New Star Wars Gdr

La Voce

autoquest x Keldor

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    《il resto della Galassia è confusa, brutale e piena di esseri miserabili quanto disprezzabili, l'Ascendenza Chiss è stata in grado di assicurare a tutti i suoi cittadini un posto da chiamare casa e dove vivere la loro vita in un mondo di leggi e ordine》

    Mentre Vriska rispondeva, un lieve sorriso iniziò a disegnarsi sulle labbra del pirata, uno di sarcasmo, l'arma migliore per combattere la depressione.
    Parli davvero come un cagnolino chiss. Ma immagino che possa essere allettante accettare la schiavitù, smettere di pensare con la propria testa e dire solamente "signorsì". Mai stato capace. E' per questo che io e i chiss non andiamo molto d'accordo. O io e le regole, se è per questo.
    Sì, insultare Liya era molto meglio che restare lì a deprimersi. In fondo era anche per quello che l'aveva portata e stava facendo il suo lavoro. Quello e qualcos'altro.
    I flash che gli passavano davanti agli occhi cominciavano a farsi fastidiosi, ora che si era dato una scrollata, prima di cadere nel baratro senza fondo della disperazione e al posto della tristezza iniziava a farsi largo la rabbia, ma poi qualcosa cambiò. C'era qualcosa di diverso, qualcosa che non riusciva bene a catalogare, ma che sembrava positivo, una sensazione opposta a quella che stava provando prima. Scosse il capo e si stropicciò gli occhi.
    CITAZIONE
    《la rotta tra gli asteroidi sarebbe, secondo me, da evitare. Rischiamo di trovarci spinti contro gli asteroidi e il relitto della Amaranthe potrebbe trovarsi sulla nostra rotta, saremmo costretti a distruggerlo ma creeremo un coefficiente di caos non indifferente in quella porzione di spazio》

    Sbattè le palpebre un paio di volte e si voltò sullo schermo, per controllare ciò di cui la giovane parlava. Gli asteroidi sarebbe stata la sua prima scelta, fondamentalmente per la semplice ragione che erano l'unico pericolo che conosceva e poteva saper gestire con le sue capacità di pilota, ma quello che figlia di Csilla diceva poteva pure avere senso. Trovava una corrispondenza nei dati del pc, almeno gli pareva. Purtroppo Keldor ne capiva esattamente quanto lei di fisica e fenomeni astronomici, poichè anche se aveva sempre avuto un bel cervellino, aveva interrotto gli studi troppo presto ed era sempre rimasto alle basi nelle sue conoscenze scientifiche.
    Tsk. Potresti pure avere ragione, mia splendida leccapiedi chiss.
    Sbuffò, riguardò le mappe, si umettò le labbra, poi fece spallucce e...
    Oh, che diamine, d'accordo, tesoro. Faremo a modo tuo, tanto se dobbiamo morire, moriremo entrambi. esclamò e così detto iniziò a pilotare verso il percorso indicato, badando di tenere la nave nei percorsi bianchi della mappa e con entrambe le mani sulla cloche, pronto ad eventuali scossoni da aggiustare.
    Usa gli scanner, zucchero e controlla se ci sono viariazioni. ordinò, mentre proseguiva.
    Quei flash lo stavano facendo impazzire dal nervoso, ma per il momento sentiva di poter continuare a guidare, tutt'altra cosa era quella specie di calore metafisico, quella cosa che sembrava attirarlo verso l'holocron, verso il pianeta, e che proprio perchè fuori norma, lo impensieriva ancora di più.
    Stiamo facendo un'enorme cagata...
     
