New Star Wars Gdr

Votes taken by Proper

  1. .
    Quando ricevi una bella iniezione di euforia (se l'uomo davvero non aveva intenzione di sfruttarla per la sua posizione, probabilmente ignorava quale essa fosse) può seguire un tuffo carpiato nella tetraggine.

    CITAZIONE
    La faremo lì, alla luce del sole e poi, se sarò soddisfatto, ti lascerò andare e ti dimenticherai della mia faccia.

    Questo mi conforta...

    Si poteva pensare che non fosse una grande idea porgere al proprio aguzzino note sulle proprie emozioni, e forse si pensava bene.

    CITAZIONE
    Se sarai ancora scortese con me, beh, conosco tanti bei vicoli bui e metodi creativi per renderli interessanti.

    ... Stirò le labbra.
    Era un buon momento per pensare a come sognava il proprio funerale?
    Avrebbero partecipato i suoi genitori, naturalmente, e alcuni suoi colleghi, e tra questi qualcuno presente solo per acuta coscienza sociale o morale.
    Una gran lavoratrice, un'ottima collega, un esempio avrebbero detto i colleghi, pensando intanto che se avesse avuto meno tic sarebbe stato tutto più semplice per lei (e per loro), nascondendo intanto che non avevano nemmeno un briciolo di dato per infiocchettare qualche argomento su altri suoi lati della personalità più significativi, cercando di non pensare all'imbarazzo.
    L'imbarazzo l'aveva sempre inseguita come un cagnolino fedele ma abbastanza bruttino. Non era sicura di provarlo lei stessa o di prenderlo in prestito come il riflesso di quello che le trasmettevano, o meglio sbandieravano, gli altri.
    Uscirono in quell'aria buona e mite che piaceva agli animali e ai ristoratori, per motivi diversi, un'aria che faceva pensare che ogni navicella che solcasse il cielo intorno a loro tracciasse rotte di pace per i passeggeri tutti con buone intenzioni. La realtà era che le buone intenzioni di ciascuno erano perlopiù opportunistiche e chi era meno opportunista, si era dimenticato delle buone intenzioni dopo essersi stordito col troppo pesante sugo di polpette.
    Questo almeno era ciò che credeva Robert, forse quello che poteva credere suo padre, ma lei? Se lo pensava, lo faceva con un tono meno duro e definitivo. Guardare quelle navicelle in una buona luce, a lei piaceva ancora.
    A proposito di Robert e suo padre: entrambi le avrebbero detto che era in ritardo con la pianificazione del "piano B".
    Fu strano continuare a intrattenersi con il chiss simulando col corpo un'amicizia, sentirlo ancora così vicino senza una parentesi di lontananza a profilarsi, lui era molto accurato nel limitarla, creava un soffocamento che poteva essere scambiato per apprensione o protezione da sguardi esterni.
    I pensieri andavano un po' troppo sciolti e così si soffermarono anche sulla fantomatica amicizia, concetto che, per così dire, aveva tormentato ben bene con i suoi dubbi. Per la maggior parte, aveva capito, amicizia voleva dire gesti intrecciati con piacevole risonanza e ritmo e regole di comportamento condivise. Lei che aveva qualche problema coi gesti e viveva in un mondo di regole a parte, almeno a un primo sguardo, ovviamente si chiedeva ancora in cosa potesse trovare l'amicizia.
    Chi aveva fatto amicizia con lei, lo aveva fatto al di là di lei.
    Nonostante lei.
    In fila, una fila ordinaria con varietà di razze ma un uniforme fastidio per l'attesa. Per lei non era una fila ordinaria, tuttavia non era sola: a sommare le persone che, in ogni luogo, in quei secondi stessero vivendo una deviazione nell'eccezionalità, si sarebbe tirato su un notevole numero.
    Attendendo prima fissando in modo monotono avanti, alzò poi lo sguardo al chiss, quel volto doveva essere un punto di passaggio invece indugiò. Quell'uomo poteva e forse voleva farle del male, ma lei non lo sentiva. Era agitata, sì, ma non offesa o particolarmente chiusa. Non poteva sapere chi fosse, quindi come sentire la minaccia che costituiva? In fondo, si poteva anche dire, che lui le stesse semplicemente mostrando ciò in cui era bravo...
    Le si velarono gli occhi di lacrime.
    Quindi lo sguardo riprese la sua discesa indietro, oltre la spalla fino al chiosco che sprigionava ancora sfrigolii e poi al robottino pulitore. In certi giorni aveva pianto anche per loro, solo lei sapeva perché. Ne approfittò per individuare dispositivi di comunicazione che lui avesse indosso.
    Al loro turno Molly sollevò le mani e le mise in posizione, sospese.
    Se i coltelli non le davano molto da pensare, non aveva considerato però che verso il sentirsi in trappola la sua filosofia non era altrettanto rosea. Infatti, si bloccò, vittima dell'emotività.
    Prese un altro respiro, sbattendo ripetutamente le palpebre disse tra sé a fior di labbra, veloce, una definizione sciorinata.

    La prima elaborazione dello shock da parte del cervello può essa stessa interferire con l'azione del soggetto. Non si chiama colpa, si chiama condizionamento...

