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La via più utile

prima role per Ashara Jentsawak

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    Qoritjor Qo



    La violenza è sempre piacevole e la debolezza è sempre indesiderabile - ripeteva nella sua mente Ashara, avvolta in un mantello candido e seduta a gambe incrociate nella piccola tenda nascosta tra le rocce del rilievo scosceso da cui si può tenere sotto controllo la distesa di dune a sud di Dostun, la città in cui era nata, ormai ridotta a poco più di un ammasso di rovine nel quale poche migliaia di massassi e poche centinaia di kissai sembravano ormai condannati a scomparire lentamente - ma qui, sono ormai inestricabilmente legate - pensava, immobile, gli occhi chiusi e un espressione apparentemente tranquilla - senza la casta zuguruk, la guerra ha perso ogni utilità: le armi calano sempre più in numero e in potenziale e le arti oscure dei kissai, rimaste senza strumenti, non possono più esprimersi come un tempo. La violenza è ancora piacevole, certo, ma non è più utile... anzi è dannosa. I massassi combattono ancora, ma solo per sopravvivere un altro giorno e perché sono portati a farlo. Coloro che si limitano a sopravvivere e a cercare il piacere soltanto per il piacere, possono davvero dirsi "sith"? - decise che non potevano. Reggeva la sua spada sulle gambe, stringendo con forza le nocche adornate da piccoli spuntoni ossei della sua mano sinistra intorno al nudo metallo dell'elsa grezza e disadorna - Come un guerriero che invecchia senza incrementare il suo seguito, la città di Dostun è sempre più debole, sempre più inutile. Un giorno non lontano avrà fine e la città che già sembra in rovina non sarà più nient'altro che la tomba dei suoi ultimi abitanti. E non solo Dostun: tutto il pianeta è come la città

    Pur niente affatto confortanti, le riflessioni che la sith rossa stava facendo avevano almeno l'effetto di aumentare la sua rabbia, una risorsa molto utile in combattimento. Il sole rosso ormai tramontava sul deserto bluastro e il vento sparì, lasciando che un silenzio quasi completo calasse sul piccolo posto d'osservazione sulla rupe. Aprì gli occhi gialli e brillanti e emise un ringhio sommesso, nauseata.
     
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    Subito Dopo, dall entrata della Tenda Si fece strada Un altro Sith, aveva i capelli a spazzola, il Fisico scolpito, forse un pelo magrolino Dolan,era parte della squadra stazionata in quell avamposto d'osservazione, erano in tre sith totali.
    In ogni caso il nuovo arrivato prese parola, Con aria abbastanza Scocciata:
    Se hai finito di far finta di meditare, C'è del movimento vieni.
    se poi avesse seguito Dolan, Oltre a vedere Il resto dell'accampamento, Che consisteva in tre Tende, Una per ogni membro della Squadra più un piccolo Falò e una Cassa sigillata, per le scorte, Arrivati ad una Piccola sporgenza che dava Su una Distesa, Tra rovine e ruderi, L unica cosa che effettivamente stonava era un astronave un mercantile Di qualche tipo, atterrata a piu o meno ad un oretta di cammino da dove si trovavano i tre osservatori, la terza del gruppo Kai, Che era rimasta in silenzio fin ora, Passo ad ashara un binocolo, cosi che potesse osservare anche lei la scena, 2 individui un umano e Quello che sembrava una Lucertola umanoide, Stavano usando qualche tipo di dispositivo e si stavano guardando intorno.

