New Star Wars Gdr

Votes taken by Eleni Bok

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    Doris, all'inseguimento di Hayden commenta...
    CITAZIONE
    Il ragazzo era lo strato in basso, e il collega pigrone lo strato in alto di un panino triste perché condito solo con dolore fisico...
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    CITAZIONE
    «Avete un travestimento molto complesso, molto ben preparato... e attrezzatura costosa... ma pretendete che io mostri il mio vero volto a tutti e continui questa impresa senza armi da fuoco. Io penso che significhi che mi considerate senza valore e che mi sacrificherete ai vostri scopi, qualunque essi siano, non appena lo riterrete vantaggioso. Non sottovalutatemi solo perché al momento mi conviene obbedirvi»

    Thanen arricciò appena gli angoli della bocca in un sorriso, nascosto sotto la maschera kaleesh. I pensieri della Sith erano sufficientemente elaborati, ma mancavano della giusta logica e dopo tutto l'aveva affermato più volte: lei era una guerriera. Era evidente che il "pensare" fosse dedicato ad altre caste, nella sua società, forse quella stessa a cui lei pensava che lui appartenesse.
    Se vi sottovalutassi, vi avrei lasciato la pistola. decise di rivelarle uno dei suoi errori di logica, come avrebbe potuto fare un droide che segnala un avvenuto conflitto nei comandi ricevuti. C'era però dell'altro: era tornato al "voi". L'aveva fatto coscientemente e si aspettava una reazione compiaciuta nella donna, forse anche spavalda, ma certamente non l'aveva fatto per farle piacere. Lo scopo era un altro, era quello di appianare leggermente l'astio che lei stava provando nei suoi confronti. Era come avere un pesce attaccato alla lenza e continuare a tirare e mollare la ruota di avvolgimento. Voleva tenere Ashara all'amo per più tempo possibile, senza che spezzasse il filo.
    [...]

    Dopo essersi riuniti e aver discusso i dettagli, i due avevano potuto spostarsi di nuovo al piano della Terza Classe. Lì Thanen aveva fatto strada verso l'unico posto con un po' di spazio per esercitarsi e pochi occhi indiscreti, o almeno, occhi indiscreti sì, ma dalle lingue poco credute: avevano raggiunto il vano merci.
    Quella zona era poco sorvegliata e in uno degli angoli più remoti della nave. Erano i droidi ad occuparsi di portare le cibarie al piano di sopra, attraverso tunnel troppo piccoli per loro per passare, ma perfetti per dei bambini. Quelli della Terza Classe non facevano altro se non infilarsi nei container della stiva e uscirne con tutto quello che riuscivano a racimolare, che avesse un qualche interesse per loro, il che significava, solitamente, qualche dolcetto preconfezionato e, i più avventurosi, della frutta. Il cibo per la prima classe veniva preparato fresco a partire dalle materie prime, perciò non potevano vantare dirittti di ladrocinio su gustose fette di torta glassata, che poi era tutto ciò che quei piccoli alieni avrebbero considerato attraente. Questo significava che, entrando tramite il pass rubato ai tecnici, dall'unica grande porta laterale, Thanen e Ashara si sarebbero trovati chiusi nella semioscurità con cibarie, droidi che facevano avanti e indietro, ignorandoli... e sì, probabilmente anche qualche bambino della Terza Classe, infilato nei condotti e intento ad esplorare. Evitare di infilzare marmocchi era uno degli obiettivi della giornata, almeno sotto la supervisione del chiss.
    Fammi vedere, dunque.
    Incitò la donna, nel suo tono marziale e monocorde, invitandola a snudare la spada contro uno dei grossi quarti di nerf appesi per ganci.
    La temperatura era molto bassa là sotto, ma a Thanen non disturbava, anzi, finalmente poteva respirare a dovere.
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    Tolti 60px per acquisto di Balzo Affrettato e Manovra di salvataggio
    Tot 81px
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    Questo è il tuo terminale. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il tuo.
    Le parole di una pubblicità di sistemi informatici per aziende gli si era infilata in testa da qualche ora, dopo che era stato costretto a cambiare 2 hoverbus e un tram per raggiungere quel determinato quartiere di Coruscant. Per tutto il tragitto, la canzoncina gli aveva trapanato i timpani dall'impianto stereo dei mezzi pubblici ed ora Keldor non se ne sapeva più liberare.
    Quanto odiava Coruscant.
    Non si trattava dello sfarzo, che nasconde lo sfacelo, l'assenza di qualsiasi parvenza di naturalità, nè tanto meno della quantità inimmaginabile di cittadini ed alieni tutti mischiati in un'unica orgia di odori e colori diversi. No, di per sè Coruscant era molto simile a Nar Shaddaa, non era il pianeta in sè, o i suoi abitanti a renderlo di cattivo umore: era il ricordo delle cose che erano successe lì. E nemmeno se ne ricordava la metà!
    L'ultima volta che era stato lì era stato per consegnarsi spontaneamente alle autorità, convinto dal Jedi Dalen Antal che sarebbe stato quello l'unico modo per poter stare assieme, che solo se lui avesse scontato la sua ennesima condanna per qualcosa che non ricordava di aver fatto, solo allora lui avrebbe acconsentito a non abbandonarlo.
    E così Keldor si era presentato in tribunale, aveva affrontato un altro processo dichiarandosi incapace di ricordare la propria colpevolezza, o la propria innocenza. Era stato condannato, aveva di nuovo quasi perso la testa e l'unico ad averlo tenuto vagamente in sè era stato Jared Leech, suo compagno di cella... almeno finchè non l'aveva tradito, cercando di farlo assassinare. Lì ogni parvenza di poter avere una vita migliore era sfumata, lì il chiss aveva capito che non poteva davvero fidarsi di nessuno. Almeno finchè non era tornato su Ryloth e aveva trovato Aola'vrei ad aspettarlo. L'unica cui lui aveva concesso la libertà era l'unica che non voleva lasciarlo, che vedeva del buono in lui.
    Oh, lui aveva provato ad accontentarla, a non essere più la stessa persona, ma ormai il danno era fatto e presto il suo rapporto con la ragazzina era diventata una vera e proprio ossessione da parte sua. Perderla forse era stato un bene.
    Forse.
    Al momento però gli aveva solo lasciato un vuoto incolmabile, qualcosa che forse solamente la tanto familiare vendetta avrebbe potuto riempire per un po'.
    Ed ecco dunque perchè Coruscant.
    La madre di Jared, Jennifer Leech, viveva lì. Jared sapeva che lui sapeva, perciò, se ci teneva a mammina, anche lui doveva essere tornato su Coruscant, dopo essergli sfuggito. Keldor l'avrebbe trovato e gliel'avrebbe fatta pagare. Per tutto. Anche ciò che non aveva fatto.
    Non c'era altro modo per tirare avanti. Non ora.