    Poi, lo stomaco di Molly lanciò un brontolio, un richiamo maestoso.
    Se la donna era bloccata prima, si bloccò ancora di più.
  2. .
    Doris che si tirava in piedi, che ascoltava la pressante richiesta. Fissò la spada, la sollevò dal pomo e si spostò nella luce del corridoio, dove il carro armato del besalisk sbalzava via qualunque ospite, con uno spicchio del viso e il braccio della donna rossastra che spuntavano.
    Cedere, concedere.
    Quando?
    Mai, o quasi.
    Quadretti felici e riconciliazioni erano stati per così tanto tempo soltanto scenari ai margini, cose che non le si avvicinavano come se lei avesse qualcosa di repellente, che non poteva comprenderli fino in fondo.
    Se un tempo li aveva desiderati con un cuore aperto, che conosceva se stesso, adesso era rimasto un desiderio veloce come uno scrocchio di patatine che aveva perso il suo scopo.
    La difesa, l'attacco e l'analisi di costi e benefici invece avevano scopi forti e delineati. Quando agiva in una di queste direzioni aveva la sensazione di contribuire ancora a un progetto proprio.
    Concedere, aveva imparato, non aveva futuro e Doris non aveva tempo da perdere.
    Salvo quando lo perdeva dietro le richieste repubblicane bislacche e insopportabili.
    Adesso che aveva ceduto per la sicurezza di civili e la cecità culturale di quella donna, doveva riprendere le posizioni note, sull'attenti del suo comandante interiore.
    Quando la sconosciuta scomparve giù nei percorsi dell'albergo intrappolata dal besalisk benefattore, l'ospite seloniana sopra la testa di Doris ancora non aveva mollato il soffitto. Non avrebbe restituito la spada. Un ricavo, un mistero, un'offerta e forse un riscatto visti i fastidi che la sconosciuta le aveva provocato, sebbene quest'ultima non le avesse dato troppo filo da torcere, sebbene quest'ultima le avesse colorato un po' la giornata.
    Non restituire quella spada per non chiudere quella storia.
    Non restituirla per scoprire perché ci tenesse tanto.
    Non restituirla in quel progetto sbilenco di una rete che portasse altri verso di lei, perché loro chiedessero e lei ottenesse.
    O per valutarla da un antiquario o armaiolo.
    O per portarla a suo padre come trofeo di guerra.
    O per affettare il prossimo che l'avesse paragonata a del sushi.
  3. .
    Non sapevo di questa serie!
    Wow... se sarà bella come sembra, wow davvero.
    Adoro il momento del maestro circondato da piccoli padawan, un momento semplice ma anche dettagli del genere allargano il mondo. Come anche la reazione visibile della guerriera quando subisce la Forza. Ha tutto il potenziale per approfondire il mondo dei jedi e questo è emozionante.
    Meno male, avevo una gran voglia di fruire di qualcosa di starwarsiano
  4. .
    Tutte quelle promesse di sofficità, di una vita chic, di sensazioni felici da vestire li circondavano. Le pile ordinate, un mondo senza pieghe appena predisposto da una madre immaginaria.
    Poche piste, ma meglio di niente. Doveva lavorare su quello che aveva e quello che aveva era molta confusione intorno all'atteggiamento di lui.
    Altalenante.
    Quindi preoccupante?
    La maggior parte avrebbe detto di sì e lei lo sapeva non perché si unisse a quel giudizio, ma perché aveva studiato.

    Il lutto è una questione delicata, anche se non ti tocca in prima persona. Disimpegnarsi dal lutto di un amico non è mai un'azione casuale né per chi la compie né per chi la osserva. Il lutto richiede una risposta, nessuna scappatoia.

    Il disinteresse del chiss alla sua triste affermazione poteva essere paura della morte o atteggiamento antisociale o altro. Ma non era normale. Quella pista poteva essere rimarcata. Il rischio era dipingere quell'uomo sempre più "di pancia" man mano che i motivi di inquietudine aumentavano. Comunque la mossa di Molly era stata oculata, lui sarebbe stato semplicemente redarguito e lei non avrebbe fatto tardi al lavoro. Gravità non era una parola che avrebbe incluso in alcuno dei suoi pensieri del momento...
    ...finché non le fu schiacciata in faccia gelida la traccia appena visibile di un coltello nell'aria vicino a lei.
    Un irrigidimento che si ritrasse, fisiologico, ma le emozioni non arrivavano mai piene, erano come un carico sempre per metà disperso. Inoltre molto altro, altro infinitamente accadeva a due passi, a 100 passi, a chilometri e migliaia di chilometri da lei, questa era la vita, movimento e probabilità, finché lei avesse costituito parte di queste equazione e finché fosse riuscita a leggerla, la sua serenità si sarebbe mantenuta pressoché stabile. Se una spia non avesse fatto pace con gli incidenti, non sarebbe stata una buona spia.
    Certo, il sentore di violenza che aveva respirato dietro la porta del bagno si riaffacciò per un attimo insieme alla sua oscurità. Ma il fallimento di una conversazione l'angustiava più di un coltello nello stomaco, a conti fatti. Le conversazioni la distruggevano, anche l'evento del bagno l'aveva distrutta ma non c'erano stati coltelli che potesse vedere. La legge del trauma: le conversazioni non ti lasciano stare, mentre i coltelli, in genere, si.
    Il chiss avrebbe potuto percepire un riequilibrarsi del respiro e della postura abbastanza veloce anche se non completo. La giacca e la stretta... non riusciva a non pensarci.
    E così una notevole scoperta non sollecitata... Come molte volte nella storia della scienza e di qui l'immortale adagio sull'importanza degli esperimenti al di là del loro esito. Insomma quell'uomo le aveva appena fatto un regalo ed era diventato un soggetto degno di essere tracciato.

    Mi ha regalato la sua paura.

    Inodore per lei, ma solo perché umana, sebbene gli umani romanzassero di poterla annusare.

    Una reazione conforme allo stress post traumatico. E se anche fosse "solo" questo, i sopravvissuti sono una delle principali fonti di sostentamento degli studi sociologici. Un cacciatore, un fuggitivo, una vittima?

    ...Sta bene?

    L'uso della terza persona per ufficializzare il venir meno della farsa. Le sembrò nel complesso una buona domanda.
    A quel punto, gli occhi verdi e cristallini puntati davanti verso il basso, notò dove si trovavano. Accanto al reparto dedicato alla nuova passione chiss, nello specifico il reparto adolescenti (ovviamente simile cosa concepibile esclusivamente per quel target). Una striminzita sezione... eppure esistente e...
    Le mani si mossero da sole a sollevare una t-shirt tinta unita azzurra, salvo due ovali affusolati e distanziati di rosso traslucido all'altezza del petto che, una volta aderita la maglietta per il verso giusto al busto, per prova, sarebbero stati nientemeno che due occhi sulle tette...