    ok ok, benvenuta nella tua prima role ^^ buon divertimento
     
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    Ashara scattò rapidamente sulle piante dei piedi, sorpresa, le gambe ancora piegate e la sinistra ancora fortemente stretta intorno all'elsa della spada. Osservò brevemente Dolan, che era appena entrato come se nulla fosse nella sua tenda - la sua tenda - e aggrottò quasi impercettibilmente la fronte - Un modo di porsi tanto irrispettoso, da parte di un massassi così poco imponente? - pensò. Certo il maschio non sperava di poter avere la meglio in un duello contro di lei... ma allora perché l'aveva sfidata in quel modo? Serrò le labbra. La priorità immediata era il "movimento" che Dolan aveva appena menzionato, naturalmente, sempre che non fosse solo una storia che si era inventato di sana pianta per avere l'occasione di infilarle una lama nella schiena «La prossima volta che entrerai nella mia tenda senza preavviso, perderai la mano destra... la volta successiva, la memoria dovesse tradirti, perderai la testa» avvertì l'altro in Sith, l'unica lingua che entrambi conoscessero. Il tono della guerriera era freddo come al solito «Fai strada, ora» comandò, alzandosi nel frattempo del tutto. Decise che, qualsiasi cosa sarebbe successa fuori dalla tenda, non avrebbe più dato le spalle al maschio per molto tempo.

    Uscì dalla tenda impugnando la propria spada, circospetta, e attraversò il piccolo campo con Dolan, fino ad arrivare nei pressi di Kai. Quello che le parve di scorgere in lontananza le sembrò la cosa più importante che chiunque a Dostun avesse mai visto accadere da generazioni, tanto che Ashara dimenticò del tutto le sue paranoie di poco prima e rinfoderò finalmente l'arma. La mano sinistra, ora libera, accettò di buon grado il binocolo che le era stato offerto e lo portò molto rapidamente davanti ai brillanti occhi gialli della massassi. Ashara fu colta da un'ondata di sentimenti per lei insoliti, tanto che non li riconobbe nemmeno tutti, ma è possibile che il principale tra essi fosse la speranza. Fece schioccare la lingua contro il palato qualche volta, mentre osservava la scena, perché aveva perso la propria usuale compostezza, infine parlò:

    «Non Sith... non dal pianeta. Due o più. Forse armati. Quella è una nave... funzionante!» rifletteva ad alta voce. Non c'era tempo di valutare tutte le implicazioni di ciò che stava guardando, perché l'obiettivo era già chiaro nella sua mente. Osservò l'oggetto che i due stranieri stavano montando, senza capire cosa fosse, poi restituì il binocolo «Forse ce ne sono altri su quella nave... dobbiamo riuscire a salire di nascosto o la nave potrebbe andarsene. Non deve andarsene. Andiamo!» incitò i due, prima di mettersi a correre verso la nave sulla sabbia, nascondendosi dietro le dune, con l'intenzione di rallentare solo in caso fosse riuscita ad avvicinarsi abbastanza.

    Grazie <3


    Edited by Balenuvola - 30/10/2023, 18:59
     
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    Dolan sembrò abbastanza scocciato dalla risposta di Ashara, ma non fece alcuna polemica, quando il poi, incitò gli altri a correre, gli altri presero le loro cose seguendola, ci volle circa un ora, in cui ovviamente il trio non si mise a correre a perdifiato, prima che arrivassero abbastanza vicino, per osservare la scena, dietro un piccolo rudere, che stava più o meno a venti metri dalla nave e dal suo equipaggio, Che sembrava occupato a montare un qualche tipo di macchinario, sempre le due figure che avevano visto in precedenza, nessuno dei due (perchè al momento, di due persone si trattava) sembrava preoccupato della presenza dei Sith o di qualsiasi altro agguato e quindi, Il trio poteva probabilmente prenderli di sorpresa, ma dovevano stare attenti, non sapevano se fossero armati, ma quello che sapeva era che Il duo si trovava a 10 metri dal portellone della nave, ancora aperto e ad una 15 ina di metri dal loro nascondiglio (anche se non erano in linea d'aria) e soprattuto I Sith avevano solo le loro spade.

    In ogni caso Ashara, aveva tutto il tempo di pianificare un imboscata a quanto pare, certo Sperando che gli Altri due Sith seguissero i suoi ordini, Ovvio.

