territorio nemio, la paranoia di essere scoperto si affaccia regolarmente e così anche in quel caso, con tutte quelle stranezze, il pensiero era virato brevemente in quella direzione, tuttavia le probabilità che ciò corrispondesse a verità erano troppo basse. Sicuramente c'era un'altra spiegazione: se qualcuno avesse sospettato della sua lealtà e avesse voluto esporlo, avrebbe avuto mille altri modi per farlo, che non coinvolgessero altri ufficiali e un finto piano di attacco.
    Continuò pertanto ad ascoltare.
    Quando si iniziò a parlare di attacchi diversivi da parte della flotta, si fece, se possibile, ancora più attento, tuttavia si trovò a corrucciare appena la fronte. Le parole dell'Ammiraglio sembravano contraddirlo. Una volta che ebbe finito, voltò lo sguardo ad Orion, che aveva preso parola. Anche lui sembrava pensarla in maniera simile al Chiss, questo significava che avrebbe avuto almeno il suo sostegno. Bene.
    Signore. Mi trovo concorde col Maggiore. Le mie riserve circa un attacco frontale non sono però solo di carattere militare e del rischio di enormi perdite. In base a ciò che è stato detto, circa le implicazioni politiche di un attacco orbitale alla base, devo dedurre che il riconoscimento da parte di Hutt, o Leviathan, delle nostre truppe di terra, come di truppe Repubblicane, provocherebbe gli stessi danni dell'aver bombardato in prima istanza la base. Questo significa che in caso di fallimento, anche parziale, la Repubblica potrebbe venir additata in ogni caso come il nemico degli Hutt. Allo stesso tempo, un attacco diversivo della flotta, in spazio Hutt, porrebbe gli stessi rischi. fece presente, spostando lo sguardo anche sugli altri ufficiali, per verificarne le reazioni.
    D'altrocanto.... continuò, tornando sull'Ammiraglio.
    Se le truppe e la flotta portassero i vessilli di una fazione dfferente, il pericolo di danni politici ricaderebbe altrove, consentendo un approccio più risolutivo e rapido, che eliminerebbe allo stesso tempo sia il Leviathan, sia i criminali Hutt, sprofondando lo Spazio del Cartello nel chaos e dividendo le loro forze. La mia proposta è questa, pertanto... tornò a guardare gli altri, un po' per ciascuno.
    Camuffare le nostre navi e le nostre truppe, per poi procedere. Se le forze speciali saranno in grado di estrarre gli ostaggi e portarli sotto il controllo della Repubblica, tanto meglio, ma nel caso in cui il piano non fosse considerato attuabile, dovremmo essere in grado di radere al suolo ogni cosa, senza subirne le conseguenze politiche tanto temute. Per quanto non conosca l'esatta composizione delle forze navali Hutt, mi è difficile credere che un nostro attacco possa tenere impegnato l'avversario tanto a lungo quanto necessario, per questo la furtività dovrebbe essere tenuta in grande considerazione. Attiriamo le difese portuali altrove, attaccando un obiettivo sensibile sufficientemente distante da necessitare uno spostamento, ma sufficientemente vicino da non impiegare truppe stazionate altrove, teniamo una nave di riserva ed usiamola per bombardare la base, non appena ricevuto il via libera dalle truppe di terra. Senza altri dati, non posso dire altro. concluse.
    L'idea che si era fatto dell'Ammiraglio era di uno che preferiva tenere le carte coperte coi suoi ufficiali, e anche se in certi casi Thanen era d'accordo con questo approccio, era importante capire quando invece avrebbe potuto provocare solamente più morti. Il chiss non era uno che eseguiva ordini alla cieca, aveva bisogno di compredere e pianificare alla sua maniera e certamente non era l'unico. Chissà se l'Ammiraglio avrebbe mollato la presa, o stretto a pugno.
     
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