New Star Wars Gdr

Posts written by Veritas95

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    CITAZIONE
    Nome pg: Eli Otniel
    Conto pg: 309
    Link ai post mensili: AGOSTO

    Eli

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    Cyrus

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    No, stavolta non guidava la White Dawn; l'abito addosso era nuovo di zecca, e si trattava di un elegante completo con giacca e panciotto bianco, pantaloni bianchi, una camicia nera sotto che richiamava il nero lucente delle scarpe, e una cravatta bordeaux. L'abito, di materiale pregiatissimo, aveva alcuni ornamenti dorati. Cyrus, indossandolo con la solita pettinatura impeccabile, grazie al suo carisma e ai suoi modi di fare sembrava un vero boss del crimine, o un uomo molto importante, nonostante avesse soltanto diciotto anni. Non era un pilota chissà quanto bravo, per questo non si azzardava a fare manovre azzardate che richiedevano parecchio estro, ma la sua parte la faceva discretamente, quando serviva. E in quell'occasione neanche serviva, perché Gonxax Vigg gli aveva fornito un YT-2400 nuovo di zecca con tanto di pilota automatico. Perciò lui, dopo aver impostato la rotta, non aveva avuto nient'altro da fare. Per assurdo, la sua White Dawn era più veloce della YT-2400, ma certamente meno confortevole. Quel viaggio con la sua astronave l'avrebbe fatto in circa 10 ore, con questa invece c'avrebbe messo circa il doppio del tempo. Ma, trattandosi di un modello più nuovo con gli interni ben curati, il viaggio sarebbe stato confortevole. Valorum ne approfittò per mettersi seduto in una stanza dell'astronave e studiare nuovamente le informazioni che gli erano state affidate nel datapad della valigetta. Quando arrivò nella città posta in quello che veniva chiamato " il cuore della galassia ", non ebbe problemi a superare i controlli grazie ai documenti che gli erano stati forniti dal signor Vigg. Allo spazioporto passò senza problemi, attirando di tanto in tanto l'attenzione di qualche passante, dato che così ben vestito e sicuro di sé non passava del tutto inosservato. Ebbene, con quei documenti addosso sarebbe dovuto passare per un ricco imprenditore industriale, e il suo carisma rendeva la cosa più credibile. Dopo aver richiesto con la solita aria determinata i servizi di un aerotaxi, osservò dal finestrino l'imponente massa di grattacieli che costituivano il centro della città, e ripensò a un passato remoto, oscuro, che lo turbò per un breve istante, ma non ebbe la meglio sulla durezza del suo cuore e il suo sguardo accigliato, che erano concentrati sul presente. Qualche pensiero in testa gli balenò anche riguardo Thar, che viveva su quel pianeta, nei bassifondi, ed era stato il suo mentore. Anche in quel caso non si lasciò distrarre più del dovuto, mettendo soltanto in conto che un giorno avrebbe dovuto regolare i conti con chiunque fosse stato a fregarlo mettendogli contro il Boss. Dunque, concentrato sul presente, aveva fornito al tassista l'indirizzo preciso del primo dei tre speculatori che avrebbe voluto visitare. Questo era un giovane ereditiero umano, del tutto inesperto nel settore dell'azienda che un tempo gestiva suo padre. Stava velocemente dilapidando i suoi beni, compiendo investimenti sbagliati e fidandosi di persone sbagliate. Non era tagliato per quel ruolo, ma si credeva furbo. Avendo perso alcune merci assieme ad altri uomini importanti con la scomparsa di Odyss e del suo carico, aveva deciso di accodarsi alle lamentele di questi sperando di ricavarci qualcosa. Lui sarebbe stato il primo bersaglio sulla lista di Cyrus. Arrivato al grattacielo prescelto, senza pistola ma con una valigetta molto preziosa, entrò nella vasta costruzione e giunse fino alla reception. Una giovane umana dietro il bancone, con occhiali spessi e lunghi capelli corvini legati a mo' di coda, era intenta a farsi beatamente i fatti propri sul suo datapad portatile e lo guardò a malapena. Evidentemente l'ereditiero non sapeva tenere in riga i suoi dipendenti. Cyrus scosse la testa con un sorriso sarcastico sul viso, quindi si fece serio e chiese alla donna:
    Salve. Vorrei poter parlare col signor Mexres, a che piano si trova?
    La ragazza distolse gli occhi dal suo datapad e stavolta guardò Cyrus con più attenzione, dalla testa ai piedi. Dopo un'espressione del tipo " not bad ", guardò il ragazzo negli occhi dicendogli:
    Lo trovi al 26esimo piano. Buona giornata.
    Poi tornò a farsi gli affari propri, ignorando nuovamente il ragazzo, che puntò subito all'ascensore limitandosi a rispondere:
    Anche a lei.
    Dunque Cyrus Valorum arrivò all'ascensore, premette il tasto col numero 26, impassibile, ma concentrato su ciò che era venuto a fare. Dopo alcuni passi lenti e ben distesi, si scrollò le spalle e arrivò davanti a quello che sembrava un ufficio, e al suo interno, visto che la porta era aperta, poteva intravedersi un giovane dai capelli rossi, molto paffuto, alle prese con quello che sembrava un videogioco dotato di holo-proiezione.
    No no, ragazzi, no...!! Dovete coprirmi, io sono il Carry, cacchio! Dov'è il support? Dov'è il mio c*zzo di support?!?! Bastar*di!!
    Quindi buttò a terra una specie di Joystick. Cyrus fu disgustato da quella visione, ma mantenne un'aria fredda e distaccata entrando nella stanza e colpendo la porta con le nocche della mano sinistra per due volte. Non aspettava un invito a entrare, era solo per attirare il ragazzo.
    Buongiorno signor Mexres...
    Il modo in cui aveva pronunciato quella frase sembrava parecchio malizioso. Il ragazzo, che spense alla velocità della luce quella sorta di videogioco, puntò i suoi occhi azzurrini sull'umano che era appena entrato. Nel volto dell'ereditiero, che aveva gli occhi sgranati, poté cogliersi parecchia ansia. Cyrus invece aveva un leggero sorriso bastardo sulle labbra, un'aria calma, e una totale padronanza delle sue azioni. Infatti si andò a sedere davanti al ragazzo senza attendere che fosse invitato a farlo. Poggiò la 24 ore vicino a sé, a terra, e mettendo un gomito sulla scrivania del ragazzo, lo guardò dritto negli occhi, sgranando i suoi e diventando serissimo, con un'aria intimidatoria non da ridere.
    Penso proprio che noi due abbiamo qualcosa di cui discutere.
    E sorrise ancora, più bastardo che mai. Il giovane Mexres deglutì, sudando freddo, rendendosi conto che prima o poi avrebbe dovuto investire sull'efficienza del reparto di segreteria...