    Ah... Molly stirò le labbra e ripiegò la t-shirt. Devo andare. Fece attivamente per andarsene voltandosi sbrigativa.
  5. .
    Se ne stava rendendo conto.
    La Repubblica... sbuffava, prima. Roteava gli occhi, incrociava le braccia di fronte a quell'istituzione che la inglobava e la comandava.
    Adesso invece, sempre più evidentemente, la Repubblica la stressava.
    Dieci minuti prima il suo più grande problema erano gli avanzi della pizza sparsi, adesso una donna sconosciuta che aveva provato a strapazzarla ben bene (se non ucciderla) rantolava e le affidava la vendetta.
    Cos'aveva lì?
    Il besalisk aveva scambiato tutto per una messinscena e per poco anche lei non restava ingannata (l'unica luce che proveniva dal corridoio attraverso la strana cornice del muro distrutto creava effettivamente la giusta atmosfera).
    Il contatto marmoreo delle quattro mani impilate fu come il catalizzatore di una riflessione. Partì dal nuovo atteggiamento della sconosciuta, che non era tornato alla rabbia originaria e si era assestato su quella arrendevole conciliazione.
    Ci aveva sperato che riprendessero la baruffa, quella la capiva meglio, lì era più a suo agio.
    No... proprio non ce la faceva. Quando qualcuno le spiattellava la propria vulnerabilità non riusciva a girarsi dall'altra parte (cosa buona) o a starsene con le mani in mano (cosa non sempre buona).
    Le aveva praticamente messo sul piatto tutta una vita trasudante desideri nella forma di poche frasi spezzate... Non era giusto. Ora Doris era incatenata. Ora lo sentiva anche lei quel nucleo, e quando lo sentiva, doveva combattere ciò che lo minacciava.
    Non si agitava più, prese un respiro che, per quanto fu massiccio, le arrivò alle spalle.
    - No... no, cara... Qui nessuno uccide nessuno, credo... Ti serve solo un'altra prospettiva... Può essere un pugno nello stomaco, ma sempre meglio della morte, credo...
    Il besalisk stava piangendo, mentre la cereana se n'era andata alla ricerca della stanza-palco successiva perché bisognosa di nuovi input intellettuali.
    Non aveva idea di cosa stesse facendo. Non aveva idea di nulla. C'era un chiaro punto lampeggiante d'interesse nell'hutt appena nominato, il mandante. E poi una sfilza di punti interrogativi che si perdeva all'infinito... con la domanda principale e cruciale: quantitativamente, come si poteva stimare il problema in cui si era ritrovata? Quanti erano là fuori? Quei bastardi degli ufficiali lo sapevano e l'avevano mandata al macello? La paranoia aveva le sue ragioni. Se era così, c'entrava sicuramente quel fazzoletto sporco del Capitano Donovan.
    - ...E ti serve un medico.
    - Un medico?? - vociò riscuotendosi il besalisk - Io medico! - si era fatto influenzare dai vuoti grammaticali dell'altra e dalla paura, non parlava effettivamente così.
    - Serve ospedal- lo stesso contagio ci fu per Doris, che però non poté finire per l'urto col corpone del besalisk che si era fin troppo riscosso e, rialzandosi, sembrava aver triplicato la propria massa, colpendo Doris con l'arco di un bicipite e mandandola dritta stesa a terra intanto che sollevava la presunta sith come un sacco di patate e, con le sue quattro mani-pagnotte, la faceva piroettare in aria riprendendola sempre in una posizione diversa, così da osservarla da ogni lato.
    Puntellandosi sui gomiti (il fucile mai abbandonato), quello che Doris vide fu la monumentale schiena del besalisk sfondare un altro po' il buco del muro mentre lo attraversava... e lo attraversò urlando come un grido di guerra - Ospedaleeee! - tenendo in braccio la giovane, proprio nel momento in cui appariva nel corridoio una ospite seloniana che, presa in contropiede, fu sbalzata dal terrore verso il soffitto a cui si artigliò... e i passi reboanti del besalisk su cui la giovane ondeggiava, si allontanarono.
    Doris abbandonò la testa indietro in un sospiro e pensando:
    'Io... so soltanto... la guerra...'
  6. .
    CITAZIONE
    La cabina di Thanen era da qualche parte proprio lì, tra un venditori di liquori di Iziz-city e una coppietta di novelli sposini che non faceva altro che cigolare sulle brandine tutto il giorno. Ad un certo punto aveva bussato per chiedere se avessero bisogno di lubrificante, ma non lo avevano sentito, o forse lo avevano ignorato.

    Thanen sempre puntuale
    Thanen che se le cerca
  7. .
    Nome pg e link scheda: Molly Miller
    Livello pg: 1
    Nome Superquest: Fuga da Yavin
    Fazione o altre note: Repubblica

    Che
    emozione
  8. .
    Non le sarebbe dispiaciuto morire. Sarebbe stata una novità. Non temeva neanche il dolore, con il carattere che aveva, non lo temeva per fargli un dispetto. Ma niente ancora per quel giorno.
    La donna che l'aveva aggredita era fuori gioco e non c'era granché di empatia in circolo nella quarren, ma lo spettro delle emozioni era sfumato in quel crepuscolo che sempre la faceva dannare invocando stati d'animo neri o bianchi.
    Dottore, sto male! Provo due emozioni insieme!
    Avvocato, sono io la vittima! Provo due emozioni insieme!
    Doveva provare rispetto per chiunque sopportasse la ferita di un cecchino sulla carne. Al contempo non riusciva a classificare la richiesta di morte a seguito di piccole baruffe come quella appena passata (E' dopotutto stata forgiata dalla crescita in mezzo a innumerevoli fratelli NdA), né si sentiva più sicura del proprio ruolo a un livello più generale...
    Lei uccideva solo quelli che non volevano morire, giusto? Non era una prerogativa fondamentale? Come se uccidere in fondo non fosse che una questione di rimettere in riga, di far valere La colonizzazione dell'umiltà. Aspetta che ti rimetto in riga facendosi saltare la testa!
    Sembrava irrealistico che una persona sfondasse un muro e giocasse alla lotta con lei solo per perché in preda a un raptus suicida e la storia fosse destinata a finire così. Scorse una più probabile sorgente religiosa dietro quelle parole. Il sentore di un'esigenza rieducatrice che sfiorò Doris fu probabilmente la cosa che salvò la giovane, in quanto rieducazione escludeva organi sparsi quella e là, almeno in quella parte della galassia.
    - E' la cosa più triste che abbia visto... - dopo il modo in cui suo padre l'aveva sempre trattata.
    Comunque era vero che attirava disperati. Prima Dexen, poi lei. Dove se li sarebbe messi tutti quanti? Una volta in Accademia avrebbe holonettato "Servizi assistenziali" come azione meramente antistress...
    ...Stallo.
    La finestra taceva.
    ...
    Non credeva di aver davvero formulato il pensiero che aveva formulato, e invece...
    - C'è un'opzione...
    Ma non poté finire di formularlo anche a voce, per fortuna, perché delle fievoli voci sorsero al di là del buco nel muro, camminavano, si avvicinavano nel corridoio...
    Una voce soave e lenta - Saranno andati di qua? Questa cena con delitto mi manda tutta in subbuglio. Qualcosa di completamente nuovo... Devo riaggiornare i miei schemi...
    Contrapposto, un vocione asmatico rimbalzava tra le pareti fragili accompagnato da tonfi di passi con cadenza rallentata - Più sorprese. Mi piace... Niente ancora del gruppo... O fa parte dello spettacolo, perdersi? Beh, andiamo avanti e occhi aperti... Comunque, secondo me l'arma del delitto è il laccio emostatico...
    - Mmmmh...
    - Non dirmi niente! So che già sai la soluzione! Ma ti stupiresti, amore, dei modi in cui può essere usato un laccio emostatico al giorno d'oggi... - lo diceva da medico qual era.
    ...Il cucuzzolo di una testa di cereano traghettò il viso di una donna placidamente curiosa nella visuale di Doris e della presunta sith, seguita dal grugno marrone di un besalisk che si portò tutte e quattro le mani alla boccona mentre si strozzava per trattenere il respiro.
    - Ci siamo! Abbiamo trovato la stanza giusta - sussurrò forte mentre le quattro mani scendevano piano - E con una storia imprevedibile... protagonisti del tutto nuovi...
    Doris fece una smorfia da calamaro a cui avessero appena tagliato un tentacolo, lo sguardo corse alla finestra, poi ci corse lei.
    Niente, nessun tasto che promettesse di mutare la finestra con qualche mezzo moderno in uno specchio nero o blindato... solo un filo laterale collegato a un rotolo di lamine in cima.
    Avvicinò le dita goffe della mano libera, tirò piano, tirò forte, cominciò a strattonare come se dovesse azionare da sola, manualmente un cacciatorpediniere, ci si aggrappò...
    E alla fine, dopo vario chiacchiericcio laminato, il rotolo si dispiegò e coprì tutta la finestra e la visuale al cecchino lì fuori. Ottimo.
    Era sicura al 99% che si fosse dileguato, ma con dei civili quell'1%, se non affrontato, avrebbe dato indigestione.
    - Mmmmh - la cereana meditava, gli occhi sottili, poi chiusi, a lungo chiusi, tanto a lungo che forse si era addormentata... e invece no. - Qual è un finale roseo che immagini per questa situazione, mio amor? - Gli stava fornendo un corso di formazione intensivo in intelligenza emotiva.
    Doris fece giusto in tempo a voltarsi di nuovo verso il terzetto che si sentì avvolgere la mano libera in un panettone caldo - la mano del besalisk - e un'altra pezza enorme e calda sulla spalla, entrambe che la tiravano giù con una gentilezza colossale.
    Il besalisk era infatti inginocchiato come se stesse officiando un rito, tra lei e l'avversaria e stringeva entrambe allo stesso modo in quell'abbraccio bibracciuto paternalistico, il cui obiettivo era...
    Mettere la mano di Doris in quella della presuta sith.
    Il volto dell'alieno era una maschera perfettamente replicante la placidità della cereana.
    Doris, tra le altre mille cose, inorridì anche per questo, per il segno manifesto di un legame, una concatenazione tra quei due strambi: 'Tsk, amore!'
    E ora la sua mano era definitiviamente in quella dell'altra, e le loro mani erano schiacciate dalle manone bene intenzionate del besalisk.
    - La guerra nasce dai fraintendimenti...
    E, ironia della sorte, in quel caso era sorprendentemente vero...