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    Una scelta è stata fatta e, dalle parole, si passa all'azione: il viaggio da intraprendere è il più lungo, addirittura panoramico, ma soprattutto sembra essere quello privo delle maggiori insidie. Keldor guida spedito la Good Choice, sotto i consigli utili e l'occhio vigile di Vriska.
    Tutto il tragitto è percosso da quelle che potrebbero essere confuse come semplici correnti, se non fosse per il loro cambio repentino, secco e brutale: a tratti si è spinti inspiegabilmente verso il basso, a volte verso l'alto, o ancora ai lati. Una forza gravitazionale, misteriosa, sembra tirare e spingere - anche se parrebbe avere, come epicentro di questo 'potere', proprio il pianeta che dovete raggiungere. Keldor è obbligato a rispondere a quella forza gravitazionale con combustioni frequenti e repentine, riposizionando la nave più e più volte per non esser trascinato dove l'anomalia è particolarmente... crudele.
    Questa complessità è accentuata sicuramente dal fatto che la Good Choice, per quanto nave di piccole dimensioni, non ha l'agilità e la miniaturizzazione di un intercettore bi-posto, o di un caccia.
    Si spiega facilmente quale è stata la problematica della Amaranthe, in questo caso.

    Superate le coordinate del primo pianeta senza nome, vi addentrate in un corridoio dove al pericolo di una forza gravitazionale si aggiunge una tempesta di fulmini. Se prima non sapevate l'origine di questo fenomeno, ora che lo attraversate potete trovare resti, molto piccoli se non minuscoli, di asteroidi. Più precisamente di minerali e altre risorse.
    Forse ci sono sempre stati, forse è un satellite che è esistito millenni prima e che è stato distrutto da altri eventi cosmici. Di fatto, si tratta ora di dover schivare anche quei dardi elettrici che, qualche volta, colpiscono gli scudi senza tuttavia disturbare il corretto funzionamento elettronico della nave.

    Queste luci vengono poi messe alle spalle al giro di 'boa' del secondo pianeta; ora la strada è spianata per raggiungere Yashuvhu, e Keldor non ha affatto problemi a percorrerla fino a raggiungere l'esosfera del pianeta.
    niOdv8C
    Da quella altitudine, il pianeta sembra essere rigoglioso, verdeggiante, pacifico. Non potete vedere i dettagli ad occhio nudo, ma sicuramente c'è molta vegetazione - difficile dire di che tipo - con anche montagne e picchi alti. Un singolo grande oceano si insinua nelle varie frattaglie della terra.
    Da questa distanza, non è possibile vedere edifici o città.

    E' in questo momento di grande vicinanza al pianeta che l'Holocron decide di affermare sé stesso come passeggero del viaggio. Lo dichiara inequivocabilmente e, questa volta, non solo a Keldor: la veste che era andato a coprirlo cade per terra, rivelando la luminosità color porpora dell'oggetto oscuro. I bagliori diventano intensi mentre, con uno scoppio che pare non arrecare alcun danno evidente, una scarica di fulmini rossi pervade l'abitacolo, insinuandosi - come insetti - in ogni apparato elettronico della Good Choice, pervadendo l'intero vascello.


    S̶̤̈́͊̍͝͝͠p̷͇̍̈ĺ̵͔̮͔͍i̸͉̱͖̒͋́t̵̢̥̜̩̾͑͐͜.̷͔̻̳̦͕̇͒̏̌̈̕ ̴̡̄̌̎̅K̴̡̗̥̖̙̼̦͝i̴̧̻̎͝͝ļ̷̬̻̳̽l̷͚͍̈͒̒͆͋̕.̸͖͙̽̒͂͑͒̊ͅ ̶̛͇̩̓E̴̫̦̠͊̆̚͜m̴̡͈̩̆̓͗̏̊͠ͅb̵͖̤͛̈͑̍r̴͉̞̯̮̘͉̋ạ̶͙̺̄͆́̊̓͠ç̴̘̭̞͕͍̏̆ẽ̴̳̈́̂͛̋̚ͅ_̴̛̠̗̪̳̥͋̎̀̎̎͘͜͜_̶̧̞̹͙͇̽͜R̴͕̓͗̕E̵̋̌̏B̴̻͕̭̩̭̟̂̓̓O̶͇̙̳̝̱͉͆̎̚͜R̸̛̺̖͈̹͚̞ͅN̵͓̦̮̣̯͋͜



    Keldor: mentre questi concetti si insinuano nella tua testa nuovamente, indecifrabili ed in una lingua che comprendi solo in parte, senti lo sterzo della nave ruotare - a meno che tu non lo impedisca. Non è un cambio violento, anzi, è piuttosto lento, come se ti venisse suggerita una direzione generale. Non hai visioni, forse perché oramai sei così vicino da non averne bisogno.