    Spendo 200 crediti per l'acquisto di " abiti lussuosi "


    Edited by Veritas95 - 11/9/2022, 00:49
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    I due si conoscevano già da un po', e Cyrus nutriva un discreto rispetto nei confronti di Gonxax Vigg. Eppure, stare nella stessa stanza con Cyrus Valorum, salvo rarissime eccezioni, creava sempre un leggero filo di tensione. Gonxax non era sicuramente uno che si lasciava intimidire facilmente, oltretutto era il capo di Cyrus, eppure, essendo piuttosto intelligente, aveva capito come trattare col ragazzo in modo da rispettarlo e ottenere il massimo da lui. Continuando a fumare, dunque, con la sicurezza di chi è bravo nel proprio mestiere e uno sguardo piuttosto serio, iniziò a parlare poggiando la mano sinistra e il gomito destro sulla scrivania, dato che fumava con la mano destra. Le altre due braccia, dato che i besalisk ne hanno quattro, restavano sulle ginocchia.
    Vedi, in quanto Esecutore, non ti saranno spiegati molti dettagli. Ciò che ti serve sapere è che dovrai fare visita a tre persone su Coruscant, minacciarle secondo le informazioni che ti saranno date e ricattarle con queste, affinché lascino perdere una certa Berta, moglie del capitano Odyss, il quale è stato dato per disperso circa 10 mesi fa. Dovrai assicurarti che nessuno di loro continui a infastidirla, ma non dovrai dire per chi lavori o chi ti sta mandando. Per motivi che non ti saranno spiegati, vogliamo che tu agisca così.
    Valorum, dopo aver ascoltato con attenzione, poggiò con molta calma la sigaretta sul posacenere, mise entrambi i gomiti sul tavolo e allo stesso tempo unì le sue mani lasciando il dorso di queste verso l'alto, in modo da poterci appoggiare la bocca mentre era chiaramente impegnato a riflettere. Dopo qualche secondo, il ragazzo tirò su il solito sguardo determinato, verso Gonxax Vigg, poi rispose con una certa freddezza:
    Voglio un'astronave in prestito per questa missione. Signor Vigg, che mi sa dire su questi tre?
    In risposta, Gonxax sorrise furbescamente.
    Tre soggetti piuttosto ricchi, gente che ha spesso a che fare con dei bei giri di soldi. Troverai più informazioni nel datapad che ti verrà consegnato. Quanto all'astronave, dato che con l'altra sei registrato per il trasporto del Carababba, ci avevo già pensato. Avrai anche dei documenti falsi per l'occasione. Altre domande, mr. Valorum?
    Cyrus buttò fuori un po' d'aria dal naso, poi andò a riprendersi la sigaretta, che si era quasi spenta. Con un tiro bello profondo però non ci fu bisogno dell'accendino. Quindi, dopo aver buttato fuori alla sua destra un po' di fumo, aggiunse, serio.
    State mandando un esecutore per correre meno rischi, dato che perdere una pedina non conta poi così tanto. Ma perché proprio me?
    Il besalisk vestito elegantemente sorrise di nuovo, con la solita aria furba.
    Mi stai simpatico, mr. Valorum. Considerala un'opportunità.
    Dunque Gonxax sollevò da terra una valigetta 24 ore, nera, e la mise sulla scrivania dove i due stavano parlando.
    Qui dentro troverai tutto ciò che ti serve, compresa l'ubicazione dell'astronave che ti darò in prestito. Buona fortuna.
    Cyrus sorrise mestamente, come era solito fare.
    Signor Vigg, lei ha capito quanto valgo, la fortuna non mi serve.
    Nel pronunciare le ultime parole si era fatto nuovamente serio, duro. Gonxax sorrise.
    Beh, spero per te che sia così. In ogni caso... la fortuna forse no, ma ti potrebbe servire altro...
    Il besalisk tirò fuori un bigliettino dalla tasca passandolo all'umano.
    Qui c'è il numero e l'indirizzo del mio sarto. Digli che ti mando io. Dovrai vestirti in un certo modo per trattare con uomini d'affari... sai, l'immagine è importante...
    Cyrus terminò la sua frase, con aria furba:
    ... dice chi sei, dove ti collochi.
    Gonxax Vigg assunse un'aria molto soddisfatta.
    Precisamente.
  4. .
    In una galassia dove la Forza era, in buona sostanza, ciò che c'era di più simile alla volontà divina, Eli avrebbe presto compreso alcune leggi fondamentali su come questa volontà muoveva le cose, in linea di massima, nella galassia in cui si trovava. I discorsi di Derfel sull'equilibrio, e le sue esperienze passate, presenti, e future, l'avrebbero portato ad avere come certezza che la Forza cerca sempre l'equilibrio. Ebbene, in quell'occasione Eli poté infatti appurare come dopo uno spudorato colpo di fortuna, stava seguendo uno spudorato colpo di sfortuna. Sì, perché il vecchio s'era salvato, per grazia divina, ma ora si era ricordato di avere l'alzheimer dopo aver colloquiato senza apparenti disturbi nella memoria a breve termine, in quanto i botta e risposta erano stati abbastanza sensati, sebbene il vecchio si fosse dimostrato molto testardo. Certo, forse la zona del suo cervello responsabile per la memoria a breve termine poteva non essere ancora stata pesantemente danneggiata dall'avanzare dell'alzheimer, che mano mano procede in forma degenerativa prendendo quella specifica aria del cervello come primo bersaglio, per poi colpire la capacità di linguaggio, di movimento, e praticamente tutto il resto, accorciando di molto la prospettiva di vita del malato. Forse la malattia era comparsa da poco, o forse non si trattava propriamente di alzheimer ma di un deterioramento improvviso delle sue capacità intellettive, nello specifico della memoria, comparso all'improvviso e dovuto ad altre cause, da associare al deterioramento progressivo delle capacità intellettive che avviene in maniera comune con la vecchiaia. E Mad era indubbiamente molto vecchio. Che poi il morbo di alzheimer in quella galassia forse neanche esisteva, chissà. Però, qualunque fosse stata la causa, senza tanti giri di parole... era stato un colpo di sfortuna pazzesco, e quella era l'amara e incontestabile verità. Eppure, la Forza dà, e la Forza toglie, e il colpo di fortuna di prima andava equilibrato con una bella dose di sfortuna. Eli quindi, a parte sgranare gli occhi allargando le braccia e poi lasciandole cadere in segno di impotenza, lasciandosi uscire di bocca con un tono triste e pieno di delusione, ben lontano da ogni accenno di arrabbiatura:
    Ma se abbiamo parlato fino a due minuti fa... ma va bene, me ne vado, me ne vado...