    Edited by Proper - 25/3/2024, 14:40
  9. .
    La calma esterna non era cambiata ma quello che Molly sentiva, era una miriade di rumori. Informazioni in entrata.

    Non possiamo evitare di fornire informazioni su noi stessi per quanto ci sforziamo. Una delle tante prime lezioni.

    E lei non poteva evitare di contare i minuti che passavano, in un modo non proprio cosciente ma comunque preciso. Da qualche parte nella sua testa era già stata preparata una proiezione completa di tempi per pranzare, liberarsi dello sconosciuto e coprire fisicamente la distanza dagli Archivi. Ovviamente l'incognita stava nella seconda voce dell'elenco. Non aveva dubbi sulla propria capacità di concisione, aveva legittimi dubbi sul fatto che l'uomo l'avrebbe lasciata andare, gli interessi di lui che ancora nascondevano praticamente tutta la loro massa.

    Ciò che si nasconde ha molto peso. Anche quel peso è nascosto.

    Veramente, profondamente lieta di non dover fare da appoggio per il braccio di nessuno, ascoltò la barzelletta e guardò il chiosco e il listino dei suoi piatti mentre la mente si divideva in più pensieri.

    Ha temuto il contatto? Un contatto piccolo... Mi è simile in questo? Cosa mi sta vendendo? E' possibile che che una ritrosia marcata si sposi con un'estroversione marcata... E' tutto marcato, volendo o non volendo. L'estroversione a volte è un diversivo. Fa sfoggio delle sue abilità. Questa capacità di imitare le voci non è comune, molto utile a fini criminali. Anche a fini ricreativi. Se fosse attratto da Lucrezia, la bella costruzione di questa barzelletta sarebbe banalmente spiegata. L'ironia gli è propria. L'ironia è contagiosa. L'ironia funziona immancabilmente quando nasce come arma da difesa. Il tipo di barzelletta può di nuovo indicare il tipo di rapporto con Lucrezia o un desiderio di stressarmi, visto il contrasto tra il mio chiaro ambiente di provenienza e l'ambiente di provenienza della storiella. Non ne sentivo di così sconce dalle elementari, ma lì erano più brevi almeno... Principale effetto collaterale di questa conversazione finora: l'associazione tra Mullan e i pompini ormai è fatta.

    Ma la barzelletta in sé non le diede meno da pensare. Come tutto, la prese con estrema serietà e si lambiccò. Giochi di parole, frasi il cui senso fosse rovesciabile, caratteristiche che escludevano o univano le razze dei protagonisti in gruppi. Beh, si poteva dire una cosa delle barzellette, nascondevano così bene le loro intenzioni che erano praticamente delle spie fatte parole e ironia!
    Questo le fece pensare che se avesse davvero avuto una spia davanti in quel momento o in un altro, non ci avrebbe capito niente... E questo a sua volta la abbatté un pochino, ma comunque rispose con la solita placida e distaccata voce, con un pizzico di bit da calcolatore.

    I tre si conoscevano. Dunque era una trappola. E' sempre una trappola! La donna di Pantora era in realtà la figlia della proprietaria del Posto e a sentirla così insultata, la madre ha commissionato l'omicidio dello zabrak, facendo così il gioco degli altri due. Logico... Sì.

    Poi, con interesse, guardandolo ogni tanto con aria svagata, insomma la sua aria naturale. Gli uomini provano davvero piacere a intrattenersi sessualmente con una donna multitasking anche se queste suoi vari task non migliorano di fatto l'esperienza in sé? Ad esempio, preferirebbero una donna che mentre è impegnata con loro prepara una frittata, o una che non lo fa?

    Poi fece un tentativo, intanto che i profumi dei rispettivi spaghetti ordinati cominciavano ad arrivare in volute di calore velate in quella metà giornata cristallina. Un tentativo didattico, che poteva celare un po' di quello stress che forse il chiss voleva infonderle (e che lei aveva percepito bene, per qualche ragione, dalle imitazioni vocali), come a una controffensiva con la stessa moneta, ma perlopiù era un test, era studio. Ricordo quando facevi scherzi al comlink di tuo padre riuscendo a replicare la sua voce... Invece il problema del contatto fisico mi sembra peggiorato da Mullan...