    Ma torniamo a noi...
    C'era Keldor, una terrazza e c'era un terminale, sì, quello della canzone.
    L'unica cosa che mancava era... capire come usarlo.
    Hei, amico, guarda che stai facendo coda qui dietro.
    Fottiti.
    Cosa?!
    Ho detto: fottiti. Vuoi lo spelling? F come "foruncolo", O come "obrobrioso", doppia T come "tempestato" e "tutto", I come di "insoliti", un'altra T come "testicoli" e infine I come "infiammati".
    ...cosa?
    Levati dalle palle, foruncolo!
    C'è qualche problema, signore?
    Non c'era nulla che irritasse Keldor come la tecnologia che si rifiutava di funzionare da sola. Peccato che i suoi strepiti avessero attirato l'attenzione di un membro della sicurezza che vigilava nella piazza. In un'altra occasione il chiss gli avrebbe risposto per le rime, ma non voleva rischiare di essere riconosciuto, quindi ingoiò gli altri insulti che aveva in canna e sorrise graziosamente all'agente.
    No, cocco, tutto apposto, me ne stavo andando.
    Ignorò i commenti di vittoria del quarren dietro di lui, che era appena stato salvato dalla provvidenziale apparizione e si diresse invece verso l'odore di spaghetti saltati e la grande fontana lì davanti.
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    CITAZIONE
    Se vi chiedessero cosa siete, cosa rispondereste?

    Thanen inclinò appena il capo di lato. Non capiva se la sua fosse una domanda dettata da sincera curiosità, oppure un tentativo di sviare l'attenzione dalla sua reazione esagerata di poco prima. Se fosse stato lui, la domanda sarebbe stata del tutto sincera, ma Ashara aveva la tendenza a mentire e comportarsi come i peggiori alieni, privi di amor proprio, quindi forse non le interessava davvero. Decise comunque di risponderle e anzi, di darle un pezzetto di informazione vera, curioso di capire se ci avrebbe fatto qualcosa oppure no e anche consapevole che sarebbe potuta essere utile più tardi.
    Direi che sono un membro adottivo della tribù guerriera Taker-Sher dei Kaleesh, ma sono nato Chiss.
    Avrebbe potuto benissimo fermarsi alla prima parte, tuttavia dirle che era travestito da chiss travestito da Kaleesh era un metodo perfetto per potersi cambiare alla svelta, n caso di bisogno, senza dover stare attento a non mostrare la pelle blu alla donna, che comunque dubitava sapesse che cos'era un chiss o un kaleesh, vista la sua scarsa conoscenza di cose basilari come il funzionamento di un datapad, o il suo riferirsi ad una cultura reclusa.
    CITAZIONE
    «Vi sono leggende che raccontano di antichi signori oscuri la cui potenza interiore era tanto grande da dare permanentemente ai loro occhi il colore delle fiamme... ma voi non potete certo raccontare questo...»

    Annotò mentalmente l'informazione, poi dettò il passo verso l'ascensore.

    CITAZIONE
    «A meno che voi non sappiate già riconoscerlo»

    Non mi serve il suo identikit. le rispose, prima di separarsi da lei e dedicarsi alla ricerca che si era prefissato: eventuali organici o droidi assoldati dal neimoidiano.
    La cultura di Neimoidia prevedeva l'uso di segni distintivi per rappresentare la proprietà di oggetti o personale, anche temporaneo: era una questione di status. Questo significava che avrebbe dovuto cercare, oltre ad individui che sembravano sotto ordini di qualcuno, quelli che avevano un qualche tipo di uniforme o stemma riconducibile ad una famiglia Neimoidiana.
    Non gli ci volle molto per identificare tre alieni ed un robot. Li osservò tutti con cura, valutandone le capacità e la preparazione [ANALISI DELLE FORZE], poi, una volta soddisfatto, si allontanò per controllare il tabellone delle attività della serata, prese i suoi appunti mentali e tornò al punto di randezvous.
    CITAZIONE
    «Il committente mi ha mentito: Vosko ha almeno tre guardie a proteggerlo...»