    Non poté fare altro. Dicendo quella frase, va sottolineato che aveva già cominciato a voltare le spalle a Mad, lasciando palesemente intuire che se ne stava andando e non aveva nessuna intenzione di continuare a dargli fastidio. Oltretutto, la sua aria triste e remissiva, anziché spaventata o aggressiva, avrebbe potuto far capire qualcosa all'anziano riguardo all'errore che stava commettendo. Ma le probabilità erano comunque basse. Non restò a spiegare dettagliatamente come stavano le cose, perché sapeva benissimo che discutere col vecchio l'avrebbe potuto portare a un altro malore, quindi si girò e si avviò a testa china verso la porta, piuttosto alla svelta, guardando a terra, visibilmente intristito da quel risvolto. Piano piano però avrebbe anche cominciato a riflettere sul fatto che poco prima era stato molto fortunato, e che ora anche la sfortuna doveva quindi essere serenamente accettata. Se ne sarebbe uscito dall'abitazione, se il vecchio non avesse improvvisamente mostrato di aver riacquistato miracolosamente la memoria. Ovviamente Eli non avrebbe risposto ai probabili insulti che lo avrebbero accompagnato fuori dalla porta, per non soffiare sulle fiamme ardenti dell'ira di Mad, che ora dovevano soltanto estinguersi con la sua uscita di scena. No. Avrebbe raggiunto la porta, se ne sarebbe uscito, e sarebbe tornato lì dove lo aspettava Derfel. Una volta raggiunto gli avrebbe spiegato quanto era successo, dicendogli che comunque era arrivato a sapere dell'esistenza di un certo patto, ma non aveva potuto scoprire quale. Avrebbe anche esternato col suo maestro l'ipotesi che quel patto dava ai Cavalcabestia qualche sorta di diritto legale, e che quindi dovevano conoscere di che patto si trattava, ma non tramite Mad. No. Avrebbe dovuto cercare qualche altro agricoltore, e si sarebbe dovuto informare sull'ubicazione di un altro di questi. Quindi, dopo aver spiegato la situazione e aver ricevuto la " benedizione di Derfel ", sarebbe tornato al mercato dove avrebbe cercato nuove informazioni, non prima di essersi preparato a dovere: si sarebbe rimesso la benda sugli occhi legandola per bene, e avrebbe cercato nuovamente la presenza di mercanti alieni. Ovviamente non il besalisk. Prima aveva visto un devaroniano, ma questo poteva essersene andato, poteva anche essere giunto qualche altro mercante, o poteva essergliene sfuggito qualcuno prima. In ogni caso, studiò con attenzione il posto, sperando di trovarne un altro. Se l'avesse trovato, si sarebbe diretto verso di questo, ignorando completamente il besalisk e i suoi eventuali insulti. Se non l'avesse trovato, sarebbe andato a ritroso per la città, tornando nell'aria più benestante che avevano attraversato all'inizio. Dato che aveva una buona memoria non si sarebbe dovuto perdere, ricordando la strada. Quindi avrebbe cercato il negozio di un alieno, dato che questi avrebbero collaborato più facilmente, ed Eli l'aveva già appurato. Se dunque non avesse trovato un mercante alieno nell'aria più povera, né un negoziante alieno nell'aria più benestante, perfino uno come lui si sarebbe un po' innervosito, e avrebbe avuto bisogno di calmarsi un attimo, respirare profondamente, e pensare a un nuovo piano...

    Edited by Veritas95 - 7/9/2022, 03:21
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    Eli assunse un'espressione palesemente stupita, sgranando gli occhi mentre aggrottava le sopracciglia. Trovare una donna Force User proprio lì, che non fosse quella che stava aspettando lui, era davvero improbabile, pertanto decise di continuare su quella strada. Dunque si tolse dopo non appena un paio di secondi l'espressione precedente dalla faccia, adottandone nuovamente una serena e gentile, con un sorriso appena accennato. Certo, il giovane era arrivato quasi mezz'ora prima rispetto all'orario stabilito, e di questo ne tenne conto, ma la probabilità restava bassa. Di conseguenza pensò che la donna di fronte a lui, giustamente, non avrebbe sventagliato come se nulla fosse la sua vera identità, senza ricevere prima un qualche tipo di prova. Dunque il miraluka di Hapes si guardò attorno con circospezione, poi aggiunse con aria di segretezza, sporgendo il viso un po' in avanti senza comunque invadere lo spazio personale di Myr:
    Comprendo la diffidenza, le posso provare che mi ha mandato Derfel, se serve.
    No, che Eli stesse sbagliando corrispondeva a una probabilità veramente bassa. Lì, all'ingresso dell'arena, ogni tanto passava qualcuno, con la testa totalmente altrove, probabilmente sugli scontri che avrebbero avuto luogo lì dentro, dunque poco interessato al duo. Nel frattempo il miraluka di Hapes cercò di studiare la ragazza, guardandola dalla testa ai piedi, perché sì, la probabilità di essersi sbagliato era molto bassa, ma poteva anche esserci, e per scrupolo cercò di approfondire osservando i movimenti della chiss, il suo vestiario, l'eventuale presenza di calli sulle mani, la corporatura, e molti altri dettagli che, come gli aveva insegnato Nep, gli avrebbero potuto fornire delle informazioni preziose sul soggetto di fronte a lui.[ANALISI DELLE FORZE]
    Scegli tu quello che vuoi farmi vedere, 3 statistiche e 8 abilità.
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    Eli riuscì a effettuare tutte le manovre così come le aveva pensate, eppure successe qualcosa di anomalo. Il suo potere non ebbe effetto. O meglio, non accadde nulla. Eli sapeva cosa succedeva e cosa percepiva quando utilizzava la Forza per guarire qualcuno, come era successo con la mamma di Carmelita. In quell'occasione non lo percepì. Era come se avesse fatto un buco nell'acqua.
    Diamine... forse non sono stato abbastanza preciso? Forse non sono ancora abbastanza abile per tentare " un'angioplastica della Forza " ?! Diamine!
    Eli si mise a riflettere sulle probabili motivazioni del suo insuccesso, un po' nel panico, immobile, quasi pietrificato. Ma le vie della Forza sono infinite, e la misericordia divina salvò la vita al vecchio. Pur non avendo percepito nulla, e il ragazzo era rimasto piuttosto sorpreso da questo, Mad sembrava fuori pericolo e l'infarto sembrava essere stato una sorta di falso allarme. Le sue arterie e il suo cuore erano ancora nelle stesse condizioni di prima, nonostante fosse salvo, almeno secondo un'ipotesi di Eli, quindi il vecchio avrebbe sicuramente avuto bisogno di fare qualche controllo, come minimo. Avendo ricominciato a respirare in modo pressoché normale, il vecchio accennò a qualcosa: un patto. Eli intuì che quella doveva essere un'informazione fondamentale per la sua indagine, ma volle allentare momentaneamente la presa. L'anziano era appena sopravvissuto a quello che poteva essere stato un principio di infarto, dovuto a chissà quale patologia, miracolosamente terminato in una remissione spontanea. Doveva ancora riprendere fiato, e incalzarlo subito con le domande sarebbe stato un gesto egoista e crudele. Eli quindi ne approfittò per riprendere fiato a sua volta, dato che quei momenti erano stati piuttosto intensi anche per lui, perciò, ignorando tutta quella polvere, si mise seduto a terra a gambe incrociate, davanti all'anziano, facendo attenzione all'eventuale presenza di topi e alle lattine sparse. Messo lì a terra, si sarebbe riposato un po' anche lui.