    Vriska invece, per la prima volta, può percepire questa sorta di voce nella sua testa. Forte, lancinante, forse più forte di come l'ha vissuta fin ora Keldor medesimo. E' naturale, nel tuo caso, portarsi le mani alle orecchie per cercare di farla smettere. Parla in rantoli, in stridori, in bagliori, in parole che sono vuote e al tempo stesso ricche di significato. Ma puoi capirne ancor meno, dopotutto, essendo stata tenuta all'oscuro. In qualche modo c'è una violenza, da parte di questo Holocron, nei tuoi confronti. La puoi percepire e... anzi, la puoi vedere.
    Questa volta, ciò che vedi tu è diverso da ciò che ha sempre visto Keldor. Vedi dei Chiss morire di fame, di stenti, o aggrediti da creature bestiali. Li vedi uccidersi tra di loro e violare ogni sacro ordine e moralità che potrebbero aver mai imparato, in un momento precedente.
    Poi--- vedi degli intercettori atterrare su una prateria e dei Chiss scendere, addentrarsi dentro le foreste e perdersi per sempre, senza mai far ritorno.

    Silenzio.
    Nuovamente il silenzio dello spazio.
    La vostra direzione, e come raggiungerla, spetta a voi sceglierla. Yashuvhu vi accoglie.
    A braccia aperte? Sicuramente.
    Con quanta malignità, non lo sapete.

    Le vostre comunicazioni squillano: a giudicare dal codice della trasmissione, sono di nuovo le pattuglie della Ascendancy che chiedono di stabilire un collegamento.
    Spetta a voi scegliere se accettarle o no, a questo punto.
     
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    Osservò Keldor per qualche istante con l'aria tipica di chi non sembra essere molto contenta delle parole che sente. Mantiene lo sguardo su di lui 《la ricerca della libertà è un modo molto utile per giustificare la cronica incapacità di rispettare le più basiche regole del vivere civile comune a quasi tutte le civiltà sviluppate della Galassia 》 gli fece eco mantenendo lo sguardo su di lui 《magari un giorno anche tu ti renderai conto che una vita così, senza scopo, facendo solo quello che si vuole fare quando si vuole fare》 lo sguardo ruotò ad abbracciare la nave sulla quale erano 《non è degna di essere chiamata vita》 in fin dei conti Keldor era caos e il caos la metteva estremamente a disagio.
    Riportò lo sguardo sui comandi, controllando la rotta 《è la seconda volta che mi avverti della possibilità di morire》 face notare al chiss, senza distogliere la sua attenzione dai comandi 《sei tu quello che ha più da perdere tra noi, confido che il tuo egoismo sarà in grado di guidarci nel nostro viaggio tra le stelle》
    La good choice era più grande di un caccia e questo rendeva molto più complesso passare per quella sezione di spazio senza essere danneggiati dalle anomalie. Strinse leggermente i denti ricacciando giù una sensazione di fastidio per il viaggio movimento. Il fatto che cercasse di non esternare il suo disaggio non significava certo che non ne provasse.
    L'incontro con l'holokron sith fu... particolare. Stava ancora esaminando il pianeta davanti a loro quando venne bombardata da una voce, molto forte, nella testa. Strinse i denti portando istintivamente le mani alle orecchie nel tentativo di far cessare quella fastidiosa sensazione.
    Mormorò qualcosa tra se e se mentre la visione fornitale dall'holokron andava diramandosi davanti i suoi occhi. Venne riportata alla realtà solo dopo un tempo indeterminato. Gli occhi rimasero vuoti per diversi istanti, incerti, poi la sua testa si mosse ad osservare di nuovo il chiss 《che cos'era? Per quale motivo sei qui?》 chiese mentre, quasi istintivamente, la sua mano destra si avvicinava alla fondina nella quale aveva riposto la sua pistola blaster.
     
