New Star Wars Gdr

Il dado è tratto

Role libera per Molly e Keldor

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    Quella era la sua terrazza ed era la terrazza di molti altri. Conteneva le sue tracce e quelle di molti altri.
    Una terrazza nella zona prestigiosa di Coruscant sporgente da uno di quegli edifici ideati per accomodare desideri di ogni tipo in un quadro armonioso.
    Il tempo della sua pausa pranzo, nel solito posto inderogabile, sotto un cielo quel giorno limpido tra tavolini e piccole fontane circolari e terminali aperti per operazioni disparate. Il chiosco la aspettava, chiosco che non creava disomogeneità. Sapeva cosa avrebbe trovato, sempre lo stesso, l'aroma speziato, lo sfrigolio, la cuffietta bianca del cuoco e i suoi gomiti animati e indaffarati, lo vedeva per lo più di spalle.
    Un cuoco che era stato un pirata e portava da anni su Coruscant piatti di una particolare tradizione di Corellia e piatti frutto solo della sua creatività. Corellia dove tutte le strade si incrociavano per creare varietà culinarie mozzafiato. Aveva acquisito l'indiscrezione sulla storia dell'uomo non per ricerche o per domande poste direttamente, ma semplicemente ascoltando nei giorni della sua lunga frequentazione. Anche quel giorno c'era un discreto numero di bambini sulla terrazza. Molly si ricordava della loro esistenza quando arrivava e se ne dimenticava quando se ne andava...
    Dopo aver ordinato il suo piatto, spaghetti con tipiche sardine corelliane, e con accanto un bambino con le manine aggrappate al bordo del chiosco e il nasino ad affacciarsi oltre, lei prese a contare. Contava ogni volta divertendosi a trovare una relazione tra il tempo preciso dedicato dal cuoco a ciascuna fase della preparazione, e il sapore che poi lei avrebbe trovato.
    Il cuoco aveva imparato a conoscerla e non si interrogava più sul modo di lei fisso, o sgradevole, di guardarlo. A guardare così su Corellia ti saresti guadagnato un bel viaggio su una nave su cui non avevi mai pensato o desiderato di salire... Le prime volte si era chiesto se l'avesse vista da qualche parte, poi se lei fosse un pericolo pubblico e stesse tramando qualcosa, poi se vedesse nei suoi macchinari qualche difetto fatale che a lui stava sfuggendo... ma alla fine aveva capito che era soltanto lei.
    Quando il bambino puntò il nasino verso Molly domandò alla madre: "Che cos'ha la signora, sta bene?"
    In compagnia del suo dorato piatto di spaghetti Molly si sedette sul bordo di una fontana circondata da persone inconsapevoli. La Regina degli archivi, il droide per il quale lavorava, soleva dire: "Se fai capire alle persone quanto veramente sono vulnerabili e influenzabili, se lo dimenticheranno l'istante successivo". Da parte sua, Molly non avrebbe saputo dire... Comunque non era chiaro se quello fosse un segnale di cinismo o superiorità. Ma se anche la Regina degli archivi avesse mostrato un'audacia più pungente, ormai era un'istituzione, e a nessuno piaceva ripensare un'istituzione. Aveva tutta l'impressione però che quell'ironia ribelle sarebbe rimasta semplicemente un borbottio.
    E ora il suo pranzo intensamente atteso, consumato tra il fraseggiare polemico o soave di ologrammi di paperotti e fringuelli che popolavano l'acqua e il bordo delle fontane. Senso di coesione ecologica per ricchi: venduto.
    Stava per calare la forchetta per il suo primo lento boccone, quando un bambino di cui improvvisamente si ricordò diede una manata direttamente sul piatto facendolo piombare intero capovolto sulla pavimentazione liscia. Gli occhi le divennero momentaneamente vitrei e un brivido di mortificazione cosmica la percorse dalla punta dei piedi fino alla cima della testa e oltre, drizzando un capello come un'antenna disperata. Tenendo la forchetta a mezz'aria nel suo tailleur grigio, giacchetta sopra una camicia con fiocco rosato, Molly lasciò andare un piccolo sospiro...

    Eleni Bok
    Quando hai detto "senza fretta" era una battuta vero?
     
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    Questo è il tuo terminale. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il tuo.
    Le parole di una pubblicità di sistemi informatici per aziende gli si era infilata in testa da qualche ora, dopo che era stato costretto a cambiare 2 hoverbus e un tram per raggiungere quel determinato quartiere di Coruscant. Per tutto il tragitto, la canzoncina gli aveva trapanato i timpani dall'impianto stereo dei mezzi pubblici ed ora Keldor non se ne sapeva più liberare.
    Quanto odiava Coruscant.
    Non si trattava dello sfarzo, che nasconde lo sfacelo, l'assenza di qualsiasi parvenza di naturalità, nè tanto meno della quantità inimmaginabile di cittadini ed alieni tutti mischiati in un'unica orgia di odori e colori diversi. No, di per sè Coruscant era molto simile a Nar Shaddaa, non era il pianeta in sè, o i suoi abitanti a renderlo di cattivo umore: era il ricordo delle cose che erano successe lì. E nemmeno se ne ricordava la metà!
    L'ultima volta che era stato lì era stato per consegnarsi spontaneamente alle autorità, convinto dal Jedi Dalen Antal che sarebbe stato quello l'unico modo per poter stare assieme, che solo se lui avesse scontato la sua ennesima condanna per qualcosa che non ricordava di aver fatto, solo allora lui avrebbe acconsentito a non abbandonarlo.
    E così Keldor si era presentato in tribunale, aveva affrontato un altro processo dichiarandosi incapace di ricordare la propria colpevolezza, o la propria innocenza. Era stato condannato, aveva di nuovo quasi perso la testa e l'unico ad averlo tenuto vagamente in sè era stato Jared Leech, suo compagno di cella... almeno finchè non l'aveva tradito, cercando di farlo assassinare. Lì ogni parvenza di poter avere una vita migliore era sfumata, lì il chiss aveva capito che non poteva davvero fidarsi di nessuno. Almeno finchè non era tornato su Ryloth e aveva trovato Aola'vrei ad aspettarlo. L'unica cui lui aveva concesso la libertà era l'unica che non voleva lasciarlo, che vedeva del buono in lui.
    Oh, lui aveva provato ad accontentarla, a non essere più la stessa persona, ma ormai il danno era fatto e presto il suo rapporto con la ragazzina era diventata una vera e proprio ossessione da parte sua. Perderla forse era stato un bene.
    Forse.
    Al momento però gli aveva solo lasciato un vuoto incolmabile, qualcosa che forse solamente la tanto familiare vendetta avrebbe potuto riempire per un po'.
    Ed ecco dunque perchè Coruscant.
    La madre di Jared, Jennifer Leech, viveva lì. Jared sapeva che lui sapeva, perciò, se ci teneva a mammina, anche lui doveva essere tornato su Coruscant, dopo essergli sfuggito. Keldor l'avrebbe trovato e gliel'avrebbe fatta pagare. Per tutto. Anche ciò che non aveva fatto.
    Non c'era altro modo per tirare avanti. Non ora.

    Ma torniamo a noi...
    C'era Keldor, una terrazza e c'era un terminale, sì, quello della canzone.
    L'unica cosa che mancava era... capire come usarlo.
    Hei, amico, guarda che stai facendo coda qui dietro.
    Fottiti.
    Cosa?!
    Ho detto: fottiti. Vuoi lo spelling? F come "foruncolo", O come "obrobrioso", doppia T come "tempestato" e "tutto", I come di "insoliti", un'altra T come "testicoli" e infine I come "infiammati".
    ...cosa?
    Levati dalle palle, foruncolo!
    C'è qualche problema, signore?
    Non c'era nulla che irritasse Keldor come la tecnologia che si rifiutava di funzionare da sola. Peccato che i suoi strepiti avessero attirato l'attenzione di un membro della sicurezza che vigilava nella piazza. In un'altra occasione il chiss gli avrebbe risposto per le rime, ma non voleva rischiare di essere riconosciuto, quindi ingoiò gli altri insulti che aveva in canna e sorrise graziosamente all'agente.
    No, cocco, tutto apposto, me ne stavo andando.
    Ignorò i commenti di vittoria del quarren dietro di lui, che era appena stato salvato dalla provvidenziale apparizione e si diresse invece verso l'odore di spaghetti saltati e la grande fontana lì davanti.
     