    Si riposi un po' adesso, che è stato... eh, ehhh, EEETCIU'! Mi scusi, la polvere... comunque, dicevo... è stato un brutto momento per lei. Poi mi racconterà, non ho fretta.
    Eli avrebbe dunque rispettato i suoi tempi. Se l'anziano avesse cominciato a parlare, piano piano e con calma, anche dopo qualche minuto, Eli l'avrebbe ascoltato. Se avesse invece iniziato a parlare subito, o dopo un po', agitandosi a causa di quanto quegli argomenti l'avevano fatto soffrire, Eli avrebbe cercato di imporsi con fermezza e allo stesso tempo rispetto, raccomandandogli di non agitarsi, visto quello che era appena successo. Se il vecchio si fosse addormentato, Eli avrebbe usato il comlink per spiegare la situazione a Derfel, dicendo che avrebbe atteso nella casa di Mad il risveglio dell'anziano, dato che credeva di essere vicino al conoscere informazioni importanti per quell'indagine.
  7. .
    Nome: Cyrus Valorum
    Conto: Qui
    Role: Guardami negli occhi

    La trama scelta è " E BERTA FILAVA "

    Edited by Veritas95 - 3/9/2022, 22:06
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    GUARDAMI NEGLI OCCHI



    Ryloth non era un pianeta facile su cui vivere, per tanti motivi; la conformazione geografica del posto consentiva la vita principalmente in città sotterranee, il che già è tutto un dire. Ma se fosse finita lì, uno alla fine si sarebbe fatto due conti e ci sarebbe potuto passare sopra. Il punto è che non finiva assolutamente lì. Nelle città sotterrane infatti si annidavano parecchi clan criminali, i quali si spartivano il territorio e gli affari. I commerci principali erano quelli di donne Twi'lek, vendute come schiave, e di droghe, soprattutto il Ryll. Le spartizioni degli affari, però, non andavano sempre bene, e non erano rare le guerre tra clan. Di conseguenza non c'era un bel clima, sia da un punto di vista fisico che metaforico, su quel pianeta. Il motivo principale per cui uno avrebbe dovuto mettere piede in un posto del genere, almeno a rigor di logica, sarebbe stato quello di prendere parte a quei loschi commerci, dal semplice consumo di merce alla più articolata rivendita, con annessa esportazione. Infatti questo non trascurabile risvolto era il motivo per cui Cyrus Valorum si era trasferito lì; Cyrus era registrato regolarmente come trasportatore di merci, sotto contratto con un'azienda che produceva Carababba, un buon tipo di tabacco. Quest'azienda aveva la propria sede fisica su Ryloth, ma oltre alla produzione di tabacco, svolgeva anche quella di Ryll, principalmente, e altre droghe. La parte illecita era tenuta magistralmente nascosta da un punto di vista legale, grazie a mani esperte. Infatti quell'azienda era sotto diretto controllo del Leviathan, che per mezzo di vari trucchetti burocratici riusciva a gestirla facendola comunque risultare pulita quando dovevano esportare la merce. Gli anni di esperienza e la capillarità di quella grande organizzazione davano una base solida a tutti i loschi affari che intraprendevano. Perfino il delicato clima di tensione su Ryloth non era un problema per loro, infatti grazie a dei buoni informatori tenevano tutto sotto controllo e con dei regali di cortesia si assicuravano di avere soltanto amici nelle zone limitrofe. Cyrus, dal canto suo, aveva delle facilitazioni nelle esportazioni. Oltre a risultare pulito da un punto di vista legale e a nascondere la merce illecita in uno scompartimento segreto della sua White Dawn, nella tratta che gli era stata affidata il Leviathan gli aveva anche ripulito la strada, allentando i controlli. Svolgendo dunque quella mansione, come mero Esecutore, puntava soltanto a fare bene il suo lavoro fino al punto di farsi notare. A lui interessava entrare veramente nell'organizzazione - dato che gli esecutori lavoravano praticamente da esterni - fare più soldi e soprattutto, ottenere il potere. Sì, il potere. Quella fiamma che lo attirava incessantemente e che si sentiva nato per domare. Non era da tanto che lavorava per il Leviathan, sicuramente meno di 6 mesi, eppure il suo Carisma e la sua puntualità impeccabile erano già stati notati dal suo supervisore, un certo Gonxax Vigg, Tramite del Leviathan. Anche Gonxax da un punto di vista legale faceva parte della stessa azienda, ed era il capo di Cyrus. Entrambi dunque avevano una facciata che nascondeva la realtà, e alcune pressioni da parte della grande organizzazione criminale di cui facevano parte aiutavano a tenere alta questa facciata, impedendo che fossero fatte ricerche più approfondite. Gonxax era un besalisk, attento e intelligente, che si era guadagnato il posto che aveva tra le fila del Leviathan. Quando il ragazzo ebbe da incontrarlo, come pattuito, per ricevere istruzioni su un nuovo carico da trasportare su Tatooine - che era la sua meta abituale per scaricare la merce - ebbe una strana sorpresa. Ebbene sì. Gonxax, vestito in modo elegante come era solito fare, lo aspettava seduto nel suo ufficio, e anziché agire come al solito lo invitò a sedersi al suo tavolo da studio, di fronte a lui, offrendogli una sigaretta. Non l'aveva mai fatto prima. Cyrus all'inizio ebbe qualche sospetto riguardo alla cosa e tardò qualche secondo prima di prendere la sigaretta che gli era stata offerta.
    E' la stessa marca che fumi tu, come mai non accetti?
    Cyrus abbozzò un sorriso, ma il suo sguardo era serio.
    Mi deve scusare, signor Vigg. E' che mi conosce da 5 mesi e 15 giorni, e non mi ha mai offerto una sigaretta.
    Quindi prese quanto gli era stato offerto, se lo portò alla bocca con due dita e tirando fuori il proprio accendino dalla tasca sinistra accese la sigaretta, mettendosi seduto.
    Però ho lavorato bene in questi mesi, e dovrebbe essere un buon segno. Dico bene, signor Vigg?