    Quattro. la corresse.
    E uno di loro ci sta guardando. disse, badando bene a non indicarglielo, già c'era lui a farsi notare benissimo, travestito, o no.
    Non è prudente attaccare a cena. Ti staranno aspettando nel corridoio. Tuttavia alle 2 di notte si terrà una piccola asta nella sala ricreativa 8. E' probabile che il Neimoidiano voglia esserci: il droide al suo servizio è un pezzo da collezione della Guerra dei Cloni, di importazione Geonosiana, ma gli manca un'importante componente per essere completo. Tra i pezzi d'asta c'è anche ciò che serve a Vosko. Sospetto che sia qui proprio per acquistare quell'oggetto, grazie ai soldi rubati. Il droide sarà poi rivendibile come un pezzo unico, ad altri collezionisti. [INTUIZIONE]
    Spiegò il frutto delle sue ricerche e di ciò che sospettava.
    Vosko si sposterà nella sala 8, ma almeno una delle sue guardie sarà ancora nella sua stanza. Sarà il momento per eliminare uno degli ostacoli. proseguì, iniziando a fare di nuovo strada verso l'ascensore da cui erano venuti.
    Dovrai essere rapida, tuttavia. L'avversario è alla tua portata, ma se lo scontro si prolunga, la missione è fallita. Sarà dunque essenziale un colpo accurato. Hai 6 ore di tempo per essere certa che funzioni. terminò.
    Stava tornando al piano della terza classe, ma non si sarebbe fermato tra i bambini urlanti: dovevano trovare un posto dove farla esercitare.... e dove lui avrebbe potuto farle altre domande sui Sith.
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    Gli acquisti falli in Gran Bazar, dopo che hai copio-incollato
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    Ho modificato la tabella con le personalizzazioni. Controlla se vuoi cambiare altro.
    Il conto te l'ho già aperto e aggiunto anche quello nel post, lì ci sono i tuoi 1500cr da spendere come vuoi.
    Puoi dire che lavori per il png come mercante. Ti assegno uno stipendio mensile di 300cr che è il minimo standard per lavori generici.
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    Ashara continuava a cercare di affermare una qualche parvenza di dignità, ma che volesse considerarsi superiore o meno, non modificava i fatti ed i fatti erano che si era consegnata in suo potere molti minuti prima, quando aveva deciso di non combattere ed arrendersi a lui. Tecnicamente si era offerta come prigioniera, anche se lei non l'avrebbe vista a quel modo.
    Lui si limitò ad attendere, la mano ancora tesa col palmo verso l'alto, di ricevere il datapad, come se il discorso della Sith fosse stato rivolto al vento e nulla più.
    Annuì invece alla proposta successiva della donna di tenere il dispositivo per sè, lo fece come se fosse stato lui a designare tutto dall'inizio, come fosse una gentile concessione nei confronti della Sith e non una sua presa di posizione. Solo a quel punto ritirò la mano, tenendo però lo sguardo fisso sulla femmina e i suoi dolorosi tentativi di arrivare alla giusta cartella senza provocare altri danni. L'incrinatura sulla schermo aveva appena provocato una stretta al cuore del chiss, che si sarebbe volentieri offerto di ripararglielo, se solo non fosse stato nè il momento, nè il luogo, e sapendo pure che probabilmente l'avrebbe rotto 5 minuti più tardi.
    Se il livello tecnologico della sua gente è pari al suo, potrebbero essere una minaccia, solo se istruiti. Forse ce ne sono altri come lei, in cerca proprio di informazioni da riportare sul loro pianeta.
    CITAZIONE
    «Facendo in fretta, la mia idea avrebbe funzionato...»

    No. rispose come un dato di fatto, dopo aver osservato e memorizzato tutta la planimetria disponibile.
    Un attimo dopo era nella sua stanza a cambiarsi.
    CITAZIONE
    «I tuoi occhi! Occhi rossi, hai... occhi rossi...» «Cosa sei?»