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    La madre non si era accorta di nulla. Quanti piatti a casa quel bimbo aveva buttato a terra mettendo su un ostinato grugno? Un discorso su cosa i bambini significassero socialmente e statisticamente avrebbe richiesto un convegno esteso alla massima durata. I bambini erano il domani, erano un piacere per il capitalismo ed erano anche quelli che buttavano, con una certa cadenza, i piatti su pavimenti che ormai avevano abbandonato l'idea di tornare all'antica purezza.
    Lei li guardava e vedeva: mercato.
    Almeno la donna non aveva dovuto porgerle le sue scuse. Una voce aggiunta era stata risparmiata all'elenco di stress particolari di quella madre.
    La disputa fu prima una piccola bolla di caos che insinuò nei suoi pensieri fino a che Molly non la afferrò e voltò la testa giusto in tempo per sentire "testicoli infiammati". Nulla in lei si mosse tranne un leggero alzamento del mento e una sequenza di strizzare d'occhi perplesso. Tutto considerato, era contenta che non stesse mangiando.
    Quando l'uomo si voltò, lei dovette per deformazione professionale seguirlo con lo sguardo, solo con lo sguardo. Era, come si soleva dire, un soggetto di potenziare interesse, uno da cui guardarsi perché l'impressione che sprigionava colpiva al fegato le persone. Per iniziare, un tema era già la contraddizione tra lo stile indipendente e la disciplina che foggiava gli altri nuovi, esempi della sua razza in città.
    La contraddizione, per continuare, del suo intervento fiammante eppure in parte composto. Si era trattenuto per sciorinare e probabilmente divertito, dotato di retorica. Questo allargava i dubbi sulla sua capacità manipolativa sulle sue reazioni.

    Non gli interessa pensò.

    Non gli interessava essere un esempio ora che il suo popolo stava affrontando la fragile transizione verso l'inglobamento in un sistema più grande. Pochi individui, maggiore quota di responsabilità di rappresentanza per ciascuno, soprattutto lì, il regno delle rappresentanze... Ma Coruscant era grande e non aveva occhi proprio ovunque... Portavoce di nessuno se non di se stesso. Cosa gli importava?
    Le ricordò le spie, in genere le più giovani, che si mangiavano le mani e si grattavano i capelli finché non agguantavano con slanci estremi l'opportunità, anche minima, di dimostrare qualcosa. Le spie che tutti gli altri notavano e da cui si aspettavano enormi successi o una fine disastrata e meschina, il picco in entrambi i casi.
    Oppure aveva solo avuto una brutta giornata ed era un artista, un cantante amabile e il suo genere era il rock. Sì, decisamente il rock.
    Quindi cestinò tutto, la memoria di un pesce rosso era richiesta per quelle congetture dai collegamenti semplici che erano segnali di errori madornali nei passi successivi.
    I pensieri andavano per deformazione professionale, appunto. Tutto questo con la forchetta ancora a mezz'aria e, non lontano dalle sue scarpe, l'ovale sempre più deformato degli spaghetti che si spalmavano insieme alla salsa.
    Una rapida occhiata all'ora proiettata su un lato del chiosco che le diede anche modo di valutare la fila lì davanti, che rimaneva esigua, e stabilire che aveva il tempo di ordinare un secondo piatto di quegli incantevoli spaghetti. Non che l'aspettassero urgenze, soltanto uno scorrere e scorrere di fascicoli e incontri casuali e assolutamente muti con la presenza meccanica della Regina degli Archivi, ma essere puntuali era un principio incontestabile.
    Il chiss non era distante quando lei si chinò, accucciandosi praticamente davanti a lui, per interagire con un robottino-pattumiera e impostare la traiettoria perché ripulisse la patacca degli spaghetti al più presto presto. Mentre si piegava disse qualcosa ma a voce troppo lieve. Quando si rialzò scostò con il capo un'onda di capelli che le era andata al lato della bocca e ripeté, senza espressioni in viso.

    Mi dispiace per quanto accaduto. Sono sicura che troverà qualcuno che possa aiutarla. Può trovare uno sportello con droide od operatore ogni due piani. Arrivederci...

    ... senza considerare minimamente di offrirgli lei una mano.
    Impegnarsi nel migliorare le proprie abilità sociali in vista di lavori di gruppo: una spunta. Dopotutto non potevano prendersela totalmente con lei per il fatto che fosse indietro in quell'ambito. Gli Archivi di certo non erano uno spazio di socialità.
    Allora si mosse di nuovo verso il chiosco.
     
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    Stava valutando se fare la fila come i comuni mortali, oppure passare avanti a tutti, sgomitando via la nonnina cereana che non riusciva a contare le piastre di credito, avendo dimenticato gli occhiali nell'altra borsa, quando una macchia di calore e assai poco colore, gli passò sotto il naso, per poi inginocchiarglisi ai piedi.
    La mano del pirata era andata con no chalance verso la fondina della pistola che portava al fianco destro, ben visibile, non appena qualcuno era entrato innecessariamente nel suo spazio vitale, ma la sua prima reazione di fronte a qualcuno che gli sbarrava il cammino a quel modo, sarebbe stato evitare l'ostacolo e via. Ed era esattamente ciò che fece.
    Invece di cambiare traiettoria, il chiss piantò la mano sinistra col palmo bello aperto sopra la crapa bionda della donna e la usò con punto di appoggio per superarla con un balzo a gambe divaricate, proprio come al gioco della cavallina. Lo fece con una naturalezza tale per cui pareva che non avesse fatto altro nella vita se non giocare al "Salto della Segretaria". Molly Miller era troppo insignificante per lui per degnarla di uno sguardo in più... ma una persona in grado di far funzionare il robot della monnezza, ecco, quella era una persona molto più interessante per Keldor. Il fatto che Molly Miller e la donna dei robot coincidessero era solo una mera casualità.
    E fu così che, dopo averle rovinato con la mano sudaticcia il caschetto perfetto di capelli, il chiss ebbe l'illuminazione del secolo e così riunì i tacchi come un soldato in saluto, poi incrociò la punta del piede destro sopra la caviglia sinistra e così si avvitò in una piroetta a piè fermo, rivoltandosi verso l'umana con tanto di ghigno da monellaccio in volto, il suo classico "sono figo e so di esserlo".
    Heeeey, Lucrezia! esclamò facendo il gesto delle pistole con entrambe le mani.
    Dato che il flash mentale gli era venuto solo dopo aver abusato della di lei testa come appoggio, doveva improvvisare e recuperare terreno, se voleva sfruttare la giovane donna per il suo scopo. Gli spaghetti passavano in secondo piano.
    Se Molly gli avesse rivolto la parola, lui l'avrebbe ignorata, andando avanti per conto proprio.
    E' un sacco che non ci vediamo! Ma perchè non ti sei più fatta sentire? Avrei tanto avuto bisogno di qualcuno con cui parlare. Sai, al fronte si vedono brutte cose! Brutte, bruttissime! Ed è vero, io ero lì per intrattenere i soldati e rinfrancar lo spirito tra un assalto al Leviathan e l'altro, ma chi rinfrancava me? allargò le braccia, facendole ricadere rumorosamente lungo i fianchi in un sengo di esasperazione.
    Con questo non voglio accusarti di non essere una buona amica... so che tu e Jared e tutti gli altri avete i vostri comodi e sicuri lavori e che non avete tempo per gli hippie umanitari come me.... però se tu mi avessi mandato almeno un messaggio per sapere se ero sopravvissuto all'attacco di Mullan mi avrebbe fatto piacere, tutto qui. Ma! le piazzò un braccio sulle spalle, tentando di spingerla verso la fila degli spaghetti.
    Il passato è passato. Perchè non mangiamo assieme e poi non mi dai una mano con l'elenco telefonico? Sai, dopo l'attacco non sono più come una volta....
     