    Disse il ragazzo con aria molto tranquilla, non prima di aver buttato fuori il fumo dalla bocca, alla sua destra, in modo da non rilasciarlo in faccia al proprio capo. Quest'ultimo, a sua volta, ridacchiò e scaricò un po' di cenere nello strumento apposito.
    Impeccabile come sempre, mr. Valorum. Ebbene sì. Ho notato come lavori e come ti poni con gli altri. Quattro mesi fa ti avevo detto che continuando a comportarti bene la tua ambizione sarebbe stata premiata, e così è.
    Cyrus sgranò gli occhi per un istante, poi assunse di nuovo la solita aria calma e un po' innaturale, leggermente inquietante.
    Mi volete già promuovere, signor Vigg?
    E fece un altro tiro di sigaretta. Il besalisk scosse la testa, guardando il ragazzo dritto negli occhi.
    Non ancora, mr. Valorum. Ma ho deciso di affidarti un compito un po' diverso da quello che sei abituato a svolgere... e portarlo a termine sarebbe un bella aggiunta per il tuo curriculum.
    Cyrus non fu intimidito dallo sguardo di chi aveva davanti, quindi non distolse il suo. Buttando fuori un po' di fumo alla sua destra rimase con gli occhi sul besalisk.
    Di che si tratta?

    Edited by Veritas95 - 3/9/2022, 22:43
  9. .
    Narrato
    Pensato direttamente
    Parlato


    Eli ascoltò con attenzione le parole del vecchio Mad, e non notò segni di menzogna. Certo, tutta l'odio che il vecchio provava lo rendeva più difficile da decifrare, ma al momento quelle parole sembravano sincere. Mentre il ragazzo cercava di ascoltare e studiare meglio il soggetto di fronte a sé, questo cominciò a manifestare i chiari segni di un infarto. Quel colpo di sfortuna, però, lasciava anche aperta una porta per la vita del povero vecchietto: Eli aveva nozioni teoriche di medicina e poteva utilizzare la Forza per guarire problemi fisici. Il ragazzo infatti, avendo letto qualche libro e grazie a delle eccellenti abilità percettive, era di poco inferiore a un medico di base, sebbene avesse soltanto 16 anni. Strano ma vero. Se avesse voluto, con un briciolo di impegno in più avrebbe potuto perfino provare a farsi assumere come dottore da qualche parte. Ma chiudiamo questa parentesi e torniamo alla situazione con Mad. Vedendolo annaspare con la mano destra al petto a seguito di una reazione emotiva dannosa per il suo organismo, e notando anche il braccio sinistro tremare, Eli riconobbe i chiari sintomi di un infarto. A quel punto si innescarono alcune reazioni istintive dentro di lui, visto che le emozioni si intensificarono. Il suo primo pensiero fu:
    Oh cacchio.
    Ma non rimase paralizzato, bensì si avvicinò tempestivamente al vecchio, cercando di mettere in pratica le procedure basilari che chiunque con un minimo di nozioni in testa avrebbe messo in pratica. Fortunatamente il vecchio non si era ancora accasciato al suolo, da quello che aveva visto il ragazzo.
    Tranquillo, posso aiutarti. Andiamo sulla poltrona.
    Quindi si sarebbe fatto passare il braccio sinistro di Mad dietro il collo, prendendolo delicatamente con la mano sinistra, guidandolo, chinandosi in avanti, in modo che l'anziano potesse sostenersi meglio grazie all'aiuto del ragazzo, poi, tenendogli il fianco destro con la mano destra, lo avrebbe aiutato a fare qualche passo verso la poltrona che era nella stanza, a poca distanza. Mad in quelle situazioni difficilmente si sarebbe ribellato, ma Eli, se per qualche motivo avesse incontrato delle difficoltà, avrebbe chiarito in maniera perentoria:
    Non c'è tempo per le discussioni, ora devo aiutarti.
    Lo avrebbe dunque aiutato a sedersi lì, delicatamente ma un po' alla svelta, mettendo a disposizione la sua forza, che non era tanta, ma il vecchietto fortunatamente sembrava leggerissimo.
    Mettendoti seduto favoriamo la respirazione e il passaggio d'ossigeno, ora fidati di me, ci penso io.
    Quelle parole le avrebbe dette con fermezza, nonostante l'agitazione, perché il suo primo pensiero era quello di aiutare il vecchio e dargli sicurezza, a dispetto di come poteva sentirsi. Dunque, col vecchio seduto, Eli si sarebbe sforzato di usare il cervello più velocemente che poteva. Grazie alle sue nozioni sapeva che l'infarto può portare a un arresto cardiaco, ma non è un arresto cardiaco. Il vecchio sembrava ancora cosciente. L'infarto non è causato soltanto da forti emozioni, anche se queste possono influire. No. Si parte da una condizione precedente come l'otturazione di un'arteria, che può avvenire per varie cause. In quell'anziano, una precaria condizione delle arterie era più che probabile. Eli pertanto, visto che si parlava ancora di infarto e non di arresto cardiaco, avrebbe messo il pollice e l'indice della mano sinistra ai lati del collo di Mad, informandolo passo passo dei suoi movimenti per non farlo spaventare ulteriormente.
    Tengo sotto controllo i tuoi battiti.
    Con la mano sinistra ai lati del collo, subito sotto la mandibola, cercava di sentire le pulsazioni del cuore, il cosiddetto " battito carotideo ". L'altra mano invece, la destra, l'avrebbe messa tempestivamente sul petto dell'anziano, col palmo aperto. Tutte quelle azioni le stava facendo piuttosto di fretta, data la situazione, cercando comunque di essere quanto più possibile preciso, vista l'importanza del momento.
    Con la mano destra invece ti guarirò, perché ho dei poteri speciali.
    Avrebbe quindi attivato un potere [GUARIGIONE] per cercare di ripristinare il normale funzionamento delle arterie, o del cuore stesso, in caso di miocarditi o altre patologie del cuore. Probabilmente guarire un infarto sarebbe stato più semplice rispetto a un arresto cardiaco, dato che il secondo è la conseguenza più drammatica del primo, e per questo Eli aveva monitorato la situazione e aveva cercato di muoversi velocemente. Stava dunque rilasciando il suo potere, concentratissimo, dando il massimo dell'impegno che poteva offrire. In quei momenti gli passarono davanti agli occhi i flashback di suo padre, morente, per cui non aveva potuto far nulla. E questo lo motivò ancora di più, dandogli un'aria accigliata.
    Questa volta no...
    Ora poteva fare qualcosa. Ora. Poteva. Fare. Qualcosa. Non aveva avuto tanto tempo per pensare e aveva seguito l'istinto, più che altro, ma le azioni, nel loro insieme, avrebbero dovuto funzionare...