    Una creazione condivisa, con regole non condivise, non tutte, alcune le percepisco, ma si potrebbe romperle in qualsiasi momento. Se esitano capirai qualcosa di loro. Se esitano mescoleranno la verità alla finzione per fare più in fretta.

    Quindi sorrise comprensiva. Più o meno. Un ghigno... super artificioso.
    La sua vera offensiva, il suo affondo estremo per inquietarlo, trovare un'incrinatura, perché se lui poteva gettare i propri panni e vestirne altri nel giro di secondi, lei non poteva farlo, non aveva potuto farlo per una vita. E i suoi sorrisi erano sempre rimasti inquietanti.
  10. .

    Accensioni di moto e meduse



    L'antagonista era abbastanza stupido da estrarre una pistola: buono.
    L'antagonista teneva tanto a ciò che stava trafugando da estrarre una pistola: non buono.
    Come qualunque brava vittima Doris focalizzò inizialmente lo sguardo sull'arma, la canna e il suo buio interno. In quegli istanti una reazione prevaricava tutte le altre in quanto a vantaggio, quindi non esitò, sollevò piano entrambe le mani in segno di resa.
    - Adesso nessuno farà nulla di stupido e terremo tutti le mani al loro postuccio, ossia inoffensive in alto - sentiva stringente la necessità di dare quelle istruzioni nel modo più chiaro possibile, perché con quei due, con cui sentiva di condividere qualcosa di molto poco arguto, credeva fosse indispensabile. Il celestino forse aveva bisogno di un'oliatura dopo la frittata di poco prima, ma la sua altezza e flessuosità erano dei tratti pronti a scombinare l'aria, a tagliare il mazzo di carte in un punto imprevedibile. Per quanto riguardava il collega... era un ringhio quello che stava emettendo?!
    - Ma uno starnuto forzuto sarebbe concesso e anche benvenuto... - ancora cercava di suscitare nel ragazzo i moti della Forza, una lunga occhiata che aveva l'effetto di una ruspa venuta per strappargli tutti i segreti.
    Poi, il trianii. Aveva un tono sorprendentemente sicuro di sé, radicato. 'Non è un novellino'.
    - Vada pure. Ha la nostra benedizione... - neutra, con un sorriso omicida attentamente dissimulato.
    Aveva guardato Doris e il ragazzo come se fossero fenomeni da baraccone, mentre non sottovalutava il soldato. Virilità a confronto. 'Ottimo.'
    - Tsk - un sogghigno affilato. Il ladro li aveva in pugno, li aggirò e saltò sul suo speeder bike - per forza di cose limitato e rallentato dal viavai.
    Il Soldato Tuffatore su Ragazzi Celestini gli fu subito dietro, a piedi però, correndo in modo notevole. Reso ancora più notevole dal fatto che niente lo fermò, nemmeno inciampare e quasi uccidersi su un altro astromecca lanciato verso lo schermo clandestino di XB-09, e nemmeno quando una medusa fluttuante, la creatura da compagnia di una signora dalle labbra troppo grandi e il rossetto troppo rosso, gli si attaccò a una chiappa con l'intenzione di succhiarla fino a consumarla attivando la propria bioluminescenza entusiasta.
    Il suo percorso tra la folla, i velivoli, i robot, i container e i nastri trasportatori fu segnalato da un continuo ma sempre più ovattato *TLIN* *TLIN* *TLITLTLTLIN* delle notifiche dei punti del Fanta-Accademia che stava guadagnando in un chiaro colpo di culo.
    Doris mise mano al comlink e contemporaneamente, se il ragazzo avesse provato ad allontanarsi, lo avrebbe trattenuto. - Aiutami - disse ricordandosi perfettamente che, a parti inverse, lo aveva ignorato, e con tutto ciò, senza percepire la benché minima incoerenza. Aveva scorto nella penombra del container la sagoma di qualcosa di interessante...
    ... Una moto.
    Con il comlink aveva contattato il centro delle forze di vigilanza dello spazioporto.
    - Sì? - una voce... ingrossata.
    - Devo segnalare un furto nel settore B1, moli dall'0001B al 0011B. Un trianii...
    - Una triremi?!
    Doris capì. La voce stava mangiando. No... si stava ingozzando di qualcosa di unto.
    Era entrata nel container e a quel punto la comunicazione sfarfallò, per qualche ragione.
    Era entrata decisa perché tutti quelli che le avevano sempre detto di non prenderla sul personale, li aveva bollati come dei fanfaroni farneticatori.
    Quel criminale stava ostacolando, e non solo, stava minacciando la sua carriera, virandola verso una lunga sequenza di giorni dedicata alla pulizia di una sequenza altrettanto lunga di console dell'Accademia militare su cui finiva ogni genere di briciola e salsa. Se non era personale questo!
    La quarren non si preoccupò subito di ristabilire il contatto audio e osservando la moto - lei non aveva problemi con la sua vista abituata alle oscurità - si fermò lì accanto.
    - Accenditi.
    Nulla.
    Batté le mani una volta.
    Niente.
    Due volte.
    Niente...
    - Acce... - *CLAP* - ndi... - *CLAP* - ti... - *CLAP*
    Silenzio immenso spalancato sulla voragine della sua ignoranza.

    Edited by Proper - 1/5/2024, 10:17
  11. .
    Un secondo prima la vita era pressoché normale, uguale a se stessa, un secondo dopo aveva una mano tra i capelli, un evento, per lei, di portata straordinaria. A volte evitava di uscire per evenienze molto più ordinarie come, per lo più, scansare questa o quella persona o la totalità degli individui. Adesso poteva aggiungere anche questa voce, ma aprendo per essa una sottocategoria nuova. Sottocategoria ma non trascurabile, con mille appendici.
    Quel dettaglio inspiegabile delle mano del chiss sulla sua testa creò una piccola singolarità che gettò tutti i suoi riferimenti e le sue regole in quello che, nel corrispettivo di una massa umana, sarebbe stato un vero e proprio parapiglia.
    Una mano tra i capelli per ghermire le regole delle convenzioni sociali e nel buio incatenarle...
    Un secondo dopo ancora, quando fare mente locale apparve fattibile, stava camminando con quello sconosciuto e aveva un suo braccio sulle spalle, il possibile incipit di un altro simil botto per far svenire tutti i pensieri. Soprattutto perché il primo fu

    E' ancora fresco (l'incidente). E' giusto che stia ancora negli Archivi.