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    Un secondo prima la vita era pressoché normale, uguale a se stessa, un secondo dopo aveva una mano tra i capelli, un evento, per lei, di portata straordinaria. A volte evitava di uscire per evenienze molto più ordinarie come, per lo più, scansare questa o quella persona o la totalità degli individui. Adesso poteva aggiungere anche questa voce, ma aprendo per essa una sottocategoria nuova. Sottocategoria ma non trascurabile, con mille appendici.
    Quel dettaglio inspiegabile delle mano del chiss sulla sua testa creò una piccola singolarità che gettò tutti i suoi riferimenti e le sue regole in quello che, nel corrispettivo di una massa umana, sarebbe stato un vero e proprio parapiglia.
    Una mano tra i capelli per ghermire le regole delle convenzioni sociali e nel buio incatenarle...
    Un secondo dopo ancora, quando fare mente locale apparve fattibile, stava camminando con quello sconosciuto e aveva un suo braccio sulle spalle, il possibile incipit di un altro simil botto per far svenire tutti i pensieri. Soprattutto perché il primo fu

    E' ancora fresco (l'incidente). E' giusto che stia ancora negli Archivi.

    Il richiamo dell'accaduto avrebbe potuto mettere il dito nella piaga e peggiorare confusione e prestazioni. Inoltre non le era immediatamente chiara la verità che poteva sbrigliarsi con un semplice e secco (secco con lei era più simile a un neutro o un riarso morente) "Guardi che si sta sbagliando", come che fosse sempre nelle sue possibilità prendere e andarsene. Quindi per Molly quello non fu un semplice inconveniente bensì una carrettata di problemi appena nati di cui lei era la mamma. Era il suo modo solito di affrontare la socialità quando non aveva potuto alleviarla, ammansirla e... per meglio dire... esorcizzarla con mesi di studio appassionato sui soggetti da avvicinare.
    La socialità era studio e quel chiss era un esame per cui non aveva letto neanche una riga.
    Ma quando sulle sue labbra corse un tremolio come se stesse per sputare un rospetto le venne un'idea, le venne il coraggio.
    Quell'uomo poteva essere chiunque. Detto questo o si era sbagliato nell'identificarla - aveva riportato un trauma durante Mullan? - o stava fingendo. Un modo sgraziato di fare "abbordaggio" per fini sessuali o per profonda solitudine? Voleva solo scherzare per motivi oscuri? Era un agente che non ricordava e che voleva farla allenare nelle relazioni? Per un attimo questa soluzione, non si sa come, le parve quasi perfetta e rivelatrice...

    E' rassicurante. Attenta.

    C'era un'opportunità lì. E non era forse il suo lavoro scovarne?
    Poteva mettersi alla prova, impratichendosi nella conversazione ed esponendosi a un rischio limitato, dopotutto erano alla luce del sole in mezzo a testimoni.
    Un sapore delle speranze che nutriva per se stessa durante l'addestramento...
    Tanto sarebbe stata questione di minuti e poi avrebbe detto la verità (più o meno) all'uomo, senza alcun danno. Nel caso peggiore avrebbe urlato, anche se non era sicura di esserne capace.
    E che studio fosse. Caschetto di capelli esploso, forchetta insensata in mano e braccio ancora più insensato sulle spalle, Molly lanciò un'occhiata sottile al chiss, molto, troppo assottigliata... Il contrario della discrezione, insomma. Chi era?

    Lucrezia. Che nome ricco. Ha conservato la sua forma antica...

    E dopo questo breve vezzo di gradimento si trovò di fronte a due problemi prominenti: gli spaghetti ancora là, da evitare, e il braccio di cui liberarsi, perché quello no, proprio non andava bene, parti di altre persone sulle proprie parti potevano quasi farla sentire male, chiudere, autodistruggere..
    Schivò gli spaghetti e tentò uno slittamento fuor dalla presa, ma niente da fare, quella persona era determinata e, da quanto diceva, un militare.

    Mmmh, sì. Le amicizie possono essere complicate. Sì? Ma hanno terreni tanto vasti che crudeltà e abbandono si superano con un salto, e noi siamo già a quel punto vedo... Era la prima persona che sentiva parlare di Mullan in quel modo... scanzonato. Immagino di essere stata debole e allontanandoti, ho allontanato anche i tuoi racconti di guerra. Le persone lo fanno, la prossimità illusoria... ma, ehm, comunque ti trovo bene! il tono s'impennò un po' verso l'alto. E... li rinfrancavi? Come?

    Quello era interesse personale. Sono una pettegola?

    Oh. L'elenco telefonico sembra una cosa facile...

    Mosse la mano libera per afferrare quella del chiss, prima di rendersi conto che, per riuscirci... doveva afferrare quella del chiss. Le mani così attive. Le mani e l'intimità. Le mani così potenzialmente sporche.
    Sembrò pietrificarsi mentre la bolla di coraggio si indeboliva e lasciava penetrare la paranoia, o forse il buonsenso, riguardo certe questioni aperte: il rapporto tra lui e Lucrezia (che poteva far fluttuare quella mano verso mete ancora più interdette...), la possibilità di essere registrata, quella di venire derubata.
    Si strinse la cara forchetta al petto come una sacerdotessa con la sua immagine sacra evitando per bontà divina le fettone di tempio che crollavano mentre l'edificio salutava per sempre il mondo...
     
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    Mmmh, sì. Le amicizie possono essere complicate.

    La tizia che sapeva far funzionare i robot, aveva risposto, il che voleva dire, che, come al solito, il trucchetto aveva funzionato: ormai era troppo invischiata nella conversazione basata sulla fuffa, per potersi tirare indietro con stile, troppo timida, oppure magari col terrore di fare brutta figura. Chiunque parlasse con un droide per pulire degli spaghetti in terra, doveva rientrare in una di quelle categorie.
    Tutto il resto dei suoi commenti passò attraverso le orecchie del pirata come potrebbe farlo un ronzio fastidioso, nulla più che una zanzara: sentiva, ma non gli interessava. La cosa importante era avere ciò che voleva.
    CITAZIONE
    E... li rinfrancavi? Come?

    Oh, ma che domande! esclamò per prendere quel secondo di più per pensare ad una buona risposta.
    Come li rinfracavo?
    Beh, lo sai, ci so fare coi giochi di prestigio. E le barzellette. Ne vuoi sentire una? Te la racconto!
    La mano della biondina partì avvicinandosi pericolosamente alla sua... e Keldor con la massima scioltezza, le tolse il braccio di dosso e infilò entrambi i palmi nelle tasche dei pantaloni. Non aveva cambiato espressione, non aveva incespicato nemmeno di mezzo passo... ma se davvero Molly Miller avesse deciso di toccarlo, non l'avrebbe apprezzato per niente. Senza saperlo, la Regina degli Archivi aveva appena scoperto come liberarsi di uno dei chiss più appiccicaticci della Galassia e farla franca.
    Dunque, ci sono un sullustiano, un twi'lek e uno zabrak che vanno tutti allo stesso bordello, sulla 42esima di Perlemian Street. Un giorno il twi'lek torna tutto esagitato e dice agli altri due: "Ragazzi, non potete capire! Un fatto straordinario! C'è una nuova prostituta al Posto." Loro lo chiamavano il Posto. Keldor iniziò a raccontare, cambiando voce per fare quella del twi'lek [VOCE INGANNEVOLE] usando proprio quella del tizio che l'aveva infastidito alla coda per il terminale.
    "E che c'è di straordinario?" Dice il sullustiano. e per lui Keldor usò la voce del poliziotto.
    "C'è che questa fa i pompini cantando l'opera!" va avanti il twi'lek.
    "Ma che dici? Di che razza è? Sarà un ithoriana." si intromette lo zabrak.
    e per lui scelse la voce di Jared Leech.
    "No, no, è una di Pantora!" Immaginati lo sgomento, aspetta che te lo faccio....
    *gasp*
    si mise entrambe le mani ai lati della faccia, aprendo la bocca in una perfetta "o" e sgranando gli occhi rossi.
    Mentre il chiss raccontava, aveva guidato la sua nuova mascotte temporanea verso la breve coda per gli spaghetti ed ora si trovavano davanti al banco, con il menù holografico che passava sopra la testa del cuoco, in alto.
    Dammi degli spaghetti come quelli là in terra: sai, non li ho assaggiati bene. E poi dammi anche 2 porzioni di quelli lì piccanti al nero di quarren. E una di quelle frittatine che fate voialtri, e i grissini, voglio dei grissini. Grazie, caro.
    Una volta finito di rivolgersi al cuoco, tornò sulla bionda con il caschetto.
    Cosa stavamo dicendo? Ah, sì. Insomma nessuno crede al nostro twi'lek, così, la sera dopo, anche il sullustiano va dalla nuova prostituta di Pantora e anche lui torna con le stesse novità.
    "E' vero, è vero! Fa i pompini mentre canta l'opera" conferma.
    E tu puoi immaginartelo: certo, anche il terzo briccone va al bordello e chiede della donna di Pantora che fa i pompini mentre canta l'opera.... e sai come va a finire?
     