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    《la ricerca della libertà è un modo molto utile per giustificare la cronica incapacità di rispettare le più basiche regole del vivere civile comune a quasi tutte le civiltà sviluppate della Galassia. Magari un giorno anche tu ti renderai conto che una vita così, senza scopo, facendo solo quello che si vuole fare quando si vuole fare non è degna di essere chiamata vita 》

    Ahahahaha! Keldor rise di gusto a quelle parole, ma era una reazione forzata, perchè se era vero che la visione di Vriska era totalmente annebbiata dal lavaggio del cervello che l'Ascendancy faceva ai suoi "cittadini", lo era anche il fatto che proprio la mancanza di uno scopo, di qualcosa per cui valesse la pena vivere, era ciò che aveva causato la rovina del chiss. Non era divertente.
    Non ti preoccupare, allora, cocca, il mio egoismo mi ha sempre tenuto in vita fino ad ora. E' del tuo altruismo che mi preoccupo. Non vorrei che ti venisse in mente di dimostrare la tua cieca fedeltà all'Ascendancy, mandandoci a schiantare su una protostella. Così, tanto per sottolineare che la tua vita ha uno scopo. rispose mellifluo, col sorriso ancora sotto i baffi.
    In un momento così drastico della sua esistenza, quando sembrava che non ci fosse nulla da perdere, Keldor avrebbe anche potuto lasciar cascare la maschera e smettere di fingere di essere felice, avrebbe potuto mettersi a tavolino e chiedere alla chiss di dirgli che cosa ci trovava esattamente in tutto ciò, approfondire la sua esistenza, cercare di assorbire in qualche modo anche tutto quel fervore per qualcosa che non gli apparteneva, e comunque non lo riconosceva nemmeno come esistente e arruolarsi per la causa, qualunque essa fosse. Ma Vriska non era la persona giusta con cui parlare e l'Ascendancy non era mai stata la sua casa. Lui era nato in una tanica, il luogo ca cui proveniva gli ricordarva eccitazione, ma anche paura, l'incertezza di non sapere che cosa ne sarebbe stato di lui e l'improvvisa gioia di poter fuggire. Nemmeno per Fisher Csilla poteva dirsi una vera casa. Era nato lì, un Sabosen, aveva avuto un destino, uno scopo... ma gli era stato portato via troppo presto, e non sapeva nemmeno se fosse stato un bene o un male. Ripescando nelle memorie di Fisher, non c'era gioia su Csilla, c'era pressione, paura di non essere abbastanza, il diprezzo di suo padre, la sensazione di essere stato un errore di calcolo. Sì, c'era anche qualche minuscola scintilla di felicità, ma erano attimi fuggenti, istanti col volto di sua madre che sorrideva, qualcosa che in ogni caso non apparteneva a Keldor, era solo un ricordo rubato.
    Ma Fisher, lui sì che aveva avuto uno scopo, non quello che era stato progettato per lui, nè uno a cui Vriska sarebbe piaciuto, ma interamente proprio e non era la prima volta che lo pensava, di recente, ma forse il fatto che lui invece, che lui Keldor non riuscisse a trovarne uno, era perchè un clone non ha progetti, ha solo ciò per cui è stato creato. Ma quello avrebbe voluto dire che là dentro, la persona più libera era comunque Vriska, lui era schiavo del proprio genoma. Il pensiero era inspportabile e lo rifuggiva, invece di trovare soluzioni, di scavare davvero a fondo dentro sè e capire chi era.