    Stai andando bene! ^^

    Occhio ai post, che nelle quest più difficili è sempre bene essere più precise possibili, ora se hai bisogno di info riguardo a qualsiasi cosa della scena chiedi pure nel prossimo post ^^
     
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    Ashara si nascose dietro le rovine e, da un punto in ombra, sbirciò brevemente i due stranieri e il loro curioso aggeggio, al quale stavano ancora aggiungendo pezzi, cercando di valutare la loro posizione relativamente alla propria e a quella della nave - Almeno uno dei barbari sa pilotare quella nave, ma quale di essi? Sono solo due o ce ne sono altri nascosti a bordo? La via del guerriero imporrebbe di uccidere tutti gli armati, ma la via... la via più utile sarebbe catturare tutti gli stranieri vivi e decidere poi - rifletté, mentre cercava di capire se i due avessero armi con sé, poi si ritirò del tutto dietro le antiche pietre e posò lo sguardo color ambra su Dolan e Kai. Schiuse le labbra, ma esitò qualche istante prima di sussurrare «Uno di noi dovrebbe andare sulla nave di nascosto e controllare che sia vuota e non possa ripartire, ma senza farsi notare da chiunque possa essere rimasto a bordo... intanto gli altri prenderanno i due che si vedono... vivi» sottolineò quel "vivi" incupendo il tono «Dobbiamo portare tutti gli stranieri vivi dai kissai, poiché viaggiano nello spazio e quindi è possibile che conoscano alcune delle arti perdute degli zuguruk... e tra loro vi è di certo un pilota, senza il quale quella nave potrebbe essere inutile per noi» spiegò, sperando in cuor suo che gli altri due massassi fossero d'accordo a portare avanti quel piano, perché non avrebbe potuto portarlo a termine da sola e perché procedere con un massacro indiscriminato non avrebbe arrecato alcun vantaggio né a lei, né alla sua città «Prima uno arriverà alla nave, silenzioso, e solo allora gli altri prenderanno alle spalle i due alla macchina, anche loro senza fare rumore. Se saremo visti, combatteremo, ma cercheremo comunque di prenderne vivi quanti più possiamo. Questa battaglia è importante, forse più di ogni altra che abbiamo mai combattuto, e tuttavia è diversa da esse e in modo diverso va combattuta. Quella nave è il cancello che porta alla galassia, ed è ancora aperto» si offrì volontaria per far parte della coppia che avrebbe dovuto prendere i due alle spalle e sbirciò un'altra volta ancora la nave - un vecchio catorcio per la maggior parte della popolazione galattica ma qualcosa di estremamente appetibile per qualsiasi fazione di Qoritjor Qo - facendo particolare attenzione a non farsi vedere. Immaginò tutto ciò che avrebbe potuto ottenere dalla vittoria a portata di mano, ma solo per un momento. Trattenne il fiato, attendendo una risposta.

    Grazie ^^ e la scena mi sembra abbastanza chiara


    Edited by Balenuvola - 4/11/2023, 20:00
     
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    a quel punto kai, che era stata in silenzio per tutto il tragitto, si limitò a dire;

    Andrò io, sono quella più silenziosa.

    Poi, se non ci fossero state proteste, la Sith attese il momento giusto prima incamminarsi silenziosamente verso la Nave, nell mentre, I due rimasti avevano molte opzioni per andare a catturare i ricercatori, che ancora erano impegnati col macchinario e stavano dando loro le spalle.

    Avevano diverse opzioni per avvicinarsi, potevano provare silenziosamente passando di copertura in copertura, oppure, provare a correre incontro ai due intrusi, sperando che non avessero il tempo di reagire, in ogni caso poteva notare come Dolan avrebbe seguito il suo esempio.

    Intanto i due avevano avviato il macchinario, una qualche trivella, Che aveva iniziato a far rumore.