    Io sono...
    Che il discorso sarebbe venuto alla luce era ovvio, ma Thanen era pronto a mentire nuovamente, senza nemmeno mentire.
    ...travestito. concluse con ovvietà. Era pronto ad elaborare, se si fosse reso necessario, ma confidava che la sua ostentata sicurezza fosse talmente forte da tenere buona, anche se non soddisfatta, la Sith. Era travestito? Certo che era travestito. La cosa implicava che quelle fossero delle lenti a contatto fosforescenti? Sì, ed era pronto a dirlo chiaro e tondo, ma finchè non gli fosse stato chiesto, non l'avrebbe fatto.
    Una volta sinceratosi che lei stesse effettivamente ascoltando, ripetè quanto aveva da dire sulle loro prossime mosse e lasciò il corridoio, giusto un attimo prima che uno dei bimbetti urlanti cascasse in terra e iniziasse a piangere. Accelerò il passo.
    Una volta giunti al lift per il piano superiore, Thanen tirò fuori dalla tasca il tesserino che aveva rubato ad uno dei manutentori e lo utilizzò per sbloccare le porte, che altrimenti non si sarebbero aperte, senza chiedere il permesso: i cittadini più abbietti non volevano mischiarsi con la plebe.
    Una volta all'interno del cubicolo, gli schiamazzi furono sostituiti da una musichetta d'attesa e via via che salivano al piano di sopra, Thanen potè già iniziare a sentire il cambio di odori. Là dove prima c'erano stati pannolini sporchi e profumi di infima categoria, spruzzati per darsi un tono, ora si odorava qualche fragranza di classe, centelinata e il fresco aroma del sapone e dei cibi della sala da pranzo. I suoi seni nasali finalmente potevano tornare a vivere.
    La sala da pranzo è di là. Suggerisco di dividerci. La prima persona che trova il bersaglio, torna all'ascensore. Ricorda. Sei un manutentore. affermò, per poi lasciare la donna al proprio destino, se così avesse voluto, lui aveva intenzione di scandagliare rapidamente la sala e cercare non tanto il bersaglio, quanto semmai potenziali pericoli.
    Di lì a poco sarebbe tornato al punto di randevouz con ciò che serviva loro.
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    CITAZIONE
    «In mente»

    Thanen sentì già gli occhi roteare in alto, nascosti sotto la visiera scura del casco, seccato, anche se solo moderatamente, da quello che si presentava come un inconveniente, salvo poi ritrovare l'interesse e la pace interiore, al sentir pronunciare la parola "palmare".
    Fa vedere. ordinò, senza sussurrare, come stava -inutilmente- facendo lei. La sola cosa che dei sussurri potevano fare in un posto del genere, era attirare l'attenzione. Non che una figura come quella di Thanen, accompagnata dalla donna con l'involto di stoffa, non fossero già abbastanza di spicco, là in mezzo, ma per fortuna la maggior parte della gente era troppo impegnata nello scappare da urla e fastidi vari, per prestarci troppo caso. Le cose sarebbero cambiate, una volta in seconda classe: lì quelli come loro non passavano impunemente inosservati.
    Se Ashara gli avesse passato il datapad, Thanen ci avrebbe trafficato celermente per cercare le informazioni che stava cercando, non senza evitare di notare qualsiasi altra cartella dati interessante vi fosse all'interno, pur senza aprire nulla che non fosse ciò che cercava.
    Se invece Ahsara si fosse rifiutata, o la mappa fornitole fosse risultata incompleta, avrebbe fatto diversamente, cercando un banalissimo terminale, così da poter scaricare il file direttamente nel suo pc da polso... e anche nel datapad di Ashara. La planimetria in fornitura ai passeggeri non era certamente completa di passaggi segreti e chissà che altro, ma serviva proprio per far spostare agilmente tutti all'interno dei vari piani, perciò lo sarebbe stata quanto basta.
    Una volta recuperato ciò, in un modo, o nell'altro, Thanen avrebbe fatto una deviazione nella sua cabina, avrebbe aperto la porta con il suo tesserino magnetico... e l'avrebbe richiusa in faccia alla donna, alle parole di...
    Aspetta qui.
    Una volta all'interno della cabina, Thanen si sarebbe preparato per approcciare il secondo piano, nella fattispecie, doveva togliere il casco con visiera e lasciare al suo posto la maschera kaleesh con turbante, ma doveva assicurarsi di avere ogni centimetro di pelle coperto, per quello usò lo specchio per controllarsi accuratamente, lasciò il casco in cabina, assieme alla tuta di Ashara, che mollò sul letto, poi uscì di nuovo. I suoi occhi rossi senza pupilla brillavano di luce propria da sotto la maschera, ma fece finta di nulla, come se fosse perfettamente normale, per un Sith.
    In tutto questo, Thanen aveva toltamente ignorato i sussurri complottisti della donna, presentatogli prima dell'ingresso in cabina, ma ne aveva in verità registrato ogni parola. Ashara sembrava davvero convinta di ciò che diceva... la cosa era sempre più interessante. Si domandava se sarebbe riuscito a convincerla ad accompagnarlo tra i suoi simili, o almeno scovarne le coordinate. Sarebbe stata una grande scoperta, anche solo dal punto di vista storico, per non parlare della possibilità di comprendere davvero quali fossero i loro numeri e lo stato tecnologico.
    La stanza che stai cercando è vicina alla poppa, ma scomoda per un attracco in prossimità. Dovremmo cercare di comprendere quali sono le abitudini del bersaglio, per incrementare le probabilità di successo. Suggerisco di iniziare dalla sala da pranzo. disse e fece poi strada.
    Il salone con grandi tavoli e servizio a buffet era uno dei posti più frequentati nella seconda classe, anche se forse un Neimoidiano avrebbe preferito mangiare in camera. Se così fosse stato, avrebbero potuto almeno sapere se ci fosse qualcuno adibito a portargli i pasti. Rapidamente si diresse al lift per il secondo piano.
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    Sì, il pg si può fare anche se non esiste l'organizzazione. Se arriva a livello 2, allora ha senso per noi creare tutta l'organizzazione.
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    CITAZIONE
    «Seguirò voi»