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    La calma esterna non era cambiata ma quello che Molly sentiva, era una miriade di rumori. Informazioni in entrata.

    Non possiamo evitare di fornire informazioni su noi stessi per quanto ci sforziamo. Una delle tante prime lezioni.

    E lei non poteva evitare di contare i minuti che passavano, in un modo non proprio cosciente ma comunque preciso. Da qualche parte nella sua testa era già stata preparata una proiezione completa di tempi per pranzare, liberarsi dello sconosciuto e coprire fisicamente la distanza dagli Archivi. Ovviamente l'incognita stava nella seconda voce dell'elenco. Non aveva dubbi sulla propria capacità di concisione, aveva legittimi dubbi sul fatto che l'uomo l'avrebbe lasciata andare, gli interessi di lui che ancora nascondevano praticamente tutta la loro massa.

    Ciò che si nasconde ha molto peso. Anche quel peso è nascosto.

    Veramente, profondamente lieta di non dover fare da appoggio per il braccio di nessuno, ascoltò la barzelletta e guardò il chiosco e il listino dei suoi piatti mentre la mente si divideva in più pensieri.

    Ha temuto il contatto? Un contatto piccolo... Mi è simile in questo? Cosa mi sta vendendo? E' possibile che che una ritrosia marcata si sposi con un'estroversione marcata... E' tutto marcato, volendo o non volendo. L'estroversione a volte è un diversivo. Fa sfoggio delle sue abilità. Questa capacità di imitare le voci non è comune, molto utile a fini criminali. Anche a fini ricreativi. Se fosse attratto da Lucrezia, la bella costruzione di questa barzelletta sarebbe banalmente spiegata. L'ironia gli è propria. L'ironia è contagiosa. L'ironia funziona immancabilmente quando nasce come arma da difesa. Il tipo di barzelletta può di nuovo indicare il tipo di rapporto con Lucrezia o un desiderio di stressarmi, visto il contrasto tra il mio chiaro ambiente di provenienza e l'ambiente di provenienza della storiella. Non ne sentivo di così sconce dalle elementari, ma lì erano più brevi almeno... Principale effetto collaterale di questa conversazione finora: l'associazione tra Mullan e i pompini ormai è fatta.

    Ma la barzelletta in sé non le diede meno da pensare. Come tutto, la prese con estrema serietà e si lambiccò. Giochi di parole, frasi il cui senso fosse rovesciabile, caratteristiche che escludevano o univano le razze dei protagonisti in gruppi. Beh, si poteva dire una cosa delle barzellette, nascondevano così bene le loro intenzioni che erano praticamente delle spie fatte parole e ironia!
    Questo le fece pensare che se avesse davvero avuto una spia davanti in quel momento o in un altro, non ci avrebbe capito niente... E questo a sua volta la abbatté un pochino, ma comunque rispose con la solita placida e distaccata voce, con un pizzico di bit da calcolatore.

    I tre si conoscevano. Dunque era una trappola. E' sempre una trappola! La donna di Pantora era in realtà la figlia della proprietaria del Posto e a sentirla così insultata, la madre ha commissionato l'omicidio dello zabrak, facendo così il gioco degli altri due. Logico... Sì.

    Poi, con interesse, guardandolo ogni tanto con aria svagata, insomma la sua aria naturale. Gli uomini provano davvero piacere a intrattenersi sessualmente con una donna multitasking anche se queste suoi vari task non migliorano di fatto l'esperienza in sé? Ad esempio, preferirebbero una donna che mentre è impegnata con loro prepara una frittata, o una che non lo fa?

    Poi fece un tentativo, intanto che i profumi dei rispettivi spaghetti ordinati cominciavano ad arrivare in volute di calore velate in quella metà giornata cristallina. Un tentativo didattico, che poteva celare un po' di quello stress che forse il chiss voleva infonderle (e che lei aveva percepito bene, per qualche ragione, dalle imitazioni vocali), come a una controffensiva con la stessa moneta, ma perlopiù era un test, era studio. Ricordo quando facevi scherzi al comlink di tuo padre riuscendo a replicare la sua voce... Invece il problema del contatto fisico mi sembra peggiorato da Mullan...

    Una creazione condivisa, con regole non condivise, non tutte, alcune le percepisco, ma si potrebbe romperle in qualsiasi momento. Se esitano capirai qualcosa di loro. Se esitano mescoleranno la verità alla finzione per fare più in fretta.

    Quindi sorrise comprensiva. Più o meno. Un ghigno... super artificioso.
    La sua vera offensiva, il suo affondo estremo per inquietarlo, trovare un'incrinatura, perché se lui poteva gettare i propri panni e vestirne altri nel giro di secondi, lei non poteva farlo, non aveva potuto farlo per una vita. E i suoi sorrisi erano sempre rimasti inquietanti.
     
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    I tre si conoscevano. Dunque era una trappola.

    Esatto! No, aspetta... cosa?
    Se c'era una risposta che si aspettava, non era certamente quella. L'inaspettato lo portò a portare lo sguardo sulla gracile umana con un double-take, per poi corrucciare la fronte e continuare ad ascoltare la sua analisi dei fatti, mentre si grattava la barba caprina.
    CITAZIONE
    La donna di Pantora era in realtà la figlia della proprietaria del Posto e a sentirla così insultata, la madre ha commissionato l'omicidio dello zabrak, facendo così il gioco degli altri due.

    Continuò a fissarla, salvo il momento in cui trovò i resti di un vecchio kebab incrostato tra i peli e iniziò a incrociare gli occhi per scovare altre croste da cavare e gettare sul banco dello spaghettaro, come fossero tartufi.
    Ah-ha. Ah-ha. biascicò dei versi di assenso, mentre continuava la sua delicata operazione.
    Wow! Come hai fatto ad arrivarci, sei veramente geniale! le tirò una pacca sulla spalla, di punto in bianco, dopo un imbarazzante silenzio, segno che aveva smesso di ascoltarla da un po' e aveva capito tardi che aveva finito di parlare.
    Hai veramente un senso logico impeccabile. Se non fosse tutto completamente sbagliato, ti candiderei per progettare la pace nella Galassia! le fece un buffetto sulla guancia, come avrebbe potuto farlo una vecchia zia, strizzandola tra pollice e indice e con così tanto entusiasmo che sarebbe stato facile soprassedere sul fatto che l'aveva appena insultata apertamente.
    CITAZIONE
    Gli uomini provano davvero piacere a intrattenersi sessualmente con una donna multitasking anche se queste suoi vari task non migliorano di fatto l'esperienza in sé? Ad esempio, preferirebbero una donna che mentre è impegnata con loro prepara una frittata, o una che non lo fa?