    Il viaggio fu interessante a dir poco: per tutto il tempo era come trovarsi nel ben mezzo di una flotta di intercettori coi raggi traenti accesi. In quelle condizioni c'era poco tempo per pensare e il suo corpo si muoveva da solo, grazie all'esperienza.
    *Cof* Programmazione *cof*
    Quale che fosse il motivo, il chiss, aiutato dalla spia, riuscì a superare l'anomalia elettrica, una in cui la tensione fu a mille per tutto il tempo, prima di passare a ilarità per quella stranezza e arrivare nei pressi del pianeta che stava cercando. Fu lì che tutto divenne molto più interessante....
    Non ci credevo, ma a quanto pare li sai leggere quegli strumenti, sembra proprio che-...
    Il mezzo complimento he Keldor stava facendo alla ragazza, venne interrotto bruscamente quando la luce fuori posto dell'holocron invase la cabina.
    Istintivamente Keldor si girò a controllare ed ecco che l'esplosione avvenne. Fu tutto velocissimo, tanto che il chiss non ebbe nemmeno il tempo di saltare in aria, chiuse gli occhi e si accarttocciò dietro lo schienale, come poteva, sicuro che sarebbero infine morti entrambi, ma così non fu. Quando riaprì gli occhi, delle piccole saette stavano crepitando sui comandi. Keldor mollò la cloche e si allontanò, dopo essersi alzato di colpo, ma senza muoversi che di un paio di passi, perchè alle sue spalle, in terra, c'era comunque l'holocron.
    Un altro flahs, no, non un flash, una voce, La Voce gli si insinuò di nuovo nella testa, senza che lui riuscisse a capirci nulla, ma quello che vide chiaramente, mentre saettava lo sguardo dall'oggetto, alla console, a Vriska, fu come la cloche stava piegando tutta da sola in una direzione e la chiss... lei sembrava persa nel vuoto.
    L'idea di toccare i comandi per riportare la nave in rotta, non gli passò nemmeno nell'anticamere del cervello: non si toccano cose su cui è passata della magica corrente eletrica rossa. E finchè il cambiamento di direzione era dolce, e mancava il pericolo di schiantarsi su una montagna, poteva ignorare il problema, quello che davvero lo preoccupava era il significato di quella cosa, e pure, doveva ammetterlo, qualsiasi cosa stesse succedendo alla chiss.
    Liya?
    Stava borbottando qualcosa, come persa nel proprio mondo, anche se aveva gli occhi aperti.
    Ecco, le hai fritto il cervello. Ora sognati di tornare indietro con il passaporto chiss.
    Malgrado la conoscesse da pochisimo tempo e chiaramente a lei lui non piacesse per nulla, Keldor non aveva previsto di farle del male, di sacrificarla ai chiss, in caso di problemi, sì, certo, ma non di coinvolgerla in qualche strano incantesimo sith. Era preoccupato? Era preoccupato. Principalmente per sè stesso, eh, ma un po' anche per lei.
    Oh, andiamo! Siete nello stesso abitacolo da mezza giornata e già ti sei affezionato! Ma che razza di pirata sei?!
    "Io non sono un pirata."
    E lei non è niente per te! Tu sei feccia, per lei. Smettila di voler far amicizia con chiss e porci!
    "Aspetta... si muove."

    CITAZIONE
    《che cos'era? Per quale motivo sei qui?》

    Sta calma, cocca. Non è niente di preoccupante. cercò di raffreddarla, vedendo la mano che andava al blaster, ed evitando di fare lo stesso. Cercava di essere rassicurante, anche se dentro era sconvolto anche più di lei, forse.
    E' solo un giocattolo che ho trovato. Lo riportiamo a casa sua, lo mettiamo dove dovrebbe stare e ce ne andiamo, dopo aver fatto un giro turistico, tutto qui. Non è niente di proccupante. ripetè, più per sè, che per lei.
    Ora, rilassati e... goditi l'atterraggio.
    Se Vriska si fosse rimessa tranquilla, Keldor si sarebbe avvicinato di nuovo ai comandi, ma senza sedersi al posto del pilota, limitandosi a controllare l'andamento del volo, per poter intervenire in caso di pericoli: come detto, non aveva intenzione di toccare la cloche.
    "D'accordo, avrei preferito una mappa... ma va bene. Guida tu, pezzo di stronzo."
     