    Così, malgrado si vedesse che era combattuta, Ashara Jentsawak era tornata ai formalismi. Probabilmente il modo in cui Thanen continuava a non vacillare nella propria ostentata sicurezza, le aveva infine messo il dubbio che se la meritasse. Magari invece era solo offesa. Una o l'altra al chiss non faceva molta differenza, purchè continuasse a collaborare.
    Ascoltò ciò che la sith sapeva e gli parve che fosse sincera, tuttavia le informazioni erano poco logiche: un Neimoidiano pieno di soldi, che non assumeva guardie del corpo? Sarebbe stato molto fuori dall'ordinario. Un motivo in più per ficcare il naso in giro per la nave e scoprirlo da loro.
    CITAZIONE
    «Perché volete aiutarmi? E cosa vorreste in cambio?»

    Thanen non si fermò, continuando a camminare, ma sapendo che non avrebbe potuto scappare da quella domanda ancora a lungo, in fondo era già la seconda volta che gliela poneva e una col carattere peperino che sospettava avesse quella femmina, presto o tardi si sarebbe rifiutata di andare avanti, senza ciò che voleva sapere. Doveva darle qualcosa per tenersi impegnata, un osso da masticare, per così dire.
    E chi ti dice che sto aiutando te?
    L'idea di chiederle un favore in cambio della sua assistenza era lì che lo punzecchiava, ma avrebbe potuto essergli più di intralcio, che di giovamento: aveva la sensazione che se lei avesse creduto -come era- che non facesse tutto ciò per lei, ma per se stesso, o magari per qualcun altro, si sarebbe sentita, ironicamente, più sicura che non se si fosse inventato qualche mistica chiamata dall'alto, o chissà che altri nobili intenti. La natura caustica che aveva visto fino a quel punto, lo spingeva a credere così, poi solo le reazioni della donna avrebbero potuto confermare o meno il tutto. Quella risposta sotto forma di domanda, però, gli dava anche un altro vantaggio: gli dava la possibilità di rigirare la frittata e mentire, se gli fosse parso più idoneo.
    Intanto che parlavano, i due aveano raggiunto il lift di servizio, ed erano saliti fino al piano della terza classe. I rumori dei motori e dell'enorme modulo di iperguida che spostavano il vascello erano solo un sottofondo lontano, ora ad attutire i loro passi ci pensavano gli scalppiccii di bambini alieni urlanti che si rincorrevano per gli strettissimi corridoi di quella zona della nave, madri dell'outer-rim che avevano vinto un premio vacanza in famiglia per il servizio reso alle aziende RD e sgangherati droidi bambinaia che passavano a controllare che i gabinetti fossero ancora funzionanti. La cabina di Thanen era da qualche parte proprio lì, tra un venditori di liquori di Iziz-city e una coppietta di novelli sposini che non faceva altro che cigolare sulle brandine tutto il giorno. Ad un certo punto aveva bussato per chiedere se avessero bisogno di lubrificante, ma non lo avevano sentito, o forse lo avevano ignorato.
    Ad ogni modo, ciò che stavano cercando era la cabina 225, secondo piano, seconda classe. La cosa migliore da fare era capire intanto che genere di percorso avrebbero dovuto affrontare per passare da lì al più vicino dock per la nave di Ashara. In poche parole servivano le planimetrie complete della nave.
    Hai le planimetrie della nave? chiedere non costava nulla.
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    La prima risposta della donna iniziò con il preoccuparlo leggermente, tuttavia l'affermazione sembrava più un'iperbole che un qualcosa di tangibile. Se non altro gli dava l'idea che Maris fosse una buzzurra, cosa che venne confermata man mano che la conversazione proseguiva.
    O non sa contare... oppure sta cercando di esagerare le stime.
    Sì, mentiva, decise, in maniera deliberata. Il fatto che lui avesse implicato una posizione gerarchica superiore, non era quindi stato sufficiente nel metterla a suo agio, anzi, se possibile aveva avuto l'effetto opposto di indispettirla. Pazienza.
    CITAZIONE
    [sith] «Io sono Ashara Jentsawak, Sedriss della città di Dostun, legittima capitale di Qoritjor Qo. Ho combattuto molte battaglie, senza perderne nemmeno una»

    Anche se Thanen non aveva chiesto il nome del pianeta da cui proveniva, Ashara Jentsawak ci aveva tenuto a farglielo presente e così il chiss memorizzò ogni informazione, deciso a controllare se quel posto esistesse e dove si trovasse, eventualmente, perchè lui non l'aveva mai sentito nominare, il che non era sorprendente: o la Sith stava ancora mentendo, oppure doveva un posto sperduto e dimenticato, altrimenti tutti avrebbero saputo dell'esistenza di una colonia Sith sopravvissuta alle varie guerre coi Jedi.
    Sicuramente le piace darsi delle arie.
    Dubitava seriamente che non avesse mai perso nella sua vita, anche perchè ora era ostaggio suo e del suo droide, tra le righe, ma così era. Era più probabile che fosse il genere di persona che non accetta la sconfitta, invece di imparare da essa. Non particolarmente interessante, ma meglio per lui, più prevedibilità e scarse probabilità di un successo da parte sua.
    CITAZIONE
    [sith] «Io sono il meglio, al di sopra di altri massassi. La mia spada è decorata al pari del mio nome. Tu chi sei veramente?»