    Chiedi per un'amica? ghignò allusivamente. Ormai aveva capito di aver raccolto per stramba del villaggio, ma era uno che si adattava in fretta.
    E poi chi ti dice che un pompino e un po' di musica non stiano bene assieme? Devi migliorare la tua fantasia, Lucrezia. Partiamo dai colori. Perchè non mettiamo un po' di brio in mezzo a tutto quel... non so esattamente che colore dovrebbe essere. Asfalto? la guardò con una smorfia, ignorando la domanda personale e ributtandole la palla e molto di più. Sì, perchè un istante dopo snodò le spalle all'indietro e con un gesto secco si lasciò cadere la giacca da completo viola giù fino ai gomiti, la sfilò e gliel'appoggiò sulle spalle, facendo anche il tentativo di prenderla per i braccini e farglieli infilare nelle maniche, come avrebbe fatto con un bimbo recalcitrante.
    Ora, così è molto meglio, no? Anche se credo che il viola non sia il tuo colore. Azzurro. Dovremmo andare a comprarti qualcosa di azzurro. Che ne pensi? le piazzò la mano vicino alla sua, come per comparare i toni cromatici tra la sua carnagione e quella lattea della segretaria.
    CITAZIONE
    Ricordo quando facevi scherzi al comlink di tuo padre riuscendo a replicare la sua voce... Invece il problema del contatto fisico mi sembra peggiorato da Mullan...

    Che si riferisse al suo disagio nell'essere toccato, non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello: non era possibile che se ne fosse accorta. Piuttosto poteva riferirsi al fatto che metteva le mani addosso a tutti e tutto. Quello aveva senso. Interessante che stesse cercando di agganciarsi alla sua pantomima. O aveva capito, ma ormai voleva vedere come sarebbe finita, oppure era talmente in imbarazzo che stava cercando in tutti i modi di non sembrare scortese. Considerato il fatto che l'informazione falsa era stata così specifica, propendeva per la prima opzione.
    Voleva giocare, dunque. Bene, l'avrebbe fatta giocare tutto il tempo che voleva, ne sembrava avere bisogno, in ogni caso. La cosa importante era che poi facesse quello che gli serviva e gli trovasse quel cane di Jared Leech.
    Dici? Io dico di no. Per esempio adesso vorrei tantissimo leccarti il naso, ma non lo sto mica facendo.
    Lo fece.
    Ops, hai ragione, forse sono peggiorato. Ma che vuoi che ti dica, tutti abbiamo i nostri piccoli difetti. Tu per esempio, dovresti mangiare più verdure. Si sente dal moccio. fece finta di gustare l'aroma, succhiandosi la lingua tra le labbra.
    Oh, sono nostri quelli? Fantastico. Li adoro quando sono così veloci.
    Gli spaghetti saltati erano in consegna.
     
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    Probabilmente, rimanere chiusa nel bagno di una gang sfiorando le allucinazioni l'aveva in qualche modo preparata a quello strano intermezzo nella sua ordinaria giornata.
    E va bene che le donne erano abbastanza abituate a sentirsi degli oggetti animati nei dintorni degli uomini, ma superare un certo punto, come era stato superato in quel momento, non era un'esperienza comune.
    A volte era proprio vero, la dissociazione era una mano santa. Lo era, finché non metteva il bastone tra i bit la sua natura incontrollabile, come di un taxi automatizzato che ti ospitasse e avesse deciso, con te dentro, di ribellarsi al sistema.
    Inizialmente, quando Molly c'era ancora (Molly non c'è è andata via), aveva seguito le parabole dello sporco del chiss volare dalla sua barba fin dentro il chiosco con la stessa attenzione che se avesse avuto una lente d'ingrandimento. Il gesto meccanico della testa che faceva avanti e indietro rifletteva la tabula rasa mentale data dal non riuscire a immaginare come tanta incuria fosse possibile. Sapeva che era possibile, ma come le succedeva con i bambini, appena usciva dalla sua visuale se ne dimenticava. I suoi meccanismi protettivi funzionavano. Alcuni.
    Quando alla fine divenne solo qualcosa con cui l'uomo armeggiava in vari, terrificanti modi, un brivido la percorse ma con un'azione inversa, invece di smuoverla la bloccò completamente, il maleficio di una strega, o in quel caso, di un jin? Passò a essere una bambolina con la faccia bloccata. Il tic che la portava a chiudere gli occhi spesso, decise che era meglio lasciarle gli occhi chiusi, e il sorriso non fece in tempo a sparire, rimase una sua traccia ebete, da hippie dopo il primo tiro che vedeva da settimane.
    Il sangue freddo c'era. Perché era morta.
    No... morta no, ma una parte di lei svenne, svenne eccome, infatti si "risvegliò" quando era già seduta di nuovo sull'orlo della fontana accanto al chiss, col piatto accomodato sulle gambe e ben due forchette in mano. Si risvegliò che aveva la faccia voltata verso di lui. Non aveva smesso di guardarlo, se così si può dire, visti gli occhi chiusi...
    Non riprese nulla di ciò che lui le aveva detto, dato che metà l'aveva perso, e l'altra metà era comunque materiale a cui non aveva idea di come aggrapparsi... Ma una volta tanto, sentì che non era strano, non era una colpa sua.
    Quando recuperò la voce era un filo spremuto da un agrume già passato al macero cento volte, stravolto.

    Tu... sei cresciuto tra le belve?

    Con educazione, pura innocenza e dubbio assolutamente concreto. Per una che si sentiva più simile ai droidi che agli umani era una domanda lecita.
    I pensieri, se prima avevano appena cominciato a dipanarsi, adesso se n'erano scappati indietro, loro che potevano. Non esisteva quasi neanche più la matassa originaria, stava facendo i bagagli e Molly dovette fare un vero sforzo per convincerla a restare.
    No, decisamente era a suo agio col contatto fisico... Con tutte quelle manifestazioni, l'ipotesi che l'uomo la stesse semplicemente adescando vinse il primo posto. Per essere una spia che volesse solo scherzare con lei, era una messinscena troppo raffinata. Eppure la sensazione di pericolo che si rafforzava con motivazioni sfuggenti sembrava dirle che c'era bisogno di un'analisi raffinata, cosa che lei non aveva in mano. Manifestazioni... quello era l'elemento più indiscutibile. Voleva dimostrare qualcosa... Quello era l'unico pensiero che non si spostava. Che fosse perché era contento di starle intorno? Si poteva pensarlo, ma non fino in fondo...
    La retorica, un altro punto fisso. Ricordò come, fin dall'antichità, la retorica si era sviluppata in un ambito in fermento, in cui fazioni volevano rivalersi l'una sull'altra per imporre i propri modelli come migliori. Un eccesso di retorica. Gli eccessi per vincere le guerre.... Anche l'espansività era in eccesso, a causa anch'essa di una guerra?

    Tutta questa calorosità... ti è servita immagino, sì?

    Continuò la sua indagine, con tutti i filtri saltati.
    Si pigiò il naso con il dorso della mano per togliere... beh. Quindi, la testa pel di carota scarmigliata si voltò, Molly abbassò lo sguardo finalmente schiuso sul proprio piatto. Lentamente affondò le due forchette e tirò su gli spaghetti insensatamente con entrambe, perché ancora era profondamente scombinata, non solo nei capelli. Ah... la pasta. Il piacere del profumo e del sapore la lambì e le restituì un po' il senso di sé, sebbene stesse piegata come una nonnetta con reumatismi a ogni angolo del corpo. Sebbene la giacca viola non sua fosse sulle sue spalle.
     
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    [...] E così il sullustiano, o era il twi'lek? Non ricordo. Beh, l'ultimo dei tre, arriva al bordello, chiede della pantoriana che fa i pompini cantando l'opera e...
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    Tu... sei cresciuto tra le belve?