    Molto Bene ^^

    Descrivi pure, la strategia che vuoi utilizzare
     
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    Ashara guardò Kai e le fece un particolare gesto con la destra che significava che quanto aveva appena sentito le andava bene, poi sfoderò la spada molto lentamente, tentando di non fare il minimo rumore. Il sole di Qoritjor Qo era quasi svanito dietro le dune ormai quasi nere e stava colorando una sottile striscia di cielo di viola e il resto di varie piacevoli gradazioni di blu nelle quali iniziavano a fare capolino le prime stelle. Le ombre si erano allungate e stavano ormai per prendere del tutto il sopravvento. Non sarebbe mai sorta nessuna luna: il pianeta non ne aveva.

    Fece cenno a Kai di dirigersi verso la nave, ma le indicò poi le dune dietro di essa, in modo che l'altra sith capisse che avrebbe dovuto fare il giro per non rischiare di farsi vedere dai due barbari. Sbirciò di nuovo oltre le pietre per un momento, per assicurarsi che la situazione non fosse cambiata. Strinse la mano sinistra intorno all'elsa della sua grezza spada e controllò discretamente con la destra di avere ancora cintura e stivali ben allacciati. Sbirciò Kai allontanarsi e, una volta che fu sparita alla sua vista, attese ancora, mentre la immaginava avvicinarsi al portellone aperto. Ad un tratto, la trivella degli stranieri si attivò.

    Il rumore generato dall'attrezzatura dei due alieni sarebbe stato di grande aiuto per i tre massassi e Ashara decise che era un segno che quella sera il lato oscuro della forza l'avrebbe favorita. Sorrise fino a mostrare i propri denti giallognoli e un po' appuntiti e guardò Dolan, trionfante «Ora. Ora è perfetto. Non facciamoci vedere. Non facciamoci sentire. Gli arriveremo alle spalle e gli punteremo le lame alla gola, ma non li sgozzeremo...» gli sussurrò, esagerando volutamente il movimento delle labbra e, almeno sperava, comunque abbastanza vicina a lui da poter essere sentita nel frastuono causato dal macchinario. Kai doveva essere ormai arrivata alla nave, credeva.

    Fece cenno al maschio di seguirla e uscì dal nascondiglio alle spalle dei due barbari. Si mise a correre verso di loro, una volta in campo aperto, prima che potessero voltarsi per caso e vedere lei e Dolan, contando sul rumore della trivella per mascherare il suono dei propri passi e di quelli del compagno. Indicò uno dei due stranieri a Dolan e, una volta che fosse stata abbastanza vicina al secondo, avrebbe cercato di avvicinare la lama della propria spada al suo collo per immobilizzarlo nello stesso momento in cui Dolan avrebbe tentato di fare lo stesso con quello a lui assegnato.

    Edited by Balenuvola - 11/11/2023, 15:56
     
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    Aspettando il momento giusto il duo scattò fuori dalla copertura, intanto i lavoratori si accorsero troppo tardi di avere compagnia e si limitarono a girarsi, lentamente per poi cercare di comunicare, sembravano in mezzo al panico , ma stavano parlando una lingua estranea che nessuno dei due fu in grado di decifrare, portando le mani in alto, per il momento, il macchinario era in funzione e ancora nessuno stava facendo niente di particolare, kai ancora non si era vista .

    come avrebbe gestito la situazione ashara ?
     
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    Tenne per qualche istante gli occhi gialli, oltre alla spada, puntati contro il barbaro che aveva scelto. Aveva un'espressione piuttosto torva. Non essendo riuscita a comprendere cosa i due stranieri si fossero detti, era quasi sicura che non l'avrebbero capita, se si fosse rivolta a loro in sith - quasi sicura, perché era sempre possibile che nel luogo da dove provenivano si studiasse il sith... in fondo non c'era lingua migliore. Si azzardò a controllare, solo con la coda dell'occhio, se Kai stesse tornando, mentre pensava a come gestire la fragile vittoria che aveva appena conseguito. I due barbari non sembravano armati, ma era meglio non rischiare «Non sembrano pericolosi, ma non abbassiamo la guardia. Facciamoli sdraiare a terra» disse in sith a Dolan, per poi indicare il terreno davanti a sé con gesti della destra ai due prigionieri. Aveva un fare imperioso e supponente.