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    Eli sentì il commento sugli " stupidi punk ", ma non ne fu offeso, anzi, quell'offesa lo fece sorridere, per una serie di motivi. In primis, perché non era particolarmente legato alle tradizioni dei miraluka, visto che non le conosceva un granché bene e soprattutto non le sentiva sue. Forse un miraluka ben acculturato sulle proprie origini, con delle radici più forti, avrebbe tenuto maggiormente a spiegare il significato della benda, che per Eli era comunque diverso da quello tradizionale. I miraluka nascondevano gli occhi atrofizzati, lui invece nascondeva le sue lacrime per una promessa che aveva fatto a sé stesso. Oltre a questo, Eli sorrise perché era abbastanza intelligente ed empatico da comprendere un punto di vista diverso dal suo, specialmente se questo era influenzato da fattori culturali, più che oggettivi. Sapeva perfettamente che per quel vecchietto isolato dal mondo da chissà quanto tempo, quella benda poteva sembrare soltanto un accessorio estetico privo di valore, frutto di una moda contorta. Al ragazzo parve di notare un leggero mutamento positivo nell'anziano a seguito del suo inchino, e ne fu lieto. Dunque fece tesoro di un'ipotesi: Mad amava essere trattato con rispetto, apprezzava che qualcuno lo trattasse come se fosse una persona importante, nei giusti modi. Considerata la sua condizione, in cui aveva perso tutto quello che poteva essere un tempo, la cosa non era affatto strana. Chissà, magari una volta era il leader di un gruppo di agricoltori, il capo del quartiere, e gli onori che riceveva un tempo dovevano mancargli. Questa era soltanto un'ipotesi, tuttavia il ragazzo non avrebbe dimenticato quel leggero mutamento. Dopo aver ascoltato il chiarimento di Eli, Mad finalmente si decise a farlo entrare, non prima di proteggersi da eventuali aggressioni per mezzo di una minaccia. Eppure, quella minaccia non superò il muro della perspicacia di Eli, che riconobbe una menzogna. Il giovane fece silenzio, accarezzandosi il mento mentre lo ascoltava. Entrando in casa, però, un odoraccio di chiuso e stantio lo colpì quasi come un pugno allo stomaco, ma il ragazzo si fece coraggio. Era lì per una missione molto importante, e non si sarebbe fatto distrarre dalla puzza. In quella casa, oltre alla polvere, c'erano pochi mobili, tutti in pessime condizioni, e diverse lattine vuote e arrugginite adornavano il posto rendendolo un vero e proprio schifo. Sebbene da fuori la casa sembrasse in buone condizioni, l'interno rivelava che il vecchio probabilmente non aveva avuto nessuno ad aiutarlo con le faccende domestiche, né figli, né domestici. Forse era caduto in miseria e non poteva permettersi qualcuno che facesse le pulizie? Oppure voleva soltanto isolarsi dal mondo arrangiandosi a modo suo? L'ipotesi più probabile era che delle ferite emotive lo avessero portato a isolarsi dal mondo. Eppure, eppure... continuando a parlare, il vecchio mentì ancora. Troppe menzogne per condurre un'indagine, perché queste buttavano ombra dove c'era bisogno di luce. Il ragazzo, dunque, che era abbastanza sveglio da comprendere le menzogne del vecchio, si irrigidì, mettendosi a braccia conserte. Il tono rimase calmo, rispettoso, ma lasciava trasparire quanto il giovane fosse diventato serio.
    Mi scusi, così non possiamo andare avanti. Sono giovane, ma non stupido. Lei mi ha mentito già diverse volte da quando sono entrato in casa sua, e non lo neghi, la prego, perché così non mi aiuta, e non aiuta neanche sé stesso. Ho bisogno di sapere come stanno realmente le cose per poter agire.
    Quindi provò a giocarsi la carta legata all'ipotesi che aveva formulato precedentemente. Se la sarebbe giocata comunque, provando a entrare nel discorso a forza se il vecchio avesse cominciato a inveire ignorando l'appello del giovane a dirgli la verità. Una forza gentile, comunque, più determinata che aggressiva.
    Lei doveva essere un uomo molto rispettato, un tempo. Voi agricoltori gestivate il quartiere, e lo facevate piuttosto bene da quel che so. Io non mi lascio ingannare dal fatto che ci sia polvere nell'appartamento, o che lei sia molto invecchiato. No, io so che lei un tempo doveva essere una persona davvero capace, e la rispetto. La prego, alla luce di questo rispetto, di dirmi la verità su questa faccenda.
    Eli a braccia conserte, avrebbe chinato nuovamente il capo, leggermente, mentre parlava del rispetto. Se il vecchio avesse ignorato tutto continuando a inveire, avrebbe cercato con calma e pazienza di studiare le sue parole e capire dove poter trovare una breccia. Se l'avesse cacciato fuori a pedate, non avrebbe avuto molto da fare, ma pensava di aver parlato bene, e che quell'ipotesi non era così probabile.
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    Guardò il lato positivo; Eli poté appurare che non sembravano esserci dei Cavalcabestia appostati a origliare, e il vecchietto finalmente aprì leggermente la porta, in modo da lasciarsi vedere. Molto anziano, pieno di rughe, con problemi di vista dovuti alle cataratte e una gamba finta in sostituzione di quella vera che doveva aver perso chissà come... oltre a questo, basso e magrissimo, a Eli fece un po' di tenerezza. Certo, probabilmente era un rompiscatole, e forse avrebbe proseguito su quella strada, ma quell'ansia pazzesca che si portava dietro e la sua precaria condizione fisica intenerirono il ragazzo. Quando il vecchio Mad si spaventò vedendo la benda sugli occhi di Eli tirando in ballo una fantomatica lebbra dei polli, il ragazzo si affrettò a rispondere, gesticolando con le mani in segno di negazione:
    No no! Sono sanissimo, guardi.
    Perciò si sciolse la benda e la ripose ordinatamente nella tasca destra, avendola ripiegata in un paio di secondi. A quel punto sorrise all'anziano.
    Mi chiamo Eli, piacere di conoscerla.
    Il ragazzo avrebbe quindi chinato leggermente il capo in avanti, in segno di rispetto. Un piccolo inchino come quelli che aveva imparato a fare su Ta'a Chume'Dan e che aveva tirato fuori di tanto in tanto pure alla scuola per giovani dotati.
    Possiamo procedere?
    Avrebbe provato a chiedere il ragazzo in modo calmo e gentile, considerando che la figura dell'anziano l'aveva intenerito, poteva verosimilmente essergli tornata più pazienza. Se il vecchio Mad non avesse per qualche motivo inteso cosa voleva dire con " possiamo procedere? " , lui avrebbe chiarito dicendo, sempre con lo stesso tono:
    Con le domande che vorrei farle in merito a ciò che è successo tra i Cavalcabestia e gli Agricoltori. Possibilmente, sono domande che vorrei fare lontano da occhi indiscreti... non si sa mai.