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    Vriska e Keldor si ritrovano perciò alle prese con sé stessi. I frammenti della introspezione sono solo alcuni tasselli del mosaico di cui fate parte. Una raffigurazione pittoresca, quella della Good Choice che, mentre una discussione si accende, ha il proprio destino nelle mani né dell'una né dell'altro. Dolcemente e docilmente si sposta, scendendo sempre più in basso negli strati atmosferici di Yashuvhu.
    Persino l'holocron, come un traditore, sembra avervi lasciato al vostro dibattito, curandosi ora esclusivamente di portarvi a destinazione, reso potente dalla vicinanza con il pianeta. Rimane lì dove è stato lasciato, ma quasi potete sentire il gorgoglio di una risata sommessa.

    Quale lo scopo?
    Quale l'obiettivo?
    Quale il futuro?

    Dopotutto, Keldor, non lo sai.
    Sai però che lo hai lasciato decidere ad un Holocron.
    Sì, ora guido io.

    Mentre Vriska avvicina l'arma al blaster e tu sei pronto a giustificarti, la Good Choice scende...
    Scende...
    Scende...

    NTGnhJr



    Quelle che erano chiazze verdi viste dallo spazio diventa ben presto una giungla tropicale vastissima e sconfinata, dagli alberi antichi e maestosi, che solleticano con le loro fronde la parte inferiore del vostro vascello. In lontananza, una serie di montagne altissime ed innevate sulla punta, che guardano l'intera vallata come silenti guardiani.
    Poi, a poco a poco, si delinea un paesaggio completamente diverso. Lì, dove la giungla si interrompe e lascia respirare i fiumi che la percorrevano, si erge una grande città, nell'unico spazio di pianura che è disponibile per chilometri e chilometri.
    La vedete dall'alto mentre la Good Choice si ferma e, verticalmente, inizia la discesa al limitare della città, a circa un chilometro di distanza dalle sommità delle abitazioni.

    E' antica, forse primitiva, ma maestosa.
    I fiumi confluiscono dentro ad argini di pietra, ridiretti verso il centro della città dopo aver attraversato campi coltivati e frutteti. Le case sono in pietra beige o bianca, agglomerate le una sopra le altre ma ben curate, con persino giardini pensili costruiti sui tetti. Le palme spezzano la monotonia abitativa, dando verde ed ombra ad un pianeta decisamente caldo - una caratteristica profondamente scostante rispetto ad altri pianeti della Ascendancy.
    Infine, come non vederla? Una enorme piramide si erge alta quanto una montagna, maestosa, scura e dominante su tutta la città, esattamente al centro.
    Un simbolo di autorità.
    Un simbolo di divinità.

    La Good Choice atterra e apre il portellone.
    E' forse un mondo primitivo quello che vi aspetta, ma è l'unico mondo che hanno.

    ---------------- QUEST CONCLUSA GS4----------------



    Edited by Karsoss - 26/9/2023, 12:35
     
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    Vriska

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    TOTALE: 26

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    E' un peccato che Vriska sia diventata mano a mano spettatrice e non co-protagonista, sarebbe stato molto utile cogliere le side-info che erano disponibili, per portare all'Ascendancy lore interessante. Nella prima parte era molto ben caratterizzata, interpretata e 'sharp' come piace a tutti. Spero di vederla crearsi spazio nella prossima quest, sulla strada della crescita personale e nella cura degli interessi Chiss.

    Non essendo moderatore, chiedo di sentire uno staffer (o direttamente tu, Eleni) per aggiornare i registri e modificarli con il risultato
     
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    RETCON (Questa sintesi va a cambiare la parte finale della storia, ciò è stato concordato dai giocatori e dal master)

    Durante il viaggio verso il pianeta designato dallo spirito dentro l'Holocron, Kedor assieme a Vriska decidono di sbarazzarsi dell'Holocron scagliandolo nello spazio per poi colpirlo con le armi dell'astronave. Lo spirito non ha potuto impedire tale atto che ha portato apparentemente alla distruzione del suo involucro, non si ha certezza se lo spirito sia stato distrutto ma sicuramente non è riuscito a riconnettersi con Keldor né a portare avanti i suoi piani. Alla fine i due chiss tornarono sui loro passi soddisfatti di essersi sbarazzati di quella misteriosa minaccia.
     
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