    Di nuovo, questo poteva voler dire che il suo popolo, se esisteva, era composto da poco più che cacciatori-raccoglitori pieni di superstizioni, oppure che la donna voleva solo cercare di apparire più grande di ciò che era in realtà.
    Un tempo Thanen aveva rifuggito l'idea del mentire, poichè indegno di un chiss, tuttavia col tempo non solo si era adattato alle condizioni e aveva iniziato a farlo, ma era pure diventato davvero bravo. Ciò non voleva tuttavia dire che gli piacesse farlo: se possibile, lo evitava. E il modo migliore per non mentire era non rispondere a domande scomode, proprio ciò che continuò a fare in questo caso, ignorando la richiesta di un'identità reale.
    In questo caso l'omissione poi, non era solo una preferenza, era necessaria: non sapeva quasi nulla dei Sith, non poteva mentirle senza conseguenze. Decise che rimanere in silenzio sarebbe potuto comunque essere accettabile, facendolo sembrare solo un qualcuno con un'opinione troppo alta di sè per dovere delle risposte a qualcuno di basso rango. Sì, poteva reggere.
    Thanen prese la pistola, tolse la cella di tibanna, che infilò nella tracolla e quindi la mise a sua volta nella borsa, che cominciava ad essere piuttosto piena.
    Riavrai tutto alla fine. le assicurò, lasciando perdere la spada: non voleva insistere perchè immaginava che avrebbe portato a scarsi risultati, se non la necessità di sparare alla donna e lasciarla poi lì, cosa che voleva evitare. Il fagotto di stoffa sarebbe andato abbastanza bene.
    Prendi anche quella. indicò la chiave idraulica lasciata per terra, poichè avrebbe aiutato nella messinscena.
    Ascoltò poi il piano di Ashara, che incredibilmente esisteva. Chissà se gliel'aveva preparato un superiore, o se ci aveva pensato tutto da sola.
    Capisco. commentò, ignorando di nuovo le sue domande.
    Il piano non era male, totalmente impossibile da realizzare, nelle condizioni in cui era arrivata, ma ora che un paio di dettagli erano stati sistemati, avrebbe pure potuto funzionare. La difficoltà esecutiva stava nel fatto che riportare indietro il cadavere senza essere visti sarebbe stato un puro caso di fortuna. Ma la cosa non era sorprendente, dato che Ashara Jentsawak sembrava basare molto proprio sul caso.
    Cosa sai di Vosko?
    Chiese mentre camminavano verso i lift per il piano di sopra. Aveva già alcune idee su come migliorare le probabilità di successo della sith, ma serviva un piccolo lavoretto di raccolta informazioni e un dettaglio per nulla secondario era quale fosse la capacità del bersaglio di non farsi uccidere.
    I Neimoidiani non erano famosi per il combattimento, anzi erano considerati enormi codardi, ma erano spesso molto attenti alla propria sicurezza personale ed amavano usare i droidi. Se Vosko aveva una guardia del corpo, la colluttazione sarebbe stata più problematica.
    Dovevano trovarlo e scoprire come era fatto e se viaggiava solo.
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    Il reparto di ortopedia dell'Ospedale di Coruscant era diventato insolitamente affollato quel giorno, ma di questo Thanen non potè rendersi conto fino a che non riaprì gli occhi per la seconda volta da quando si era momentaneamente risvegliato nella medbay attorno ad Hoth.
    Il viaggio fino a Triplo Zero era passato senza che lui se ne rendesse conto, in parte perchè sedato localmente, in parte perchè si stava riprendendo dal principio di ipotermia con cui l'avevano ripescato dalla base segreta di Hoth, e anche perchè, non era difficile ammetterlo, era da tanto che non riusciva a farsi tutte quelle ore di sonno consecutive.
    Quando finalmente però il chiss si riprese, in parte già ristorato, subito gli fu chiaro di non trovarsi più nel familiare ambiente di una nave spaziale. Gli odori, le luci, i rumori che venivano dai corridoi, tutto era estraneo. Di nuovo cercò di muovere la mano destra, ma di nuovo tutto ciò che riuscì a fare fu spostare faticosamente indice e medio. La sinistra, quella funzionava e la usò per lo scopo iniziale: schiarirsi la vista. Nello spostare il braccio verso il volto si accorse di altre sensazioni strane, che con la mente annebbiata dal sonno e in parte dai farmaci, non riconobbe, poi, lentamente, iniziò a guardarsi attorno chiaramente e allora a riconoscere il posto.
    Era in una camera d'ospedale, all'indice sinistro aveva attaccato un sensore, che registrava i suoi sistemi vitali, trasmettendoli ad un monitor accanto al letto. Era sraiato con un lenzuolo a coprirlo, ma in prossimità del braccio destro c'era una strana impalcatura. Era una precauzione post-operatoria, gli rispose il suo cervello, serviva per evitare che si muovesse troppo e rovinasse il lavoro dei chirurghi. Il che portava naturalmente alla domanda "che è successo?".
    C'era un bicchiere d'acqua con una cannuccia, appoggiato di fianco al letto. Dopo una furtiva -ma non proprio- occhiata in giro, il chiss lo prese, quasi fosse un oggetto proibito, l'annusò, decise che era davvero acqua e prese un piccolo sorso. Un attimo dopo aveva bevuto mezzo bicchiere, ricordatosi di quanta sete aveva. Si trattenne dal finirlo tutto, perchè sapeva non sarebbe stato prudente.
    Prudenza, già, se solo fosse stato un pelo più prudente su...
    Hoth!
    Ed ecco che tutto gli tornò in mente: la chiamata sospetta del Generale Fiord, gli ordini non proprio chiarissimi su cosa fare nella base di ricerca climatologica, la scoperta di un'altra base segreta, sopra a quella ufficiale, poi l'attacco della Cosa, il tentativo di recupero del soldato scappato, prima dell'arrivo dei rinforzi e poi il mastino corelliano, il dolore al braccio che si spezzava tra le fauci dell'animale, il ritorno della Cosa, poi B.E.N. e il soffitto che crollava.
    Dov'era B.E.N.? Che fine avevano fatto gli altri? Avevano recuperato lui, evidentemente, ma erano riusciti a salvare qualcun altro? E il generale... l'esperimento... che cosa stava architettando?
    Troppe domande senza risposta. Doveva andarsene da lì.
    Con circospezione sollevò il lenzuolo scoprendosi vestito delle classiche vestine di carta da ospedale, chiuse sul davanti e aperte dietro. Il braccio infortunato era già stato ingessato.
    Ad un'altra occhiata notò un armadietto, adiacente alla parete e la presenza di un solo altro letto nella stanza, al momento vuoto. In silenzio, aiutandosi coi denti, staccò prima il sensore e poi cautamente provò a sfilare il braccio da sotto l'impalcatura di sicurezza. Fallì miseramente e rovesciò tutto in terra con un secco *CLANG*.
    Ktah...
    CITAZIONE
    AHI AHI AHI!