    Quell'ultima frase l'avrebbe pronunciata con un tono di voce più basso, cercando di essere discreto. Se Mad lo avesse finalmente fatto entrare, si sarebbe comportato con rispetto ed educazione, invitando l'anziano a raccontare la storia che voleva ascoltare, o rispondendo diligentemente a eventuali ulteriori domande che già si aspettava di ricevere. Se invece Mad non lo avesse fatto ancora entrare, il ragazzo avrebbe sospirato, pregando nella sua mente la Grande Alleata di dargli ancora pazienza per continuare.
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    Eli, non potendo vedere chi aveva di fronte, dovette affidarsi completamente al suo udito e alla sua intelligenza per comprendere e interpretare ogni sfumatura che avrebbe potuto rivelare qualcosa in più su quell'anziano. Perciò, ascoltando le sue parole, oltre all'ansia, il ragazzo poté percepire qualcosa che lo fece sperare: interesse, sospinto da una sorta di desiderio. Forse desiderio di vendetta, o di giustizia, o di qualsiasi altra cosa che comunque rendeva finalmente la figura del ragazzo degna di attenzione. Questo significava un passo in avanti verso l'obiettivo, e ora la sua mente si sforzò rapidamente di scegliere con cura le parole migliori per continuare su quel sentiero che l'avrebbe condotto a farsi aprire la porta. Perfino quella situazione era diventata una prova di abilità, strano ma vero. Sulla base del suo carattere, Eli non avrebbe mentito e neppure adulato l'anziano. Non avrebbe neppure sparso ai quattro eventi informazioni che non voleva condividere, con il rischio di avere i Cavalcabestia in ascolto. Dunque elaborando tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, decise che parlare della Forza non sarebbe stato ancora conveniente, ma aveva altro su cui potersi appigliare, venire incontro ai probabili desideri del vecchio in accordo a giustizia e verità, senza quindi mentirgli. Perciò, spinto dalla sua ferrea determinazione, avrebbe cercato di mantenere un tono pacifico ma che allo stesso tempo sarebbe risultato un po' più determinato, seppure gentile e paziente, con cui avrebbe risposto:
    No, i mercenari lo fanno per soldi. Noi no. Noi lo facciamo per seguire i nostri ideali, il nostro credo, e il nostro senso di giustizia. Questo per noi è di vitale importanza, molto più di quanto lei possa pensare. Ma non mi fraintenda di nuovo, tutto questo è molto più pratico di quello che sembra: ci siamo resi conto che qui ci sono problemi, e vogliamo aiutare a risolverli. Semplicemente questo. Non devo convertirla a seguire il culto della Balena Spaziale, glielo garantisco. Ora, per poter continuare questa conversazione... potrebbe aprirmi la porta?
    No, Eli non avrebbe fatto l'errore di cadere nell'astratto e nel filosofico, che secondo le sue ipotesi interessavano davvero poco al vecchio Mad. Li accennò soltanto per giustificare le sue azioni, dato che non chiedevano soldi per il loro aiuto, e poi spostò subito l'argomento su ciò che veramente sembrava interessare al vecchio: i problemi che stava vivendo. Se finalmente Mad avesse aperto la porta, Eli l'avrebbe ringraziato, sforzandosi di mantenere un atteggiamento professionale, poiché era un Jedi in missione, quindi l'avrebbe cordialmente invitato a farsi dire di più su tutta quella storia, preparandosi mentalmente a chiarire eventuali leciti dubbi del vecchietto. Nell'attendere la risposta dietro alla porta, prima che Mad potesse aprire o fargli perdere altro tempo, Eli si sarebbe concentrato sulla Forza controllando la presenza di individui nelle vicinanze [PERCEZIONE DELLA FORZA, POTERE BASE] per constatare se tutto era nella norma, o se stava accadendo qualcosa di particolare. Non l'avrebbe stupito accorgersi di qualche Cavalcabestia nascosto lì vicino ad origliare, mandato dal capo di quel gruppo. Ovviamente se Mad avesse aperto la porta, lui avrebbe interrotto la tecnica, senza sussultare o nulla del genere, mentalmente pronto a interromperla per non fare cose strane - almeno per il momento - davanti al vecchietto. Era mentalmente pronto anche a rispondere a eventuali altre domande, interrompendo la tecnica, provando prima controllare per bene la situazione. In tutto questo perciò non tralasciava l'ipotesi che quelle parole non fossero ancora sufficienti per farsi aprire la porta. Se fosse accaduto ciò, lui avrebbe cercato di mettere in pratica alcune delle semplici tecniche meditative apprese come da programma alla scuola per giovani dotati, respirando a fondo, per poter mantenere la pace e la pazienza e continuare a lavorare ai fianchi Mad, rispondendo a modo ogni volta, fino a farsi accogliere. Certo, sapeva che ancora aveva dei limiti nel controllo delle proprie emozioni, ma la sua determinazione, la sua preparazione mentale e qualche respiro profondo forse l'avrebbero aiutato a migliorare almeno un po' la qualità delle risposte che avrebbe continuato a dare, se ce ne fosse stato bisogno.
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    Le sue parole, per quanto ponderate, furono comunque fraintese. Il che era abbastanza credibile visto che dall'altra parte si trovava quello che, dalla voce, sembrava un povero vecchietto, testardo e pieno d'ansia. Eli, sentendo il vecchietto allontanarsi, non poté lasciarlo andare. No. Aveva bisogno di entrare in contatto con gli agricoltori che un tempo gestivano la zona, stando alle parole del besalisk, quindi porre qualche domanda, chiarendo gli ultimi dubbi, e probabilmente aiutarli a riprendersi la zona. Il miraluka di Hapes sospirò, e si impegnò per essere quanto più paziente possibile. Non poteva permettersi di agire scortesemente, e la missione era troppo importante per mandarla all'aria in qualche attimo di frustrazione. Dopo aver mandato nei polmoni un po' d'aria, sospirò un'altra volta, stavolta in modo più controllato. A seguire bussò ancora, poi parlò:
    Mi scusi ma ha frainteso nuovamente. Voglio saperne di più su quanto è successo tra gli Agricoltori e i Cavalcabestia, per conto della mia organizzazione. E aiutare chi è nel bisogno in questo quartiere, perché ne siamo capaci.