    Uhm?
    Era da un po' che Lucrezia non parlava... o non respirava, se era per quello, ma non è che Keldor se ne fosse preoccupato troppo, aveva preso un vassoio di plastica con arrangiati in una piramide tutti i loro manicaretti, con l'altra mano aveva afferrato la segretaria per l'avambraccio e destreggiandosi come un giocoliere o un cameriere versione deluxe, tra i pochi passanti e il robottino che stava ancora lucidando il pavimento unto, era tornato alla postazione scelta dalla ragazza in precedenza: bordo fontana.
    Era il posto perfetto per cercare di risvegliarla con qualche schizzo, se fosse rimasta incosciente ancora a lungo, oppure cercare di affogarcela, se mai gli fosse venuto in mente. Ormai aveva quasi perso le speranze e si stava arrotolando le maniche della camicia lilla, mentre continuava a raccontare la barzelletta (mai rimanere in silenzio), quando era arrivato il primo segno di vita.
    Oh... pensavo ti ricordassi... assunse un tono improvvisamente triste.
    La mia famiglia è stata sterminata dalle belve proprio quando ero piccolo. sospirò, incassando le spalle e cominciando a guardare fisso il pavimento.
    Perchè aveva mentito? Beh, perchè no? In fondo era chiaro che nessuno dei due conosceva l'altro, ma quanto esattamente Lucrezia avrebbe creduto a ciò che diceva? Era parte del gioco scoprirlo.
    CITAZIONE
    Tutta questa calorosità... ti è servita immagino, sì?

    Beh, sì, cosa avrei dovuto fare? Ammazzarmi? Se non avessi imparato a fare i grattini sul pancino ai nexu, non sarei mai sopravvissuto nella giungla di Dxun. Davvero, pensavo che non si potesse dimenticare una storia così. Evidentemente non mi hai mai ascoltato sul serio. D'accordo, se proprio non credi di dovermi almeno un minimo di rispetto, per aver salvato Gigliola, allora non so più in che credere... prese la ciotola di spaghetti numero 1, quella che in realtà aveva ordinato per la bionda, e iniziò a spazzolarla con voracità, usando la forchetta come se fosse stata una spatola, ma per qualche ragione, riuscendo sempre ad azzannare i pezzi viscidi di pasta all'ultimo secondo, prima che ri-precipitassero nel Pantalassa di sugo.
    Sì, l'aveva presa di mano da Lucreazia.
    Iho homunhhue ti hispettho, anhe he hon ti hai heshtihre. biascicò con la bocca piena.
    In un lampo il primo piatto era finito. Lo rimise in mano alla donna e prese il secondo, quello al nero di quarren n1.
    Uh, che schifo. Basta, il cibo non riempirà i nostri cuori infranti! prese il piatto e lo gettò violentemente in terra a faccia in giù.
    Alzati, Lucrezia! Oggi ti renderemo presentabile per Giammaimarco! Vieni! Al negozio di vestiti! saltò a pie pari sopra il bordo della panchina, pestando in pieno frittata e terzo piatto di spaghetti, che poi calciò in terra, mentre puntava l'indice verso una direzione a caso.
     
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    Non poteva fare a meno di proteggersi, Molly. Qualche sociologo l'avrebbe catalogata come una vittima dei ritmi di vita, della cascata opprimente di stimoli e dell'anonimato dilagante della società contemporanea, non senza ragione, ma ovviamente a lei non piaceva vedersi in quella luce, non soltanto almeno. I risultati delle evoluzioni storiche potevano essere tradotti in molti codici, uno dei quali erano, e rimanevano sempre, la particolare mentalità e sensibilità delle persone. Le sue particolari mentalità e sensibilità le scorrevano dentro, suo malgrado, le solleticavano, appesantivano o alleggerivano la pelle come quel buco nero di ricordo nel bagno che i suoi pensieri saltavano a piè pari o il turbinio colorato, disordinato e oscuro che le arrivava in un'onda che non si era ancora interrotta da quello sconosciuto.
    Non lo sopportava e doveva sopportarlo.
    Come tante volte aveva incontrato Robert a zonzo, per apparente caso, le sarebbe stato utile incontrarlo anche adesso. Robert, che la seguiva, istruiva prima che finisse tutto negli Archivi. Le parole lasciale stare, ascolta i desideri, le diceva con il ghigno furbo di chi fin da bambino aveva fatto di testa sua. Da allora a ora il modo in cui si sentiva Molly al riguardo non era cambiato. I desideri: era una lingua che non parlava e se provava a impararne le parole, queste si ostinavano in una sfocatura irremovibile.
    (Anche Robert all'inizio le era parso una scheggia impazzita con cui fosse difficile avere a che fare, poi si era abituata al suo sorriso che faceva paura e alla sua impazienza che anche faceva paura - il fatto che si vestisse sempre allo stesso modo aveva aiutato molto nell'acquietamento.)
    Era riemersa, aveva lentamente sollevato la testa dal piatto come una giraffa dalla scomoda ma vitale pozza d'acqua per ascoltarlo contraddicendo così la sua tirata su quanto lei, cioè Lucrezia, non lo ascoltasse. Si poteva anche dubitare che qualcuno avesse mai provato ad ascoltarlo tanto quanto Molly in quel momento, perché si stava davvero assai sforzando nella raffinatura di quella ricezione. Non che l'impegno venisse con grandi illuminazioni...
    Da una parte, sì, voleva solo concentrarsi sulla pasta. Ma il tempo scorreva e forse si era serenamente concessa alle fauci che quel chiss nascondeva.
    Certezze: uno, si era persa un bel po' di considerazioni per strada; due, quell'uomo era un chiss; tre, l'incuria non gli era estranea (per quelli cui era estranea, era difficile fingerla); quattro, aveva un atteggiamento istrionico.
    Dopo aver deglutito, davanti a ciò che disse sulla famiglia e i grattini ai nexu Molly reagì, o praticamente non reagì, schiudendo appena le labbra. Era perplessa, ma non sembrava una perplessità di grado maggiore dell'usuale, faccia da poker naturale ed efficace. Andando a un frettoloso check di storie lette negli Archivi, svolgendone i testi dietro gli occhi, trovò solo testimonianze inaffidabili di individui bollati come "fuori come un balcone" o la sfera mitica. Pur essendo al livello più basso nella struttura di potere dell'RSB aveva una buona cognizione di quanto i fatti in giro per lo spazio e il tempo potessero essere incredibili, l'immaginazione complottistica infatti, al confronto, faceva una infima figura. Tuttavia due fatti incredibili per una sola persona diminuivano la credibilità complessiva e aumentavano la probabilità che si stesse facendo beffe di lei, e che quindi ci fosse da temere qualcosa, chissà cosa.
    Brancolava non meno alla cieca rispetto a prima ma la storia sulla famiglia le aveva dato un'idea.

    I miei sono morti di recente, entrambi... Prima se n'è andata mamma, poco dopo papà.

    Un'esca. E attese...
    ...Finché il sacro piatto non le sparì da sotto le forchette. Ora aveva non una forchetta inutile, bensì due. Con gli occhi a pallini, diede in un rammaricato sospiro, mentre un uccellino holografico le entrava nella faccia e le usciva dal casco innaturalmente voluminoso di capelli.
    CITAZIONE
    Alzati, Lucrezia! Oggi ti renderemo presentabile per Giammaimarco! Vieni! Al negozio di vestiti!