    Cos-...?
    Per un attimo, il chiss fu convinto di aver sentito l'aggeggio ospedaliero, lamentarsi per la caduta.
  14. .
    Thanen lasciò parlare a lungo la quarren, senza interromperla, anche quando la sua mente aveva la risposta pronta, poichè percepiva che si dovesse ancora arrivare ad un finale.
    Non sapeva che cosa fosse successo, cosa fosse scattato nella cadetta, ma qualcosa era cambiato e il fatto che lu non riuscisse ad immaginare il perchè, era solo frustrante.
    Era davvero troppo abituato ad avere a che fare con gli zeltron, che mettevano la propria emotività a caratteri cubitali in un'insegna sul petto. Quelli aveva imparato a capirli, ma Doris era troppo aliena, gli sfuggiva il significato dei suoi mutamenti o esattaente quali fossero, se era per quello.
    Cos'era ora? Triste? Stizzita? Calma? Arrabbiata? Nulla? Non ne aveva proprio idea, sapeva solo che era diversa da un attimo prima.
    Con quel dubbio, dunque, continuò a fissarla per diversi lunghi secondi dopo che lei ebbe finito di parlare per l'ultima volta. La squadrava, cercando una risposta. Alla fine scelse le parole che riteneva più giuste per l'occasione.
    Questa non è una gara per rendere soddisfatto me, cadetta Doris Prinnal. disse come un dato di fatto.
    Non eseguiamo gli ordini per ricevere degli elogi, o assenza di punizioni. Lo facciamo perchè l'assenza di ordine e disciplina pone in pericolo noi e gli altri. Una sua indecisione al momento del bisogno potrebbe portare alla morte di uno suo compagno, o di un intero plotone. Persone morte o compromesse solo perchè lei non è stata pronta a eseguire gli ordini. andò avanti, senza durezza nel tono, ma nemmeno paternalismo, solo la solita neutralità.
    Nessuno di noi è infallibile e gli incidenti possono capitare, ma è nostro dovere evitare errori, perchè noi siamo coloro che hanno scelto di difendere gli altri. Quando io compio un errore, cadetta, a farne le spese non sono io solo, ma centinaia, se non migliaia di altri uomini e donne. Quando lei tentenna, altre persone ne fanno le spese. si fermò, lasciando che le sue parole arrivassero oltre lo spesso strato di cocciutaggine e ribellione dell'aliena.
    Se è troppo delicata per sentirsi indicare le proprie mancanze, rassegni le dimissioni domani mattina come prima cosa, sarà bene per lei e per tutti. aggiunse a quel punto.
    Se è qui per fare la differenza in questa Galassia, allora le consiglio di fare in modo che io non abbia motivo di ricordarle cosa non va nel suo comportamento. terminò il discorso, di nuovo, senza tono polemico, anche se forse Doris non l'avrebbe percepito così.
    Ora, intende completare la sua parte dell'accordo e finire di dirmi ciò che doveva, o rompere il patto?
    Se Doris si fosse tirata fuori da quell'incarico segreto, Thanen avrebbe naturalmente dovuto fare in modo che la quarren non interferisse oltre e non rischiasse di danneggiare la missione. Il come, beh, l'avrebbe deciso solo all'occorrenza, anche se ovviamente già da tempo aveva pianificato tutti i suoi piani B.
  15. .
    CITAZIONE
    [sith] «Sono una massassi... ho la mia tunica e i calzari. Ho anche guanti, occhiali che proteggono dalle scintille e una... tuta da... zuguruk barbaro... di grado basso»