    Non era andata esattamente secondo i suoi piani, ed era meglio che Dolan non avesse il tempo di rinfacciarglielo, quindi doveva tenerlo occupato almeno finché Kai non avesse avuto successo.

    Posò la destra sulla spalla dello straniero davanti a lei e spinse verso il basso, cercando di fargli capire che doveva mettersi a terra «A terra. Sdraiati» provò a ordinare, ovviamente sempre in sith. Il tono di voce era calmo; non voleva spingere i prigionieri ad attaccare disperatamente, ora che erano ancora in piedi, ma allo stesso tempo non smetteva di tenere la punta della spada puntata verso di loro.

    Edited by Balenuvola - 14/11/2023, 21:36
     
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    ci volle poco, forse anche grazie alle spade, i due lavoratori non sembravano avere obbiezioni, non che in realtà il duo capisse ciò che gli estranei stavano cercando di comunicare, passarono circa cinque minuti prima che Kai sbucasse dalla nave, facendo cenno agli altri che tutto era libero, Ora rimaneva da decidere cosa fare coi prigionieri sempre che non cercassero di scappare... o ribellarsi.



     
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    Appena vide Kai fare capolino dal portello illuminato della nave dei barbari, Ashara sorrise di nuovo. La battaglia era vinta; non ci sarebbero stati altri prigionieri oltre ai due stranieri... e almeno uno di essi doveva saper pilotare. Sbirciò Dolan, senza però voltarsi verso di lui, per poter continuare a tenere d'occhio i barbari appena catturati «Portiamoli ai kissai questa notte stessa. Non dormiremo... dobbiamo evitare che quei bastardi dei villaggi al di là dalle dune abbiano tempo di scoprire la nave e darci battaglia per quello che contiene, o che qualcun altro venga a rubarci la gloria da Dostun...» sibilò in sith, evidentemente emozionata «Saccheggeremo la nave in un secondo tempo...»

    Non si sentiva stanca, nonostante la corsa, anzi era piena di forze, più di quanto ricordasse di essere mai stata da molti anni a quella parte. Fece cenno a Kai di avvicinarsi, poi cercò di far alzare i due, che pure aveva appena fatto sdraiare, e di farli camminare di fronte a sé e ai suoi compagni - a forza di cenni e spintoni - verso Dostun; non avrebbe rinfoderato la spada prima di aver consegnato i prigionieri ai sacerdoti oscuri che governavano la sua cittadina natale.

    CITAZIONE
    <3 scusa per la descrizione dell'ora del giorno, non sbaglierò la prossima volta
     
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    a quel punto, poterono Tirare tutti e tre un sospiro di sollievo e anche se i non avevano niente con cui legare i prigionieri, si fecero strada verso Dostun, un pelo rallentati dal dover sempre ricordare ai loro prigionieri la direzione giusta.

    in relativamente poco tempo, arrivarono a destinazione, tutti e 5 esausti, i prigionieri vennero presi in consegna e mentre le vedette vennero scortate in degli alloggi temporanei, dove, ad uno ad uno vennero chiamati per fare rapporto, sta volta direttamente al consiglio dei Kissassi, Almeno, quelli che si presentarono nel mezzo della notte.

    quando venne il turno di Ashara che era ultima, Fu Dolan ad avvisarla, visto che aveva appena finito di raccontare la sua versione dei fatti

    disse solo un:

    Tocca a te.