    Non mise fine alla messinscena e accontentò il chiss con un'aria di esitazione svagata. Lasciò andare le due forchette a terra come a sottolineare quella scelta muta, o come strano regalo per il robottino a cui, allontanandosi, gettò un'ultima occhiata.
    Gigliola, Giammaimarco... erano nomi di quella galassia? Tilt cosmico.
    Un negozio di vestiti in effetti era giusto a pochi passi, incassato in una curva dell'edificio. Vestiti appesi che creavano delle barriere tra le alte scaffalature di vestiti piegati, grande e arzigogolato, neanche l'ingresso concedeva spazio e le colonnine antifurto sfioravano i banchi per l'esposizione delle nuove collezioni. Mediamente frequentato, quattordici teste immediatamente in vista dall'entrata.
    Come accoglienza due poster pubblicitari con modelli di razze diverse. Le sfilò in testa: La diversità per una pubblicità indifferenziata, a costo ridotto. Identità come strumento di vendita...
    Lì un manichino mostrava una giacca in pelle nera con maniche rosse. Come si diceva... aggressive? Molly incluse in una strana, rapida equazione il chiss, la giacca e la soglia, quindi, soddisfatta del risultato, con il suo fare calmo si fermò sotto il manichino, lo denudò e porse la giacca al chiss. Lo guardò per un attimo, e fu troppo. Abbassò gli occhi rimarcando l'offerta, avvicinandola a lui, riuscendo solo dopo un po' a estrarre un masticato:

    Per... per te.

    L'assoluta incompatibilità del gesto affettuoso, anche se finto, con la sua persona forse diede uno sprint a ciò che tentò dopo.
    Se l'uomo avesse accettato il suggerimento Molly gli sarebbe scivolata alle spalle, avrebbe per un istante poggiato un tocco su quelle spalle come per stendere bene le maniche, quindi avrebbe allungato due dita fino all'estremità con il codice identificativo del prodotto e lo avrebbe discretamente accompagnato fino alle colonnine antifurto lì di fianco, affinché l'allarme scattasse, tutti i riflettori fossero sul chiss e lei... oplà... fosse già un ricordo dietro chissà quale scaffalatura...
     
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    I miei sono morti di recente, entrambi... Prima se n'è andata mamma, poco dopo papà.

    Fu come se Molly non avesse parlato affatto: a differenza di lei, Keldor non la stava ascoltando con grande attenzione, anzi, quasi per nulla. Non che ci fosse molto da ascoltare, comunque, visto che per la maggior parte del tempo stava zitta, alimentando così la necessità del chiss di parlare, perchè, era ovvio, doveva farlo per entrambi.
    Una volta al negozio, Keldor iniziò a guardarsi attorno, stranito, ma senza in realtà che la gente potesse notarlo. In verità era stato pochissimo in negozi come quello, anche se gli piacevano i colori e i luccicchii di certi abiti. Rifuggiva tutto ciò che probabilmente una come Lucrezia avrebbe indossato: il grigio, l'anonimo, la tristezza. Non aveva davvero bisogno di abiti depressi, già c'erano i suoi episodi autolesionistici. No, colore era la parola giusta e per la sua amichetta tappa ci voleva qualcosa di sgargiante, ma leggero, sbarazzino come quello che avrebbe dovuto essere un caschetto scompigliato dalla mano unticcia di un pirata.
    Prima che lei potesse anche solo ideare il suo piano, Keldor aveva già dato l'assalto ad uno stand di occhiali da sole, iniziando a provarsi le varie montature, da cui la luce rossa dei suoi occhi filtrava come due braci ardenti nascoste sotto la cenere. Alcuni no, alcuni, le versioni a specchio, erano invece un colore a loro stante. Gli piacevano.
    CITAZIONE
    Per... per te.

    Oh, sì, che carina. Mettilo pure là, lo proviamo dopo, adesso dobbiamo cercare qualcosa per te. rispose distrattamente, con due paia di occhiali accatastati sopra il capo ed uno appoggiato sulla sella del naso. Stava già sfogliando i vestitini con gonna a mezza coscia, di tessuto leggero e arioso, perciò non fece particolarmente caso al fatto che Molly Miller stesse cercando di spintonarlo in giro. Sempre che lei volesse farlo lo stesso, ovviamente.
    Nel caso in cui la segretaria avesse cercato di mettergli le mani addosso, ecco ciò che sarebbe successo...

    In un lampo tutto cambiò. Un secondo prima Keldor stava confrontando due toni di azzurro, l'attimo dopo, quello in cui qualcuno osò mettergli una mano sulle spalle, il pirata aveva il coltello in mano, era girato verso il suo assalitore e stava digrignando i denti, la lama puntata allo stomaco dell'incauto straniero. Non appena si accorse che si trattava della ragazza, tramutò il ringhio in un sorriso storto, si leccò le labbra con la punta della lingua e fece fare due giri in aria al lungo coltellaccio, facendolo piroettare e riprendendolo sempre per il verso del manico. Con la stessa agilità lo fece di nuovo sparire nella fondina nascosta, infilata di traverso sotto la cintura dei pantaloni e poggiato il braccio destro attorno alle spalle della giovane, la portò, questa volta molto più pesantemente, verso i vestiti. Era stato tutto così veloce che nessuno degli avventori avrebbe fatto in tempo ad accorgersene, o magari qualcuno aveva visto, ma pensava fosse stato un errore.
    Allora, Lucrezia, che cosa ne dici? Ti piace di più questo, o quest'altro? Questo colore credo ti si abbini di più, ma questo scollo a V ha tutto un altro aspetto, non è vero?

    Se invece Molly non avesse insistito e avesse cercato un nuovo modo per liberarsi di lui, Keldor le avrebbe rivolto quell'ultima domanda, ma senza tutte le vicende precedenti. Una semplice domanda, niente di più.
     
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    Tutte quelle promesse di sofficità, di una vita chic, di sensazioni felici da vestire li circondavano. Le pile ordinate, un mondo senza pieghe appena predisposto da una madre immaginaria.
    Poche piste, ma meglio di niente. Doveva lavorare su quello che aveva e quello che aveva era molta confusione intorno all'atteggiamento di lui.
    Altalenante.
    Quindi preoccupante?
    La maggior parte avrebbe detto di sì e lei lo sapeva non perché si unisse a quel giudizio, ma perché aveva studiato.

    Il lutto è una questione delicata, anche se non ti tocca in prima persona. Disimpegnarsi dal lutto di un amico non è mai un'azione casuale né per chi la compie né per chi la osserva. Il lutto richiede una risposta, nessuna scappatoia.

    Il disinteresse del chiss alla sua triste affermazione poteva essere paura della morte o atteggiamento antisociale o altro. Ma non era normale. Quella pista poteva essere rimarcata. Il rischio era dipingere quell'uomo sempre più "di pancia" man mano che i motivi di inquietudine aumentavano. Comunque la mossa di Molly era stata oculata, lui sarebbe stato semplicemente redarguito e lei non avrebbe fatto tardi al lavoro. Gravità non era una parola che avrebbe incluso in alcuno dei suoi pensieri del momento...
    ...finché non le fu schiacciata in faccia gelida la traccia appena visibile di un coltello nell'aria vicino a lei.
    Un irrigidimento che si ritrasse, fisiologico, ma le emozioni non arrivavano mai piene, erano come un carico sempre per metà disperso. Inoltre molto altro, altro infinitamente accadeva a due passi, a 100 passi, a chilometri e migliaia di chilometri da lei, questa era la vita, movimento e probabilità, finché lei avesse costituito parte di queste equazione e finché fosse riuscita a leggerla, la sua serenità si sarebbe mantenuta pressoché stabile. Se una spia non avesse fatto pace con gli incidenti, non sarebbe stata una buona spia.
    Certo, il sentore di violenza che aveva respirato dietro la porta del bagno si riaffacciò per un attimo insieme alla sua oscurità. Ma il fallimento di una conversazione l'angustiava più di un coltello nello stomaco, a conti fatti. Le conversazioni la distruggevano, anche l'evento del bagno l'aveva distrutta ma non c'erano stati coltelli che potesse vedere. La legge del trauma: le conversazioni non ti lasciano stare, mentre i coltelli, in genere, si.
    Il chiss avrebbe potuto percepire un riequilibrarsi del respiro e della postura abbastanza veloce anche se non completo. La giacca e la stretta... non riusciva a non pensarci.
    E così una notevole scoperta non sollecitata... Come molte volte nella storia della scienza e di qui l'immortale adagio sull'importanza degli esperimenti al di là del loro esito. Insomma quell'uomo le aveva appena fatto un regalo ed era diventato un soggetto degno di essere tracciato.