    Il richiamo dell'accaduto avrebbe potuto mettere il dito nella piaga e peggiorare confusione e prestazioni. Inoltre non le era immediatamente chiara la verità che poteva sbrigliarsi con un semplice e secco (secco con lei era più simile a un neutro o un riarso morente) "Guardi che si sta sbagliando", come che fosse sempre nelle sue possibilità prendere e andarsene. Quindi per Molly quello non fu un semplice inconveniente bensì una carrettata di problemi appena nati di cui lei era la mamma. Era il suo modo solito di affrontare la socialità quando non aveva potuto alleviarla, ammansirla e... per meglio dire... esorcizzarla con mesi di studio appassionato sui soggetti da avvicinare.
    La socialità era studio e quel chiss era un esame per cui non aveva letto neanche una riga.
    Ma quando sulle sue labbra corse un tremolio come se stesse per sputare un rospetto le venne un'idea, le venne il coraggio.
    Quell'uomo poteva essere chiunque. Detto questo o si era sbagliato nell'identificarla - aveva riportato un trauma durante Mullan? - o stava fingendo. Un modo sgraziato di fare "abbordaggio" per fini sessuali o per profonda solitudine? Voleva solo scherzare per motivi oscuri? Era un agente che non ricordava e che voleva farla allenare nelle relazioni? Per un attimo questa soluzione, non si sa come, le parve quasi perfetta e rivelatrice...

    E' rassicurante. Attenta.

    C'era un'opportunità lì. E non era forse il suo lavoro scovarne?
    Poteva mettersi alla prova, impratichendosi nella conversazione ed esponendosi a un rischio limitato, dopotutto erano alla luce del sole in mezzo a testimoni.
    Un sapore delle speranze che nutriva per se stessa durante l'addestramento...
    Tanto sarebbe stata questione di minuti e poi avrebbe detto la verità (più o meno) all'uomo, senza alcun danno. Nel caso peggiore avrebbe urlato, anche se non era sicura di esserne capace.
    E che studio fosse. Caschetto di capelli esploso, forchetta insensata in mano e braccio ancora più insensato sulle spalle, Molly lanciò un'occhiata sottile al chiss, molto, troppo assottigliata... Il contrario della discrezione, insomma. Chi era?

    Lucrezia. Che nome ricco. Ha conservato la sua forma antica...

    E dopo questo breve vezzo di gradimento si trovò di fronte a due problemi prominenti: gli spaghetti ancora là, da evitare, e il braccio di cui liberarsi, perché quello no, proprio non andava bene, parti di altre persone sulle proprie parti potevano quasi farla sentire male, chiudere, autodistruggere..
    Schivò gli spaghetti e tentò uno slittamento fuor dalla presa, ma niente da fare, quella persona era determinata e, da quanto diceva, un militare.

    Mmmh, sì. Le amicizie possono essere complicate. Sì? Ma hanno terreni tanto vasti che crudeltà e abbandono si superano con un salto, e noi siamo già a quel punto vedo... Era la prima persona che sentiva parlare di Mullan in quel modo... scanzonato. Immagino di essere stata debole e allontanandoti, ho allontanato anche i tuoi racconti di guerra. Le persone lo fanno, la prossimità illusoria... ma, ehm, comunque ti trovo bene! il tono s'impennò un po' verso l'alto. E... li rinfrancavi? Come?

    Quello era interesse personale. Sono una pettegola?

    Oh. L'elenco telefonico sembra una cosa facile...