    ma sembrava abbastanza tranquillo, probabilmente esausto, se ne andò nei suoi alloggi, Attraversando il corridoio Ashara si sarebbe ritrovata al cospetto della Camera dei Kisassi, Ampiamente decorata e decadente, più di tutto il resto della colonia

    solo tre di loro erano presenti ai loro banchi anche se Ashara non li conosceva di nome: un vecchio corpulento e stempiato, che sembrava avere lo sguardo assente sedeva al centro, alla sua sinistra un uomo sulla cinquantina, che sembrava più indaffarato coi suoi documenti, per prestare attenzione a ciò che succedeva attorno e per ultima, Una donna anche su di lei erano presenti i segni della vecchiaia, ma lei la stava chiaramente fissando, con un espressione di superiorità e di fermezza a quel punto la vecchia, le ordinò:

    Parla.
     
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    Ashara aspettò il proprio turno in piedi, pensando a cosa avrebbe potuto dire ai kissai e cercando di immaginare le domande che loro le avrebbero fatto. La gioia per la vittoria appena conseguita aveva lasciato il posto a un certo nervosismo, in lei, perché sapeva benissimo che i kissai l'avrebbero ricompensata solo se fosse loro convenuto; allo stesso tempo aveva la sensazione di non essere ancora riuscita ad esaminare tutte le possibili conseguenze della situazione che aveva contribuito a creare e non era quindi sicura di poter indovinare come i sacerdoti avrebbero considerato più conveniente affrontarle. L'unica cosa che avrebbe potuto fare nel breve termine sarebbe stata evitare di sembrare una stupida, o peggio una traditrice - e non sarebbe stato saggio nemmeno apparire troppo intelligente. Quando Dolan venne a chiamarla si abbassò il cappuccio, rivelando una folta chioma di capelli neri raccolti in trecce rinforzate da piccoli anelli di metallo; un'acconciatura che era anche una sorta di economica, per quanto scomoda e poco efficace, protezione per la nuca e i lati del capo. «Molto bene» rispose all'altro sith, per poi sgranchirsi il collo e avviarsi verso la camera del consiglio. L'apparente tranquillità di Dolan aveva diminuito il suo nervosismo.

    Entrò nell'opulenta sala e, dopo pochi passi, si inchinò davanti ai tre kissai. Si raddrizzò solo quando l'anziana sacerdotessa le rivolse la parola. Guardò la potente sith rossa negli occhi e non volle esitare un momento a recitare il piccolo monologo di apertura che aveva preparato: «Con rispetto, abbiamo visto una nave atterrare; avendo giudicato molto importante l'avvenimento, ho suggerito di andare a catturare illesi i barbari che l'avevano portata su questo pianeta, poiché nelle loro menti devono essere celate sia le arti necessarie per condurre la nave con sicurezza tra le stelle, sia molte importanti informazioni sullo stato della galassia - cose che avrebbero potuto servirvi molto più della nave di per sé sola. Gli altri hanno ascoltato i miei consigli su come fare e abbiamo avuto successo: tutti i barbari sono stati presi prigionieri e condotti a Dostun» disse, e poi esitò un momento, prima di osare un'analisi «Dalla loro impreparazione, io sospetto che i prigionieri non sapessero della nostra esistenza. Credo sia probabile quindi che, per il momento, anche tutti gli altri barbari non abbiano contezza della nostra presenza qui... ma l'arrivo di una loro nave prova anche che si stanno avvicinando sempre più a Qoritjor Qo. Arriveranno altre navi in futuro, forse sempre più numerose. Confido che la vostra saggezza - e la nave che abbiamo trovato e le conoscenze dei barbari prigionieri - possano aiutarci a trovare il necessario per affrontare le difficili battaglie che ci attendono tutti» che avesse alzato troppo la testa? Ormai quel che era fatto era fatto. Restò in piedi a guardare i tre, cercando di non mostrare né timore, né superbia.
     