    Mi ha regalato la sua paura.

    Inodore per lei, ma solo perché umana, sebbene gli umani romanzassero di poterla annusare.

    Una reazione conforme allo stress post traumatico. E se anche fosse "solo" questo, i sopravvissuti sono una delle principali fonti di sostentamento degli studi sociologici. Un cacciatore, un fuggitivo, una vittima?

    ...Sta bene?

    L'uso della terza persona per ufficializzare il venir meno della farsa. Le sembrò nel complesso una buona domanda.
    A quel punto, gli occhi verdi e cristallini puntati davanti verso il basso, notò dove si trovavano. Accanto al reparto dedicato alla nuova passione chiss, nello specifico il reparto adolescenti (ovviamente simile cosa concepibile esclusivamente per quel target). Una striminzita sezione... eppure esistente e...
    Le mani si mossero da sole a sollevare una t-shirt tinta unita azzurra, salvo due ovali affusolati e distanziati di rosso traslucido all'altezza del petto che, una volta aderita la maglietta per il verso giusto al busto, per prova, sarebbero stati nientemeno che due occhi sulle tette...

    Ah... Molly stirò le labbra e ripiegò la t-shirt. Devo andare. Fece attivamente per andarsene voltandosi sbrigativa.
     
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    ...Sta bene?

    Ah, tu dici? Bah, io avrei scelto l'altro. andò avanti il pirata, continuando a fare finta che il soggetto fosse uno dei vestiti che teneva in mano. Se solo si fosse fermato a ponderare che la domanda riguardasse lui, allora le cose sarebbero potute finire in una risata, così come in un bagno di sangue, dipendeva dal momento. Il suo autocontrollo poteva essere notevole, ma anche i migliori bugiardi avevano un punto di rottura, se si continuava ad insistere. Molly Miller doveva sperare di non scoprirlo mai.
    CITAZIONE
    Ah...Devo andare.

    La giovane donna avrebbe potuto sentire l'irrigidirsi dei muscoli affusolati del braccio del pirata, che ancora stava appoggiato sulle di lei spalle. Allo stesso tempo, le dita premetterò, infilandosi nella carne.
    Oh, no, io non credo proprio. sussurrò con tono vellulato e un lieve sorriso sulle labbra.
    Ho cercato di essere gentile con te, Lucrezia, ma tu mi ripaghi con una scorteria dopo l'altra e ora vorresti andartene senza darmi niente in cambio per i miei sforzi. Credo di non poterlo accettare. le dita strinsero più forte e il pirata si avvicinò di più col petto, standole alle spalle.
    Sto cercando una persona. Si chiama Jared Leech, sua madre vive nei bassifondi. Ora tu mi aiuterai a rintracciarlo e io farò in modo di dimenticarmi quanto scortese sei stata con me. Prova a contrastarmi, o attirare l'attenzione in qualunque modo, e io ti sgozzerò così velocemente che penseranno a chiamare sia stato un fantasma. Ora cammina con me verso l'uscita e tieni tutte e due le mani bene in vista.
    La sua voce non avrebbe potuto essere più soave, mentre le sussurrava all'orecchio, ma le intenzioni non erano travisabili, come il fatto che il gioco fosse ufficialmente finito. Forse Molly Miller aveva fatto qualcosa di molto più sbagliato del previsto e ora la sua vita poteva essere in pericolo.
     
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    Se le giornate fossero state pacchetti da acquistare da appena svegli, gli avvenimenti non modificabili ma il loro ordine sì, Molly avrebbe anticipato l'incontro con il chiss e tenuto per dopo, per finale, la lieve chiacchierata col collega Thor che prima si lamentava delle vecchie catalogazioni e poi portava via una sedia degli Archivi perché quelle sopra erano più scomode "perché sì". E se avesse avuto il controllo non su giorni a venire ma su anni, pieni di giorni passati e futuri, avrebbe aggiunto a quel giorno un bell'esame su una qualche scienza, matematica, chimica, biologia, che la rilassava sempre (anche se ancora ricordava tutte le risposte sbagliate più importanti, ad esempio quella sull'asse di Coruscant).
    Doveva finire per forza. Come da bambina, i giochi con i bambini che sembravano apprezzarla, il tempo ridotto di quella simpatia ticchettava dal primo istante rumorosamente.
    Nuovo e dolente. Il cambiamento era stato netto come un ago conficcato nel fiato. Ma andava ancora bene. Sapeva come non essere un agnello, o come esserlo per proprio guadagno. Certo c'era un limite e superato quello, l'agnello avrebbe preso il sopravvento, che come espressione aveva qualcosa di buffo, ma in realtà era terrore puro.
    Il suo vantaggio era che sapeva cosa faceva scattare con certezza scientifica il proprio agnellino, e quel tasto enorme era ben lontano dalle macchinazioni e dai poteri di quell'uomo di cui, per il momento, era proprietà.
    Il suo vantaggio era che non era la prima e non sarebbe stata l'ultima donna a diventare proprietà di un uomo contro volontà.
    Le minacce e il corredo di espressioni e modi in cui queste prendevano sostanza, non sfuggivano alla patina di incomprensibilità che le aveva sempre velato gli occhi nel confronto con altri. Il suo vantaggio era il suo difetto, che la schermava.
    Il suo vantaggio era che sapeva che la paura non poteva interrompere l'interesse per la violenza. Non doveva permetterlo in nessun caso, quello sarebbe stato IL passo falso. Il fascino per l'origine, le storie e le conformazioni della violenza non poteva perdere intensità nel suo raggio e questo non costituiva un problema, siccome quel fascino in lei era spontaneo, forte e come un organismo ospite che la abitasse e potesse essere, rispetto a lei, serenamente indipendente.
    Naturalmente la gola avrebbe preferito che rimanesse intatta, specialmente per tutto il lavoro svolto e tutto il lavoro che ancora poteva tentare o portare a termine.
    Quindi mettere il chiss ulteriormente alla prova era fuori questione. La strada per i successivi minuti era spianata. Poteva riflettere. Dubitare della sua capacità nell'uccidere... l'abilità con il coltello intravista poteva portarla fuori pista, collegamento affrettato. C'era anche che forse sapeva chi lei fosse, perché gli serviva pur non avendo lei idea di chi fosse questo Jared Leech.

    Può avermi scelta per il mio lavoro di copertura, ma se così non fosse...

    Ciò aveva richiesto un intero, lungo respiro, strano per lei, perché il peso leggermente scivolasse via. Se aveva quell'informazione, poteva averla avuta da altri che dominavano su di lui, e ciononostante... Una parte di lei, quella egoistica, sperava che se anche lui sapeva, non glielo dicesse.
    Se ancora avesse avuto una vita dopo, avrebbe avuto quella della spia dai molti giochi, doppi, tripli o anche di più, e non era una bella vita.
    Ma no, la sua copertura era salda. Saldezza nella fiducia verso l'RSB e dosata paranoia per salvarsi la pelle.
    Comunque c'erano diversi lati positivi. I contatti aggressivi si erano sostituiti a quelli teneri, e questi si poteva ben sperare che si allontanassero sempre più. Se i primi le toglievano un po' il terreno sotto i piedi, i secondi erano davvero spaventosi, davvero non la facevano dormire.
    Rifletté sulle sue frasi, su come le sue parole si imperniassero sul presupposto che lei dovesse compiacerlo.

    Sei sotto di me perché le mie parole lo dichiarano.

    Riflettere. Meno informazioni le fossero servite per completare quella ricerca più avrebbe perorato la causa della gola intatta.

    Come vuole che l'aiuti?

    L'etichetta della cortesia è dura a morire. Era, suo malgrado, tesa, e non fece nulla per nasconderlo anche un poco mentre eseguiva i suoi ordini.
     
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