    Mosse la mano libera per afferrare quella del chiss, prima di rendersi conto che, per riuscirci... doveva afferrare quella del chiss. Le mani così attive. Le mani e l'intimità. Le mani così potenzialmente sporche.
    Sembrò pietrificarsi mentre la bolla di coraggio si indeboliva e lasciava penetrare la paranoia, o forse il buonsenso, riguardo certe questioni aperte: il rapporto tra lui e Lucrezia (che poteva far fluttuare quella mano verso mete ancora più interdette...), la possibilità di essere registrata, quella di venire derubata.
    Si strinse la cara forchetta al petto come una sacerdotessa con la sua immagine sacra evitando per bontà divina le fettone di tempio che crollavano mentre l'edificio salutava per sempre il mondo...
  12. .
    L'effetto magico dell'etchiù sul cavo fece storcere lo sguardo a Doris...
    'Oh no.'
    Che quello spilungone mingherlino fosse un adepto della Forza e fosse solo questione di tempo prima che le si ritorcesse contro come con il cavo?! Aveva appena scovato un ragazzo delle leggende, povero in canna, perfetto per la propaganda, che coltivava un talento che avrebbe riequilibrato l'universo mentre passava da abiti cenciosi comuni ad abiti cenciosi jedi? Lo sguardo si tinse di una nota stuzzicata. Ultimamente era come se andasse alla ricerca di bottini con cui lusingare la Repubblica, come un bravo cagnolino da fiuto, probabilmente per scappare una volta per tutte dalla presa amebica di incarichi come quello. Poteva collezionare quel ragazzo?
    Ma un brividino la percorse. Ci mancava solo che andasse lì a tastarlo per capire se tutti gli organi fossero a posto o ad affondare le tre lunghe dita nel casco arruffato bianco per decidere se la qualità del capello fosse giusta per dei cappellini...
    ...
    Azione. Sì, bello. Però... iniziava a stancarsi di quelle circostanze che la vita le gettava addosso senza la minima considerazione per la sua predisposizione naturale e i suoi interessi... Lei era un futuro cecchino a pieno titolo, ovvero, lo sarebbe stato se, santo Leviatano, avesse avuto le opportunità di fare il cecchino. Non che ci fosse fretta, le teste da far saltare di certo non scarseggiavano, ma comunque la fretta non era il balsamo della società della sua epoca? La sua vita era storica benché lei se ne accorgesse o meno e quindi aveva fretta.
    Stava per precipitarsi fuori quando sentì di dover controllare il biondino... che era scomparso nel nulla: lo sguardo colpì solo il disordine muto della piccola stanza, finché con un'intuizione non si posò sul monitor di sicurezza e... ed eccolo lì. Un'azzurrina gazzella bipede alta un edificio.
    'Maledizione!'
    Riprese la corsa e la porta inceppata ovviamente tentò una chiusura più perentoria mentre lei passava. Schiacciata come un anello di calamaro tra dita bramose...
    Ringhiò alla porta e questa fece dietrofront, anche se non per un legame causa-effetto.
    Fuori non si soffermò più di un istante a scrutare l'obbiettivo tra luci e ombre perché quando l'occasione arrivò, lei l'afferrò.
    Un astromeccanico, dall'andatura quasi pollesca a causa delle sue forme funzionali, le sfrecciò accanto tambureggiando il suo passo.
    E Doris ci salì sopra. Ovvero, salì sopra la pedanina attaccata al suo retro.
    - Anche lei vuole vedere il nuovo maxi schermo allestito da XB-09? - un'innocente allegria nella frequenza metallica.
    - Come? - le mani poggiate sulle spalle tonde e fredde del droide, si sporse leggermente per il riflesso di esaminare i lineamenti.
    - Lo schermo... sa, quello clandestino, all'ultimo gate dismesso, per guadare Distretto di Coruscant, no?
    - Oh...
    Una volta - per sbaglio - era finita su un post di un collega che puntualmente aveva la sua frase del giorno da condividere col mondo secondo lui, con i due tre che se lo filavano nella realtà. La frase recitava più o meno così "La congregazione (di tutti gli individui) è all'opera ogni giorno per regalarti momenti degni di essere vissuti". Non proprio nelle sue corde... ma era vero o no che era in debito verso Distretto di Coruscant? E anche Dexen, sebbene non lo sapesse.
    Avrebbe potuto portare la sua parente/amica di famiglia Ela al gate di XB-09 per un bel watchparty la prossima volta...
    A distrarla dalla distrazione fu un urlo sdentato.
    - Per la RepubblicaaaAAAAAAAAA!!!
    Era praticamente arrivata, ma con un praticamente di troppo. In una visuale parziale perché tagliata dagli angoli del container, vide una sagoma tuffarsi a bomba sopra il giovane spilungone con gli occhi troppo palpitanti per accorgersi di alcunché...
    *BADABOM*
    Doris fece un saltello giù mentre un'esclamazione di stupore dell'astromeccanico nacque ma già sfocata, distante, in quanto non si era fermato per un attimo nella sua avanzata devota, salpato dritto verso il suo mondo di fantasia impacchettato...
    Il ragazzo era lo strato in basso, e il collega pigrone lo strato in alto di un panino triste perché condito solo con dolore fisico... Si sfiorò la fronte con la mano prima di piegarsi e cercare di far rotolare via il collega tirandolo dal braccio... con intanto lo stomaco che si mordeva da solo perché le priorità erano altre.
    - Ragazzo, coraggio, la Forza è con te... - un commento come un altro, che avrebbe energizzato chiunque, e in caso di fortuna estrema, avrebbe risvegliato qualcuno in un potere sconcertante... - ammiccò indagatoria verso il viso celestino, forse collezionabile... - E tu, idiota, non è stato lui a colpirti! Togliti di mezzo!
  13. .
    'Beh... ciao?'
    Tra tutte le cose che la sua mente poteva ragionevolmente pensare in quel momento scelse 'L'ultima volta che ho avuto un contatto fisico così stretto, avrò avuto dieci anni'.
    Tra tutto ciò che aveva da fare, tra cui salvarsi la vita, la priorità fu data a un non trascurabile livello di imbarazzo, mentre gli occhi concentravano qualche denso secondo nell'osservazione ravvicinatissima del collo e del viso di...
    Una donna. Sicuro.
    ... Una sith? Meno sicuro.
    Un più valido motivo per una esitazione comunque indesiderata, gli occhi celesti attraversati da una crepa di dubbio.
    Una delle razze in cui si realizzava meglio il paradosso dell'elusività accompagnata dalle leggende della pettegola Galassia, quell'enorme macchina cantastorie che ne amava alcune in modo particolare e non permetteva che la loro fiammella si estinguesse.
    Le sue conoscenze razziali non le permettevano di fare confronti e giungere a soluzioni subitanee, le pareva che quelle placche laterali del viso appartenessero anche a un'altra razza, inoltre quella donna aveva lineamenti... fini.
    Niente a che vedere con i sith bruttoni le cui immagini arricchivano i vecchi holo su cui aveva studiato (male), o forse era solo che quelle immagini sbaragliavano tutte le altre, che sicuramente non mancavano, raffiguranti sith ibridi dall'estetica meno sconfortante.
    Beh, doveva ringraziare quel bel faccino, se no chi si sarebbe ripreso da quel colpo? Altri istanti persi, e poi sarebbero stati cavoli amari.
    Nel frattempo aveva cercato al meglio di stabilizzarsi sul materasso puntellando almeno una delle ginocchia, anche se la saldezza vacillava a causa del ribollire della donna.
    Le leggende sith che non morivano... che non venivano lasciate morire... dalla Forza.
    'Dannazione!'
    Per compensare quel vuoto decisionale che, se non fosse stata una ragazza sfacciatamente fortunata, le avrebbe già garantito un viaggio di sola andata per altri reami meno solidi, diede nuova energia al blocco del fucile orizzontale che slittò dallo sterno al collo della presunta sith, andando ad attaccare direttamente il respiro, il perno effimero per l'intera infrastruttura di forza di un individuo, una pressione su cui si sforzò finché non disse, con voce smorzata dalla difficoltà della situazione - Dove li hai lasciati i tentacoli?
    Infatti da ragazzina, la prima volta che aveva visto l'immagine di un sith, aveva notato solo quelli, un elemento in comune.
    Sperava che l'avversaria tentasse una risposta pungente, perché Doris lo sapeva bene, infilare risposte pungenti prospettava un colmo di soddisfazione a volte irresistibile.
    A quel punto avrebbe allontanato il fucile e consentito il respiro, ma solo per sferrare un ulteriore colpo al mento nell'intento di farle magari mordere la lingua e guadagnare tempo, stordendola, in quanto poi le era venuta quest'idea balzana di spostarsi rotolando a sinistra... sulla spada di lei... sì, proprio la spada. La spada che aveva impregnato il suo fianco di un crescente pericolo che non poteva più essere sopportato.
    Dopotutto sciogliersi da quella posizione - che aveva predisposto per sé tutta da sola... - sarebbe risultato lento e goffo nel migliore dei casi, un disastro nei casi restanti.
    Credette di sentire il filo di lama scivolare su un gluteo e un vago dolore...?
    Che mutande stava indossando? Non ricordava...
    Con uno slancio per rendere la sua traccia nebulosa davanti alla finestra e al cecchino in attesa, si schiacciò contro il muro accanto all'arco che dava sul corridoio-ingresso, a filo con quella che sospettava essere l'inquadratura del cecchino, il quale avrebbe dovuto brevemente riaggiustarsi per evitare di sprecare il colpo o avere danni collaterali.
    Da lì mirò e sparò al pc in dotazione della Repubblica, lo schiocco del materiale perforato brutalmente, l'aria frizzante degli ultimi spasmi elettrici che furono l'eterno, frivolo sipario su quel virtuoso rock... spettacolo finito, signore e signori, si svuotino le sale... e anche di corsa, gentilmente!
    Il rinculo si era sentito e l'aveva leggermente portata verso le minacce, quella che era un filo invisibile e micidiale e quella vicina, non più stesa sul letto... un punto interrogativo rosso che cresceva, piacendo a Doris sempre meno...
    ...nonostante potesse costituire la grande news da lanciare al suo ritorno da quella missione su cui non erano stati scommessi nemmeno due spicci.
    Il suo pesante, succoso tesoro.