    Massassi.. Zuguruk... erano parole che nella sua mente trovavano una taduzione, come il resto della lingua che aveva momentaneamente appreso e che confermavano ciò che aveva dedotto della cultura della donna, ma che non avevano un reale significato, come poteva averlo per lei. Mise da parte quei termini, facendo voto di memorizzarli per il futuro, quando avrebbe potuto svolgere ricerche più approfondite.
    Al momento aveva una sola domanda, pericolosa per la sua posizione, ma la prima che gli era venuta in mente non appena aveva udito la parola massassi, guerriero.
    E quanti altri massassi vi sono nel posto da cui vieni?
    Era la cosa più naturale da chiedere: oltre alla curiosità culturale, vi erano le precauzioni tattiche, anche se scarsamente giustificate, date le condizioni in cui versava quella donna col suo equipaggiamento.
    Sei tu il meglio che avevate?
    Thanen era consapevolmente passato dal "voi" al "tu" e non solo per comodità: stava cercando di implicare che lui fosse appartenente ad una casta superiore alla sua e che quindi lei dovesse avere più motivi per rispondere. Non era certo se gli ingenieri fossero rispettati di meno, o di più dei guerrieri e non conosceva altre caste, quindi non poteva osare più di così. Con un po' di fortuna ed accortezza, sarebbe stata la fantasia di Maris a lavorare al posto suo.
    Le domande erano venute mentre la donna si sganciava la cintura e iniziava a rivelare il proprio aspetto, così che ora il chiss poteva avere una chiara visione del volto di lei.
    E' vero, allora... Appartiene alla razza dei primi Sith... o quanto meno, ne presenta tracce...
    Ricordava nelle descrizioni trovate al Tempio Jedi, che quella specie avesse pelle rossa e spuntoni ossei, il che combaciava con quanto stava vedendo ora. La cosa era davvero curiosa... e affascinante. Ormai Thanen era catturato da quell'inaspettato svolgimento degli eventi. Doveva sapere di più. Non poteva perdere quell'esemplare di una specie creduta estinta.
    CITAZIONE
    «Restate voltato verso le mie armi»

    Dietro la visiera scura, Thanen inarcò un sopracciglio. Non era abituato al pudore e al contrario, pensava che quello sarebbe stato un momento perfetto per cercare di colpirlo a tradimento con un'arma nascosta sotto i vestiti. Maris però non sembrava abbastanza furba per quello, o forse, molto più banalmente, non aveva altre armi. Nel dubbio squadrò la sua figura da capo a piedi, prima di decidere che no, non dovevano esserci e quindi accontentarla, posando lo sguardo su spada e pistola, in terra.
    Quando la donna ebbe finito di cambiarsi e fu entrata nel suo campo visivo, lui alzò di nuovo lo sguardo per osservarla. Sì, senza dubbio nascondere una spada non sarebbe stato credibile, ma il suo aspetto non era tanto bizzarro da attirare l'attenzione, rispetto a tante altre specie aliene. Così scoperta sarebbe risaltata molto meno che con un casco. Che poi era il motivo per cui lui aveva una maschera d'osso kaleesh, sotto la propria visiera: uniti ad un pezzo di stoffa da beduino attorno a gola e capo, non sarebbe stato riconosciuto dai più... certo, non poteva evitare il rosso luminoso dei suoi occhi, che l'avrebbe rivelato ad Ashara, ma ci avrebbe pensato dopo.
    Prendo io quelle. decretò, indicando le armi. Su di lui non avrebbero fatto grande effetto, dato che era già armato, ma tutti si sarebbero voltati per capire perchè una meccanica aveva un palo infilato sotto i vestiti. Come per la scelta di farla andare a volto scoperto (che in realtà era pure una strategia per vedere come era fatta) anche portare le armi in piena vista sarebbe stato meglio che nasconderle male.
    Prendo anche quelli. Serviranno dopo. si riferì a tuta e vestiti. Ad esclusione del casco, il resto poteva entrare nella sua tracolla, tenuta semicoperta dal poncho e voltata a coprirgli la schiena. Se mai fosse stato necessario un cambio d'abito... e sicuramente sarebbe servito, l'avrebbero avuto a portata, invece di doverlo prendere in prestito altrove.
    Una volta terminati i preparativi, Thanen avrebbe fatto gesto alla donna di precederlo, consegnandole un tesserino dei manutentori. Tenne il comlink: se ci fosse stato da comunicare con gli altri operai, avrebbe sicuramente saputo inventarsi qualcosa, e poi almeno aveva una voce maschile.
    Prima di lasciar partire C5, prese la pistola, la impostò in stordente, sparò di nuovo al duros, dopo averne controllato il polso e poi al pelato, quindi fece cenno a Maris di prenderne uno e buttarlo in una delle casse agli angoli dello stanzone, lui avrebbe fatto lo stesso con l'altro.
    Dove dovrebbe trovarsi il bersaglio? E come intendi prenderlo?
    Aveva il sospetto che Maris non conoscesse la risposta a nessuna delle due domande.
    Mentre C5 si occupava di decollare, i due avrebbero potuto lasciare quell'area e salire almeno ai piani della terza classe.
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