    In quel modo, senza ingannarlo, sperava di toccare comunque un punto di suo interesse con poche parole in modo da farsi aprire la porta e poter chiarire la faccenda per procedere al prossimo step. Se Mad non avesse reagito a quelle parole, forse perché troppo lontano ormai per poterle sentire, Eli avrebbe bussato ancora aspettando il rumore di passi per ripeterle. Avrebbe quindi cercato di usare nuovamente quelle precise parole, a costo di ripetersi. A prescindere dalla reazione dell'uomo, il ragazzo voleva specificare di essere lì per dare una mano e capire di più su quella storia. D'altro canto, da fuori la porta non poteva sbandierare ai quattro venti di essere lì per aiutare a scacciare i Cavalcabestia, dato che il wookiee osservava da non troppo lontano e chissà se magari avrebbe avuto modo di sentire qualcosa. Quindi Eli si sarebbe limitato a dire una parte della verità, senza il bisogno di sciorinare tutto quello che sapeva. Se fosse riuscito a entrare, lontano da orecchie e occhi indiscreti avrebbe cercato di rassicurare il vecchio, spiegandogli di essere l'allievo del capo dei Rinnegati, un'organizzazione di ex Jedi che preferisce agire diversamente, in modo più diretto, con meno burocrazia di mezzo, aiutando i bisognosi. Gli avrebbe anche spiegato di aver sentito delle storie sul fatto che una volta gli Agricoltori gestivano il quartiere, e che questo nelle loro mani prosperava, e che i Cavalcabestia invece sembravano aver rovinato tutto. Sarebbe stato inutile spiegargli della Forza, per il momento, visto che probabilmente al tizio non poteva fregare di meno. L'avrebbe fatto in un secondo momento, se fosse stato necessario.
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    Richiedo la valutazione per questo autoaddestramento di Cyrus qui
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    Ryloth, in una città sotterranea non identificata

    Si ergeva; impassibile, dotato di una freddezza allucinante ma allo stesso tempo di una grande determinazione, fissando davanti a sé una piccola bottiglia vuota in vetro che una volta aveva contenuto del buon Whisky. Cyrus Valorum inarcò le sopracciglia a poca distanza di un bar del posto. Lì, nel tardo pomeriggio, c'era poca gente in giro, e lui si era appartato in un buco di vicolo per potersi allenare per conto suo, così come gli era stato insegnato molti anni prima. Da quando Thar l'aveva spronato in quel lontano giorno, lui non si era dimostrato molto costante con gli allenamenti, ma recentemente, soprattutto da quando era stato cacciato fuori dalla banda, aveva ricominciato a impegnarsi. Precedentemente aveva trascurato la pistola avendo avuto gente sotto di lui che gli impediva di sporcarsi le mani, facendolo al suo posto, ma ora non era più così. Ora era di nuovo uno zero, e doveva ricominciare a scalare verso le vette. L'odio di cui era carico, così come la sua bramosia per il potere, fornivano a un giovane che vantava un carisma fuori dal comune dei tratti molto pericolosi. Dovendo ricominciare da zero, si ricordò di una vecchia lezione di Thar, ed eseguì la tecnica dell'estrazione rapida così come gli era stata insegnata. Fu una saetta, e poté puntare la bottiglia in una frazione di tempo molto breve. In quegli istanti era appena sopraggiunto un individuo, che passava di lì per caso. Questo era un po' brillo, ma abbastanza lucido - abbastanza, ma non del tutto. - Puzzava d'alcol e aveva una bottiglia mezza vuota in mano. Si trattava di un umano, alto, grosso, con dei baffoni rossi e i capelli raccolti a coda di cavallo dietro la testa.
    Ehi, chi diamine ti ha insegnato a fare quella roba? Sei forte, amico.
    Cyrus si voltò lentamente, con la pistola ancora puntata verso la bottiglia. Osservò l'individuo che aveva di fronte a sé, e dallo sguardo l'ex allievo di Thar non preannunciava nulla di buono. Il ragazzo rimise lentamente la pistola nel fodero, senza smettere di fissare l'umano coi baffoni, quindi fece un paio di passi, molto lenti, verso di lui, guardandolo dritto negli occhi con aria durissima. Aveva distolto lo sguardo soltanto per dare delle rapide occhiate lì intorno e assicurarsi che non ci fossero altre persone. Avendolo appurato, la sua malsana attenzione era tutta per colui che l'aveva interrotto.
    Guarda che t'ho fatto un complimento, eh! Non fissarmi così!
    Disse il rosso facendo un passo indietro. Nonostante fosse un umano bello grosso, lo sguardo di Cyrus non era facile da sostenere. Valorum però sorrise, ma non di cuore. Non sorrideva mai in modo genuino. Era un sorriso spento.
    Non mi servono i tuoi complimenti. E neppure le tue domande. Ora levet', vattene.
    L'uomo di fronte a lui stavolta tirò fuori un po' di coraggio.
    Ehi, ma come ti permetti a parlarmi così? Guarda che se mi fai arrabbiare 'sta bottiglia te la...
    Cyrus spalancò gli occhi per la rabbia, poi estrasse nuovamente la pistola con gran velocità, proprio come gli aveva insegnato Thar, puntandola in faccia allo sventurato.
    CHE CAZZ' VU FA CO CHILL BOTTIGLIA? EH? CHE CAZZ VU FA?
    All'omone gelò il sangue, vedendosi la pistola davanti alla faccia. Sbiancò, e non disse più nulla. Cyrus si dipinse il volto con un ghigno malefico.
    Ah, ho capito. Ti volevi fare il bagno. E va bene, fallo, tranquillo, fallo qui davanti a me.
    Quello allora rimase interdetto, e Cyrus gli premette la pistola sotto il mento, scandendo molto bene e lentamente le seguenti parole:
    Versati quella c*zzo di bottiglia sulla testa. Fallo, adesso.
    L'omone, pallido in volto, obbedì. Valorum fece un passo indietro mentre l'alcolico colava un po' ovunque, ma la pistola gliela puntava ancora addosso. Sorridendo nello stesso modo in cui aveva fatto prima, il ragazzo gli diede una pacca sulla spalla, poi gli parlò con una calma innaturale, inquietante.
    Bravo. Ora sei più pulito e fai un buon profumo. Il bagno ci voleva proprio. Parlarti sarà sicuramente più piacevole, perché puzzavi un po' di infame. Dimmi un po', lavori per qualcuno? C'è qualcuno che ti sta aspettando?
    L'omone gli rispose, trattenendo le lacrime.
    No... sono qui da solo per... il turismo sessuale...
    Cyrus si fece beffe di lui, fingendosi - palesamente - sorpreso e interessato.
    Ahhhh, il turismo sessuale. E vabbè, allora ti ho fatto un favore. Ora che sei bello pulito farai bella figura con tutte le povere twi'lek che ti stanno sicuramente aspettando con gioia. Buon divertimento, uagliò. Puoi andartene.
    Cyrus gli fece un cenno con la pistola, come per dirgli " vattene ". L'omone si girò sconsolato iniziando a piangere, e se ne andò. Valorum scosse la testa, rimise la pistola nel fodero, e osservò disgustato l'uomo che aveva appena avuto la sfortuna di incontrarlo.
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