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    Capisco.

    disse, l'unica Kissasi che stava veramente prestandole attenzione, prima di riprendere:

    in questo Pianeta, siamo in costante pericolo, tra guerre interne, condizioni di vita e il clima e ora dovremmo anche preoccuparci degli stranieri ma quello che è peggio Fece una pausa come per ottenere più patos è che il pianeta sta inesplicatamente Morendo e ci serve una soluzione disse, alzandosi in piedi, dandole le spalle pensierosa, portandosi una mano al mento e una dietro la schiena.

    Dopo un paio di secondi continuò:

    non abbiamo altra scelta.
    si voltò, guardando Ashara negli Occhi, per riprendere:

    Tu. Dovrai imparare la lingua degli stranieri e come si guida la loro nave.

    C'è un antica leggenda, Un holocron Sith, col potere di Salvarci tutti.

    Dovrai cercarlo e trovarlo... Ho trovare qualsiasi cosa Abbastanza potente da salvarci tutti.

    Accetti questo onere Sedriss?
     
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    Il tono e le prime parole della sacerdotessa la tranquillizzarono molto. Ashara si impettì un poco di più, incoraggiata dal pensiero che sarebbe stata molto probabilmente ricompensata ora che il rischio di ricevere una qualsiasi accusa sembrava essersi definitivamente allontanato. Bene.

    Alzò quasi impercettibilmente un sopracciglio, sorpresa.

    Il pianeta stava morendo: esattamente la stessa conclusione a cui i suoi ragionamenti l'avevano spesso condotta. La massassi non avrebbe mai osato condividere un pensiero tanto disfattista con altri, naturalmente, ma a quanto pare avrebbe anche potuto parlarne ai kissai, ora che la nave e i barbari che inconsapevolmente l'avevano portata nei pressi di Dostun rischiavano di diventare una, se pur piccola e fin troppo provvisoria, porta aperta sulla galassia; una minuscola via di uscita per i sith della sua città. Annuì molto leggermente.

    Il pianeta stava morendo. Ignorò il falsissimo "inesplicabilmente" perché non aveva alcuna importanza, in quel momento. Ormai anche i kissai erano disposti ad ammettere quello che per lei era evidente da tempo e questo era esattamente ciò che Ashara aveva sperato succedesse. Il fatto che un membro del consiglio avesse finalmente affermato, in sua presenza e senza che gli altri due kissai presenti smentissero nulla, che la situazione non era buona significava che le sue idee su come usare la nave e i barbari sarebbero state considerate realistiche e praticabili, perché il consiglio non avrebbe mai ammesso l'esistenza di un problema che non potesse fare assolutamente nulla per risolvere. Mantenne un'espressione seria, anche se dentro di sé avrebbe voluto sorridere trionfante. Molte cose erano cambiate.

    Non hanno altra scelta? Irrigidì suo malgrado la schiena, nell'attesa che l'anziana sith rossa proseguisse.

    - Imparare la lingua degli stranieri e come pilotare la nave, io. Io e non altri? Io sola? Un holocron? Solo loro potrebbero sapere dove trovare simili oggetti - pensò, mentre restava perfettamente immobile. Strinse i pugni e le labbra, quando la kissai terminò il suo discorso - Mi ha chiamata sedriss! Onore ed esilio insieme, dunque... un esilio che non finirà mai se non avrò successo... è intelligente... e dover lasciare questo posto è spiacevole tanto quanto restarci, per me. Hanno fiducia in me, molta fiducia, quasi quanta ne ho io. Un holocron... non avrebbero potuto scegliere nessun altro? No, è meglio così... è meglio che sia io l'unica a poter mettere le mani su un oggetto tanto potente.

    Si inchinò una seconda volta e poi tornò di nuovo dritta «Sarà per me un onore, potenti kissai. Avrò successo» promise, di nuovo molto sicura di sé «Dove si trovava questo holocron, nelle antiche storie?» si azzardò a chiedere.
     
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