    Edited by Proper - 1/3/2024, 15:51
  14. .
    Uno sguardo al suo collega, interessante quanto uno schermo che riproducesse sempre la stessa pubblicità, e poi al ragazzino insistente che però aveva qualcosa da dire, e che poteva sostituire quel dire con qualche guaio.
    'Scegli.'
    La terza opzione, quella di visitare il nuovo parco acquatico alla sua inaugurazione con lo spettacolo di foche otto-pinnate, era saltato quando era spuntato fuori quell'incarico.
    La progressione non era un'opinione al di fuori dell'Accademia militare, perché dentro l'Accademia militare lo era. Evidentemente non esisteva un rapporto di crescita proporzionale tra il grado e la rilevanza degli incarichi, stupida lei a crederlo - il prossimo passo era il facchinaggio, a quel punto. E neanche pensava che fosse stata una richiesta mirata. Le quisquilie logistiche di solito non arrivavano agli ufficiali.
    Lo spazioporto: dove se prestavi la giusta attenzione prima o poi qualcosa di losco lo notavi. Come notavi anche quel genere di soggetti che "Adoro gli spazioporti, dove un flusso di vite da tutta la galassia si raccoglie in un unico posto...". Loschissime anche quelle persone, e se avesse dovuto decidere, a loro avrebbe preferito i veri criminali.
    Il compare si diede una grattatina alle chiappe. Doris fece slittare lo sguardo dalla schiena del ragazzino che si allontanava di nuovo sopra il collega. Si sporse leggermente per sbirciare l'ammiccante computer da polso. Vide dei nomi accostati a dei punti.
    Tenente Boubouce 325 punti.
    - Come va il Fanta-Accademia?
    - Il Tenente Boubouce è ancora in testa. Come si fa a battere una che durante un consiglio di alti ufficiali si è messa a rifarsi il trucco e a sbuffare e che doveva uscire? - sghignazzò.
    Capitano Thanen 5 punti.
    - Pessima puntata.
    - Non fa mai nulla di strano... cioè non fa mai nulla! È una noia quell'uomo.
    - Sì... - disse Doris incamminandosi infine al seguito del ragazzino.
    Invase il suo ufficiotto grazie al fatto che la porta si era inceppata ed era tornata indietro aprendosi.
    - È da qui che domini il mondo? - chiese sulla soglia.
    *CRACK* Sopra di lei un pannello del soffitto si staccò e rimase appeso per un filo scoprendo un cavo che sibilava aria infuriata.
    Doris sbatté gli occhi azzurrini. Non sapeva bene come comportarsi: i ragazzini avevano il brutto vizio di essere pieni di speranze.

    Edited by Proper - 10/2/2024, 21:52
  15. .
    Quella era la sua terrazza ed era la terrazza di molti altri. Conteneva le sue tracce e quelle di molti altri.
    Una terrazza nella zona prestigiosa di Coruscant sporgente da uno di quegli edifici ideati per accomodare desideri di ogni tipo in un quadro armonioso.
    Il tempo della sua pausa pranzo, nel solito posto inderogabile, sotto un cielo quel giorno limpido tra tavolini e piccole fontane circolari e terminali aperti per operazioni disparate. Il chiosco la aspettava, chiosco che non creava disomogeneità. Sapeva cosa avrebbe trovato, sempre lo stesso, l'aroma speziato, lo sfrigolio, la cuffietta bianca del cuoco e i suoi gomiti animati e indaffarati, lo vedeva per lo più di spalle.
    Un cuoco che era stato un pirata e portava da anni su Coruscant piatti di una particolare tradizione di Corellia e piatti frutto solo della sua creatività. Corellia dove tutte le strade si incrociavano per creare varietà culinarie mozzafiato. Aveva acquisito l'indiscrezione sulla storia dell'uomo non per ricerche o per domande poste direttamente, ma semplicemente ascoltando nei giorni della sua lunga frequentazione. Anche quel giorno c'era un discreto numero di bambini sulla terrazza. Molly si ricordava della loro esistenza quando arrivava e se ne dimenticava quando se ne andava...
    Dopo aver ordinato il suo piatto, spaghetti con tipiche sardine corelliane, e con accanto un bambino con le manine aggrappate al bordo del chiosco e il nasino ad affacciarsi oltre, lei prese a contare. Contava ogni volta divertendosi a trovare una relazione tra il tempo preciso dedicato dal cuoco a ciascuna fase della preparazione, e il sapore che poi lei avrebbe trovato.
    Il cuoco aveva imparato a conoscerla e non si interrogava più sul modo di lei fisso, o sgradevole, di guardarlo. A guardare così su Corellia ti saresti guadagnato un bel viaggio su una nave su cui non avevi mai pensato o desiderato di salire... Le prime volte si era chiesto se l'avesse vista da qualche parte, poi se lei fosse un pericolo pubblico e stesse tramando qualcosa, poi se vedesse nei suoi macchinari qualche difetto fatale che a lui stava sfuggendo... ma alla fine aveva capito che era soltanto lei.
    Quando il bambino puntò il nasino verso Molly domandò alla madre: "Che cos'ha la signora, sta bene?"
    In compagnia del suo dorato piatto di spaghetti Molly si sedette sul bordo di una fontana circondata da persone inconsapevoli. La Regina degli archivi, il droide per il quale lavorava, soleva dire: "Se fai capire alle persone quanto veramente sono vulnerabili e influenzabili, se lo dimenticheranno l'istante successivo". Da parte sua, Molly non avrebbe saputo dire... Comunque non era chiaro se quello fosse un segnale di cinismo o superiorità. Ma se anche la Regina degli archivi avesse mostrato un'audacia più pungente, ormai era un'istituzione, e a nessuno piaceva ripensare un'istituzione. Aveva tutta l'impressione però che quell'ironia ribelle sarebbe rimasta semplicemente un borbottio.
    E ora il suo pranzo intensamente atteso, consumato tra il fraseggiare polemico o soave di ologrammi di paperotti e fringuelli che popolavano l'acqua e il bordo delle fontane. Senso di coesione ecologica per ricchi: venduto.
    Stava per calare la forchetta per il suo primo lento boccone, quando un bambino di cui improvvisamente si ricordò diede una manata direttamente sul piatto facendolo piombare intero capovolto sulla pavimentazione liscia. Gli occhi le divennero momentaneamente vitrei e un brivido di mortificazione cosmica la percorse dalla punta dei piedi fino alla cima della testa e oltre, drizzando un capello come un'antenna disperata. Tenendo la forchetta a mezz'aria nel suo tailleur grigio, giacchetta sopra una camicia con fiocco rosato, Molly lasciò andare un piccolo sospiro...

    Eleni Bok
    Quando hai detto "senza fretta" era una battuta vero?
32 replies since 6/11/2022
.